22 November, 2024
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L’esame delle problematiche del Sistema Sanitario territoriale è l’unico punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale di Carbonia, convocata dal presidente Federico Fantinel per lunedì 24 gennaio, alle 15.30.

Sono stati invitati a partecipare il direttore della Asl n. 7 dott.ssa Giuliana Campus e i consiglieri regionali Michele Ennas, Giorgio Oppi e Fabio Usai.

La seduta per i componenti del consiglio comunale e per gli invitati è in modalità mista. È stata quindi data possibilità di poter partecipare anche in videoconferenza, in ottemperanza alle misure anti-Covid.

L’accesso alla sala Polifunzionale avverrà previo controllo della Certificazione verde Covid-19 (green pass) e della temperatura corporea.

È inoltre obbligatoria l’osservanza delle seguenti misure: sanificazione frequente delle mani, uso della mascherina e distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Lunedì 29 novembre, alle ore 11.30, presso l’hotel Tanit Sirai di Carbonia, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione   del programma della 12esima edizione della manifestazione internazionale sportiva: “Sardigna Body Building Cup”. 

L’evento, organizzato nell’alveo delle iniziative promosse e finanziate dalla Regione Sardegna per la promozione dell’isola sul piano della promozione/valorizzazione turistica, si svolgerà il 4 e 5 dicembre prossimi.

Interverranno:

– Pierluigi Frau – organizzatore evento

– Bruno Piredda – co-organizzatore evento

– Pietro Morittu – sindaco di Carbonia

– Fabio Usai – consigliere regionale

– Gianni Chessa – assessore regionale del Turismo.

Nella seduta di ieri, il Consiglio regionale ha dato il via libera definitivo alla legge Omnibus. Tra i vari interventi inseriti nel testo approvato, figurano un finanziamento di 360.000 euro a favore dell’associazione di volontariato “Le Rondini” di Carbonia, impegnata nel campo dei “servizi educativi, ricreativi e socializzanti destinati a disabili con forti bisogni di accompagnamento al recupero di una relazione sociale e di autonomie personali per la propria cura e gestione quotidiana”, in particolare nell’attuazione dei progetti “L’Isola del cuore” nella spiaggia di Maladroxia, a Sant’Antioco, e “Domo noa”, nella Casa della Domotica di via della Costituente, a Carbonia; e un secondo finanziamento di 160.000 euro, per la manutenzione dello stadio Comunale “Carlo Zoboli”, del campo di calcio di Cortoghiana e di altri impianti sportivi di Carbonia.

Questo pomeriggio le finalità dei due finanziamenti sono state spiegate dal consigliere regionale Fabio Usai, componente del gruppo sardista, che li ha proposti e sostenuti nel lungo iter che ha portato alla definitiva approvazione maturata ieri nell’Aula di via Roma, nel corso di un primo incontro svoltosi nella sala riunioni della Casa della Domotica, nel quale è intervenuto telefonicamente il sindaco Pietro Morittu, e di un secondo incontro davanti allo stadio “Carlo Zoboli”.

Alleghiamo le interviste realizzate con Franca Boi, presidente dell’associazione Le Rondini; il consigliere regionale Fabio Usai; e Damiano Basciu, “storico” leader dell’associazione I Briganti.

 

Il sistema sanitario pubblico nel Sulcis Iglesiente vive una crisi crescente, cresciuta nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia, come emerge dalla cronache quotidiane. Il centrosinistra ha perso le ultime elezioni regionali, soprattutto, sui temi legati alle varie emergenze sanitarie ed i sardi si aspettavano molto dalla nuova maggioranza di centrodestra ma oggi, superata la boa di metà legislatura, il bilancio non è certamente positivo.

