23 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di stabilità 2017 e il bilancio di previsione triennale 2017-2019.

La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo e formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione dell’art. 5/ter (Disposizioni in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017) e degli emendamenti collegati.

Prima di affrontare l’ordine del giorno il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ripreso il tema dell’inammissibilità di un suo emendamento, perché non collegato alla norma finanziaria, ricordando che un altro emendamento identico è stato ammesso. La mia proposta, ha concluso, «riguardava una legge sulle aree industriali e non quella di bilancio».

Il presidente Ganau ha osservato che, in realtà, l’emendamento del consigliere Angelo Carta era collegato ad un altro emendamento legato e comunque fa riferimento alla materia del personale, tema non ammissibile secondo le regole attuali.

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, sempre sull’ordine dei lavori, ha comunicato che, a fronte di una richiesta di accesso agli atti, gli è stato richiesto il pagamento delle spese dall’Agenzia Forestas. Ma, ha lamentato, «l’accesso agli atti dei consiglieri regionali è disciplinato dall’art.105 del regolamento e non è previsto alcun pagamento, chiedo perciò l’intervento della presidenza».

Il presidente Ganau ha definito una “interpretazione arbitraria” quella di Forestas ed ha assicurato il suo intervento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha ricordato che «anche stamattina una delegazione di Forestas protesta per la situazione dei lavoratori dell’Agenzia». Occorre, ha affermato, «che a breve si siano risposte da parte degli assessorati del Lavoro e del Personale perché si diano ai lavoratori certezze sul loro futuro».

Il presidente Ganau ha assicurato la massima attenzione della presidenza sul problema.

Successivamente, il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver sottolineato l’insufficienza delle risorse su settori strategici per la Regione di cui il suo gruppo auspicava l’incremento ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. Altrettanto hanno fatto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ed il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu.

Subito dopo l’Assemblea ha approvato una serie di emendamenti. Il n.626 (Sabatini e più) che aumenta ad 800.000 euro lo stanziamento a favore di Argea per il settore vinicolo, il n. 580 (Giunta) che aumenta a 400.000 euro il contributo a sostengo delle Camere di Commercio per le funzioni trasferite dalle Province, il n. 656 (Piscedda e più) che armonizza le norme sulla riduzione dell’indennità di carica per i dirigenti ai contratti collettivi, il n. 653 (Cocco Pietro e più) che aumenta a 390.000 lo stanziamento per il Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”.

Sul testo dell’art.5/ter è stata chiesta la votazione per parti dalla consigliera di Campo Progressista Annamaria Busia.

Dopo l’approvazione dei primi 5 commi, si è sviluppato un dibattito sul comma 6 che prevede un contributo di 100.000 euro a favore del Centro di ricerca Eurispes.

Secondo il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde il contributo è un regalo ai privati.

Per la consigliera Annamaria Busia (Campo Progressista) si tratta invece di scelte dignitosissime di politica ma ognuno può decidere sulle priorità.

Il comma 6 è stato poi approvato.

Anche sul comma 7, che prevede un contributo al Consorzio turistico della Marmilla, sono intervenuti diversi consiglieri.

Luigi Crisponi, per i Riformatori, ha protestato per un sostegno che va ad un Consorzio turistico rispetto ai 31 che operano in Sardegna.

Contraria anche la consigliera Annamaria Busia (Campo progressista) che ha giudicato l’intervento inopportuno rispetto alle emergenze della Regione.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto) ha ricordato che le priorità sono sempre soggettive, auspicando una legge organica sulla storia e cultura sarda.

Per il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, la proposta non c’entra nulla con l’identità della Sardegna.

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto di non gradire certe forme di finanziamento condividendo l’esigenza di una legge organica ed osservando, però, che la battaglia di Sanluri ha segnato arrivo degli Aragonesi in Sardegna.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che alcuni interventi hanno anche una valenza pedagogica e non si tratta di “marchette”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha giudicato positivamente l’intervento auspicando il ribaltamento della vulgata della Sardegna come popolo di vinti, contestato tuttavia sul piano storico il significato della battaglia di Sanluri.

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha difeso la proposta ricordando un aneddoto del Comune di Sorso sulla valutazione di certi fatti, a seconda che provengano dalla maggioranza o dall’opposizione.

Messo ai voti, il comma 7 è stato approvato.

Anche il comma 8, che prevede un intervento di 330.000 euro per i collegamenti con le isole minori, è stato oggetto di un articolato confronto fra i consiglieri.

La misura è stata condivisa dal capogruppo sardista Angelo Carta, mentre l’esponente dei Riformatori Michele Cossa ha evidenziato la scarsità delle risorse.

Per il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco occorre lavorare a fondo sulla mobilità minore ma con sconti significativi per residenti o proprietari.

Il consigliere di Sdp Luca Pizzuto, a favore, ha sottolineato che si tratta di una prima risposta ad un problema antico.

Favorevole anche Luigi Crisponi dei Riformatori, che ha proposto di estendere l’intervento a 12 mesi, partendo dall’approvazione della Legge di stabilità.

La finalità della misura è stata condivida poi dal sardista Christian Solinas, secondo il quale il testo è però “un pasticcio” perché la Regione ha fatto contratti e può imporre oneri di servizio pubblico, mentre trasferire questa competenza ai Comuni determina una eccessiva frammentazione.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha condiviso in parte le tesi di Solinas, mettendo in evidenza che sulla mobilità nelle isole minori ha ragione si sta ancora navigando a vista  e tuttavia il provvedimento ma dà risposte ai cosiddetti “nativi”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole ad un impegno più forte della Regione sulle isole minori, ha criticato a fondo la politica fin qui seguita in materia di trasporti, battaglia strategica della Sardegna.

Successivamente è stato approvato il comma 8 e di conseguenza il testo dell’articolo.

Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi sono stati approvati il n. 654 (Moriconi e più) che assegna un contributo di 150.000 all’Agenzia Agris, il n. 591 (Forma e più) che prevede la spesa di 150.000 euro per iniziative di valorizzazione del pane fresco tipico della Sardegna. (Af)

Bocciati, in rapida successione gli emendamenti aggiuntivi presentati dal gruppo dei Riformatori per alcuni interventi nei settori del commercio e dell’artigianato e del turismo: centri commerciali naturali, negozi storici, ristoranti tipici e la manifestazione “Autunno in Barbagia”. Su quest’ultimo punto il consigliere Luigi Crisponi ha chiesto un pronunciamento dell’assessore al Turismo Barbara Argiolas. «La Regione ha sempre finanziato la manifestazione Autunno in Barbagia, che ogni hanno mette in mostra le eccellenze delle zone interne richiamando migliaia di turisti. Questo impegno verrà meno o la Regione continuerà a sostenere l’iniziativa?».

L’assessore Argiolas ha confermato l’impegno: «La Regione proseguirà nelle azioni di promozione e valorizzazione della manifestazione Autunno in Barbagia per il valore che rappresenta per tutta l’Isola».

Si è poi sviluppata una lunga discussione sull’emendamento n.119 presentato dal consigliere dell’Uds Giovanni Satta che propone lo stanziamento di un contributo di 20mila euro a favore della Parrocchia di Santa Maria Abate di Posada per la celebrazione dei riti della Settimana Santa.

Sulla proposta, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione e della Giunta, è intervenuto per primo il consigliere del Pd Antonio Solinas che ha manifestato stupore per il parere positivo della Giunta. «In Sardegna – ha detto – ci sono tanti paesi e territori che celebrano i riti  della Settimana Santa. Non capisco il perché di scelte singole di questo tipo». Critici anche il consigliere di Sdp, Paolo Zedda, che ha auspicato un provvedimento di carattere generale per la promozione del patrimonio immateriale della Sardegna (poesia, musica, canto a tenore etc.) e la consigliera di Campo Progressista Anna Maria Busia che ha invocato interventi di sistema. 

A sostegno dell’emendamento sono invece intervenuti il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta («Qual è lo scandalo? Una marchetta dell’opposizione si può fare passare. Il comune di Posada se l’è meritata sul campo»), il consigliere del Pd Roberto Deriu  ( «L’emendamento no è una marchetta. Il Comune lo ha meritato per aver  costruito una rete territoriale importante. La Giunta ha fatto bene a dare parere favorevole. E’ un premio da parte del Consiglio a comuni intelligenti e attivi»), il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi («Il vero scandalo è non avere una legge che valorizzi e promuova l’immenso patrimonio storico e culturale della Sardegna»), e il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino («Voterò a favore ma sarebbe opportuno sapere quali sono i criteri per consentire ai comuni di ottenere i finanziamenti»).

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha definito inutili le questioni sollevate: «C’è grande attenzione per il patrimonio immateriale della Sardegna. Ogni anno finanziamo con 2 milioni di euro le Pro Loco. Altri finanziamenti sono finalizzati alla promozione della cultura sarda. Non si può dire il contrario».

Il presentatore dell’emendamento Giovanni Satta (Uds) ha voluto chiarire che la proposta non aveva una finalità localistica: «Posada non è nel mio collegio elettorale. Ho presentato l’emendamento perché si tratta di una manifestazione meritoria».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc) «non sono marchette ma mance. In una finanziaria costellata di provvedimenti di questo tipo non c’è motivo di perdere tempo su un piccolo finanziamento a un’iniziativa meritoria».

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha invece difeso l’operato del suo gruppo: «La Finanziaria è un mercanteggiamento, noi non abbiamo presentato richieste – ha detto Pittalis – sfido l’assessore a dire il contrario. Chi ha proposto le marchette se le tenga. Le nostre proposte sono tutte di carattere generale e mirano allo sviluppo della Sardegna».

Posto in votazione l’emendamento n.116 è stato approvato.

Respinto l’emendamento 19 insieme al 110, 111, 114.

