22 November, 2024
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E’ ferma la presa di posizione di Fabio Enne, segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, a sostegno dell’allevamento del tonno e della sua filiera, considerata una concreta risposta per un nuovo sviluppo del territorio.

«La Cisl del Sulcis Iglesiente, attiva per le battaglie di sviluppo produttivo ed occupazionale del territorio – afferma Fabio Enne – sostiene in pieno la riproduzione del Tonno Rosso in cattività e di tutta la sua filiera produttiva e commerciale, che il progetto rappresenta. Crediamo e sosteniamo con forza, un progetto lodevole nel merito a cui collegare una seria riconversione produttiva del Territorio anche nel settore agroalimentare. Auspichiamo ancora, che, la burocrazia non limiti ulteriormente, i tempi di avvio di una intrapresa, che in altri paesi del mediterraneo è fonte certa di ricaduta economica e sociale.»

«Oltre alle positive ricadute occupazionali nel Sulcis, non possiamo comprendere il perché si debba procedere alla delocalizzazione in altri Paesi, di una attività che può restare in loco, supportata adeguatamente dalle professionalità presenti nel territorio – aggiunge Fabio Enne -. Vigileremo inoltre, affinché anche le altre parti del progetto, possano essere realizzate nel più breve tempo possibile, come ad esempio il laboratorio scientifico per la riproduzione degli avannotti.»

«Questo territorio deve avere chiare prospettive di sviluppo puntando nei settori di forza come il Turismo, Agroindustria, Agricoltura, commercio, e quindi è indispensabile – conclude Fabio Enne – una ferma volontà per far partire progetti importanti e investimenti su infrastrutture, servizi, trasporti e viabilità.»

 

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«Fermate subito la procedura di licenziamento aperta da IGEA società regionale.»

È il grido d’allarme lanciato questa sera dal segretario generale della Cisl Fabio Enne.

«Se questi sono i risultati del salvataggio di IGEA ad opera della Regione Sardegna siamo davvero davanti a direttive e azioni che non solo sviliscono la missione di IGEA sulle bonifiche e più in generale verso l’ambiente – aggiunge Fabio Enne -. Licenziare professionalità funzionali a dare prospettive di sviluppo nel territorio e per l’intera Sardegna non é un percorso razionale e noi ci opporremo.»

«Se invece le intenzioni sono quelle fi adottare misure ragioneristiche servirà tutta la determinazione per impedire chiusure sciagurate e procedere invece a concretizzare una adeguata organizzazione del lavoro funzionale alla vera missione della società. Respingeremo in tutti i tavoli – conclude Fabio Enne – la decisione adottata da IGEA fino al raggiungimento di un traguardo funzionale al territorio ed alla sua economia.»

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Le notizie arrivate dall’incontro svoltosi questo pomeriggio tra il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, il direttore generale della Presidenza della Giunta, Alessandro De Martini ed il direttore generale dall’assessorato della Difesa dell’Ambiente, Paola Zinzula, sono valutate positivamente dal segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne.

«E’ scongiurata la fermata degli impianti della Portovesme srl. Lanciamo un caloroso invito alla Regione per fare in modo che le problematiche possano essere considerate e risolte in tempo con la dovuta prevenzione – dice Fabio Enne -. Così deve essere per la soluzione definitiva relativa alla discarica. Lavorare sui problemi anticipando esplosioni di protesta e preoccupazione – conclude Fabio Enne – è sempre un metodo più efficace per affrontare i problemi costruire percorsi senza che possa mai mancare una valida prospettiva.»

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Il segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne, ha pubblicato sul suo profilo facebook il suo commento sull’esito del vertice su Alcoa svoltosi al Mise e su quello della conferenza dei servizi sulla Portovesme srl e un giudizio sulle altre vertenze aperte nel territorio.

