22 December, 2024
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A Rivoli (Torino), nella mattina di domenica 21 gennaio 2018, presso la Sala al 2° Piano della Casa del Conte Verde, Via F.lli Piol 8, si è svolto con pieno successo l’incontro organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “4 Mori” in onore di Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) a 127 anni dalla nascita del Grande Sardo.

Dopo i saluti del presidente del Circolo, Renzo Caddeo, e di Franco Dessì, sindaco di Rivoli, Giovanni Carpinelli (docente di Storia contemporanea presso Università di Torino e coordinatore scientifico della Fondazione Istituto “A. Gramsci” del Piemonte) ha proposto un ritratto del grande politico e pensatore sardo, partendo da questa premessa: «C’è un Gramsci prima della morte e uno dopo la morte. Come è accaduto per un pittore come Van Gogh, anche per Gramsci la fama postuma è di gran lunga superiore a quella del personaggio stesso da vivo». In sintesi: «Nelle cose che Gramsci fa e scrive si percepisce una fede comunista vicina allo spirito delle origini. L’obiettivo è l’emancipazione delle classi subalterne più ancora che la vittoria di un partito. In un primo tempo, sulla base dei Quaderni del carcere, si è pensato a lui come al teorico della rivoluzione in Occidente (con l’idea dell’egemonia). Oggi appare ancora più giusto vedere in lui un pensatore politico della crisi».

Maria Luisa Righi, della Fondazione Gramsci, ha presentato l’Edizione nazionale degli scritti di Gramsci, illustrando uno per uno i volumi finora pubblicati ed  esponendo i criteri specifici di questa grande operazione critica volta a inserire l’opera omnia di Gramsci nel patrimonio culturale che costituisce il vanto dello spirito nazionale dell’Italia in quanto “immortala” la eredità lasciataci dai grandi autori classici. Per il piano dell’opera ci si colleghi a questo link: http://www.fasi-italia.it/index.php/calendario-eventi-a-cura-di-paolo-pulina/icalrepeat.detail/2018/01/21/1775/10/presentazione-dell-edizione-nazionale-degli-scritti-di-antonio-gramsci-associazione-di-promozione-sociale-4-mori-di-rivoli-to

Nella sezione “Scritti 1910-1926” è stato pubblicato il secondo volume relativo al 1917. Nella sezione “Quaderni del carcere” sono stati pubblicati: Quaderni di traduzioni (uscito nel 2007), Quaderni miscellanei (il cui primo tomo è uscito nel 2017). Per quanto riguarda “l’Epistolario”, sono già stati pubblicati i volumi relativi al 1906-1922, e al gennaio-novembre 1923.  Nella sezione “Documenti” sono apparsi nel 2016 gli “Appunti di glottologia 1912-1913”.

Maria Luisa Righi ha sottolineato il fatto che i volumi già editi hanno messo in rilievo numerose novità nella biografia politica e umana di Gramsci, da cui gli studi gramsciani non potranno prescindere (le lettere dei corrispondenti, le lettere inedite, la relazione con Eugenia Schucht, l’attività di critico musicale, il ristabilimento corretto dei testi, le nuove annotazioni, ecc.).

«Le novità portate dai volumi editi – ha detto Righi – possono stimolare a studiare Gramsci sia chi lo ha fatto in passato, sia chi si approccia ad esso per la prima volta.»

Nell’intervento finale l’on. Umberto D’Ottavio, della commissione Cultura della Camera dei deputati, ha ricordato che il Parlamento italiano (Legge 3 novembre 2016, n. 207) ha approvato a larga maggioranza il benemerito provvedimento, promosso dalla deputata sarda Caterina Pes del PD, che attribuisce lo status di “monumento nazionale” alla casa di Ghilarza dove Gramsci visse dal 1898 gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza con i suoi familiari, casa-museo gestita da anni da un gruppo di volontari, che in qualche momento ha rischiato la chiusura per mancanza di fondi.

Richiamata l’opposizione incrollabile manifestata coraggiosamente da Gramsci contro il regime fascista, D’Ottavio  ha invitato a seguire la lezione gramsciana “Odio gli indifferenti” e contrastare  la riabilitazione di un dittatore come Benito Mussolini che gruppi vari, specie sui social network,  cercano vergognosamente di operare trascurando tranquillamente la negazione delle libertà democratiche  che ha caratterizzato  tutto il Ventennio fascista.

Paolo Pulina