E’ stato approvato invece l’emendamento 151 (Rubiu e più) per finanziare con 50mila euro la rievocazione della Sartiglia di Iglesias.

L’on. Busia (CP) ha sostenuto gli emendamenti 487 e 488, che prevedono azioni di contrasto del fenomeno di spopolamento dei piccoli comuni, anche attraverso gemellaggi. Il 487 è stato respinto mentre il 644, sostitutivo del 488, è stato approvato e prevede un fondo sperimentale di 100 mila euro a titolo di cofinanziamento per i Comuni che intendono avviare  progetti di gemellaggio nell’ambito dell’Ue.

Approvato l’emendamento 652 sostitutivo del 535 dell’on. Francesco Agus (CP): 500mila euro per sostegno e animazione imprenditoriale in tutta al Sardegna in collaborazione con Gec 2017 e Meta group.

Respinto l’emendamento 112 e poi il 113, 115.

Approvati gli emendamenti 432 e 642 per avviare le procedure per acquisire il dominio di rete Sardegna .srd. La spesa prevista è di euro 20 mila.

La dismissione della partecipazione regionale dentro Insar è oggetto dell’emendamento 493 a firma Busia e Agus (CP). L’assessore Paci ha risposto che “il tema è all’attenzione della Giunta, come del resto tutte le partecipate. Ma è chiaro che non possiamo decidere solo noi perché il 50 per cento è dello Stato”. L’emendamento è stato respinto”.

Sull’articolo 6 sono stati ritirati gli emendamenti dell’opposizione e l’articolo 6 è stato approvato e a seguire anche gli articoli 7 e 8 senza nuovi emendamenti. L’on. Busia ha ritirato l’emendamento 494 (finanziamento straordinario per i debiti fuori bilancio del Comune di Nuoro) ma l’opposizione con l’on. Crisponi (Riformatori) e poi Pittalis (FI) l’ha fatto proprio insieme agli emendamenti 620 e 621.

L’on. Pittalis ha detto: “Su un argomento di questa portata contavamo sulla partecipazione trasversale di tutte le forze. Prendiamo atto del vostro ritiro e confidiamo nella sensibilità dei colleghi”. L’on. Crisponi ha aggiunto: “Ci sono tensioni nel territorio anche per i recenti fatti di Oliena”. L’on. Carta (PSd’Az) ha detto: “Qui si tratta di sostenere il capoluogo delle zone interne, perché c’è Nuoro e c’è anche la sua provincia, disperatamente isolata con ponti crollati e strade bloccate che non consentono di collegare l’Ogliastra”.

“Su questo tema è chiaro che sono tanti i Comuni in difficoltà, non solo Nuoro. E per evitare conflitti chiediamo che si intervenga per tutti, come ha richiesto lo stesso sindaco di Nuoro, che non gradisce nessuna forma di favoritismo”, ha detto l’on. Busia (CP).

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha chiesto all’assessore Paci “un intervento chiaro sul punto”.

E’ stato respinto l’emendamento 621-

L’on. Pittalis ha riferito di “una richiesta di incontro appena giunta dal Comune di Nuoro per parlare dell’università nuorese” e ha detto: “Questo atteggiamento anche del comune di Nuoro è schizofrenico, non siamo i lacchè di nessuno”. Della stessa opinione l’on. Crisponi.

L’emendamento 494 è stato respinto.

Sulla Tabella A è stato approvato l’emendamento 590 e poi il testo della Tabella; a seguire la Tabella B e la Tabella C con il solo emendamento 30.

L’Aula è passata all’esame della Legge di bilancio e dei relativi emendamenti, che sono stati respinti con il parere contrario della Commissione e della Giunta. Respinto, in particolare, l’emendamento 23 sul quale Forza Italia aveva chiesto il voto elettronico palese.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2 (sul quale sono stati ritirati gli emendamenti), l’articolo 3, l’articolo 4.

Approvati l’emendamenti 78, 57, 60, 72,  76, 75 (proposti dalla Giunta) sulle Entrate e gli emendamenti 73, 74, 65, 85 e 55, 4 e 59 sulla Spesa. Sempre sulla spesa l’on. Busia ha caldeggiato il sì all’emendamento 7 che recepisce una norma nazionale relativa ai compensi ai 12 avvocati della Regione. “In passato sono stati maturati compensi anche doppi rispetti allo stipendio”. L’assessore Raffaele Paci ha detto: “Faremo verifiche, non ho competenze dirette sulla materia”. L’emendamento è stato respinto insieme al 7, 47, 13, 50, 51, 52, 54, 49.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 79.

Non approvato l’emendamento 194; ritirato l’8; non approvati il 48 e il 192; ritirati l’80n e il 10; approvato il n. 83 (Giunta regionale) decade il 77; non approvati il 196, il 188, il 197,il 198. Approvato l’emendamento tecnico n. 56 (Giunta regionale) e il tecnico n. 61 (Giunta regionale); non approvato il 206, ritirato l’11.

Sull’emendamento n. 1 (Usula, Misto) che proponeva di incrementare con 1.5 milioni di euro il capitolo di bilancio relativo ai centri antiviolenza si è sviluppato un vivace confronto in Aula. Il presentatore ha rimarcato la scarsità dei fondi a disposizione ed ha definito “non un grande risultato” quello ottenuto con il pacchetto di emendamenti approvati nella seduta di ieri e salutato con favore dalle consigliere di entrambi gli schieramenti. «Propongo un  finanziamento aggiuntivo di 1.5 milioni di euro che riporterebbe così gli stanziamenti al livello del 2007 – ha concluso Usula – ponendo fine alla riduzione delle risorse che abbiamo registrato nell’attuale legislatura».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, è intervenuto a sostegno della proposta del consigliere dei Rossomori («è un modo serio di affrontare il problema perché se è vero che è stato positivo ampliare i centri antiviolenza è altrettanto evidente che servono risorse adeguate»).

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece confermato soddisfazione per i risultati ottenuti in sede di finanziaria («abbiamo triplicato le risorse a disposizione») ed ha affermato che “nel corso dell’anno sarà valutato se saranno necessarie incrementi negli stanziamenti”. Soddisfatta dei risultati ottenuti anche la consigliera di Fi, Alessandra Zedda, che ha parlato di “primo passo significativo” ed ha definito “meritoria” la proposta del consigliere Usula. Posto in votazione l’emendamento 1 non è stato approvato con 23 sì e 29 no.

Ritirato l’emendamento 9; non approvati il 199, il 201, il 202, il 203, il 204; ritirato l’81; non approvato il 205, approvato invece l’emendamento n. 5 (Pietro Cocco e più) che incrementa di un milione di euro il capitolo relativo al fondo per la concessione di contributi in conto interessi sulle operazioni di credito a favore delle imprese artigiane.  Non approvati gli emendamenti 189, 190, 191 e 200.

Approvati tre emendamenti di natura tecnica della Giunta (58, 63 e 64) è stato approvato anche l’emendamento n. 66 (Giunta regionale) che sostituisce l’elenco dei residui perenti a valere su risorse vincolate e non vincolate, dell’allegato 6 alla nota integrativa.

Approvati di seguito: l’allegato 1 (Prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie); l’allegato 2 (Riepilogo generale delle entrate per titoli); l’allegato 3 (Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli); l’allegato 4 (Riepilogo generale delle spese per titoli); l’allegato 5 (Riepilogo generale delle spese per missioni); l’allegato 6 (Quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese per titoli); l’allegato 7 (Prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio), l’allegato 8 (Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica); l’allegato 9 (Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto); l’allegato 10 (Prospetto della composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato); l’allegato 11 (Composizione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità); l’allegato 12 (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento delle regioni e delle province autonome); l’allegato 13 (Elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie); l’allegato 14 (Elenco delle tipologie di spesa finanziabili con il fondo di riserva per le spese impreviste); l’allegato 15 (Nota integrativa al bilancio di previsione 2017-2019).

Dopo un chiarimento richiesto dal capogruppo Fi, Pittalis, il presidente del Consiglio ha comunicato che i lavori sarebbero ripresi alle 15 con le dichiarazioni di voto finali.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo per fatto personale ha preannunciato azioni legali contro un consigliere per “avermi definito bugiardo”.

Il consigliere, Eugenio Lai (SdP), ha ribadito al richiesta perché si dedichi una sessione dei lavori del Consiglio al “caso Aias”. Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha rilanciato: «Concordo con Lai, così potremo far cessare le speculazioni in corso sul “caso Aias”». L’esponente della minoranza ha quindi insistito sul caso Forestas e sulla messa in calendario della legge per le zone interne.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, sia è associato alle dichiarazioni rese da Pietro Pittalis ed  ha proposto una sessione di lavori dedicata interpellanze e mozioni.

Il presidente del Consiglio dopo aver ipotizzato una riunione della capigruppo per il prossimo martedì ha dichiarato conclusi i lavori e convocato il Consiglio alle 15.00.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto finali sul Dl n. 393 (Legge di stabilità 2017).

Aprendo il ciclo degli interventi, il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, si è soffermato sullo «stanziamento considerevole per il comparto agro-pastorale, però c’è sconcerto fra maggioranza e opposizione per l’atteggiamento di una forza politica di intestarsi meriti che sono di tutto il Consiglio sulla decisione relativa al pecorino romano». A nessuno, ha aggiunto, «è consentito, peraltro con numeri non determinanti, di ergersi ad unico depositario di un interesse diffuso a soetegno di un settore, per il quale sono certo che l’assessorato troverà le strade più adeguate per l’utilizzo migliore e più rapido delle risorse disponibili».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di una «legge finanziaria inadeguata e distratta frutto del lavoro dei professori incapaci di sintonizzarsi con i problemi reali della Sardegna ma, oltre alla miope visione accademica, ne è emersa un’altra, emblematica di quadro attento ai particolarismi più che alle scelte di sistema». In questi anni, ha sintetizzato, «si è fatta molta auto-promozione mentre la Sardegna affondava, le famiglie venivano trascurate e le imprese abbandonate al loro destino».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha definito la finanziaria 2017 «la peggiore degli ultimi vent’anni e spero che stavolta Governo non la impugni consentendo di liberare finalmente risorse comunque indispensabili per la Sardegna». Questa legge, ha detto ancora, «non permette di guardare al futuro, non ha una colonna vertebrale ed una linea, non indica una strada giusta per la Sardegna, dal turismo al lavoro, all’agricoltura, perché in tre anni siamo tornati indietro di dieci ed è stato abbandonato quanto era stato fatto in passato solo per dare risposte personalizzate e territoriali, senza niente di nuovo».