«Sono di queste ultime ore le notizie negative o positive che coinvolgono in pareri contrastanti i tanti che intervengono per dare il proprio giudizio – scrive Fabio Enne -. Io proverò ad esprimere le mie modestissime considerazioni partendo da una certezza che sento di divulgare per il semplice motivo che la sento nella pelle e nel cuore e se non bastasse utilizzerò ogni metodo possibile per realizzarla nei fatti.
Non si permetterà nel modo più assoluto la chiusura della Portovesme srl. La fabbrica non può chiudere a causa delle l’incapacità della Regione Sarda né potrà chiudere neppure per responsabilità diverse.
Questa mia convinzione é supportata da avvenimenti vissuti negli anni passati, più spinosi, ma risolti da una determinazione delle forze sociali della quale esprimerò un mio giudizio alla fine della mia comunicazione.»
«Alcoa, a mio avviso, prosegue in un binario morto seppure condivisibili alcuni passi avanti che tutti sapevamo scontati – aggiunge Fabio Enne -. Altro rinvio a settembre per una fabbrica chiusa da 5 anni oggi nessuno può sostenere ci siano realmente nuovi orizzonti positivi. Manca un confronto con l’unica multinazionale interessata la Sider Alloys, alla quale la Cisl aveva chiesto un incontro anche informale per capire le sue reali intenzioni di intrapresa industriale. Manca l’accordo tra Invitalia e Alcoa, manca il passaggio all’imprenditore interessato.
Manca ancora tutto ma sopratutto manca il lavoro alle centinaia degli ex dipendenti che attendono soluzioni davvero positive.»
«Eurallumina ancora ferma da quasi 9 anni. Quali sarebbero allora le notizie che hanno fatto stappare le bottiglie di spumante ai miscredenti abituati a festeggiare quando non ci sono ragioni per farlo – sottolinea ancora Fabio Enne -? Abbiamo la Sanità sull’orlo del ridicolo. Abbiamo la vertenza Aias per la quale continuano le nefandezze che mai avremmo potuto immaginare coperte dalla Regione. Abbiamo un territorio minato dall’incapacità istituzionale regionale ed anche degli Enti locali. Abbiamo i nostri giovani senza speranza e abbiamo tante persone non più giovani che stanno rasentando la povertà estrema.»
«Beh, anche se in modo molto sintetico ho voluto rappresentare un pezzo delle situazioni che determinano angosce, paure e ingiustizie. Queste bestialità le stanno compiendo senza generare un piano di sviluppo anche diversificato. Non si promuovono tavoli sul turismo, sul commercio, sull’edilizia, agricoltura, servizi e tutti gli altri settori essenziali ad abbattere la crisi e l’occupazione devastante nel territorio.
Eppure c’è chi festeggia perché l’ordine è quello di festeggiare anche tra le catastrofi sociali. Lungi da me quello di rappresentare o gradire una parte politica di schieramento… ma è doverosa una constatazione.
Ogni volta che alla Regione, al Governo, negli Enti locali amministra una parte politica, ogni volta, rivendicare i giusti diritti diventa sempre difficile perché coloro che brindano e si ergono a protezione delle nefandezze, lo fanno anche se il loro ruolo è quello di tutelare e difendere gli interessi collettivi. Ma essere stupidi sudditi e schiavi partitici è purtroppo più forte di loro. Noi non ci arrendiamo – conclude Fabio Enne – e siamo ormai nella fase di esasperare il fatto di avere già perso la pazienza.»

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Durissima presa di posizione del segretario generale Cisl Sulcis Iglesiente Fabio Enne e del segretario generale Femca Cisl Nino D’Orso, sulla situazione d’emergenza della Portovesme srl.

«A distanza di 2 settimane, esattamente dal 4 luglio, data in cui si è svolto un incontro richiesto da Confindustria Sardegna per fare il punto della già gravissima situazione della Portovesme srl – scrivono in un comunicato Fabio Enne e Nino D’Orso – la Cisl presente ai massimi livelli confederali e di categoria, dichiarava un sonoro rifiuto verso la scandalosa indifferenza istituzionale per la soluzione, transitoria e definitiva, delle problematiche che impedissero la fermata degli impianti.»

