18 July, 2024
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Articolo UNO Sardegna chiede al presidente Christian Solinas che «la Regione prenda posizione sul caso Russia e sull’autonomia differenziata».

«Le forze di maggioranza che stanno in Regione, in particolar modo la Lega, non possono nascondersi di fronte alle loro responsabilità – si legge in una nota diffusa questo pomeriggio -. L’accusa di aver trattato una tangente da più di 60 milioni per favorire delle imprese russe è molto grave. Il Parlamento sardo deve discuterne e la maggioranza deve dire cosa pensa di queste indagini che stanno mettendo seriamente in difficoltà il ministro dell’Interno, che ha il dovere di rispondere. Per noi è importante che il Consiglio regionale si esprima e dica la sua affermando la netta contrarietà a operazioni tangentiste di questo genere, qualora fossero confermate.»

«Stessa richiesta la facciamo sul tema della autonomia differenziata: a chi dice prima i sardi, prima gli altoatesini, prima i veneti, prima i siciliani e quant’altro, e che sa che questa scelta politica produrrà effetti devastanti nelle regioni più povere – si legge ancora nella nota di Articolo Uno Sardegna -. Autonomia differenziata si traduce, in questo caso, come secessione che non è nemmeno più il federalismo di cui si parlava fino a qualche tempo fa. Se dovesse trovare applicazione, questa scelta scellerata sarebbe un fatto molto grave che andrebbe a minare l’unità dello Stato creando discriminazioni anche per le regioni, come la nostra, tutelate dall’autonomia.»

«Il presidente Solinas e le forze di governo devono rendersi conto e farsi carico di questa minaccia all’integrità della nostra Regione e del Paese. Chiediamo che su questo tema venga espressa una posizione chiara e di opposizione rispetto al Governo Centrale. Chiederemo che si esprima il Parlamento Sardo. I due consiglieri, Daniele Cocco ed Eugenio Lai, di Articolo UNO LeU Sardigna – conclude la nota – daranno battaglia durissima su questi temi attraverso due mozioni che saranno depositate nei prossimi giorni.»

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Il Consiglio regionale ha approvato le nuove disposizioni in materia di status di consigliere regionale (disegno di legge n. 19 – Oppi e più).

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. In apertura il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha chiesto la cancellazione della sua firma dalla proposta di legge, dichiarando che sarebbe intervenuto in seguito con toni critici.  Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere del Pd, Piero Comandini, criticando l’assenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas, così come la Giunta anche nella riunione del Mibact che non ha concesso l’autorizzazione paesaggistica per l’area del Porto Canale. Piero Comandini ha reso noto che la Contship ha depositato, il 9 luglio, alla Camera di Commercio di Cagliari lo scioglimento della Contship Italia, «ciò significa che il 31 agosto la compagnia licenzierà tutti i lavoratori». Il consigliere, ricordando la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e che riguarda il futuro di 250 lavoratori, ha chiesto che il presidente Solinas venga a riferire in aula e intervenga a tutela del Porto Canale e dei lavoratori.

Eugenio Lai (Leu) ha chiesto che si parli nella seduta odierna della situazione dei lavoratori dell’Aras, che «non hanno una prospettiva», visto che non è stato ancora approvato il bilancio di Laore. Lai ha chiesto di chiedere all’assessore dell’Agricoltura di riferire in aula.

Critiche all’assenza del presidente Solinas sono state mosse anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, anche per l’importanza del provvedimento in discussione sui rapporti tra la Regione e lo Stato, la risoluzione n. 1. Il consigliere ha quindi chiesto al presidente Pais di farsi garante affinché sia presente in aula il presidente Christian Solinas o il vice presidente.

Critico anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha chiesto, visto l’assenza del capo dell’Esecutivo, il rinvio della discussione sulla risoluzione n. 1 “Sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna”.  

Il consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, ha chiesto di togliere la firma dalla proposta di legge sul taglio dei vitalizi.

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) ha chiesto di discutere oggi in Consiglio la mozione sulla situazione dei lavoratori dell’Aras.

Il presidente Pais ha proposto di andare avanti con il primo punto all’ordine del giorno, sulla proposta di legge 19/A, e poi valutare la proposta del capogruppo del Pd.

Di seguito i consiglieri della Lega Salvini Sardegna, Michele Ennas, Andrea Piras, Ignazio Manca, e Sara Canu, hanno chiesto di apporre la propria firma sulla proposta di legge sui vitalizi.

E’ poi intervenuto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che ha accolto favorevolmente la richiesta del consigliere Gianfranco Ganau sul rinvio dell’esame della risoluzione.

Il presidente Michele Pais ha, quindi, aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola al relatore, Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), presidente della commissione Autonomia e Riforme.

«La Prima commissione, nella seduta del 4 luglio 2019, ha inserito all’ordine del giorno il testo della proposta di legge n. 19 stabilendo, all’unanimità, di stralciare il Capo II della medesima contenente la disciplina per la cosiddetta “indennità differita”. Come è emerso dal dibattito in commissione, tale scelta nasce dall’intento di valutare in modo più approfondito l’opportunità di prevedere questo istituto già adottato da numerose Regioni e basato sulla disciplina in vigore presso la Camera dei deputati», ha affermato Pierluigi Saiu.

«La commissione, in seguito allo stralcio, ha dunque preso in esame il Capo I della proposta di legge, approvando all’unanimità i singoli articoli e licenziando il testo nel suo complesso. Come è noto il testo licenziato dalla Prima commissione, reca disposizioni per l’attuazione della disciplina introdotta dal bilancio di previsione dello Stato per il 2019 e si conforma all’Intesa, sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, siglata il 3 aprile di quest’anno», ha aggiunto Pierluigi Saiu -. La normativa e l’Intesa citate, ai fini del contenimento della spesa pubblica e del coordinamento della finanza pubblica, hanno impegnato le singole Regioni a rideterminare, in riduzione, la disciplina dei cosiddetti “vitalizi” già in essere in favore dei consiglieri regionali, prevedendo come sanzione, in caso di inadempimento entro i termini, la riduzione di una considerevole quota dei trasferimenti erariali. Nel caso della Regione sarda le misure interessano i consiglieri che hanno ricoperto la carica fino alla quattordicesima legislatura (2009-2014)».

