22 December, 2024
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E’ stato presentato stamane il 100° Giro D’Italia che partirà il 5 maggio 2017 da Alghero e prevede le prime tre tappe in Sardegna: partenza da Alghero ed arrivo a Cagliari, passando per Sassari, Olbia, Nuoro e Tortolì. Hanno partecipato alla presentazione, nella sede degli organizzatori di RCS Sport, a Milano, on l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandi, il direttore del Giro, Mauro Vegni, il ciclista di Villacidro, Fabio Aru, il presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini con il capitano della squadra, Marco Storari, il presidente della Dinamo Basket Stefano Sardara e il capitano Jack Devecchi. #Giro100 è l’hashtag ufficiale della manifestazione.
«Ospitare la partenza del Giro d’Italia nella straordinaria coincidenza della centesima edizione è per la Sardegna non solo un grande onore, ma anche un’occasione speciale per raccontare in modo diverso il nostro territorio – sottolinea il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Le tre tappe in programma offriranno una vista privilegiata sulle coste come sui percorsi dell’interno: paesaggi famosi, amati dai turisti di tutto il mondo, sfileranno accanto a scenari molto meno noti ma di altrettanto fascino. Stiamo investendo molto nel settore del cicloturismo, ben consapevoli di quanto la bicicletta sia un mezzo privilegiato per conoscere un territorio immergendosi nella sua bellezza. Mi piace pensare che i ciclisti di tutto il mondo, vedendo il Giro d’Italia, si innamorino dei nostri percorsi e abbiano voglia di venire qui da noi per scoprire la Sardegna pedalando.»
«L’evento simbolo dello sport italiano sceglie gli scenari unici della Sardegna per l’edizione numero cento – commenta l’assessore Morandi -. Con la partenza del Giro 2017, assicuriamo al nostro territorio la massima visibilità internazionale e importanti ricadute sotto il profilo economico grazie a una straordinaria iniziativa di promozione della destinazione, della sua qualità della vita e del suo nuovo modello di sviluppo sostenibile. Le tre tappe isolane a inizio maggio, subito dopo Pasqua, rappresenteranno l’apertura della stagione turistica, tassello fondamentale del piano di destagionalizzazione messo in atto per il triennio 2016-2018. Un’iniziativa coerente con la strategia dell’assessorato, che punta con decisione sul turismo attivo e sportivo, sulla strutturazione dell’offerta attraverso grandi eventi e sulla creazione di nuove motivazioni di viaggio. Si inserisce perfettamente, inoltre, nelle politiche regionali di valorizzazione del cicloturismo, su cui l’assessorato ha investito e investirà con convinzione, e di realizzazione della rete ciclabile della Sardegna.»
Alghero-Olbia di 203 chilometri, Olbia-Tortolì di 208 e da Tortolì con l’arrivo a Cagliari, di 148 chilometri. Percorsi mossi, ondulati, saliscendi, montagna e non mancheranno le lunghe salite con la più dura verso il centro di Nuoro. La probabile volata finale avverrà nelle strade del capoluogo. Oltre alle città di partenza e di arrivo, la corsa rosa attraverserà Sassari, Castelsardo, Santa Teresa di Gallura, Palau, Nuoro, Barisardo, Muravera, Villasimius, e altri centri isolani.
Tappa 1 Alghero – Olbia. Mossa, ma non troppo: costantemente ondulata e caratterizzata da una interminabile sequenza di saliscendi lungo la costa nord dell’isola. Si contano alcune salite catalogabili GPM e decine di brevi strappi. Ultima asperità a meno di 20 chilometri dall’arrivo la salita di San Pantaleo, che potrebbe favorire i finisseur rispetto ai velocisti. Si tratta di una salita di circa 5 chilometri con 3 attorno all’8% e pendenze massime superiori nella prima parte. Finale ancora ondulato fino a Olbia per l’eventuale volata tutta da conquistare.
Tappa 2 Olbia – Tortolì. Di media montagna che però potrebbe terminare con uno sprint di gruppo. La prima parte si svolge nell’entroterra Nuorese con saliscendi e tre lunghe salite: la prima per Bitti e Orune (non catalogata GPM), la seconda più dura verso il centro di Nuoro (GPM) e la terza per scollinare il Passo di Genna Silana (GPM). Gli ultimi 50 km sono prevalentemente in discesa o pianura, ma su percorso molto articolato che potrebbe creare difficoltà ai ricongiungimenti. Anche qui una volata, probabile, ma da conquistare.
Tappa 3 Tortolì – Cagliari. Praticamente pianeggiante con lievi ma blande ondulazioni lungo l’intero percorso. Dopo Villasimius si incontrano alcune brevi salite lungo la strada costiera. Segue l’avvicinamento – completamente piatto – alla città di Cagliari fino alla probabile volata finale.
Quella del 2017 sarà l’88esima partenza dall’Italia, 12 sono state quelle dall’estero. La prima volta che il Giro è sbarcato in Sardegna era il 1961. L’occasione fu il centenario dell’Unità d’Italia. La Corsa Rosa, partita da Torino, arrivò sull’isola alla quarta tappa con una frazione Cagliari-Cagliari, vinta da Oreste Magni. Quel Giro, conclusosi a Milano, fu vinto da Arnaldo Pambianco. Trent’anni dopo ecco la prima Grande Partenza. Era il 1991. Furono effettuate due tappe in linea oltre a due semitappe tra cui una a cronometro. Quel Giro fu vinto da Franco Chioccioli.
Nel 2007 con una spettacolare cronosquadre Caprera-Maddalena prese il via il Giro d’Italia edizione numero 90 con l’incredibile presentazione delle squadre sull’incrociatore della Marina Militare, Garibaldi. A 10 anni di distanza la Corsa Rosa ritrova le strade dell’isola.
La Sardegna sarà raccontata in 192 paesi del globo, da 400 testate, 265 portali web, e oltre 2.000 giornalisti. Numerosi eventi collaterali coinvolgeranno tutto il territorio regionale.
Fabio Aru 1

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Fabio Aru 2016 5

E’ in programma martedì 27 settembre, alle ore 17.00, nell’ex convento dei cappuccini, in via Logudoro 2, a Bosa, cerimonia di consegna dei premi USSI 2016. L’evento, realizzato grazie alla fattiva collaborazione della municipalità locale, prevede riconoscimenti per atleti e club isolani che si sono messi in evidenza nel corso dell’ultimo anno.

Tra i premiati della manifestazione, a cui hanno aderito le massime cariche politiche e istituzionali locali e nazionali, gli atleti sardi che hanno partecipato alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro (Fabio Aru, Manuel Cappai, Francesca Deidda, Luigi Lodde, Stefano Oppo, Alessia Orro), Giovanni Malagò e Roberto Fabbricini, presidente e segretario generale del Coni, Giampiero Ventura, commissario tecnico della nazionale di calcio, Claudio Ranieri, tecnico del Leicester vincitore della Premier League, Tommaso Giulini, Massimo Rastelli e Marco Sau, presidente, allenatore e attaccante del Cagliari, Riva, Tomasini, Poli, Brugnera, Greatti e Reginato, ex rossoblù dello scudetto 1969-70, i giornalisti Davide Bucco, Gianluca Di Marzio, Diletta Leotta (Sky tv), Alessandro Dedoni, presidente Amsicora campione d’Italia hockey su prato, Andrea Monti, Alessandro Vocalelli e Anthony Muroni, direttori Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Unione Sarda, Gianni Mura, inviato speciale di Repubblica, Antonio Ledà, capo servizio Sport Nuova Sardegna, Andrea Lecca, maestro e pluricampione sardo di tennis, Claudia Cabula, bronzo ai mondiali di canottaggio junior, la società Bosa Calcio, vincitrice Coppa Italia Promozione, Sara Spano, quattro ori ai mondiali di atletica leggera per affetti da Sindrome di Down.

I Premi Ussi – su “Sport e territorio”, oltre a riconoscere gli exploit sportivi ed etici in ambito regionale – sono un’occasione per riflettere e ampliare il confronto. Con forti riverberi mediatici locali e nazionali. I Premi hanno, tra gli altri, il patrocinio di presidenza della Giunta regionale, assessorato regionale Sport e pubblica istruzione, Coni, Ussi nazionale, Università di Cagliari, corsi di laurea in Scienze della comunicazione e Scienze motorie e sportive. La manifestazione è supportata da Banco di Sardegna, Coni Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna e Ordine dei giornalisti Sardegna. L’evento prevede anche la consegna del premio Ussi – Banco di Sardegna 2016.

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Ha sognato a lungo di salire sul podio domani a Parigi e le sue prestazioni hanno avvalorato fino a ieri le sue ambizioni, soprattutto dopo la strepitosa cronoscalata Sallanches-Megeve di giovedì che l’ha visto arrivare alle spalle di Chris Froome e Tom Dumoulin, e tutta l’Italia del pedale oggi lo aspettava a Morzine per un’altra grande impresa. La penultima tappa del Tour de France 2016, invece, ha visto Fabio Aru crollare sull’ultima salita ed arrivare al traguardo con 17’38” di ritardo che lo hanno fatto precipitare dal 6° al 13° posto in classifica. La tappa è stata vinta dallo spagnolo Jon Izagirre con 19″ di vantaggio sul colombiano Jarlinson Pantano e 42″ su Vincenzo Nibali che, una volta verificato il crollo del suo capitano Fabio Aru, ha tentato l’impresa, fallendola nella discesa finale, proprio il terreno a lui più congeniale. I migliori sono arrivati a poco più di 4 minuti e così Chris Froome ha messo il sigillo finale sulla nuova vittoria al Tour de France che ha dominato dall’inizio alla fine.

