22 November, 2024
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Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10

Fabio Enne e Massimo Cara (Ust Cisl Sulcis Iglesiente) intervengono nuovamente sullo stato della vertenza Alcoa.

«Quello previsto per il 3 agosto a Roma – dicono Fabio Enne (segretario generale) e Massimo Cara (dipartimento Industria) – potrebbe risultare l’ennesimo incontro provvisorio, per evitare ciò, riteniamo che il ministro Calenda farebbe bene a convocare tutti gli attori della vertenza Alcoa. Nessuno escluso. Riunendo allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati alla vertenza, confederazioni sindacali e federazioni di categoria metalmeccanici e chimici, la multinazionale Glencore e le aziende produttrici di energia. Facendo questo, si avrebbe la percezione dell’attività finora svolta.»

«Occorre capire una volta per tutte a che punto è la trattativa. Vista la situazione approssimativa – concludono Fabio Enne e Massimo Cara -, è evidente che sussiste ancora qualche problema che ostacola la definizione positiva della vertenza.»

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«I venti lavoratori in utilizzo presso il comune di Iglesias risultano essere disoccupati da oramai diversi mesi. L’amministrazione Comunale latita, prende tempo. Non ha ancora presentato il progetto in Regione facendo, di fatto, slittare l’inizio del nuovo contratto.  Ne consegue un grave danno economico per i lavoratori ma anche per l’amministrazione che senza il loro prezioso apporto, in periodi di mancanza di personale come quello che stiamo vivendo, rischia seriamente di congestionare alcuni servizi.»

Lo dice Fabio Enne, Segretario Generale UST CISL Sulcis Iglesiente.

«Le loro sono figure professionali qualificate, a costo zero per il comune di Iglesias, in quanto totalmente a carico dell’amministrazione regionale – aggiunge Fabio Enne -. A tal proposito non comprendiamo i timori relativi al presunto rischio da parte della’amministrazione di sforare le spese per il personale a causa della loro assunzione.»

«Chiediamo all’Amministrazione comunale di accelerare l’iter di approvazione del progetto in modo tale da evitare un ulteriore aggravamento della situazione economica, già precaria, dei venti lavoratori – conclude il segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente – e un ulteriore disservizio all’organizzazione interna dell’ente, già particolarmente provata negli ultimi anni.»

Centro Direzionale Iglesias 10

All’interno delle organizzazioni sindacali del Sulcis Iglesiente non si placano le polemiche sulla vertenza Alcoa.
Fabio Enne, segretario generale UST CISL Sulcis Iglesiente, replica questa sera alle segreterie territoriali dei metalmeccanici che stamane avevano espressi giudizi severi sul suo precedente intervento in merito allo stato della vertenza Alcoa.
«Troviamo alquanto singolare il comunicato apparso sulla stampa – scrive Fabio Enne in una nota -, riteniamo inoltre fuori luogo ed inopportuno che nella stessa nota compaia la firma del segretario della FSM, Federazione della CISL. Nel comunicato, dove è chiara l’intenzione di polemizzare nei confronti della CISL Sulcis, si prosegue nell’opera di mistificazione dei fatti. Ricordiamo che su ALCOA la CISL ha sempre sostenuto, contrarietà verso chi, in maniera patetica preferisce incensare il governo Renzi e quello Pigliaru, difendendo l’indifendibile.»
«Allo stesso tempo – aggiunge Fabio Enne – la UST CISL rimane basita davanti al chiaro allineamento del segretario della FSM CISL al segretario della CGIL territoriale che ha pubblicato nei giorni scorsi una vera e propria difesa d’ufficio nei confronti delle istituzioni nazionali e regionali eludendo i passaggi determinanti alla soluzione della vertenza (prezzo dell’energia, regole certe su energia attraverso la revisione dell’art. 39, patto bilaterale con produttore energia per garantire 10 anni di durata, certezza della condivisione da parte della Comunità Europea, per evitare sanzioni). L’Attrazione fra i due segretari è palesemente morbosa anche in considerazione del fatto che questa vertenza dura oramai da oltre quattro anni e che già da settembre scorso il presidente del Consiglio aveva promesso di riaprire lo stabilimento.»
«Teniamo sempre ben presente il nostro fermo interesse alla conclusione positiva della vertenza – sottolinea ancora il segretario generale UST CISL – ma vogliamo evidenziare e ne abbiamo le prove, che l’assenza in qualche riunione e/o assemblea da parte nostra è causa del non gradimento verso il livello confederale da parte del segretario della federazione FSM.»
«Non si comprende il motivo del contendere, in quanto la CISL del Sulcis chiede con determinazione una conclusione positiva e definitiva della vertenza Alcoa, e quindi, a tal fine, ancora una volta, si rende disponibile ad attivarsi per porre in essere tutte le azioni utili alla sua risoluzione. Ciò non toglie che nel rispetto dell’autonomia di ciascuno, manterremo un ruolo fortemente critico e attivo, nei confronti di coloro che ancora oggi tentano di anestetizzare la realtà dei fatti. Respingiamo con fermezza ogni forma di sentimentalismo fra segretari di diverse sigle che lede i veri interessi dei lavoratori. Nel contempo – conclude Fabio Enne – proseguiamo ad esercitare il nostro ruolo propulsivo anche nei confronti della Glencore.»

