21 November, 2024
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I cinque ordini del giorno, rimasti fuori dalla discussione nell’ultima riunione del Consiglio regionale, ritornano sull’uscio dell’Aula sotto forma di mozioni, firmate da Pd, Leu e Progressisti «per offrire – cosi affermano gli esponenti dell’ala sinistra della minoranza – proposte, idee e progetti sui temi chiave della ripartenza sarda».

All’ex presidente dell’assemblea, oggi capogruppo dei democratici, Gianfranco Ganau, è spettato  il compito  di spiegare ai giornalisti, le ragioni della contestazione per l’esclusione dei documenti delle opposizioni dal dibattito che ha visto il presidente della Regione riferire sulla gestione dell’emergenza Covid e sulla Fase 3. «Gli ordini del giorno dei gruppi di minoranzaha affermato Gianfranco Ganau dovevano essere ammessi alla votazione, perché il Consiglio è stato convocato sulla base delle disposizioni dell’articolo 54 del regolamento e non già, come erroneamente asserito dalla maggioranza, in applicazione degli articoli 121 e 122 che, come è noto, non prevedono votazioni a conclusione del dibattito».

La sostanza delle mozioni che saranno proposte per l’esame in Aula, riguarda il succo del post pandemia e cioè la questione nodale delle risorse del Mes (meccanismo europeo di stabilità) e del Recovery fund (750 miliardi da distribuire ai paesi membri dell’Unione europea) insieme con le priorità che attengono il ritorno a scuola, la connessione a banda larga anche nei piccoli centri e le regole per la riapertura in sicurezza delle strutture turistiche dell’Isola.

A giudizio del centrosinistra (ma non del M5S, assente infatti alla conferenza stampa) serve che il presidente della Regione si attivi con «tutti gli strumenti politici, istituzionali e persuasivi per sensibilizzare il Governo nazionale a cogliere l’occasione offerta dall’Ue per poter utilizzare le risorse del Mes (37 miliardi per l’Italia) e del Recovey fund, per realizzare un moderno piano di sviluppo» Cesare Moriconi (Pd) ha parlato di «occasione irripetibile per ridisegnare e rammodernare strutture e servizi sanitari in Sardegna» ed intervenire per colmare «con una quantità di stanziamenti che mai più avremo a disposizione» i gap dell’insularità che, a suo giudizio, sono soprattutto infrastrutturali e riguardano principalmente acqua, trasporti e reti materiali ed immateriali.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha criticato la proposta dell’esecutivo regionale, contenuta nella «presunta legge quadro per gli aiuti alle imprese», contenente l’emissione di titoli per finanziare la ripresa post pandemia («è molto pericolosa e altre Regioni anche nel recente passato l’hanno pagata assai cara») ed ha insistito sulla necessità di risposte “certe” sul tema dell’accoglienza dei turisti in sicurezza («al momento si fa confusione anche sul numero dei turisti nell’Isola, scambiando i pernottamenti per gli arrivi»). «Non sono più ammissibili ritardi – ha aggiunto Francesco Agus – e gli albergatori chiedono protocolli univoci per certificare la correttezza delle procedure applicate insieme con la sicurezza degli ospiti e dei  lavoratori».

«Nei nostri documenti – ha spiegato Eugenio Lai (Leu) – sollecitiamo dunque un confronto sui temi concreti e indichiamo soluzioni, progetti e risorse, mentre la maggioranza, con in testa il presidente Solinas, che dimostra di soffrire l’Aula e continua a promette vagonate di euro, cerca di portarci sulle polemiche sterili e improduttive». «Mes e Recovery Plan – ha dichiarato Piero Comandini (Pd) – sono indicazioni concrete mentre i fondi che ci propone il governo regionale rischiano di essere soltanto un’illusione». «Siamo pronti a contare uno per unoha incalzato l’esponente del Pdi 500 milioni annunciati da Solinas per la Fase 3 ed invito tutti a verificare dove siano gli euro degli stanziamenti promessi dalla Giunta nei diversi provvedimenti a sostegno delle imprese».

«Parliamo di questioni fondamentali, come il Mes e il Recovery ha concluso Massimo Zedda (Progressisti)e di temi centrali come la scuola, l’innovazione tecnologica, il turismo; mentre la Giunta delibera interventi con coperture finanziarie incerte e in parte frutto di rimodulazioni, e la maggioranza ci propone due testi di legge: uno per la speculazione edilizia sulle coste e nell’agro e l’altro sulla moltiplicazione delle poltrone con la creazione di enti inutili.»

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La commissione Bilancio, presieduta dall’onorevole Valerio De Giorgi (Misto), ha espresso all’unanimità parere favorevole alla deliberazione della giunta regionale n. 23/1 del 29 aprile 2020, concernente la costituzione, tramite la Banca europea per gli investimenti, di un apposito fondo denominato “Emergenza imprese”. L’iniziativa, che rientra tra quelle intraprese dall’esecutivo regionale per fronteggiare l’emergenza Covid-19, regola l’erogazione di prestiti a favore delle imprese «di qualsiasi dimensione e appartenenti a tutti i settori economici» con un’attenzione particolare per quelle del comparto turistico, alle quali sono riservate il 40 per cento delle risorse disponibili che ammontano, per il momento, a 200 milioni.

