15 November, 2024
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«Entro una settimana via libera per la movimentazione dei bovini della Gallura.» A dichiararlo è stato il responsabile per i servizi veterinari dell’assessorato regionale della Sanità Antonio Montisci ad una delegazione di allevatori della Gallura guidata dal presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu e dal direttore Ermanno Mazzetti.
La Gallura, infatti, pur essendo indenne alla tubercolosi dei bovini, subisce il blocco della movimentazione senza l’esame preventivo della tubercolina in quanto fa parte della provincia di Sassari dove rimane il blocco per pochissimi capi infetti.
In Gallura si allevano circa 35mila capi di bovino da carne che rappresentano circa il 17% del 210mila allevati in Sardegna.
«Dopo l’interlocuzione con il responsabile dei servizi veterinari Antonio Montisci siamo fiduciosi su una risoluzione positiva del problemaafferma Battista Cualbu –. Aspettiamo il risultato concreto e il via libera formale per poter finalmente movimentare liberamente i capi. Ma vigileremo e solleciteremo ancora nel caso non si sbloccasse nei tempi promessi anche perché in questo modo si aggravano i costi per le aziende nel mezzo di una delle più pesanti crisi economiche, in cui i prezzi delle materie prime sono aumentati accrescendo i costi di produzione.»
«In questo modo si rallentano e si allungano i tempi per poter movimentare i boviniaggiunge Ermanno Mazzetti -, e ciò comporta l’aumento della spesa per l’acquisto dei mangimi, soprattutto, ma anche energia elettrica e carburante, per i quali ultimamente c’è stato un aumento dei prezzi assurdo e insostenibile.»
Antonio Caria

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Anche quest’anno il Parco Naturale Regionale di Porto Conte ospiterà la Giornata per la Custodia del Creato, che si svolgerà domenica 1° settembre, ad iniziare dalle ore 10.00.

Al centro della riflessione e del confronto, coordinato dal Direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e il Lavoro prof. Tonino Baldino, sarà il tema della biodiversità.

Nel merito, la Laudato Si’ offre (cfr 32-42) interessantissimi spunti sullo stato di salute del nostro pianeta e, soprattutto, sulla importanza che le varie specie naturali ed animali hanno nel mantenimento degli equilibri ambientali generali del Globo.

Interverranno, oltre al Vescovo Mauro Maria Morfino che terrà una Lectio Magistralis, il naturalista Francesco Guillot (Presidente LIPU Sardegna), Ermanno Mazzetti (Direttore Federazione Coldiretti Nord-Sardegna), Mariano Mariani (Direttore del Parco Naturale Regionale di Porto Conte), Antonio Farris (Università degli studi di Sassari), Sergio Astori (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).

Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali ed animali che, perse per sempre, i nostri figli non potranno più conoscere né averne il beneficio.

Non va sottovalutato che alcune specie animali sono scomparse – e tutt’oggi ancora scompaiono – a causa di un uso sconsiderato dei pesticidi.

Sono gli effetti di un modo barbaro di intendere l’economia: le attività produttive e commerciali sono fortemente condizionate dalla cultura del lucro immediato ad ogni costo; tipica di un liberismo sfrenato e figlio di culture votate al principio della libera concorrenza, presentata come fattore essenziale per generare ricchezza diffusa e progresso sociale.

La realtà che oggi tocchiamo con mano è, invece, di risultato opposto: crescono gli squilibri economici all’interno degli Stati; la ricchezza va sempre più concentrandosi nelle mani di poche famiglie facoltose e le popolazioni, spinte dal bisogno ed in fuga dai conflitti locali, finiscono per migrare verso nuovi Paesi alla ricerca di benessere e di pace.

Sullo sfondo di un tale sistema campeggia la cultura degli egoismi, quella che tutti opportunisticamente condanniamo sotto l’aspetto ideologico, ma della quale siamo talmente imbevuti al punto che – spesso senza neanche renderci conto – finiamo per viverla nella quotidianità.

Non si bada nemmeno alle ripercussioni che queste politiche economiche hanno a nocumento delle future generazioni.