Il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha esordito dichiarando che « i giudizi di Cherchi sono molto ingenerosi, noi invece siano soddisfatti della legge perchè, pur nella ristrettezza di risorse, siamo riusciti a dare alcune risposte alle tante emergenze della Sardegna: politiche sociali, povertà, settore lattiero-caseario, cercando di agire con razionalità». Nel giudizio complessivo sulla legge, ha proseguito Cocco, «non cantiamo vittoria perché siamo consapevoli della situazione della nostra terra, potremo fare di più se risolveremo con lo Stato la questione degli accantonamenti per il debito pubblico, che non hanno certo creato i sardi: questo chiederemo al presidente, alla Giunta ed alla maggioranza».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha criticato a fondo la finanziaria che, a suo giudizio, «è simile ad un bilancio di condominio, piena di spese obbligate, senza respiro e con un programma piatto dato che, a parte gli interventi per il settore lattiero-caseario, non sono mai entrati alcuni grandi temi come spopolamento, zone interne, invecchiamento della popolazione e lavoro che pure interessano moltissimo la società sarda». L’opposizione, ha ricordato Truzzu, «invece proprio su questo ha concentrato le sue proposte ma la maggioranza non le ha voluto prendere in considerazione e quello della ristrettezza di risorse è un alibi, perché in realtà sono stati divisi 10 milioni di mancette perché le elezioni sono alle porte, facendo registrare una distanza siderale fra la maggioranza e i sardi».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia ha osservato che, dall’inizio della legislatura, «è trascorso un tempo abbastanza lungo per poter dare giudizi significativi; vi siete presentate come persone di alte competenze scientifiche che dovevate trasferite alla politica per dare una risposta più efficiente ai cittadini e noi abbiamo visto questo gioco mettendovi alla prova ma la politica rivoluzionaria non c’è stata». A cominciare dalle entrate, ha continuato, «dove Pigliaru si era paragonato al Marchionne dei progetti visionari ma alla fine ha prodotto solo la rinuncia ai ricorsi e la scelta del dialogo costruttivo col Governo: i risultati sono fallimentari ed il bilancio del giro di boa suggerisce una drastica inversione di rotta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, «senza dietrologie», ha affermato che anche «la stessa impostazione ed il metodo della Legge di stabilità hanno lasciato a desiderare, perché doveva essere l’anno della svolta ma è arrivata in grave ritardo e solo per responsabilità dell’opposizione si è arriva oggi all’approvazione». Quanto ai contenuti, secondo la Zedda «sono largamente insufficienti su entrate ed azioni per un ruolo incisivo della Sardegna sui temi dell’ insularità (fiscalità, attività produttive, spesa di fondi comunitari, continuità territoriale)».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato che «in questo momento, ci piace ricordare lo sforzo del Consiglio, anche dal punto di vista etico, per una manovra che porterà vantaggi e benefici, a partire da norma inserita nel comma 6 dell’articolo 1 che, per la prima volta, consente ad aziende e famiglie pressate da azioni esecutive del fisco di fare transazioni sul capitale e non solo sugli interessi».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha affermato che «se si dovesse scrivere il diario di bordo di questi tre giorni sarebbe davvero insoddisfacente, come emerge anche nelle fila della maggioranza per tanti emendamenti bocciati ed invece meritevoli di molta attenzione, dietro i quali ci sono storie di luoghi e paesi che stanno soffrendo moltissimo: Nuoro trattata a schiaffi, zone interne, tradimento del popolo delle imprese e delle attività produttive, perfino un grandissimo artista come Giuseppe Biasi è stato abbattuto dalla maggioranza».

Il capogruppo del PSd’Az Angelo Carta ha messo l’accento sul fatto che «con la legge di stabilità il Consiglio ha soltanto sfiorato i problemi importanti dei sardi, senza affrontarne neanche uno in maniera decisa, senza soluzioni e priorità; inoltre è mancato il tentativo di utilizzare la leva fiscale per iniziare a dimostrare che una Regione diversa, quella della zona franca, può decidere in autonomia le sue politiche di sviluppo, per cui purtroppo le cose in Sardegna resteranno come prima».

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha espresso una valutazione molto positiva sull’emendamento per «il riconoscimento dell’insularità in ambito comunitario». Positiva anche la fine dell’esercizio provvisorio, ha continuato Agus, «ma non è il caso di assumere toni trionfalistici, perché la Legge di stabilità risente in effetti di vecchi problemi a causa dei quali il Consiglio ha ripartito pani e pesci senza riuscire a moltiplicarli, in tutti i sensi». Quanto al bilancio, ha aggiunto il consigliere, «è composto fondamentalmente da tre macro-voci, sanità peraltro sottostimata, macchina regionale troppo lenta, fondo unico per gli Enti locali: di qui una finanziaria compilativa in cui le uniche risorse, come patti con il Governo e fondi europei, richiedono i primi più trasparenza ed i secondi una spesa molto più veloce».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci si è detto convinto, in un primo tempo, che questa legge potesse essere una svolta che del resto «era stata annunciata come quella che regolava i conti con lo Stato ma, in realtà, rispetto ai grandi temi dello sviluppo economico e delle politiche per il lavoro, sul bilancio complessivo di circa 9 miliardi emerge che le risorse sono quasi interamente assorbite da sanità, accantonamenti, personale e mutui». Siamo insomma,a continuato Locci, «all’ennesimo festival della conferma della spesa storica, le riforme annunciate non hanno prodotto novità e non si vede nemmeno un barlume di speranza, tanto è vero che l’emendamento più importante, quello di Agus su un piano del lavoro di vecchia memoria, non è stato nemmeno discusso dal Consiglio».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha affermato che «questa finanziaria non ha accontentato nessuno ed anzi suona l’ennesimo campanello di allarme su una situazione davvero drammatica, i benefici (pochi) sono solo per alcuni e non incidono su problemi della Sardegna, da sanità a continuità territoriale, dall’industria ai trasporti, in definitiva il miracolo non c’è stato e non ci poteva essere perché è mancata quella strategia forte che si sardi si aspettavano».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha detto che, dalla legge di stabilità, si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio, mentre invece ci si trova di fronte ad una «finanziaria inconsistente che forse non poteva essere diversa senza rivedere profondamente i rapporti con lo Stato anche con il riconoscimento dell’insularità»- Lo stesso intervento per il lattiero-caseario, «ammirevole ma tardivo comunque non salverà questa annata agraria, anche perché l’agricoltura sarda ha bisogno di una riforma profonda, così come i trasporti e tutto il tessuto economico regionale, insomma c’è bisogno di una Sardegna diversa che con questa finanziaria non c’è».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha sostenuto che con la manovra «si è fatto tutto il possibile compatibilmente con la situazione della Sardegna, abbiamo lavorato in questi mesi ascoltando tutti i portatori di interesse, in un quadro di disponibilità ridotte ma, nonostante questo, va segnalato il contributo al Consorzio di bonifica Oristanese (il più grande dell’Isola) che è stato salvato superando le improvvisazioni». Va ricordato anche, ad avviso di Solinas, «che tutto il Consiglio è intervenuto con risorse importanti a sostegno del lattiero caseario, anche se è vero che alcuni argomenti solo stati solo sfiorati come zone interne e spopolamento; questo è il problema dei problemi e dobbiamo a cominciare a lavorarci da domani mattina, almeno per dare risposte in grado di bloccarlo, così come dobbiamo intervenire per accelerare la spesa dei fondi Psr e comunque è un ottimo risultato che la Giunta abbia assegnato ad Argea la funzione di ente pagatore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto non soddisfatto della finanziaria ma, ha precisato, «avrei gradito di più parlare di problemi veri come il lavoro, perché il centro-destra metteva fondi ma ora non ho visto nulla per lavoro e industria». Eppure, ha ricordato, «quando scomparve il settore carbonifero si realizzò il polo di Portovesme con alluminio e piombo-zinco, speravamo insomma in qualcosa di innovativo, anche per la presenza di molti professori, e di ripetere magari l’esperienza del Veneto dove dalle ceneri dell’industria pesante nacque un diffuso tessuto di piccole imprese, qui al contrario non si è fatto niente e non si è chiusa nemmeno una vertenza».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha ribadito la valutazione negativa del suo gruppo perché «la finanziaria è povera e asfittica, senza una visione del futuro, miope e tesa a soddisfare esigenze di natura immediata simili al mercimonio, di bassissimo profilo e respiro che non va nemmeno vedere qualche Sardegna si vuole e con quali obiettivi si intende aggredire disoccupazione, dispersione scolastica, mobilità, ambiente, spopolamento di aree interne, ruralità e giovani».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino non si è dichiarato stupito da una finanziaria inefficace ed ha messo in evidenza che «mentre prima la maggioranza dava la responsabilità al passato ora ha esaurito gli alibi». «Manca – ha lamentato – un progetto di Sardegna ed il governo regionale non sa dove andare, sugli argomenti più importanti come trasporti turismo ed agro alimentare non si vedono obiettivi e tantomeno i risultati che, dopo tre anni, si dovevano vedere». L’Esecutivo, ha proseguito, «si è appiattito sull’ordinaria amministrazione ed è il peggior difetto per chi riveste una importante funzione pubblica; per quanto ci riguarda avremmo voluto parlare dei grandi problemi della Sardegna anziché dei soliti interventi spot ma i sardi meritano certamente molto di più».