Fabio Enne 58

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Le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente replicano oggi alla durissima presa di posizione assunta ieri da Fabio Enne, segretario generale UST CISL del Sulcis Iglesiente, sulla vertenza Alcoa.

«Apprendiamo con favore la volontà esplicita di qualche organizzazione sindacale che attraverso un comunicato stampa anticipa la decisione di essere pronta, se non si dovesse aprire uno spiraglio risolutivo entro pochi mesi, a scendere in campo a gamba tesa per il bene dei lavoratori e delle loro famiglie – affermano oggi le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente -, perché riteniamo che, anche se in forte ritardo, la volontà di più forze a perseguire uno stesso obiettivo possa solo aumentare le possibilità che tale obiettivo venga raggiunto. Non capiamo, invece, quale interesse possa esserci a sminuire quanto fatto da altri distorcendone il significato e calunniandone le intenzioni.»

«La vertenza “Alcoa” rappresenta una delle lotte più difficili ed estenuanti che i metalmeccanici da anni stanno portando avanti, spesso proprio in assenza di coloro che oggi divulgano comunicati attraverso i quali vantano formule risolutive non ancora individuate, probabilmente nell’intento di soddisfare interessi diversi da quelli dei lavoratori e dello stabilimento ex Alcoa – aggiungono le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente -. Sino ad ora come FSM, FIOM, UILM e CUB, definiti in maniera provocatoria e volutamente offensiva “sindacati uniti appiattiti su ordini di partito”, abbiamo con forza respinto provocazioni ed illazioni degli spettatori passivi, maestri di penne e tastiere, ma oggi riteniamo, a differenza del passato, di voler difendere con forza e orgoglio, anche attraverso queste poche righe, la lotta che, unitamente ai lavoratori ed ai delegati sindacali, con iniziative locali e nazionali condivise, ha tenuto alta la dignità di un intero Territorio lasciando aperta un’opportunità che per “troppi” non esisteva, sino ad arrivare a garantire condizioni prima inarrivabili e motivo, in assenza di queste,  dello spegnimento degli impianti. E’ condivisibile la valutazione in merito ai tempi inaccettabili trascorsi, tutti noi sentiamo la responsabilità della sofferenza sociale che subiscono le famiglie e i lavoratori che sono privi anche del solo ammortizzatore sociale, ma mai, seppur senza portare a casa quanto sperato, abbiamo abbassato la guardia o smesso di lottare per rivendicarne il diritto. In conclusione, respingiamo con forza qualsiasi strumentalizzazione o attacco tesi solamente a dividere un movimento che, in questi anni, ha cercato sempre di trovare e costruire alleanze con l’unico fine di ottenere la ripartenza del lavoro, invitando tutti, invece, ad avere sentimenti e propositi di unione e condivisione in attesa di vedere l’unico epilogo auspicabile per la ripresa sociale del nostro Sulcis e cioè la rinascita del Polo Industriale di Portovesme partendo magari proprio dalla tanta attesa riapertura dello stabilimento ex Alcoa.»

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10

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«Stiamo dichiarando lo stato di agitazione, in quanto siamo in arretrato di sette mensilità e, giunti l’11 di questo mese alla scadenza del contratto, non sappiamo ancora quale sarà il nostro futuro.» Lo hanno detto questo pomeriggio Giovanni Portolecchia, Emanuele Perda ed Enrico Pilia, tre dipendenti della ditta Multiservizi Sulcis, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias, nella sede centrale della Asl 7 di via Dalmazia, a Carbonia, dove sono andati a manifestare per rivendicare chiarezza sul loro presente e sul loro futuro. «Proseguiremo lo stato di agitazione – hanno aggiunto i tre lavoratori, sostenuti nella loro iniziativa dalla Cisl – fino a quando non avremo una risposta dal commissario straordinario della Asl 7, dottor Antonio Onnis.»

