21 November, 2024
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A partire da lunedì 6 novembre 2023 l’attività dell’Unità Operativa di Urologia dell’ospedale Sirai di Carbonia verrà temporaneamente integrata nel reparto di Chirurgia Generale. La disposizione organizzativa è stata ufficializzata giovedì 2 novembre dal direttore medico Giovanna Gregu e dal direttore sanitario della Asl Sulcis Iglesiente Giuseppe Piras, ai due medici “superstiti” nel reparto di Urologia, Ignazio Flaviani e Riccardo Farci, dopo il trasferimento del primario Andrea Solinas e di altri quattro medici ad altre strutture ospedaliere della Sardegna, che sono stati pregati di prendere accordi com il responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Antonella Piredda, per l’organizzazione delle attività.

La decisione, nell’aria ormai da alcune settimane, ha provocato la durissima reazione del consigliere regionale Fabio Usai che ha prima presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, e poi inoltrato una richiesta di incontro urgente alla Direttrice generale Giuliana Campus, per affrontare la questione. «Considerata l’urgenza delle tematiche afferenti l’accorpamento dei reparti di Urologia e Chirurgia generale, alla luce anche delle conseguenze che tali decisioni stanno ingenerando o potranno ingenerare sui livelli qualitativi di assistenza sanitaria per i cittadini, ovvero alle ripercussioni sociali in ambito territorialeha detto Fabio Usai -, è necessario convocare immediatamente un tavolo di confronto con la dirigenza sanitaria del territorio. Pertanto, ho chiesto un incontro da tenersi il prossimo 6 novembre, nel quale ragionare su ogni iniziativa e azione utili a scongiurare il depotenziamento dei servizi.»

«Per l’ennesima volta nel territorio si vorrebbe barattare il sacrosanto diritto all’occupazione con quello generale alla tutela dell’ambiente e quindi alla salute dei cittadini. La recente presa di posizione della Portovesme SRL, in merito all’assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale da parte della Regione del suo progetto pilota di conversione dello stabilimento per la produzione di carbonato di litio e ossidi di metalli misti dal trattamento della Black Mass, è non solo ingiustificata, ma pretestuosa e lesiva dei diritti delle comunità del Sulcis Iglesiente.»

Il consigliere regionale Fabio Usai interviene così sugli sviluppi della vertenza della Portovesme srl, con specifico riferimento al progetto di riconversione produttiva.

«Premettendo che ognuna delle grandi aziende operanti nel territorio ha sottostato nel tempo a ognuna delle procedure di valutazione ambientale previste dalla legge (non si capisce, dunque, perché la Portovesme dovrebbe essere esentata)aggiunge Fabio Usai -, è necessario anche ricordare che in questo caso specifico il nuovo processo di lavorazione proposto, sebbene già esistente in altre parti del pianeta come la Cina, non è stato ancora adeguatamente studiato e normato a livello Europeo e perciò presenta ancora potenziali elementi di criticità.»

«Ovviamente la volontà dell’azienda di convertire e preservare la forza lavoro, in un’ottica di sviluppo di un’economia circolare basata sul recupero e la valorizzazione dei prodotti, non può che essere accolta con favoreconclude il consigliere regionale Fabio Usai -. Ma questo non può avvenire a tutti i costi e senza considerare le prerogative della collettività. Il Sulcis Iglesiente ha già concesso troppo in termini di compromessi e scambio tra occupazione e ambiente, è ora di finirla.»

«Le risultanze dell’incontro tenutosi ieri tra organizzazioni sindacali, Regione, Governo nazionale e la dirigenza della Portovesme SRL, dimostrano ancora una volta la poca affidabilità della multinazionale anglo-svizzera. Nonostante la nuova congiuntura inflativa continentale-nazionale che favorisce il riequilibrio dei costi energetici, ovvero anche gli interventi messi in campo dal Governo nazionale e Regione per calmierare i costi e sostenere la possibile ripresa produttiva, la dirigenza della Portovesme SRL continua nella sua opera di ricatto verso i lavoratori e l’intero territorio, rifiutando di riavviare gli impianti. Il suo è un comportamento inaccettabile.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Fabio Usai.

«Qualcuno di molto famoso affermava che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca – aggiunge Fabio Usai -. Ecco non vorremmo pensare male, ma una domanda sorge spontanea: dietro la reticenza della multinazionale svizzera c’è solo la spasmodica ricerca delle migliori condizioni di vantaggio e quindi del massimo profitto, a costo di umiliare le legittime prerogative dei lavoratori e delle rispettive famiglie, o le intenzioni sono altre e ben più drammatiche e gravi? L’azienda negli anni ha conseguito importanti profitti, anche impattando sull’ambiente e la salute pubblica. Pertanto la smetta di giocare sulla pelle dei lavoratori e in generale degli abitanti di questo territorio, e dimostri una volta per tutte di voler restare a produrre e investire qui, con atti concreti.»