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha ribadito il voto contrario del suo gruppo ad una a finanziaria «di scarso spessore, senza autorevolezza nei confronti del Governo centrale che continua a pagare la Sardegna con assegni a vuoto».

La consigliera Anna Maria Busia (Campo Progressista) ha dichiarato che «questa non è la mia legge ideale come credo di aver dimostrato con gli emendamenti ed anche se riconosco che la politica è equilibrio fra ciò che deve essere e ciò che è, molte cose non mi piacciono, altre le avrei impostate diversamente a cominciare dal taglio coraggioso della spesa». Avrei scelto, ha continuato, «anche un altro metodo perché c’è stato poco dialogo nella coalizione e ad un certo punto sarebbe stato facile uscire dalla maggioranza ma le scelte facili non mi sono mai piaciute e per questo voterò sì».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto fra l’altro che, «dopo la lunga carrellata degli interventi dell’opposizione è giusto farsi coraggio». La finanziaria, ha sottolineato, «non è la soluzione di tutti i problemi e non poteva essere questo, è piuttosto un luogo come la famiglia dove si cerca di fare il massimo per non lasciare nessuno indietro e bisogna riconoscere che abbiamo trovato situazioni difficilissime, come la sanità ed Abbanoa, che sono state rimesse in piedi, per cui voterò sì».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha difeso con decisione l’impianto della Manovra Finanziaria. Rivolto al consigliere di FdI, Paolo Truzzu, si è detto convinto che il tempo del centrosinistra non sia affatto finito: «Questo lo decideranno gli elettori – ha detto Sabatini – non accetto l’accusa di aver lavorato per distribuire mancette. Credo che abbiamo fatto invece un ottimo lavoro anche grazie all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione. In questi mesi abbiamo ascoltato con grande attenzione le parti sociali e discusso a fondo su come utilizzare le risorse. La Finanziaria conferma il Fondo Unico per gli enti locali, i 30 milioni per il Reis, il Fondo per i beni culturali, gli 8 milioni per le biblioteche. Ci sono poi le risorse per i cantieri verdi, gli operai in utilizzo, un milione per la Caritas, 5 milioni per il trenino verde. Senza dimenticare le azioni a tutela della lingua sarda, i fondi per garantire la mobilità verso isole minori, i 14 milioni per il settore lattiero-caseario. Certo non abbiamo risolto tutti i problemi ma questo non è possibile».

Voto contrario alla Manovra ha annunciato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Questa finanziaria è l’ennesima occasione perduta. Le nostre aspettative erano diverse – ha detto Rubiu – la bocciatura dei nostri emendamenti non ha consentito di invertire la rotta. Il documento è un insieme di proclami e annunci, un film già visto. La Giunta Pigliaru continua a gestire le risorse come se si trattasse del portafoglio di famiglia. La Manovra è una distribuzione di mancette, un documento privo di strategia strutturale che si trasformerà in un boomerang per la maggioranza».

Anche secondo il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni la Manovra merita un voto contrario. «E’ vero che non è sulla finanziaria che si giocano le sorti della Sardegna ma se si guarda alle leggi di settore si capisce che il provvedimento non ha un’anima e un indirizzo – ha sottolineato Dedoni – tutti i comparti sono in sofferenza. Non si riesce a governare il sistema dei cantieri verdi, giochiamo male la partite delle entrate, la sanità continua a produrre disastri. Per questo occorre riorganizzare le leggi di settore. Questa potrebbe essere la vostra ultima finanziaria, vedete voi se riuscite a fare qualcosa di positivo nell’interesse del popolo sardo».

Di diverso avviso il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che ha annunciato il suo voto favorevole spiegandone i motivi: «Certo la finanziaria non risolve tutto ma indica alcuni percorsi per arrivare a soluzioni positive». Zanchetta si è poi rivolto al collega Truzzu contestando alcune espressioni utilizzate nel suo precedente intervento. «Ha detto alla maggioranza di levare le tende, questo però non è un campeggio. Sarebbe meglio evitare certi termini se non si vuole contribuite ad alimentare il populismo. In questo modo si dà un cattivo esempio a chi ci segue e una rappresentazione non corretta delle istituzioni».

Anche per il capogruppo del Pd Pietro Cocco, è ingiusto dire che la Finanziaria non ha un’anima. «I dati Istat dicono che l’occupazione è in aumento, a gennaio si è registrata una crescita del 14%  grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato – ha ricordato Cocco – è sufficiente? Io dico di no, ma stiamo cercando di riformare la Regione. Questa è una Finanziaria da 7 miliardi e 600milioni di euro tutti spendibili. Sono stati confermati i fondi per il sociale (350 milioni) e per gli enti locali, non sono aumentati i tributi. Le misure adottate vanno nella la giusta direzione».

Giudizio negativo, invece dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Una finanziaria si misura dagli effetti che produce sul sistema economico e sociale dell’Isola – ha detto Pietro Pittalis – stiamo entrando nel quarto anno del governo della Giunta Pigliaru, vorrei sentire quali effetti hanno prodotto le finanziarie già a regime. Quale influenza sul Pil, sulla disoccupazione, sul sistema produttivo, sulla lotta alle povertà? La risposta è davanti a tutti: il Pil è sceso dell’1%, il più basso d’Italia, la disoccupazione aumenta, i poveri crescono, i precari attendono ancora risposte. Non c’è un settore che possa dirsi soddisfatto delle politiche attuate. Fuori dal Palazzo c’è gente che soffre. E’ giusto cercare di superare le conflittualità ma non è possibile un dialogo su queste premesse. Voi colleghi della maggioranza state alimentando il partito del qualunquismo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la Legge di stabilità 2017 che è passata con 28 voti a favore e 21 contrari. Disco verde anche per il Bilancio di previsione 2017-2019 (votanti 50, 29 sì e 21 no).

L’Aula è poi passata all’esame del Bilancio interno del Consiglio. Il presidente Ganau ha invitato i questori a leggere la relazione. Fabrizio Anedda, a nome dei colleghi del Collegio dei Questori, ha dato per letto il documento.

Subito dopo è intervenuto il questore della minoranza Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto contrario. «E’ arrivata l’ora di spiegare il perché del mio atteggiamento critico nei confronti della gestione complessiva del Consiglio – ha detto Giorgio Oppi – l’Assemblea sarda ha perso la sua centralità politica diventando il passacarte della Giunta il cui potere è cresciuto a dismisura. Questa Finanziaria ne è la dimostrazione evidente».

Oppi si è poi soffermato su alcune criticità del Palazzo: «Gli impianti non sono a norma e le condizioni esterne non sono degne della sede del Parlamento sardo – ha detto l’esponente dell’Udc – le gare d’appalto sono vecchie di 30 anni. Grazie all’impegno dei questori si sono definite le nuove per i servizi di vigilanza e pulizia. Per le altre forniture, invece, si va di proroga in proroga».

Oppi ha poi contestato la decisione di chiudere il presidio sanitario interno al Palazzo nonostante la disponibilità di un fondo di 100mila euro in bilancio.

Duro anche il giudizio sulla gestione del personale: dalle carenze della pianta organica alla sperequazione negli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti: «Ci sono dirigenti con stipendi più alti rispetto al presidente del Consiglio e della Regione mentre i dipendenti assunti dopo il 2005 hanno salari bassi.».

Critiche, infine, per la programmazione dei lavori: «Ho chiesto di poter lavorare dal lunedì al venerdì. Questo consentirebbe di esaminare gli atti. Ci sono oltre 300 mozioni e interpellanze ancora da discutere. C’è poi da definire la questione relativa alla composizione dell’Ufficio di Presidenza dove siedono due rappresentanti dello stesso gruppo politico, cosa finora mai successa».

In conclusione del suo intervento, Oppi ha auspicato un cambio di rotta. «Il Consiglio ha perso prestigio e autorevolezza è tempo di cambiare ritmo».

Al questore Oppi ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «La centralità del Consiglio dipende dalle persone che lo compongono – ha detto Ganau – l’arretramento della politica è responsabilità di tutti».

Sulla messa a norma del Palazzo, Ganau ha ricordato che da due anni  si sollecita un intervento: «Quest’anno finalmente ci sono 6 milioni di euro vincolati – ha detto il presidente – sulle gare è vero che siamo in ritardo ma qualcosa si è mosso. La gara per la vigilanza è stata bandita, presto si farà anche quella per il servizio di pulizia».

Ganau ha annunciato anche un intervento per la copertura dei posti della pianta organica: «Esiste una carenza di personale che limita l’attività del Consiglio. Stiamo cercando di porvi rimedio. E’ stato bandito il concorso per i dirigenti referendari, presto si faranno anche quelli per le altre figure professionali». Sulla differenza tra gli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti, il presidente ha ricordato che i nuovi contratti rispondono agli standard attuali mentre sui vecchi non si può intervenire perché si tratta di diritti acquisiti.

Sul presidio di Pronto Soccorso, Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità: «Ritengo un’anomalia che una struttura pubblica abbia un Pronto soccorso pagato dai cittadini».

Un accenno, infine, alla programmazione dei lavori: «Su questo la competenza è della Conferenza dei capigruppo. Il numero delle mozioni discusse è in linea con quanto accadeva nelle passate legislature». L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato “uno sforzo in più dei questori affinché si porti tutto a norma. Ed è opportuno che i consiglieri non debbano più andare a pietire qualcosa dalla presidenza o dall’ufficio dei questori. E’ fuori dubbio che il palazzo a abbia bisogno di una rivisitazione, per una questione di decoro”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto)  ha segnalato il bisogno di “un dialogo tra i questori e i capigruppo. Possiamo farlo da subito. Per quanto riguarda i lavori urgenti del palazzo ho chiesto 2 milioni di euro per i lavoro urgenti alla commissione Bilancio. Ce n’è stato concesso uno con la promessa di un altro milione in assestamento. Ma mi pare che il problema sia far fare i lavori”.