Per Fabio Aru, delusione odierna a parte, resta un Tour eccellente che fa ben sperare per il futuro. Il campione di Villacidro, alla sua prima esperienza nella Grande Boucle, ha dimostrato di esssere competitivo in salita e di essere migliorato notevolmente nelle prove contro il tempo, condizioni indispensabili per puntare alla vittoria del Tour dopo il trionfo di un anno fa alla Vuelta e i due piazzamenti sul podio, un secondo e un terzo posto, al Giro d’Italia.

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Nuova grande prestazione di Fabio Aru nella 19ª, terz’ultima tappa del Tour de France, da Albertville a Saint Gervais Mont Blanc, vinta con un arrivo solitario dal francese Romain Bardet. La tappa, controllata a lungo dall’Astana Pro team, la squadra di Fabio Aru, ha offerto tante emozioni, per le difficoltà del percorso e per il maltempo che nel finale ha portato pioggia e provocato numerose cadute che hanno coinvolto anche la maglia gialla Chris Froome, costretto a correre il finale di gara con la salita di 10 km con la bicicletta di un compagno, Vincenzo Nibali, finito a terra proprio per evitare il leader della corsa e Richie Porte.

La tappa si è decisa sull’attacco di Romain Bardet che ha guadagnato circa 1’30” sui migliori, vantaggio gestito nel finale. Alle sue spalle si è scatenata la bagarre che ha fatto una vittima illustre, Bauke Mollema, fino a stamane secondo in classifica alle spalle di Chris Froome ed arrivato al traguardo con un ritardo di.4’26” ed ora 10° in classifica. Fabio Aru ha corso sempre in testa ed ha avuto solo un momento di difficoltà, a circa 3 km dal traguardo ma ha saputo resistere e si è poi ripreso, tentando anche uno scatto, sul quale ha chiuso lo spagnolo Alejandro Valverde. Negli ultimi 300 metri, il campione di Villacidro ha perso leggermente contatto ed alcuni secondi ma alla fine il bilancio della giornata resta ampiamente positivo, con un nuovo passo in avanti in classifica, dal 7° al 6° posto ed un ritardo di 1’33” dalla terza posizione, ora occupata da Nairo Quintana (Romain Bardet, salito al 2° posto, è lontano 1’49”; Adam Yates, 4°, è a 1.14″; Richie Porte, 5°, a 43″).

Domani è in programma l’ultima tappa impegnativa, la Megéve/Morzine-Avoriaz, di 146,5 km con alcune grandi salite, sulle quali Fabio Aru tenterà ancora l’acuto, per una vittoria di tappa e, perché no, un nuovo balzo in avanti in classifica, magari quel terzo posto che sarebbe il coronamento di uno sogno alla sua prima partecipazione al Tour de France, la corsa a tappe più prestigiosa al mondo.

Fabio Aru 01

 

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Uno straordinario Fabio Aru è stato tra i principali protagonisti della cronoscalata Sallanches-Megeve, 18ª tappa del Tour de France 2016, riuscendo a centrare un clamoroso terzo posto, a soli 33″ dalla maglia gialla Chris Froome, dominatore del Tour, e a 12″ da Tom Dumoulin, vincitore della precedente cronometro, nella quale era stato distanziato di ben 4’25”. Il campione di Villacidro si è lasciato alle spalle tutti gli altri pretendenti ad un posto sul podio finale del Tour (eccezion fatta per lo specialista Richie Porte che ha chiuso con il suo stesso tempo), ed ha guadagnato una posizione in classifica generale, nella quale ha scavalcato lo spagnolo Alejandro Valverde, al settimo posto. Fabio Aru ora punta con decisione a salire sul podio domenica a Parigi (oggi il terzo posto è occupato da Adan Yates, s 1’52”, mentre a 2’16” c’è il secondo posto di Bauke Mollema).

Domani e sabato il Tour de France propone altre due tappe molto impegnative, con tante salite, e con un Fabio Aru in grande crescendo, di forma e di convinzione, con una squadra fortissima come l’Astana e un Vincenzo Nibali (vincitore del Tour 2014 e recente vincitore del Giro d’Italia) al suo fianco, sognare un posto sul podio alle spalle dell’inarrivabile Chris Froome, non è azzardato, così come non lo è, dopo aver visto la prestazione odierna, considerato che Fabio Aru, già 2° e 3° in due giri d’Italia e vincitore della Vuelta 2015, è alla sua prima partecipazione al Tour de France, pensare che un giorno non lontano, sul gradino più altro del podio della “Grande Boucle”, possa esserci il “Cavaliere dei 4 Mori”: FABIO ARU, 25 anni, da Villacidro.

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“L’impresa riparte!” è la cornice dei tre giorni di approccio per i 110 iscritti all’incubatore di idee, culture e competenze diverse curato dall’Università di Cagliari. CLab 2016 è il quarto capitolo di un percorso che coniuga istanze accademiche e formative con mercati, territorio e aziende. In aula magna “Alberto Boscolo”, Cittadella di Monserrato, si è aperta ieri e si chiude domani, mercoledì 13 luglio, la sessione estiva introduttiva. All’avanguardia in Italia per formazione e accompagnamento su innovazione e imprenditorialità, il CLab – con Fabio Aru testimonial nel 2015 – è stato avviato nel 2013 nell’ambito di “INNOVA.RE – Innovazione in rete”. I partecipanti hanno esperienze universitarie differenti, vengono raggruppati in team interdisciplinari e cooperano nello sviluppo e nella condivisione di progetti di start up, frequentano lezioni formative e training sul campo.

«Ringrazio l’assessore Raffaele Paci per l’attenzione personale e della Regione verso il CLab. Siamo orgogliosi del progetto che avvicina studenti e laureati. Ragazzi che si mettono in gioco, motivati e pronti a sfidare e sfidarsi. Chi si prepara, è determinato e si organizza può cogliere il momento. La fortuna – spiega Maria Del Zompo – non c’entra, conta il volere fortemente certe cose. Queste esperienze offrono maggiori opportunità per costruire il futuro. Il CLab è un’iniziativa di successo. Ma alla base c’è la cultura: le competenze senza conoscenza non funzionano». Un format che funziona in un contesto solido. «L’università di Cagliari è seria e credibile, sappiamo – aggiunge il rettore – dove andare, siamo organizzati mentre altre istituzioni nazionali non lo sono. Rilanceremo le sfide, siamo pronti a dare risposte valide e vincenti.»

«Il ContaminationLab – rimarca Raffaele Paci, vice presidente consiglio regionale e assessore bilancio e programmazione – è un’ottima occasione per i giovani di creare imprenditorialità in ambito universitario. CLab ha avuto premi e riconoscimenti, la Regione lo rifinanzia per i prossimi tre anni con un milione200mila euro. Ci crediamo fortemente e siamo pronti a supportare le start up nell’intero processo: metteremo gli stessi denari, senza altre analisi, che vengono investiti dal venture capital. L’obiettivo è nitido: fare in modo che queste imprese vadano bene, generino utili e occupazione». Per l’assessore la strada è segnata: «Creatività e cross-fertilizzazione aiutano crescita tecnologica e imprese. Il CLab ha gli ingredienti per fare bene: giovani, provenienze diverse, idee, organismi che studiano le capacità di riuscita. Università e Regione, ricerca e didattica, ma anche lavoro sul territorio per mettere a sistema capacità e conoscenze».

«Oggi nasce una squadra, lo scrigno dell’ateneo è ricco e cela molte opportunità. Abbiamo ampliato i partner e le attenzioni alla città e alla regione. Nel febbraio 2016 una giuria di investitori valuterà i vostri progetti. Nel 2015 ci sono stati premi importanti in denaro e servizi. Quest’anno le ambasciate americana e israeliana si sono impegnate a supportarci» dice agli iscritti Maria Chiara Di Guardo, responsabile scientifico del CLab. «Abbiamo selezionato centodieci profili diversi, portatori di idee da mettere a sistema per generare innovazione. Per farvi crescere più velocemente coinvolgeremo anche gli studenti Erasmus e ci saranno scambi con progetti simili all’estero, Francia e Inghilterra in particolare».

Alla giornata di apertura – con un video che esalta il gioco squadra e le premiazioni delle idee vincenti nel 2015 – hanno preso parte anche Mario Mariani («Cagliari è fertile per lo sviluppo di start up digitali» dice il fondatore di The Net Value) e Augusto Coppola («Cambierete il modo di percepirvi. Finisce il tempo di scuse e alibi, proverete senza simulazioni a costruire una vera azienda: in team. Da soli, si fallisce» è il mantra del docente di LVenture). Attesi gli interventi di Gianluca Cadeddu (Centro regionale programmazione) e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche).

