22 December, 2024
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Sabato 29 giugno nella sala conferenze San Nicola, a Ozieri, dalle ore 10.00 si svolgerà il convegno provinciale della Confederazione italiana agricoltori Nord Sardegna, “Prospettive e alternative del settore ovicaprino”.

L’appuntamento sarà moderato dal direttore nazionale Caa della Cia, Fabio Chessa, e vedrà l’apporto dei maggiori studiosi ed esperti del comparto. L’apertura dei lavori sarà affidata a Francesco Erbi, presidente regionale Cia, al quale seguiranno gli interventi di Salvatore Pier Giacomo Rassu, professore associato di Zootecnia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la relazione “Strategie di miglioramento dell’efficienza produttiva ed economica dell’allevamento ovino”. Quindi sarà il turno della relazione “La guerra del latte: crisi o declino del settore ovino?”, di Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese, poi il consulente e tecnico caseario Bastianino Piredda illustrerà il rapporto “Diversificare, parola chiave per ampliare offerta e mercato. Presentazione Progetto Shardana”. Ci sarà anche l’intervento di Giuseppe Pirisi del Banco di Sardegna, con “Interventi e prodotti a favore delle imprese agricole”.

Le conclusioni del convegno saranno affidate a Piero Maieli, presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, e a Dino Scanavino, presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani.

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Dopo 25 anni alla guida della CIA provinciale, il direttore Fabio Chessa ha rassegnato le dimissioni e lascia Sassari per Roma, dove è stato chiamato a ricoprire l’incarico di direttore nazionale del Centro di Assistenza agricola CAA-CIA. Al suo posto, come direttrice della CIA Nord Sardegna si è insediata Rossana Piredda, che sarà coadiuvata nella sua azione dal vice direttore Francesco Uras.

Il cambio al vertice è stato ufficializzato nel corso dell’Assemblea provinciale della CIA Nord Sardegna, che qualche giorno fa, presieduta dal presidente, Michele Orecchioni. «Il ruolo nazionale cui sono stato chiamato a svolgere è per me motivo di orgoglio e soddisfazione, ed è testimonianza del buon lavoro svolto in tutti questi anni», ha dichiarato Fabio Chessa. «Per questo ringrazio i nostri associati e, naturalmente, i dipendenti della struttura con cui in questo lungo tempo ho collaborato e che hanno contribuito ad accrescere e rafforzare il ruolo della CIA nel territorio. Ringrazio inoltre il presidente provinciale, Michele Orecchioni, e i dirigenti provinciali e regionali della CIA, che mi hanno incoraggiato ad accettare il nuovo incarico nazionale, quale riconoscimento importante per tutta la Confederazione della Sardegna», ha concluso Fabio Chessa, primo funzionario CIA della Sardegna a essere chiamato per ricoprire un incarico di dirigente nazionale. 

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Oltre il 50% dei Comuni della Sardegna è esposto ad un alto rischio idrogeologico: un fenomeno che interessa il 5% del territorio isolano ed almeno 100mila residenti. Per affrontare questa emergenza la Cia Nord Sardegna, rilanciando l’iniziativa promossa a livello nazionale dalla Confederazione italiana agricoltori, ha inviato un appello ai Comuni affinché si impegnino in prima linea per aderire a un progetto generale di manutenzione infrastrutturale del territorio, con la rivendicazione ai Governi nazionale e regionale di adeguate dotazioni finanziarie, finalizzate alla prevenzione di disastri climatico-ambientali.

«Le conseguenze derivanti dei fenomeni di dissesto idrogeologico assumono una connotazione particolarmente accentuata nelle aree rurali e interne che, di conseguenza, sono sempre più a rischio di abbandono e scomparsa – spiega il presidente della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni –. Il ruolo dell’agricoltura e degli agricoltori diventa particolarmente strategico per arginare questi preoccupanti fenomeni: la presenza di un’agricoltura sostenibile rappresenta, infatti, il migliore presidio contro il dissesto».