La critiche all’operato della maggioranza che sostiene la Giunta Solinas in campo sanitario, non arriva soltanto – com’è nel gioco delle parti – dalle opposizioni di centrosinistra, come emerge dall’interrogazione presentata oggi da Fabio Usai, consigliere regionale di maggioranza, del gruppo sardista, all’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

«La sanità del Sulcis Iglesiente è allo stremo: mancano medici, infermieri e tecnici; impossibile garantire la funzionalità in molti reparti salvavita e tempo-dipendenti quali, ad esempio, Nefrologia-Dialisi, Medicina interna, Emodinamica e Pronto Soccorso, ma anche di altri come la chirurgia la cui operatività è messa in forte discussione», denuncia nell’interrogazione Fabio Usai.

Fabio Usai pone l’accento sulla condizione sempre più drammatica delle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente: «L’annosa carenza negli organici del personale medico-tecnico-infermieristico dei presidi ospedalieri Sirai e CTO, generatasi a partire dalla scorsa legislatura regionale in conseguenza di un’inadeguata programmazione, della riforma dei servizi ospedalieri, del blocco del turn over e successivamente all’introduzione in ambito nazionale della cosiddetta “quota 100”, ed aggravatasi ulteriormente nell’attuale periodo pandemico, sta sortendo, l’effetto di mettere a serio rischio la funzionalità di importanti reparti salvavita e tempo-dipendenti».
«La ridotta, ridimensionata o mancata funzionalità di questi servizi – aggiunge il consigliere regionale sardista -, rappresenta un gravissimo pericolo per la salute dei pazienti e in generale per quella “pubblica” degli abitanti del territorio, sempre più spesso costretti a rinunciare alle cure (emblematico in tal senso il caso dei pazienti dializzati dell’ospedale Sirai di Carbonia obbligati a rinunciare al proprio trattamento nelle settimane scorse), con drammatici contraccolpi in termini di qualità e speranza di vita, o obbligati a recarsi altrove con indicibili disagi di carattere economico e personale, per vedersi riconosciuto il diritto alla salute.»
«Una situazione drammatica, ha sottolineato l’esponente politico, caratterizzata dall’assenza di almeno 100 unità lavorative, tra medici, infermieri e tecnici, che è stata più volte rappresentata dai rappresentanti istituzionali del Sulcis Iglesiente in occasione delle ripetute conferenze socio-sanitarie organizzate sull’argomento; nonché denunciata a mezzo stampa e in diverse altre modalità dagli ordini professionali, dalle associazioni dei pazienti e dalle associazioni sindacali di categoria e confederali. Ma sempre senza ottenere adeguate risposte. Più volte, infatti, la dirigenza ATS così come l’assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, interrogati sul temasottolinea ancora Fabio Usai -, hanno preso impegni per individuare soluzioni onde evitare che il personale reclutato dalle graduatorie negli ultimi anni fosse arruolato prevalentemente nelle strutture sanitarie dei grandi centri di Sassari e Cagliari, a grave nocumento di quelle del Sulcis Iglesiente. E in diverse occasioni avevano assicurato interventi celeri per la ricerca di soluzioni tampone allo scopo di garantire, anche con l’ausilio di personale reclutato tramite le agenzie di lavoro somministrato – e la mobilità di altro già adeguatamente formato per i suddetti scopi, la funzionalità dei reparti e il proseguimento dei servizi. Ma a oggi, nessuno di questi impegni è stato mantenuto.»
«Se non si interverrà presto, la situazione non solo non migliorerà ma si prevede peggiorerà ancora nel 2022 con la collocazione in quiescenza di ulteriore personale oggi occupato. Pertanto conclude nell’interrogazione Fabio Usai -, illustri quali siano le azioni messe (e da mettere) in campo dal suo Assessorato e in generale dalla Giunta regionale per affrontare e risolvere nell’immediato le problematiche sopracitate e garantire alle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente un’adeguata pianta organica per il proseguimento dei servizi e la preservazione della funzionalità dei reparti. Altrimenti la mobilitazione politica e sociale ad ogni livello sarà inevitabile.»

