4 November, 2024
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Fine settembre, a Cagliari, all’insegna del jazz di qualità: da domani (giovedì 26) a domenica (29 settembre) tiene banco nel capoluogo sardo il festival “Forma e Poesia nel Jazz”, organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero ventidue. In cartellone nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, com’è consuetudine di questa manifestazione: ecco, dunque, alla testa delle rispettive formazioni, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello e Sade Mangiaracina; e poi il trombonista Gianluca Petrellad e il vibrafonista Pasquale Mirra in duo, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, il quartetto di Luca Mannutza, Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli.
Quest’anno il festival fa base negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, con due concerti in programma per ciascuna delle quattro serate; e, oltre alla musica dal vivo, diverse iniziative collaterali, incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni, con qualche puntata anche altrove. Uno schema valido già dalla giornata inaugurale di domani, giovedì 26 settembre, che si apre a mezzogiorno con la musica di Matteo Costa (contrabbasso) e Marco Pittau (tromba) a bordo della Metropolitana leggera della linea Gottardo-Repubblica: un appuntamento proposto grazie alla collaborazione dell’ARST.
Le attività all’EXMA prendono invece il via alle 18.00 con la prima delle quattro conferenze sulla storia del jazz tenute, anche per questa edizione, dal musicista e musicologo Enrico Merlin, che stavolta analizzerà il sessantennio dal 1959 ai giorni nostri, mentre alle 1900 è il momento degli show case e aperitivi musicali proposti in collaborazione con Radio X, media partner del festival e di casa nel centro di via San Lucifero. Protagonista domani (giovedì) il bluesman Vittorio Pitzalis. L’ingresso a questa prima parte della serata è gratuito.
Poi, alle 20.00, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono per il primo dei concerti in cartellone, protagonista il trio di Julian Oliver Mazzariello, con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria. Dopo tante collaborazioni e esperienze con artisti che vanno dall’High Five Quintet al gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli, da Lucio Dalla e Alex Britti a Stefano di Battista e Enrico Rava, da Fabrizio Bosso a Maria Pia De Vito, il pianista italo-inglese lo scorso autunno ha firmato il primo album a suo nome, emblematicamente intitolato “Dèbut”, mettendo in luce groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Per Julian Oliver Mazzariello doppio impegno in questa serata inaugurale: il pubblico del festival lo ritroverà infatti seduto al suo strumento anche nel secondo set, in programma alle 21.30, insieme proprio al contrabbassista Enzo Pietropaoli per accompagnare Maria Pia De Vito nel suo progetto “Around Joni”, un omaggio della cantante napoletana alla grande Joni Mitchell. Una nuova rilettura, dopo quella consegnata già nel 2005 alle tracce dell’album “So Right”, che attinge a pagine più estese dell’infinita produzione della cantante e autrice americana, andando a toccare l’anima folk degli inizi, dai tempi di Woodstock, ma esplorando anche l’influenza che il jazz ha avuto sulle procedure compositive della Mitchell.
Chiusura di serata con dj-set a cura di Radio X.
Al femminile anche l’incipit della seconda serata – venerdì 27, alle 20.00 -: protagonista Sade Mangiaracina in trio con Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Classe 1986, talento fra i più interessanti del jazz nazionale, la pianista siciliana ha registrato un anno fa per l’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu l’album “Le mie donne”: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Da un talento emergente a uno dei jazzisti italiani più affermati a livello internazionale: venerdì alle 21.30 sale sul palco dell’EXMA Stefano Di Battista (sax alto e soprano) alla testa del suo quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria. Cinquant’anni compiuti lo scorso febbraio, nel corso di una carriera cominciata presto sotto l’influenza di Massimo Urbani, e decollata a metà anni Novanta da Parigi, suonando con musicisti del calibro di Michel Petrucciani, Aldo Romano, Elvin Jones, Jacky Terrasson, l’ONJ, il sassofonista romano può vantare un bagaglio di esperienze davvero ragguardevole, con una discografia che conta – tra gli altri – cinque album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Trombone, elettronica, vibrafono e percussioni.
 Due strumenti acustici dal timbro chiaramente diverso e le rispettive incursioni nell’elettronica: Gianluca Petrella, uno dei più talentuosi trombonisti al mondo, e Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano e internazionale, aprono la terza serata del festival, sabato 28 (sempre alle 20). Un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica, alimentato dalla voglia e la curiosità di entrambi i musicisti di esplorare con leggerezza 
territori musicali diversi.
Progetto nato lo scorso anno, The Italian Trio – al centro dei riflettori nel secondo set di sabato sera – riunisce sotto la sua insegna tre fra i massimi interpreti dei rispettivi strumenti della scena jazzistica italiana: il pianista Dado Moroni, uno dei jazzisti italiani più stimati negli USA; Rosario Bonaccorso, contrabbassista dalla solida conoscenza della tradizione, lo stile molto comunicativo e l’originale spirito di improvvisazione; e Roberto Gatto, batterista in prima linea nel jazz italiano degli ultimi quattro decenni come sideman prestigioso e alla testa di propri progetti. Un super trio, insomma: nessun leader, solo musica di alto livello dove ogni musicista porta in dote il proprio talento e le proprie idee.
Un altro trio, quello di Federica Michisanti, apre alle 20 la serata conclusiva del festival, domenica 29. Si chiama Horn Trio la formazione che vede accanto alla contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz) Francesco Lento (tromba e flicorno) e Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e che un anno fa, a ottobre, ha debuttato su disco con “Silent Rides – a suite for double bass and horns“. Le composizioni, tutte a firma della leader, vengono presentate sotto forma di “suite”, ovvero senza interruzione, raccordate da improvvisazioni libere o sulla struttura delle composizioni stesse.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di Forma e Poesia nel Jazz vede in scena un quartetto composto dal pianista cagliaritano Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade sono la caratteristica che lega tra loro questi musicisti e garantisce una performance di grande impatto emotivo.
Vari eventi collaterali ai concerti arricchiscono e impreziosiscono le quattro giornate di Forma e Poesia nel Jazz all’EXMA. Oltre al musicista e musicologo Enrico Merlin con le sue conferenze sulla storia del jazz, da venerdì 27 ritorna al festival anche il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni e la sua conferenza-spettacolo in cui racconta genesi e fortuna di uno degli strumenti principali del jazz.