L’invito rivolto alle amministrazioni locali è quello di discutere e approvare nei relativi Consigli comunali un ordine del giorno con cui si definisca la necessità di un progetto di manutenzione e salvaguardia straordinari del territorio. Progetto che dovrà essere attuato attraverso una serie di iniziative tra le quali:

– politiche e interventi orientati al governo del territorio;

– azioni che possano favorire e sviluppare politiche di filiera a forte vocazione territoriale;

– nuove e più incisive politiche di gestione della fauna selvatica;

– un rinnovato protagonismo degli Enti locali sul fronte della Politica Agricola Comune;

– specifiche politiche di integrazione all’interno delle aree interne delle Regione.

«I Comuni e tutti gli altri Enti locali rappresentano il primo e più strategico riferimento istituzionale. Per tali ragioni ci rivolgiamo proprio ai sindaci e li sollecitiamo a svolgere un ruolo da protagonista con l’approvazione dell’Ordine del giorno, inviato a tutte le Amministrazioni comunali del nord Sardegna, impegnandosi così a farsi promotrici di politiche, azioni e interventi necessari alla definizione di tale progetto – precisa il direttore della Cia Nord Sardegna, Fabio Chessa -. La CIA favorirà pertanto la piena sinergia tra agricoltura e le altre risorse socio economiche dei territori, per contribuire insieme al raggiungimento degli obbiettivi di questo piano straordinario di interventi.»

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«La mancata ratifica del trattato di libero scambio Ceta tra Unione europea e Canada sarebbe un clamoroso autogol per l’Italia e un’opportunità di espansione commerciale negata per le imprese agroalimentari sarde.»

La Cia Nord Sardegna sollecita il Governo e il Parlamento nazionali ad approvare l’accordo Ceta entrato in vigore in forma provvisoria il 21 settembre 2017, e ora in attesa di una ratifica dei vari Parlamenti nazionali.

Il trattato economico siglato fra il Paese nordamericano e l’Ue riconosce del principio delle indicazioni geografiche dei prodotti e del loro legame con il territorio, e rappresenta quindi un importante passo avanti in tema di semplificazione e regolamentazione del commercio globale e del progressivo abbattimento dei dazi doganali. Il recepimento in Italia di questo trattato non è certo, dato che una sua mancata ratifica in sede parlamentare è stata annunciata più o meno velatamente da alcuni esponenti del Governo nazionale facendo eco a qualche organizzazione agricola dalle nobili origini Bonomiane. In seguito il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, ha fatto una parziale apertura, dichiarando «di voler capire con dati concreti quali e quanti sono i vantaggi del Ceta per il made in Italy»; un segnale valutato positivamente e con speranza dalla Confederazione italiana agricoltori.

«A beneficiare del Ceta saranno in primo luogo le grandi produzioni isolane quali il Pecorino Romano, ma anche le altre produzioni agroalimentari che guardano ai mercati esteri come una grande occasione di sviluppo. Non possiamo pensare che i nostri prodotti siano venduti all’interno dei confini Italiani e magari solo nei mercatini locali; contrasteremo con ogni mezzo le visioni miopi di taluni, facendo capire loro che abbiamo necessità di internazionalizzare sempre più le nostre imprese e di stringere accordi commerciali internazionali che promuovano la qualità dei nostri prodotti e ne accrescano il valore aggiunto», dichiara il direttore della Cia Nord Sardegna, Fabio Chessa.

«La mancata ratifica dell’accordo, inoltre, oltre a creare disagi diplomatici e di immagine tra l’Ue e il Canada, rappresenterebbe anche uno “strappo” del Paese nei confronti del Parlamento e dell’Esecutivo comunitario, in una fase tra l’altro delicata in cui si discute della riforma della Pac e dove il no al Ceta arrecherebbe un grave danno al principio della politica commerciale dell’Ue, fondamentale per contrastare il sistema dei dazi introdotto dal presidente Usa, Trump, e per scongiurare lo scoppio di nuove guerre commerciali», aggiunge il presidente della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni.

