22 November, 2024
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Nuova giornata all’insegna della musica, giovedì 10 agosto, a Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda, ma con tappe anche in altri centri del nord Sardegna, che martedì 8 agosto ha salpato le ancore della sua Trentesima edizione a bordo del traghetto della Sardinia Ferries e che prosegue fino al 16 agosto con un calendario fitto di eventi.

Si comincia in mattinata con una produzione originale che chiama in azione due musicisti salentini legati da tempo da proficua collaborazione: il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia. Il titolo, “Locomotive”, allude al contesto ferroviario in cui si svilupperà l’evento: le stazioni di Oschiri e Berchidda. Un treno straordinario, in partenza da Olbia alle 10.20, con fermate intermedie a Monti/Telti (ore 10.38) e Berchidda (ore 10.50), trasporterà il pubblico alla stazione di Oschiri, con arrivo alle 10.59, dove sosterà per circa tre quarti d’ora per la prima parte della performance. Il treno ripartirà quindi in direzione opposta alle 11.49 alla volta di Berchidda, dove alle 11.56 inizia la seconda parte, prima di riprendere la corsa alla volta di Olbia (arrivo alle 13.16, con fermata a Monti/Telti alle 12.58).

L’evento è realizzato nell’ambito del progetto “Italian Jazz Express – viaggio (musicale) tra le suggestioni dei paesaggi storici d’Italia” (che rientra nella rete nazionale I Luoghi del Jazz sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali): coinvolte in partenariato cinque realtà associative no profit operanti nel settore della promozione del jazz in Italia – Ancona Jazz, Locomotive di Sogliano Cavour, Novara Jazz, Musica Moderna di Thiene e Time in Jazz (capofila) – con la Fondazione FS Italiane come partner tecnico. 

Il programma musicale della giornata prosegue invece verso il tramonto sulla spiaggia di Porto Taverna, nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sempre sulla costa orientale, dove alle 18 ritorna in scena Giovanni Guidi già impegnato ventiquattr’ore prima insieme al trombonista Gianluca Petrella nel progetto SoupStar, stavolta in compagnia del suo solo pianoforte.

Si resta in riva al mare anche per quello che si annuncia come uno dei concerti più interessanti: protagonisti Uri Caine e Paolo Fresu in duo di scena alle 21.00 alla Torre di San Giovanni, a Posada.

Per motivi di salute, intanto, Enrico Rava non potrà partecipare al festival nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe. Già pronta l’alternativa: a salire sul palco di piazza del popolo a Berchidda sarà l’enfant du pays Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso ed Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi.

Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda, come già annunciato, tributerà un premio alla carriera.

Paolo Fresu Uri Caine 09 (©roberto cifarelli)

Paolo fresu 5th © Roberto Cifarelli

 

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La magia della musica brasiliana proposta dalla voce di Barbara Casini nel magnifico scenario del sagrato della cattedrale di San Pantaleo, il progetto Liber Liber nato per utilizzare le tecnologie informatiche a favore della cultura umanistica e il fascino intramontabile del cinema muto di Charlie Chaplin e Buster Keaton musicato dal vivo da Raoul Moretti e Gerardo Ferrara. Sabato 24 e domenica 25 il festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova offre tre appuntamenti di grande richiamo, tutti ad ingresso gratuito, che riassumono la filosofia della manifestazione organizzata dall’associazione Circolo dei Lettori Miele Amaro: declinare in vari modi la letteratura, avvicinando alla bellezza della scrittura la potenza della musica e del cinema e guardando al futuro dell’oggetto libro. Tre appuntamenti a cui se ne aggiungeranno altri due: sabato 24, alle 11.00, nel giardino della Biblioteca spazio a le “Letture sotto il melograno”, una iniziativa per i più piccoli che ascolteranno le storie, lette e drammatizzate da un comitato informale di genitori volontari, mentre domenica 25, alle 21.00, alla Villa De Villa verrà inaugurata l’installazione artistica di Francesco Picciau “Libri di legno”.