«A questo la Cisl, nella stessa sede di Confindustria, ha espresso malessere nei confronti dell’Azienda invitandola a recuperare corrette relazioni industriali, nello stesso tempo dichiarava a Cgil e Uil, un comportamento corretto, rispettoso ed attento, in particolare sull’unità di intenti – aggiungono Fabio Enne e Nino D’Orso -. La registrazione delle cose dette in riunione può essere utile per capire la nostra posizione odierna, oltreché, documentare la nostra linea sulla vertenzaLa stessa Confindustria, dopo avere sentito le nostre posizioni, condivideva e invitava tutti ad essere più efficaci nelle azioni da mettere in campo per portare a casa i risultati. La nostra proposta oggi è confermata dalla mancanza di risposte immediate e utili ad evitare la fermata produttiva. Abbiamo indicato una direzione verso Roma, Ministero Ambiente, perché alcune soluzioni percorribili dipendono dallo stesso.»

«Sono state fatte richieste di incontro verso il Ministero, a dire il vero, anche in questa occasione con richieste separate, e per essere conseguenti, pareva ovvio arrivare al Dicastero, con la sana determinazione che in altre circostanze abbiamo inseguito e perseguito unitariamente. Anche oggi assistiamo ad iniziative che dovevano prevedere una decisione da intraprendere fra tutti i soggetti coinvolti, ivi compresa la Cisl, ma purtroppo registriamo le solite azioni inconcludenti e poco utili – sottolineano ancora Fabio Enne e Nino D’Orso –. Occupare una sede in “disuso”, può servire a togliere le ragnatele. Proseguire a far finta di niente pur di non disturbare chi ha le responsabilità sulle procedure da attivare immediatamente per salvaguardare la continuità di marcia dello stabilimento, non rientra nella nostra caratteristica. Lo stabilimento è un bene prezioso che non può essere gestito nelle sue problematiche da stati ansiosi né tantomeno da metodi che tendono a primogeniture poco funzionali, quando esse oltre a non ottenere i risultati sperati, creano fratture nei rapporti e nel raggiungimento degli obiettivi. Vogliano, questa volta, informare i livelli regionali della Cgil e della Uil, partendo da una nostra convinzione che, in considerazione di quanto suddetto, ci obbliga ad attraversare il Tirreno in solitudine come organizzazione ma in forte compagnia con i tanti che sono stufi di una Politica del nulla.»

«Partiremo a Roma e faremo tutto ciò che sarà possibile per ottenere veloci soluzioni da questo Governo e dal Ministero competente. Restiamo convinti – concludono Fabio Enne e Nino D’Orso – che il nostro ruolo sindacale debba essere autonomo dai partiti e preferiamo un serio confronto con l’Azienda, anche con toni altri se necessario, esigendo dalla stessa e dai suoi rappresentanti, il massimo rispetto.»

 

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Il 24 maggio il segretario generale Cisl del Sulcis Iglesiente Fabio Enne ed il responsabile del dipartimento Industria Massimo Cara, hanno chiesto un incontro urgente alla Sider Alloys, la società che sta trattando l’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, «per avere informazioni circa il Piano Industriale Sider Alloys, che risulta essere ufficialmente presentato presso il Mise, ma del quale non si conosce nessun elemento, e i vostri intenti di carattere industriale per la ripartenza degli Impianti».

Il 29 maggio, la Sider Alloys ha risposto ai rappresentanti della Cisl, sottolineando che «negli accordi da noi sottoscritti con Invitalia sono previste delle clausole espresse che vietano la divulgazione di informazioni a terze parti. Non siamo pertanto autorizzati a fornire ulteriori dettagli rispetto a quanto già pubblicamente diffuso. RingraziandoVi per l’interesse dimostrato da una importante compagine sociale quale la Vostra, vi confermiamo la nostra volontà di organizzare un incontro non appena le condizioni lo consentiranno».