La dura presa di posizione dei tre lavoratori, arriva dopo le denunce fatte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias» ed hanno annunciato che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

E, stamane, è arrivata la presa di posizione di nove lavoratori della stessa Multiservizi Sulcis (Giuseppe Pinna, Manuela Casula, Daniele Pinna, William Arru, Fabrizio Casula, Massimo Orrù, Tomas Fontana, Graziano Floris e Antonello Granella) che hanno sostenuto che «le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre… è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, siano in stato di agitazione. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre

Lavoratori Multiservice Sulcis 2

 

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Ospedale Sirai 1 copia

Nove lavoratori della ditta Multiservizi Sulcis S.a.s. prendono le distanze dalle posizioni assunte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias».

«I lavoratori della Multiservizi – avevano aggiunto Cicilloni ed Enne – continuano a prestare il loro servizio nonostante vantino un credito di sette mensilità in arretrato, derivanti da salari non corrisposti da parte dell’Azienda Multiservizi. E’ facilmente comprensibile la tensione che si alimenta tra i lavoratori, e il disagio nel dover sollecitare un riscontro da parte della Asl, orientato a fissare una data per un incontro finalizzato ad individuare un percorso che rimedi a tale spiacevole situazione.» La nota di Giorgio Cicilloni e Fabio Enne si concludeva annunciando che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

I nove lavoratori hanno inviato una nota al commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia, Antonio Onnis, e alla Direzione CISL Sede di Carbonia (all’attenzione di Fabio Enne e Giorgio Cicilloni, nella quale scrivono che, «tramite due diversi articoli di stampa pubblicati on line da www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com e da notiziari del canale Televisivo Canale 40, sono venuti a conoscenza che i dipendenti della Ditta Multiservizi sono in stato di agitazione».

«Le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti – aggiungono i nove lavoratori -, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre. Con la presente si conferma e sostiene che è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, SIANO IN STATO DI AGITAZIONE. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre, documentato dalla circostanza che non sottoscrivono il presente documento.»

«Ci chiediamo – sottolineano ancora i nove lavoratori della Multiservizi Sulcis – se i Sindacati possono dichiarare lo Stato di agitazione dei dipendenti di una Società, senza che sia stata indetta alcuna riunione e solo sulla base di valutazioni personali di 3 o 4 dipendenti sui 14 operanti nella Ditta presso la ASL. Sarebbe più dignitoso che tali presunti Lavoratori in stato di agitazione rassegnino le proprie dimissioni dalla Ditta, precisando che i sottoscritti garantiscono che il loro lavoro potrà essere portato a termine dai restanti 12. Ci si chiede ancora, se comunicati stampa, così come riportati e palesemente non veritieri in quanto basati su dichiarazioni di 3 o 4 dipendenti su 14 senza alcuna preventiva consultazione, possano essere divulgati senza valutare se possono procurare discredito e danno a terzi. Si può facilmente sostenere che si è in presenza di una dichiarazione di “STATO DI AGITAZIONE” proclamato dai Sindacati e non dai dipendenti che non condividono la proclamazione dello stato di agitazione così come confermato e attestato dalle seguenti firme, con relativi cognomi e nomi in stampatello: PINNA GIUSEPPE, CASULA MANUEL, PINNA DANIELE, ARRU WILLIAM, CASULA FABRIZIO, ORRU’ MASSIMO, FONTANA TOMAS, FLORIS GRAZIANO, GRANELLA ANTONELLO.»

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Nuova durissima presa di posizione di Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente, sulla vertenza Alcoa.

«Su Alcoa il Governo nazionale non ha rispettato i tempi – attacca Fabio Enne -, si è finora distinto per una lentezza senza eguali. La Regione inerme, resiste. Non batte un colpo. Proseguono gli incontri interlocutori e i rinvii. Secondo i calcoli di Matteo Renzi, l’Alcoa sarebbe dovuta ripartire a settembre 2015. L’estate 2016 è cominciata ma della ripartenza degli impianti nessun cenno.»