Secondo i dati rilevati dall’Istat, il Canada è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, per importazione di pecorino romano sardo. Sempre l’Istituto nazionale di statistica ha rilevato che nel primo trimestre del 2018, con gli scambi già regolati secondo il Ceta, le esportazioni di pecorino romano in Canada hanno avuto un’impennata del 24 per cento nelle quantità, arrivate a 164 tonnellate, pari a un incremento di valore del 41,57 per cento.

«Sosteniamo pertanto le ragioni che il Consorzio del Pecorino Romano e il Coordinamento nazionale di Agrinsieme stanno portando avanti, affinché si giunga presto alla ratifica del trattato da parte del Parlamento italiano», conclude Michele Orecchioni. 

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Competenza e consapevolezza dei rischi sono le armi migliori per raggiungere un livello ottimale di sicurezza negli ambienti di lavoro. Per questo la Cia Nord Sardegna ha intrapreso la strada della formazione e prevenzione, coinvolgendo gli imprenditori agricoli corsi mirati, capaci di fornire gli strumenti necessari per abbattere i rischi di infortuni sul lavoro, rispettare le regole e salvare così vite umane.

Nell’ambito di questa filosofia adottata dalla Cia, nei giorni scorsi, nella sede provinciale della Confederazione sassarese, sono stati consegnati ieri gli attestati di partecipazione al corso formativo in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, seguito con grande interesse sia dagli imprenditori, sia dai loro dipendenti. Nell’occasione la responsabile del Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spresal) dell’Assl di Sassari, Anastasia Canu, ha rimarcato l’importanza dell’iniziativa promossa dalla Cia in favore degli imprenditori agricoli: «Occorre proseguire su questa strada e il nostro Servizio è a completa disposizione per la necessaria collaborazione e il supporto a ogni iniziativa».

Per il direttore provinciale della Cia, Fabio Chessa, «l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dei lavoratori da ogni rischio e il rispetto di quanto previsto nel Decreto legislativo n. 81/2008 rappresentano una condizione imprescindibile per evitare e prevenire gli infortuni in agricoltura. Vogliamo essere pertanto di supporto agli imprenditori agricoli nostri associati affinché si possano recepire le norme in vigore e applicarle correttamente nei comportamenti quotidiani in azienda».

«Le norme in vigore in materia di sicurezza non devono diventare un onere gravoso per le aziende agricole. Perciò la nostra azione sarà sempre tesa a facilitare al massimo il compito alle aziende agricole. E perciò continueremo la nostra azione nei confronti del Governo e del Parlamento per sollecitare una revisione delle norme in vigore, rivolta alla semplificazione delle procedure e degli adempimenti – ha dichiarato il presidente provinciale Cia, Michele Orecchioni -. Anche grazie alle iniziative e all’informazione che la Cia ha messo in campo in questi anni c’è maggiore consapevolezza tra i lavoratori agricoli intorno al tema della sicurezza; anche con i corsi formativi obbligatori per i datori di lavoro proseguiremo il cammino intrapreso per favorire la cultura della prevenzione».

 

 

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«I licenziamenti effettuati e quelli annunciati in seguito al commissariamento e messa in liquidazione delle associazioni Allevatori regionale (Ara) e provinciali (Apa), sta di fatto paralizzando l’attività del comparto zootecnico isolano, che già soffre la limitazione dei servizi di assistenza tecnica finora garantiti dai lavoratori delle associazioni. La politica e le istituzioni trovino una soluzione immediata alla vertenza.»

Così Michele Orecchioni, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Nord Sardegna, lancia l’allarme sulle difficoltà che sono costrette ad affrontare le aziende zootecniche sarde e sollecita un rapido intervento della Regione Sardegna per evitare l’accentramento a livello nazionale dell’assistenza in zootecnia e per garantire un futuro ai lavoratori di Ara e Apa.