Ieri Fabio Enne e Massimo Cara hanno scritto nuovamente al dottor Giuseppe Mannina, rappresentante della Sider Alloys a Lugano.

«Ringraziando per la vostra risposta alla nostra richiesta d’incontro – hanno scritto Enne e Cara – non possiamo esimerci dal manifestare stupore circa la motivazione di impossibilità da voi comunicata. Chiarendo che il nostro intento era quello di contribuire all’accelerazione per la definizione della vertenza che da anni costringe tutte le maestranze ex Alcoa e delle ditte d’appalto, in uno stato di precarietà assoluta e con indecifrabili prospettive sulla ripresa produttiva – hanno aggiunto i due rappresentanti sindacali – crediamo giusto dare priorità a questo aspetto sociale causato da una pessima gestione politica caratterizzata dalle incertezze e dai rinvii, piuttosto che giustificare le clausole di riservatezza esistenti negli accordi da voi sottoscritti con Invitalia, dove peraltro si registrano costantemente divulgazione ed informazioni, anche dettagliate, sinceramente molto preoccupanti.»

«Riteniamo inevitabile e scontato un incontro non appena le condizioni lo consentiranno – hanno concluso Fabio Enne e Massimo Cara – come d’altronde saranno inevitabili le eventuali azioni di contrarietà, qualora insista questo lento processo di “segretezza” alquanto singolare.»

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Il segretario generale Cisl del Sulcis Iglesiente Fabio Enne e il responsabile del dipartimento Industria Massimo Cara, hanno chiesto un incontro urgente alla Sider Alloys, la società che sta trattando l’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme.

«Considerato il perdurare dell’incertezza relativa alla sperata ripresa produttiva dello stabilimento ex Alcoa, anche in considerazione delle inadeguate rassicurazioni da parte delle Istituzioni interessate alla vicenda – scrivono Fabio Enne e Massimo Cara -, ritenendo ormai superati  tutti i  limiti di attesa sugli esiti positivi della vertenza, crediamo opportuno inviare una richiesta di incontro con la Vostra Società per informazioni circa:

  • Piano Industriale Sider Alloys, che risulta essere ufficialmente presentato presso il Mise, ma del quale non si conosce nessun elemento.
  • Vostri intenti di carattere industriale per la ripartenza degli Impianti.

La motivazione che ci spinge ad incontrarvi è strettamente legata alla situazione di grave crisi economica ed occupazionale, oltre ad assumere l’aspetto per il raggiungimento di una celere definizione della vertenza, che a noi appare poco soddisfacente nella gestione politica rispetto alle aspettative dei lavoratori e dell’intero Territorio.

Confidando in un vostro positivo riscontro, restiamo in attesa per concordare data e luogo di incontro.»

«Se la nostra azione per il comparto industriale è stata concentrata soprattutto nei confronti dei Governi Nazionale e Regionale, con l’obiettivo di mantenere nel nostro Territorio le sue produzioni, iniziando dalla filiera di alluminio e dello zinco, questo non significa, l’avere accettato, o, dovere accettare tutte le nefandezze che nella giostra istituzionale si stanno compiendo ai danni di una intera collettività – scrivono in una nota Fabio Enne e Massimo Cara -. Non è certamente liberatorio per noi riproporre i dubbi già espressi 2 anni fa, circa l’incapacità o la celata volontà politica che ha deciso il declino dell’intera industria territoriale.