L’illustrazione del provvedimento è stata curata dall’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, che, sollecitato anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento dei consiglieri, Cesare Moriconi (Pd); Michele Cossa (Riformatori sardi); Eugenio Lai (Leu); Fausto Piga (FdI); Dario Giagoni (Lega); Gianfranco Satta (Progressisti); Giuseppe Meloni (Pd); Michele Ennas (Lega); Alessandro Solinas (M5S), ha precisato, nel dettaglio, le modalità di intervento e l’efficacia dello strumento finanziario che prevede un importo massimo erogabile di 5 milioni di euro con interessi zero. La commissione, in sede di parere, ha dunque accolto i suggerimenti dell’assessore riguardo l’allungamento dei tempi di restituzione dei prestiti (da 15 a 20 anni) e del preammortamento (qualora intervenga il via libera della Unione europea) da 24 mesi a 36 mesi, nonché la possibilità di un incremento delle risorse regionali destinate al fondo costituito con la Bei.

Successivamente, la Commissione ha proceduto all’elezione dei due segretari dell’ufficio di presidenza: Stefano Schirru (Psd’Az, in rappresentanza dei gruppi di maggioranza) ed Eugenio Lai (Leu, per i gruppi delle minoranze).

Il parlamentino del Bilancio ha approvato con lievi modifiche rispetto al testo esitato dalla Giunta, dunque, il disegno di legge n. 157 “rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti e misure straordinarie per gli Enti Locali in materia di programmazione unitaria”.

L’assessore del Bilancio, in sede di illustrazione del provvedimento – che norma la rinegoziazione dei mutui in essere con la CDP («si otterrebbe un risparmio immediato di 27 milioni di euro per effetto dell’allungamento dei tempi di restituzione e per l’abbattimento degli interessi») – ha fatto appello perché il disegno di legge arrivi all’esame del Consiglio con procedura d’urgenza. Appello accolto solo parzialmente dai gruppi della minoranza che, pur dando l’assenso al testo di legge, hanno chiesto i termini per la presentazione della relazione di minoranza (dieci giorni), rimettendosi però alla decisione delle conferenza dei presidenti dei gruppi, per il ricorso all’articolo 102 del regolamento interno che, come è noto, dispone l’immediata iscrizione all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula.

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L’Agenzia Laore è pronta modificare il piano assunzionale 2020/2022 con l’inserimento di una riserva del 20% per il personale interno. E’ questa la strada individuata dall’agenzia agricola regionale per risolvere la lunga vertenza degli ex lavoratori Aras. Il Commissario straordinario di Laore, Gianfranco Casu, ha firmato questa mattina il piano triennale del fabbisogno del personale prevedendo 41 posti aggiuntivi riservati alle progressioni interne: 33 dalla categoria C alla D, 7 dalla B alla C e 1 dalla A alla B.

«In questo modo decadrebbe l’oggetto del contendere che ha determinato la presentazione dei ricorsi al Tar di alcuni lavoratori di Laore contro il piano di stabilizzazione dei 252 ex dipendenti Aras all’interno dell’agenzia agricola ha detto l’assessore del personale Valeria Satta, sentita questa mattina dalla Commissione “Attività produttive” su questa soluzione sono d’accordo anche i sindacati. Rimane da definire la posizione di altri ricorrenti che, in ogni caso, non avrebbero i requisiti per partecipare alle selezioni di Laore.»

Il Tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito il prossimo 10 giugno: in gioco c’è la stabilizzazione dei dipendenti Aras dentro Laore autorizzata due anni fa dal Consiglio regionale con la legge la n. 47. I giudici, questo è il timore, potrebbero sollevare una questione di legittimità costituzionale che metterebbe a serio rischio le procedure di ingresso degli ex Aras in Laore. «Cercheremo di favorire un accordo tra le partiha aggiunto l’assessore Valeria Sattase non dovessimo riuscirci siamo pronti a una modifica della norma per procedere ad un nuovo bando di concorso, non solo per titoli ma anche per esami. Abbiamo già acquisito i pareri dell’area legale e dell’ufficio legislativo della Regione. Il primo, sconsiglia di procedere alla stabilizzazione degli ex lavoratori Aras prima del pronunciamento del Tar. Il secondo, dà il via libera a un’eventuale modifica della legge per un nuovo concorso pubblico».