Cantante, chitarrista e cantautrice, da più di trent’anni Barbara Casini si dedica allo studio e alla diffusione della musica popolare brasiliana. Sabato 24 alle 21.30, nel palco allestito nel sagrato della cattedrale di San Pantaleo, porterà in scena “Sozinha”, una serata per voce e chitarra durante la quale l’artista ripercorrerà le tappe della sua carriera, sia rivisitando canzoni di autori antichi e moderni (quali Ary Barroso, Tom Jobim, Chico Buarque, Caetano Veloso, Gilberto Gil ed altri), sia proponendo brani di sua composizione sempre impregnati dell’atmosfera brasiliana che le è così profondamente congeniale.

Nella sua carriera Barbara Casini ha infatti collaborato con importanti personaggi della scena jazz (e non solo) italiana e internazionale, come Enrico Rava, Stefano Bollani, Phil Woods, Lee Konitz, Toninho Horta, Guinga, ma soprattutto si è conquistata la stima degli artisti brasiliani che la considerano una vera e propria ambasciatrice della loro musica nel mondo.

La serata di domenica 25 offre tre interessanti appuntamenti. Alle 19.30, alla Villa De Villa, per la sezione Focus, Marco Calvo presenterà il progetto Liber Liber che si propone di favorire l’utilizzazione consapevole delle tecnologie informatiche in campo umanistico e di avvicinare la cultura umanistica e quella scientifica. Tra i progetti portati avanti, spiccano E-text (con i capolavori della letteratura e le altre opere pubblicate nella mediateca dell’associazione che vengono prelevate mensilmente da centinaia di migliaia di utenti), Manuzio (una biblioteca digitale accessibile gratuitamente), e l’archivio musicale LiberMusica. Il progetto LiberScuola sta invece distribuendo e implementando una approfondita guida alle risorse Internet dedicate alla scuola, mentre con LibriLiberi si è dato vita a un divertente bookcrossing. Molto entusiasmo poi suscita il progetto Libro Parlato, ovvero la produzione di audio-libri letti da attori e volontari (come sempre, liberamente scaricabili dal sito).

“Libri di legno” è invece il titolo dell’installazione artistica di Francesco Picciau che, sempre a Villa De Villa, verrà inaugurata al termine dell’incontro con Calvo, intorno alle 21.00. Libri enormi, sovradimensionati, tomi giganti che sanno d’antico, fatti di legno che si finge carta. Accatastati alla buona, uno sopra l’altro, sino a formare un’insolita scrivania sulla quale adagiarsi comodamente a leggere un vero libro fatto di vera carta. Questo è solo l’inizio di una singolare installazione del poliedrico artista Francesco Picciau, una sorta di opera “work in progress” che negli anni avrà il suo compimento arricchendosi, di volta in volta, di nuovi elementi.

La serata di domenica 25 proseguirà, alle 21.30, sempre nello spazio di Villa De Villa con “La magia del cinema muto”. I capolavori di Buster Keaton e Charlie Chaplin verranno proiettati e musicati da vivo da due artisti d’eccezione: l’arpista elettrico italo-svizzero Raoul Moretti e il musicista Gerardo Ferrara.

Raoul Moretti è un arpista versatile e sperimentale con un approccio molto originale allo strumento che negli anni lo ha condotto a sviluppare un percorso artistico alla ricerca di uno stile personale. Oggi è uno degli artisti più innovatori con una traiettoria artistica internazionale, portando la sua arpa in differenti mondi musicali (avant-garde, pop-rock, world music, electronics, nu-dance, classic, free improvising) ed in altre forme di arte (danza, pittura, cinema, video-installazioni) e in molti diversi ambienti (teatri, clubs, discoteche, case, stazioni, strade, strutture ospedaliere e centri medici).

 

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Si apre lunedì 10 aprile la prevendita dei biglietti e degli abbonamenti per la trentesima edizione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto nel suo paese natale, Berchidda, e in altri centri e località del nord Sardegna: un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti, con un cast che riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc.

Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati.

