21 November, 2024
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Avere il buon senso di studiare la storia economica del territorio, rivedere le situazioni che hanno portato l’economia e l’occupazione nel Sulcis ai minimi storici, ma soprattutto, riferendomi a coloro che hanno in consegna il dovere di esercitare un minimo di programmazione, che non sia legata ai periodi elettorali, eviterebbe il leggere di tanto stupore ogni qualvolta si ripropone una crisi industriale a causa del vecchio problema legato al costo energetico.

Oggi non è più utile esprimere la consueta preoccupazione, perché da sola non basterebbe ad evitare tragiche conseguenze per l’intera comunità, a partire dai lavoratori che ne subiranno le conseguenze iniziali.

L’indifferenza manifestata verso il problema energetico da parte di tutti i Governi, ha portato alla chiusura di quasi la totalità delle attività industriali, quelle rimaste, ripropongono, anche oggi, esattamente le stesse identiche difficoltà, periodiche e completamente ignorate nel tempo, giacché, tali e quali da più di 30 anni.

Lo stabilimento ex Alcoa chiuso da oltre 10 anni, diventato un baluardo da utilizzare nelle propagande elettorali, palcoscenico di eventi politici dei ministri di turno, prosegue nel suo incomprensibile percorso, mantenendo tutto il personale in regime di disoccupazione, fra alti e bassi delle amministrazioni politiche regionali, talvolta anche territoriali, che non diserteranno una sola manifestazione, così come accaduto fino ad oggi, per palesare il proprio sostegno, quel sostegno che diventa opportuno nei momenti opportuni.

La Portovesme srl, che ha resistito durante la crisi più acuta, oggi ripresenta la crisi, la stessa, come le altre volte in passato. La prima disposizione per impedire tragiche conseguenze sta nel ricorso alla cassa integrazione e, per evitare perdite di esercizio, la fermata o la diminuzione produttiva e quindi il minor ricorso al consumo di energia a costi che non sarebbero giustificati dal punto di vista economico interno.

L’Eurallumina, chiusa da oltre 12 anni, procede attraverso una strada più legittima, conferma la crisi ma utilizza l’ammortizzatore della cassa integrazione, che almeno per il lavoratore significa sentirsi un dipendente e non un disoccupato. Per i molteplici progetti utili al riavvio delle sue produzioni, dovrà ancora rispondere a più di 40 prescrizioni poste dai vari Enti. Risponderà? Saranno sufficienti le ragioni dell’Azienda? Nonostante, anche in questo caso, siano stati molteplici gli impegni istituzionali, la situazione dello stabilimento resta ancora molto indefinita.

Si potrebbe proseguire analizzando altri aspetti ma vogliamo limitarci a registrare l’assenza di sinergie importanti fra grandi colossi industriali, quelli che producono energia e quelli che attraverso l’impiego dell’energia, producono altro.

Gli errori evitabili che hanno portato alla chiusura definitiva di impianti sulle seconde e terze lavorazioni dell’alluminio, hanno confermato come la politica, senza distinzione di colore, quando non riesce a governare processi industriali con un’efficiente politica industriale, diventi artefice di drammi sociali assurdi, perché assurda è I’incapacità di politica industriale che viene replicata sull’inesistente programmazione di alternative valide ed attinenti alle specificità del territorio.

Le vittime sacrificali saranno ancora una volta gli unici a non avere responsabilità alcuna: i lavoratori e le lavoratrici.

Fabio Enne

Segretario generale Confsafi Sardegna

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«Sembrava una semplice e temporanea fermata produttiva quella discussa in sede di ministero dell’industria, circa 12 anni fa, seguita dallo spegnimento dei macchinari che dal 2 marzo 2009, vedono lo stabilimento fermo e oggetto di attenzioni Istituzionali, altalenanti e fino ad oggi inutili al riavvio della produzione. Possiamo sostenere, senza paura di smentita, che la fabbrica, è ancora chiusa a causa della più disarmante indifferenza da parte del Governo, anzi, dei Governi. Sono state sviluppate diverse ipotesi per rendere competitivo il processo produttivo di allumina, e seppure rinunciamo a far parte dei fautori di possibili scelte tecniche, piuttosto che di altre, rileviamo che fra tutte è dominante quella della non decisione, mantenendo ferma la prospettiva di ripresa produttiva e sociale, costituita dalle centinaia di lavoratori e lavoratrici, che troppo spesso sono stati male utilizzati e diabolicamente illusi.»

