22 December, 2024
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E’ iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” al via martedì 1 settembre a Sant’Anna Arresi.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” raggiunge, con l’edizione di quest’anno, ai trent’anni di attività ininterrotta, un traguardo non da poco nell’ambito dei festival estivi. Numerosi sono stati i traguardi raggiunti dall’associazione culturale “Punta Giara”, promotrice del festival: l’abbattimento proprio dei confini geografici del movimento Jazz è sicuramente uno dei meriti dell’associazione Arresina che è riuscita attraverso programmi mai banali e attenti alle nuove correnti provenienti dagli Stati Uniti a fondere, con risultati eccelsi, tratti caratteristici della cultura sarda con la musica e la cultura afro-americana. Numerosi infatti sono stati i musicisti che in questi ventisei anni si sono confrontati con la tradizione sarda: Pat Metheny più volte a condiviso il palco con artisti come Antonello Salis, Paolo Angeli e Enzo Favata, Hamid Drake con gli stessi Angeli e Salis ha inaugurato proprio all’ombra del nuraghe Arresi un sodalizio che tutt’ora continua e Butch Morris, innovatore della scena free-jazz mondiale con la sua Conduction, è stato per tre anni consecutivi protagonista a Sant’Anna Arresi con il suo progetto che ha coinvolto non solo musicisti professionisti, ma anche musicisti provenienti da scuole civiche e conservatori.  E proprio a Butch Morris a cui quest’anno abbiamo rivolto il nostro pensiero nel concepire questa trentesima edizione del festival, proprio a sigillo di questo straordinario risultato, l’Associazione Culturale Punta Giara con il supporto di Poste Italiane hanno realizzato un annullo filatelico di cui daremo ampio ragguaglio con un apposito comunicato stampa.

Ogni sera, novità del programma, prima dell’inizio dei concerti, una breve sessione d’ascolto “EXTRA SPEED TO YOUR GOALS: RADIO BUTCH WARM UP”, a cura di Letizia Renzini e Giuseppe Vigna, avvicinerà il pubblico alla musica e allo spirito di Butch Morris, gettando un ponte sonoro tra il suo pensiero musicale vasto e originale e gli artisti invitati quest’anno a Sant’Anna Arresi.

Butch Morris ha coinvolto il festival e la sua gente in un rapporto umano e di produzione artistica che si è arricchito negli anni; tenteremo ogni sera di colmare il vuoto che ha lasciato parlando di musica, ricordando l’uomo e il musicista, le sue tante e articolate esperienze, ripercorrendo storie, amicizie e sodalizi artistici. 

Extra Speed To Your Goals (possano i tuoi obiettivi essere raggiunti velocemente) è l’esortazione che Morris apponeva in calce ad ogni sua e-mail.

Questo semplice augurio collettivo, che testimonia una visione energica del fare e del volere, è la lezione del maestro alla quale teniamo di più. Evocare lo spirito ed espolorare l’orizzonte musicale di Butch Morris ogni sera attraverso un brano suo o di altri, sarà il modo per sentirci ancora tutti in comunicazione con la straordinaria energia di questo grande musicista, amico e conduttore visionario.

Altra novità: Evan Parker venuto a conoscenza del cartellone Ai Confini tra Sardegna e Jazz 2015, della presenza di uno dei più grandi contrabbassisti viventi William Parker, chiese ai responsabili di Punta Giara se fosse possibile esaudire un suo grande desiderio quello di inserirlo come ospite improvvisatore nell’organico allestito per la realizzazione del Progetto Large Ensamble direct by Evan Parker “Homage to Butch Morris”. L’amore dei due per la figura di Butch Morris, il grande rispetto tra il sassofonista e il contrabbassista di New York, l’amicizia che lega i due all’Associazione Culturale Punta Giara ha fatto quello che trova concretezza il giorno 3 settembre. Operazioni di questa rilevanza che  a noi colgono in maniera profondissima l’essenza del Jazz trovano a Sant’Anna Arresi da sempre condizioni ambientali, tale che ormai passano per essere normalità da queste parti, se come ebbe a dire un grande chitarrista di casa da queste parti il festival di Sant’Anna Arresi meriterebbe di essere insignito di patrimonio dell’umanità e luogo unico al mondo dove è possibile a seconda delle frequentazioni mattutine cambiare la scaletta della stessa sera.