Pierluigi Saiu ha aggiunto: «Rispetto al testo dei proponenti, la commissione ha inserito uno specifico articolo relativo alla norma finanziaria in quanto la disciplina approvata, prevedendo un evidente risparmio di spesa, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale. La prima proiezione di risparmio di 1,6 milioni è stata rivista ed è, invece, di 2 milioni. Gli altri articoli approvati dalla commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel Capo I del testo del Proponente che riproducono i criteri, stabiliti nell’Intesa citata, per la rideterminazione dei vitalizi. La commissione, sotto questo aspetto, si è dunque attenuta a quanto già stabilito in sede di Intesa al fine di rispettare, in nome del principio di leale collaborazione, gli impegni assunti in sede di conferenza Stato-Regioni”». In conclusione Pierluigi Saiu ha chiesto di apporre anche la sua firma alla proposta di legge 19/A.

La capogruppo del Movimento 5 stelle, Desirè Manca, ha ricordato che era il 4 giugno quando è stata presentata una proposta di legge suddivisa in due capi: il primo sulla rideterminazione dei vitalizi “su cui eravamo d’accordo”, il secondo su quello che veniva chiamata “indennità differita”. Desirè Manca ha ricordato di aver chiesto la divisione del testo in due per approvare subito la prima parte e di riportare il secondo capo in commissione per valutare una proposta su una pensione contributiva. “Ci avete messo un mese”, ha detto, “e quello che è cambiato, rispetto al 4 giugno è che i termini sono scaduti e che ci saranno probabilmente delle penali”. Manca ha affermato che voterà a favore perché quello del taglio dei costi della politica è uno degli obiettivi principali del Movimento 5 Stelle.

E’ intervento il vice presidente della Commissione Autonomia, Diego Loi (Progressisti), il quale ha ripercorso il lavoro fatto dalla commissione, che ha fatto una sintesi opportuna, votando in maniera unitaria la proposta di legge che stralciava la seconda parte del testo. Loi ha poi aggiunto che la proposta di legge arrivata in commissione prevedeva una seconda parte che necessitava, però, di essere approfondita e valutata in tutti i suoi aspetti. Il testo in esame, ha aggiunto, consentirà una riduzione dei costi per il Consiglio regionale di 1,6 milioni che potranno essere utilizzare a favore della collettività e va nella direzione di avvicinare i cittadini alla politica. Loi ha, inoltre, ribadito che la proposta di legge è stata licenziata all’unanimità dalla commissione, quindi ha già avuto il favore di tutte le forze politiche e ha annunciato il voto è favorevole.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto assolutamente contrario, ricordando che ci sono anche diritti da difendere come quelli delle vedove di consiglieri regionali, che si potrebbero trovare in difficoltà. Giorgio Oppi ha ricordato che sono 13 le regioni che hanno approvato la legge sulle indennità differite, alcune all’unanimità, tra cui Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto.

Per Giorgio Oppi alla base di questa discussione c’è scarsa conoscenza che porta a non capire determinate situazioni. Oppi ha sottolineato che non parla per interesse personale, in quanto lui non viene coinvolto in questo provvedimento, ma che vuole riportare ordine e chiarezza su un argomento che forse pochi conoscono a fondo, ricordando che non devono essere danneggiate le persone che si sono messe a disposizione della collettività e che quando andranno in pensione, magari da dipendente di livello non elevato, si vedranno mortificati.

Giorgio Oppi ha ricordato che già dalla XIII legislatura lui è stato uno dei sostenitori dei tagli delle indennità dei consiglieri regionali e dell’eliminazione delle indennità aggiuntive per le altre cariche ricoperte nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza e che non ha bisogno dei consigli di chicchessia. Oppi ha ricordato tra l’altro che tra i 309 vitalizi ci sono 90-100 ultranovantenni e che, quindi, sarà un costo che andrà via non fra tantissimi anni. Oppi ha affermato che bisogna smetterla di parlare di privilegi e di caste, perché sono altre le caste, e non va svilito il ruolo istituzionale di consigliere e dell’Istituzione che si rappresenta. Il consigliere dell’Udc ha annunciato il suo voto contrario.

Eugenio Lai (Leu) ha ricordato che da subito tutte le opposizione si sono schierate per eliminare il secondo capo della proposta di legge, anche perché c’era una richiesta da parte della cittadinanza ed è necessario che si lavori per riavvicinare i cittadini alla politica. Quindi sì alla rideterminazione dei vitalizi, ma bisogna fare attenzione a non delegittimare il più alto Parlamento sardo, se no si rischia che la politica diventi accessibile soltanto ai ricchi, con un danno per la democrazia. Eugenio Lai ha auspicato che, nonostante il ritardo, si riesca a evitare il  taglio dei  trasferimenti da parte dello Stato alla Sardegna.

Per Ignazio Manca (Lega Salvini Sardegna) si è assistito, nell’approccio a questa proposta di legge, all’azione di una categoria di persone, definite “vetrinisti”, che agiscono anteponendo il loro ego al lavoro da svolgere in questo Consiglio, e che cercano soltanto una vetrina mediatica, senza pensare che il ritardo nell’approvazione di questa proposta potrebbe portare a un taglio delle risorse per la Sardegna e, quindi, a un danno per i sardi. Manca ha auspicato che per il futuro le forze politiche sappiano dialogare lealmente per la Sardegna e per le migliaia di disoccupati.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che nella riunione  citata dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle furono portate tre proposta: i vitalizi, il ripristino dei fondi ai gruppi e il raddoppio personale degli uffici di gabinetto degli assessori. Il consigliere di opposizione ha confermato quanto sostenuto dal collega Giorgio Oppi, ossia che la norma opera per pochissime persone, ma ha ricordato che in quei giorni di giugno quando si ragionava sui vitalizi i sardi stavano ricevendo una decurtazione sulle loro pensioni. Massimo Zedda ha poi ricordato al presidente Michele Pais, che se ci fosse stata l’urgenza di portare entrambi i capi della legge, oggi ci sarebbero state due proposte di legge, invece l’urgenza era soltanto per il primo capo. Il consigliere ha ricordato anche che quando il vitalizio era stato introdotto non era stato pensato per portare ai ricchi più benefici o per creare un cumulo tra il vitalizio da consigliere regionale, deputato, senatore ed europarlamentare, ma per dare ristoro a coloro che avevano dedicato una vita alla politica. Massimo Zedda ha annunciato il voto favorevole sulla proposta di legge così licenziata dalla commissione Autonomia e ha rivendicato la sua autonomia nel decidere di non appoggiare e non accettare ciò che ritiene non giusto o che non condivide.