Come sempre, l’ingresso è a pagamento soltanto per i concerti che si tengono nell’arena allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda: cinque serate, da venerdì 11 a martedì 15 agosto, tutte con inizio alle 21,30. Aprono la prima il sassofonista Francesco Berzatti e il Tinissima Quartet, seguiti dal trio del pianista Uri Caine, con Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria. Un set unico in scaletta sabato 12: protagonista assoluto l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music”. La serata di domenica 13 si apre con il duo del violinista polacco Adam Baldych e del pianista norvegese Helge Lien. Polacco è anche il grande trombettista Tomasz Stanko, al centro del secondo set con il suo New York Quartet. Un’altra stella dello strumento a pistoni applicato al jazz, Enrico Rava, brilla nel cielo di Berchidda lunedì 14 alla testa del gruppo Tribe (con il trombonista Gianluca Petrella, il pianista Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria), preceduto in apertura dal trio del batterista francese Philippe Garcia. Infine, serata come sempre “double face” il 15: ingresso a pagamento per la prima parte, protagonista ancora un trombettista, il francese Erik Truffaz col suo quartetto; poi, sgomberata la piazza da poltroncine e transenne, e aperta al pubblico con ingresso gratuito, via alla consueta festa di Ferragosto, quest’anno affidata agli Huntertones, formazione di base a New York, con il suo repertorio di brani originali ed arrangiamenti che fondono jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock.

Quest’anno la platea di Piazza del Popolo si articola in due settori. Il biglietto intero per ciascuna serata nel primo settore costa 25 euro, il ridotto 22; nel secondo si pagano invece rispettivamente 20 e 17 euro. Prezzi più bassi per la serata di Ferragosto: occorrerà infatti acquistare il biglietto (platea intero a 19 euro, ridotto a 16; secondo settore a 15 e 12) solo per il primo dei due concerti in programma, quello del quartetto di Erik Truffaz. Le riduzioni sono riservate ai soci Time in Jazz, agli studenti, agli under 12 anni e agli over 65. 

Ottanta euro è invece il prezzo dell’abbonamento intero valido per tutte e cinque le serate, settanta euro il ridotto. Posti riservati per i soci di Time in Jazz che rinnoveranno la tessera entro il 5 maggio.  

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Si completa martedì 28 marzo, a Milano, il giro di conferenze di presentazione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, e in altri centri del nord Sardegna, che il prossimo agosto arriva al traguardo della sua 30ª edizione.

Dopo Bologna (giovedì scorso, presente tra gli altri il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini) e Roma (la sera dopo, all’Auditorium Parco della Musica), il trombettista prosegue nel capoluogo lombardo il racconto della manifestazione che ha fondato nel 1988 e divenuta, anno dopo anno, uno degli eventi più apprezzati nel panorama dei festival jazz. A colloquiare con lui alle 11.00 all’Auditorium Lattuada – due autorevoli firme della critica e del giornalismo musicale: Franco Fayenz e Enzo Gentile. L’appuntamento, proposto in collaborazione con la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”, sarà seguito da un incontro informale di Paolo Fresu con gli studenti della storica istituzione milanese e in particolare dei Civici Corsi di Jazz.

Per festeggiare nel migliore dei modi le sue trenta edizioni, Time in Jazz ha messo in cantiere un cartellone come sempre fitto di nomi e appuntamenti che si snoderanno per nove giorni consecutivi, dall’8 al 16 agosto, in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi delle altre località in cui il festival fa tappa. Nel cast, nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc: il sassofonista inglese Andy Sheppard con il suo quartetto e in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset; in arrivo dagli Stati Uniti il pianista Uri Caine col suo trio, una formazione storica del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones; dalla Germania sbarcano invece in Sardegna la tromba e il flicorno di Markus Stockhausen insieme al pianista Florian Weber; polacco, ma da tempo trapiantato nella Grande Mela, è un altro grande trombettista, Tomazs Stanko, atteso a Berchidda con il suo New York Quartet; e polacco è anche il violinista Adam Baldych in duo col pianista norvegese Helge Lien, mentre la scena transalpina è rappresentata dal trio del batterista Philippe Garcia e dal quartetto del trombettista Erik Truffaz. E poi gli italiani: i pianisti Dino Rubino, Enrico Zanisi e Giovanni Guidi, la cantante Ada Montellanico, il trombonista Gianluca Petrella, il contrabbassista Marco Bardoscia, i sassofonisti Raffaele Casarano e Francesco Bearzatti, la clarinettista sarda Zoe Pia e due trombettisti della statura di Enrico Rava e, naturalmente, Paolo Fresu, atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber a L’Agnata.

