25 December, 2024
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Manifestazione pacifista 4

Quattro consiglieri regionali, Paolo Zedda, Emilio Usula, Luca Pizzuto ed Eugenio Lai, hanno presentato un’interpellanza sulla condotta della Questura nella manifestazione di protesta dei pacifisti contro le basi militari svoltasi nei pressi del poligono militare di Teulada martedì 3 novembre e sugli scontri avvenuti durante la manifestazione medesima.

I quattro consiglieri regionali chiedono di interpellare il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per sapere:

  • se sia a conoscenza o meno dei “comprovati” motivi di sicurezza e di incolumità pubblica che hanno indotto la Questura di Cagliari ad una condotta apertamente ostile verso la manifestazione No Trident del 3/11/2015;
  • se sia a conoscenza o meno dei motivi che hanno portato all’inusitato dispiegamento di forze dell’ordine nella zona presso il suddetto poligono e i motivi che hanno portato allo scontro tra manifestanti e forze dell’ordine;
  • se intenda o meno promuovere in tutte le sedi competenti le opportune iniziative al fine di verificare la leggittimità dell’operato della Questura di Cagliari inerente la manifestazione contro le esercitazioni e le basi militari svoltasi a Teulada in data 3/11/2015;
  • quali azioni istituzionali intenda attivare la Giunta al fine di garantire ai cittadini sardi la libera espressione del dissenso in tema di servitù militari in condizioni di sicurezza e per ripristinare un adeguato clima al riguardo privo di tensioni.

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Palazzo del Consiglio regionale A

Il presidente del Consiglio regionale in apertura della seduta odierna ha comunicato all’Assemblea la notifica della sentenza del Tar con cui è stato accolto il ricorso di Giovanni Satta, candidato nella lista Uds, contro Gianni Lampis, candidato con la lista Fdi e proclamato eletto in sostituzione del decaduto Modesto Fenu. Dopo la lettura del dispositivo della sentenza il presidente ha sospeso la seduta per consentire la riunione immediata della Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha letto all’Assemblea la delibera della Giunta per le elezioni con cui si prende atto della sentenza del tribunale amministrativo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha informato il Consiglio della presenza di una delegazione di dipendenti della ”flex-security” e di “garanzia giovani”, eventualmente in coda ai lavori della giornata.

Il presidente Ganau ha assicurato che del problema saranno investiti i capigruppo e, subito dopo, ha avviato la discussione generale sul primo punto all’ordine del giorno, il Dl n. 172 (“Interventi urgenti a favore di privati e attività produttive danneggiati a seguito di eventi calamitosi in Sardegna”) dando la parole alla relatrice Daniela Forma (Pd).

Nel suo intervento, Forma ha ricordato che il provvedimento è stato approvato in commissione all’unanimità sottolineando che «è stato concepito per sostenere le attività produttive e le persone colpite da calamità naturali». Il testo tuttavia, ha spiegato, «presentava alcune criticità ed è stato in parte rivisto introducendo nuovi elementi di semplificazione e di armonizzazione con la normativa di riferimento nazionale ed europea». Ora la Sardegna, ha aggiunto Forma, «ha una legge organica dopo la gravissima alluvione del 2013 e la nuova disciplina dell’intervento pubblico renderà più tempestive le azioni della prima fase post-calamità ma anche di far ripartire l’economia dei territori». La legge, ha concluso, «assegna una particolare attenzione all’eliminazione di alcuni passaggi burocratici, anche attraverso la creazione di un fondo unico in cui confluiranno risorse pubbliche di diversa provenienza e donazioni di privati».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha espresso parziale soddisfazione per il provvedimento scaturito, ha ricordato, «da una mia interrogazione del 4 settembre cui non è stata data ancora risposta; la legge, è vero, dà un po’ di respiro ma occorre ricordare che sono tante le infrastrutture pubbliche danneggiate che non sono state ripristinate, serve quindi la sollecita individuazione di nuove risorse per riportare funzionalità nei Comuni interessati».

Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha manifestato invece la sua soddisfazione «perché la legge colma un grave vuoto legislativo con una norma ben strutturata, superando la logica degli interventi ad hoc, fermo restando che il Consiglio dovrà comunque tornare su questi problemi forte delle esperienze fin qui maturate (anche se in circostanze negative) non ultime quelle legate alla gestione degli aiuti privati e di associazioni, rimasti bloccati per quasi due anni a causa di questioni burocratiche». Ora la Regione, secondo Tendas, «potrà intervenire in modo molto più tempestivo e, in quest’ottica, abbiamo presentato un emendamento finalizzato a consentire ai Comuni di superare i vincoli del patto di stabilità perché, se manca questo passaggio, rischiamo di rendere la norma poco efficace».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo in luce alcune criticità «che esistono oggettivamente anche se abbiamo votato a favore ritenendo prevalente l’esigenza di stringere quanto più possibile i tempi di intervento». In particolare, ha sottolineato Locci, «manca ancora il regolamento per questa tipologia di interventi annunciato già in occasione della finanziaria ed è necessario perché se non eroghiamo le risorse disponibili (1 milione) entro il 31 dicembre saltiamo un intero anno e non è tollerabile». A questo punto, ha suggerito il consigliere, «dobbiamo affrontare con decisione il problema di un Consiglio che approva le leggi per tempo, in questo caso, senza che però alle stesse non viene data attuazione dalla burocrazia regionale; il vizio di origine è il pareggio di bilancio e gli altri effetti negativi a cascata si vedranno molto presto».

Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ha affermato che «il gioco delle parti regge fino ad un certo punto ma in questo caso occorre superarlo e lavorare con senso di responsabilità, colmando un vuoto normativo che è di anni e non solo di sette mesi». «La legge è importante – ha detto ancora Lai – non incide sono su questo anno solare ma durerà nel tempo come strumento normativo di grande innovazione rispetto al passato mentre, nel frattempo, va ricordato che l’assessore dell’Ambente e la Protezione civile hanno operato bene, i Sindaci sono stati costantemente informati, le istituzioni si sono mostrate concretamente vicine alle popolazioni, i tempi di intervento si sono drasticamente ridotti; c’è ancora molto da fare la Regione è partita col piede giusto».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha salutato con favore l’approdo in Aula del disegno di legge che norma gli aiuti ai privati colpiti dagli eventi calamitosi ed ha ricordato la scarsa preparazione dell’intera macchina regionale ad affrontare, in particolare nel 2013, i drammatici eventi alluvionali che hanno interessato numerosi territori della Sardegna, ad incominciare da Olbia e la Gallura. «Da allora – ha aggiunto il consigliere dei democratici – sono stati fatti passi in avanti, sia nell’organizzazione della protezione civile, che è stata messa alla prova anche di recente con l’ultima alluvione che ha interessato ancora la città Olbia, ed è per queste ragioni che esprimo, fin da subito, apprezzamento per la Protezione civile regionale e per l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano».

Meloni ha quindi rimarcato con tono critico l’assenza di una norma che regoli gli interventi a favore di cittadini e imprese ed ha ricordato che persino gli aiuti volontari arrivati alle amministrazioni locali hanno registrato difficoltà nell’erogazione per gli effetti dei vincoli del patto di stabilità («e ciò che è accaduto, ad esempio, nel comune di Olbia»).

L’esponente della maggioranza ha quindi definito “meno apprezzabile” lo stanziamento previsto per il 2015 che è pari a un milione di euro. «Solo nella città di Olbia – ha spiegato Meloni – i danni dei privati quantificati nel 2013 superano i cento milioni di euro ed è evidente quanto si piccolo lo stanziamento indicato nel Dl 172».

In conclusione del suo intervento, il consigliere del Pd, ha quindi ricordato l’approvazione unanime dell’ordine del giorno n. 3 del 28 aprile 2014 (sulla necessità di intervenire presso il Governo nazionale per concordare gli aiuti economici ancora non erogati e necessari per la ripresa economica delle famiglie, delle attività produttive e degli enti locali colpiti dall’alluvione del 18 novembre 2013, per la mitigazione dei rischi idrogeologici, e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici nelle aree a rischio idrogeologico) per affermare che rispetto ad allora la situazione non è mutata per ciò che attiene le «risposte attese dai privati siano esse famiglie o imprese«. «Molti di questi – ha aggiunto – hanno dovuto ricorrere all’indebitamento per rientrare nella disponibilità delle proprie abitazioni o per l’acquisto di una auto ed alcuni, sono stati interessati dalla recente alluvioni che ha interessato Olbia». Meloni ha concluso con un generale ringraziamento per l’operato del presidente Pigliaru e degli assessori Donatella Spano e Paolo Maninchedda ma – ha detto – serve garantire maggiore consistenza finanziaria al provvedimento.