Al CLab UNiCa #04edizione i partecipanti sono 110. Tra questi, il 68 per cento sono studenti, il 29 laureati e il 4 dottorandi. In crescita gli ammessi provenienti dall’ambito scientifico (24 per cento). Al primo posto si confermano le richieste di ammissione appartenenti all’ambito sociale, giuridico ed economico (41). In calo l’area di ingegneria e architettura (22). Dall’ambito umanistico proviene il 12 per cento degli iscritti.

Dalle attività extra-curriculari volte a promozione e sviluppo di capacità su gestione del processo imprenditoriale e all’innovazione: il CLab UniCa ha dato vita a circa 20 startup attive sul territorio nazionale appartenenti ai settori Itc, turismo, nautica, gamification, food etc. Start up il cui business è legato a innovazione, utilizzo di conoscenza e  tecnologia, anche a vocazione sociale. Sono stati riconosciuti a varie start up premi in danaro e riconoscimenti: StartCup, Premio Nazionale Innovazione, Gsvc, Facebook programm ecc. Le startup hanno raccolto da investitori privati circa mezzo milione di euro. Il CLab UniCa è stato selezionato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) a rappresentare l’Italia in Europa al Premio europeo sulla promozione d’impresa (Eepa).

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I successi di Fabio Aru portano benefici alla filiera delle “due ruote” che, rispetto al 2013, è cresciuta del 7,55%.

Il campione di Villacidro si prepara a scalare le montagne del Tour de France e in Sardegna cresce la passione, e l’economia, per la bicicletta. Una passione che fa crescere un sistema coinvolgendo, direttamente e indirettamente, gli artigiani, i commercianti, le imprese di costruzione, i lavori pubblici e il turismo.

Dagli ultimi dati del 2016 (Istat-Unioncamere), nella nostra regione il settore ha registrato 57 imprese che producono, riparano e noleggiano biciclette e danno lavoro a 200 addetti; rispetto al 2013 il trend è cresciuto del +7,55% come aziende e più del 147% tra i dipendenti.

«Siamo sulla buona strada anche se c’è ancora tanto da fare – dice Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna -, i dati dimostrano che i margini di miglioramento, per la realizzazione di infrastrutture e per la nascita di nuove imprese, sono ampi. Da due anni a questa parte  notiamo, con favore che, sia la Regione che i Comuni, hanno deciso di investire sulla mobilità sostenibile. Questo è un importante segnale di attenzione verso tutto il settore.»

A conferma dell’attenzione che anche la politica regionale pone verso l’economia “a due ruote”, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Paolo Maninchedda, recentemente ha stanziato 7 milioni di euro per interventi a favore della mobilità ciclistica diffusa per la realizzazione di piste ciclabili, urbane ed extraurbane, cicloservizi e intermodalità. Da segnalare anche che l’assessorato degli Enti locali, con una specifica ordinanza, ha autorizzato gli stabilimenti balneari a posizionare all’interno delle concessioni delle “strutture per il parcheggio in sicurezza delle biciclette”, consentendo così ai ciclisti l’accesso e la sosta delle due ruote all’interno dell’arenile.

«Incrementare gli investimenti in questo settore ha numerosi impatti – aggiunge la presidente di Confartigianato – significa far crescere il turismo ma anche sostenere il settore delle costruzioni stradali, l’artigianato della produzione e riparazione di biciclette, oltre che il commercio. Ricordiamoci che ogni cicloturista spende 130 euro al giorno rispetto ai 70 di uno che si reca al mare. Inoltre per realizzare un chilometro di pista occorrono circa 200mila euro. Puntando su questo tipo di mobilità offriremo spazio per una nuova immagine del nostro turismo e si darà lavoro alle moltissime piccole e medie aziende del nostro territorio.»

Anche gli enti locali, non stanno rimanendo insensibili alla bicicletta. Esempio, fra gli altri, sono Alghero, Cagliari e il Sulcis.

Nell’ex provincia di Carbonia Iglesias due sono i progetti, in parte già sviluppati. Il primo è la pista ciclabile, realizzata da 2 anni, che collega Carbonia a San Giovanni Suergiu. Questa proseguirà a breve verso Sant’Antioco. Il secondo, finanziato attraverso il “Piano Sulcis”, sarà la pista che collegherà Sant’Anna Arresi con Porto Pino.

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Conservatorio di Cagliari 35 copia

Il CLab-Unica come innovativo motore di sviluppo che coniuga idee, talento e competenze degli studenti dell’Università di Cagliari. Centoventi giovani con percorsi formativi differenti, otto start up in finale, premi per 80mila euro da venti aziende, centri di ricerca ed enti. Un trampolino che ha lanciato Yenetics (test innovativo non invasivo per le cento malattie genetiche più diffuse al mondo. Il mercato dei test prenatali non invasivi cresce del 19.8 per cento annuo), BXTAR (sistema integrato di luce posteriore smart pensata per sicurezza e stile del ciclista urbano) e BautifulBox (risolve il problema dei padroni che devono lasciare il cane in casa da solo. Console con webcam programmabile da smartphone). L’evento, finanziato dall’intervento Innova.Re, e con testimonial il campione di ciclismo Fabio Aru, ha ospitato anche riflessioni legate all’attuale contesto universitario.

Il tweet di Mattia Corbetta (Mise, ministero sviluppo economico) è lusinghiero: «Vi seguiamo con grande apprezzamento. State facendo vera impresa, congratulazioni al team». Anche da Lorenzo Micheli (Miur, ministero istruzione università e ricerca) parole pregiate: «Il CLab di Cagliari non è più sperimentazione ma un progetto identitario e strategico. Il ministero sosterrà i Contamination Lab perché le buone pratiche vanno diffuse». Per Augusto Coppola (Innovaction Lab) «il CLab di Cagliari è il top in Italia perché in ogni ruolo c’è la persona giusta».

«A dispetto degli indicatori penalizzanti, con il CLab si ha conferma che l’ateneo è vivo, produce ricerca di eccellenza e – segnala Maria Del Zompo, rettore dell’Università di Cagliari – sa farne occasione di innovazione tecnologica e sviluppo per il territorio. Con conseguenti ricadute occupazionali per i nostri giovani». Per Annalisa Bonfiglio, pro rettore Innovazione, «il ComunicationLab è una delle iniziative che mettiamo in campo per fare in modo che il patrimonio di ricerca e conoscenza sia utile per imprese e collettività». Maria Chiara di Guardo, direttore scientifico CLab: «ComunicationLab cresce perché tutti gli interpreti guardano nella stessa direzione».

«Il Sud senza Università non va da nessuna parte. Ma l’Italia non va da nessuna parte senza il Sud». Francesco Pigliaru taglia corto: «Sono sempre di più le ragazze e i ragazzi che vogliono scommettere sull’impresa innovativa e il nostro ruolo è creare un clima che favorisca e accompagni questa scommessa. CLAb-Unica è un successo, diamo continuità a ciò che funziona. L’Università? Ha un ruolo essenziale nello sviluppo».

Il presidente della Giunta regionale accelera: «Faccio i complimenti a chi ha creduto nell’iniziativa, diventata centrale nell’ecosistema generale innovativo della nostra regione. Sono fondi europei spesi benissimo. Una scelta che confermiamo per il 2014-2020, va definanziato ciò che non funziona e data continuità a ciò che funziona». A ruota il riferimento ai parametri del Miur per il calcolo dei finanziamenti,  una mazzata per gli Atenei del Mezzogiorno. «Sono un presidente di regione che si vanta di avere un rapporto di grande lealtà con questo governo nazionale, in cui abbiamo fiducia. Ma una politica di centro sinistra investe dove ci sono più problemi, per garantire pari opportunità a tutti, guardando non la bontà assoluta dei dati bensì la loro variazione virtuosa, cioè la capacità di migliorare la situazione esistente. Se qualche burocrate ministeriale ha inventato meccanismi sbagliati, poi non sufficientemente controllati – sottolinea Francesco Pigliaru – è giusto che alziamo prima la mano e poi la voce per dire che non va bene e chiedere di rimediare». E ancora. «Un ateneo va valutato non per la bontà assoluta dei dati bensì per la loro variazione virtuosa, cioè la capacità di migliorare la situazione esistente. Ciò a maggior ragione quando si fa riferimento a una regione come la nostra, con un tasso di dispersione scolastica altissimo e che si spinge sino all’Università. Si aggiunga il fattore geografico: le università insulari fanno maggior fatica ad attrarre studenti da altre regioni, rischiando per questo penalizzazioni». Sul tema, il Governatore ha ribadito una posizione ben delineata: «Si cresce tutti insieme e si garantisce parità di diritti solo se si investe dove ci sono più problemi. Così invece rischiamo che tutto venga concentrato sulle Università del nord Italia. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di aggredire lo svantaggio e superarlo. L’impressione è che, da un punto di vista politico, ci troviamo davanti a una non-scelta e che la macchina stia andando avanti senza un vero controllo. Questi parametri, per noi del tutto svantaggiosi, vanno infatti nella direzione contraria rispetto al lavoro che stiamo portando avanti con il governo e che riguarda il grande investimento sul Mezzogiorno. Questa è una zona d’ombra che dobbiamo dissipare facendoci sentire e portando ipotesi alternative».