Al Festival di Sant’Anna Arresi ritorna anche quest’anno la Bandakadra. Difficoltà di carattere finanziario avevano fatto assumere ai soci di Punta Giara la dolorosa decisione di non far rientrare nel cartellone 2015 la Marching Band Piemontese che oramai da qualche anno era di casa nel nostro paese. I legami di carattere culturale ed i legami sorprendenti con la comunità che vi ospita ha fatto in modo che proprio all’ultimo momento grazie anche ad una raccolta di fondi effettuata dai soci la disponibilità della band pur di esserci anche se pur con un cache ridottissimo ha fatto il resto, e pertanto la band potrà realizzare la seconda tappa del suo Mississippi Viaggio musicale nelle vie del Jazz, progetto che prende avvio con l’edizione 2014-2015.

Con Mississippi la Bandakadabra ripercorrerà in tre giorni la storia dell’evoluzione del jazz, esplorando ogni giorno una corrente musicale differente, dalle radici a New Orleans sino alle avanguardie di New York, accompagnando il pubblico a riscoprire i grandi musicisti e gli stili musicali che si svilupparono in sette delle maggiori città Americane.

Durante il viaggio lungo il Mississippi, la Bandakadabra si vedrà impegnata nell’esplorazione dei brani classici della tradizione americana, partendo dalle correnti Second Line e Dixieland tipiche di New Orleans, alla foce del grande fiume, o quelli classici di Chicago, città che vide l’esplorazione artistica di Louis Amstrong, per passare al Jazz di Washington, egregiamente interpretato dalle composizioni di Duke Ellington, quello di Kansas City con Count Basie, il bepop di Charlie Parker e Dizzie Gillespie, e infine le avanguardie di New York con le musiche di Coltrane, Davis e Mingus. La Bandakadabra saranno guidati dall’istrionico front-man e percussionista Gipo Di Napoli, e caratterizzati da una forte componente comica e teatrale.

Definita da Carlo Petrini “una fanfara urbana”, la Bandakadabra nasce a Torino nel gennaio 2005. Il progetto era quello di creare una big band capace di raccogliere, intorno alla medesima idea di musica, strumentisti di ogni età e con diverse sensibilità artistiche.

L’obiettivo iniziale è stato raggiunto: nel giro di pochi mesi, la Banda ha saputo coinvolgere jazzisti, musicisti con esperienze nel campo della musica balcanica, della musica di strada, del combat folk o con una formazione bandistica di stampo più tradizionale, fino a raggiungere il ragguardevole numero di 21 elementi.

L’esigenza di non disperdere quel patrimonio di suoni e di atmosfere che caratterizzano la tradizione bandistica rimane un tratto specifico del progetto Bandakadabra, il cui intento è appunto quello di riproporre, attualizzandole, le sonorità delle bande tradizionali e di avvicinare alle atmosfere della musica popolare un pubblico sempre più numeroso.

Il repertorio della banda comprende suggestioni musicali diverse, dagli sfrenati ritmi balcanici, alle marcette popolari, senza disdegnare melodie latine e jazz.

Assolutamente originale è l’approccio ai singoli brani, che vengono eseguiti con una forte carica teatrale, 

dando luogo a performance in cui il pubblico viene letteralmente trascinato a partecipare.

La possibilità di esibirsi liberamente ed ovunque senza vincoli di amplificazione rendono il progetto adatto a qualsiasi tipo di situazione.

In soli cinque anni di attività, la BandaKadabra ha già avuto modo di esibirsi e di farsi apprezzare in diverse rassegne di world music italiane, suscitando una crescente attenzione e curiosità da parte di festival, istituzioni e club.

