Si è spento ieri #Nicolino Sanna, il nonnino di Portoscuso. Aveva festeggiato i 100 anni il 1/02/2013, circondato dall’amore dei familiari e dall’affetto di un’intera comunità, con una cerimonia nella chiesetta di Sant’Antonio ed un ricevimento nei locali della vecchia tonnara “Su Pranu”, al termine del quale aveva cantato alcune canzoni in sardo.
Per ricordare quello che è stato un uomo esemplare per la famiglia e per quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarne le qualità professionali ed umane, riportiamo il testo integrale dell’articolo pubblicato sull’edizione cartacea de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, il n° 255 del 16 febbraio 2013, a firma di Ernesto Valdés.
Nicolino Sanna, nato a Portoscuso il 1° febbraio del 1913 ha festeggiato nei locali della tonnara “Su Pranu” cento primavere e così salgono di numero i centenari a Portoscuso. I suoi familiari hanno organizzato una grande festa in onore del nostro caro concittadino conosciuto da tutti per essere anche sempre presente a dare il suo contributo nelle manifestazioni dei gruppi cambattentistici. Per l’occasione, una solenne celebrazione ha dato il via alla giornata di festa tenutasi nella splendida cornice della chiesetta all’interno dell’arsenale e presieduta dal parroco don Antonio Carta.
Il sindaco, Giorgio Alimonda, ha portato il saluto del paese ma ha altresì ricordato la nobile figura da combattente di Nicolino, esempio di rettitudine morale nella famiglia, nella professione e nella vita in generale. Al termine del discorso gli è stata consegnata una targa-ricordo da parte dell’Amministrazione comunale, segno di riconoscenza per la sua vita militare e civile trascorsa con laboriosità, dignità ed onestà. Erano presenti tutte le associazioni culturali e di volontariato, le associazioni dei minatori ed il coro polifonico che ha regalato stupende emozioni con brani rigorosamente sardi e diverse sezioni di Marinai d’Italia per onorare e festeggiare il nostro beneamato, circondato dall’affetto dei figli Maria Rosa, Demetrio e Antonella, i generi Vito e Bruno, i nipoti, gli amici e tutti quanti gli vogliono bene.
L’intensa partecipazione, la vicinanza di parenti, amici e paesani, stretti affettuosamente a Nicolino a conferma della grande stima e sincero affetto, ha commosso tutti. Maria Rosa, a nome della famiglia Sanna, ha ringraziato infinitamente tutti per la calorosa e convinta partecipazione e per aver reso straordinario un giorno ancora più speciale e sicuramente indimenticabile.
Alla fine della celebrazione, per ringraziare i presenti è stato offerto un ricco buffet che spaziava dagli antipasti ai dolci, fino alla mega torta. Nulla è stato dimenticato, nemmeno l’allegria del gruppo folk che ha intonato per tutta la serata i tradizionali canti portoscusesi.
Nicolino si è forgiato attraverso il lavoro, l’educazione invece è arrivata dai nobili esempi trasmessi dalla famiglia. Ha imparato per gradi, una tappa dopo l’altra, durante la difesa dei confini della Patria, per ben nove durissimi anni. Una vita di lavoro e di amore per la famiglia e il suo paese, dalla quale si allontanò solo per compiere il suo dovere di soldato.
Era il 10 settembre del 1933 quando fu arruolato per la ferma di ventotto mesi. Dal 10 gennaio 1936 (fine ferma) venne trattenuto alle armi sino al 10 febbraio 1937 per l’occupazione dell’Africa Orientale Italiana.
Il 4 settembre del 1939 fu richiamato alle armi per i noti eventi bellici e per combattere una guerra che ha sempre ritenuto ingiusta. Imbarcato in diversi mezzi navali, Nicolino fu impegnato in operazioni di protezione del traffico del #Mediterraneo e di difesa mobile, impiegato nei treni armati della Marina Militare.
Nel 1943, dopo l’armistizio, le truppe tedesche misero in esecuzione il piano che prevedeva “arresto esercito” e successiva deportazione. Molti ufficiali e soldati riuscirono a fuggire nelle montagne e diventare partigiani. La #Marina Militare cercò di portare la flotta nei porti alleati per sottrarla alla rappresaglia tedesca e salvare il personale dipendente. L’informazione non arrivò a tutti i comandi periferici e molti militari italiani caddero prigionieri dei tedeschi.
Anche Nicolino fu fatto prigioniero dai nemici a #Patrasso e deportato a #Waidofen (città di prigionia) in Austria, patendo la fame e il freddo. Nel marzo 1945 giunsero la liberazione ed il rimpatrio.
La sua tempra gli consentì di sopravvivere a quella brutta esperienza che egli ha messo per iscritto in un libro semplice ma intenso: “Vento in Poppa e Piume al Vento”. I ricordi di esperienze umilianti sono indelebilmente fissati nella sua mente. Trasmettere una testimonianza della sua vita da prigioniero è assolutamente necessario affinché le nuove generazioni possano comprendere il dolore fisico e la perdita della dignità che sono indimenticabili turbamenti di chi ha vissuto le atrocità della guerra. Per questo, la seconda guerra mondiale, senza le testimonianze dirette di quel periodo, senza gli aspetti quotidiani, senza la conoscenza delle ore tragiche vissute soggettivamente, appaiono solo cenni di una conoscenza storica oggettiva. Cogliere nell’insieme le complesse e contrastanti vicende significa conoscere le emozioni e i turbamenti dei soldati che hanno partecipato a missioni di guerra fra insidie, pericoli e offese alla dignità umana, accanto a date, armi, strategie e alleanze.
Un libro di storia e di storie, viste con gli occhi e la forza di chi vi ha partecipato.
A Nicolino per il suo valore sono state riconosciute diverse medaglie e croci al merito.
Cent’annus!
Una lunga vita vissuta con grande fede e dedizione alla famiglia, momenti non sempre facili, alcuni veramente difficili come la perdita della cara moglie Brigida. Oggi è ricambiato dall’amore e dalle cure dei suoi cari e da tutta la comunità; orgoglioso di trasmettere ai giovani un patrimonio di tradizioni e di valori culturali e religiosi che sono stati e restano ben radicati alla base della sua vita.
Nicolino non è solo questo, è la “memoria storica” vivente del nostro paese. Ricorda ancora oggi ogni minimo particolare della storia di Portoscuso e dei personaggi che l’hanno fatto crescere, mettendo sempre a disposizione il suo patrimonio di conoscenze e per ciò lo ringraziamo.
A Nicolino, per tutti Lino, cittadino esemplare e speciale, che ha trasmesso a ciascuno di noi i suoi saldi valori sulla famiglia e sull’onestà, auguriamo un sereno cammino.
Un saluto e ancora avanti tutta caro “giovane” Lino, la comunità ti onora e spera in cento di questi giorni e un mondo di questi uomini!
Ernesto Valdés