Perplessità sull’ipotesi di accordo da parte dei consiglieri d’opposizione: «Un’intesa sulle progressioni di carriera non è sufficiente ha detto Gianfranco Satta, esponente dei Progressisti e vicepresidente della Commissionerimarrebbero in piedi altri due ricorsi. La soluzione migliore è quella della creazione di una società in house per assorbire tutti gli ex dipendenti Aras». Proposta, quest’ultima, respinta dal direttore generale dell’assessorato del personale Silvia Cocco: «I sindacati non vedono di buon occhio questa soluzione. Per creare una società in house occorrerebbe cambiare la legge e, in ogni caso, servirebbe una selezione pubblica per l’assunzione di personale». Eugenio Lai (Leu) e Carla Cuccu (M5S) hanno invitato l’assessore a definire al più presto un accordo con i sindacati: «Prima di decidere quale strada intraprendere hanno detto occorre avere certezze sul ritiro dei ricorsi». Stessa sollecitazione anche da alcuni consiglieri di maggioranza: «Quando si vuole bloccare una procedura si chiede un parere legaleha detto Michele Cossa (Riformatori sardi)il Consiglio, con la stabilizzazione degli ex lavoratori Aras, sapeva benissimo di percorrere una strada sul filo della legittimità costituzionale. Ora è necessario trovare una soluzione per salvare 252 posti di lavoro e, allo stesso tempo, il diritto alla progressione di carriera del personale interno di Laore».

Uno sforzo ulteriore della Regione per arrivare a un’intesa tra le parti è stato infine sollecitato dal consigliere di Forza Italia Emanuele Cera mentre Piero Comandini del Pd ha contestato la scelta della Giunta di ricorrere ad un parere legale: «Di solito la Giunta, per la modifica di una norma, propone un disegno di legge al Consiglio che lo esamina e lo approva. In questo modo si individuano altre strade ma non si legifera con i pareri legali».

«Il percorso scelto dall’assessore Valeria Satta mi sembra il miglioreha detto il presidente della Quinta Commissione Piero Maieli se non si dovesse raggiungere l’accordo tra le parti ci rimane il piano B: il concorso pubblico per titoli ed esami. Siamo comunque fiduciosi, la Commissione ha fatto il suo dovere creando le condizioni per una mediazione politica. Speriamo di mettere finalmente la parola fine a questa lunga vertenza».

Nelle prossime ore, l’assessore Valeria Satta provvederà alla convocazione di tutte le parti in causa. Sull’esito degli incontri riferirà la prossima settimana in Commissione.

In mattinata il  parlamentino delle “Attività produttive” si è occupato anche della possibilità di un intervento pubblico per l’acquisto di pecorino sardo a favore degli indigenti. L’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino, sentito dalla Commissione, ha annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro.

La Commissione ha sentito anche i rappresentanti dei consorzi del “Pecorino sardo” Antonello Argiolas e del “Fiore sardo” Antonio Maria Sedda che hanno accolto con favore la decisione della Regione di procedere all’acquisto di formaggio dalle aziende sarde. «Non si tratterebbe di smaltire le eccedenze ma di una produzione ad hoc destinata agli indigenti ha spiegato Antonello Argiolasse lo si vuole fare per il 2020 occorre però agire subito perché la campagna della raccolta del latte ovicaprino terminerà a fine luglio». Il rappresentante del consorzio del Pecorino sardo ha fornito alla Commissione una proposta dettagliata con la definizione di criteri e tempistica per la fornitura e distribuzione del formaggio agli indigenti.

Critiche le opposizioni: «Non è questo il modo di procedere hanno detto in coro i consiglieri di minoranzanon ci è stato presentato alcun documento né, tantomeno, un disegno o una proposta di legge. Ci sono anche altri settore in crisi, è giusto intervenire ma lo si deve fare su basi solide e certe».

«E’ solo un primo stepha replicato il presidente della Commissione Piero Maieli c’è la volontà di aiutare i poveri e le aziende di trasformazione del  latte che si trovano in  difficoltà. Nei prossimi giorni sentiremo anche i caseifici che non aderiscono al consorzio di tutela del marchio dop. Una volta definito il quadro prenderemo la decisione più giusta.»

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I consiglieri del gruppo LeU Sardigna, Eugenio Lai e Daniele Cocco, in una interrogazione presentata in Consiglio regionale segnalano che «da quando si è verificato lo sviluppo della pandemia in corso le associazioni e cooperative sociali che operano in prima linea svolgendo il servizio di emergenza di base per il 118, hanno dovuto provvedere autonomamente, tra mille difficoltà, sia all’acquisizione dei DPI necessari alla sicurezza dei volontari e dei pazienti trasportati, che alla formazione degli operatori, non avendo ancora ricevuto alcun rimborso da parte di AREUS».

«Per tutta risposta – aggiungono Eugenio Lai e Daniele Cocco – l’Azienda Regionale Emergenza e Urgenza della Sardegna (AREUS), con deliberazione del Direttore generale n. 85 del 25 aprile 2020 ha disposto l’incremento delle postazioni 118 (in assenza di una valutazione complessiva delle esigenze, da condividere in un tavolo comune), ha variato le articolazioni d’orario di molte organizzazioni (senza che alcune ne fossero addirittura a conoscenza) e prorogato (unilateralmente) sino al 31 dicembre 2020 l’attuale convenzione, per la quale le cooperative sociali e le associazioni di volontariato richiedono ormai da anni l’adeguamento al Codice del terzo settore (D.L. n° 117 del 3 luglio 2017).»

«Chiediamo al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu l’attivazione di un tavolo di discussione con le parti interessate, finalizzato ad una condivisione delle scelte – concludono Eugenio Lai e Daniele Cocco -, per una maggiore garanzia della sicurezza degli operatori di associazioni e cooperative sociali, ed evitare un corto circuito nel servizio di emergenza di base per il 118, indispensabile per la popolazione sarda.»