Ci siamo proposti, e ancora ne siamo convinti, soggetto propulsivo per una economia diversificata, abbiamo realizzato e presentato proposte di rilancio produttivo chiedendo alla politica attenzioni marcate sull’edilizia, turismo, commercio, pesca, artigianato, agroalimentare. La risposta è ancora il NULLA, con stupore leggiamo di chi vuole considerare l’attività del Governo Nazionale e Regionale, altamente significativa, anzi, la più importante azione di politica industriale, soltanto perché da Bruxelles, oggi, con anni di ritardo, si inizia a rivedere qualcosa dal punto di vista energetico. Quasi come se fosse una regalia, omettendo nel considerare che i ritardi vergognosi nel mettere mano sul sistema energetico sono stati la causa della chiusura dei nostri stabilimenti industriali. Siamo ancora con le fabbriche chiuse, siamo ancora senza interventi infrastrutturali, nei servizi, e restiamo fermi anche rispetto ad uno sviluppo economico adeguato alle caratteristiche del territorio. Soprattutto siamo ancora portatori di circa 40mila disoccupati.»

«Nel proseguire a non farci incantare dal ministro di turno, ricordiamo che sul sistema energetico e quindi sulle regole del mercato elettrico, è sempre il governo italiano che deve realizzare concretamente un sistema competitivo con il resto del mondo – sottolineano ancora Fabio Enne e Massimo Cara -. Fino a quando ogni buon presupposto non si concretizza in legge sia da parte del Governo che da parte dell’Autorità per l’Energia, in buona sostanza resteremo nella medesima situazione per responsabilità di chi non ha mai realizzato una efficace programmazione industriale. Nel frattempo, è speculare l’azione di Governo regionale che abbondando di inefficienza, anche nelle questioni autorizzative, di competenza regionale, riesce a minare la continuità produttiva di altre fabbriche come la Portovesme srl.»

«Siamo stanchi di registrare impegni disattesi, siamo infastiditi nel vedere sempre più lontani i presupposti di ripresa produttiva nelle vertenze come quella della ex Alcoa, e non solo, che sono sempre state caratterizzate da false illusioni e per le quali non si ha il coraggio di iniziare una discussione concreta sulla reale possibilità di ripresa produttiva. Siamo altresì stanchi di avere interlocutori che non danno la possibilità alla ripresa economica di questo territorio, neppure su tutti gli altri settori d’ intervento. Per traguardare i nostri obiettivi di rivitalizzazione economica siamo costretti ad intervenire in maniera determinata contro l’inerzia delle istituzioni. Ci attiveremo sul fronte propedeutico allo sviluppo economico sul turismo, dei servizi, infrastrutturale, dell’agroindustria ma vogliamo che emergano una volta per tutte – concludono Fabio Enne e Massimo Cara -, anche tutte le difficoltà che ostacolano la ripresa del comparto industriale, e nel caso specifico dell’alluminio abbiamo già inoltrato una richiesta d’incontro all’unico soggetto interessato all’acquisto dello stabilimento Ex Alcoa, la Sider Alloys.»

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Grande soddisfazione per la positiva conclusione della trattativa per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili del comune di Carbonia, è stata espressa anche dalla Felsa Cisl, l’organizzazione sindacale che ha partecipato all’incontro decisivo con l’Amministrazione comunale di Carbonia, rappresentata dal delegato Antonello Piras e dal rappresentante della segreteria territoriale Daniele Mele, nonché dal segretario generale Fabio Enne.

«Il risultato ottenuto è molto positivo – spiega Daniele Mele – per certi versi addirittura straordinario, un grande segnale in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo sul piano occupazionale. Devo ammettere che abbiamo affrontato questa trattativa con il comune di Carbonia, rappresentato dall’assessore del Personale Paola Argiolas, pensando di riuscire a stabilizzare 3-4 al massimo 6 lavoratori e, invece, siamo qui a parlare della stabilizzazione di ben 10 lavoratori, del bonus regionale di 70.000 euro accettato da altri 4 lavoratori e della prospettiva di riuscire stabilizzare a breve anche i restanti 4 lavoratori, per i quali nei prossimi giorni chiederemo un incontro all’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, per sollecitare il reperimento di ulteriori risorse.»