Il presidente Michele Pais, replicando all’intervento del consigliere Massimo Zedda, ha tenuto a precisare che il dibattito in Consiglio non è sede di propaganda.

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) riferendosi all’ultima seduta della commissione in cui si è operato lo stralcio della prima proposta presentata, ha ricordato che il Consiglio ha fatto in precedenza tagli molto consistenti, portando da 80 a 60 il numero dei consiglieri, abolendo i vitalizi, generando risparmi nella precedente legislatura per 10 milioni di euro; siamo sicuramente la Regione che ha fatto di più ed è una buona ragione per non abbandonarsi al populismo. Per quanto riguarda la seconda parte, ha proseguito, è improprio parlare di vitalizio e ne potremo discutere, senza fare niente di diverso rispetto a quanto fatto da altre Regioni in materia di adeguamento contributivo alla retribuzione dei consiglieri, come è stato fatto a livello nazionale con la c.d. legge Fico, presidente della Camera. Giovanni Satta ha poi ricostruito il percorso dei provvedimenti di riduzione della spesa pubblica, citando le tante battaglie della sinistra sulla giusta retribuzione dei consiglieri regionali. Ora, ha detto infine, lavoriamo sulla normativa attuale che consente ai gruppi di assumere solo pochissimi collaboratori in comando trascurando ad esempio giovani laureati e disoccupati, ritrovando il coraggio delle proprie azioni perché anche queste sono riforme da fare.

Il consigliere Piero Comandini (Pd), parlando del clima mediatico che ha accompagnato il dibattito su questi temi, ha affermato che è difficile doversi difendere prima ancora di essere attaccati, affrontando un pregiudizio prima del giudizio, e tuttavia va difeso senza riserve il ruolo del Consiglio come luogo della rappresentanza del popolo sardo. Riprendendo in parte l’intervento del collega Giovanni Satta, Piero Comandini ha ribadito l’azione forte ed incisiva del Consiglio nella precedente legislatura ed ancora prima del governo Monti, che ha visto la Regione prima in Italia nel taglio dei costi della politica. La conferenza Stato Regioni, ha aggiunto, ci ha invitato ad applicare un principio di equità, dopo alcune situazioni del passato giustamente giudicate scandalose come andare in pensione a 41 anni ma per il futuro è necessario discutere del nostro status con tranquillità, compresa la proposta controversa della cosiddetta indennità differita; ne riparleremo in commissione con trasparenza ma chiarito subito che non è vitalizio ma riempie un vuoto legislativo, quello che attualmente si determina quando chi fa politica vede un “buco” nel suo percorso previdenziale.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha dichiarato che il dibattito impone un dovere di verità verso l’opinione pubblica, il popolo sardo e l’Aula e si per questo soffermato sui passaggi legislativi che hanno preceduto il provvedimento: l’accordo raggiunto in sede di conferenza Stato Regioni del 3 aprile scorso che, collegato alla legge 145/18, chiarisce che i vitalizi di cui si parla oggi sono solo quelli degli ex consiglieri regionali, e l’ordine del giorno approvato il 17 aprile all’unanimità dalla conferenza dei presidenti dei Consigli regionali con il quale si recepisce uno schema di legge relativo all’indennità differita (non attribuibile quindi a nessun intervento del Consiglio regionale della Sardegna) per unificare i trattamenti in tutte le Regioni armonizzandoli con quelli di Camera e Senato. La nostra proposta nasce da questo contesto, ha continuato, e per questo con dolore ho assistito al linciaggio di chi non ha messo la firma e non ha nessuna responsabilità, ad un tentativo di aggressione ingiusto e disonesto superato solo dalla fine della campagna elettorale. Non c’è nessun ingiusto privilegio come dicono i 5Stelle, ha detto ancora, perché il trattamento di cui parliamo è lo stesso dei deputati e dei senatori del vostro partito, ma semmai una disciplina uniforme in tutto il territorio nazionale. La seconda parte, ha concluso, la vedremo in un momento successivo perché non è una priorità di oggi, fermo restando che con questo provvedimento otteniamo due grandi risultati, risparmi: un risparmio di 2 milioni secondo le ultime proiezioni, a la sicurezza di non subire da tagli perché la stessa 145/18 dice che scatterebbero semmai nell’esercizio successivo: raccontare balle non porta consensi ma sfiducia nelle istituzioni.

Il consigliere Franco Mula, capogruppo del Psd’Az ha definito imbarazzante il clima venutosi a creare, che mette in discussione la dignità dei consiglieri regionali. Come dice Comandini, è giusto riprendere alcuni argomenti vanno ripresi per far capire che non stiamo ripristinando alcun privilegio e nella seconda parte della legge si parlava solo di poter assumere alcune figure di staff al di là di quelli in comando, a parte il fatto che già oggi i gruppi possono retribuire solo 2 o 3 collaboratori provenienti in prevalenza da Cagliari perché se provenissero dal resto della Sardegna le risorse non basterebbero. Nel mondo dei media, ha lamentato, spesso si continua a dire che abbiamo reintrodotto i vitalizi ma è falso perché quelli dei consiglieri regionali sono stati già tagliati con consiglieri regionali a differenza dei parlamentari nazionali che non hanno toccato nulla. Basta con questo clima forcaiolo, ha protestato ancora il consigliere, ricordo manifestazioni sotto il palazzo del Consiglio con manichini che vano attaccato il nome di ogni consigliere e cappi al collo. Ricordo, infine, ha concluso, che per indennità differita intendiamo un versamento di 580 euro mensili per una integrazione pensionistica che arriverà a 65 anni e non è certo un vitalizio, se continuiamo così finiremo con l’essere tutti additati come ladri, dimenticando che nella politica ci sono altri sprechi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver ribadito che la legge dà attuazione alla normativa nazionale ed all’accordo Stato Regioni, colmando un divario fra cittadini e classe dirigenti e generando risparmi per due milioni, non ha nascosto le molte divergenze con la minoranza che spesso però, a suo giudizio, non ha lavorato per migliorare il testo ma per mettere alla gogna il presidente del Consiglio. Lo stralcio della seconda parte, ha osservato, lo ha condiviso anche la maggioranza, pienamente consapevole che non bisogna imporre niente dall’alto ma aprirsi al confronto di merito con la massima trasparenza. Il nostro intento, ha concluso, è e resta quello di combattere i privilegi non solo per una necessità di adeguamento ma per convinzione.