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha riconosciuto «l’esigenza di un provvedimento normativo che regoli gli aiuti ai privati ma la norma deve essere congrua e proporzionata alle esigenze». «Oggi la montagna rischia di partorire un topolino», ha affermato l’esponente della minoranza, riferendosi alla dotazione finanziaria indicata nel testo del Dl 172 che è pari ad un milione di euro per l’annualità 2015. «Un milione di euro è un obolo», ha insistito Marco Tedde, «ed evidenzio l’ulteriore lacuna normativa rappresentata dall’assenza di interventi sul sociale, perché è noto che le calamità provocano danni materiali ma anche disagio sociale e psicologico».

«Una legge è dunque necessaria – ha concluso il consigliere Fi – ma lo strumento che andiamo da approvare è del tutto insufficiente e le lacune prima evidenziate meritano di essere colmate».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito una buona notizia l’imminente varo di una legge per regolare gli aiuti ai privati colpiti da calamità naturali che però- a suo giudizio – fa il paio con la cattiva notizia rappresentata dall’esiguità negli stanziamenti. (un milioni di euro per il 2015). L’esponete della minoranza ha quindi auspicato modificazioni anche per ciò che attiene la possibilità per i Comuni di poter erogare gli aiuti volontari ricevuti, escludendo tali somme dal tetto di spesa stabilito dal patto di stabilità.

Il capogruppo sardista ha inoltre proposto il riconoscimento di stanziamenti a favore anche delle amministrazioni comunali ed ha ribadito, ricordando l’approvazione della risoluzione in Quinta commissione, favore per l’istituzione del regime di zona franca nei Comun i colpiti da eventi calamitosi. Carta ha concluso preannunciando il voto favorevole al provvedimento.

Dopo l’on. Carta, ha preso la parola l’assessore Spano (Ambiente) che ha ricordato l’importanza del fondo istituito nella norma finanziaria ultima. L’esponente della Giunta ha detto: «La Regione non può che applicare le norme anche in caso di distribuzione di risorse a seguito di eventi calamitosi. Abbiamo bisogno di colmare il vuoto normativo che attualmente colpisce le aziende e i privati danneggiati. Con l’approvazione che auspico di questo disegno di legge ci mettiamo al passo con l’Emilia Romagna, unica regione italiana che ha superato questo vuoto normativo».

L’assessore ha anche aggiunto che «a sostegno delle persone e delle imprese ci sarà un contributo finanziario e non un risarcimento. Questo deve essere chiaro: nessuno Stato potrebbe far fronte a tutti i danni subiti in occasione di questi eventi. E’ la migliore risposta che possiamo dare alle associazioni di cittadini colpiti da alluvione negli ultimi tre anni, che ci hanno chiesto prima di tutto di approvare una norma a loro favore. Una norma non ad hoc ma a carattere generale e astratto, sempre attivabile in queste tristi occasioni. I cittadini sardi non saranno più lasciati soli dalla Regione. E lo stesso vale per le imprese, che stiamo incentivando verso la copertura assicurativa come raccomanda anche la Commissione europea».

Dichiarata chiusa la discussione, il presidente del Consiglio regionale ha messo in discussione l’emendamento 4, aggiuntivo rispetto all’articolo 1 (Pittalis e più), che è stato approvato e prevede che «in via prioritaria la legge sia applicata a favore dei sardi danneggiati nelle alluvioni del novembre 2013 e giugno 2014».

Approvato anche l’emendamento orale Manca e più che prevede la priorità del sostegno a favore dei soggetti privati che abbiano subito danni alle prime case.

L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha ricostruito la materia, così come è stata gestita negli anni passati e ha detto che «è elevato il rischio che questa legge generi ricorsi e controricorsi. I tempi potrebbero allungarsi notevolmente». L’articolo 1 quater è stato approvato.

Sull’articolo 2 l’Aula ha discusso l’emendamento 1 (a firma dell’on. Giuseppe Meloni, poi integrato da un emendamento orale), che prevede la possibilità per i Comuni, eventualmente bloccati dal patto di stabilità, di spendere in un momento successivo le risorse assegnate. Anche l’on. Forma si è espressa a favore e così, sempre dai banchi del Pd, l’on. Roberto Deriu. Che ha detto. «Questo è il cuore della legge e bisogna dare un segnale molto forte ai Comuni, al di là di ogni dubbio».

Approvati anche gli articoli 3, 3 bis e 3 ter, 4.

L’on. Pittalis (Forza Italia) ha illustrato un emendamento sostitutivo all’articolo 4, «perché dal primo gennaio 2016 ci siano risorse immediatamente spendibili». Con il suo capogruppo il Pd ha espresso parere contrario all’emendamento Pittalis. «La demagogia è la sua, onorevole Pittalis, quando prevede dall’oggi al domani uno stanziamento da 20 milioni di euro».