Oltre ad aver prodotto nel 2007 l’album “Sputnik”, la banda ha saputo dialogare con diverse realtà musicali: dal cantautorato (Banda Elastica Pellizza, Luca Morino) al jazz (Carlo Actis Dato) fino alla musica elettronica (Feelgoodproduction autori delle fortunate raccolte “Balkanica!”) e alla clownerie musicale (Gianluigi Carlone della Banda Osiris).

Attualmente la Bandakadabra ha registrato il suo secondo cd, ospitando tra le sue file il virtuoso del sax contralto, Piero Ponzo, storico strumentista di Gian Maria Testa.

Ai confini tra Sardegna e Jazz costituisce una delle poche realtà della cultura sarda capace di proiettarsi anche al di fuori dell’isola garantendo al nostro territorio un eccezionale ritorno sia sul mercato locale che su quello nazionale e internazionale.                                             

Proiettare all’esterno l’immagine di una terra dove si produce e di un’isola vitale e culturalmente produttiva questo è il principale obiettivo dell’associazione Punta Giara.                                              

 Il festival costituisce da tempo uno dei principali eventi culturali isolani seguito costantemente da dai mass-media locali e internazionali, questo consente di offrire al nostro territorio oltre che al tradizionale rilievo sulla pubblicità del festival un ancor più importante e significativo rilievo sulla pubblicità in tutti i momenti di presentazione e di commento giornalistico e radiotelevisivo.

A testimonianza di quanto sopra, l’Associazione comunica che alla data odierna sono stati accreditati 29 richieste da parte delle più rilevanti e importanti riviste nazionali ed internazionali a cui si aggiungono 10 fotografi nazionali ed internazionali.

La Rai ha acquisito i diritti di messa in onda di tutti i concerti compreso una diretta che sarà mandata in onda il giorno 3 settembre alle ore 21.00 dal canale Rai della trasmissione condotta da Pino Saulo “Battiti”.

Butch Morris - Luciano Rossetti © Phocus Agency

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A meno di un mese dal via, mentre fervono i lavori di allestimento dell’anfiteatro di Piazza del Nuraghe per la XXX Edizione di Ai Confini tra Sardegna e Jazz, da oggi 10 agosto è possibile acquistare in prevendita i biglietti dei concerti in cartellone.

Dall’1 al 6 settembre a Sant’Anna Arresi, nella consueta e affascinante cornice di Piazza del Nuraghe, si esibiranno prestigiosi musicisti ed ensemble provenienti da tutto il mondo. Da sempre Punta Giara ha messo in pratica una politica di prezzi popolari per la musica dal vivo offrendo, al costo di un biglietto singolo, un minimo di due concerti e performance per serata.

Il costo del biglietto singolo è di euro 15,00 (ridotto 12,00*, ridottissimo 5,00**), l’abbonamento a tutte le serate della manifestazione euro 75,00 (ridotto 65*). Con l’acquisto di un abbonamento intero o ridotto, in omaggio i cd live in Sant’Anna Arresi di Possible Universe di Butch Morris o Filu’ e’ Ferru di Evan Parker, o ancora a scelta il libro “Suonare le Launeddas” di Carlo Mariani, una pubblicazione del metodo per launeddas dell’Associazione Culturale Punta Giara.

Biglietti e abbonamenti si possono acquistare in prevendita attraverso il circuito Bookshow: online all’indirizzo www.bookingshow.it , oppure su prenotazione (senza diritti di prevendita) inviando una mail con i propri dati all’indirizzo comunicazione@santannarresijazz.it , il ritiro avverrà direttamente in loco con una busta a voi intestata.

Per informazioni, la segreteria di “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz” risponde al numero telefonico 0781 966102 e all’indirizzo di posta elettronicacomunicazione@santannarresijazz.it .

Aggiornamenti e altre notizie utili sul sito www.santannarresijazz.it .

Prezzi dei biglietti:

*RIDOTTO – € 12,00 – anziani con età superiore ai 65 anni, dietro presentazione del documento di identità, accompagnatori portatori di handicap 

**RIDOTTISSIMO – € 5,00 – studenti e giovani fino al 18° anno di età, dietro presentazione del documento di identità. Studenti dei conservatori, scuole pubbliche e private di musica, dietro presentazione di tessera scolastica.