Il Consiglio ha approvato le Entrate e le Spese del bilancio del Consiglio regionale. L’on. Pittalis ha chiesto “lumi sulla missione 99, ossia che differenza c’è tra le spese istituzionali , i servizi per conto terzi e le partite di giro” e si è rivolto all’on. Anedda.

Al termine, il bilancio è stato approvato. Il presidente Ganau ha dichiarato conclusi i lavori. L’Aula sarà riconvocata a domicilio.

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Il nuovo atto intimidatorio compiuto durante la scorsa notte contro l’assessore dello Sport del comune di Seui Raimondo Gaviano, con l’eplosione di colpi di arma da fuoco contro la sua autovettura, pochi giorni dopo l’analogo episodio di cui è rimasto vittima il sindaco di Domusnovas Massimiliano Ventura, rilancia l’allarme della violenza contro gli amministratori pubblici.

Numerosissimi gli attestati di solidarietà arrivati in giornata.

«Oggi è la festa del papà, in tante famiglie si festeggia con gioia. Un babbo di Seui oggi probabilmente non festeggerà, la sua unica colpa? Essere assessore comunale – scrivono in una nota Eugenio Lai sindaco di Escolca/vice presidente del Consiglio regionale, Paola Zaccheddu sindaco di Laconi, Marco Pisano sindaco di Mandas, Giuseppe Loddo sindaco di Villanovatulo, Giovanni Daga sindaco di Nuragus, Enrico Murgia sindaco di Seulo e Rossano Zedda sindaco di Gergei -. Molteplici e contraddittori sentimenti pertanto ci pervadono l’animo nell’apprendere di un altro atto intimidatorio ai danni dell’assessore di Seui Raimondo Gaviano, il primo una forte rabbia, fare gli amministratori di questi tempi è quasi una maledizione, il secondo un sentimento di grande vicinanza e affetto che esprimiamo a nome delle nostre comunità,esortando la comunità di Seui rappresentata dai propri amministratori ad andare avanti non siete soli.»

«È ora di dire basta a questa inaccettabile sequenza di atti vili e indegni contro chi amministra la cosa pubblica nei territori – ha detto il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru -. La Regione è decisa a sostenere quanti lavorano ogni giorno, con dedizione e impegno, nell’interesse delle loro comunità, e andiamo avanti con determinazione in tutte le azioni di prevenzione e dissuasione che sono in nostro potere, a partire dalla videosorveglianza. Le risorse per la realizzazione delle reti sono state trasferite a molti Comuni, che già lavorano alla progettazione e stimano di poter completare le opere entro il 2017. Ma sappiamo che questo, per quanto utile, non può bastare. Perciò chiediamo con forza la collaborazione di tutti.»

 

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Il Consiglio regionale ha concluso la discussione generale ed ha approvato il passaggio agli articoli della “Legge di stabilità 2017”.

La seduta pomeridiana è cominciata con l’intervento del capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni che ha detto che tutti ragionano come se fosse un bilancio in continuità. Per Attilio Dedoni non è così: si tratta dell’ultimo bilancio di questa maggioranza e di questo Consiglio regionale. Ci sarebbe, infatti, un accordo per andare al voto a febbraio-marzo. Per Attilio Dedoni, quindi, questi documenti servono per andare in campagna elettorale. «Questa Giunta – ha proseguito – avrebbe dovuto prevedere interventi strutturali, invece questo bilancio non ha anima e non ha programmazione nel territorio. Ci sono risorse libere, per fare programmazione, solo per circa 500 milioni di euro». Attilio Dedoni si è soffermato anche sui problemi dell’agricoltura, del latte, dell’acqua, delle dighe, del commercio, dell’artigianato. «Tutti argomenti solo sfiorati da questa Giunta che pensa ormai solo alle prossime elezioni».   

Per Pier Franco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti), è necessario avviare un nuovo rapporto-trattativa-confronto anche duro con lo Stato partendo dal settore sanitario che assorbe la metà dell’intero bilancio. Non possiamo più tollerare che la spesa sanitaria sia sulle spalle dei sardi. Per questo deve essere immediata la riapertura di un confronto immediato con il Governo nazionale. Gli interventi di questa mattina da parte dell’opposizione sono stati critici e duri. «Ho colto – ha aggiunto il capogruppo dei Cristiano popolari socialisti – da parte della minoranza un segnale di preoccupazione che condivido: il richiamo alla sofferenza della nostra gente. Maggioranza e opposizione devono procedere insieme per alleviare queste sofferenze del nostro popolo. Nel 2017 si evidenzia un incremento di risorse disponibili per spese di investimento. Non sono poche ma non bastano e anche su questo dobbiamo aprire un confronto con lo Stato. Ma la vera  priorità rimane quella della revisione del nostro  Statuto che  è vecchio, è datato e non adeguato ai nostri tempi».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha lamentato il perdurare della politica delle “marchette” («sono riservate solo ai consiglieri della maggioranza») ed ha definito la Giunta Pigliaru come “la Giunta Pam”. «Siete la Giunta dei patti, degli annunci e delle marchette – ha tuonato l’esponente della minoranza – e continuate a restare avulsi dalla realtà». «Abbiamo bisogno di una finanziaria che dia la scossa alla Sardegna – e questa non la dà affatto, anzi i Comuni vi dicono che vi state allontanando dalla nostre comunità e dai loro bisogni». «Avete perso l’occasione per fare una finanziaria coraggiosa – ha concluso Angelo Carta – e offrire così ai sardi un bilancio con le risorse necessarie per il rilancio della nostra Isola».

Il capogruppo di Sinistra per la democrazia e il progresso, Daniele Cocco, ha replicato alle critiche dei consiglieri della minoranza ed ha espresso apprezzamento per l’azione riformatrice condotta dal centrosinistra al governo della Regione. «Il tema centrale – ha spiegato l’ex Sel – resta il rapporto con lo Stato e affermiamo con chiarezza che non possiamo più permetterci di subire il prelievo sugli accantonamenti». Il capogruppo Sdp ha ribadito l’urgenza di un master plan per le zone interne e sul Reis ha invitato alla prudenza evidenziando che serve del tempo perché il meccanismo entri a regime («con il reddito di inclusione sociale daremo continuità ai sussidi e potremo sostenere percorsi per far uscire i beneficiari dalla povertà estrema»).

Daniele Cocco ha proseguito con un invito ai consiglieri della minoranza («denunciate le marchette una per una e consigliere per consigliere, perché sono cose indegne e illegittime») e con un appello all’assessore Raffaele Paci: «Basta ritardi sulla spesa dei fondi destinati ad attenuare autentici drammi personali e sociali».

Il consigliere del centrosinistra ha quindi concluso il suo intervento ricordando l’incontro della conferenza dei capigruppo con i cosiddetti lavoratori in utilizzo: «Abbiamo fatto leggi con poste immediatamente spendibili e i lavoratori ci dicono che un funzionario dell’assessorato ha bloccato l’iter, verificheremo quanto sta accadendo all’assessorato del Lavoro perché tali situazioni non possono più verificarsi».

Dopo l’on. Daniele Cocco ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Da questa finanziaria si capisce che la giunta non ha ben compreso la quantità e la qualità dei problemi della Sardegna e noi che abbiamo contatto quotidiano con la Sardegna non possiamo che riscontrare la disperazione e soprattutto dei giovani, afflitti dal problema della disoccupazione». Per l’oratore «i finti accordi con lo Stato italiano e il ritiro della vertenza delle entrate producono il risultato che le entrate sono virtuali. Non ci sono le risorse sufficienti per le politiche che soddisfino i bisogni reali della Sardegna». Rivolto all’assessore Paci, l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Non ci sono in questa finanziaria interventi seri e lungimiranti sulle attività produttive, il turismo e l’agricoltura, ovvero i settori che possono prendere per mano l’economia dell’Isola. E nulla state facendo per fronteggiare il dramma del non lavoro e per fermare la fuga dei giovani».

Nella discussione generale sulla manovra è intervenuto poi l’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, che ha detto: «E’ vero come dice l’opposizione che gli indicatori di crescita della Sardegna non sono brillanti. E’ un’ovvietà, lo sappiamo.  Ma non è pensabile che i mali della Sardegna possano essere imputati a questa maggioranza o a questo governo. Vediamo qualche dato: la disoccupazione sarda è al 15,9 contro il 18 del Mezzogiorno. Il tasso di occupazione sardo è al 52 contro il 44 del Mezzogiorno. Ancora: rispetto al 2014 c’è stato un timido miglioramento perché la disoccupazione sarda era al 19 per cento quindi è scesa di tre punti. Sono aumentati di 38 mila unità gli occupati, anche grazie ai voucher, certo e possiamo discutere di tutto. Anche di questo strumento. Ma i dati ufficiali sono questi e sono certificati».

L’esponente del Pd ha aggiunto: «Invece di seguire le piccole cose avremmo dovuto in passato occuparci delle grandi questioni della Sardegna. Oggi noi ci stiamo provando su tanti temi, sulla sanità e non solo. E tutto senza aumentare mai Irpef e Irap, con sgravio totale per le nuove imprese».