Lo scrivono, in una nota, Fabio Enne, segretario generale Confsafi Sardegna ed Enrico Atzei, segretario generale Fsca Chimici.

«Adesso il Governo in carica, sulla possibile soluzione tecnica e sull’utilizzo del gas, indispensabile al riavvio produttivo, prosegue nella sua negligente e sconcertante indecisione, ribaltando le proprie responsabilità verso la Regione Sarda, che a dire il vero, anch’essa non brilla di efficienzaaggiungono Fabio Enne ed Enrico Atzei -. In conclusione tutto si trasforma in una inefficienza vergognosa con Ie tanto promesse e attese autorizzazioni, ma, orfane nell’assunzione di responsabilità istituzionale, perpetrando nell’ennesimo tradimento verso le maestranze e dell’Economia Territoriale, perché, l’incapacità colpevole nei confronti dell’Industria è la stessa che ferma lo sviluppo anche in tutti gli altri settori del turismo, del commercio, nell’agricoltura e nei servizi. Confsafi Sardegna – concludono Fabio Enne ed Enrico Atzei -, si impegnerà a fermare questa assurda deriva.»

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La segretaria generale FSAM Stefy Lochi ed il segretario CONFSAFI Sardegna Fabio Enne, intervengono nuovamente, con una lettera aperta, sulla situazione di crisi della Casa Serena di Iglesias, a forte rischio chiusura per problemi economici legati ai costi di gestione.

«La vicenda riguardante l’imminente chiusura della residenza per anziani Casa Serena, ha bisogno, per essere affrontata e risolta, di atti concreti e veloci attraverso un percorso di tutela per gli stessi anziani che per i lavoratoriscrivono Stefy Lochi e Fabio Enne – La battaglia è di civiltà, di spirito sociale e assistenziale, quello che in tanti utilizzano sotto le spoglie della solidarietà verso le persone che ne hanno bisogno, in altri casi, senza badare alle spese, anzi quest’ultima considerazione è stata per tutti questi anni, elemento di forti contrapposizioni tra chi si definisce portatore sano di qualità solidali e chi invece non viene considerato portatore di questa virtù. Oggi stiamo parlando dei nostri anziani, stiamo parlando dei nostri Padri e Madri, stiamo decidendo per noi stessi, per una nostra prospettiva di vecchiaia, inserita in un contesto sociale che deve essere assolutamente dignitoso e destinatario delle massime attenzioni istituzionali.»

«Gli errori commessi devono essere rimossi, e purtroppo ne sono stati compiuti troppi, causando questa spiacevolissima situazioneaggiungono Stefy Lochi e Fabio Enne -. Avere una Residenza, considerata negli anni, un gioiello socio assistenziale, ma trascurato fino a non possedere più il requisito dell’accreditamento, significa che la stessa Casa Serena, oggi non fruisce del requisito necessario per l’utilizzo delle varie risorse finanziarie sulla non autosufficienza di quelle derivanti da capitoli economici nel contesto socio sanitario. D’altronde, si fa riferimento all’alternativa Margherita di Savoia, ad oggi, anch’essa, sprovvista di queste credenziali. Di cosa si sta parlando allora? Del solito epilogo disastroso, che travolgerà un servizio indispensabile per responsabilità della gestione pubblica di un patrimonio che non può fare utili di bilancio, ma arrivare, almeno vicino all’autosostegno, semmai si raggiungesse una consapevolezza di “servizio indispensabile” e una “gestione consapevole”.»

«Per quanto ci riguarda, eviteremo le solite danze illusorie e, quindi, rinunceremo ai sit-in o abitazioni inutili, preferendo un’interlocuzione con i livelli istituzionali regionali e locali, previsti della necessaria volontà risolutiva del problema rimarcano Stefy Lochi e Fabio Enne -. Abbiamo già sollecitato il sindaco di Iglesias, nel promuovere una fitta interlocuzione con tutti i soggetti imprenditoriali che si occupano del settore, per costruire un assetto futuro nella struttura Casa Serenaintegrando ad essa, anche quella della Margherita di Savoia, rinunciando quindi ai disagi a svantaggio degli anziani, attraverso trasferimenti, senza finalità, degli stessi, verso altri lidi, che segnerebbero l’abbandono definitivo di un progetto sociale importantissimo, con conseguenze immaginabili che violano ogni caratteristica di solidarietà e pregiudicano l’occupazione.»

