17 July, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla proroga dei commissari delle Asl e all’istituzione della Asl unica.
Raimondo Perra, presidente della Commissione e relatore del provvedimento all’ordine del giorno, ha spiegato la ratio della norma: «La proroga del commissariamento delle Asl – ha spiegato Perra – è un atto dovuto non essendosi ancora concluso l’importante processo di riordino degli Enti Locali, a cui si lega anche la riduzione  del numero delle Aziende sanitarie».
E’ stato poi il turno del relatore di minoranza Giuseppino Pinna (Udc), secondo il quale dal provvedimento «emerge in modo palese la volontà della Giunta di mantenere sotto stretto controllo le Asl». Pinna ha contestato senza mezzi termini il commissariamento: «Doveva concludersi il 31 dicembre, siamo invece arrivati alla quarta proroga». L’esponente dell’Udc ha poi accusato la Giunta di voler incentivare una forma di governo straordinario delle Asl: «Sappiamo che questa ulteriore proroga non basterà per portare a termine la riforma – ha concluso Pinna – il commissariamento è un abuso di governo che configura una centralizzazione del potere e risulta essere uno straordinario mezzo di controllo politico sulle Aziende sanitarie».
Anche per Edoardo Tocco (Forza Italia) la proroga non risolve nulla. «Il sistema è bloccato, la proroga non crea vantaggi – ha detto il consigliere di minoranza – meglio definire la questione in modo più corretto affidando pieno mandato ai commissari. La proroga testimonia il disaccordo interno alla maggioranza».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sulla proposta della Giunta di creare una Asl unica: « Ci saremmo aspettati una norma vera – ha rimarcato Locci – nei mesi scorsi avete scritto che prima di mettere mano alla riforma sanitaria occorreva aspettare la legge di riordino degli Enti locali. Ciò non è avvenuto. Non sono inoltre convinto che l’Azienda Unica sia la panacea di tutti i mali. Ci troveremo davanti a un mostro che avrà più potere dell’assessorato». Il consigliere azzurro ha quindi proposto una strada alternativa: «Meglio – ha concluso – disegnare ambiti territoriali ottimali cercando di avvicinare il più possibile il governo della sanità ai cittadini. Sarebbe opportuno spostare il commissariamento più avanti anche perché una discussione di questo tipo merita un serio approfondimento

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha accusato la maggioranza di attuare e di fare annunci che poi non si traducono in fatti concreti. «Il vostro è un metodo di legiferare schizofrenico e offensivo per l’Aula, mai una volta si è portata una norma senza poi apportare modifiche che cambiano le carte in tavola. La Asl unica non riduce il disavanzo della Sanità e non cancellerà lo schiaffo della reintroduzione dell’Irap».
Giudizio negativo, infine, sulla gestione della Sanità da parte del centrosinistra: «Delle cose annunciate non si è visto nulla – ha concluso Zedda – intanto si fanno assunzioni senza scorrere le graduatorie e la spesa farmaceutica aumenta. L’unico risultato è la crescita della spesa sanitaria. Evitiamo in futuro di approvare leggi se poi non vengono applicate».
Secondo Marco Tedde (Forza Italia) tutti i nodi prima o poi vengono al pettine. «Avevate annunciato una riorganizzazione delle Asl ancorata alla legge di riordino degli Enti locali, l’incorporazione del SS. Annunziata all’Università di Sassari e, a Cagliari, del Microcitemico e del Businco al Brotzu. Nulla si è visto – ha detto Tedde – i commissari dovevano essere funzionali all’attuazione della riforma, siamo arrivati alla quarta proroga: è evidente che c’è qualche problema. Sarebbe stato molto meglio tenere i direttori generali che conoscevano lo stato dell’arte. Gli attuali commissari hanno dimostrato di aver studiato poco e male. Hanno fatto più di Carlo in Francia».
Marco Tedde ha poi ricordato che il deficit è cresciuto negli ultimi 12 mesi di 250 milioni di euro: «In alcune Asl non c’è responsabile dell’anticorruzione, alcune nominano consulenti siciliani, evidentemente ci sono delle esigenze da soddisfare – ha attaccato l’esponente dell’opposizione – la vostra è una gestione della sanità connotata da sprechi e completamente asservita alla politica».
Michele Cossa (Riformatori), rivolgendosi al presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha ricordato la norma licenziata ieri dal Consiglio che introduce nuove tasse per la copertura del disavanzo della sanità. «Ieri la maggioranza ha approvato un provvedimento drammatico – ha detto Cossa – lei più di chiunque altro può valutarne l’impatto. Quella che è stata definita l’esplosione della spesa sanitaria in realtà non si coglie dai dati della Ragioneria dello Stato. Si tratta di uno sforamento limitato che non giustifica un provvedimento lacrime e sangue». Michele Cossa ha comunque riconosciuto l’urgenza di porre mano alla riforma della sanità: «Ciò che occorre spezzare è la ripresa di una spirale perversa della spesa – ha sottolineato – la quarta proroga del commissariamento non indica però un percorso per capire quale destino avrà la nuova rete ospedaliera e quale sarà il riordino complessivo del sistema».