Daniele Cocco, capogruppo di Leu, dopo aver premesso che è difficilissimo parlare di queste cose ha voluto chiarire che oggi non si sta facendo altro che prendere atto di una norma nazionale che andava recepita e quindi è sbagliato abbandonarsi alla deriva della delegittimazione che investe tutto il Consiglio, facendo passare un messaggio contrario alla verità e, purtroppo, facendo dimenticare che siamo stati i primi in Italia dal 2011 a fare i tagli e ad abolire i vitalizi, aprendo una strada che nessuno ha seguito nonostante i grandi proclami. E’giusto, ha sostenuto, che i consiglieri siano equiparati a tutti i cittadini e lavoratori ed abbiamo gli stessi diritti, per questo occorre recuperare serenità e dare il giusto valore al nostro ruolo, fermando la tendenza che a livello nazionale annuncia continuamente riduzione di parlamentari e indennità alimentando un pessimo clima. Il rischio è, a suo avviso, che alla fine la politica potranno farla solo quelli che dispongono di grandi mezzi economici, mettendo veramente a rischio la democrazia perché i costi della politica non vanno mai confusi con quelli della democrazia.

Dopo che il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli, alcuni consiglieri hanno preso la parola per dichiarazione di voto.

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20) ha preannunciato la sua astensione, criticando una legge parziale, esaminata sotto una pressione eccessiva di opinione pubblica, che lascia intatte alcune diseguaglianze presenti nella precedente ed in questa legislatura, tanto più che lo stesso dibattito non è stato sul provvedimento in esame ma sul problema nel suo complesso, lasciando fuori altri argomenti sui quali bisognerà tornare.

Il consigliere Michele Ennas (Lega), favorevole, ha spiegato l’iniziativa sua e di altri colleghi di sottoscrivere la proposta è stata dettata da motivi di opportunità, dopo che alcuni con motivazione diverse ne hanno preso le distanze. Non ci deve essere dubbio, ha ribadito, sulla posizione della Lega che riafferma la missione di tagliare i privilegi senza paragonare la politica al lavoro e di concentrare il proprio impegno a favore dei cittadini e dei lavoratori, affrontando serenamente in un momento successivo il problema della copertura previdenziale dei consiglieri regionali.

Il capogruppo del Pd Roberto Deriu ha ricordato in apertura che il compenso dei delegati fu istituito in Grecia da Pericle mentre oggi si affronta solo una parte del problema intervenendo a posteriori nei confronti di qualcuno, una operazione abbastanza banale che, questo è l’auspicio, spero sia seguita da una valutazione seria dei principi costituzionali che consentono a tutti, senza eccezione, di partecipare alla vita della Repubblica, al di là di propaganda, bugie e conformismo.

Angelo Cocciu (Forza Italia), favorevole, ha affermato che chi fa politica deve essere uomo tutti i giorni non solo in Aula ma anche in commissione, cosa che qualcuno ha dimenticato, esprimendo poi la sua solidarietà al presidente Michele Pais al centro di attacchi ingiusti. Sulla seconda parte, ha citato il colloquio con un suo amico consigliere regionale che durante il mandato ha perso il posto di lavoro, un caso che non deve essere sottovalutato perché, da una parte, è giusto lavorare su alcuni privilegi ma senza dimenticare il riconoscimento del lavoro svolto e, soprattutto senza paragonare ad un vitalizio il versamento di 500 euro lordi che consentiranno di prenderne 200 a 65 anni.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha confessato di provare un certo imbarazzo assistendo ad un dibattito che dimentica la situazione di molti Sindaci che prendono 416 euro al mese. Il Consiglio, ha poi ricordato, ha approvato l’anno scorso un regolamento che prevedeva rimborsi forfettari a valere sui bilanci comunali ed è offensivo per chi lavora senza risparmio ogni giorno con enormi responsabilità.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge con 49 voti favorevoli e 5 astenuti. Subito dopo sono stati approvati i 7 articoli della legge, l’allegato e le due tabelle che la compongono.

Michele Cossa (capogruppo Riformatori) ha dichiarato voto favorevole ed ha definito la discussione sul provvedimento “imbarazzante, per un atto dovuto a causa degli eccessi della politica”. Il consigliere della maggioranza ha salutato il ritorno “ad una certa sobrietà della politica” ed ha ricordato “i tagli draconiani fatti in Sardegna ai costi della politica”. «Ma è tempo – ha concluso Michele Cossa – che si restituisca dignità al Consiglio consentendogli di operare al meglio».

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha dichiarato voto a favore e si è detto soddisfatto del lavoro svolto dalla Prima commissione («bene ha fatto a limitarsi a presentare in Aula solo la prima parte del testo originario»). L’esponente della minoranza ha quindi affermato che il ricalcolo dei vitalizi è un obbligo politico («mai la specialità può essere utilizzata per salvaguardare privilegi») ma ha criticato il principio introdotto dallo Stato (taglio dei trasferimenti se non si adempie alle disposizioni statali) per vincolare la nostra  Regione che è autonoma («non è affatto corretto e non rappresenta un buon precedente»).

Aperta la votazione finale, la legge è stata approvata con 50 voti a favore e tre astensioni.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la riunione della capigruppo. Alla ripresa dei lavori, ha riferito le risultanze: il Consiglio è convocato martedì 23 luglio per la discussione del rendiconto del Consiglio, la discussione del disegno di legge n. 24 (Mater Olbia) e la risoluzione della commissione Autonomia in materia di accantonamenti (n. 1).

 

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La commissione Attività produttive ha affrontato in tre audizioni la vertenza dei lavoratori Aras e l’assessore del Lavoro e i Sindacati sulla situazione di Insar Spa.

Nella prima audizione la commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha ascoltato una ampia delegazione di rappresentanti sindacali ed autonomi sul problema riguardante il passaggio dei lavoratori Aras all’agenzia Laore.

Il mondo sindacale, che contiene al suo interno posizioni differenziate che anche nell’audizione sono state riproposte, ha espresso però apprezzamento per la sensibilità bipartisan manifestata concretamente in più occasioni dal Consiglio regionale, in particolare con legge 47/2018 approvata all’unanimità e frutto di un serrato confronto di merito col Governo nazionale ed i tre Ministeri interessati (Funzione pubblica, Sviluppo economico e Lavoro).