Daniele Mele ricostruisce il lunghissimo percorso che ha portato a questa stabilizzazione.

«E’ iniziato tutto ben 33 anni fa – rimarca Daniele Mele – e questi lavoratori sono passati attraverso cassa integrazione, mobilità, Insar. lavori socialmente utili. Oggi, finalmente, la maggior parte di loro arrivano ad una posizione decisamente più tranquilla. Mi preme sottolineare – conclude Daniele Mele – che la selezione verrà fatta nel rispetto di quanto prevede l’art. 5 della legge 223/91 che tiene conto delle qualifiche e delle anzianità professionali e del carico familiare.»

 

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Sarà convocata, appena conclusa l’istruttoria, la Conferenza dei servizi per la realizzazione della nuova discarica degli scarti industriali della Portovesme Srl. Entro il mese di maggio l’assessorato all’Ambiente porterà a compimento la procedura di valutazione di impatto ambientale.
Lo ha annunciato questa mattina l’assessore all’Ambiente Donatella Spano sentita in audizione, insieme all’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dalla V commissione del Consiglio regionale. Senza un nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione, lo stabilimento del Sulcis sarebbe costretto a chiudere i battenti. A rischio, tra dipendenti diretti e indotto, ci sono circa 1.500 posti di lavoro.

«La Regione sta seguendo con la massima attenzione l’iter del procedimento – ha detto Donatella  Spano – siamo consapevoli del ruolo che l’azienda ricopre nel territorio. Proprio per questo, lo scorso ottobre la Giunta regionale ha deliberato l’ampliamento della vecchia discarica di Genna ’e Luas in attesa di definire il nuovo intervento. C’è l’impegno della Giunta a comprimere i tempi e arrivare rapidamente ad una soluzione positiva.»

L’assessorato all’Urbanistica, intanto, ha completato l’istruttoria per il rilascio del parere di competenza da parte dell’Ufficio tutela del paesaggio. «Il documento è pronto – ha detto l’assessore Cristiano Erriu – sarà a disposizione della prossima Conferenza dei servizi».

Prima dei due assessori della Giunta Pigliaru, la commissione Attività produttive ha sentito, in mattinata, anche i vertici della Portovesme Srl e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil schierati su un unico fronte con la richiesta di tempi certi sulle procedure autorizzative. «Il gruppo Glencore vuole continuare ad operare in Sardegna – ha detto l’amministratore delegato della Portovesme Srl Carlo Lolliri – abbiamo presentato un piano quinquennale che prevede centinaia di milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie. La realizzazione della nuova discarica è però indispensabile per poter proseguire l’attività produttiva. Non chiediamo soldi ma risposte chiare sui tempi. Il rischio è che la burocrazia fermi gli impianti. Abbiamo accolto tutte le osservazioni al Piano, entro venerdì presenteremo alla Provincia gli ultimi chiarimenti richiesti su alcuni aspetti non sostanziali. Successivamente, l’ente intermedio trasmetterà tutti i documenti alla Regione per la convocazione della Conferenza di Servizi». Passaggio confermato dal dirigente della Provincia del Sud Sardegna Fulvio Bordignon: «I ritardi sono dovuti in gran parte al passaggio di consegne tra la vecchia Provincia di Cagliari e la nuova del Sud Sardegna – ha detto – ora però siamo pronti. La prossima settimana consegneremo alla Regione la documentazione richiesta. Una volta che l’assessorato approverà il VIA noi procederemo con l’Autorizzazione integrata ambientale».

«Non cerchiamo scorciatoie ma chiediamo che si proceda secondo la legge nel rispetto delle norme ambientali. bisogna liberarsi da visioni personalistiche e preconcette – hanno detto i rappresentanti di Cgil (Tore Cappai), Cisl (Fabio Enne e Francesco Garau) e Uil (Francesca Ticca) – lo stabilimento della Protovesme Srl è l’unico attivo nel Sulcis, il territorio non può sopportare un’altra emergenza occupazionale».