Infine, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: «Il Clab mi piace: molte delle idee giunte in finale riguardano i problemi della vita quotidiana delle persone». Posizioni che hanno colto il pieno apprezzamento della comunità accademica con in prima fila la professoressa Maria Del Zompo.

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Gli allievi dell’innovativo incubatore di cultura imprenditoriale dell’ateneo di Cagliari si avviano alla finale del 19 febbraio. Otto finalisti all’evento, ospitato al Conservatorio Pierluigi da Palestrina, con in palio premi per oltre 80mila euro. Sul sito unaveraimpresa.it iscrizioni e il primo video di un percorso vincente. Domenica 14 sorpresa speciale in piazza Yenne

Domani, 13 febbraio, www.unaveraimpresa.it è disponibile il primo video che descrive la fase d’avvio del percorso del Contamination Lab. I ragazzi selezionati per il CLab-Unica partecipano al processo di contaminazione di competenze, talenti, idee. In un’intensa giornata di Team bulding, gli allievi scoprono l’importanza del gruppo e delle idee condivise. Le immagini, suggestive e accattivanti, narrano un mondo di opzioni, competizione e confronto. Per domenica 14 febbraio, piazza Yenne ospita un evento speciale legato al CLab dell’ateneo di Cagliari.

Il CLab-Unica, apripista e leader nazionale giunto alla terza edizione, fa capo a un percorso inedito raccontato con i video di “Una vera impresa”. Il progetto  estende la contaminazione anche al di fuori del contesto universitario e trasmette un concetto di Università innovativa e aperta al territorio. Su queste frequenze è nato un reportage in quattro puntate su alcuni momenti caratterizzanti le varie tappe del Contamination Lab dell’ateneo.

La campagna di comunicazione ha per testimonial Fabio Aru e si sviluppa con quattro video che descrivono altrettante “tappe” del percorso di formazione interdisciplinare del CLab – direttore scientifico Maria Chiara Di Guardo. Un percorso rappresentato con l’impiego di termini e tecnicismi che rimandano al mondo sportivo e, in particolare, a quello delle due ruote. Ovvero, La partenza, La scalata, La fuga e La vittoria. I filmati, come accennato, sono consultabili sul sito unaveraimpresa.it . Il video conclusivo sarà incentrato sulla finale che si tiene venerdì 19 febbraio dalle 15 al Conservatorio di musica “Pierluigi da Palestrina”. Il form recuperabile sul sito www.unaveraimpresa.it consente l’iscrizione alla finale.

Yenetics, Bautifulbox, Jara, Hexacharge, Need for Nerd, Bxtar, Phytoness e Educhair sono gli otto team ammessi alla finale. Una giuria di investitori, giornalisti, operatori del mondo della finanza e di imprese multinazionali attribuisce premi in denaro e servizi per oltre 80mila euro forniti da enti e aziende partner e sponsor del progetto. Tra queste, Regione Sardegna, Sardegna Ricerche, Crs4, Fab Lab, Confindustria Giovani, Conservatorio della musica di Cagliari, Startup Cagliari, Banca di credito cooperativa, Banca di Cagliari, Open Campus, Hub/Spoke, Cagliari calcio, Grafiche Ghiani, Publikendi e Agra.

Fabio Aru 1

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Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri “l’adeguamento del bilancio 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011″, e successive modifiche ed integrazioni, e disposizioni varie.   

Ad illustrare il Dl n. 273/A, è stato il relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Franco Sabatini, nel suo intervento, ha parlato di un «provvedimento di ordine tecnico in base all’accordo Stato Regione con cui si decise di accettare le regole di bilancio armonizzato ed il superamento dei vincoli patto di stabilità, seguito da altri due provvedimenti, prima una deliberazione di Giunta e poi legge regionale 23/2015 sul rendiconto 2014 ed il riassestamento residui attivi, con cui si adegua il bilancio della Regione alle nuove regole, operazione molto complessa che ha impegnato la struttura tecnica per alcuni mesi già prevista in sede di bilancio di previsione». «L’anno prossimo si partirà con nuovo sistema – ha proseguito – ma rimane in capo il tema politico trattato con atteggiamento molto parziale e forse superficiale, dato che per anni tutti abbiamo criticato il bilancio della Regione perché non vero, con una politica di stanziamenti e tante promesse che poi non venivano mantenute o per i vincoli del patto di stabilità o per la mancata allocazione dei fondi nell’anno di riferimento; di qui l’imponente presenza di residui che a volte superava l’ammontare della stessa manovra». «Oggi invece – ha osservato Sabatini – il principio cardine è quello della competenza finanziaria potenziata, la Regione è obbligata ad imputare correttamente, il bilancio è più rigoroso e trasparente, c’è una valutazione più attenta sui conti della Regione. Resta ancora aperto, è vero, il problema della certificazione entrate, perché da una parte lo Stato chiede il pareggio di bilancio ma, dall’altra, non assicura livello delle entrate e questo rende concretamente impossibile il raggiungimento della parità; abbiamo una vertenza aperta con lo scopo di esigere dallo Stato una sorta di reciprocità, in modo da costruire bilancio ancora più veritiero». «Infine – ha concluso Sabatini – una risposta alla domanda se aver accettato parità abbia portato vantaggi o svantaggi; la risposta  viene dai dati servizio informatico regionale e dice che risorse messe in circolo nel sistema economico regionale ammontano ad oggi a 6 miliardi e 604 milioni, un dato positivo che fa segnare un più 975 milioni per effetto dell’uscita dal patto di stabilità».

Il relatore di minoranza Ignazio Locci, di Forza Italia, ha osservato che contrariamente a quanto affermato dalla maggioranza «il provvedimento ha invece un alto contenuto politico a parte il fatto che i dati citati da Sabatini non sono del tutto corretti e precisi perché si dovrebbero spiegare, fra l’altro, le causali temporali e di merito di molti pagamenti». Ripercorrendo le tappe del negoziato politico che portò all’accordo Stato-Regione del luglio del 2014, Locci ha ricordato l’enfasi eccessiva con cui fu salutata l’intesa. «Il presidente Pigliaru – ha continuato – parlò di risoluzione strutturale e di grande risultato per essere la prima Regione a poter spendere per intero le proprie entrate con maggiori spazi finanziari di circa 1 miliardo e, qualche giorno dopo, l’assessore Paci si spingeva molto oltre fino a dire che si era ottenuto più di quanto ci si era aspettato, parlando di 1 miliardo e 200, evitando di dire che vincoli del pareggio erano altrettanto stringenti». «A distanza di oltre un anno – ha sintetizzato l’esponente di Forza Italia – emerge che la legge di stabilità per il 2015 si è rivelata molto più favorevole per le Regioni ordinarie mentre Friuli, Val D’Aosta e Trentino hanno rinviato il termine per il pareggio, proprio a causa dell’incertezza nell’attribuzione da parte dello Stato nelle compartecipazioni tributarie». Quanto ai dati sui pagamenti effettuati ad oggi, secondo Locci «non spiegano tutto e le cifre sono comunque molto inferiori; dimostrano semmai i limiti dell’accordo di luglio che non ha permesso alla Regione di avere un quadro delle entrate, rinunciando oltretutto ad un pregresso di oltre un miliardo per il periodo 2010-2014». «Il tutto – ha concluso il consigliere di opposizione – al netto della spesa sanitaria che era stata annunciata con un risparmio significativo ed invece ha un disavanzo di circa 400 milioni per il 2015 che si vuole tamponare con manovre discutibili e forse con altri debiti; in realtà, siamo di fronte ad una massa enorme di aspettative tradite».

Il vice-capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha rievocato in apertura l’antico che recita “tutti i nodi vengono al pettine” per affermare che «oggi arrivano al pettine i nodi dell’accordo del luglio scorso, emergono trionfalismi fuori luogo e rulli di tamburi, l’assicurazione che la famosa zia Peppina ha capito tutto, il millantato aumento di 1 miliardo di spazi finanziari». «Ma la verità – ha sostenuto Tedde – è che zia Peppina continua a non capire, o meglio capisce molto bene che siamo dietro rispetto a Regioni ordinarie ed anche ad alcune speciali che hanno rinviato il pareggio di bilancio perché non avevano chiarezza col tema dei tributi prodotti nel loro territorio, che abbiamo un disavanzo di 1 miliardo e mezzo, che abbiamo ottenuto solo 300 milioni, che non è arrivato niente sul miliardo di pregresso e oggi l’equilibrio di bilancio non c’è; in conclusione zia Peppina ed anche  zia Gavina hanno capito che la borsa è ancora vuota».

Ha quindi preso la parola il consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda che, in apertura del suo intervento, ha ricordato la dura presa di posizione della minoranza contro l’accordo firmato da Regione e Governo nel luglio del 2014 con il quale è stato introdotto il nuovo sistema contabile fondato sul principio dell’armonizzazione del bilancio. «In quell’accordo chi andava a perdere era solo la Sardegna – ha esordito Zedda – questo è facilmente dimostrabile: le entrate nell’anno 2013 erano di 7, 5 miliardi di euro, nel 2014 arriviamo a 6,3 miliardi. Non si può parlare di spesa ma occorre fare una valutazione sulle entrate».