A fronte del largo consenso parlamentare che ha caratterizzato il dibattito e l’approvazione della legge 47, tuttavia, i sindacati hanno espresso preoccupazione per alcune difficoltà applicative e lamentato i ritardi nell’adozione di una delibera di Giunta necessaria per aprire la strada alla pubblicazione dei bandi di concorso. Sotto questo profilo, sono state poi rinnovate le critiche all’assessore dell’Agricoltura, ritenuta per certi aspetti responsabile degli stessi ritardi, motivati (strumentalmente, a giudizio dei sindacalisti) in parte dalla opportunità di una riflessione sulla riforma complessiva degli enti agricoli ed in parte dalla necessità di allineare le posizioni contrattuali dei dipendenti regionali del settore.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali: Francesco Mura di Fdi, Michele Cossa dei Riformatori sardied Eugenio Lai di Leu.

La commissione si è poi occupata della complessa vicenda della Sices Srl di Porto Torres, ora in liquidazione, azienda metalmeccanica specializzata nella realizzazione di macchinari pesanti destinati in gran parte al mercato internazionale. Alla riunione ha partecipato l’assessore dell’Industria Anita Pili che ha riferito di recenti contatti con il liquidatore dai quali è emersa la possibilità di individuare nuovi acquirenti od investitori. Ancora non abbiamo aperto formalmente un tavolo di confronto, ha dichiarato l’assessore, «e ci prendiamo ancora qualche giorno in attesa di sviluppi più concreti; da parte nostra c’è comunque la volontà di esaminare tutte le opzioni possibili per consentire all’azienda di tornare sul mercato».

Sulla situazione della Sices si è soffermato poi il segretario provinciale della Fiom Cgil del Nord Sardegna Gavino Doppiu. Il sindacalista ha ripercorso sinteticamente la storia della società, che ha sempre puntato molto sul suo capitale umano in un clima di buone relazioni sindacali e con una forte vocazione all’export. La crisi, ha spiegato, è nata per ragioni prevalentemente finanziarie dovute alla difficoltà nei rapporti col mondo del credito. A suo giudizio, in definitiva, esistono le condizioni, anche di mercato, per consentire all’azienda di tornare alla ripresa produttiva.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Stefano Tunis (Sardegna 20/20) e Gian Franco Satta (Progressisti).

«Nel quadro della riorganizzazione e del rafforzamento degli strumenti operativi pubblici che operano nelle politiche attive per il lavoro, la Giunta ha ritenuto opportuno emanare un atto di indirizzo per la messa in liquidazione di Insar Spa (della quale la Regione è azionista di maggioranza con il 55%), assicurando nello stesso tempo la prosecuzione delle attività, il coinvolgimento dei sindacati e la salvaguardia delle professionalità presenti nella società.»

Lo ha annunciato l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda nel corso di una audizione davanti alla commissione Attività produttive presieduta da Piero Maieli, aggiungendo che da alcuni anni «Insar non svolge in modo positivo organico ed organico la sua missione aziendale di facilitare l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro anche attraverso una rete di relazioni con il sistema delle imprese».

Un capitolo a parte, ha proseguito Alessandra Zedda, riguarda i conti della società che «ha una storia recente di bilanci negativi fatta eccezione per l’ultimo che presenta un utile di esercizio positivo di 30.000 euro, una goccia nel deserto ed un motivo in più per vederci chiaro». Se poi, ha concluso l’esponente della Giunta, «si dovesse verificare che ci sono le condizioni per rimetterla sulla strada giusta non c’è niente che lo vieti».

La scelta del governo regionale è stata criticata dai rappresentanti dei sindacati, ascoltati successivamente dalla commissione. Il segretario della Cgil Michele Carrus, dopo aver lamentato di non aver potuto conoscere il contenuto della delibera della Giunta ha affermato che, «a fronte di errori gestionali oggetto di numerose iniziative dello stesso Consiglio regionale, il ruolo di Insar resta centrale nelle politiche attive del lavoro e non vorremmo che la messa in liquidazione nascondesse il tentativo di mettere le mani sui 46 milioni del piano Lavoras (messo a punto con il contributo delle parti sociali) e su altre consistenti risorse».

Per Roberto Demontis della Cisl «la delibera sembra prefigurare un trasferimento ad Aspal (la nuova Agenzia regionale del lavoro) delle attività di Insar ma si tratta di soggetti diversi con competenze non sovrapponibili, ferma restando la necessità di valutare anche il ruolo di Anpal (l’Agenzia nazionale) che ha propri uffici in Sardegna».

Riversare tutte le attività su Aspal sarebbe sbagliato che secondo la segretaria regionale della Uil Francesca Ticca, «perché verrebbe meno l’attenzione sulla specificità del mondo del lavoro regionale accrescendo la preoccupazione sulle modalità di gestione di crisi economiche ed occupazionali complesse purtroppo molto diffuse in Sardegna».

A nome del sindacato Sindirigenti, anche Giuseppe Matolo ha espresso perplessità, ricordando che «la scelta dell’azionista è legittima ma non appare necessaria e va spiegata, senza dimenticare che Insar è stata costituita a suo tempo con una legge regionale che non può essere modificata da una delibera di Giunta».

Nel dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Desirè Manca (M5S), Gianluigi Piano del Pd e Gian Franco Satta dei Progressisti.

 

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La III (Bilancio) e la VI commissione (Sanità), riunite in seduta congiunta, presiedute rispettivamente da Paolo Truzzu (FdI) e Domenico Gallus (Udc) hanno dato il via libera stamane alla variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia. Dopo i chiarimenti forniti dagli assessori del Bilancio, Giuseppe Fasolino, e della Sanità, Mario Nieddu, è arrivato il via libera al Disegno di legge n. 24, che autorizza la spesa di 25 milioni per il 2019, di 60,6 milioni di euro anni per il 2020 e di altrettanti 60,6 milioni per il 2021. Hanno votato a favore i commissari della maggioranza e Giuseppe Meloni (Pd). Si sono astenuti Carla Cuccu, Elena Fancello ed Alessandro Solinas (Movimento 5 Stelle), Gianfranco Ganau e Cesare Moriconi (Pd), mentre hanno espresso voto contrario i consiglieri Francesco Agus e Massimo Zedda (Progressisti), Eugenio Lai e Daniele Cocco (Leu).

I Parlamentini hanno respinto l’emendamento sostitutivo parziale al comma 3 dell’articolo 1 del disegno di legge, presentato dai consiglieri Gianfranco Ganau, Daniele Cocco e Francesco Agus, per destinare le eventuali economie «esclusivamente a interventi di miglioramento del sistema di assistenza della sanità pubblica».