GRATUITO – portatori di handicap, dietro presentazione del documento di invalidità.

Butch Morris.

Butch Morris.

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Verrà presentata venerdì 17 luglio, alle ore 11.00, nella sala conferenze di Villa Muscas (Centro della Cultura Contadina) in Via Sant’Alenixedda 2, a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, la trentesima edizione del Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.

Il direttore artistico e il direttivo dell’Associazione Culturale Punta Giara illustreranno il programma della manifestazione e le produzioni editoriali e discografiche Filu ‘e Ferru di Sant’Anna Arresi Quintet by Evan Parker e Galactic Parables: Volume 1 di Rob Mazurek.

Per l’occasione verrà proiettato un montaggio fotografico su Lawrence Butch Morris realizzato da Luciano Rossetti (Phocus Agency) e faremo, infine, un excursus sulle molteplici attività collaterali di quest’anno, che vanno dal convegno internazionale alle escursioni naturalistiche e degustazioni a organizzate insieme alla cooperativa Destinazione Sulcis rappresentata da Ponziana Ledda.   

Sono stati invitati alla conferenza stampa i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, assessorato regionale della Pubblica Istruzione, assessorato regionale del Turismo, rappresentanti del comune di Sant’Anna Arresi, della Fondazione Banco di Sardegna, dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias e gli sponsor ufficiali del festival.

Si è conclusa sabato sera, sul palco del Palanuraghe di Sant’Anna Arresi, la XXIX edizione del Festival Internazionale “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, della Fondazione del Banco di Sardegna, delle amministrazioni comunali di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

 

La rassegna, iniziata il 18 dicembre e proseguita fino al 21, per poi ripartire il 27 ed andare avanti ininterrottamente fino all’altra sera, nell’ultima serata ha proposto due spettacolari band jazz, devote all’improvvisazione e alla sperimentazione. Il duo composto da Louis Moholo-Moholo e Alexander Hawkins si è cimentato in uno scambio culturale, una performance dedicata all’improvvisazione sospesa tra gli energici slanci del piano di Hawkins e la straordinaria gamma dinamica delle percussioni di Moholo-Moholo. Nonostante rappresentino due distinte generazioni di musicisti – Moholo-Moholo, maestro affermato e veterano di innumerevoli registrazioni fondamentali e band passate alla storia della musica; Hawkins, membro di una generazione molto più giovane ma la cui audacia e visione musicale lungimirante hanno contraddistinto come una delle forze maggiori della scena odierna – il duo ha sviluppato un rapporto speciale durante gli ultimi anni, che lo rende un interessante anello di giunzione tra il trascorso del jazz e le avanguardie odierne.

A chiudere il festival, in esclusiva per l’Italia, è stata l’ElectroAcoustic Septet di Evan Parker, un ensemble molto speciale, composto da Evan Parker al sassofono, Peter Evans alla tromba, Walter Prati al computer, Marco Vecchi alle proiezioni audio, Paul Obermayer e Richard Barrett alle elettroniche live e Steve Noble alla batteria. ElectroAcoustic è un progetto iniziato nel 1990 con lo scopo di esplorare in tempo reale i limiti dell’elaborazione dei segnali, nell’ambito dell’improvvisazione musicale. L’obiettivo di Parker è approfondire l’attuale percezione dell’arte dei suoni, in un discorso aperto tra strumenti classici ed elaborazioni digitali. Il settetto sottopone strumenti e computer a test di creatività in tempo reale, mettendo alla prova le capacità di libera improvvisazione del digitale contro l’umano. All’evolversi della tecnologia digitale gli ElectroAcoustic rispondono cercano nuovi metodi e possibilità per sfruttarne le sonorità ancora non considerate o esplorate a pieno.

La XXIX edizione del festival va in archivio e l’associazione culturale Punta Giara già pensa alla prossima che sarà quella del trentennale. C’è già una certezza rappresentata dal ritorno alla programmazione estiva. Dopo questo esperimento forzato, dettato da ragioni organizzative e dal ritardo nella definizione della programmazione dei contributi regionali, il festival ritroverà la sua naturale e storica collocazione a cavallo tra i mesi di agosto e settembre.