Favorevoli all’emendamento Pittalis anche i capigruppo Attilio Dedoni e Gianluigi Rubiu. Quest’ultimo ha detto: «E’ chiaro che dobbiamo aiutare famiglie e imprese ma senza soldi questa sarà la legge dell’ovvio. Con quali risorse pagheremo i danni? Con un milione di euro?».

Il sardista Angelo Carta ha detto: «Fra tredici giorni è il secondo anniversario del ciclone Cleopatra: cosa porteremo di concreto alle popolazioni della Gallura? Non mi sembra che quei 20 milioni non possano essere uun impegno impossibile, non assumibile. Non stiamo ipotecando la prossima finanziaria ma tracciando la destinazione di un pezzo piccolo del prossimo bilancio».

L’on. Mario Floris ha segnalato la necessità che «il Consiglio regionale possa verificare sempre in diretta l’andamento della spesa della Giunta. Questo invece non è possibile oggi e dunque 20 milioni in questa circostanza possono essere moltissimi oppure pochissimi».

Secondo l’on. Alberto Randazzo “La legge ha un senso solo se ha le gambe per camminare”.

L’on. Oppi (Udc) ha detto che “i danni sono 650 milioni e dunque voterò contro perché un milione non serve a nulla.

L’emendamento Pittalis è stato respinto. Approvati invece l’articolo 4, l’articolo 5.

L’Aula ha poi approvato col voto finale (48 votanti, 32 favorevoli, 16 contrari) l’impianto di legge.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: DL n.267/A «Riconoscimento delle passività pregresse della Regione nei confronti di ARST Spa».

Il provvedimento varato dalla Giunta regionale riconosce oltre 31 milioni di euro di passività pregresse nei confronti dell’Azienda regionale dei Trasporti e ne autorizza il pagamento in tre diversi esercizi finanziari: 9,148 milioni di euro per il 2015, 11 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

«Si tratta di crediti maturati dall’Arst nel 2014 – ha spiegato il presidente della Quarta Commissione Antonio Solinas – questa situazione ha creato gravi disagi nella gestione dell’Azienda. Serve un intervento immediato, per questo il provvedimento è stato approvato all’unanimità dalla Commissione da me presieduta.»

Ha quindi preso la parola il consigliere dei Riformatori Michele Cossa: «Si tratta di un atto dovuto e atteso da molto tempo – ha detto Cossa – sarebbe però doveroso soffermarsi sul tema più ampio del trasporto pubblico locale che in Sardegna è in evidente sofferenza».

Il sistema dei trasporti, secondo il consigliere di minoranza, ha bisogno di investimenti importanti. «L’ultimo si è fatto nel 2006-2007 nella legislatura Soru con l’acquisto di 350 autobus. Il parco mezzi è obsolescente – ha ricordato Cossa – ciò si riflette sull’efficienza del servizio. La difficoltà nei trasporti hanno inoltre una forte incidenza sul fenomeno della dispersione scolastica».

Cossa ha quindi invitato la Giunta a riflettere sull’opportunità di riaprire il discorso sulla realizzazione della linea metropolitana di Cagliari e dell’Area Vasta: «Mi auguro che si possano reperire le risorse anche per il tronco verso Sestu. La Giunta ragiona invece su un depotenziamento, si parla di tagli per 8 milioni di euro».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso preoccupazione per l’esclusione della Sardegna dal piano di investimenti di RFI. «E’ inaccettabile – ha detto Zedda – soprattutto per una regione che vantava uno stabilimento come la Keller. E’ una battaglia da portare avanti ma la Sardegna non può farlo da sola. A Villacidro ci sono tutte le condizioni per creare un polo della meccanica».

La consigliera azzurra si è poi detta d’accordo sulla necessità di ripianare i debiti di Arst. «La legge deve essere applicata fino in fondo. Anche noi non siamo riusciti a sanare la situazione per il patto di stabilità. Speriamo che questo intervento non venga bloccato, chiediamo però che l’intera partita dei trasporti possa essere affrontata anche alla luce degli ultimi avvenimenti».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana che ha ringraziato Consiglio e Commissioni per la celerità con la quale hanno consentito alla Giunta di intervenire. «Abbiamo trovato una situazione difficile – ha ricordato Deiana – l’Arst vantava un credito di 90 milioni di euro nei confronti della Regione. Ne abbiamo già dato 60 e gli altri 31 si possono erogare solo con una legge perché si tratta di passività pregresse».