Ha parlato poi l’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia: «La visione di Sardegna che ha appena presentato l’on. Cocco deve essere il frutto di qualche istituto di ricerca a lui ben noto. Ma i dati dell’Istat parlano di ben altro. Se noi togliamo il lavoro stagionale, quello precario e quello temporaneo il dato dell’occupazione è ben altro, purtroppo. Lasciate a noi il lavoro dell’opposizione: voi non potete essere insieme partiti di lotta e di governo perché non avete sistemato ancora bene i  vostri conti dentro la maggioranza. Così è stato per il vostro rimpasto, effettuato al ribasso per vostra stessa ammissione. Non siete credibili: non c’è stata una sola vostra riforma che abbia sortito effetto positivo per la Sardegna. Cosa c’è dietro la vostra proposta di assegnare 200mila euro alla formazione degli architetti di Cagliari o 75mila euro per le biblioteche private, 70mila euro per gli ufficiali di stato civile e dell’anagrafe, 100 mila euro per l’Eurispes? Ma di cosa stiamo parlando».

Per la Giunta l’assessore Paci ha detto: «Questa è la terza finanziaria e sono abituato ai ruoli e al clima. Non mi pare che la giunta o la maggioranza abbiano detto di aver risolto tutti i problemi. A chi serve tutto questo? E’ arrivato il momento di smettere questo atteggiamento. Noi dobbiamo farci carico dei problemi dell’oggi e di quelli ereditati. E il tempo per il consenso non sempre coincide con quello del buon governo, come ha detto l’on. Paolo Zedda questa mattina. I problemi delle persone sono quelli del lavoro e la ripresa è molto più lenta di quello che avremmo auspicato. Sono d’accordo, la macchina amministrativa va riformata fortemente. Ma tante cose sono state fatte. Prima abbiamo messo in sicurezza il bilancio con l’abolizione del patto di stabilità e le norme di attuazione. Ora affrontiamo il tema degli accantonamenti. Il patto con il governo ha valenza nel triennio e dal 2018 chiediamo che gli accantonamenti per la Sardegna siano drasticamente ridotti».

Il vicepresidente della Giunta ha parlato degli «interventi generali sul lavoro e sull’economia del governo Renzi ma gli effetti sono poi diversi in ogni territorio. Noi chiediamo di poter fare le nostre politiche per la Sardegna con le nostre risorse. Non dobbiamo dare discredito alla politica, dobbiamo far sapere che tutti noi abbiamo a cuore il bene comune, come ha detto questa mattina l’on. Stefano Tunis. Il futuro ci comprende tutti: centrodestra, centrosinistra e cittadini. Dobbiamo dare risposte con questa finanziaria».

Chiusa la discussione generale l’on. Pietro Pittalis ha chiesto alla presidenza di indicare le modalità di presentazione degli emendamenti. Il vicepresidente Lai ha confermato che il termine è fissato per mercoledì 22 marzo, alle 14.00.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il vicepresidente Eugenio Lai ha poi dichiarato chiusi i lavori che riprenderanno proprio con l’esame della manovra finanziaria martedì 28 marzo, alle 10.00.

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Una delegazione dei lavoratori in utilizzo provenienti da diversi territori della Sardegna, è stata ricevuta dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale.

Al termine dell’incontro il vice presidente dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha detto che «in tempi brevi la commissione Lavoro del Consiglio effettuerà una verifica incrociata, coinvolgendo l’assessore del Lavoro Virginia Mura, i tecnici dell’assessorato, i lavoratori e le organizzazioni sindacali per capire cosa non ha funzionato nell’assegnazione ai Comuni sardi dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” (una platea di circa 400 unità con una retribuzione media di 700 euro, suddivise in 89 Comuni) ed individuare le soluzioni più efficaci».

Eugenio Lai ha ricordato, fra l’altro, che il Consiglio ha assicurato, per l’impiego dei lavoratori, una consistente copertura finanziaria di circa 5.5 milioni, che potrà essere ulteriormente incrementata fino a 6 milioni (in sede di assestamento successivo alla Legge di stabilità 2017), per garantire la continuità del servizio nell’arco dei 12 mesi dell’anno.

I rappresentanti dei lavoratori, tutti provenienti da percorsi professionali molto travagliati, hanno messo l’accento con molta preoccupazione sul fatto che, a fronte della disponibilità delle risorse, solo pochi Comuni hanno formalmente effettuato le assunzioni, segno che «non basta la disponibilità delle risorse se poi mancano indirizzi coerenti e chiari per la loro gestione, probabilmente a causa di interpretazioni differenti della normativa da parte dei tecnici dell’assessorato e della dirigenza delle amministrazioni locali».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo del Pd Pietro Cocco, dell’Udc Gianluigi Rubiu, di Forza Italia Pietro Pittalis e dei Riformatori Attilio Dedoni. Cocco ha assicurato che la commissione Lavoro accerterà «cosa non ha funzionato nell’applicazione di una legge regionale, fermo restando che il Consiglio ha fatto per tempo la sua parte e che i Comuni conoscono certamente la normativa e gli spazi che offre, anche in termini di flessibilità».

«Anche come minoranza – ha garantito Gianluigi Rubiu – noi saremo sempre al fianco dei lavoratori, sottoposti ad una mortificazione continua a causa di problemi burocratici che ormai si verificano sempre più spesso», mentre Pietro Pittalis ha espresso disappunto per la consuetudine del «parlarsi fra sordi che caratterizza in negativo l’azione dell’amministrazione regionale.» Attilio Dedoni, infine, ha rassicurato i lavoratori sulla «volontà comune della commissione, al di là delle appartenenze, di chiudere la partita una volta per tutte e trovare una soluzione definitiva».

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Si è concluso con la definizione di una precisa “agenda” di lavoro l’incontro della conferenza dei capigruppo, presieduta dal vice presidente Eugenio Lai, con una delegazione l’Aiea e la partecipazione degli assessori della Sanità Luigi Arru e dell’Ambiente Donatella Spano.

L’“agenda” prevede il proseguimento dell’istruttoria per inserire l’area di Ottana fra i siti nazionali delle bonifiche, accelerazione dei lavori del tavolo tecnico presso l’assessorato della Sanità per mettere a punto le migliori prestazioni sanitarie e medico-legali per i pazienti, approfondimento a tutto campo della materia dell’amianto attraverso una specifica riunione del Consiglio regionale aperta ai contributi della comunità scientifica ed alle esperienze dei lavoratori.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti dell’Aiea hanno particolarmente insistito sulla necessità di concludere in tempi brevi i lavori del tavolo tecnico incaricato di mettere a punto protocolli e procedure comuni a tutto il servizio sanitario regionale perché, ad oltre 10 anni di distanza dall’istituzione del registro dei pazienti colpiti da patologie collegate all’amianto, la “platea” degli iscritti (poco più di 1.300) è ancora troppo bassa rispetto alla realtà dei grandi insediamenti industriali (da Assemini a Porto Torres ad Ottana) in cui migliaia di lavoratori (molto probabilmente più di 50.000 negli anni) sono venuti a contatto col pericoloso materiale, contraendo gravi malattie tumorali al termine di un lungo periodo di incubazione.

Molti malati, purtroppo, hanno perso la vita (120 negli ultimi anni, 30 nel solo 2016) ma sono ancora tantissimi, è stato ricordato, quelli che attendono una risposta dalle Istituzioni, in termini di prestazioni sanitarie e di diagnosi precoce, ma anche di tutela medico legale e previdenziale e di miglioramento della qualità di vita.

«Quello di lavorare secondo metodologie unitarie e interdisciplinari assicurando un alto livello della qualità dei servizi – ha dichiarato l’assessore delle Sanità Luigi Arru – è il modello che abbiamo scelto per riorganizzare la sanità sarda e intendiamo applicarlo anche a questi pazienti particolari; ribadisco tutto il mio impegno, quindi, per favorire la conclusione dei lavori del tavolo tecnico e cominciare a lavorare secondo i nuovi standard».

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha affermato, fra l’altro, che l’azione della Regione è ispirata al principio “chi inquina paga”, per cui, anche tenendo conto dei requisiti previsti dal ministero dell’Ambiente, «l’inserimento di Ottana fra i siti nazionali di bonifica è una battaglia giusta che sosterremo in tutte le sedi istituzionali». Per quanto riguarda le bonifiche extra-industriali la Spano ha ricordato la significativa disponibilità di risorse già impiegate (40 milioni) e ancora da spendere (25 milioni) per la bonifica del patrimonio edilizio pubblico (comprese le reti idriche) e privato per il quale però, ha precisato, «stiamo studiando una forma di incentivo perché al momento la rimozione delle coperture deve essere seguita dalla ricostruzione e in molti casi abbiamo incontrato difficoltà».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo Daniele Cocco (Sdp), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Angelo Carta (Psd’Az), Gaetano Ledda (Misto), Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Pietro Pittalis (Forza Italia) e la consigliera del Pd Daniela Forma.

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E’ proseguito stamane, in Consiglio regionale, la discussione generale sulla “Legge di stabilità 2017” iniziata ieri sera.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il dibattito sui disegni di legge n°393 e 394 (Legge di stabilità 2017-Bilancio di previsione triennale 2017-2019).

Il presidente ha dato la parola al primo consigliere iscritto a parlare, Stefano Tunis di Forza Italia.