L’esponente delle minoranza ha definito allarmanti i segnali che arrivano da Roma: «Anche l’assessore Paci comincia a preoccuparsi per i movimenti che arrivano dal Governo centrale. Se non avessimo rinunciato ai ricorsi davanti alla Corte Costituzionale oggi forse parleremo d’altro – ha affermato Zedda – neanche il governo ha armonizzato il suo bilancio, noi siamo stati più realisti del Re e abbiamo voluto fare i primi della classe».

Il consigliere azzurro ha poi invitato la Giunta a fornire informazioni dettagliate ai consiglieri sull’andamento della spesa regionale: «Non abbiamo dati aggiornati, il sistema fa spesso i capricci. I dati disponibili sono quelli della parifica della Corte dei Conti. Ciò che risalta è che quest’anno abbiamo incassato 900 milioni in meno».

Alessandra Zedda ha poi lamentato la mancanza di una politica regionale di sviluppo: « Non è stato fatto nessun tipo di investimento, le spese sono andate esclusivamente in conto residui, se ragioniamo in termini di sviluppo la Regione ha investito pochissime centinaia di migliaia di euro. Con questa situazione di grave difficoltà dove vogliamo andare? State gestendo la partita delle entrate a senso unico. Noi non sappiamo nulla e non vediamo miglioramenti. I 300 milioni in più che sarebbero stati incassati erano, in realtà, già iscritti a bilancio». 

L’esponente dell’opposizione ha quindi concluso il suo intervento chiedendo alla Giunta di riferire in tempi brevi al Consiglio sulla vertenza entrate. I sardi non possono più permettersi errori come l’accordo del 2014. Ho paura che ci saranno grandissime difficoltà a parlare di legge finanziaria».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha criticato il provvedimento all’esame dell’Aula: «Siamo chiamati a esprimerci sull’adeguamento del bilancio – ha detto Tocco – si tratta di un atto tecnico con risvolti politici. Per la prima volta si avrà il pareggio di bilancio. Ci adeguiamo a disposizioni calate dall’alto».

Secondo Tocco, la rinuncia alla vertenza entrate per sposare un nuovo sistema contabile non ha portato nessun vantaggio alla Sardegna. «In questo triste quadro economico i comuni sono stati i più virtuosi nella spesa. Dietro alle tabelle è nascosto il futuro dei cittadini che mi auguro non sia un futuro triste in nome del pareggio di bilancio. Spero – ha concluso il consigliere azzurro – che questo sistema contabile non si riveli l’ennesima mannaia per le amministrazioni locali».

Forti perplessità sono state avanzate anche da Stefano Tunis (Forza Italia) che ha ricordato i “toni trionfalistici” con i quali Giunta e  maggioranza salutarono l’accordo del luglio 2014. «I risultati invece sono largamente al di sotto delle aspettative – ha detto Tunis – oggi bisogna riscrivere la storia.  Se le altre regioni non hanno adottato il principio del pareggio di bilancio che cosa ci spinge a rivedere e correggere le nostre posizioni?»

Tunis ha quindi definito “vessatorio” l’atteggiamento dello Stato nei confronti delle amministrazioni locali. «Ora la Giunta vuole proporre ai cittadini sardi sacrifici continuando a indebitare se stessa. Finora non è stata fatta nessuna riforma strutturale per creare risparmio di spesa, solo provvedimenti legislativi per occupare spazi di potere. Gli unici dati positivi sono quelli sull’andamento dell’occupazione, peraltro drogati dagli effetti del Job Act».

Il consigliere di Forza Italia ha poi parlato di azione della Giunta disastrosa (“Vi siete abbattuti sulla Sardegna come una calamità naturale”) e invitato l’esecutivo a rivedere le proprie posizioni. «Occorre cambiare completamente l’azione di governo – ha concluso Tunis – noi ci attendiamo che riconosciate i vostri errori e siamo pronti a cercare insieme le soluzioni».

Per Paolo Truzzu (FdI) la domanda da porsi è se l’adeguamento del bilancio sia solo un fatto tecnico o politico. «Le risposte le troviamo nel modo in cui è stata portata avanti la vertenza entrate – ha detto Truzzu – l’accordo con il Governo per arrivare al pareggio di bilancio è stata una scelta condivisa da Giunta e maggioranza. Si è rinunciato ai vincoli del Patto di Stabilità e firmato un accordo per il pareggio di bilancio per poter spendere tutte le risorse che avevamo incassa. Il bilancio è la legge politica per eccellenza, è attraverso questo che possono essere date delle risposte a chi sta fuori da quest’Aula. Occorreva difendere dei principi e non rinunciare ai ricorsi anziché firmare un accordo capestro».

Il consigliere di Fratelli d’Italia ha poi ricordato che l’assessore Paci giustificò quell’accordo dicendo che nel 2015 si sarebbero potute spendere tutte le risorse disponibili e annullare i residui degli anni passati. «Il report messo a disposizione dal sistema informatico dice invece che la capacità di pagamento è poco di più di 6 miliardi a fronte di 10 miliardi – ha detto Truzzu – arriva al  70% per le spese di funzionamento della macchina amministrativa. Se vediamo invece la voce degli investimenti, si scende a percentuali sotto il 50%, in alcuni al 14% (difesa del suolo) 11% (gestione rifiuti), 4% (attrazione investimenti) 28% (industria artigianato e commercio). Questo ragionamento ci fa capire che non si sono fatti investimenti e la scelta del mutuo non è stata vincente. I 40 milioni programmati per le opere comunali li avete utilizzati per la ristrutturazione di beni regionali. Dal punto di vista tecnico e politico avete toppato: si è scelta la strada dell’accordo al buio che ci ha messo ulteriormente in difficoltà».

Giudizio condiviso dal capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni: «Quello firmato con il ministro Padoan è un accordo sciagurato – ha detto Dedoni – aver voluto con caparbietà un’intesa che prevedeva l’entrata in vigore del bilancio armonizzato credo sia stato un atto avventato».

Il capogruppo dei Riformatori ha quindi ricordato l’atteggiamento ostile dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni nei confronti della Sardegna: «La situazione di crisi economica porta lo Stato ad accentrare le risorse – ha sottolineato Dedoni – abbiamo rinunciato a un contenzioso e ci siamo accorti poi che le entrate non sono più quelle previste. E’ probabile, anzi, che siano ancora meno una volta approvata la Legge di Stabilità. L’unica salvezza è essere riusciti a spendere i danari incassati dal precedente Governo regionale».

Attilio Dedoni ha infine attaccato la Giunta per la gestione di settori strategici per la Sardegna, in particolare quello dei trasporti: «Ho chiesto e continuo a chiedere  le dimissioni dell’assessore ai Trasporti –ha concluso l’esponente della minoranza – dico questo perché ha manifestato l’incapacità di gestire un nodo vitale per lo sviluppo dell’Isola».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha dichiarato in premessa l’intenzione di voler scindere le questioni tecniche («riguardano il provvedimento in discussione che confermo essere soltanto di natura tecnica») dalle questioni più marcatamente politiche che attengono il rendiconto 2015 e il bilancio 2016.

«Nel disegno di legge 273 – ha affermato Paci – abbiamo ripreso il bilancio di previsione fatto con le regole precedenti e lo abbiamo aggiornato con le nuove regole del bilancio armonizzato e in più introduciamo nel bilancio 2015 le risultanze del rendiconto 2014, già approvato dall’Aula». «Con questo provvedimento di natura esclusivamente tecnica – ha aggiunto il vice presidente della Giunta – introduciamo  l’opportunità di portare a pagamento 120 milioni di euro di residui perenti che tanti Comuni e tante imprese attendono per procedere con i pagamenti di pertinenza».

Passando alle considerazioni di tipo politico l’assessore ha ricordato le principali questioni evidenziate dai consiglieri della minoranza ed ha però negato di aver mai utilizzato toni trionfalistici sul cosiddetto pareggio di bilancio, nei suoi precedenti interventi in Aula: «Ho soltanto affermato ciò che riaffermo oggi e cioè che il pareggio di bilancio ci dà l’opportunità di spendere tutte le nostre entrate». L’assessore ha quindi rinviato in sede di rendiconto l’esatta quantificazione della quantità di spesa aggiuntiva realizzata grazie al superamento dei vincoli del patto di stabilità e con l’introduzione del pareggio di bilancio ma ha di fatto confermato la cifra di circa 900 milioni di euro, citata dal consigliere Sabatini nella relazione di accompagnamento al disegno di legge.

In riferimento alla vertenza entrate, l’assessore ha dichiarato che “il confronto con lo Stato continua” e che è in corso “la faticosa fase di trattative” ma si è detto fiducioso perché entro l’anno possa definirsi l’annosa questione.