 

 

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Avrà un sapore speciale, l’estate prossima, l’appuntamento con “Time in Jazz”: dall’8 al 16 agosto, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu a Berchidda celebra, infatti, la sua trentesima edizione. Un traguardo importante per uno degli eventi più apprezzati nel panorama nazionale della musica dal vivo, capace di richiamare ogni estate, tra la seconda e la terza settimana di agosto, un vasto seguito di pubblico in questo angolo del Nord Sardegna.  

Il paese natale del trombettista, tra i jazzisti italiani più apprezzati a livello internazionale, è il fulcro della manifestazione: qui ha casa l’associazione culturale Time in Jazz che ne cura l’organizzazione, e qui si concentra la maggior parte degli eventi in cartellone. Un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Bortigiadas, Cheremule, Chiaramonti, Loiri Porto San Paolo, Olbia, Posada, Sassari, Tempio Pausania, Tula e altri ancora da confermare. 

Il cast riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc per “Time in Jazz”: ecco, dunque, il sassofonista inglese Andy Sheppard con il suo quartetto e in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset; in arrivo dagli Stati Uniti il pianista Uri Caine col suo trio, una formazione storica del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones; dalla Germania sbarcano invece in Sardegna la tromba e il flicorno di Markus Stockhausen insieme al pianista Florian Weber; polacco, ma da tempo trapiantato nella Grande Mela, è un altro grande trombettista, Tomasz Stanko, atteso a Berchidda con il suo New York Quartet; e polacco è anche il violinista Adam Baldych in duo col pianista norvegese Helge Lien, mentre la scena transalpina è rappresentata dal trio del batterista Philippe Garcia e dal quartetto del trombettista Erik Truffaz.

E poi gli italiani: i pianisti Dino Rubino, Enrico Zanisi e Giovanni Guidi, la cantante Ada Montellanico, il trombonista Gianluca Petrella, il contrabbassista Marco Bardoscia, i sassofonisti Raffaele Casarano e Francesco Bearzatti, la clarinettista sarda Zoe Pia e due trombettisti della statura di Enrico Rava e, naturalmente, Paolo Fresu atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber a L’Agnata.

Come sempre, non solo la musica animerà le giornate di Time in Jazz: previsti il consueto spazio per film e documentari scelti dal regista Gianfranco Cabiddu e quello dedicato alle arti visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, oltre alle varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, presentazioni di libri e conferenze.

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Giovedì 17 novembre, alle ore 20,00, al teatro Electra di Iglesias, andrà in scena lo spettacolo dedicato alla terra e alla Sardegna dove musica e scienza si fonderanno in un connubio straordinario grazie al geologo Mario Tozzi, noto al grande pubblico per le sue trasmissioni televisive, e Enzo Favata, sassofonista jazz apprezzato sulla scena internazionale. Insieme raccontano l’Isola della Sardegna attraverso il particolare punto di vista della geologia.

“Il Mediterraneo e la Sardegna, le origini di un mito” – Sardegna, le radici della storia Spettacolo per voce narrante e musica. 

Lo spettacolo ha il patrocinio del comune di Iglesias e l’organizzazione locale è a cura dell’associazione culturale e turistica Isola dei Nuraghi presieduta da Rosalba Atzei.

Mario Tozzi, il geologo noto al grande pubblico per le sue trasmissioni televisive, e Enzo Favata, sassofonista jazz apprezzato sulla scena internazionale, insieme raccontano l’Isola della Sardegna attraverso il particolare punto di vista della geologia, scienza tanto affascinante quanto trascurata, e la musica al confine tra passato e futuro. Da questo incontro scaturisce un affresco inedito della Sardegna, un film senza immagini raccontato con le parole e i suoni, nel quale prendono forma paesaggi arcaici, miti dimenticati e ricerca scientifica, rivelando allo spettatore una geografia antica, sepolta nella stratificazione delle ere geologiche e preistoriche.