Nel suo intervento Tunis ha fatto un riferimento generale al quadro politico affermando che «c’è un grande disagio che va aumentando fra politica e società sarda, con comportamenti che vanno anche al di là dell’ordine e della sicurezza perché la povertà entra in una quantità enorme di famiglie sarde ed oggi non basta più nemmeno il poco lavoro». Secondo Tunis quindi questo tema «dovrebbe essere al centro del nostro dibattito invece è un elemento che manca nei documenti della Giunta e della maggioranza i quali, sul punto, si limita ad uno spostamento di risorse, più orientato a riequilibri interni al centro sinistra, incapace di cogliere la disponibilità delle opposizioni a entrare nel merito delle questioni per fare fronte comune contro questo disastro che si sta abbattendo sulla Sardegna». Rivolgendosi alla maggioranza il consigliere di Forza Italia ha fatto un richiamo «alla responsabilità e ad una valutazione critica delle scelte di bilancio perché non si percepisce il miglioramento di alcun indicatore economico ed anzi, per esempio, il settore edilizio denuncia una perdita di 10.000 addetti ed in tutta Italia si registra il fallimento delle politiche del governo Renzi riproposte pedissequamente in Sardegna». I pochi indicatori positivi sulla trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, ha osservato Stefano Tunis, «sono frutto della decontribuzione e si sono sgonfiati in breve tempo; insomma, se dopo due esercizi non ci sono differenze apprezzabili nella strategia e non c’è alcun miglioramento della situazione economica occorre chiedersi cosa sta a fare la Giunta sui suoi banchi».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Oscar Cherchi ha lamentato di essere «costretto a ripetere la solita cantilena che però riflette la realtà dei fatti e i fatti dicono che per la terza volta la Regione è in esercizio provvisorio e questo ritardo lo paga molto caro tutta la Sardegna: le fasce più deboli, le imprese e le famiglie che continuano ad attendere invano qualche novità». La nostra Regione, ad avviso di Cherchi, «non solo è in ritardo su tutto ma arretra in modo preoccupante nel confronto con l’Italia e l’Europa, a cominciare dalla disoccupazione giovanile e dalle infrastrutture che dopo 3 anni restano al palo nonostante il mutuo; alcuni dati, in particolare, appaiono molto gravi, dal Pil pro capite all’istruzione al funzionamento della pubblica amministrazione, ciò significa che la politica della Giunta nel suo complesso ha causato un disastro che ha riportato la Sardegna indietro». Ecco la ragione più profonda, ha ricordato il consigliere, «delle continue proteste di tanti settori della società sarda a cominciare dal Piano di sviluppo rurale con cui si è voluto demonizzare il passato senza portare un minimo di crescita». Questa finanziaria, ha aggiunto Cherchi, «è per l’ennesima volta la solita lista della spesa che soddisfa alcune necessità della maggioranza ma resta slegata dai reali problemi della Sardegna e, quando l’opposizione ha fatto qualche proposta, la maggioranza si è girata dall’altra parte: dalle entrate al Piano casa (con la legge edilizia che non ha prodotto nulla), dagli Enti locali ai trasporti, per finire con la sanità, sempre più lontana dai bisogni dei Sardi».

Il consigliere dell’Udc Alfonso Marras ha sottolineato in apertura il notevole ritardo e l’omissione «delle tante incompiute della Regione: non si fa cenno ad 80.000 persone che sopravvivono grazie ad ammortizzatori sociali, il riferimento ai record del turismo trascurano la grave crisi del nord Sardegna e di Alghero che non riesce più a destagionalizzare, si minimizzano i costi dell’insularità per il sistema economico, l’impatto negativo della vertenza entrate ancora molto aperta e dal cui esito dipende ogni possibilità di ripresa della Sardegna, la realtà del sistema sanitario dove la mancata riorganizzazione della rete ospedaliera ha ingolfato il sistema con danni ancora più gravi per le zone interne senza risparmi apprezzabili». Mancano in altre parole, a giudizio del consigliere dell’Udc, «interventi per lo sviluppo e la tutela dell’ambiente in chiave turistica, non ci sono novità per l’economia regionale ma solo un elenco di voci finalizzate a mantenere i costi della gestione ordinaria».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ha sottolineato che il dibattito si svolge «in un’Aula sguarnita e distratta, specchio della Sardegna guidata dalla Giunta dei professori che fa tanti annunci cui non fanno seguito risultati concreti, nel sostegno alla crescita delle imprese ed al benessere delle famiglie». Nel recente opuscolo che raccoglie l’attività di metà mandato, ha dichiarato Tedde, «ci sono 53 pagine di propaganda e di cose non fatte contrabbandate come importanti realizzazioni ed inoltre, nella stessa relazione della Giunta che accompagna questa Legge di stabilità, si parla di segnali di ripresa che, però, nessuno vede: anzi i fallimenti sono aumentati del 26%, hanno chiuso 297 aziende edili con 6.500 posti di lavoro in meno, sulla lotta alle povertà il nuovo strumento del Reis (con una copertura di 30 milioni) è del tutto inattuato anche secondo i Comuni, mancano una selezione delle priorità e l’indicazione di una strategia forte per contrastare la crisi». In Sardegna, ha continuato Tedde, «si avvertono vuoti clamorosi nella lotta alla disoccupazione giovanile e nel sostegno di quanti hanno perduto il lavoro, mentre  si trascura il fenomeno dello spopolamento delle zone interne che sarà una delle piaghe peggiori per la Sardegna del domani». Soffermandosi sulla situazione col Governo, Tedde ha sottolineato che, unico caso in Italia,  la maggioranza ha chiesto le dimissioni con un’interrogazione dell’assessore alla sanità.

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), nel suo intervento,  ha detto che «nella legge di stabilità si legge che tutto va bene» ed ha evidenziato che sono stati riservati alle priorità indicate dal Consiglio 25 milioni di euro dove «sono state inseriti il restauro del campanile del paese fino alle vertenza del pecorino romano». A proposito della questione del prezzo del latte, l’esponente della maggioranza ha affermato che «la soluzione adottata è quella dei soliti sussidi mentre sarebbe stato meglio introdurre il credito di esercizio per i pastori e istituire una task force per aggredire le criticità della filiera, caratterizzata da debolezza imprenditoriale, inadeguatezza dei dirigenti delle aziende di trasformazione e commercializzazione». Anedda ha inoltre insistito sulle misure contro spopolamento e disoccupazione: «Ma  non bastano i terreni ai giovani, serve accompagnarli nella conoscenza del mercato e dei prodotti, ed è su questo che deve  impegnarsi la Regione non nel finanziamento delle associazioni di categoria e delle agenzie regionali improduttive».

Il consigliere della sinistra ha definito il settore dell’agroalimentare, della cultura e del turismo «il nerbo del sistema economico sardo» ed ha manifestato apprezzamento per gli investimenti delle multinazionali in Sardegna. «I dati sull’occupazione sono buoni – ha affermato Anedda – ma i dati Inps dicono che siamo una Regione assistita, con una pubblica amministrazione esempio di inefficienza anch’essa gravata da compiti impropri di ammortizzatore sociale: in pratica le imprese sane lavorano anche per quelle malate coperte di debiti». Il capogruppo del Misto ha concluso ricordando che la sinistra è l’unica forza di maggioranza fuori della Giunta.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto-Sdp) ha ricordando i tempi della sua specializzazione a Boston ha affermato di aver capito «che è necessario investire sull’istruzione». «La prova – ha aggiunto l’esponete della maggioranza – è che quelle nazioni povere che hanno puntato sulla scuola  sono oggi quelle  che crescono di più nel mondo». Per Paolo Zedda un buon amministratore deve essere capace di fare politica anche rinunciando a quote di consenso e – a suo giudizio – le riforme di sistema fatte dal centrosinistra sono un dato positivo sebbene abbiano bisogno di di tempo per essere realizzate. Il consigliere del centrosinistra ha dichiarato apprezzamento per la riforma dei servizi per l’impiego e l’istituzione dell’Aspal («abbiamo fatto una riforma coraggiosa ed abbiamo fatto bene, prima regione d’Italia, seguendo il modello europeo»). Paolo Zedda ha quindi difeso il cosiddetto Reis («aiuta individui che a loro volta aiutano la società») ed ha ricordato l’emigrazione dei giovani sardi che vanno all’estero in cerca di lavoro e futuro («la povertà è diffusa e lo sviluppo è ancora sbilanciato a vantaggio delle coste ma se non si mettono in campo correttivi efficaci la Sardegna rischia di scomparire»). L’esponete Sdp ha quindi concluso lamentando un troppo basso livello di istruzione in Sardegna («siamo fra i popoli con livello di istruzione più basso») e per quanto attiene il confronto con lo Stato – a giudizio di Paolo Zedda – per le questioni finanziarie e della entrate va rinnovato di anno in anno “perché cambiano gli scenari e i confini di azione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha chiesto, provocatoriamente,   più coraggio all’opposizione e ha detto  che i mali della Sardegna sono responsabilità del centrodestra. «Adesso però – ha proseguito – andiamo avanti e guardiamo al futuro partendo dalla relazione di Sabatini, che parla di programmazione unitaria ma se prendiamo le tabelle emerge che a metà del ciclo le cifre passano da 1.76 al 10% per la spendita dei fondi comunitari». «Sulla vertenza entrate – ha affermato Truzzu – assistiamo alla conversione del centro sinistra,  dalla leale collaborazione all’ annuncio, fino alla perdita secca di 700 milioni di euro per effetto del ritiro dei ricorsi dei ricorsi». L’esponente della minoranza ha evidenziato che «i manager della Sanità prevedono una crisi di liquidità in primavera mentre avanza buco di altri 300 milioni». Sulla questione del reddito di inclusione sociale, Paolo Truzzu, ha ricordato la delibera del Comune di Sorgono che ne ha chiesto l’abrogazione «perché al livello locale non si riesce a spendere un euro».

Agricoltura, trasporti, spopolamento delle zone interne sono – a giudizio del consigliere di FdI – le questioni nelle quali emergono le maggiori criticità del governo del centrosinistra. «Per non dimenticare il lavoro e Aspal – ha concluso Paolo Truzzu –   che in Sardegna è fatto per il 10% di voucher».