Sul parco mezzi, Deiana ha riconosciuto la necessità di un intervento: «E’ vero che gli ultimi autobus sono stati acquistati durante il Governo Soru. Noi abbiamo lavorato insieme alle altre regioni sul nuovo DPR per l’acquisto di materiale rotabile che oggi è all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni. Per la Sardegna prevede circa 24 milioni di euro, non tantissimi soldi ma sufficienti per iniziare il rinnovamento delle macchine».

Riguardo ai tagli, Deiana li ha definiti necessari per far fronte alla pesantissima situazione debitoria dell’Arst, mentre sulla partita RFI, segnalata da Alessandra Zedda, l’assessore si è detto d’accordo sulla necessità di combattere tutti insieme la battaglia. «C’è un deficit strutturale spaventoso – ha detto Deiana -, mancano in Sardegna l’alta velocità, l’elettrificazione delle linee, il doppio binario. Servono investimenti importanti, chiediamo di portarci almeno a un livello medio di infrastrutturazione. I costi superano il mezzo miliardo di euro. Per far tutto ne servirebbero 1,4».

Chiusa la discussione, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati all’esame dei tre articoli del provvedimento che sono stati votati in rapida successione.

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto che ha invitato la Giunta a mostrare la stessa attenzione nei confronti delle aziende di trasporto pubblico cittadino: «Nel momento in cui si fa un provvedimento così importante – ha detto Lotto – non bisogna dimenticare le altre aziende di Cagliari, Sassari e Nuoro che meritano la stessa considerazione»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (48 voti su 48 votanti).

I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio alle ore 16.00.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio ha esaminato la proposta di legge  256/A presentata dai consiglieri regionali Antonio Solinas, Demontis e più in materia di procedure di approvazione del piano di bacino e norme di prima applicazione (modifiche alla legge regionale n. 19 del 2006)

La proposta è stata illustrata dall’on. Demontis, secondo cui «la legge 19 del 2006 va modificata nel senso di conferire i poteri all’Autorità di bacino e non al Consiglio regionale, fatto salvo l’obbligo del parere della commissione consiliare competente».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e dopo che la Giunta si è espressa favorevolmente, l’Aula ha approvato gli articoli e poi, in ultimo, la legge con 27 favorevoli e 17 astenuti.

 A seguire, il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, ha preso la parola sulla presa d’atto della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza nell’ambito del POR FESR 2014-2020.

Anche la Giunta, con l’assessore Raffaele Paci, si è espressa favorevolmente sulla concentrazione degli interventi. Sul tema ha preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), che si è chiesto «vista l’importanza del tema se non sia il caso di far pronunciare sul punto l’Aula e non solo la commissione competente»  l’on. Locci si è detto perplesso sul metodo della programmazione, “un grande libro di sogni”. L’on. Manca (Pds) ha chiesto spiegazioni sul provvedimento al voto mentre l’on. Dedoni (Riformatori) ha contestato il metodo.

L’on. Sabatini ha riferito che la Giunta ha recepito tutte le indicazioni della Commissione Bilancio, da lui presieduta.

Al termine degli interventi, l’Aula ha approvato l’ordine del giorno di presa d’atto definitiva del documento. Il presidente ha poi dichiarato conclusa la seduta: il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il direttore generale del Corpo forestale della Sardegna, Gavino Diana, ha partecipato ai lavori della quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) nel corso di una audizione sulla nuova legge forestale.

«E’opportuno – ha detto Diana – che nella nuova legge sia inserita una norma che assegni i compiti di coordinamento dell’antincendio al Corpo forestale regionale; in larghissima parte sono attività che svolgiamo da sempre ma questo riconoscimento darebbe un forte impulso alla nostra specializzazione.»

Soffermandosi sul nuovo ruolo del Corpo, Diana ha ricordato che «gli incendi restano un problema ma, in questi anni, sono diminuite sia le superfici interessate dal fuoco che i temi medi degli interventi, risultati che non sarebbe stato possibile raggiungere senza un’azione di prevenzione ed un lavoro in profondità fatto di formazione, addestramento, innovazione, sperimentazione di nuove tecniche, mappatura e conoscenza del territorio, radicamento nella società sarda».