La Laudato Si’ pone questo problema come una emergenza intergenerazionale.

Un campanello di allarme che non può lasciarci indifferenti, quantomeno sotto le due dimensioni proprie di ciascun essere umano: 1. le relazioni di rispetto tra esseri viventi; 2. il rapporto di trascendenza con il divino.

Concetti che il Vescovo, Padre Mauro Maria Morfino, non cessa di porre alla attenzione quando afferma che «il vero garante dell’umano può essere soltanto il divino e quando il garante dell’umano diventa l’umano stesso, sappiamo che diventa distruttivo». Ecco, allora, la necessità e l’urgenza che l’uomo debba prendere coscienza della responsabilità che ha nei confronti delle altre creature, siano esse animali o vegetali.

Una responsabilità che non ha deleghe di sorta: essa è totale in ciascuno di noi per il ruolo, modesto o meno, che ricopre nella società.

Che ne sarà del nostro Pianeta fra 50 o 100 anni?

Sotto l’aspetto tecnologico sarà sicuramente progredito come neanche oggi immaginiamo; ma senza un autentico rapporto di trascendenza con il divino, la barbarie si estenderà e finirà per condurre alla autodistruzione.

La Giornata per la Custodia del Creato voluta dai Vescovi, ci ricorda che da Cristiani abbiamo il dovere di agire senza tregua nell’essere buoni continuatori delle Opere di Dio.

In questo contesto, il messaggio lanciato lascia indubbiamente riflettere su quelle azioni che noi tutti dovremmo intraprendere senza se e senza ma, rivolto soprattutto ad una nuova presa di coscienza verso questa nostra martoriata terra che ogni giorno di più invoca Aiuto.

E’ evidente che questa iniziativa è di estrema importanza per il ruolo che riveste e che la parola d’ordine è “Impegno”.

Armando Cusa

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Paolo Maninchedda 12 copia

La IV commissione del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas (Pd), ha svolto ad Olbia, alla presenza dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, una serie di audizioni sull’emergenza idrica della Gallura.

L’incontro si è aperto con l’intervento del presidente della Confcommercio, Tommaso Todde, che a nome del “Tavolo delle associazioni della Gallura – (Tag)”, al quale aderiscono le organizzazioni delle imprese, della cooperazione e dei lavoratori (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Agci, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil) ha illustrato la situazione di emergenza che  vive il Nord Est dell’isola e che comporta una serie di restrizioni nell’erogazione dell’acqua, con ripercussioni negative sugli usi civili ma soprattutto con forti penalizzazioni per le attività agricole e l’allevamento del bestiame. «Non dimentichiamo inoltre – ha spiegato Todde – che il 70 per cento dei turisti che soggiornano in Sardegna è ospitato nelle strutture ricettive del Nord dell’Isola ed è facile immaginare quali implicazioni potranno derivarne al comparto se non si risolverà il problema dell’acqua».

Il portavoce del Tag ha quindi ricordato come il tema della carenza idrica sia destinato a rappresentare un problema anche nel futuro e nel merito degli interventi urgenti, Tommaso Todde, ha mostrato perplessità per le ipotizzate connessioni tra i diversi bacini («i nostri bacini sono ormai ridotti a pozzanghere ed è inutile collegarli tra loro») ed ha affermato che non sono da escludere «soluzioni adeguate agli usi civici che alleggeriscano le quote di prelievo dai bacini». «In tutti i Comuni – ha concluso il portavoce delle associazioni – si avverte il problema dell’acqua, sia per quanto attiene le attività produttive e quelle agrozootecniche, dalle quali è partito l’allarme con la richiesta dello stato di calamità naturale».

Le difficoltà del mondo delle campagne sono state dunque  rappresentate nello specifico da Giovanni Canu (Cia), Ermanno Mazzetti (Coldiretti) e Matteo Luridiana (Confagricoltura) che hanno ribadito, nel corso dei rispettivi interventi e in rappresentanza delle proprie associazioni, l’urgenza di interventi adeguati alla gravità e alla complessità della situazione.

Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha richiamato l’attenzione della Regione «su una delle questioni più urgenti che riguardano la Gallura» ed ha salutato con favore la compattezza e l’unità del territorio nel chiedere risposte all’emergenza idrica, mentre i primi cittadini di Monti (Emanuele Mutzu), di Oschiri (Piero Sircana), di Berchidda (Andrea Nieddu) e di San Teodoro (Domenico Mannironi) hanno suggerito una serie di interventi di carattere tecnico, come la realizzazione dello sbarramento sul rio Seleme (tra Monti e Alà dei Sardi) e l’allargamento del compendio irriguo della piana di Chilivani, nonché l’approvvigionamento anche dal Coghinas e non solo dal Liscia dei Comuni che vanno da Oschiri fino a Monti.

Il presidente del consorzio di bonifica, Marco Marrone, ha affermato con nettezza che l’ente non è più in grado di garantire le fornitura dell’acqua e il direttore Giosuè Brundu ha illustrato nel dettaglio il piano che consentirebbe di recuperare 20 milioni di metri cubi d’acqua con un esborso finanziario  di 20 milioni di euro. Il primo intervento è quello sul Rio Padrongianus, con un prelievo all’altezza del Ponte Loddone, per poi immettere la risorsa idrica nella rete del consorzio così da poterla riconnettere al distretto “Olbia nord” e “Olbia Sud”. Una ulteriore proposta riguarda  l’area di Monte Tova dove si recupererebbero sette milioni di metri cubi di risorsa idrica con un esborso di otto milioni di euro. Il concetto chiave della proposta del consorzio verte sull’affermazione che «la risorsa idrica è abbondante a valle della diga del Liscia ed è lì che bisogna realizzare gli interventi di breve e medio periodo».

L’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, nel corso del suo articolato intervento a conclusione delle audizioni della commissione, ha più volte fatto riferimento alla proposta avanzata dal consorzio di bonifica ed ha mostrato favore per l’ipotesi sbarramento sul Rio Seleme e per l’intervento immediato sul Rio Padrongianus («impegnando due milioni di euro si recupererebbero subito sei milioni di metri cubi d’acqua») ma ha specificato che non essendo disponibili le risorse finanziarie «tutte le iniziative dovranno essere realizzate con una rimodulazione delle poste del bilancio regionale». «Ci serve recuperare 13 milioni di metri cubi dal Liscia – ha spiegato Maninchedda – e tra gli interventi a medio termine sono ricompresi quelli a Monte Tova (con il recupero di una condotta dismessa di Abbanoa) e Serra Alveghes (interconnessione con distretto Olbia Nord e Olbia Sud) quantificati complessivamente in circa 18 milioni di euro». L’assessore ha dunque insistito sull’individuazione delle priorità e sulle logiche che sottendono alle scelte strategiche («assumiamoci tutti la responsabilità di spostare finanziamenti dalle opere in evidente ritardo a favore di quelle immediatamente realizzabili e più urgenti») nonché sull’esigenza di creare la cosiddetta “ridondanza” tra gli invasi del Nord Sardegna («ci si potrà così approvvigionare dal Coghinas o dal Liscia a seconda delle condizioni»). Un accento particolare è stato inoltre posto sulla carenza di manutenzioni nelle reti idriche («senza interventi, nel giro di pochi anni, il nostro sistema infrastrutturale è invecchiato in maniera incredibile») e sulle opportunità che deriveranno alla Gallura dai fondi del “Patto per la Sardegna” siglato di recente col governo Renzi («le amministrazioni comunali non dimentichino però l’emergenza idrica nei tavoli della programmazione territoriale»).

«Olbia è in emergenza come nessuno e non c’è disattenzione verso i problemi della Gallura – ha concluso l’assessore –  noi, dunque, ci saremo rispetto alle sue esigenze, con la Giunta e col Consiglio regionale, pronti a ricercare le soluzioni più adeguate nel breve e nel medio periodo, attraverso la rimodulazione dei fondi stanziati nel bilancio regionale a favore dell’emergenza idrica.»