Conclusa la discussione generale, l’Aula ha dato il via libera al passaggio agli articoli ed il presidente del Consiglio non essendoci iscritti a parlare ha quindi posto in votazione l’articolo 1 (Esiti del riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015) che è stato approvato con 32 sì, 17 contrari e 5 astenuti. L’articolo 2 (Parte accantonata e parte vincolata del risultato di amministrazione) è stato approvato con 34 favorevoli e 16 contrari. L’articolo 3 (Istituzione Fondo crediti dubbia esigibilità) approvato con 37 a favore, 17 contrari e 5 astenuti. L’articolo 4 (Rideterminazione risultato di amministrazione) approvato con 32 favorevoli e 16 contrari. L’articolo 5 (Copertura del disavanzo determinatosi in sede di rendiconto 2014) approvato con 33 voti a favore, 15 contrari e 4 astensioni. L’articolo 6 (Copertura del disavanzo determinatosi in sede di riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2015) è stato approvato (32 sì, 14 no e 8 astenuti) dopo il via libera all’emendamento sostitutivo parziale n. 1 (presentato dalla Giunta) che al comma 2 dell’articolo 6 modifica l’importo di euro 17.604.171,34 con quello di euro 17.778.696,94. L’articolo 7  (Variazioni estinzione anticipata indebitamento) è stato approvato con 32 sì, 17 no e 5 astenuti. Approvato l’emendamento sostitutivo n. 2 (presentato dalla Giunta) che al comma 2 dell’articolo 8 ripropone la correzione approvata all’articolo 6 e modifica inoltre l’importo di euro 11.563.711,15 con quello di euro 10.563.711,15, il Consiglio ha dato disco verde all’articolo 8 (Variazioni dotazioni finanziarie e disposizioni varie) con 32 sì, 16 contrari a 5 astenuti. Approvato l’articolo 9 (Modifiche all’articolo 1 della legge regionale 7 agosto 2015, n. 22) con 32 favorevoli, 17 contrari e 4 astenuti; con il medesimo risultato è stato approvato anche l’articolo 10 (Pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili diversi da quelli finanziari e sanitari maturati al 31 dicembre 2014 – anticipazione di liquidità di cui all’articolo 8 del decreto-legge n. 78 del 2015 ). Prima dell’approvazione dell’articolo 11 (Sostituzione della tabella E allegata alla legge regionale 8 maggio 2015 n. 10 e alla legge regionale n. 5 del 2015 – elenco opere infrastrutturali di interesse regionale) si è sviluppato un breve dibattito sull’emendamento aggiuntivo n. 5 (Lampis e più) che puntava all’autorizzazione di un ulteriore milione di euro per i cosiddetti lavoratori ex in utilizzo, dopo che all’invito al ritiro dell’emendamento formulato dal relatore della maggioranza, Franco Sabatini (Pd), la giunta con l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso “parere contrario”.

Il primo firmatario dell’emendamento aggiuntivo, Gianni Lampis (Misto Fdi), ha stigmatizzato la chiusura politica mostrata dall’esecutivo regionale dinanzi al problema dei lavoratori “ex in utilizzo” che dal 1° settembre hanno visto cessare ogni rapporto di collaborazione con le Asl e gli Enti Locali. «Siamo in regime di proroga dei cantieri verdi – ha dichiarato il consigliere della minoranza – e con quest’emendamento chiediamo di aumentare fino al 31 dicembre 2015 le poche ore che i lavoratori svolgono nei Comuni». Ricordando la presentazione di una proposta di legge (primo firmatario il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis) che propone la stabilizzazione degli ex in utilizzo, il consigliere Lampis si è dichiarato disponibile ad accogliere l’invito formulato dal presidente della Terza commissione, Sabatini, per il ritiro dell’emendamento 5 qualora ci fosse la rassicurazione politica per il suo inserimento nel cosiddetto “disegno di legge omnibus”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha riconosciuto l’importanza del tema degli ex lavoratori in utilizzo ed ha ricordato le diverse iniziative tendenti all’incremento delle risorse intraprese dal gruppo dei democratici e dalla maggioranza. Il capogruppo Pd ha quindi ricordato l’impegno della Seconda commissione per il monitoraggio del precariato in Sardegna e perché siano introdotte le opportune misure volte alla stabilizzazione dei posti di lavoro. «Il tema – ha spiegato Pietro Cocco – non si può affrontare con gli emendamenti e da qui nasce l’invito del presidente Sabatini al ritiro per discutere un provvedimento organico, mentre il parere negativo espresso dall’assessore Paci, riguarda l’impossibilità di inserirlo nel provvedimento in discussione e non è riferito certo alla necessità di soluzioni per risolvere il precariato o la situazione degli ex lavoratori in utilizzo».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato in tono critico il parere contrario dichiarato dall’assessore Paci per l’emendamento n.5 ed ha ribadito l’impegno delle forze della minoranza per il varo di un provvedimento che affronti in termini risolutivi il tema del precariato. Il capogruppo Fi ha quindi ricordato le dichiarazioni del sottosegretario alla Pubblica istruzione circa l’impegno del governo Renzi per procedere con la stabilizzazione di 22mila precari della pubblica amministrazione in Sicilia: «Invitiamo la Giunta e il presidente Pigliaru a farsi promotori presso il Governo perché il problema della stabilizzazione dei precari sardi sia posto nell’agenda della politica nazionale, anche con la collaborazione dei parlamentari sardi aderenti a tutti gli schieramenti». (A.M.)

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha condiviso le considerazioni di Pittalis, ribadendo che «il Governo ha messo a punto una norma che stabilizza ben 22.000 precari della Sicilia e parla nemmeno dei per i 480 della Sardegna». L’assessore Paci, ha lamentato, «ci ha lasciato senza parole perché il problema del precariato in Sardegna va affrontato e risolto; anzi, in proposito ricordo di aver presentato una mozione il 19 novembre scorso e che chiedo che venga messa all’ordine del giorno perché un intervento organico è urgente; ricordo infine che oggi i lavoratori hanno manifestato sotto la sede del Consiglio ma i lavoratori di Carbonia sono sul tetto del Comune, una situazione inaccettabile».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ribadito che «nessuno vuole bandierine e medagliette ma c’è l’interesse comune di tutti i gruppi, della commissione Lavoro e del presidente; noi ritiriamo l’emendamento, riteniamo che l’assessore Paci abbia voluto dire che non era disponibile con questa modalità ma gli argomenti del collega Pittalis devono restare alla nostra attenzione con tutta la loro importanza».

Il Consiglio ha poi approvato l’art. 11 (Elenco opere infrastrutturale di interesse regionale).

Sull’art. 12 (Variazioni di bilancio) è intervenuta la vice-capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda che ha definito l’articolo «il cuore della legge che, va ribadito, non è un adeguamento tecnico per i suoi contenuti e per le coperture; è una vera manovra con scelte precise perché alcune azioni (molto poche) sono programmate per il 2015, molte altre sono rinviate e la quota annuale del mutuo di 700 milioni viene ridotta a 62 milioni, complessivamente sono movimentate risorse importanti movimentate, come dicono le tabelle».

L’Aula ha approvato l’art.12 e, a seguire, l’art. 13 (Entrata in vigore).

Dopo lo scrutinio, il Consiglio è passato alla votazione degli Allegati: 1 (Reimputazione entrate per Upb), 2 (Reimputazione entrate per titoli e tipologie), B1 (Reimputazione spese per Upb), B2 (Reimputazione spese per titoli e tipologie), C1 (Composizione FPV c/capitale entrata per Upb, esercizi 2015-2017), C2 (Composizione FPV c/capitale entrata per titoli e tipologie, esercizi 2015-2017), D1 (Composizione FPV c/capitale spesa per Upb, esercizi 2015-2017), D2 (Composizione FPV c/capitale spesa per missione e programmi, esercizi 2015-2017), E1 (Composizione del risultato di amministrazione da riaccertamento straordinario), E2 (Risultato di amministrazione a seguito del riaccertamento straordinario dei residui), F1 (Disavanzo di amministrazione da ripianare a seguito di assestamento), F2 (Elenco vincoli del risultato di amministrazione cancellati), G1 (Variazioni di bilancio 2015-2017 per Upb-entrata), G2 (Variazioni di bilancio 2015-2017 per titolo, tipologia e categoria).

Sull’Allegato successivo H1 (Variazioni di bilancio 2015-2017 per Upb-spesa), la consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia) ha invitato il Consiglio a capire esattamente cosa ha comportato la manovra. A suo giudizio, «c’è un disavanzo coperto la diminuzione delle risorse destinate alle strutture sanitarie, alla programmazione negoziata, all’istruzione (meno 37 milioni), alla formazione identitaria, alla difesa del suolo (meno 66 milioni), ai consorzi di bonifica (meno 9 milioni), alle opere interesse regionale e locale (meno 446 milioni), nuovi debiti per 139 milioni». Insomma, ha concluso la Zedda, «come al solito tutto rimane sulla carta con l’ennesimo rinvio, è vero che il bilancio è materia ostica ma le tabelle dicono tutto».