Il direttore generale ha poi sottoposto alla commissione alcune criticità che richiedono una certa attenzione del legislatore. La prima riguarda le sanzioni (fino a 2000 euro) che, a giudizio di Diana, «in casi abbastanza frequenti sono apparse sproporzionate rispetto alle condotte punibili» e, in secondo luogo, «occorre considerare che l’età media del Corpo è piuttosto elevata e ciò comporterà nel breve e medio termine l’uscita dal lavoro per la pensione di quote significative di personale».

Gavino Diana, infine, ha fatto un breve riferimento al dibattito nazionale legato al passaggio dei dipendenti del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. «In Sardegna – ha precisato – il Corpo forestale regionale non è forza di polizia anche se svolge alcune funzioni di polizia, quindi il probabile accorpamento non riguarda la nostra Regione né, per analogia, le altre Regioni a Statuto speciale».

Il responsabile regionale della protezione civile Graziano Nudda, nel suo intervento, ha condiviso l’osservazione del direttore generale della Forestale sulla necessità di attribuire al Corpo il coordinamento delle attività antincendio. «Abbiamo raggiunto un ottimo livello di collaborazione – ha osservato – e stiamo potenziando la nostra struttura per definire e circoscrivere meglio le aree di rischio e allerta; per il 2016 avremo pronta una nuova mappatura in base alla quale il territorio dovrebbe essere diviso in 20 zone di intervento».

«Grazie alla nuova struttura regionale di coordinamento – ha aggiunto Nudda – quest’anno abbiamo avuto meno codici gialli e arancioni, mentre i rossi hanno registrato la criticità massima; contiamo nei prossimi due anni di attrezzare al meglio il territorio regionale per le nostre esigenze completando l’installazione di pluviometri e idrometri per poter fare previsioni sempre più attendibili e monitorare con precisione molto elevata i fenomeni naturali.»

Dopo le due relazioni si è sviluppato un dibattito nel corso del quale hanno preso la parola il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, i consiglieri Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru di Forza Italia, Vanni Lampis di Fdi ed Eugenio Lai di Sel. Tutti, ma soprattutto Meloni, Lai e Peru che hanno ricordato le esperienze dei loro territori di provenienza in occasione di gravi comunità naturali, hanno messo l’accento sul grande lavoro della protezione civile regionale e sul miglioramento sia degli interventi che delle azioni di prevenzione.

Il presidente della commissione, Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha assicurato che nella nuova legge sarà precisato con chiarezza che il coordinamento dell’antincendio sarà attribuito al Corpo forestale regionale. Solinas ha poi sollevato il problema dell’aeroporto di Fenosu dove la Regione ha investito risorse molto significative. «Si tratta di una infrastruttura – ha sostenuto – che, anche per la sua posizione baricentrica può avere un ruolo nelle campagne anticendi».

Sul punto il responsabile della protezione civile Nudda che detto che «pur essendo più corta di circa 300 metri per una certa tipologia di velivoli, la pista può essere utilizzata nelle emergenze in condizioni di sicurezza, a condizione però che si migliori la logistica a terra».

Il direttoregenerale della Forestale Gavino Diana ha annunciato che a Fenosu potrebbe essere dislocato un nuovo elicottero multi-funzione con prestazioni superiori all’eli-tanker. «Può essere una buona soluzione – ha spiegato – per arrivare a zone difficilmente accessibili; a bordo possono viaggiare 17 unità di specialisti ed ha serbatoi d’acqua di grande capacità».

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Palazzo del Consiglio regionale A

I consiglieri regionali di Sinistra Ecologia e Libertà, Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Francesco Agus e Eugenio Lai, unitamente ai consiglieri regionali Emilio Usula, Paolo Zedda, Valter Piscedda, Annamaria Busia e Roberto Desini, hanno presentato nei giorni scorsi un’interrogazione e una mozione in Consiglio regionale per chiedere al presidente Pigliaru e alla Giunta un intervento presso il Governo nazionale e il ministero della Difesa in relazione alla fase operativa dell’operazione “Trident Juncture 2015” che prenderà il via domani 22 ottobre principalmente presso il poligono militare di Capo Teulada, la più massiccia esercitazione militare dopo la guerra fredda, che coinvolgerà 30 Paesi, 36.000 uomini, 60 tra navi e sottomarini e circa 140 aeromobili: una vera e propria guerra simulata che si svolgerà in terra, mare e cielo tra Italia, Spagna e Portogallo.