Dopo l’on. Truzzu ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Misto), secondo cui «la Finanziaria è l’atto più politico del Consiglio regionale ed è per questo che non sono contento che la Giunta sia oggi rappresentata dal solo assessore del Bilancio. Chiedo formalmente che tutta la Giunta sia presente nella discussione degli emendamenti. Emerge dalle audizioni una situazione economica addirittura peggiore da quella che si scorge dai dati e che è percepita come peggiore anche rispetto alle regioni del Sud Italia. Molto dipende dalla crisi della monocultura industriale sarda e dal taglio dal 2011 della spesa pubblica verso le regioni e gli enti locali. I Comuni sono stati costretti ad aumentare le tasse e la Regione è diventata l’unica fonte di trasferimento ai Comuni». L’oratore ha aggiunto: «Io non considero chiusa la vertenza entrate perché non considero chiusa la vertenza con lo Stato. Quanto alla spesa pubblica, l’introduzione del bilancio armonizzato ha cambiato del tutto il tema degli accantonamenti e credo che sia necessario considerare sempre aperto il braccio di ferro con lo Stato».

A seguire per Forza Italia ha parlato l’on. Alessandra Zedda, che si è rivolta all’assessore Paci per denunciare il blocco della spesa pubblica della Regione. «I cittadini non ne possono più e ogni giorno sollecitano i pagamenti. Non è il caso di sottovalutare le loro reazioni, che mi auguro non ci siano mai». L’ex assessore della giunta Cappellacci ha chiesto un intervento sulle attività produttive e ha giudicato «negativamente le riforme della Sanità. A sentire le voci non si fa peccato: è vero o non è vero che Moirano deve andare via a giugno, come si dice? Mi auguro di no perché sennò questa riforma così bella non la porteremo avanti. Nella Asl 8 si contano appena 15 determinazioni, giusto per capirci. Negli altri settori non va certo bene, come la legge 7 e l’innovazione: oggi la Sardegna è ben lontana dall’obiettivo europeo del 3 per cento visto che dedichiamo all’innovazione lo 0,7 per cento del Pil e per il numero degli occupati indossiamo la maglia nera nel settore hi tech a livello europeo. Assessore Paci, vogliamo continuare con i convegni e le consulenze sul tema dell’occupazione?».

Per l’on. Emilio Usula (Rossomori) «questa finanziaria è inadeguata anche perché non sono state individuate con coerenza le criticità e i bisogni da colmare.   E non ci sono le risorse finanziarie anche perché questa giunta ha rinunciato ai ricorsi contro lo Stato. Ma non solo: nemmeno le risorse nelle casse della Sfirs, che pure l’assessore Raffaele Paci aveva promesso di sbloccare proprio a marzo 2017, sono ancora disponibili. Assessore Paci, dov’è il rilancio e dove sono i nuovi posti di lavoro? Dove sono gli effetti positivi della riforma della Sanità? E se parliamo di istruzione, vogliamo dire che siamo in una condizione disastrosa e andiamo oggi al terzo esercizio finanziario di questa legislatura, evidentemente con responsabilità chiare della Giunta. Questa manovra finanziaria non è all’altezza delle aspettative dei sardi».

Il vicepresidente del Consiglio, Eugenio Lai, ha sospeso la seduta per esigenze sopravvenute tra le quali un incontro con l’Associazione sarda Esposti all’amianto. I lavori del Consiglio regionale riprendono questo pomeriggio.

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I consiglieri ex Sel, Daniele Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto, insieme all’eletto nelle liste dei Rossomori, Paolo Zedda, hanno costituito in Consiglio regionale il nuovo gruppo politico “Sinistra per la democrazia e il progresso” che, al livello italiano, fa riferimento al nuovo movimento “Articolo  1 – Democratici e Progressisti” promosso dagli ex Pd, Roberto Speranza ed Enrico Rossi e Arturo Scotto, già Sinistra italiana.

A guidare il nuovo raggruppamento consiliare, che conferma l’adesione al centrosinistra ed il sostegno alla Giunta Pigliaru, sarà Daniele Cocco (già capogruppo di Sel) che, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha illustrato le priorità di Sdp: «Vogliamo dare un spinta e un’accelerazione sui temi chiave del lavoro, della lotta alle povertà e per realizzare il master plan delle zone interne, perché tutti i cittadini sardi devono avere medesimi diritti, ad incominciare da quello alla salute, e uguali condizioni di accesso ai servizi». Daniele Cocco ha inoltre definito “irrinunciabile” il principio sancito con la legge di riforma degli Enti locali che stabilisce la cosiddetta perequazione tra i territori e i cittadini della Sardegna.

«Oggi non nasce solo un nuovo gruppo consiliare ma un nuovo percorso politico, più aperto e che porta con se le antiche battaglie per far crescere la Sardegna» ha dichiarato Eugenio Lai che ha insistito sulla disponibilità al confronto con tutte le anime del centrosinistra («vogliamo confrontarci sui temi e sui diritti per realizzare una Sardegna più equa e solidale»). Eugenio Lai ha inoltre auspicato l’approvazione entro la fine della Legislatura della nuova legge sull’istruzione.

Paolo Zedda ha spiegato la sua adesione al gruppo Sdp ed ha però confermato l’iscrizione al partito dei Rossomori («resto un indipendentista progressista») indicando come priorità di legislatura la riscrittura dello Statuto, una legge per la tutela e la salvaguardia del patrimonio immateriale della Sardegna (lingua, arte e cultura), la risoluzione della questione energetica e il Master plan per le zone interne.

Un allargamento del gruppo è stato, dunque auspicato da Luca Pizzuto (ex segretario regionale Sel) che ha parlato di raggruppamento “provvisorio” pronto al confronto con il “frastagliato mondo della sinistra in Sardegna”. Pizzuto confermando come riferimento nazionale “Articolo 1 – Movimento dei democratici e progressisti” ha precisato inoltre che “Sinistra per la democrazia e il progresso” lavora con l’obiettivo di creare nell’Isola un soggetto “autonomo e federato”.

Ha partecipato all’incontro con i giornalisti, anche il neo assessore della Cultura, Giuseppe Dessena, (indicato in Giunta dagli ex Sel di Sdp) che ha affermato di riconoscersi nella nuova compagine consiliare ed ha salutato con favore “il nuovo percorso politico” indicando come priorità nella sua azione al governo della Sardegna l’abbattimento dei livelli di dispersione scolastica.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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Gli stanziamenti inseriti dal ministro Martina nel cosiddetto “bando per gli indigenti” sono inaccettabili ed impongono alla Giunta ed al Consiglio regionale una risposta forte e determinata contro un provvedimento che, per l’ennesima volta, danneggia in modo pesantissimo i pastori sardi.

A dirlo è Eugenio Lai, consigliere regionale del neonato gruppo “Sinistra per la Democrazia ed il Progresso”.

«La gravissima crisi della pastorizia in Sardegna – aggiunge Eugenio Lai – richiede risposte immediate ed eccezionali, senza le quali si mettono a rischio di sopravvivenza non solo le filiere del latte e del pecorino, ma la stessa agricoltura sarda, settore primario e storico “pilastro” dell’economia regionale, su cui la Regione e la stessa Unione europea stanno investendo risorse ingenti. In altre parole – conclude Eugenio Lai -, senza un sostegno concreto e con appena qualche “elemosina” di Stato, pastorizia ed agricoltura non ripartono e rischia di fermarsi tutta l’economia sarda, un’eventualità che le Istituzioni autonomistiche non devono nemmeno prendere in considerazione.»

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Tre consiglieri regionali eletti nelle liste di Sinistra, Ecologia e Libertà, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto ed Eugenio Lai, hanno dato vita oggi al nuovo gruppo consiliare denominato “Sinistra per la democrazia e il progresso”, nel quale si riconosce anche il neo assessore della Pubblica istruzione e Cultura Giuseppe Dessena che ha sostituito Claudia Firino, sfiduciata qualche settimana fa proprio dai tre consiglieri.

«È in corso nella politica italiana e sarda un terremoto che ha disgregato partiti, comunità politiche e realtà sociali e dove risulta essere distrutto anche il centro sinistra nella forma in cui lo conoscevamo – scrivono in una nota i tre consiglieri e il neo assessore -. Tutto questo mentre nel mondo e in Italia avanzano populismi e fascismi in modo pericoloso e preoccupante. Non possiamo rimanere indifferenti a tutto ciò che succede intorno a noi e abbiamo il dovere di riconnetterci al nostro popolo e di ricostruire un centro sinistra e una sinistra moderna capace di futuro.»

«Per questo – aggiungono – oggi annunciamo la nascita di un nuovo gruppo consiliare che si chiama “Sinistra per la Democrazia e il Progresso”, a cui aderisce a titolo personale anche il consigliere Paolo Zedda, portando un patrimonio di contenuti e di valori che richiamano la storia della lotta per l’autodeterminazione della Sardegna e per l’affermazione della sovranità, elemento politico centrale per la riorganizzazione della nostra Regione e per l’avanzamento culturale e sociale. La scelta di chiamarci “Sinistra per la Democrazia e il Progresso” nasce dalla convinzione che il progresso nella logica capitalista del mondo della globalizzazione sia in realtà una logica di regresso per noi inaccettabile.»

«Crediamo invece che debba esserci una spinta di sinistra che metta al centro il tema della democrazia, a cui è stato fatto pagare un prezzo troppo alto in questi anni, il tema del lavoro e dell’autodeterminazione dei territori – sottolineano ancora Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Giuseppe Dessena -. Aderiamo (in modo non acritico) al Movimento nazionale Art.1 e aderiamo con intento di costruire e spostare a sinistra questa realtà che sta nascendo: riteniamo che sia necessario mettere al centro del dibattito il tema del lavoro e quello dei diritti, in una società che ormai svende i diritti e vede il lavoro non come strumento di emancipazione e di costruzione di autonomia e libertà, ma come mero strumento di sopravvivenza e di schiavitù.»

«Continuiamo il nostro percorso con intento di portare avanti battaglie e lotte contro la povertà e per il diritto alla felicita di tutti. In questo – concludono – ci riteniamo in processo, aperti e disponibili per costruire in modo paritario con tutte le realtà del centro sinistra e della sinistra un nuovo movimento politico proiettato verso il futuro.»

Luca Pizzuto.