Mario Tozzi è uno scienziato, primo ricercatore presso il CNR, e ha condotto studi sull’evoluzione geologica del Mediterraneo centro orientale. E’ autore di oltre 50 pubblicazioni scientifiche su riviste italiane ed internazionali. Del 2012 è il suo ultimo libro,“Pianeta Terra. Ultimo Atto” edito da Rizzoli, preceduto da altri titoli come “Il grande libro della Terra” e “Italia segreta. Viaggio nel sottosuolo da Torino a Palermo”. E’ noto al grande pubblico anche per una serie di fortunate trasmissioni televisive di divulgazione scientifica: “Atlantide”, “Allarme Italia”, “La Gaia Scienza”, “Gaia, il pianeta che vive”. Da molti anni visita assiduamente la Sardegna per i suoi studi, in particolare ha seguito il giornalista Sergio Frau nella ricerca di dati scientifici a supporto della teoria dell’identificazione tra la Sardegna e la mitica Atlantide. Oggi unisce la sua competenza scientifica e le doti di comunicatore per dedicarsi ad una intensa attività di educazione delle giovani generazioni alla conoscenza delle tematiche legate all’ambiente e alla salvaguardia dei territori.

Enzo Favata. Musicista apprezzato sulla scena del jazz internazionale come sassofonista, è anche compositore e autore di musiche originali per cinema, radio, teatro, documentaristica. I suoi progetti, caratterizzati da un originale intreccio tra musiche popolari e avanguardia, sono stati ospitati in prestigiosi festival ed innumerevoli palcoscenici, in tutto il mondo. Favata ha suonato e registrato dischi con Dino Saluzzi, Enrico Rava, Miroslav Vitous, Lester Bowie, Art Ensemble of Chicago, Metropole Orkest, Dave Liebman, Guinga, Omar Sosa, Django Bates Tenores di Bitti Eivind Aarset, Jan Bang e tanti altri. Attualmente ha al suo attivo 16 dischi. Molto abile con l’elettronica dal vivo, miscelata con i suoi strumenti a fiato, la utilizza in questo progetto con un sistema di filtraggio del suono dei suoi sassofoni, clarinetti e strumenti etnici, creando magiche atmosfere sonore sulle quali scorre il racconto di Mario Tozzi.

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Seminari Nuoro Jazz 2015 - lezione (3)Seminari Nuoro Jazz 2015 - lezione Maria Pia De Vito e Huw Warren

Prima giornata di lezioni, oggi a Nuoro, per il XXVIII Seminario Jazz: allievi e docenti si trovano alle 10.00 alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina), per formare le classi e cominciare il percorso didattico che si completerà venerdì 2 settembre con il tradizionale saggio-concerto finale, quest’anno in programma a Oliena, il paese alle pendici del Monte Corrasi, a un decina di chilometri dal capoluogo barbaricino.

Sono centosette gli iscritti a questa edizione dei corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro e coordinati dal pianista Roberto Cipelli, da tre anni al timone del seminario ideato nel 1989 (e diretto per cinque lustri) da Paolo Fresu: in larga parte provengono dalla penisola (ma anche da Austria, Norvegia, Turchia, Egitto e Palestina), a conferma del consolidato apprezzamento dell’iniziativa nel panorama nazionale della didattica jazzistica.

A tenere lezioni, insieme allo stesso Cipelli, il corpo docente in cattedra dalle scorse due edizioni: ne fanno parte Emanuele Cisi (titolare della classe di sassofono), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Francesca Corrias (canto), Salvatore Maltana (propedeutica e musica d’insieme), Giovanni Agostino Frassetto (tecnica dell’improvvisazione), Fulvio Sigurtà (tromba e flicorno, subentrato nella passata edizione a Marco Tamburini, tragicamente scomparso pochi mesi prima dell’inizio del seminario) e il volto nuovo di questa edizione, Max De Aloe (per il corso di armonica cromatica). Altra “new entry” recentissima, Salvatore Spano, “in prestito” dai corsi invernali di Nuoro jazz per affiancare Dado Moroni nella classe di pianoforte, la più affollata, quest’anno, con ben ventuno iscritti.

La giornata tipo prevede lezioni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, concentrando nel pomeriggio, oltre alle classi strumentali e teoriche, le prove aperte di gruppo e le classi di musica d’insieme che prepareranno gli allievi al saggio finale. Ci sono poi le masterclass: quella internazionale tenuta da venerdì 26 a martedì 30 agosto dal sassofonista Joe Lovano, e quella dedicata invece alla musica tradizionale, curata quest’anno dalla cantante algherese Franca Masu, in programma mercoledì 31. Intanto, già domani (martedì 23, e fino a domenica 28) prende il via il corso per fonici dell’ingegnere del suono Marti Jane Robertson che, mercoledì 24 e giovedì 25, terrà anche quello riservato ai musicisti allievi del seminario.