Il consigliere dei Riformatori ha infine mostrato apprezzamento per l’ipotesi di una Asl unica. «Può rappresentare il primo passo verso la razionalizzazione della spesa. Su questo fronte – ha concluso Cossa – vogliamo fare un’apertura di credito alla Giunta».
Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha definito giunta e maggioranza “talmete inadeguati da sembrare grottesch”. «Non siete riusciti a fare la riforma sanitaria e invece di chieder scusa e limitarvi alla richiesta di proroga dei commissari, pretendete di spacciare per una norma laa dichiarazione di intenti per istituire la Asl unica». L’esponente della minoranza ha quidni invitato l’esecutivo a fornire materiale utile e studi che rafforzino la proposta della Giunta ed ha domandato: «Chi è il manager in grado di guidare questo mostro che vi proponete di creare? Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-FdI) ha dichiarato che la proposta della Giunta certifica “l’ennesima incompiuta” e rappresenta “l’ennesimo annuncio” dell’esecutivo regionale. L’esponente della minoranza ha accusato la Giunta di procedere con continui rinvii su urbanistica, sanità, enti locali: avete paura del vostro fallimento. «L’azienda sanitaria unica è una follia – ha affermato Truzzu – e dove è stata istituita non ha prodotto i risultati attesi». Il consigliere di Fratelli d’Italia ha chiesto notizie sulla istituzione della centrale unica d’acquisto ed ha concluso invitando l’assessore Arru a rassegnare le dimissioni prima dell’approvazione della legge che istituirà l’azienda unica: perché l’assessorato della Sanità non servirà più a niente.
Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha salutato con favore la proposta per l’istituzione della Asl unica “con l’obiettivo di ridurre la spesa sanitaria” ed ha definito “paradossale” il dibattito suscitando le proteste di banchi della minoranza. «Il centrodestra ci accusa di non aver fatto in un anno e mezzo quello che loro non hanno fatto in cinque anni», ha proseguito l’esponente della maggioranza che è stato contestato ancor più duramente dai consiglieri dell’opposizione. Il presidente del Consiglio ha quindi sospeso i lavori ed alla ripresa i consiglieri della minoranza hanno lasciato in Aula come segno di protesta verso il consigliere Demontis.
Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto la parola per «chiosare l’atteggiamento dei colleghi del centrodestra» ma il presidente del Consiglio è intervenuto per affermare che «non è permessa la censura di alcun atteggiamento».
Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda (Prc), ha criticato la nuova richiesta di proroga per i commissari Asl, avanzata dalla Giunta regionale («non sono bastati dodici mesi ne chiedete altri sei»). «Basta prendere tempo per affrontare le criticità – ha tuonato il consigliere della maggioranza – è ora di dare un segnale a coloro che vedono aumentate le tasse per ripianare i debiti della sanità».
Il capogruppo di “Soberania&indipendentzia”, Emilio Usula (Rosso Mori) ha ricordato la sua esperienza lavorativa nel campo della sanità ed ha affermato di aver visto nei suoi 34 anni di professione medica “clientele, sprechi, inefficienze e consulenze”. «Ho visto al governo della sanità la partitocrazia e non la meritocrazia», ha proseguito l’esponente della maggioranza, «e ci sono colpe trasversali alle quali la giunta cerca di porre rimedio». «Pur non essendo del tutto convinto che un’unica Asl porti risparmio e efficacia – ha concluso Usula – vedo l’intenzione politica positiva e per questo dichiaro il mio favore alla istituzione di un’unica Asl in Sardegna».
Francesco Agus  (Sel Sardegna), intervenendo nella discussione generale, ha fatto riferimento al provvedimento preso ieri dal Consiglio che inasprisce le tasse per risanare il disavanzo del settore sanitario. Per Agus, si è trattato di un provvedimento emergenziale che certo non risolve i problemi delle ASL. Il presidente della Prima commissione è convinto che nella sanità bisogna cambiare passo e mettere in atto provvedimenti adeguati  per evitare gli sprechi.
Angelo Carta (Psd’Az) ha detto che  non si sta processando il passato o il presente ma il dibattito serve per capire se questo emendamento presentato dalla giunta sia  efficace o meno.
Attilio Dedoni (Riformatori sardi)  ha ribadito la necessità di una riforma seria. Il capogruppo dei Riformatori ha detto di essere d’accordo con l’ipotesi di una unica Asl che farebbe, tra l’altro, risparmiare circa 3 milioni di euro l’anno.
Per Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) questo disegno di legge rappresenta la sconfitta della politica e della democrazia. Il commissariamento, infatti, è uno strumento straordinario. Ma nel settore sanitario è la quarta volta che si prorogano i commissari, quindi la giunta vuole abusare di un sistema che non ha nulla di democratico. Solo uno stolto non capisce che tra tre mesi il Consiglio sarà chiamato  votare un’altra volta la proroga dei commissari.
