20 December, 2024
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L’archeologa Carla Perra, direttrice del Settore Storico Archeologico del Sistema Museale del Comune di Carbonia, ha presentato il Nuraghe Sirai al Congresso Internazionale “The production of locality and empowerment in the archaic western mediterranean”, organizzato in Austria dall’Università di Innsbruck e dall’Università Brown (USA, Rhode Island).

Il Congresso ha affrontato il tema del rapporto tra le Comunità locali e la globalità portata nel Mediterraneo antico, in particolare nel I millennio a.C., da civiltà espansive come quella Greca e quella Fenicia, e di come tale relazione si manifesti concretamente nella ricerca archeologica. Carla Perra è stata invitata dagli organizzatori per gli straordinari risultati degli scavi del Nuraghe Sirai e per i suoi studi sulla ibridazione della cultura materiale prodotta dalla comunità mista del Sulcis, fra l’ultima parte del VII secolo e i primi decenni del VI secolo a.C.

La grande ricchezza di documentazione offerta dal nostro sito era già stata apprezzata sul campo anche dall’equipe di ricerca della Innsbruck University (guidata dal prof. Erick Kiestler) che, la scorsa estate, è stata nostra ospite presso il Nuraghe.

Il contributo presentato da Carla Perra è stato soprattutto di carattere metodologico: una proposta di metodo, con alcuni casi di studio, per indagare la struttura delle società che hanno interagito e i rapporti di potere, attraverso un’accurata analisi delle catene operative (quindi dei processi di produzione) relative ai manufatti che l’archeologo trova negli scavi, dalla ceramica all’architettura.  

Il Nuraghe Sirai, che ha attirato l’attenzione della Comunità scientifica internazionale, è stato indagato grazie alla collaborazione fra il Comune e l’Ati Ifras, ed ha portato a risultati pubblicati soprattutto su riviste scientifiche, ma ormai apprezzabili anche agli occhi dei visitatori. Dopo circa 15 anni, la fortezza (fondata nel VII secolo a.C.) è in luce per un ampio settore dell’abitato, mentre del nuraghe vero e proprio (XIV-XIII secolo), inglobato al suo interno, si può apprezzare già una parte consistente degli elevati. L’interesse scientifico è eccezionale, in quanto primo insediamento che documenta, come accennato, una concreta integrazione delle popolazioni di origine orientale (i fenici) e delle comunità nuragiche in una comunità mista sardo-fenicia; ed è per questo un sito unico, nel quale si trova una fase culturale originale (VIII-VI sec. a.C), che coincide anche con l’ultima fase della Civiltà Nuragica. La fortezza, di forte vocazione produttiva (vetro, metalli, ceramica, pellami) è cinta da possenti fortificazioni (terrapieni) di tipo orientale e presenta forme inedite della cultura materiale: nuove architetture, nuovo repertorio della ceramica, nuove tecnologie produttive. L’unicità dell’insediamento è stata riconosciuta nel 2012 anche dall’Accademia Nazionale dei Lincei, che gli ha riservato una presentazione a cura del prof. Mario Torelli, all’indomani della scoperta della più antica officina del vetro mai scoperta in Sardegna.

Attualmente il sito è aperto al pubblico durante manifestazioni come Monumenti Aperti o le Giornate Europee del Patrimonio, nelle quali il percorso di visita include il circuito delle fortificazioni, compresa la porta pedonale, l’area sacra con l’adiacente officina del vetro, l’atelier per la concia delle pelli. Il complesso nuragico, per ora visibile dall’esterno, si apprezza con le imponenti torri unite da una cortina muraria che impiega blocchi anche di grandi e grandissime dimensioni.