«Se non si agisce rapidamente si rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende agricole e di distruggere il patrimonio genetico e di selezione che in Sardegna ha raggiunto importanti e significativi risultati – aggiunge Michele Orecchioni -. Le scelte scellerate dell’Associazione Italiana Allevatori (Aia), non possono condizionare l’avvio di quella che ormai da più parti è considerata la via maestra: un organismo di certificazione, controllo e tenuta dei libri genealogici che, stante il fatto che la Sardegna detiene più del 50% del patrimonio zootecnico ovicaprino nazionale, deve trovare nell’Isola la sua nascita e crescita. Va scongiurato il disegno dell’Aia di accentrare a livello nazionale l’assistenza tecnica in zootecnia e la gestione degli albi genealogici, considerato che la Regione Sardegna destina alle due strutture circa 18 milioni di euro l’anno.»

Per Cia Nord Sardegna, è necessario correre ai ripari dopo il commissariamento e la messa in liquidazione delle associazioni della Sardegna, decisi da pochi, in assenza totale di confronto: «Adesso occorre accelerare il processo di riorganizzazione per portare una parte dei lavoratori Ara nell’Agenzia Laore e l’altra parte in un soggetto di nuova costituzione, controllato dalla Regione», propone ancora Michele Orecchioni .

«La Cia, pertanto – conclude il direttore provinciale Fabio Chessa – nel dire no alle scelte calate dall’alto e in dispregio degli attori principali, si auspica che le azioni future vengano fatte nell’interesse di  chi davvero in tanti anni ha contribuito a creare le eccellenze della zootecnia sarda, ovvero le aziende zootecniche e i lavoratori.»

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Dopo il grido l’allarme lanciato la settimana scorsa dalla CIA del nord Sardegna sul malfunzionamento del Sistema informatico agricolo nazionale (Sian), che ha messo a rischio la campagna PAC 2018, ieri il Comitato di Gestione dei pagamenti diretti dell’UE, riunito a Bruxelles, ha prorogato al 15 giugno il termine per la presentazione delle domande.

Il risultato ottenuto, per quanto rappresenti una prima vittoria di grande importanza per l’intero comparto agricolo isolano, non appaga i vertici della Confederazione italiana agricoltori nord Sardegna che rilanciano la lotta contro un sistema burocratico obsoleto che frena lo sviluppo del settore: «La Cia ora vigilerà per l’immediato recepimento della proroga da parte del Ministero e della Regione e continuerà comunque la sua battaglia per la semplificazione delle procedure in ogni sede e circostanza, perché il settore primario della nostra economia non può ancora essere vessato da una burocrazia sempre più asfissiante – dichiara il presidente Michele Orecchioni -. Sebbene la proroga non sia risolutiva delle difficoltà di sistema riscontrate e che ancora oggi ci preoccupano molto, attendiamo la modifica degli atti Nazionali e soprattutto l’aggiornamento del sistema informatico per far sì che si possano presentare le domande entro il nuovo termine stabilito», conclude il presidente.

La scorsa settimana la Direzione provinciale della Cia nord Sardegna, aveva denunciato chiaramente che a causa del malfunzionamento del Sian, migliaia di aziende agricole rischiavano di non poter presentare entro il 15 maggio la domanda premio unico e le domande PSR 2018: «Abbiamo chiesto l’intervento urgente del ministero dell’Agricoltura e l’interessamento della Regione, visto che siamo la regione Italiana con il maggior numero di domande a valere sul Piano di Sviluppo Rurale – spiega il direttore provinciale, Fabio Chessa -. Abbiamo da subito coinvolto anche la CIA nazionale, ben consapevoli che il problema ha una valenza generale su tutto il territorio nazionale, e ora salutiamo con favore questo primo risultato».

Lo slittamento della scadenza arriva in sostegno del settore e a supporto delle aziende, fornendo più tempo utile all’inserimento dei dati nel sistema informatico e, soprattutto, tenendo conto del ritardo con cui l’Italia ha recepito le novità normative della riforma di medio termine contenuta nel cosiddetto Regolamento Omnibus, approvato dal Parlamento europeo nel dicembre scorso.