«Sarà anche nostra cura, peraltro già in atto, sensibilizzare la Regione Sardegna e ogni Rappresentante del Governo, la Chiesa, affinché sia confermato un impegno sul mantenimento in esercizio della Residenza, chiedendo nel contempo, la massima vigilanza per assicurare un immediato intervento con finalità di conservazione nel lungo termineconcludono Stefy Lochi e Fabio Enne -. Utilizzeremo il nostro tempo per diffondere fra i cittadini un’adeguata informazione che riesca coinvolgere tutta l’opinione pubblica per ricavarne un accorato appello e supporto di forte e reale coesione sociale.»

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La situazione di grande incertezza in cui si trova la vertenza Sider Alloys per il rilancio produttivo dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, è stata al centro dell’assemblea dei lavoratori aderenti al sindacato autonomo Confsafi, svoltasi questa mattina nel saloncino dell’oratorio San Giovanni Bosco della parrocchia di San Ponziano, a Carbonia, alla presenza del segretario regionale Fabio Enne.

Dagli interventi è emerso grande preoccupazione per lo stato in cui si trovano i lavoratori che usufruiscono della mobilità in deroga, un assegno minimo che non consente loro di assicurare il sostentamento delle famiglie, e chiedono di poter tornare quanto prima al lavoro. Nell’attesa, rivendicano l’assunzione da parte della Sider Alloys, strada obbligata, unitamente alla presentazione di un concreto piano industriale, per poter usufruire della cassa integrazione.

Al termine dell’assemblea, abbiano intervistato il segretario regionale Confsafi, Fabio Enne.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221515183496899/

 

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Nel Sulcis Iglesiente martoriato da una gravissima crisi socio-economica, si moltiplicano le emergenze a cadenza crescente. Uno dei settori maggiormente colpiti, negli ultimi mesi, è stato quello della sanità, con specifico riferimento alle imprese d’appalto e ai lavoratori in utilizzo. 6 mesi fa è esplosa l’emergenza di 12 lavoratori della Serco srl, impresa impegnata nel settore delle manutenzioni, lavoratori che sono ancora privi sia di lavoro sia di ammortizzatori sociali; circa un mese e mezzo fa è stata la volta di 15 lavoratori della Carbotermo, impresa impegnata nel settore delle manutenzioni straordinarie; ora a rischiare di perdere il poro posto di lavoro sono 44 lavoratori in utilizzo impegnati in vari servizi, quali il trasporto sangue tra gli ospedali di Iglesias e Carbonia, l’apertura dei poliambulatori, i servizi ticket e cup, custodia e guardiania. La loro situazione è stata al centro di un incontro svoltosi questa mattina presso il Centro direzionale della ASSL di Carbonia, tra il dirigente Francesco Melis ed i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL e della CISAL, nel corso del quale è emerso che la copertura finanziaria destinata a questi lavoratori si fermerà al mese di novembre, anziché al previsto mese di dicembre.

Al termine dell’incontro, il coordinatore regionale della CISAL Sardegna, Fabio Enne, ha inviato una richiesta di incontro all’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, e per conoscenza all’assessorato della Sanità.

«A seguito dl un’assemblea tenutasi in data odierna con i lavoratori in utilizzo, operativi presso ATS del Sulcis Iglesiente – scrive Fabio Enne – riferiamo forte preoccupazione derivante dalla loro possibile precarietà, in quanto, la copertura finanziaria prevista fino dicembre 2079, potrebbe invece essere sufficiente fino al mese di novembre. Considerata lo grave situazione in cui verso tutto il sistema sanitario del territorio, aggravato dalla forte razionalizzazione nei servizi attinenti, riteniamo urgente una discussione che posso mettere in atto un percorso di prospettivo per i lavoratori sopracitati, garantendo i livelli occupativi, senza indebolire ulteriormente la qualità delle prestazioni all’interno del comparto.»