Stamane presso il Consiglio regionale si è tenuta la conferenza stampa per precisare i punti e le richieste al presidente Pigliaru e la sua Giunta: «Riteniamo che, benché si tratti di temi di carattere internazionale e in capo al ministero della Difesa, sia necessario ribadire che la Sardegna è una Regione di pace e che, pur dovendo contribuire alle direttive militari nazionali e internazionali, si debba tenere conto della volontà di tutti quei cittadini e associazioni sarde che non vogliono più essere soggetti passivi rispetto alle decisioni sull’uso del proprio territorio. Chiediamo che la Regione Sardegna, tramite atti e interlocuzioni formali, blocchi o attenui l’impatto di queste operazioni e richieda formalmente al Governo che tipo di implicazioni sociali, economiche e ambientali avrà la Trident Juncture sui territori interessati. Con questa mozione – dichiarano ancora i firmatari – vogliamo portare all’attenzione della Giunta e del Presidente anche l’annosa questione delle servitù militari e chiedere conto dell’attuazione dell’ordine del giorno n. 9 approvato dal Consiglio il 17 giugno 2014».

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Il piano di riordino della rete di sportelli del Banco di Sardegna avrà conseguenze negative sui cittadini e soprattutto sui piccoli Comuni. Lo sostengono, in un’interpellanza rivolta al presidente della Giunta, i consiglieri regionali di Sel Eugenio Lai e Daniele Cocco, secondo i quali «dopo che negli ultimi anni sono state chiuse ben 38 agenzie nelle diverse province sarde, il piano dell’Istituto penalizzerebbe ulteriormente alcune aree particolarmente disagiate del territorio regionale, obbligando i cittadini a nuovi disagi (con costi aggiuntivi) per poter usufruire dei servizi della banca».

«In molti piccoli Comuni – proseguono i due esponenti di Sel – la scomparsa degli sportelli del Banco di Sardegna accentuerebbe la condizione di marginalità e di isolamento di quelle popolazioni, già colpite dal progressivo ridimensionamento di presidi pubblici o di rilevanza pubblica essenziali per la vita della comunità.»

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Dopo l’ingresso in Consiglio regionale di quattro nuovi componenti, è stato costituito il nuovo gruppo dei “Cristiano Popolari Socialisti” al quale, oltre ai consiglieri Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia dell’Upc, hanno aderito anche Raimondo Perra del Psi e, per scelta “tecnica”, Walter Piscedda proveniente dal Pd. Il nuovo gruppo sarà presieduto dall’on. Pierfranco Zanchetta.

Questa la composizione aggiornata dei gruppi consiliari:

Area Popolare Sarda: Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna, Ignazio Tatti, Gianluigi Rubiu (Presidente)

Cristiano Popolari Socialisti: Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda, Pierfranco Zanchetta (Presidente)

Forza Italia Sardegna: Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda, Pietro Pittalis (Presidente)

Misto: Mario Floris, Gianni Lampis, Paolo Truzzu, Gaetano Ledda, Fabrizio Anedda (Presidente)

Partito Democratico: Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniela Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gian Mario Tendas, Pietro Cocco (Presidente)

Partito Sardo d’Azione: Marcello Orrù, Christian Solinas, Angelo Carta (Presidente)

Riformatori Sardi-Liberaldemocratici: Michele Cossa, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni (Presidente)

SEL Sardegna: Francesco Agus, Luca Pizzuto, Daniele Cocco (Presidente)

Soberania-Indipendentzia: Alessandro Collu, Eugenio Lai, Paolo Zedda, Emilio Usula (Presidente)

Sovranità, Democrazia e Lavoro: Anna Maria Busia, Augusto Cherchi, Gianfranco Congiu, Piermario Manca, Alessandro Unali, Roberto Desini (Presidente).

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Occorre un intervento della Regione, sia presso il Governo che presso la direzione regionale dell’Inps, per evitare che il piano di riorganizzazione dell’Istituto sul territorio ed in particolare in Provincia di Cagliari, si riduca nel “solito” taglio di un presidio pubblico che abbassa la qualità del servizio e penalizza le fasce più deboli della popolazione.

Il problema è stato sottoposto all’attenzione del presidente della Giunta regionale e dell’assessore del Lavoro da un’interpellanza del gruppo di Sel, primo firmatario Eugenio Lai, che esprime forte preoccupazione per l’annunciato ridimensionamento delle agenzie Inps di Sant’Elia, Mulinu Becciu, Pirri, Giba, Isili e Senorbì.

