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«Il riavvio di Alcoa tarda a partire, il Governo Renzi perde ancora tempo». Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente prende posizione sui tempi lunghi della vertenza e punta l’indice contro0 il Governo nazionale.
«Lo affermiamo a gran voce da anni – aggiunge Fabio Enne -, la Cisl del Sulcis ritiene necessario il riavvio dello stabilimento Alcoa e dell’Eurallumina. Siamo pronti ad ogni possibile azione per rivendicare il diritto dei numerosissimi lavoratori, oggi ancora senza certezze. Allo stesso tempo, troviamo inaccettabile il comportamento di coloro i quali, ergendosi paladini del comparto industria, offrono informazioni fuorvianti e spesso inesatte, pur di accreditarsi come “portatori sani” di una vertenza che oramai fa acqua a tutti i livelli, nazionali e regionali.»
«Siamo al cospetto di un presidente, Matteo Renzi, che temporeggia senza proporre soluzioni plausibili che permettano un definitivo chiarimento sul percorso propedeutico alla ripresa produttiva degli impianti. I Governi si avvicendano ed è oramai da quattro anni che si sopravvive nell’immobilismo più completo. Trascurando il tempo perso dietro ai possibili acquirenti, Aurelius e Klash (Glencore era stata scartata) – sottolinea Fabio Enne – ci ritroviamo ancora oggi ad inseguire notizie su fantomatici incontri. Finora i temi trattati non hanno avuto per oggetto in esclusiva la vertenza Alcoa, bensì la generalità del comparto industriale italiano.»
«Durante la riunione al MISE, di martedì scorso., alla presenza delle acciaierie, di Federchimica, Confindustria e Assoindustria è emersa, per voce del rappresentate del Ministero, l’esistenza di un’intesa di massima per rivedere i costi dell’energia. La stessa funzionaria, ha dichiarato in quella sede, che è nelle intenzioni del governo approvare a settembre la riforma degli ONERI DI SISTEMA. La riforma a cui fa riferimento il ministero è una mera ipotesi, che dovrà essere autorizzata dalla Commissione Europea e deliberata dall’Autorità per l’Energia; inoltre, la Commissione Europea dovrà autorizzare l’Italia ad applicare dell’art. 39 del D.L. n. 83 del 2012. Questi passaggi sono indispensabili per mettere a regime sia l’applicazione del sopracitato art. 39, che la riforma degli oneri di sistema, impedendo, in questo modo, lo spauracchio degli aiuti di stato. Diversamente, proseguendo sulla strada percorsa finora, si corre il serio rischio che Glencore, intenzionata ad acquistare Alcoa, non solo non l’acquisterà ma fermerà gli impianti della Portovesme S.r.L.
Questa sarà l’ennesima estate calda per le troppe vertenze industriali aperte in Sardegna e nel Sulcis. Ricordo a chi ha la memoria corta, che alla società Glencore, Portovesme Srl, devono ancora restituire, per gli anni 2013, 2014 e 2015, diversi milioni di euro. Con l’attuazione del decreto Mille Proroghe è stata concessa la super interrompibile, ma la Glencore, a causa della mancata applicazione dell’art. 39 ha già speso, in più, oltre 12 milioni di euro in utilizzo di energia. A questo punto è necessario che il Governo Nazionale, acceleri il percorso per rivedere le regole sugli oneri di sistema dell’energia stessa.
L’unica soluzione definitiva è quella di portare a casa gli impegni finora solamente promessi, il Governo e la Glencore devono sottoscrivere un accordo che permetta di ottenere l’energia, per almeno dieci anni, ad un costo base pari ad euro 25 mwh, relazionandosi con la Commissione Europea senza complicazioni ma con certezza di diritto. Occorre tutelare gli interessi di un intero territorio, quello del Sulcis Iglesiente, devastato dalla mancanza di occupazione. Occorre farlo con determinazione senza avere timore dei rapporti con il governo nazionale. E’ il momento di mettere da parte le appartenenze politiche e partitiche. In attesa della realizzazione di questo percorso, la strada potrebbe essere ancora molto, lunga e nessuno ha titolo per illudere ancora una volta i lavoratori. I sindacati – conclude il segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente – hanno il dovere e l’obbligo di vigilare affinché si definisca una volta per tutte la vertenza Alcoa.»