La situazione di questi lavoratori acuisce ulteriormente una situazione complessiva del territorio giunta ormai al limite del dramma sociale. Le vertenze delle maggiori aziende del polo industriale si protraggono da diversi anni, nel corso dei quali il Sulcis Iglesiente ha perso altre migliaia di posti di lavoro sia nel terziario sia nel settore dei servizi. I giovani hanno ripreso da tempo la strada dell’emigrazione, ripetendo le esperienze vissute dai loro genitori e, soprattutto, dai loro nonni, alla fine degli anni ’50 e negli anni ’60 e chi decide di restare, purtroppo, è costretto a vivere in condizioni di estrema precarietà, spesso ai limiti e oltre l’indigenza… E le forze politiche non sembrano aver ancora preso piena coscienza della gravità della situazione in cui vive il territorio, la “Provincia più povera d’Italia”.

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Ci sarà anche la Cisal, con Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, alla riunione convocata dal vice capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico, Giorgio Sorial, con l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e i massimi dirigenti di SiderAlloys Giuseppe Mannina e Gaetano Libia, per il prossimo 26 giugno, alle ore 16.00, in via Molise 2, a Roma.

«Esprimiamo gradimento per la convocazione in oggetto ed auspichiamo che lo stesso metodo venga utilizzato anche dalla Regione Sardegna e dalle Istituzioni in generale oltre che dalle Aziende nei vari settori – ha detto Fabio Enne, coordinatore regionale Cisal Sardegna -. La Cisal è un’organizzazione sindacale che vuole dimostrare il proprio contributo alla soluzione delle varie problematiche, si renderà propositiva ed attiverà le sue esperienze a vantaggio dell’economia e del lavoro in Sardegna, confidando sempre nella buona pratica in materia di relazioni industriali e sociali.»

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Il coordinatore regionale della Cisal Sardegna, Fabio Enne, ha sollecitato l’incontro richiesto alla SiderAlloys di Portovesme, «finalizzato a rendere possibile una fattiva azione da parte dell’organizzazione sindacale, atta a rafforzare obiettivi comuni costituiti da una più spedita realizzazione sulla ripresa produttiva dello stabilimento».

«Siamo certi sia di vostra conoscenza la terribile situazione economica del territorio – aggiunge Fabio Enne -, siamo altresì convinti che una buona attività comune possa rappresentare, anche attraverso la vostra attività, un importante segnale di ripresa economica e in particolare occupazionale. Confidiamo, a tal fine, sulla vostra sensibilità anche verso la necessaria interlocuzione con le forze sociali, compresa la nostra organizzazione, presente e già rappresentativa, oltreché parte in causa della vertenza, considerato che i lavoratori aderenti sono tutti ex dipendenti in attesa di richiamata lavorativa.»

«Essendo già stata inoltrata la presente richiesta, riteniamo che il mancato riscontro possa essere imputabile ad un semplice disguido, in caso contrario e, in attesa di gentile e gradita rispondenza – conclude Fabio Enne -, saremo costretti, nostro malgrado, ad attivare tutte le forme di tutela verso i lavoratori che rappresentiamo e, più in generale, verso gli interessi del territorio.»

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Prende il via domani, 18 marzo, su Radio Star, “Dentro il Sulcis Iglesiente”, una nuova trasmissione di approfondimento su politica, attualità e sport, in programma tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 9.15 alle 10.30. Il titolo racchiude in sé la filosofia che animerà questo spazio radiofonico che avrò il piacere di curare, su proposta del direttore dell’emittente, Giacomo Desole. Per me si tratta di un ritorno al passato, alle origini di una carriera professionale iniziata nell’ormai lontano 1977, ancora minorenne, a Radio Iglesias; proseguita dopo un paio d’anni, a Radio Sulcis, emittente della quale ho avuto il piacere e l’onore di dirigere la testata giornalistica per diversi anni. Successivamente la mia attività giornalistica, già divisa tra radio e carta stampata, si è concentrata su televisione e carta stampata e, dopo qualche anno, ho lasciato la radio.

La radio, negli ultimi 25 anni frequentata solo da ospite, ritorna ad occupare uno spazio della mia attività giornalistica, a Radio Star. “Dentro il Sulcis Iglesiente” si propone come un contributo all’informazione nello sport (il mio primo “amore” nel giornalismo) e nella politica e nell’attualità, che hanno tanto bisogno di dibattito e di confronto, sui grandi temi che animano la vita in questo Sulcis Iglesiente, ormai da troppi anni alle prese con una profonda crisi socio-economica, dalla quale fa tanta fatica a tirarsi fuori.