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I consiglieri regionali Eugenio Lai (LeU), Carla Cuccu (M5S), Gigi Piano, Salvatore Corrias (PD), Gianfranco Satta (Progressisti) chiedono al presidente Christian Solinas ed alle assessore Valeria Satta e Gabriella Murgia, rispettivamente con competenze al personale e all’agricoltura, di sbloccare la situazione relativa all’ingresso dei dipendenti Aras in Laore«Ad oggi – scrivono in una nota – l’agenzia Laore si giustifica dalla mancata applicazione della norma con il relativo blocco delle procedure concorsuali, con i ricorsi al Tar contro le assunzioni.  Dal nostro punto di vista la decisione che deve essere adottata è di natura meramente politica. Attendere la data dell’udienza del 10 giugno è un escamotage per non risolvere l’annosa vertenza. Ricordiamo infatti che sui lavoratori ARAS incombe il licenziamento collettivo già comunicato per il 31 dicembre 2020».

«Ben due leggi regionali, approvate all’unanimità dal consiglio regionale e non impugnate dal Governo, hanno dato una linea politica chiara e netta – concludono i consiglieri regionali Eugenio Lai, Carla Cuccu, Gigi Piano ,Salvatore Corrias e Gianfranco Satta per questo chiediamo la conclusione dell’iter già avviato da Laore che darebbe certezza occupazionale ai lavoratori e al servizio da loro svolto. Di pari passo si sblocchino le progressioni per i dipendenti Laore che ne hanno diritto. Non c’è più tempo da perdere.»

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Conferma dell’iter individuato con legge dal Consiglio regionale, concorso pubblico e costituzione di un’apposita società in house. Sono queste le proposte emerse nella seduta della Commissione “Attività produttive” chiamata a occuparsi dell’annosa vertenza degli ex dipendenti Aras.

La vicenda riguarda 252 lavoratori per i quali il Consiglio, nel 2018, aveva votato all’unanimità una legge che prevedeva il passaggio di tutte le unità alle dipendenze di Laore. Su questa decisione pendono quattro ricorsi al Tar presentati da alcuni lavoratori dell’Agenzia agricola regionale (per il mancato riconoscimento del diritto alle progressioni di carriera) e da due ex dipendenti di Aras esclusi dalle selezioni. Il Tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito il prossimo 10 giugno. I giudici, questo è il rischio paventato da diversi esponenti politici di maggioranza e opposizione, potrebbe sollevare una questione di legittimità costituzionale che metterebbe a serio rischio le procedure di stabilizzazione degli ex dipendenti Aras.

Per questo il presidente della Quinta Commissione, Piero Maieli, ha convocato d’urgenza in audizione l’assessore al personale Valeria Satta che ha illustrato all’organismo consiliare l’esito del confronto avuto nei giorni scorsi con i sindacati e con i vertici di Laore: «Al momento l’unica soluzione giuridica praticabile è quella della modifica dell’art.2 della legge n.47 del 2018 con la quale il Consiglio aveva votato il passaggio dei dipendenti Aras a Laoreha detto l’assessore prevedendo un concorso pubblico per titoli ed esami e non per soli titoli con una quota del 20% dei posti da riservare al personale interno. Questo farebbe decadere i ricorsi presentati dai dipendenti di Laore e, allo stesso tempo, eviterebbe il rischio di un rilievo di illegittimità costituzionale da parte dei giudici».

Una soluzione che non convince però l’opposizione. Per il vicepresidente della Commissione Gianfranco Satta (Progressisti) «la strada del concorso pubblico aprirebbe le porte anche a partecipanti di altre regioni. Meglio cercare una mediazione politica tra le parti in causa, mettendo in sicurezza gli ex lavoratori Aras senza ledere le legittime aspirazioni di carriera dei dipendenti dell’Agenzia Laore. Una soluzione alternativa potrebbe essere quella della costituzione di una società in house».

Più drastica la strada indicata da Eugenio Lai (Leu): «Non è detto che il Tar sollevi la questione di legittimità costituzionaleha detto Eugenio Laila Giunta deve assumersi la responsabilità politica di sostenere la scelta fatta all’unanimità dal Consiglio regionale. Si proceda quindi all’assunzione del personale Aras in Laore. Se ci sarà un pronunciamento contrario del Tar, il Consiglio troverà una soluzione».

Maggioranza ed opposizione, comunque, sono d’accordo sulla necessità di dare certezze al futuro lavorativo degli ex dipendenti Aras. «La vertenza va avanti da oltre 10 anni – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli (Psd’Az)è nostro intendimento trovare una strada condivisa che dia certezze a lavoratori che, da diversi lustri, garantiscono un servizio fondamentale agli allevatori di tutta la Sardegna».

Alla luce delle diverse proposte emerse durante la seduta odierna, l’assessore valeria Satta si è presa alcuni giorni di tempo per approfondire meglio alcuni aspetti sui quali riferirà la prossima settimana in Commissione.