L’Assemblea ha approvato l’allegato H1 e H2 (Variazioni di bilancio 2015-2017 per missioni, programmi e titoli-spesa), N (Relazione tecnica e prospetto concernente la composizione del fondo crediti di dubbia esigibilità del triennio 2015-2017), O (Prospetto dimostrativo del rispetto degli equilibri di bilancio), P (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento).

Sull’allegato Q (Tabella E di dimostrazione del rispetto del vincolo di ricorso al credito) il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo l’accento sul fatto che «occorre rinfrescare la memoria di tutti sulla finanziaria keynesiana annunciata dalla maggioranza; siamo di fronte ad un anno di competenza in cui la quota di mutuo non spesa avrà un impatto negativo sull’economia sarda, in definitiva abbiamo lasciato un altro morto per strada ed è proprio Keynes».

L’allegato Q è stato approvato.

Completata la fase della votazione degli allegati, il presidente ha invitato il Consiglieri ad esprimersi con le dichiarazioni di voto.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), contrario, ha evidenziato che «per tirare la somma facendo una proiezione realistica sull’anno finanziario raffrontato con gli anni precedenti, la Regione nel 2013 ha effettuato pagamenti per 7.4 miliardi, nel 2014 per 6.8 miliardi, oggi siamo sotto di 500 milioni, segno che ci avete messo la faccia ma i risultati non ci sono».

La consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia), anch’essa contraria, ha ribadito che il suo gruppo «non ha voluto dire un no pregiudiziale ma ragionato». Sarebbe stato un anno importante, ha osservato, «se non avessimo dovuto fare il bilancio armonizzato, avremo potuto sistemare i residui in una fase successiva ma fare adesso investimenti importanti, questa manovra invece tocca perfino le spese obbligatorie per la sanità e 50 milioni destinati agli enti locali; serviva in altre parole un approccio più tranquillo e senza imposizioni recuperando due anni di contabilità sana».

Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha dichiarato di capire «che l’opposizione deve contestare, ribadisco che il provvedimento è tecnico, fondato sul pluriennale e non sul corrente, la tabella Q dice chiaramente che c’è un crono-programma per la spendita mutuo per 71 milioni». Io, ha concluso, ho citato dati di spesa sui mandati emessi per 975 milioni in più e sono soldi veri.

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fid), contrario, ha concentrato la sua valutazione politica sul fatto che quest’anno le risorse disponibili si potevano spendere meglio senza cambi in corso d’opera perché c’è anche il problema di intervenire sulla qualità della spesa se si vogliono raggiungere risultati in grado di generare sviluppo e occupazione, ma questo non è accaduto.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la legge nel suo contenuto complessivo, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astenuti.

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 203 (Cossa e più) “Sul passaggio in Sardegna del Giro d’Italia edizione 2017”. Il documento, firmato da tutti i gruppi presenti in Consiglio regionale, impegna la giunta regionale ad attivarsi per portare la prestigiosa manifestazione internazionale nell’Isola.

Il primo firmatario Michele Cossa (Riformatori) ha ricordato che il Giro d’Italia, insieme al Tour de France, rappresenta uno degli eventi sportivi più importanti a livello internazionale. «La manifestazione genera un giro d’affari di circa 110 milioni di euro in soli 20 giorni – ha detto Cossa – ogni territorio aspira ad essere attraversato dalla carovana di biciclette e i centri più fortunati sperano di ospitare la partenza o l’arrivo di una tappa. La macchina organizzativa è di circa 1500 persone, oltre al vantaggio economico il passaggio del Giro rappresenterebbe un’occasione unica per veicolare l’immagine della Sardegna nel mondo».

Il presentatore della mozione ha quindi invitato l’esecutivo a trovare le risorse per convincere gli organizzatori a portare la manifestazione nell’Isola (servirebbero circa 4 milioni di euro ndr) ricordando che il ritorno economico sarebbe di gran lunga superiore alle somme impegnate.

Cossa, infine, ha sottolineato che il 2017 potrebbe essere l’anno perfetto per ospitare l’evento: «Tra due anni – ha concluso l’esponente dei Riformatori – si celebra il centenario del Giro d’Italia. La Sardegna sarà rappresentata da un campione straordinario come Fabio Aru, uno dei principali candidati alla vittoria finale. Sarebbe triste se non riuscissimo a cogliere quest’occasione».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha svelato di aver incontrato nel mese di agosto gli organizzatori del Giro e di averli messi in contatto con l’assessore: « Il Giro è il terzo evento mondiale più seguito – ha detto Fasolino –  non so se si è ancora in tempo per il 2017. Pensano che Aru possa essere uno di prossimi vincitori. E’ una grande opportunità per la Sardegna. La regione potrebbe coinvolgere anche i Comuni più importanti».

Pier Franco Zanchetta (capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti) ha ricordato che il Giro è arrivato in Sardegna tre volte: nel 1961, nel 1991 e nel 2007. «Il ciclismo richiama l’attenzione dei media di tutto il mondo, di moltitudini di appassionati e muove un volume d’affari importante – ha sottolineato Zanchetta – è un evento da sostenere perché è un eccezionale veicolo promozionale. Ci trova in un momento particolare perché abbiamo un campione in casa e il ciclismo amatoriale rappresenta un mercato turistico in crescita con migliaia di amatori che ogni primavera vengono da tutta Europa a pedalare nelle strade dell’Isola».

Anche per Luigi Crisponi (Riformatori) il Giro rappresenterebbe una grande e bella occasione per unire passione sportiva e vantaggi economici. Il consigliere dei Riformatori ha poi chiesto alla Giunta notizie sul milione di euro stanziato per ospitare la Coppa America e mai utilizzato dopo l’abbandono di Luna Rossa. «Che fine hanno fatto quelle risorse – ha chiesto Crisponi – propongo che quei fondi vengano destinati ad ospitare il Giro d’Italia».

Gianni Lampis (FdI) ha ricordato l’edizione del Giro del 2007. «Allora le strutture ricettive della Sardegna fecero il pienone – ha affermato Lampis – è un’occasione da non perdere. Può consentire ai nostri imprenditori di beneficiare di una vetrina prestigiosa. Questa mozione trasversale dimostra come la questione stia a cuore all’intero Consiglio. Abbiamo bisogno di essere protagonisti nello scenario turistico internazionale».

Concetto ribadito Marco Tedde (Forza Italia): «Se riuscissimo ad ospitare il Giro avremmo a disposizione una vetrina globale con 260 paesi collegati – ha rimarcato Tedde – credo che servano circa 4 milioni di euro ma le ricadute verrebbero moltiplicate in modo esponenziale. Oltre alla promozione dei nostri luoghi, il Giro d’Italia promuoverebbe anche il turismo attivo e la mobilità moderna, basata sull’utilizzo delle due ruote e dei mezzi pubblici».

Quindi un invito al presidente Pigliaru: «Si assuma tutta la responsabilità di un’azione politica forte nei confronti della Gazzetta dello Sport utilizzando anche i canali governativi. La Sardegna ha un jolly che risponde al nome di Fabio Aru, campione di livello mondiale che riuscirebbe a coinvolgere ancora di più tutti gli appassionati di ciclismo».

Ha quindi preso la parola l’assessore al Turismo Francesco Morandi che, dopo aver ricordato gli investimenti della Giunta per favorire il turismo attivo e sportivo (8 milioni di euro) e il sostegno agli operatori del cicloturismo (un milione), sì è detto d’accordo sulla grande opportunità rappresentata dal Giro d’Italia. «E’ un grande evento mediatico – ha sottolineato Morandi – non solo spot ma anche un driver per lo sviluppo».

Morandi ha quindi assicurato l’impegno della Giunta su questo fronte: «Il primo contatto con gli organizzatori risale al 17 giugno scorso. Le trattative vanno avanti serenamente, gli organizzatori hanno però posto come condizione una clausola di riservatezza:  fino a quando gli accordi non saranno conclusi occorre tenere un profilo prudente. Accolgo favorevolmente la mozione e auspico un lavoro congiunto con il Consiglio».

Quanto al milione di euro stanziato per la Coppa America, l’assessore Morandi ha ricordato che le risorse sono state già spostate per la pubblicità sportiva. «Per il Giro – ha concluso l’esponente dell’esecutivo  serviranno nuove risorse da mettere in bilancio il prossimo anno».

Il consigliere Michele Cossa nella replica ha espresso soddisfazione per le parole dell’assessore. «Sarà difficile mantenere la riservatezza – ha detto Cossa – la  vicenda passa nelle sue mani e confidiamo che giunga a buon fine».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la mozione che è stata approvata all’unanimità (41 voti favorevoli su 41 votanti).

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la discussione unificata della mozione n. 199 (Locci e Più) “sulla penalizzazione degli studenti universitari e delle loro famiglie, vittime di una grave situazione di disagio economico e sociale venutasi a creare a causa dell’introduzione dei nuovi parametri ISEE, e sulla conseguente necessità di ridefinire i criteri generali per i bandi relativi all’anno accademico 2015/2016”, dell’interpellanza n. 158 (Rubiu e più) “sulle ricadute negative all’accesso alle agevolazioni universitarie isolane in seguito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159 inerente il regolamento sulla revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)” e dell’interpellanza n. 175 (Cozzolino e più) “sui criteri generali per i bandi relativi all’anno accademico 2016/2017 per borse di studio a favore di studenti disabili e studenti privi di mezzi capaci e meritevoli”.

