19 November, 2024
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Oggi, 2 febbraio 2017, alle ore 12,30, il Comitato Tecnico Scientifico del Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna ha espresso il proprio parere favorevole per quanto di competenza sul Progetto di ammodernamento della raffineria di produzione di allumina ubicata nel comune di Portoscuso, zona industriale di Portovesme. Ciò in quanto il medesimo non ricade in area mineraria suscettibile di tutela a termini del decreto istitutivo del Parco (decreto del ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 8 settembre 2016).

Ne dà comunicazione, con una breve nota stampa, il commissario straordinario del Geoparco, Giovanni Pilia.

«Il sito – aggiunge Giovanni Pilia – interessa un impianto di stoccaggio di sottoprodotti industriali ed impianti in esercizio non oggetto di tutela in riferimento alle specifiche competenze affidate all’Ente.»

 

Eurallumina.

«A dieci giorni dal sequestro da parte della Magistratura dell’impianto denominato ex Tecom, sito all’ interno dello stabilimento Eurallumina, il Ministero dell’Ambiente autorizza l’Azienda Eurallumina a prelevare l’acqua di emungimento necessaria ad eseguire le prove di “trattamento acque” mediante il suddetto impianto». Ne ha dato notizia nel pomeriggio la RSU Eurallumina, con una breve nota stampa.

«L’autorizzazione per l’utilizzo dell’ impianto – si legge ancora nella nota della RSU aziendale – era stata precedentemente richiesta dall’Eurallumina per effettuare delle prove tecniche della durata di 90 giorni, atte a verificare se potesse essere successivamente utilizzabile per il definitivo trattamento delle acque in sostituzione della Simam, azienda che, per conto del Ministero dell’Ambiente, dal momento del sequestro del bacino di stoccaggio residui di lavorazione, si occupa di questa operazione. Queste acque, emunte dai pozzi nei pressi del bacino e poi trattate dall’impianto Simam, vengono poi inviate al depuratore del consorzio industriale.

L’Eurallumina presentava stessa richiesta autorizzativa agli organi competenti di Provincia Carbonia Iglesias e Regione Sardegna, autorizzazione questa, che veniva concessa per il solo periodo richiesto di 90 giorni.

Il ministero dell’Ambiente, tramite il NOE dei Carabinieri, aveva richiesto ulteriore documentazione tecnica sull’ impianto ex Tecom, prima di autorizzarne l’esercizio.

A seguito di questi accertamenti, la non pervenuta autorizzazione ministeriale (che arriva oggi), faceva scadere le autorizzazioni concesse da Provincia/Regione e le prove tecniche di esercizio, di conseguenza, non sono mai state eseguite.

Sino ad arrivare al 24 giugno 2013, quando la Magistratura ordinava il sequestro preventivo dell’ impianto ex Tecom, per presunte irregolarità amministrative nel rilascio delle autorizzazioni, con ipotesi di reato a carico di un dirigente aziendale e rispettivamente di un funzionario Provinciale e di uno Regionale.

L’Eurallumina, attraverso i suoi legali, in data 1 luglio 2013, asserendo la correttezza dei suoi comportamenti, presentava domanda di dissequestro dell’impianto ex Tecom.

L’autorizzazione, pervenuta dal ministero dell’Ambiente, sia pur tardiva rispetto alla tempistica necessaria per poter effettuare le suddette prove tecniche – conclude la RSU Eurallumina – conferma la legittimità della richiesta autorizzativa avanzata, accertata dai capillari controlli effettuati dagli organi preposti.»

Nella tarda serata di oggi la RSU Eurallumina è stata informata ufficialmente che l’impianto, denominato “ex Tecom” e sito all’interno dello stabilimento Eurallumina, è stato dissequestrato dalle autorità competenti.