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Gran finale, questa sera, per la ventinovesima edizione del festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, comune di Sant’Anna Arresi e della Fondazione Banco di Sardegna.

A chiudere la storica rassegna jazz di Sant’Anna Arresi saranno altre due spettacolari band jazz, devote all’improvvisazione e alla sperimentazione. I concerti inizieranno come di consueto alle ore 21:00 all’interno del Palanuraghe, situato accanto al comune di Sant’Anna Arresi. Il duo Louis Moholo-Moholo e Alexander Hawkins si cimenterà in uno scambio culturale, una performance dedicata all’improvvisazione sospesa tra gli energici slanci del piano di Hawkins e la straordinaria gamma dinamica delle percussioni di Moholo-Moholo. Nonostante rappresentino due distinte generazioni di musicisti – Moholo-Moholo, maestro affermato e veterano di innumerevoli registrazioni fondamentali e band passate alla storia della musica; Hawkins, membro di una generazione molto più giovane ma la cui audacia e visione musicale lungimirante hanno contraddistinto come una delle forze maggiori della scena odierna- il duo ha sviluppato un rapporto speciale durante gli ultimi anni, che lo rende un interessante anello di giunzione tra il trascorso del jazz e le avanguardie odierne.

A chiudere il festival, in esclusiva per l’Italia, l’ElectroAcoustic Septet di Evan Parker, un ensemble molto speciale, composto da Parker al sassofono, Peter Evans alla tromba, Walter Prati al computer, Marco Vecchi alle proiezioni audio, Paul Obermayer e Richard Barrett alle elettroniche live e Steve Noble alla batteria. ElectroAcoustic è un progetto iniziato nel 1990 con lo scopo di esplorare in tempo reale i limiti dell’elaborazione dei segnali, nell’ambito dell’improvvisazione musicale. L’obiettivo di Parker è approfondire l’attuale percezione dell’arte dei suoni, in un discorso aperto tra strumenti classici ed elaborazioni digitali. Il settetto sottopone strumenti e computer a test di creatività in tempo reale, mettendo alla prova le capacità di libera improvvisazione del digitale contro l’umano. All’evolversi della tecnologia digitale gli ElectroAcoustic rispondono cercano nuovi metodi e possibilità per sfruttarne le sonorità ancora non considerate o esplorate a pieno.

Louis Moholo-Moholo, Alexander Hawkins, Evan Parker, Peter Evans, grandi nomi del jazz per una serata conclusiva in grande stile, un’altra pietra miliare nel lungo curriculum del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

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Penultima serata per l’edizione invernale del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, a Sant’Anna Arresi. Venerdì 2 gennaio sul palco della storica rassegna musicale altri due interessanti ensemble, che non mancheranno di strappare applausi anche dai più dubbiosi.

Dalle ore 21.00 il Palanuraghe ospiterà gli Hard Up Quartet, band sarda composta da Andrea Morelli al sax, Mauro Piras al trombone, Massimo “Maso” Spano al basso e Alessandro Garau batteria. Il quartetto si è distinto per la sua creatività e pienezza del suono, nonostante l’assenza di strumenti puramente armonici, catturando le platee con una matura concezione del suono. Melodie e ritmiche si alternano in un calibrato alternarsi di armonie e improvvisazioni, scambiando momenti di coalizione con attimi di pura libertà esecutiva. Il repertorio del quartetto ha una precisa direzione stilistica che, pur se connaturata intimamente col sound Jazzistico, si rifà tuttavia a diversi stili, il free jazz, il country, il funky, il blues, il latin, calamitando sempre l’attenzione dell’ascoltatore su approdi musicali diversi.