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«Preoccupano le affermazioni dell’assessora dell’Agricoltura dott.ssa Gabriella Murgia rilasciate in V commissione sullo stato di attuazione della legge regionale 47/2018. Da un lato si dice favorevole al completamento del percorso destinato ai 257 dipendenti Aras, dall’altro annuncia ufficialmente di voler verificare i bandi di concorso prima della pubblicazione e che comunque i procedimenti concorsuali devono essere portati avanti in contemporanea con la riclassificazione di tutti i dipendenti regionali.»

A dirlo è Eugenio Lai, consigliere regionale del gruppo Leu Sardigna.

La separazione dei poteri sancite dalle norme di diritto amministrativo non consentono all’assessora di verificare i bandi di concorso se non dopo la pubblicazione da parte dei tecnici Laore.

Sul secondo punto l’assessora dovrebbe sapere che la riclassificazione di tutti i dipendenti della macchina regionale e dei suoi enti, seppur giusta, non trova copertura economica complessiva nel bilancio regionale e cosa ancor più evidente non è possibile, in contemporanea per tutti, secondo le norme nazionali attualmente in vigore.

«Per questo chiediamo – conclude Eugenio Lai -, che il Governatore Christian Solinas solleciti la sua assessora all’approvazione veloce del bilancio di Laore in Giunta regionale, avendo già acquisito tutti i pareri necessari, e permetta cosi ai tecnici di Laore di completare l’iter di una legge regionale approvata all’unanimità nella precedente legislatura.»

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Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha firmato questa mattina la nomina dei componenti della commissione d’inchiesta sull’AIAS e l’ha convocata per mercoledì 3 luglio, alle 13.00.

«Come promesso – ha detto il presidente Michele Pais – ho accorciato i tempi di insediamento e da mercoledì la commissione potrà cominciare a lavorare per chiarire questa vertenza che coinvolge non solo i lavoratori ma anche gli assistiti e le loro famiglie.»

Era stato il Consiglio regionale il 25 giugno, approvando un ordine del giorno, a dare mandato al presidente del Consiglio per nominare i componenti della Commissione d’inchiesta sul perdurare sullo stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori.

«La Commissione – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – non dovrà avere nessun fine inquisitorio ma lavorare per chiarire, nel rispetto del regolamento e del mandato consiliare e, parallelamente al lavoro dell’assessore Mario Nieddu e della commissione Sanità, una vertenza acuitasi negli ultimi anni e che coinvolge numerosi lavoratori e pazienti, nonché il fondamentale servizio di assistenza.»

Fanno parte della commissione d’inchiesta i consiglieri: Francesco Agus (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle), Angelo Cocciu (Forza Italia Sardegna), Michele Cossa (Riformatori sardi), Valerio De Giorgi (Misto), Michele Ennas (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Partito Democratico), Eugenio Lai (Liberi e Uguali Sardegna), Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia), Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Fabio Usai (Partito Sardo D’Azione).

Nella Prima seduta, presieduta dal presidente Michele Pais, saranno eletti il presidente della Commissione e l’Ufficio di presidenza.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island. Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia e S&B Olmedo. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato la costituzione della Giunta per il Regolamento. Completata inoltre la composizione della Giunta per le elezioni, che sarà presieduta dal vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, e della commissione per la Biblioteca, che sarà guidata dall’altro vice presidente dell’Assemblea Piero Comandini.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Ignazio Manca ha brevemente ricordato la figura dell’avvocato sassarese Dino Milia recentemente scomparso, ex consigliere regionale e parlamentare, oltre che presidente della Dinamo Basket di Sassari. Il presidente Michele Pais ha poi annunciato per la prossima settimana una commemorazione formale del Consiglio, alla presenza della famiglia dell’avv. Dino Milia.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ribadito la sua richiesta della presenza in Aula del presidente della Regione Christian Solinas per riferire sulla vertenza del porto canale, sulla quale è in programma proprio domani un importante incontro a Roma.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Francesco Agus si è associato alla richiesta, sollecitando inoltre la nomina del vice presidente della Regione prevista dallo Statuto. Il consigliere ha lamentato inoltre che, in occasione delle recenti designazioni disposte dal presidente, non tutti i capigruppo sono stati avvisati con la necessaria tempestività.

In riferimento alla presenza in Aula del presidente della Regione il presidente Michele Pais ha chiarito che il governatore, trattenuto da improrogabili impegni istituzionali, ha delegato la trattazione dell’argomento all’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 17/A – Giunta regionale che, modificando una parte della Legge Finanziaria 2019, prevede interventi a favore dei lavoratori ex Sardinian Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia ed Sardabauxiti di Olmedo.

Illustrando il provvedimento il presidente della commissione Alfonso Marras (Riformatori) ha affermato che, fra le finalità condivise, ci sono quella di indennizzare i lavoratori destinatari di procedure di licenziamento favorendone la rioccupazione, garantire quanti non hanno trovato opportunità di reimpiego al termine del periodo di blocco aziendale ed infine, come nel caso di Ottana Energia, proteggere i lavoratori con ammortizzatori sociali in scadenza.

Per la Giunta l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ha ricordato che, con la normativa vigente, ci sarebbe stato un blocco delle risorse disponibili ed un periodo di azione troppo limitato, per cui si sono introdotti elementi correttivi che consentiranno in alcuni casi di proteggere quote di lavoratori fino al 2020, rideterminando inoltre la stessa definizione giuridica dello stato di disoccupazione. Nella seconda parte della legge, ha aggiunto, c’è la novità di misure adeguata per gli ex Ila ed ex Alcoa che non avevano alcuna forma di sostegno, a testimonianza del fatto che crediamo in una politica non di assistenza ma di mantenimento di un legame con mondo del lavoro in attesa di progetto di rilancio. Il provvedimento interessa complessivamente 630 unità.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Piero Comandini del Pd ha ringraziato sia l’assessore Alessandra Zedda che la Giunta per primi provvedimenti, legati al lavoro fatto nella precedente legislatura, sia in materia di urbanistica con la proroga del cosiddetto Piano casa che ora con una legge sul lavoro. Alla legge sono state apportate significative modifiche tecniche per proteggere alcune aliquote di lavoratori, ha sottolineato Piero Comandini, ma questo è avvenuto all’interno di un impianto comunque molto solido e di un indirizzo generale finalizzato alla ricerca di possibili acquirenti, un punto sul quale chiediamo alla Giunta un impegno preciso.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 53 voti il passaggio della legge agli articoli.