Giudizio condiviso dai consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Piero Comandini che hanno chiesto con forza un’accelerazione dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni: «Siamo di fronte a un’emergenza, chiediamo che la si affronti con procedure straordinarie visto che ormai siamo fuori tempo massimo – hanno detto Cesare Moriconi e Piero Comandini – la vecchia discarica sta andando ad esaurimento. Ancora pochi mesi e la Portovesme Srl dovrà fermare la produzione con pesanti conseguenze sociali». Ai consiglieri di maggioranza si sono uniti anche quelli di minoranza Giorgio Oppi e Gianluigi Rubiu che hanno ribadito l’importanza dello stabilimento per il Sulcis e chiesto un intervento forte della Commissione nei confronti della Giunta: «I tempi del mondo del lavoro non sono quelli della burocrazia – hanno detto i due consiglieri regionali dell’Udc – occorre recuperare il ritardo. L’idea che la Portovesme Srl possa scappare dal Sulcis ci fa rizzare i capelli».

Al termine delle audizioni, il presidente Luigi Lotto ha preso atto delle rassicurazioni della Giunta e ha assicurato l’impegno della Commissione perché si giunga presto ad una soluzione positiva della vertenza: «La situazione è delicata. Ognuno di noi è obbligato a fare tutti i passi necessari per arrivare a chiudere la pratica in tempi rapidi – ha detto Luigi Lotto – c’è la consapevolezza che occorre agire velocemente senza perdere nemmeno un minuto. La Commissione seguirà con attenzione i prossimi passaggi».

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Fabio Enne.

Lunedì pomeriggio, alle ore 16.00, a Iglesias, oltre 80 delegati, in rappresentanza di quasi 16mila lavoratori iscritti, parteciperanno al 10° congresso della Cisl territoriale. I lavori saranno presieduti dal segretario generale regionale, Ignazio Ganga, e dal segretario confederale Giovanni Luciano.

Il segretario generale territoriale, Fabio Enne, con la lettura della relazione per conto della segreteria uscente, farà un bilancio dell’attività svolta negli ultimi quattro anni e indicherà, soprattutto, proposte e programmi per il prossimo quadriennio 2017-2021, decisivo per le sorti del territorio.

«La Cisl, assolutamente scettica circa il lavoro programmatico della Giunta Pigliaru – si legge in una nota di presentazione dell’appuntamento congressuale -, ritenendo inefficace, per lo sviluppo economico del Sulcis, l’operosità del Governo nazionale, rilancerà una nuova stagione di forte rivendicazione, che attraversa la definizione delle vertenze industriali, aperte da anni,  ma considera necessario si presti la massima attenzione istituzionale per promuovere azioni veloci propedeutiche allo sviluppo economico territoriale, verso i servizi, le infrastrutture, il turismo, il commercio, l’agroindustria, l’agricoltura e in termini generali verso nuove attività produttive.»

«Per la Cisl territoriale – si legge ancora nella nota – sono maturi i tempi per passare all’incasso delle decine di promesse governative e regionali. Ma è anche il momento che Giunta e Consiglio regionale dichiarino, col massimo della franchezza, quale è il progetto della Regione per lo sviluppo del Sulcis Iglesiente. Rifiuteremo un disegno politico mirato a “staccare lentamente la spina” del tessuto industriale del Sulcis Iglesiente, dove si sta palesando anche l’indifferenza verso tutti gli altri settori merceologici, che confermano un disastro sociale che grava sull’intera collettività. Chiederemo il rispetto per la popolazione del Sulcis e impegni precisi per la sua adeguata dimensione sociale. La Cisl – conclude la nota – chiederà questa chiarezza alla classe politica locale e regionale. Senza di essa, la mobilitazione sarà forte, massiccia e determinata.»