Con l’avvio dei corsi entra nel vivo anche la rassegna di concerti che fa come sempre da pendant al seminario: domani (martedì 23) alle 21.15 si accendono microfoni e riflettori al Museo del Costume, palco principale dei concerti in programma a Nuoro. Di scena Maria Pia De Vito, uno dei capisaldi del corpo docente “storico” dei seminari nuoresi che tre estati fa ha passato il testimone a quello attuale. La cantante napoletana, tra le voci più rappresentative del jazz italiano d’oggi, ritorna nel capoluogo barbaricino in duo con il pianista gallese Huw Warren, col quale condivide da tempo una riuscita collaborazione testimoniata anche da dischi come “Dialektos” (2008) e “‘O pata pata” (2011). Attratta dalle infinite possibilità sonore della voce, Maria Pia De Vito si è distinta per la sua capacità di sperimentare tra canto classico, jazz, musica etnica, e per l’approfondito studio sulla vocalità. Entrata presto nel circuito del jazz italiano e internazionale, conta esperienze al fianco di artisti come John Taylor, Ralph Towner, Rita Marcotulli, Ernst Rejiseger, Paolo Fresu, Steve Swallow, Gianluigi Trovesi, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Joe Zawinul, Kenny Wheeler, Michael Brecker, Art Ensemble of Chicago, Nguyên Lê, Uri Caine, Miroslav Vitous, Bobby Previte, giusto per citarne alcuni. Più volte premiata come migliore cantante jazz italiana ai referendum delle riviste Musica Jazz e JazzIt, nel suo palmarès conta tra gli altri riconoscimenti un Grand prix du jazz dall’accademia Charles Cros, e il Prix du musicien européen de L’Académie du Jazz per Il disco del progetto “One Heart three voices” (2005).

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Uno dei sassofonisti più importanti della scena jazzistica internazionale tiene banco a Berchidda nella sesta giornata di Time in Jazz. Charles Lloyd è l’atteso protagonista della serata di domani (sabato 13) in piazza del Popolo, “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale (ma con appuntamenti sparsi anche in altri centri del nord Sardegna). Classe 1938, direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà di quel decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie (“Forest Flower”, 1967). Praticamente assente dalla scena jazz negli anni Settanta, il sassofonista compare invece in dischi dei Doors, dei Canned Heat e dei Beach Boys. Avvicinato dal pianista Michel Petrucciani nel 1981 riprende a suonare per due anni, per poi ritirarsi di nuovo. Torna a esibirsi occasionalmente nel 1987 e 1988, poi nel 1989 ricomincia a girare. Inizia anche a registrare per l’ECM, inaugurando una lunga serie di dischi in cui figurano musicisti come Bobo Stenson, Billy Hart, Billy Higgins, John Abercrombie, Brad Mehldau, Geri Allen, Zakir Hussain. Uscito lo scorso gennaio per la Blue Note, “I Long To See You”, la sua più recente fatica discografica, lo vede in compagnia, tra gli altri, del chitarrista Bill Frisell. Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono invece i membri del suo quartetto di scena nel secondo set di domani (sabato 13) a Berchidda.

A precedere il concerto Charles Lloyd, la prima parte della serata, con inizio alle 21.30, propone una produzione originale del festival con l’inedito incontro tra due musicisti dalle diverse esperienze e provenienze artistiche: la pianista romana Rita Marcotulli, nome di primo piano della scena jazzistica italiana, e l’eclettico polistrumentista francese, con radici in Martinica, Mino Cinelu. Un duo che promette sorprese, sull’onda della vocazione alla sperimentazione e all’interplay che caratterizza entrambi. Partita da studi classici per approdare al jazz, Rita Marcotulli raggiunge presto il successo grazie al suo stile intimo e allo stesso tempo capace di amplificare le emozioni, che la porta a calcare le scene internazionali accanto a jazzisti come Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Lovano, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny, Billy Cobham. Originario della Martinica, Mino Cinelu è un artista dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco delle sue collaborazioni, in studio di registrazione e sul palco, con artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome. 