Il primo firmatario della mozione 199, Ignazio Locci (Fi), ha dato per illustrato il documento che si conclude con l’impegno per la Giunta a “ridefinire i criteri generali per i bandi relativi all’anno accademico 2015/2016 ed elevare il limite dell’Indicatore per la situazione economica equivalente per le prestazioni erogate nell’ambito del diritto allo studio universitario affinché un più elevato numero di studenti sardi possa permettersi di accedere agli studi universitari”.

Il presentatore dell’interpellanza n. 158, il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha lamentato, in apertura del suo intervento, il ritardo nelle risposte da parte dell’assessore Firino alle precedenti interpellanze ed ha quindi introdotto il tema oggetto dell’interpellanza inerente  i problemi per gli studenti sardi a seguito delle modifiche governative al cosiddetto Ise che hanno ridotto il numero degli studenti sardi che possono beneficiare di borse di studio e delle previste agevolazioni nella fruizione di una serie di altri servizi propri del “diritto allo studio”. «Con le modifiche governative – ha affermato il consigliere della minoranza – sono oltre mille gli studenti sardi che sono esclusi dalle graduatorie nonostante il loro reddito non si sia affatto modificato rispetto all’anno precedente». «Un sistema folle – ha proseguito Rubiu – ideato per escludere migliaia di beneficiari con l’unico obiettivo di ridurre la spesa pubblica e che non permetterà a tante famiglie di mantenere i figli agli studi a causa del costo degli oneri da sostenere». Rubiu ha quindi invitato l’assessore a ridefinire i criteri dei bandi per l’anno accademico 2015- 2016 ed ha concluso con un appello: «Difendiamo il diritto allo studio in Sardegna».

Il consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino, primo firmatario dell’interpellanza n. 175, ha ripercorso i vari passaggi ministeriali che hanno portato alla modifica dei parametri Ise e alle conseguenti penalizzazioni che ne derivano per oltre mille studenti sardi. L’esponente della maggioranza ha quindi affermato che molti degli esclusi dalle borse di studio non hanno proceduto nelle immatricolazioni all’Università con grave pregiudizio per il futuro delle attività degli atenei di Sassari e Cagliari, i cui finanziamenti come è noto sono legati anche al numero degli studenti iscritti. Anche il consigliere Cozzolino ha concluso il suo intervento con l’invito alla Giunta perché adotti misure utili all’innalzamento dei limiti Ise.

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, pur riconoscendo importante il tema del calcolo Ise ha posto l’accento sul tema delle risorse economiche ed ha ricordato la graduale riduzione degli stanziamenti per il diritto allo studio da parte dei vari governi succedutesi a Roma mentre la Regione sarda – così ha affermato il consigliere della maggioranza – ha incrementato gli stanziamenti per le borse di studio. Demontis ha quindi ricordato che oltre ai fondi nazionali e regionali le risorse per le borse di studio sono incrementate dalle tasse a carico degli studenti e dalla tassa per l’esercizio e l’abilitazione professionali. Il consigliere del Pd ha auspicato che le tasse universitarie siano determinate per ciascuno studente in base al reddito e che le tasse per l’esercizio e l’abilitazione alla professione passino dagli attuali 5,25 euro ai 140 euro.

L’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, ha riconosciuto l’importanza dei temi trattati nella mozione e nelle due interpellanze ed ha parlato di una vera “emergenza” che ha visti impegnati la Giunta e l’assessorato. L’assessore ha confermato che con il decreto dello scorso luglio e la conseguente modifica dei parametri Ise sono 1.500 gli studenti sardi che negli atenei di Sassari e Cagliari non sono stati considerati idonei e che invece lo sarebbero stati con le regole in vigore nello scorso anno accademico.

Claudia Firino ha quindi dichiarato la volontà di procedere con la modifica dei parametri Ise in termini più favorevoli per gli studenti sardi ed ha informato il Consiglio del confronto in atto sul tema in sede di commissione 9 nella conferenza Stato-Regioni.

L’assessore ha quindi ribadito l’impegno della Regione per il diritto allo studio («rispetto allo scorso esercizio abbiamo incrementato di 6 milioni di euro l’importo regionale per borse di studio e il tutto ha portato anche all’incremento del proporzionale stanziamento da parte del ministero) e l’utilizzo dei fondi Por vincolati “per la prima volta al diritto allo studio”.

In conclusione del suo intervento l’assessore Firino ha annunciato di aver già presentato all’attenzione della Giunta la proposta per modificare le tasse universitarie rapportandole al reddito degli studenti ed ha garantito la modifica dei parametri regionali Ise per i bandi del diritto allo studio per l’anno accademico 2016-2017.

In sede di replica, il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha preso atto delle dichiarazioni dell’assessore sulle nuove iniziative allo studio pur dichiarandosi parzialmente soddisfatto delle risposte fornite. Ha poi annunciando il ritiro della mozione auspicando l’attuazione rapida dei provvedimenti in materia di diritto allo studio.

Anche il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd), dichiarandosi soddisfatto, ha annunciato il ritiro della sua interpellanza.

Subito dopo il Consiglio ha iniziato la discussione del punto successivo all’ordine del giorno, l’interpellanza n.150 del gruppo Sel (Lai e più) sul “Piano di riordino e riorganizzazione di alcune sedi territoriale dell’Inps”.

Il consigliere di Sel Eugenio Lai, primo firmatario, ha sottolineato la sua preoccupazione per la drastica diminuzione dei servizi pubblici nei territori più isolati, «dai 14 uffici postali alle 38 sedi dell’Inps, dalle caserme ai giudici di pace ai servizi sanitari; proprio nel momento in cui, ha ricordato, il Consiglio si prepara ad esaminare una riforma organica degli Enti locali che auspichiamo porti compensazioni vere». Soffermandosi sul Piano di riordino delle sedi Inps, Lai ha sostenuto che «col pretesto della spending review gli interventi di razionalizzazione della rete sono concentrati su sedi collocate in territori disagiati e, per questo, si traducono in tagli pesanti di servizi che costringono migliaia di persone appartenenti alle fasce più deboli della popolazione (come anziani e pensionati) ad una sorta di pellegrinaggio verso il capoluogo per usufruire di servizi fondamentali». I processi di accentramento, ha aggiunto, «come insegna l’esperienza non portano risparmi ma costi più alti e determinano la scomparsa di interi territori, oltre ad aumenti di spese per tante famiglie costrette a trasferte disagiate attraverso lunghe distanze». Sotto questo profilo, ha continuato Lai, «quello di Isili è il caso emblematico di una sede istituita 30 anni fa come sede staccata di Nuoro che serve 13 Comuni ed una popolazione di 20.000 abitanti». Per queste ragioni, ha concluso, «è auspicabile esaminare la possibilità di una convenzione con i Comuni che assicuri la stabilità dei servizi, perché è vero che sulla materia le competenze sono dello Stato ma questi problemi vanno posti con forza al Governo centrale».

L’assessore del Lavoro Virginia Mura, ha riferito in apertura di alcuni colloqui con i responsabili Inps di Cagliari e del territorio, da cui ha avuto assicurazioni sul mantenimento delle sedi, anche se nell’ambito di un processo in atto a livello nazionale di profonda riorganizzazione dell’istituto. In questo quadro sarebbe importante per la commissione comptente del Consiglio, ha suggerito, «sentire i vertici dell’istituto ed i presidenti dei comitati provinciali, perché in altre situazioni alcune decisioni sono state ribaltate dimostrando concretamente l’utilità reale delle sedi tenuto conto sia della specificità della realtà territoriale che della situazione di disagio di larghe fasce di utenza». Il rischio più grande, a giudizio della componente della Giunta, «è legato alla progressiva introduzione delle procedure informatiche a spese delle attività front-office, che si aggiunge ai tagli previsti dalla legge di stabilità sui patronati che svolgono un ruolo di supplenza; su questa situazione complessiva c’è poi un ordine del giorno del comitato provinciale Inps di cagliari con cui si sollecita un esame puntuale della rete territoriale, già indebolita da tagli pesanti di personale e blocco del turn-over, problemi sui quali Consiglio e Giunta devono fare la loro parte anche per valutare la possibilità di integrare con aliquote di personale gli organici dell’Inps».

Il consigliere Eugenio Lai (Sel), nel dichiararsi soddisfatto delle risposte dell’assessore, si è detto disponibile a raccogliere l’invito per un ciclo di audizioni in commissione e l’esame della documentazione prodotta dai comitati, confermando la sua convinzione di operare innesti di nuovo personale senza indebolire la periferia.

Al termine di quest’ultimo intervento il presidente Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per mercoledì mattina alle 10.00. Dopo l’esame del primo punto all’ordine del giorno, ha aggiunto, ci sarà una breve sospensione dei lavori la convocazione della conferenza dei capigruppo, mentre per le 15.30 è previsto un incontro degli stessi capigruppo con una delegazione di lavoratori Alcoa e di amministratori locali del Sulcis.