Dalle ore 22.30 circa, sarà il turno del Sant’Anna Arresi Quintet, progetto originale in prima assoluta, capitanato dal sassofonista inglese Evan Parker. Il quintetto, un vero e proprio mélange di talenti jazzistici, vede affiancarsi a Parker alcuni dei migliori esponenti del jazz anglofono: Alexander Hawkins al piano, Peter Evans alla tromba, John Edwards al basso e Hamid Drake alle percussioni. Il quintetto è nato da un’idea originale dell’Associazione Culturale Punta Giara, organizzatrice del festival, e ha immediatamente ottenuto il consenso dei cinque musicisti. La critica specializzata di tutto il mondo li considera tra i maggiori esponenti dell’avanguardia musicale e capisaldi della libera improvvisazione. Evan Parker, leader di svariate formazioni, ha consolidato metodi per sovrapporre rapidamente suoni armonici e false note che, uniti a tecniche di respirazione circolare e rapidi staccati, creano dense onde di contrappunto e sonorità inconsuete, tratti unici delle performance che lo hanno conferito la stima di critica e appassionati di musica. Parker è considerato il più esperto musicista in campo, unico esploratore e divulgatore dell’intera gamma sonora del sassofono. Non si creda tuttavia che il talento di Parker possa oscurare o sminuire quello degli altri membri del quintetto. Assieme a lui in questa prima assoluta troveremo musicisti di alto livello, non semplici esecutori ma navigati compositori e abili improvvisatori. Alexander Hawkins è uno dei migliori pianisti jazz e in assoluto il migliore interprete del piano Hammond. Alla tromba Peter Evans non ha rivali, sa destreggiarsi e veleggiare all’interno di vari ambienti musicali. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone. John Edwards è un vero virtuoso, con la sua sconcertante gamma di tecniche e smisurata immaginazione musicale ha ridefinito le possibilità del contrabbasso e notevolmente ampliato il suo ruolo, sia in solo che in gruppo. Louis Moholo è uno dei batteristi che contribuirono all’incredibile evoluzione della musica degli anni ’60 e ’70. Dopo aver trovato rifugio in Inghilterra, insieme ad altri esiliati sudafricani e membri bianchi della scena free jazz inglese partecipò alla fondazione di ensemble passate alla storia, come i Blue Note, i Brotherhood of Breath ed i Viva La Black.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

L’Associazione Culturale Punta Giara, organizzatrice storica del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” di Sant’Anna Arresi, annuncia la pubblicazione dell’album “Possible Universe” la Conduction n. 192 del grande maestro Lawrence “Butch” Morris, scomparso nel 2013 all’età di 65 anni.

L’album verrà presentato ufficialmente durante la conferenza stampa in programma per le ore 12 di lunedì 29 dicembre, presso la Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi. La conferenza sarà seguita da un aperitivo e i concerti di Jean Paul Bourelly e Sadiq Bey in duo e Riccardo Pittau in solo. Sia Bourelly che Pittau fecero parte della Conduction 192, e la loro performance sarà chiaramente dedicata alla memoria di Butch.

Il live in Sant’Anna Arresi, registrato il 29 agosto 2010 sul palco del festival che da ventinove anni porta nel sud della Sardegna i migliori interpreti mondiali del Jazz, da chi ne ha fatto la storia sino alle avanguardie più nascoste e interessanti, si preannuncia già da ora un capitolo importante della storia del Jazz.

 Dopo una florida carriera musicale da cornettista al fianco di David Murray, Morris si distinse per l’ideazione di un nuovo tipo di conduzione orchestrale, studiata per dirigere orchestre nell’improvvisazione, creando ad ogni performance brani unici e irripetibili. La sua tecnica, da lui nominata Conduction, prevede una serie di gesti codificati, che i membri delle ensemble sanno riconoscere e impiegare in tempo reale per liberare la propria espressività musicale.

Dopo la prima Conduction, tenuta a New York nel 1985, Butch girò il mondo conducendo 199 ensemble. Non esisteva un gruppo stabile di musicisti che prendessero parte alle varie Conduction, i partecipanti appartenevano spesso al luogo in cui la performance veniva eseguita. Nella Conduction 192, infatti, affianco a ospiti eccelsi quali David Murray, Evan Parker, Joe Bowie e Hamid Drake troviamo alcuni importanti esponenti del jazz italiano come Pasquale Innarella, Silvia Bolognesi, Riccardo Pittau e Tony Cattano.