«Dal 2019 a oggi, sono state numerose le unità di personale andate in quiescenza, e dunque non più inserite negli organici perché non sostituite, nelle svariate sedi INPS della nostra isola. Nella sola sede di Iglesias mancano oggi 11 unità lavorative; 91 in tutta la Sardegna. Complice la cosiddetta “Quota 100”, e in generale il sopraggiunto limite di età per molti lavoratori/lavoratrici, gli organici dell’ente si sono ridotti sotto le 700 unità. Questa situazione sta ingenerando numerosi problemi, anche alla luce degli effetti economici della pandemia e il notevole incremento degli strumenti di sostegno al reddito e ristoro, nonché di adempimenti normativo-burocratici per l’ente, al punto che in alcune sedi territoriali le prestazioni subiscono notevoli ritardi o addirittura vengono messe a serio rischio.»

A dirlo è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Ritengo questa situazione molto grave e dannosa per le prerogative di cittadini e aziende, pertanto, oltre a unirmi al grido d’allarme lanciato dalla presidenza del Comitato INPS, avvierò una serie di interlocuzioni/sollecitazioni in ambito regionale, coinvolgendo anche il Presidente della Regione Christian Solinas e gli altri attori istituzionali, affinché si possano costruire le condizioni per sanare questa situazioneaggiunge Fabio Usai -. Tra gli interventi improcrastinabili per riportare la funzionalità dell’ente alla normalità e per invertire questa pericolosa tendenza di depauperamento del suo capitale umano, si deve:
– ricorrere all’introduzione di personale nelle strutture tramite il bando di concorso o la mobilità onde poter utilizzare figure professionali in comando magari provenienti da altri enti come l’ANPAL;
– avviare un percorso di formazione professionale e allineamento delle competenze per i nuovi assunti o trasferiti, affiancando, da oggi in poi, i funzionari prossimi alla pensione con i nuovi, affinché si possa trasmettere il bagaglio di conoscenze e competenze indispensabili per proseguire con l’erogazione degli importantissimi servizi»
«Inutile ricordare – conclude Fabio Usaiche dalla piena funzionalità dell’INPS dipendono gli interessi di centinaia di migliaia di sardi.»

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha incontrato i rappresentanti sindacali dei lavoratori della Riverso Spa, azienda che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti.
I sindacalisti hanno evidenziato con preoccupazione i problemi che attraversa l’azienda, a loro giudizio dovuti principalmente all’importo eccessivo, all’incirca pari al fatturato, delle fidejussioni bancarie richieste dalla Regione per il ripristino post-dismissione del sito. L’applicazione rigorosa della normativa di riferimento, basata su un sistema di calcolo matematico che considera la superficie occupata dalla discarica e la sua volumetria, determina secondo i sindacalisti sia l’oggettiva difficoltà di individuare nel mercato creditizio una società disposta a sottoscrivere un contratto di fidejussione sia, di conseguenza, l’impossibilità dell’azienda di proseguire la sua attività.
Dopo gli interventi dei consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo), Michele Ennas (Lega) e Fabio Usai (Psd’Az), il presidente del Consiglio regionale ha assicurato il massimo impegno per la difesa dell’azienda e dei posti di lavoro, individuando gli strumenti tecnici e normativi più adatti per arrivare in tempi ragionevoli ad una soluzione positiva.

“Destano sconcerto e preoccupazione i proclami, le iniziative e le decisioni preannunciate (sulla stampa prima che alle rappresentanze istituzionali), dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani su alcune tematiche chiave della nostra isola.”

A dirlo è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito sardo d’Azione.

“Non bastavano le norme impugnate in materia ambientale-paesaggistica, le dichiarazioni – e la conseguente incertezza da esse scaturite – sulla riconversione energetica, in particolare per la transizione a metano propedeutica alla preservazione del settore industriale nell’isola, a esse si aggiungono, infatti, negli ultimi giorni, nuovi proclami del Ministro di non si capisce bene (finora) quale transizione, nominato dal Governo del “tutti dentro a ogni costo” (e che costo…), sull’imminente commissariamento del Parco Geominerario della Sardegnaaggiunge Fabio Usai -. Come in altre sue decisioni, non si capisce bene, ancora: “Commissariare con chi, e per fare cosa?””