Intervenendo sull’art 1 per dichiarazione di voto, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul fatto che si tratta di interventi di qualità decisi dalla precedente amministrazione. Sul piano procedurale, ha però osservato, non va taciuto che il provvedimento è arrivato in commissione Bilancio senza copertura finanziaria, fatto segnalato dagli uffici che ne hanno chiesto anzi la riscrittura. Il problema è stato poi risolto dall’assessore Alessandra Zedda, ha detto ancora il consigliere, che ha fatto le opportune correzioni aumentando anche la dotazione finanziaria: tuttavia è una prassi sbagliata, se di prassi si tratta, contraria alla Costituzione.

Il presidente della commissione Bilancio Paolo Truzzu, chiarendo di volersi rivolgere “a chi non vuol capire”, ha parlato di un episodio accaduto tante altre al volte risolto correttamente dalla commissione con un parere condizionato. Oggi, ha concluso, la legge ha piena copertura e, questo è vero, segna una continuità con il lavoro portato avanti dal centro sinistra nella precedente legislatura.

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità tutti i 4 articoli della legge.

Prima del voto finale, il consigliere del Pd ha presentato con altri un ordine del giorno nel quale si impegna la Giunta a favorire e sostenere le azioni di rilancio delle aziende in crisi, valorizzando conoscenze esperienze e professionalità maturate dai lavoratori.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione dei lavori per verificare la possibilità di arrivare ad un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori, esprimendo il parere della Giunta, l’assessore dell’Industria Anita Pili ha dichiarato che, sulle vertenze all’attenzione del Consiglio, è in corso il lavoro congiunto di diversi assessorati per rilanciare le attività in crisi. L’assessore ha poi fornito alcune informazioni di dettaglio, sia sulla Keller, per la quale è stato chiesto la riapertura del tavolo tecnico presso il ministero in modo da poter valutare le due proposte pervenute, che su Ottana e Porto Torres per il rispetto degli accordi di programma, e Portovesme dove il discorso è ancora aperto perché i Sindaci dei Comuni interessati hanno lamentato di non essere stati adeguatamente coinvolti nei programmi di rilancio. L’esponente dell’Esecutivo si è dichiarata infine a favore dell’ordine del giorno.

Per l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda l’azione qualificante che si sta portando avanti riguarda il potenziamento delle politiche attive del lavoro, con le quali si sta cercando di attrarre nuovi investitori ed accelerare i tempi del recupero di molte aziende in crisi, anche con altre misure di supporto che saranno attivate a breve.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha auspicato che l’ordine del giorno sia sottoscritto da tutto il Consiglio, puntualizzando che nel caso di Portovesme le comunità hanno ragione a sentirsi escluse perché sono stati messi da parte quanti hanno veramente lottato per far ripartire Alcoa.

La seduta è stata nuovamente sospesa.

Alla ripresa dei lavori, l’ordine del giorno Piero Comandini e più è stato integrato con un riferimento più specifico alla salvaguardia delle esperienze professionali maurati dai lavoratori delle aziende in crisi.

Il consigliere Piero Comandini, come primo firmatario, ha detto di accogliere le integrazioni proposte.

L’ordine del giorno è stato quindi approvato all’unanimità con 54 voti e, subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale sulla legge, con 52 voti.

Il parlamento sardo è poi passato all’esame della proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sullo stato di insolvenza dell’Aias, ai sensi dell’articolo 125 del Regolamento del Consiglio regionale. L’on. Eugenio Lai (Leu) ha illustrato a nome di tutta l’opposizione la proposta e ha detto: «I diritti dei lavoratori sono negati in questo momento per quanto riguarda gli stipendi mensili ed è ancora più importante andare a verificare la situazione a seguito del tavolo attivato in Prefettura e delle dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu in commissione Sanità. Vogliamo certezza sui crediti che Aias ha verso la Regione e vogliamo sapere se è vero che l’Aias ha presentato soltanto il bilancio 2017. Vogliamo poi chiarezza sui servizi offerti e sulla situazione dei lavoratori, diretti e indotti. Non è dignitoso nemmeno che la nostra classe politica si trovi in questa condizione: dimostriamo che noi stiamo tra la gente e la difendiamo».

Per l’on. Annalisa Mele (Lega), di parere opposto, «è stupefacente che si chieda di istituire una commissione di inchiesta. Dove eravate in questi anni? E cosa facevate? Perché dovremmo verificare noi quel che dovevate verificare voi? E’ davvero incredibile».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto: «Più volte in questi anni abbiamo chiesto all’assessore Luigi Arru di fare chiarezza e farci conoscere l’esatta situazione e questo non è mai accaduto. Non dobbiamo dimenticare che in più di una circostanza l’Aias ha sostituito il servizio sanitario pubblico ed è per questo che non si può svolgere un’indagine su un soggetto privato come l’Aias. Noi possiamo invece indagare in questa commissione sui rapporti tra Aias e l’assessorato alla Sanità».

Ha preso poi la parola, rafforzando il concetto appena espresso, l’on. Valerio De Giorgi (Fortza Paris), secondo cui «non è possibile attuare parti della richiesta e in particolare non è possibile verificare atti privati perché il Consiglio non ne ha il potere. Chiedo pertanto un parere sulla legittimità della istituzione di questa commissione d’inchiesta».

Per Leu ha preso la parola l’on. Daniele Cocco, che ha affermato la necessità di «andare a fondo e chiarire tutto. Dobbiamo intervenire per chiarire qual è la prospettiva di vita e quali sono i diritti dei lavoratori Aias. A nulla serve recriminare verso il passato e guardarsi sempre indietro: dobbiamo chiudere in maniera positiva questa vertenza e la commissione di inchiesta dovremmo chiuderla tutti, non per istituire un tribunale ma per conoscere i dati. Se in passato non sono arrivate le risposte questo non significa che non possano arrivare ora».

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la richiesta di sospensione avanzata dall’on. Valerio De Giorgi della proposta di istituzione della commissione di inchiesta.

Prima di procedere al voto, su richiesta di alcuni consiglieri la seduta è stata sospesa per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais, ha concesso la parola al consigliere Valerio De Giorgi (Misto) che ha ritirato la richiesta di sospensiva con l’introduzione della specifica che l’istituenda commissione d’inchiesta potesse richiedere documentazione e quant’altro necessario, soltanto in riferimento ai fondi pubblici introitati dall’Aias.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha avanzato quindi la richiesta di interruzione dei lavori dell’Aula che dopo una breve discussione, alla quale hanno preso parte i consiglieri Agus, Piu, Lai, Corrias e Mula, è stata approvata  a maggioranza.