«I sindacati, uniti, piuttosto che appiattirsi su ordini di partito, farebbero bene ad accelerare e pressare sul Governo nazionale e regionale – aggiunge Fabio Enne -. Non è più tempo per le difese d’ufficio, la fiducia e l’entusiasmo hanno ceduto il passo alla crisi e al malcontento generale. Dal momento in cui Glencore dovesse decidere di acquistare l’Alcoa, dovremmo tenere conto dei tempi tecnici necessari alla ripresa in marcia degli impianti. La ripartenza dell’attività produttiva avrà la necessità di almeno 2 anni. L’organizzazione del lavoro andrà definita per le assunzioni ed per gli eventuali strumenti di sostegno al reddito per coloro i quali non rientreranno nell’immediatezza negli organici.»

«Ribadiamo la necessita di andare oltre gli equivoci e gli impedimenti finora creatisi. Occorre un’azione forte messa in campo dalle istituzioni, sempre che queste ultime ritengano ancora prioritaria la riapertura della fabbrica. Anticipiamo fin da ora che la Cisl è pronta, se non si dovesse aprire uno spiraglio risolutivo entro pochi mesi – conclude Fabio Enne -, a scendere in campo a gamba tesa, per il bene dei lavoratori e delle loro famiglie.»

Alcoa 22 dicembre 2015 10

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Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10

«Il riavvio di Alcoa tarda a partire, il Governo Renzi perde ancora tempo». Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente prende posizione sui tempi lunghi della vertenza e punta l’indice contro0 il Governo nazionale.

«Lo affermiamo a gran voce da anni – aggiunge Fabio Enne -, la Cisl del Sulcis ritiene necessario il riavvio dello stabilimento Alcoa e dell’Eurallumina. Siamo pronti ad ogni possibile azione per rivendicare il diritto dei numerosissimi lavoratori, oggi ancora senza certezze. Allo stesso tempo, troviamo inaccettabile il comportamento di coloro i quali, ergendosi paladini del comparto industria, offrono informazioni fuorvianti e spesso inesatte, pur di accreditarsi come “portatori sani” di una vertenza che oramai fa acqua a tutti i livelli, nazionali e regionali.»

«Siamo al cospetto di un presidente, Matteo Renzi, che temporeggia senza proporre soluzioni plausibili che permettano un definitivo chiarimento sul percorso propedeutico alla ripresa produttiva degli impianti. I Governi si avvicendano ed è oramai da quattro anni che si sopravvive nell’immobilismo più completo. Trascurando il tempo perso dietro ai possibili acquirenti, Aurelius e Klash (Glencore era stata scartata) – sottolinea Fabio Enne – ci ritroviamo ancora oggi ad inseguire notizie su fantomatici incontri. Finora i temi trattati non hanno avuto per oggetto in esclusiva la vertenza Alcoa, bensì la generalità del comparto industriale italiano.»

«Durante la riunione al MISE, di martedì scorso., alla presenza delle acciaierie, di Federchimica, Confindustria e Assoindustria è emersa, per voce del rappresentate del Ministero, l’esistenza di un’intesa di massima per rivedere i costi dell’energia. La stessa funzionaria, ha dichiarato in quella sede, che è nelle intenzioni del governo approvare a settembre la riforma degli ONERI DI SISTEMA. La riforma a cui fa riferimento il ministero è una mera ipotesi, che dovrà essere autorizzata dalla Commissione Europea e deliberata dall’Autorità per l’Energia; inoltre, la Commissione Europea dovrà autorizzare l’Italia ad applicare dell’art. 39 del D.L. n. 83 del 2012. Questi passaggi sono indispensabili per mettere a regime sia l’applicazione del sopracitato art. 39, che la riforma degli oneri di sistema, impedendo, in questo modo, lo spauracchio degli aiuti di stato. Diversamente, proseguendo sulla strada percorsa finora, si corre il serio rischio che Glencore, intenzionata ad acquistare Alcoa, non solo non l’acquisterà ma fermerà gli impianti della Portovesme S.r.L.

Questa sarà l’ennesima estate calda per le troppe vertenze industriali aperte in Sardegna e nel Sulcis. Ricordo a chi ha la memoria corta, che alla società Glencore, Portovesme Srl, devono ancora restituire, per gli anni 2013, 2014 e 2015, diversi milioni di euro. Con l’attuazione del decreto Mille Proroghe è stata concessa la super interrompibile, ma la Glencore, a causa della mancata applicazione dell’art. 39 ha già speso, in più, oltre 12 milioni di euro in utilizzo di energia. A questo punto è necessario che il Governo Nazionale, acceleri il percorso per rivedere le regole sugli oneri di sistema dell’energia stessa.