“L’attuale Presidente, Tarcisio Agus (il quale porta avanti il proprio impegno a titolo gratuito) ben poco ha a che vedere con le vicende contestate, riguardanti altre fasi storiche della vita dell’entesottolinea Fabio Usai -. E, soprattutto, perché ad avere voce in capitolo in questa vicenda dovrebbero essere soprattutto gli 86 Comuni interessati dalle attività del Parco, la Regione Sardegna e non certo qualche proconsole romano che, senza alcuna conoscenza delle dinamiche e dei processi economici-sociali della nostra isola, si arroga il diritto di prendere decisioni, senza alcuna legittimazione popolare, e di calarle sul futuro di tutti i sardi.”

“Mi appello al presidente della Regione Christian Solinas conclude Fabio Usai -, affinché il prossimo 21 luglio, in Conferenza di servizi a Roma, faccia valere le prerogative dei sardi rispetto a un ente fondamentale per la valorizzazione delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche della Sardegna, nonché per l’espletamento di innumerevoli procedure amministrative anche in campo autorizzativo.”

Manolo Mureddu è stato nominato portavoce del gruppo civico che fa riferimento all’area politica del consigliere regionale Fabio Usai, composto da una pluralità di soggetti di estrazione liberale, progressista ed autonomista, e comprende numerosi altri esponenti politici (tra ex ed attuali amministratori locali) e della società civile, in vista delle prossime elezioni amministrative di ottobre nel comune di Carbonia.

45 anni, giornalista, Manolo Mureddu nel recente passato ha maturato varie esperienze in ambito sindacale e sociale.

Lunedì le segreterie della Funzione Pubblica di CGIL CISL e UIL del Sulcis Iglesiente hanno incontrato i consiglieri regionali eletti nel territorio, Fabio Usai del Partito Sardo d’Azione e Michele Ennas della Lega, che hanno accolto l’invito per un confronto sulla situazione emergenziale della Sanità territoriale. 

Il problema è stato analizzato nelle più svariate declinazioni:

«La drammatica carenza di personale sanitario è tale che per garantire l’attuale organizzazione sanitaria territoriale servirebbero immediatamente almeno 120 figure sanitarie professionali del comparto e oltre una settantina di medici specialisti nelle varie discipline, liste d’attesa che in più di un caso contano migliaia di persone, l’omessa nomina dei primari, il pensionamento di personale cui non ha fatto seguito un adeguato turn over, la continua emorragia di personale sanitario e assistenziale che nella ASL 7 è interessato da procedure di mobilità sempre in uscita e mai in ingresso, interi reparti posti nell’impossibilità di funzionare a causa della mancanza delle unità minime per garantire l’avvicendamento nei turni, la mancanza del servizio di parto in analgesia, le insistenti avvisaglie di una possibile chiusura, anche parziale, dei servizi di Pronto Soccorso, l’aumento esponenziale ma necessitato del ricorso alla sanità privata per una popolazione che vive nella Provincia più povera d’Italia, fino ad arrivare al dato parimenti preoccupante: la contrazione della dotazione organica ha prodotto non solo servizi precari o la loro chiusura, ma anche una riduzione di occupazione tale che negli ultimi 10 anni sono venute a mancare progressivamente oltre 300 buste paga dirette, con conseguente riduzione della produzione e circolazione di ricchezza e consumi nel territorio, ed effetti collaterali gravi e non quantificabili su tutto l’indotto».