CONDUCTION® No. 192, Possible Universe

Sant Anna Arresi,  29 August 2010

Lawrence D. “Butch” Morris – Ensemble: David Murray (tenor sax and bass clarinet), Evan Parker (tenor sax), Pasquale Innarella (alto sax), Greg Ward (alto sax), Joe Bowie (trombone), Tony Cattano (trombone), Meg Montgomery (electro trumpet), Riccardo Pittau (trumpet), Jean Paul Bourelly (guitar), On Ka’a Davis (guitar), Hamid Drake (drums), Chad Taylor (drums, vibraphone), Harrison Bankhead (double-bass), Silvia Bolognesi (double-bass), Alan Silva (sinth, bass, piano)

“‘Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

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Si conclude questa sera la XXVIII edizione del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. La chiusura della manifestazione è stata affidata alla Sun Ra Arkestra, che ha accompagnato il maestro “Sunny” Blount. La sua morte, avvenuta il 30 maggio 1993, all’età di 79 anni, ha lasciato un vuoto gigantesco ma al tempo stesso ha creato un’infinità di strade parallele percorse da musicisti di ogni genere.

L’Arkestra nel corso degli anni ha sempre cambiato formazione ma è rimasta stabile la partecipazione del suo sacerdote più importante, ovvero lo storico sassofonista, Marshall Allen, oggi unico depositario delle volontà di Sun Ra, già protagonista ieri sera sul palco di Piazza del Nuraghe nel corso del concerto del gruppo turco Konstrukt. Marshall Allen, 89 anni compiuti lo scorso 25 maggio, mantiene l’energia di un trentenne e con il suo sax ed altri strumenti originali, riesce a conquistare il pubblico.

L’Arkestra composta da 11 elementi offrirà uno spettacolo incredibile, composto da musica, teatro e danza. Una sorta di rito collettivo che vuole rievocare lo spirito sempre presente del compositore dell’Alabama.

Il concerto sarà un omaggio ed un ritorno in grado di richiamare alla memoria la fiammeggiante esibizione che l’Arkestra e Sun Ra tennero sullo stesso palco arresino nel 1989.

Sarà, quindi, come aprire un varco in uno spazio temporale capace di congiungere il cielo con la terra e regalare agli spettatori le stesse emozioni travolgenti che vissero 24 anni fa.

Ieri sera, intanto, è andata in scena la penultima serata del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Il primo set sarà affidato ai già citati Konstrukt, formazione turca che ha fatto dell’improvvisazione la propria bandiera. La formazione composta da Umut Çağlar (chitarra), Korhan Futaci (sax), Korhan Argüden (batteria), Zün Usta (percussioni) ha conquistato il rispetto di tutto l’ambito improvvisativo europeo collaborando con musicisti del calibro di Evan Parker e Peter Brotzman.

Il gruppo, come annunciato alla vigilia, ha raggiunto un incredibile livello di energia e forza nella sua musica attraverso lucide ed inventive composizioni che il Festival ha proposto in esclusiva italiana con la partecipazione speciale del sassofonista della Sun Ra Arkestra, Marshall Allen.

Il secondo concerto della serata ha visto protagonista la formazione sperimentale Suncage. Lo scultore Pinuccio Sciola ha unito le sue meravigliose pietre sonore ad una formazione innovativa composta da musicisti sardi, tra i quali Marcellino Garau e Francesco Medda ed il Modular Quartet.

Il progetto che si intitola Le Memorie dell’Universo è stato una prima assoluta dedicata a Sun Ra, il grande musicista statunitense, figlio del sole, che Pinuccio Sciola incontrò trent’anni fa a San Sperate, e concettualmente parla della memoria che le pietre portano dentro, residui di universo che parlano delle stelle e della loro vita. Il concerto è stato un omaggio personale di Pinuccio Sciola che rimase incantato dalla sua musica e dall’energia positiva che letteralmente irradiava.