L’unica soluzione definitiva è quella di portare a casa gli impegni finora solamente promessi, il Governo e la Glencore devono sottoscrivere un accordo che permetta di ottenere l’energia, per almeno dieci anni, ad un costo base pari ad euro 25 mwh, relazionandosi con la Commissione Europea senza complicazioni ma con certezza di diritto. Occorre tutelare gli interessi di un intero territorio, quello del Sulcis Iglesiente, devastato dalla mancanza di occupazione. Occorre farlo con determinazione senza avere timore dei rapporti con il governo nazionale. E’ il momento di mettere da parte le appartenenze politiche e partitiche. In attesa della realizzazione di questo percorso, la strada potrebbe essere ancora molto, lunga e nessuno ha titolo per illudere ancora una volta i lavoratori. I sindacati – conclude il segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente – hanno il dovere e l’obbligo di  vigilare affinché si definisca una volta per tutte la vertenza Alcoa.»

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Fabio Enne 55

«I lavoratori della società MULTI SERVIZI, ditta d’appalto per conto della ASL n. 7 di Carbonia, non versa le mensilità ai dipendenti da oramai sei mesi

La denuncia arriva oggi da Fabio Enne, segretario generale UST CISL e Giorgio Cicilloni, coordinatore FILCA Cisl territoriale settore edili.

«La situazione corre verosimilmente il rischio di degenerare – aggiungono Fabio Enne e Giorgio Cicilloni -. I dodici lavoratori, sei impiegati ad Iglesias e sei a Carbonia sono in attesa di ricevere il loro stipendio da orami troppo tempo. La ASL di Carbonia prosegue imperterrita ad offrire proroghe ad una ditta inadempiente. Vi è da aggiungere che l’anno scorso è stata espletata una gara d’appalto per la nuova aggiudicazione senza che l’iter si concludesse.»

«E’ inaccettabile che un’azienda sanitaria pubblica, che dovrebbe tendere all’efficienza ed alla trasparenza, conceda proroghe a ditte inadempienti che non tutelano i lavoratori. Chiediamo alla ASL – concludono Fabio Enne e Giorgio Cicilloni– di salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti della impresa in appalto, affidando, in attesa della nuova gara, il servizio ad altre ditte già inserite nell’elenco fornitori della ASL, garantendo, in tal modo, lo stipendio mensile ai lavoratori e alle loro famiglie.»

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«La situazione della società Ati-Ifras sta precipitando. Stipendi non versati, tagli alle risorse regionali, le prospettive sono sempre più incerte. Occorre costituire immediatamente un tavolo tra la società, la Regione e le parti sociali prima che sia troppo tardi, gennaio 2017 è alle porte e si rischia un impasse per lavoratori impiegati e per i cantieri in essere.»

A lanciare un nuovo grido d’allarme per la situazione della società Ati-Ifras è oggi Fabio Enne, segretario generale Ust-Cisl del Sulcis Iglesiente.

«La società Ati-Ifras – aggiunge Fabio Enne -, nata per occuparsi di bonifiche ambientali si trova in una situazione di grave stallo. 520 persone appese ad un filo, la convenzione con la Regione scade a dicembre 2016 e, quantomeno per ora, la Giunta non ha nessuna intenzione di rinnovarla. Ripetono che occorre fare una gara internazionale senza però programmarne l’indizione, senza studiare metodi atti a garantire il proseguo dell’impiego per i lavoratori. Questa è l’ennesima dimostrazione che la Giunta regionale non governa l’isola con lungimiranza, bensì con poca attenzione verso le problematiche legate al settore occupazionale. Insomma, il presidente Pigliaru verrà ricordato come un Governatore poco attento al lavoro.»  

«Alla poca lungimiranza della Giunta regionale, si sommano le tante responsabilità della società Ati Ifrass che, anche in quest’occasione dimostra di non riuscire a governare il percorso affidatole decenni fa dalla Regione. La società ha responsabilità in merito all’organizzazione del lavoro, ai ritardi nell’erogazione degli stipendi e alla gestione interna poco oculata. Temiamo, tra qualche mese, di ritrovarci ancora una volta con oltre cinquecento lavoratori per strada a causa di un malcostume conclamato che non permette di affrontare i problemi per tempo. Siamo alle solite, il disagio economico nel Sulcis è talmente elevato – conclude Fabio Enne – e si corre il rischio serio di disordini sociali così come sta accadendo in queste ultime settimane in Francia.»