«Riavviando gli impianti e richiamando tutti a lavoro. I fattori economici adesso lo permettono, non ci sono più scuse – conclude Fabio Usai -. In caso contrario sarà battaglia dura al fianco delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, di tutta la classe politica territoriale e regionale, per scongiurare l’ennesima, nuova, emorragia di buste paga che stavolta potrebbe infliggere il colpo più duro al Sulcis Iglesiente.»

Il consigliere regionale Fabio Usai ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta sulle criticità del sistema regionale e territoriale, con particolare attenzione nel Sulcis Iglesiente, all’assistenza sanitaria di base; ovvero il rischio, in caso di mancato accordo tra organizzazioni sindacali e Regione sull’aumento dei massimali nel numero dei pazienti assistiti, che da un giorno all’altro oltre 30.000 cittadini sardi (di cui 4.500 nella sola città di Carbonia) possano restare senza un’adeguata assistenza. 

Fabio Usai chiede di interrogare l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, affinché informi sullo stato dell’arte delle trattative con le organizzazioni sindacali dei medici e, soprattutto, metta in campo ogni azione politico-amministrativa, finanche di carattere straordinario, utile a risolvere la situazione di gravissima criticità.

Si è svolta stamane l’iniziativa “Porte Aperte”, organizzata dal Reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Sirai, in collaborazione con l’Associazione dei pazienti emodializzati e trapiantati  A.P.E.N.T. al fine di promuovere buone pratiche per la prevenzione delle malattie renali.
In occasione della Giornata Mondiale del Rene, medici e infermieri hanno accolto i cittadini con diverse attività di screening quali la misurazione della pressione arteriosa, la misurazione della BMI, anamnesi familiare per la valutazione dei fattori di rischio.
Il reparto stamane è stato visitato dagli assessori dei Lavori pubblici Manolo Mureddu e delle Politiche sociali Roberto Gibillini e dal consigliere regionale Fabio Usai.
Allegata l’intervista realizzata con la la dottoressa Katiuscia Rosas, dirigente medico del reparto di Nefrologia e Dialisi del Sirai di Carbonia.

«Si reiterano e rischiano di amplificarsi i disagi per numerosi utenti in merito al ridotto numero di medici di base o al pensionamento o alla cessazione delle attività da parte degli stessi nei territori periferici dell’isola, in particolare, del Sulcis Iglesiente. Una situazione preoccupante che colpisce indistintamente tutta la penisola e la nostra Regione, e che implica una serie di conseguenze imprevedibili nei confronti dei cittadini che da un giorno all’altro rischiano di trovarsi senza assistenza sanitaria di base e di quell’interfaccia medica che, sovente in caso di patologie croniche, soprattutto per i più anziani, garantisce un insostituibile quanto costante rapporto di fiducia tra medico e paziente.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Fabio Usai.

«A tal proposito in queste ore prosegue febbrile la trattativa tra le organizzazioni sindacali dei medici di base e l’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, per addivenire a un accordo che scongiuri il depotenziamento dell’assistenza sanitaria per migliaia di persone aggiunge Fabio Usai -. Tra le soluzioni, oggetto della trattativa, oltre l’aumento dei massimali nel numero dei pazienti assistiti (da 1.500 a 1.800), previa adeguata corrispondenza economica in linea con quanto garantito in altre regioni italiane, si ragiona su una serie di strumenti che alleggerirebbero il carico burocratico per i medici di base che legittimamente vorrebbero essere sgravati dal lavoro di segreteria, nell’accoglimento, registrazione, recensione e relazione, in generale ogni altro adempimento non direttamente medico, dei pazienti. Tali richieste dei medici non solo sono legittime, ma sono doverose per affrontare e risolvere, sebbene temporaneamente in attesa di soluzioni strutturali che, necessariamente, passino da nuove assunzioni, la problematica connessa alla carenza dei medici di base – conclude Fabio Usai -. L’auspicio è che l’assessore Carlo Doria addivenga al più presto a una soluzione strutturale con le organizzazioni sindacali di categoria.»

«Le risultanze del vertice ministeriale sul futuro della Portovesme SRL ci inducono a non abbassare minimamente la guardia in vista dei prossimi appuntamenti, il primo la settimana prossima, nei quali si dovranno articolare concretamente le soluzioni strutturali per rendere competitivo produrre e per garantire l’intera forza occupazionale dello stabilimento – lavoratori indiretti e interinali compresi.»

Lo ha detto il consigliere regionale Fabio Usai.