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La commissione Bilancio del Consiglio regionale, all’unanimità, ha espresso parere favorevole alle delibere della Giunta 13/11 e 17/18 approvate rispettivamente il 17 marzo e il 1 aprile 2020 per contrastare l’emergenza Covid-19.
La prima individua misure urgenti a sostegno del sistema produttivo isolano con quattro linee di intervento:
1) 50 milioni di euro del Fondo regionale di garanzia per le PMI gestito dalla Sfirs vengono destinate a forme di garanzia diretta: 25 milioni andranno alle imprese del settore turistico e 25 agli altri settori produttivi.
2) sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti regionali
3) 20 milioni di euro per forme di finanza innovativa: lending, cambiali finanziarie, anticipo di fatture digitale
4) 20 milioni di euro per l’erogazione di finanziamento a condizioni di mercato da parte della Regione tramite Sfirs.
La seconda delibera, invece, estende a tutti i finanziamenti in ammortamento concessi dalla Regione la sospensione dei pagamenti fino al 30 settembre 2020 anche per la quota interessi.
Nei pareri, la Commissione invita la Giunta, visto il tempo trascorso dalla adozione delle due delibere e in considerazione dei nuovi provvedimenti a favore delle imprese, adottati e in via di adozione da parte del Governo nazionale, a una verifica dell’attualità dei provvedimenti e alla loro efficacia in modo da evitare sovrapposizioni con gli interventi statali.
Su questo punto l’assessore Giuseppe Fasolino e il direttore dell’Unità di progetto per la Programmazione unitaria, Gianluca Cadeddu, hanno rassicurato la Commissione spiegando che le due delibere contengono una clausola che accoglie automaticamente tutti i miglioramenti previsti da norme statali e comunitarie.
Nel corso della seduta gli esponenti dell’opposizione Massimo Zedda (Progressisti), Eugenio Lai (Leu), Alessandro Solinas (M5S) e i consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Giuseppe Meloni, hanno invitato l’assessore Giuseppe Fasolino a un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale dichiarando la disponibilità della minoranza a fare la sua parte per provare a superare il momento drammatico che la Sardegna si trova ad affrontare. In particolare, le opposizioni hanno insistito sull’opportunità di prevedere un finanziamento a fondo perduto per le piccole e micro imprese della Sardegna nel prossimo provvedimento da 200 milioni di euro che la Giunta si appresta a presentare in Consiglio e su cui si concentra il confronto con la maggioranza.
I consiglieri di opposizione hanno poi suggerito all’esecutivo una rapida e puntuale ricognizione sul bilancio regionale, in modo da recuperare le somme non impegnate (o che non potranno essere spese) e metterle a disposizioni per gli interventi rivolti al contrasto dell’emergenza Covid-19. L’assessore Giuseppe Fasolino ha molto apprezzato l’atteggiamento costruttivo delle opposizioni e si è detto d’accordo sulla necessità di una immediata verifica non solo sulle risorse regionali ma anche su quelle europee. Sulle misure a fondo perduto, Giuseppe Fasolino non ha chiuso del tutto le porte alla proposta della minoranza: «Aspettiamo di capire cosa deciderà il Governo. Una volta che il quadro finanziario delle misure a sostegno delle imprese sarà più chiaro allora potremo ragionare su cosa fare coinvolgendo anche altri soggetti come le Camere di Commercio che, in alcuni territori della Sardegna, hanno già pensato a interventi di questo tipo con un attenta analisi del fabbisogno – ha detto Giuseppe Fasolino bisogna però essere chiari:è vero che le imprese hanno bisogno di un immediato ristoro per i danni economici subiti ma è ancora più importante pensare a come farle ripartire. Mi piacerebbe che questo Consiglio venisse ricordato come quello che meglio di tutti è riuscito a interpretare le esigenze del momento garantendo un futuro migliore al proprio tessuto economico».
Dubbi su una misura a fondo perduto, invece, da parte del consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa: «Bisogna capire qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere. In questo momento la proposta e insostenibile. Se si volessero dare mille euro a ogni piccola o micro impresa servirebbero 80 milioni di euro. Se la cifra invece dovesse aggirarsi tra i 10 e i 15mila euro allora si andrebbe oltre il miliardo».