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Questa sera, alle 22.00, a Su Scaiu, tradizionale scalo dei pescatori di Cabras, al 21° festival Dromos si ricorda il festival di Woodstock, nel cinquantenario della storica “tre giorni di pace, amore e musica”, con un evento tra parole e musica: “Woodstock Revolution!”, un concerto/lezione (a ingresso libero) del giornalista Ernesto Assante (tra le firme di punta del giornalismo musicale in Italia), che intreccerà i suoi racconti con la musica del Wire Trio del contrabbassista Enzo Pietropaoli, con Enrico Zanisi al pianoforte ed Alessandro Paternesi alla batteria. Un incontro “multidisciplinare”, dunque, che sposa sapientemente musica e narrazione, proponendo e commentando ascolti, filmati e testimonianze che contribuiscono a informare, ma anche a incuriosire e stimolare il pubblico, portandolo a conoscenza di storie, aneddoti e curiosità legate allo storico evento dell’agosto del 1969, tra i più rappresentativi per il movimento hippy di fine anni sessanta.

Il compito di chiudere la serata, anche questa volta è affidato a un nuovo dj set di De Li Soul, al secolo Mario Delitala, con le sue selezioni musicali che spaziano dall’afrobeat al jazz, passando per funk e blues, bossa e cumbia. 

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.

 

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Quarta e ultima giornata, oggi a Cagliari, per Forma e Poesia nel Jazz: ed è un’altra giornata fitta di appuntamenti quella che accompagna al suo epilogo la ventunesima edizione del festival.

Il primo impegno in agenda è alle 10.00 del mattino con la guida escursionistica Stefania Contini per una nuova passeggiata “extra moenia”: la meta, in questa ultima occasione, sono le Tombe dei Giganti di Is Concas e Murta Sterria, siti di particolare interesse archeologico e naturalistico a una trentina di chilometri da Cagliari. Per prenotarsi occorre chiamare il numero 348 9305607. E per i partecipanti è previsto uno sconto del 20 per cento sull’ingresso ai concerti.

All’ex Manifattura Tabacchi, “campo base” del festival, le attività prendono invece il via alle 10.30 con il secondo dei due laboratori creativi-musicali per bambini “Un mondo di suoni”, curato dall’associazione culturale Spazio per Tempo.

Origini, sviluppo e metamorfosi del sassofono, nato come parente lontano del clarinetto e divenuto uno degli strumenti simbolo del jazz: questi i temi della masterclass in programma alle 11.00 di Attilio Berni, musicista e collezionista presente al festival con una preziosa esposizione di sassofoni: ben 65 esemplari in mostra, compresi diversi pezzi rari, come il gigantesco sax subcontrabbasso e un clarinetto appartenuto al grande Benny Goodman.