«Dentro il Sulcis Iglesiente” il lunedì ed il venerdì si occuperà nella prima parte di sport (il lunedì con i commenti sugli avvenimenti del fine settimana appena trascorso; il venerdì con le anticipazioni di quello successivo) e per metà di politica e/o di attualità, temi che occuperanno in misura prevalente gli appuntamenti del martedì, del mercoledì e del giovedì.

Nella prima puntata, ci occuperemo della domenica calcistica, con un approfondimento sul derby Monteponi-Carbonia e le interviste realizzate a fine partita con i due allenatori Andrea Marongiu e Fabio Piras; avremo un intervento in diretta telefonica di Giampaolo Murru, allenatore del Villamassargia, rivelazione del campionato di Promozione. Nella seconda parte, avremo un intervento in diretta telefonica di Fabio Enne, ex segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente e nuovo coordinatore regionale della Cisal Sardegna.

Il primo appuntamento è fissato per lunedì 18 marzo, alle 9.15, su Radio Star.

Giampaolo Cirronis

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Fabio Enne, 57 anni, ex segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, è il nuovo coordinatore regionale della Cisal Sardegna. Ad annunciare la nomina, assunta su mandato del segretario generale della Cisal nazionale Francesco Cavallaro, con una nota inviata alla Confindustria Sardegna, alla Confapi Sardegna, alla presidenza della Giunta regionale sarda, agli assessorati regionali dell’Industria e del Lavoro, all’Inps regionale, a tutte le aziende, all’ATS Sardegna e agli organi di stampa, è stato lo stesso Fabio Enne, che «assume l’incarico confederale con funzioni politico/organizzative e di rappresentanza in ogni tavolo pertinente alle problematiche economiche e sul lavoro in Sardegna».

Fabio Enne (reduce da un’esperienza politica, come candidato alla carica di consigliere regionale nella lista del Partito dei Sardi, nella quale ha ottenuto 909 preferenze) è stato inoltre incaricato di individuare i quadri responsabili nelle diverse categorie di federazione sindacale Cisal ed ufficializzerà urgentemente la struttura regionale del settore metalmeccanico Failms Cisal e dei servizi e terziario Cisal per i quali, «in concorso al coordinatore regionale e a Massimo Cara, anch’egli collaboratore Cisal, assumono rispettivamente incarico di coordinatori Manolo Mureddu e Marco Mele».

«Resta nella nostra ferma intenzione assumere un ruolo rappresentativo ed utile per contribuire alla soluzione delle diverse problematiche, che spesso assumono contorni gravi e di difficile gestione – conclude Fabio Enne -, per i quali siamo disponibili ed invitiamo alla vostra presa d’atto.»

Insieme a Fabio Enne, anche Massimo Cara, Manolo Mureddu e Marco Mele provengono da un’esperienza nella Cisl territoriale e i primi due, Massimo Cara e Manolo Mureddu (rispettivamente responsabile del settore industria e segretario della FSM), recentemente erano stati tra i promotori del Movimento dei lavoratori diretti ed indiretti ex Alcoa, primo passo di un distacco dalla Cisl, oggi ufficializzato con l’ingresso nella Cisal Sardegna.

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Il consigliere uscente Luca Pizzuto (Liberi e Uguali Zedda Presidente) è stato il candidato più votato nelle sei sezioni del comune di Carloforte, con 444 preferenze. Alle sue spalle l’ex assessore della Giunta Stefanelli Patrizia Congiu (Pro Sardinia Unione di Centro) 342 ed il consigliere uscente Pietro Cocco (PD) 162. Seguono Ilaria Ottavia Pisu (PD) 79, Ilaria Portas (Liberi e Uguali Zedda Presidente) 70, Paolo Luigì Dessì (4 Mori Solinas Presidente) 65, Monica Atzori (Lega) 59, Fabio Enne (Partito dei Sardi) 59, Giuseppe Casti (PD) 53, Giorgio Alimonda (Sardegna Civica), Marinella Grosso (4 Mori Solinas Presidente) 34.

Allegate le tabelle con le preferenze di tutti i 96 candidati alla carica di consigliere regionale, dei 7 candidati alla presidenza e delle 24 liste.