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Oltre 53mila pratiche lavorate in sei mesi. Un impegno straordinario che ha permesso di dimezzare l’arretrato in carico ad Argea e di erogare decine di milioni di euro ad agricoltori e pastori. Sono i numeri illustrati alla Quinta Commissione del Consiglio regionale dall’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia e dai commissari straordinari di Argea e Laore Patrizia Mattioni e Gianfranco Casu.
Nell’ottobre del 2019, all’inizio della nuova gestione commissariale, il numero delle pratiche ferme negli uffici dell’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura aveva toccato quota 96.529. Al 31 marzo del 2020 rimangono da lavorare 52.805 richieste. «Stiamo rispettando i tempi indicati nella legge approvata dal Consiglio regionale che ha istituito la task force per lo smaltimento delle pratiche del Psr ha detto il commissario di Argea Patrizia Mattioniad aprile c’è stato un rallentamento a causa dell’emergenza Covid-19 ma il lavoro va avanti e contiamo, con la piena operatività della task force nel mese di maggio, di portare a termine il progetto secondo i piani.»
La commissaria Patrizia Mattioni, nel corso dell’audizione ha fornito un altro dato significativo: negli ultimi sei mesi, sono stati messi in pagamento oltre 120 milioni di euro delle diverse misure del Psr (strutturali, superficie e animali, Feamp e Ocm) e degli aiuti regionali per eventi calamitosi.
32 milioni in più rispetto a quelli liquidati nei primi nove mesi del 2019. Allora la cifra delle pratiche chiuse si era fermata a 88 milioni e 843mila euro.
E’ positivo anche il bilancio di Laore che ha in carico le pratiche per le calamità naturali: «Il nostro lavoro è in fase avanzata – ha affermato il commissario Gianfranco Casu – abbiamo istruito 7.916 pratiche su 13.162, dichiarandone ricevibili 4.164. Rimangono ancora da definire 3.755 richieste».
«Argea e Laore stanno svolgendo un buon lavoroha sottolineato l’assessore Gabriella Murgia la Sardegna è la Regione che ha pagato di più. La Giunta ha inoltre deciso di anticipare i pagamenti anche per le pratiche ancora non istruite attraverso il meccanismo della garanzia bancaria. In particolar modo potranno essere anticipati i contributi relativi a 11.470 domande per le misure a capo e a superficie relative agli anni 2016-2017-2018 non ancora erogati da Agea (l’Agenzia nazionale) per un totale di circa 30 milioni di euro, oltre alle 16.658 domande dell’annualità 2019 (con scadenza impegno a maggio 2020) per un totale di circa 68 milioni e 500mila euro.»
Nel corso dell’audizione, diversi consiglieri della minoranza (G.F. Satta, Lai, Piano, e Cuccu) e della maggioranza (Oppi e Saiu) hanno sollecitato una comunicazione più rapida e chiara dei dati per capire meglio il rapporto tra le pratiche lavorate e quelle effettivamente pagate. Un compito in capo all’Unità di Progetto, organismo istituito con legge dal Consiglio regionale che però entrerà a regime nelle prossime settimane.
Contestata dalle opposizioni la scelta della Giunta di ricorrere allo strumento dell’anticipazione bancaria: per Gianfranco Satta (Progressisti) «la Giunta sta consentendo agli agricoltori di indebitarsi» mentre per Eugenio Lai (Leu) «lo strumento rischia di trasformarsi in una mannaia per gli agricoltori». Dubbi avanzati anche da Pierluigi Saiu (Lega): «Non si deve valutare la situazione creditizia delle imprese, così rischiano di restare fuori dai benefici moltissime aziende».

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Sarà trasmesso nelle prossime ore al Consiglio regionale il disegno di legge della Giunta con le misure a sostegno dell’intero comparto produttivo isolano per contrastare l’emergenza economica causata dalla diffusione del virus Covid-19. I contenuti del provvedimento sono stati anticipati questa mattina dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla Commissione “Attività produttive” presieduta da Piero Maieli.

L’esponente dell’esecutivo ha confermato la dotazione finanziaria da 200 milioni di euro. Sarà a disposizione delle imprese sotto forma di prestiti agevolati con l’intero ammontare degli interessi a carico della Regione. Il fondo, frutto dell’accordo tra la Sardegna e la Banca Europea degli investimenti, permetterà alle aziende messe in ginocchio dalla diffusione del Coronavirus di ripartire e programmare il futuro.

«L’obiettivo principale è dare liquidità alle attività produttive per consentire loro di rialzarsi dopo questi mesi terribili ha detto Giuseppe Fasolino lo faremo garantendo l’accesso al credito a tutte le imprese, anche a quelle considerate a rischio. Ogni concessione sarà a tasso zero per i prestiti fino a 800mila euro. Chi chiederà di più (fino a un massimo di 5 milioni di euro) potrà comunque avere condizioni favorevoli. I prestiti avranno 24 mesi di preammortamento e il capitale potrà essere restituito in 15 anni. Tutto questo grazie a un fondo di 200 milioni di euro finanziato da Regione e BEI in parti eguali.»

L’assessore ha chiarito che nel provvedimento saranno inserite anche aziende in forte crisi e per le quali è più difficile ottenere un prestito dalle banche: «Non potranno accedere al fondo solo quelle imprese che al 31 dicembre scorso erano interessate da procedure concorsuali o che stavano per chiudereha detto Giuseppe Fasolino l’accesso al credito sarà invece garantito a tutte le imprese che si trovano in difficoltà ma che con un intervento possono avere la speranza di andare avanti».