«Noi, come Regione Sardegna, ci siamo e faremo come sempre la nostra parte. Nel frattempo salutiamo con grande piacere la notizia della discesa dei 4 lavoratori asserragliati sul camino – ha concluso Fabio Usai -. Il loro importante sacrificio è stato indispensabile per accendere i riflettori nazionali sulla vertenza e per canalizzare l’urlo di disperazione e dignità dell’intero territorio.»

«Osservo con grande preoccupazione ciò che sta accadendo alla Portovesme SRL, dove 4 lavoratori diretti si sono asserragliati a 100 metri d’altezza in una ciminiera, e altre centinaia di indiretti, delle imprese d’appalto, hanno intrapreso una forte mobilitazione a tutela del proprio futuro lavorativo. In queste drammatiche ore nelle quali le sorti dell’ultima grande fabbrica del nostro territorio, che dà lavoro direttamente ad oltre 1.200 lavoratori e lavoratrici (senza contare l’indotto ed il moltiplicatore economico generato), sono gravemente a rischio, sto sollecitando fortemente il presidente della Regione, affinché metta in campo un nuovo es autorevole intervento rispetto alla dirigenza dell’azienda multinazionale ma soprattutto verso il Governo nazionale, vero soggetto titolato a gestire la vertenza con competenze e strumenti specifici, affinché trovi una soluzione concreta e definitiva a questa complessa vicenda.»

Il consigliere regionale Fabio Usai interviene così sugli sviluppi della crisi alla Portovesme srl.

«Il nostro territorio, già gravemente colpito dalla crisi economico-sociale a causa delle chiusure produttive degli anni scorsi e di una progressiva contrazione del mercato del lavoro in ogni settore conclude Fabio Usai -, non potrà tollerare questa ennesima emorragia di buste paga.»

«Da quando è stata abolita la provincia di Carbonia Iglesias, il livello delle manutenzioni stradali nel territorio, per ciò che concerne le arterie stradali provinciali, è calato drasticamente. Il nuovo ente intermedio, la provincia del Sud Sardegna, un vero e proprio obbrobrio amministrativo la cui giurisdizione interviene su 107 comuni e in un territorio geografico dalle mille peculiarità, che va dalla Barbagia di Seulo all’isola di Sant’Antioco, si è dimostrato incapace di rispondere alle esigenze di territori come il nostro.»

A dirlo è il consigliere regionale Fabio Usai.

«Non è un caso aggiunge Fabio Usaise lo stato di degrado e insicurezza delle strade provinciali del Basso Sulcis e oggi della provinciale 2 dove si è consumata l’ennesima tragedia della strada con due persone decedute, è diventato insostenibile. Negli anni i finanziamenti per la messa in sicurezza di queste strade, basta vedere le risorse stanziate nelle programmazioni delle opere pubbliche in ambito provinciale, sono stati assenti o nella migliore delle ipotesi inadeguati. E oggi ne paghiamo fortemente le conseguenze in termini di insicurezza e, purtroppo, di gravi tragedie.
Per questo motivo dal 2019 ad oggi abbiamo promosso la ricostituzione delle vecchie province tra cui quella del Sulcis Iglesiente che, se ne discute proprio in queste ore nell’alveo di approvazione del collegato alla finanziaria regionale, presto potrebbe ridiventare operativa e se verrà approvata la legge nazionale così come ampiamente dichiarato dal ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, addirittura rappresentata da organi direttamente eletti dai cittadini e quindi totalmente rispondenti alle istanze ed esigenze provenienti dal territorioconclude Fabio Usai -. E tra queste istanze di sicuro quella della messa in sicurezza delle strade ha il primo posto.»

«Nel novero dei più importanti interventi previsti nella finanziaria, recentemente approvata dal Consiglio regionale, quelli per mitigazione del rischio idrogeologico ricoprono un ruolo di primo piano.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Fabio Usai.

«Complessivamente – spiega Fabio Usai -, abbiamo stanziato 149 milioni di euro per questo specifico obiettivo: 39 milioni per i prossimi tre anni (13 per ogni annualità) per la progettazione dei Comuni, i restanti 110 direttamente collegati alle opere di mitigazione e gestione del dissesto idrogeologico.»
«Finanziamenti, a partire da quelli legati alla progettazione, fondamentali per molti Comuni sardi; in particolare quelli come Carbonia che proprio nel dicembre scorso ha ottenuto, grazie alla determinazione n. 297 della direzione generale dell'”Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna”, il via libera alla variante del “Piano di Assetto Idrogeologico” conclude il consigliere regionale -. Questi ingenti finanziamenti per la progettazione e la realizzazione delle opere, in generale per la mitigazione dei rischi connessi al rischio idrogeologico sul suolo regionale, permetteranno lo sblocco di molte procedure finora ferme al palo a causa dell’assenza di risorse e, come nel caso dei piani di assetto idrogeologico, di strumenti indispensabili per attuare adeguate politiche di pianificazione e programmazione degli assetti territoriali.»