Con l’ultima giornata si completa anche la serie di “Narrazioni in jazz” condotte dal musicista e musicologo Enrico Merlin: tema dell’incontro nella Sala delle Officine, con inizio alle 18.00, il rapporto reciproco tra jazz e cinema.

Alle 19.00 microfoni e amplificatori accesi per il primo dei tre set della serata: apre il trittico Musica Ex Machina, quartetto sardo attivo dal 2006 e formato da musicisti che hanno saputo fondere le proprie differenti estrazioni musicali, sublimandole in un progetto nel quale coesistono sapientemente stili e approcci eterogenei alla musica. Sul palco il pianista Guido Coraddu (proveniente dal conservatorio e dalla ricerca di avanguardia), il trombettista Francesco Bachis (cresciuto nel mondo bandistico e storico membro dei Ratapignata, altra band molto nota in terra di Sardegna), il bassista elettrico Mauro Sanna (attivo nel mondo della musica pop-rock della Sardegna isolana), e il batterista Simone Sedda (musicista eclettico con interessi che spaziano fino all’avanguardia elettroacustica). La formazione, che ha pubblicato di recente l’album “BURP” (Hopetones Records, 2018), negli anni ha collaborato e suonato con musicisti come Louis Sclavis, Roy Paci, Daniele Sepe, Marco Rovelli, Victor See Yuen, Cecilia Smith, Kenny Brawner, Fred Johnson, Hasan Bakr, esibendosi in numerosi contesti musicali, teatrali, letterari e cinematografici.

Al centro dei riflettori, alle 20.00, uno dei nomi di punta di questa edizione del festival, Remo Anzovino. Considerato da critica e pubblico tra i più originali e innovativi compositori in circolazione, il pianista friulano (che affianca all’attività di musicista anche quella di avvocato penalista) è uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana. Al suo attivo cinque album registrati in studio e uno dal vivo, un progetto speciale dedicato a Pier Paolo Pasolini e uno dedicato a Muhammad Ali, scritto a quattro mani con Roy Paci. Numerose le collaborazioni di grande prestigio e trasversalità: da Lino Capolicchio a Simone Cristicchi, da Danilo Rossi all’Orchestra d’Archi Italiana, dallo stesso Roy Paci a Franz Di Cioccio, passando per Gino Paoli, Enzo Gragnaniello, Mauro Ermanno Giovanardi, Giuliano Sangiorgi, da Tony Esposito a Luisa Prandina, fino al jazz con Gabriele Mirabassi, Enzo Pietropaoli, Bebo Ferra e Luca Aquino, ma anche il rock di Tre Allegri Ragazzi Morti e Roberto Dellera, il rap d’autore di Dargen D’Amico e l’arte fotografica e figurativa di Oliviero Toscani e Davide Toffolo.

Il compito di chiudere in grande stile la ventunesima edizione di Forma e Poesia nel Jazz, alle 22.00, spetta a The Quintet, progetto originale che annovera solidi e affidabili jazzisti di caratura internazionale come il trombettista Flavio Boltro, il sassofonista Emanuele Cisi, il pianista belga Eric Legnini, il contrabbassista Massimiliano Rolff ed il batterista australiano (ma di casa a Roma) Adam Pache. Cinque top player, dunque, per una produzione in cui brani originali e standard si intrecciano sapientemente fra tradizione e modernità.

 

 

Intenso weekend per la diciottesima edizione di Forma e Poesia nel Jazz, la rassegna organizzata a Cagliari dall’omonima cooperativa, che ha preso il via l’8 di questo mese e andrà avanti fino al 6 giugno. Domani, venerdì 22 maggio, alle 22.00, è di scena la cantante Eloisa Atti al Jazz’Art in via Lamarmora; sabato, tiene invece banco il Doctor 3, blasonato sodalizio artistico di Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, in concerto al Teatro delle Saline (dopo il già annunciato trasferimento dall’Auditorium del Conservatorio dove era previsto in origine), con inizio alle 21,15 (biglietti a 22,50 euro, in prevendita al Box Office); domenica, a completare il fine settimana di Forma e Poesia nel Jazz, tappa al Lazzaretto, il centro culturale nel quartiere Sant’Elia, che a partire dalle 20 (e con ingresso gratuito) ospita i Musica ex Machina, formazione sarda composta da Guido Coraddu (pianoforte), Francesco Bachis (tromba), Mauro Sanna (basso elettrico) e Simone Sedda (batteria).

Eloisa Atti (2)