Il provvedimento della Giunta non contiene invece stanziamenti a fondo perduto, misura chiesta a gran voce dalle opposizioni. Su questo punto, hanno insistito i consiglieri regionali Gianfranco Satta, Salvatore Corrias, Eugenio Lai, Francesco Agus, Gigi Piano e Maria Laura Orrù. Secondo Giuseppe Fasolino prevedere un contributo a fondo perduto per le 113mila imprese isolane peserebbe sul bilancio della Regione per circa un miliardo di euro: «Non abbiamo tutti questi soldi ha sottolineato Giuseppe Fasolino – per questo bisognerà fare delle scelte. La Giunta crede che l’accordo con la Bei sia in questo momento lo strumento migliore per venire incontro a tutti i settori produttivi. In ogni caso siamo pronti a discutere con le opposizioni altre azioni di sostegno». Secondo la minoranza, il contributo a fondo perduto potrebbe essere previsto solo per le microimprese e per le piccole attività artigianali e commerciali, con risorse limitate per il bilancio regionale. Contraria, invece, la consigliera del Gruppo Misto Maria Elena Fancello.

Un altro punto affrontato durante l’audizione, è il reperimento delle risorse da mettere a disposizione per famiglie e imprese: «Nessuno poteva prevedere questa emergenzaha rimarcato Giuseppe Fasolino ci siamo trovati a contrastare una situazione molto difficile. E’ necessario fare scelte ponderate. La Sardegna, come regione a statuto speciale, ha un bilancio fondato, per l’80%, sulle entrate erariali. Dalle nostre stime, vista la riduzione del gettito determinata dall’emergenza Covid-19, alle casse regionali mancheranno tra i 600 e i 700 milioni di euro. Un buco che mette a rischio anche i servizi essenziali garantiti dalla Regione. Per questo occorre rivedere il fondo messo a disposizione dal Governo alle Regioni che stanzia solo 1,5 miliardi di euro per l’emergenza Covid. A noi toccherebbero 150 milioni, cifra evidentemente insufficiente. Un’altra possibilità è chiedere un anticipo delle risorse europee del prossimo programma di sviluppo».

Interventi rapidi con ulteriori passaggi in Commissione sono stati sollecitati da tutti i gruppi della minoranza e anche dal consigliere dell’Udc Giorgio Oppi che ha invitato la Giunta a una trasmissione più puntuale della documentazione.

I membri della commissione hanno poi sollecitato un chiarimento sulle misure a favore delle famiglie che stanno mettendo in difficoltà numerosi sindaci: «Serve un chiarimento interpretativo hanno detto in coro gli esponenti della minoranza altrimenti si rischia di non dare risposte a chi oggi si trova in forte difficoltà».

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge per il rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi.

Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta e dopo le comunicazioni di rito sulle proposte di legge e sulle interrogazioni presentate ha sospeso i lavori per consentire ai capigruppo una breve riunione.

Alla ripresa il presidente del Consiglio regionale ha aperto la discussione generale ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento sulla proposta di legge 139 del 30 aprile 2020 intitolata: “Rinvio del termine per lo svolgimento delle elezioni comunali previste per il 2020”, firmata da tutti i capigruppo.

Prima, però, ha preso la parola sull’ordine dei lavori l’onorevole Daniele Cocco (Leu), che ha sollecitato il presidente della Regione a dare risposte alle richieste delle famiglie che chiedono di poter incassare l’indennità previste dalla legge 12 approvata durante l’inizio dell’emergenza Covid dal Consiglio  regionale. «I sindaci ci stanno sollecitando e non  hanno più risposte da dare ai cittadini».

L’on. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che «a nulla è servito chiedere l’accesso agli atti venti giorni fa ma credo che attendere trenta giorni per un consigliere regionale per avere documenti sia davvero troppo». L’oratore è tornato sul tema della legge 12 introdotto dal collega Cocco e ha chiesto che l’interpretazione normativa sia «fornita con legge e non con atti di rango inferiore come quelli che stiamo notando in queste settimane».

Anche l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha sollecitato un intervento sulla legge 12 mentre l’on. Massimo Zedda, dello stesso gruppo, ha detto: «Sarebbe stato più opportuno che il presidente Conte fosse passato in Parlamento sin da principio, questo penso. Ma lamentarsi del fatto che il presidente Conte non lo abbia fatto e poi emanare ordinanze regionali senza coinvolgere in nessun modo il Consiglio regionale sembra solo a me una cosa strana? Tutto questo contrasto tra le norme sta generando una grande confusione e questa mattina a Cagliari, a Marina Piccola, la Capitaneria di porto si è trovata in difficoltà con l’applicazione delle norme. Sarebbe giusto, per rispetto dei sardi, non attivare confusione a danno delle persone. Probabilmente è necessario che da subito si mettano al lavoro per correggere provvedimento che sono capaci di mettere in difficoltà migliaia e migliaia di sardi».