Il presidente Michele Pais ha quindi comunicato il rinvio a domani della convocazione dell’ufficio di presidenza in programma alle 16.00; confermato la convocazione delle commissioni Sesta e Seconda in seduta congiunta alle 15.00 per svolgere alcune audizioni, ed ha dichiarato sospesi i lavori del Consiglio fino alle 16.00.

 

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I consiglieri regionali di LeU Sardigna, Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco, hanno depositato in Consiglio regionale un’interrogazione con richiesta di risposta scritta, con la quale chiedono al presidente della Giunta e all’assessore del Personale di dare immediata applicazione alle leggi n° 43 del 2018 e 6/2019.

Le leggi disciplinanti il passaggio dei dipendenti Forestas al contratto previsto dalla legge 31/1998 pongono delle certezze sui diritti dei lavoratori e sul loro ruolo a salvaguardia del patrimonio boschivo sardo.

Con l’approssimarsi della stagione estiva e il conseguente rischio incendi risulta ancora più urgente il superamento della situazione attuale.

Per queste ragioni, continuano Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco, chiediamo al Governatore Solinas e all’assessore Valeria Satta di impegnarsi per chiudere celermente i tavoli di concertazione per il passaggio contrattuale relativo a più di 6,000 dipendenti.

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Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la mozione presentata dal Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle – prima firmataria la consigliera e segretaria della VI Commissione Sanità Carla Cuccu (M5S) – sulla prevenzione della fetopatia alcolica, grave disabilità permanente che si manifesta nel feto esposto all’assunzione di alcol durante la gravidanza.

La mozione è stata illustrata oggi in Aula dalla prima firmataria Carla Cuccu. Con (47 sì, 2 astenuti) è stato approvato un ordine del giorno unitario sulla fetopatia alcolica che impegna il presidente Solinas e l’assessore competente a dare attuazione alla legge regionale n. 12 del 2014, finora rimasta lettera morta, e a costituire un tavolo permanente di monitoraggio per la prevenzione della fetopatia alcolica e dei problemi correlati all’alcool.

L’ordine del giorno, oltre che dai consiglieri del Movimento 5 stelle è stato sottoscritto anche dal capogruppo della Lega Dario Giagoni, dal capogruppo del Psd’az Franco Mula, dal capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dal capogruppo di fratelli d’Italia Francesco Mura, dal capogruppo del Misto Valerio De Giorgi, dal capogruppo dell’Udc Gian Filippo Sechi, dal capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu, dal capogruppo dei Progressisti Francesco Agus e dai consiglieri di Leu Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco.

«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto. Innanzitutto, perché vogliamo restituire autorevolezza al Parlamento sardo che quando promulga una legge deve, poi, garantirne l’applicazione concreta e l’operatività. E parimenti perché riteniamo che con la prevenzione si possa razionalizzare la spesa pubblica sanitaria, riducendone i costi, e favorire un miglioramento della qualità di vita dei cittadini.»

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Con l’audizione dei rappresentanti dei pastori è iniziato nel pomeriggio il ciclo di audizioni promosso dalla Commissione Attività produttive del Consiglio regionale sulla vertenza latte.

Il parlamentino presieduto da Pietro Maieli (Psd’Az) ha sentito le delegazioni del Movimento Pastori Sardi, Più Sardegna, Aspi, Pastori autorganizzati e della cooperativa sociale Lait di Ittiri. All’incontro ha partecipato anche la neo assessora all’agricoltura Gabriella Murgia.

«Oggi abbiamo sentito i pastori, domani sentiremo associazioni di categoria, Consorsi di tutela e trasformatori – ha detto il presidente Pietro Maieli – vogliamo avere un quadro complessivo della situazione per poter mettere in campo al più presto azioni a sostegno del settore ovicaprino che in Sardegna conta oltre 18mila aziende.»

I rappresentanti dei pastori hanno sollecitato soluzioni rapide per affrontare la crisi e ottenere prezzi più remunerativi dalla vendita del latte.

Secondo l’MPS occorre mettere mano a una legge che regolamenti il sistema: «Il mercato è in mano ai trasformatori – ha detto Felice Floris – non è possibile che i rischi d’impresa siano scaricati solo sui produttori. Le eccedenze di produzione devono essere gestite da altri soggetti in modo da impedire azioni speculative. La nostra proposta è quella di una legge ad hoc per stabilire, una volta per tutte, regole certe e durature».

Secondo Andrea Cinus (Aspi), un ruolo fondamentale potrebbero svolgerlo le Op (organizzazioni di produttori): «La sovraproduzione di latte va indirizzata verso mercati esteri oppure verso una trasformazione diversificata del prodotto (pastorizzazione o polverizzazione del latte)».

Un contratto certo che stabilisca un prezzo annuale e distribuisca equamente vantaggi e rischi dell’andamento del mercato su pastori e trasformatori è stato invece chiesto dai rappresentanti dell’associazione Più Sardegna: «Non è possibile – ha sottolineato Arturo Marongiu – che ogni anno il prezzo del latte dipenda dalla volontà dei trasformatori. Si utilizzi lo stesso sistema presente nel mercato del latte vaccino».

Il movimento Pastori sardi autorganizzati, infine, ha sollecitato un azzeramento dei vertici dei Consorzi di tutela: «Sono governati da 30 anni dalle stesse persone – ha rimarcato Gianuario Falchi – serve un cambio di rotta. Devono essere i pastori a rappresentare la categoria. A guidare queste strutture serve un manager che studi i mercati e guidi la produzione».

Il vicepresidente della Commissione Gianfranco Satta (Progressisti) ha sollecitato una rapida chiusura del tavolo aperto dal Governo lo scorso 15 marzo: «Bene ha fatto la Commissione ad inaugurare un ciclo delle audizioni, i pastori, però, hanno bisogno di risposte rapide. Il tavolo aperto dal Governo deve dare un segnale».

Massimo impegno ha assicurato l’assessora Gabriella Murgia: «Sono al lavoro da pochi gironi ma stiamo  seguendo da vicino la vertenza per intervenire sulle criticità».

Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Stefano Tunis (Sardegna 2OVenti) che ha auspicato la discussione, in tempi rapidi, della mozione da lui presentata per il rifinanzimento della legge 15, Eugenio Lai (Liberi e Uguali), Emanuele Cera (Forza Italia) e Franco Mula (Psd’Az).

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