Rita Marcotulli arriverà all’appuntamento serale in piazza del Popolo reduce dall’altro impegno che la attende invece in mattinata, a mezzogiorno, nei pressi di Loiri San Paolo, sulla spiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo ricavato dalle iniziali dei tre componenti dell’organico: l’eclettico contrabbassista pugliese Marco Bardoscia, il versatile quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello) e appunto, Rita Marcotulli. Un progetto nato da un’idea di Bardoscia e della violinista Sonia Peana, e che si muove, originariamente, intorno a brani dello stesso contrabbassista e adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Le diverse fonti musicali si fondono per dare spazio a qualcosa di nuovo, fresco e originale, tra sonorità macedoni, isolane e mediterranee, che emergono naturalmente e senza forzature, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel pomeriggio il festival fa tappa a Telti, dove, alle 18.00, nella chiesa di Santa Vittoria, è di scena un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana, Stefano Battaglia, con un programma di improvvisazioni al piano che, sotto il titolo “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, ripercorre in musica l’opera del fotografo Mario Giacomelli (1925-2000), ispirata dai versi di poeti come Emily Dickinson, Franco Costabile, Cesare Pavese, Edgar Lee Master. Classe 1965, Stefano Battaglia è un pianista attento al suono e alla melodia: forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque suoi album; i tre più recenti lo vedono alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, che anche il pubblico di Time in Jazz potrà apprezzare in concerto domenica pomeriggio a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18.00).

BAM (ph © Roberto Cifarelli) m Mino Cinelu 1 Rita Marcotulli (foto di Paolo Soriani) (2m) Stefano Battaglia (foto@Caterina Di Perri)01 (m)Charles Lloyd (2m)

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Sarah McKenzie 2015002 - Copyright Philippe LEVY-STAB (m) Sarah McKenzie 2015003 - Copyright Philippe LEVY-STAB (m)

Una giovane signora del jazz tiene banco domani sera (mercoledì 10 agosto) a Neoneli, il paese tra le colline del Barigadu, dove il Festival Dromos approda nell’ambito della sua diciottesima edizione, che si riconosce sotto “Il segno di Eva”: protagonista del concerto, in programma alle 21,30 alla Casa Cherchi(con ingresso gratuito), Sarah McKenzie con il suo quartetto.

Definita come un tesoro nazionale australiano, la pianista e cantante originaria di Perth, classe 1987, ha vinto nel 2012 agli ARIA Awards (il corrispondente dei Grammy nel paese dei canguri) con l’album “Close Your Eyes”, è stata in tournée con musicisti come Michael Bublé, Chris Botti, John Patitucci, Enrico Rava, e ha avuto modo di esibirsi in luoghi iconici del jazz come Monterey, Juan-les-Pins, Perugia e Marciac.

Affiancata da Alex Freiman alla chitarra, Thomas Bramerie al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria, al Dromos Festival presenta “We Could Be Lovers”, il suo terzo disco, e il primo per la Impulse!, pubblicato in Europa lo scorso settembre, che include brani originali accanto a classici di Cole Porter, George Gershwin, Henry Mancini, Duke Ellington e Jerome Kern.

A margine della serata varie iniziative collaterali: per la quinta edizione del festival internazionale di fotografia Meno31 si inaugura alle 19, nelle vie del centro storico, una personale di Andrea Alfano; al Salone di Corrale, alle 20.00, spazio invece a una degustazione guidata dei vini del territorio con Attilia Medda, delegata AIS (e prima donna ad avere ricevuto il riconoscimento del Prix au sommelier); in piazza Italia, infine, un angolo dedicato allo street food.

L’indomani (giovedì 11) il festival fa tappa a Mogoro per una ricca serata in piazza del Carmine che si articola in due momenti (con ingresso a 10 euro): fa da apripista alle 21.30, sulle note del loro recentissima uscita discografica, “Reloveution” Sista Namely & The Islanders Band formazione reggae isolana composta dalla cantante Sista Namely, al secolo Valentina Steri, e dalla backing band The Islanders. A seguire spazio a una delle voci più interessanti della scena “conscious reggae” attuale: la giovane artista giamaicana Jah9 con il suo nuovo album, “9”, un lavoro molto profondo, in cui vengono sottolineate le sue qualità di autrice. il biglietto, a dieci euro, dà diritto a un ingresso omaggio per visitare la Fiera dell’Artigianato Artistico della Sardegna, quest’anno alla sua cinquantacinquesima edizione. Attivo dalle 17.00 in piazza del Carmine, in occasione della serata, un punto ristoro.