Della stessa opinione l’on. Desirè Manca, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: «Dove sono finite le proposte di legge a sostegno delle imprese sarde? Sono passati 48 giorni dalla promessa fatta dalla Giunta e ancora nulla. Avete capito o no che molte imprese ormai non riapriranno?». Per l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, «gli assessori competenti stanno valutando la possibilità di aumentare le risorse e la platea di beneficiari della legge di aiuto alle famiglie. Ma a chi oggi si lamenta vorrei dire che l’atto di coraggio del presidente Christian Solinas, che inaugura la fase Covid 2, è stato sollecitato anche da voi sui media. Certo che ci sono cose da chiarire, come il diritto di andare a pesca anche a favore di chi non è residente nei comuni costieri. Serve un po’ di coraggio e ci abbiamo messo un po’ di coraggio».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha preso la parola e «a nome dei migliaia di cassintegrati in deroga che ancora attendono quanto loro dovuto» ha chiesto al presidente del Consiglio regionale «se si può occupare del pagamento del contributo negli sportelli del Banco di Sardegna». Il presidente Michele Pais ha promesso il suo impegno.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di legge di rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi all’autunno 2020 (in una domenica ricadente nel periodo compreso tra il 24 ottobre e il 29 novembre) a causa dell’emergenza Covid-19 in deroga alla disciplina ordinaria contenuta nell’articolo 2 della legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (Indizione delle elezioni comunali e provinciali).

Il presidente Michele Pais ha chiarito che la legge non ha relatore perché è arrivata in Aula in base all’art.102 del regolamento con l’accordo di tutti i capigruppo, ed ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere. A nome dell’esecutivo, l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna ha espresso parere favorevole.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Il presidente ha aperto quindi la discussione sull’art. 1 e gli emendamenti collegati.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che in occasione dell’approvazione della legge sugli amministratori straordinari delle Province, poi impugnata dal Governo, era stato fissata la loro scadenza per il primo luglio per cui sarebbe necessaria la correzione del testo in esame.

Il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto se la proposta di Agus deve intendersi come emendamento orale.

Francesco Agus ha replicato chiarendo di aver voluto intervenire nella discussione sull’art.1 segnalando una incongruenza che a suo avviso dovrebbe essere corretta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha presentato un emendamento orale per una correzione di dettaglio del testo.

Il presidente ha messo dunque in votazione l’art. 1 con gli emendamenti collegati, che sono stati approvati, e a seguire gli articoli 2 e 3 della legge. In sede finale, la legge è stata approvata all’unanimità con 50 voti.

Dopo lo scrutinio, la seduta è stata sospesa per una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato l’intervento del Consiglio per chiarire i problemi di applicabilità della legge sul sostegno alle famiglie approvata l’8 aprile scorso. Sappiamo, ha ricordato Giorgio Oppi, di una serie di incontri fra gli assessori Mario Nieddu e Giuseppe Fasolino, i sindacati ed i Comuni ma occorre fare piena luce sulle procedure e spianare la strada all’applicazione della legge. In particolare, ha aggiunto Giorgio Oppi, è necessaria una risposta chiara sia sulla compatibilità dell’intervento della Regione con quello del Governo, sia sulle risorse necessarie perché rispetto allo stanziamento di 90milioni i Comuni sostengono che ne servirebbero 135, però sta di fatto che i cittadini sono senza risposte e, se occorre, il Consiglio deve provvedere ad una interpretazione autentica.

Il presidente, nel condividere l’intervento del consigliere Giorgio Oppi, ha sostenuto la necessità di una interpretazione univoca della norma che ne garantisca la piena applicazione. Sono problemi, ha detto, dei quali si stanno occupando gli assessorati, anche con una circolare ma, se non dovesse essere sufficiente, il Consiglio è pronto a fornire una interpretazione autentica.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, ha detto che Giorgio Oppi ha ragione e che l’annunciata circolare sarebbe del tutto inefficace. Occorre invece, a suo giudizio, l’interpretazione autentica della norma del Consiglio, per cui si può troviamo subito una data utile per approvarla, dicendo basta una volta per tutte al blocco degli assessorati ed alle faq che non chiariscono: lavoriamoci come capigruppo per dare ai sardi i benefici di cui hanno diritto e non perdiamo altro tempo.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni si è occupato invece della vertenza dei lavoratori Air Italy di fatto oscurata dall’emergenza sanitaria, col rischio che la Regione arrivi troppo tardi e a cose fatte, nonostante gli impegni assunti dal Consiglio e dal presidente della Regione. Giuseppe Meloni ha parlato di una lettera dei liquidatori della compagnia ai sindacati per un incontro in calendario per il 7 maggio prossimo al quale le due Regioni interessate, Lombardia e Sardegna, non sono state nemmeno invitate. La richiesta, ha concluso, è che Governatore ed assessore dei Trasporti riferiscano quanto prima al Consiglio.

Il consigliere Stefano Tunis, riprendendo il problema della legge a sostegno delle famiglie sarde, ha detto di condividere la necessità di una precisazione in modo che le norme perché producano effetto nel modo più efficace possibile anche perché la nostra Regione è la prima in Italia per l’investimento di risorse proprie e la prima per la cifra pro capite. Tuttavia, ha osservato, dobbiamo fare una interpretazione generale ed astratta e andare avanti caso per caso che sarebbe lo stesso di fare una nuova norma. Lavoriamo sui principi, ha suggerito, e seguiamo le buone pratiche del passato, quando si è intervenuti sulla struttura amministrativa.

Il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha auspicato una verifica puntuale sull’entità del fabbisogno senza però restringere le maglie del provvedimento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, ha tolto la seduta del Consiglio annunciando la riconvocazione a domicilio e convocando una nuova conferenza dei capigruppo.