Le parti hanno concordato circa il fatto che l’arretramento dei servizi di sanità pubblica, al di là delle responsabilità politiche e gestionali pregresse e/o attuali, non possa più essere accettato passivamente dai cittadini del Sulcis Iglesiente. Per questo motivo le organizzazioni sindacali di categoria chiedono che i consiglieri regionali eletti in questo territorio promuovano subito un incontro urgente presso l’assessorato regionale della Sanità, per potersi confrontare sia con l’interlocutore politico che con i massimi vertici di ATS che detengono la responsabilità gestionale del servizio sanitario nel Sulcis Iglesiente, al fine di individuare in un clima di dialogo collaborativo tutte le possibili soluzioni atte a garantire interventi seri e strutturali, non improvvisati, necessari per riportare i livelli qualitativi della sanità territoriale almeno entro parametri di dignità, da cui attualmente è ben lontana. I rappresentanti sindacali e i consiglieri regionali presenti all’incontro hanno reciprocamente assunto l’impegno di non permettere che la questione sanitaria, di primaria e assoluta importanza per il bene comune della popolazione del Sulcis Iglesiente, venga strumentalizzata ed eterodiretta per finalità di interesse particolare, poiché in questo momento più che mai occorre anteporre la comunione d’intenti volti alla tutela del bene collettivo, alle velleità personali o alle divisioni di bandiera. Da questo spirito è animata la comune convinzione che le popolazioni di Carbonia e Iglesias e di tutti i paesi della Provincia saranno unite nel difendere a gran voce il servizio sanitario del Sulcis Iglesiente, sentendosi un’unica comunità territoriale. 

Questa mattina il consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione ha partecipato ad una riunione di lavoro organizzata dalle segreterie territoriali dei settori funzione pubblica/sanità, di Cgil, Cisl e Uil, per un esame delle condizioni in cui versano le strutture ospedaliere nel territorio.
«La condizione delle strutture sanitarie, come è noto a chiunque segua le cronache o più semplicemente, per i più disparati motivi, frequenti un ospedale – scrive in una nota Fabio Usai -, è tristemente nota. Da anni, infatti, i servizi sanitari, per una serie di cause, coincise anche con specifiche scelte politiche (tra cui riforme spinte più da motivazioni di carattere ragionieristico che invece l’esigenza di rispondere alle reali necessità dell’utenza), hanno subito un progressivo depotenziamento. Talvolta sono stati chiusi.»
«Dalle liste d’attesa lunghissime per effettuare anche semplici esami diagnostici, passando dalle difficoltà sorte nel mantenimento in marcia di importanti reparti salvavita o destinati all’assistenza dei malati cronici, fino all’operatività dei servizi di chirurgia e quindi di sala operatoria, siamo di fronte a una situazione che, considerato anche il particolare momento di pandemia (o speriamo presto post pandemia), si fa sempre più grave e rischia di diventare insostenibile – aggiunge Fabio Usai. Una situazione reversibile però. Soprattutto, se nell’attuazione della nuova riforma sanitaria (prevista concretamente per il gennaio 2022), recentemente approvata dal Consiglio regionale, sapremo correggere gli errori del passato. Per questo colgo molto positivamente il protagonismo sindacale e la volontà delle segreterie territoriali di categoria di avviare un percorso di sensibilizzazione e stimolazione dei decisori politici allo scopo, proprio, di ricercare soluzioni ed invertire questa situazione. Sono a totale disposizione per ogni iniziativa politica e sindacale. Perché credo fortemente nell’unità di intenti, nel pieno rispetto dei ruoli, tra forze politiche e sociali rappresentative. Perché l’unico modo per far rispettare realmente i diritti del nostro territorio è quello di agire in modo unitario mettendo da parte le appartenenze ideologiche e gli interessi di  partito, per perorare prima di ogni altra cosa quelli generali dei cittadini.»
«Nei prossimi giorni, inoltre, si celebrerà una nuova seduta della Conferenza socio-sanitaria territoriale conclude Fabio Usaialla quale parteciperò e porterò il mio contributo di idee e proposte.»