«La decisione dell’Inps – sostiene fra l’altro Eugenio Lai – sia pure inquadrata nelle politiche generali di spending review, non appare suffragata da elementi che ne giustifichino la economicità e sostenibilità complessiva. Inoltre, a chiusura di queste sedi, significherebbe non solo perdere un importante servizio sociale in realtà già difficili e marginali oltre che pesantemente colpite dalla crisi ma, soprattutto, renderebbe più difficile e costoso l’accesso dei cittadini alle prestazioni ed ai servizi dell’Istituto la cui missione, invece, è proprio quella di sostenere le categorie più deboli e svantaggiate della comunità.»

«Di qui – conclude Lai nell’interpellanza – la necessità di un intervento della Regione per evitare nuovi e gravi disagi per la popolazione».

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La Giunta delle elezioni, presieduta dal vice presidente del Consiglio, Eugenio Lai, ha preso atto dell’ordinanza del Consiglio di Stato del 26 agosto 2015 che ha respinto le istanze cautelari avanzate sulla sentenza n. 3612 del 21 luglio 2015 ed ha stabilito la sostituzione degli onorevoli Efisio Arbau, Michele Atzara, Modesto Fenu e Gavino Sale con Antonio Gaia, Pietro Francesco Zanchetta e Gianfranco Congiu, ed ha deliberato di proporre all’Aula la sostituzione del consigliere Modesto Fenu con Gianni Lampis (lista Fratelli d’Italia della circoscrizione provinciale Medio Campidano).

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

I consiglieri regionali Luca Pizzuto, segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, e Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico, hanno presentato due documenti per porre l’attenzione sul piano di razionalizzazione e chiusura degli uffici postali in Sardegna, sottoscritti anche dai consiglieri di Sel Daniele Cocco, Eugenio Lai e Francesco Agus.
Un’interrogazione è incentrata sulla chiusura definitiva dell’ufficio postale di Cortoghiana, fissata per il 7 settembre e sulla riduzione delle aperture di altri uffici postali regionali, “decise unilateralmente da Poste Italiane Spa, nonostante a febbraio 2015 il piano di razionalizzazione fosse stato sospeso per l’avvio di un tavolo di trattative tra la Regione, l’Azienda e il ministro dello Sviluppo economico”. I consiglieri, inoltre, hanno firmato una mozione che dovrebbe impegnare la Giunta regionale ad un’azione urgente e tempestiva per bloccare le chiusure programmate ed aprire immediatamente il tavolo di confronto.
Il problema è stato portato anche all’attenzione del Parlamento dal senatore Luciano Uras, di Sinistra Ecologia Libertà, che lamenta ancora una volta la scarsa attenzione da parte del Governo nazionale sulla “questione sarda”. I due documenti presentati oggi arrivano dopo l’impegno già assunto sia dai consiglieri regionali, ad iniziare da Pietro Cocco, sia dal senatore Luciano Uras, che già nel mese di febbraio avevano ottenuto la sospensione del piano di razionalizzazione con diverse interrogazioni in Consiglio regionale e in Parlamento.
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La sentenza del Consiglio di Stato (n. 3612/2015) che ha dichiarato decaduti i consiglieri regionali Gavino Sale, Efisio Arbau, Michele Azara e Modesto Fenu, ai sensi dell’articolo 20 del regolamento interno del Consiglio regionale, a partire dal 23 luglio scorso ha fatto venire meno i gruppi consiliari “Sardegna” e “Sardegna Vera”.

I consiglieri regionali Gaetano Ledda e Raimondo Perra (già “Sardegna Vera”) hanno comunicato l’adesione al gruppo consiliare “Misto”. I consiglieri regionali Mario Floris, Edoardo Tocco e Paolo Truzzu (già gruppo “Sardegna”) sono confluiti al gruppo “Misto” ai sensi dell’articolo 20 comma 5 del regolamento interno mentre il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha comunicato l’adesione al gruppo consiliare “Soberania e Indipendentzia”.

Alla luce delle modifiche, dal 23 luglio scorso, la nuova composizione del gruppo “Misto” è la seguente: Fabrizio Anedda (presidente), Mario Floris, Gaetano Ledda, Raimondo Perra, Edoardo Tocco e Paolo Truzzu. Il gruppo “Soberania e Indipendentzia” è invece formato da Emilio Usula (presidente), Paolo Flavio Zedda, Eugenio Lai e Alessandro Collu.

Resta grande l’incertezza, intanto, sulla nomina del quarto nuovo consigliere che dovrà il posto lasciato vacante dalla decadenza di Modesto Fenu, dopo che la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che i seggi di Gavino Sale, Efisio Arbau, Michele Azara verranno occupati dai tre consiglieri che avevano presentato il ricorso, Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta e Gianfranco Congiu.

Consiglio regionale 31