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Time in Jazz entra nel vivo della sua ventinovesima edizione: il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma fino al 16 agosto tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna, propone domani (martedì 9) tre diversi concerti (tutti aperti gratuitamente al pubblico) in altrettante località .

Si comincia alle 11.00 a Mores, nella chiesa campestre di Santa Lucia, con il piano solo di Alessandro Di Liberto “Inner conversation”: un viaggio introspettivo nel quale il pianista cagliaritano, tra composizioni originali, classici della tradizione americana e momenti di improvvisazione totale, attraversa le tappe fondamentali del suo percorso musicale, dallo studio del jazz alle contaminazioni con altri generi musicali. Formatosi al corso di Jazz del Koninklijk Conservatorium de l’Aja, Alessandro Di Liberto si è trasferito in Olanda per circa dieci anni e ha fondato insieme al sassofonista tedesco Klaus Gesing un quartetto con cui si è esibito su alcuni dei più prestigiosi palchi d’Europa. Tornato in Sardegna si dedica all’attività didattica e di promozione della musica Jazz, sia al Conservatorio di Cagliari, sia come docente nei seminari di Nuoro Jazz. Sei gli album all’attivo, e numerosissime le collaborazioni a livello nazionale e internazionale con jazzisti come Jon Faddis, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, David Linx, Bebo e Massimo Ferra, Peo Alfonsi, Roberto Gatto, Paolino Dalla Porta, tra gli altri. 

Il pomeriggio porta la carovana di Time in Jazz al Museo Archeologico di Ittireddu dove è di scena, alle 18.00, la cantante Ada Montellanico con “Abbey’s Road – Omaggio a Abbey Lincoln”. Ad affiancarla in questo progetto, il trombettista Giovanni Falzone e tre talenti emergenti del jazz italiano: Matteo Bertone al contrabbasso, Ermanno Baron alla batteria e Filippo Vignato al trombone. Autrice e interprete tra le più importanti e innovative della scena jazzistica italiana, Ada Montellanico in questo tributo mette in risalto la forza narratrice, il carattere africano e la trasgressività del mondo sonoro di Abbey Lincoln (1930-2010), iniziatrice di una nuova strada del jazz vocale oltre che attrice e attivista impegnata in seno alla comunità nera. Grande ricercatrice di repertori inusuali e originali, Ada Montellanico ha saputo realizzare una riuscita fusione tra lingua italiana, jazz e improvvisazione. Nel suo bagaglio di esperienze, collaborazioni con artisti come Jimmy Cobb, Lee Konitz, Paul McCandless, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Danilo Rea. È presidente della MIdJ, l’associazione nazionale dei musicisti jazz.

Reduce dal concerto inaugurale del giorno prima a bordo della nave della Sardinia Ferries in viaggio da Livorno al porto sardo di Golfo Aranci, il duo Musica Nuda di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti chiude la giornata di domani (martedì 9) in concerto alle 21,30 a Calangianus, nella chiesa di Santa Giusta. Sulle scene da tredici anni, con un bagaglio di oltre mille concerti, sei dischi in studio, due live, un dvd e una serie di premi e riconoscimenti (tra cui la “Targa Tenco” nel 2006 nella categoria interpreti), il riuscito sodalizio artistico della cantante e del contrabbassista si muove con originalità tra jazz, canzone d’autore, rock e musica classica, caratterizzandosi da sempre per freschezza e energia, a partire dal primo album “Musica Nuda” del 2004, passando attraverso le numerose collaborazioni con musicisti del calibro di Stefano Bollani, Erik Truffaz, Gianluca Petrella, fino all’ultimo lavoro “Little Wonder” uscito lo scorso anno.

Ada Montellanico (2m) foto Laurenzi Alessandro Di Liberto_SAR6821 (m) Giovanni Falzone - Foto di ANDREA BOCCALINI

PETRA MAGONI e FERRUCCIO SPINETTI Eutropia Festival Citta' dell'Altra Economia Roma 25 Luglio 2014