Pietro Cocco (Pd) ha voluto riportare il dibattito su un giusto binario. Stiamo discutendo di un emendamento che prevede che dal 1 luglio 2016 esisterà un’azienda sanitaria unica regionale. Di questo stiamo parlando. La proroga dei commissari è solo un dettaglio. Cocco ha ribadito che il centrosinistra vuole le riforme. La sanità va riformata perché i costi sono esorbitanti. Proviamo con l’azienda sanitaria unica regionale: è una strada nuova che ci può dare nuove speranze di una sanità migliore. Il capogruppo del Pd ha rimandato al mittente le critiche sulle consulenze dicendo che in questa legislatura sono state ridotte del 30%.
Pietro Pittalis (FI), parlando del provvedimento approvato ieri dal Consiglio, ha ribadito che è sbagliato e di dubbia legittimità. La responsabilità è però della Giunta e della maggioranza. Pittalis ha dichiarato di essere d’accordo con Pietro Cocco sul fatto che  il sistema sanitario vada  riformato. Si tratta di individuare gli strumenti e il metodo da utilizzare. Il 17 novembre del 2014, ha ricordato Pittalis, il Consiglio ha approvato una legge di riforma del sistema sanitario in cui la maggioranza dava  indicazione per una riforma del sistema che sembra contraddica quello che vuole  fare oggi. Nella legge 23 del 7 novembre avete messo in evidenza che la legge avvia il processo di riorganizzazione delle ASL ipotizzando, non la creazione di una azienda unica, ma la creazione di un sistema con più ASL. Cosa è cambiato in questo anno? Quale è la filosofia nuova? Noi vogliamo capire quale è la posizione della maggioranza. Inoltre, in quella legge avevate previsto alcune incorporazione alla Asl di Sassari e di Cagliari. Avete cambiato idea? Sembra tutto in contraddizione. Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore della Sanità Luigi Arru che ha difeso il provvedimento approvato ieri dal Consiglio. E’ stata una scelta difficile e impopolare non è stata fatta a cuor leggero, ma stiamo lavorando per una sanità moderna ed efficiente. Abbiamo fatto di tutto per non aumentare le tasse dei sardi per coprire il disavanzo, ma non si poteva fare diversamente, anche perché in Sardegna quasi la metà della popolazione è esente da ticket. Dobbiamo poi prendere atto che la sanità costerà sempre di più anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dobbiamo fare i conti anche con i ricoveri inappropriati (circa 14.000 in un anno). Stiamo puntando alla riorganizzazione progressiva della rete ospedaliera e alla fornitura di servizi che garantiscano, come il servizio di elisoccorso h24, la sicurezza per i sardi di essere soccorsi e curati nel miglior modo possibile.
Il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli. L’Aula ha dato il via libera all’esame dell’articolato con 30 sì, 19 no. L’Aula è poi passata all’esame dell’articolo 1 e delle relative proposte di correzione. Il presidente Ganau ha chiesto il parere del presidente della Commissione Raimondo Perra che ha chiesto cinque minuti di sospensione per valutare il contenuto di alcuni emendamenti.
Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha invitato la maggioranza a una valutazione attenta di alcune proposte dell’opposizione, in particolare sugli emendamenti che introducono un divieto di proroga per i commissari che non si sono distinti per una corretta gestione delle Asl. Il presidente Ganau ha accolto la richiesta di Raimondo Perra e sospeso la seduta per cinque minuti. Alla ripresa dei lavori il presidente della Commissione “Sanità” ha dato parere favorevole solo all’emendamento della Giunta che propone la creazione della Asl unica. Ha quindi preso la parola il consigliere dell’Uds Mario Floris che ha stigmatizzato il contenuto del disegno di legge: «Nessuno è in grado di valutare gli effetti di questo provvedimento. Manca un disegno organico sulla sanità come manca su tutti gli altri settori – ha sottolineato Floris – non ci possiamo permettere il lusso di fare una riforma senza prima valutarne le conseguenze, occorre capire se il rimedio individuato sarà peggio del male. I consiglieri devono essere messi in grado di lavorare al meglio».
L’ex presidente della Regione ha quindi lamentato la carenza negli organici del Consiglio regionale: «Mancano 94 unità su 228, l’Ufficio Studi non è in grado di funzionare, il Consiglio deve essere messo in grado di operare – ha concluso Floris – la sanità non è una materia qualunque, occorre tenere conto delle esigenze dei cittadini. Asl unica rimedio di tutti i mali? Me lo auguro ma nessuno può dire con certezza che è così».
Il presidente Ganau ha risposto alle lamentele del consigliere Mario Floris. «Siamo al lavoro per risolvere i problemi e potenziare il Consiglio, presto presenteremo una proposta per una rivisitazione della pianta organica».
E’ poi intervenuto il consigliere Christian Solinas (Psd’az) che ha espresso dubbi sulla utilità dell’emendamento presentato dalla Giunta: «Ci troviamo davanti a un’eterogenesi dei fini oppure si tratta di un ritorno del Gattopardo: si cambia tutto perché non cambi niente?».
Christian Solinas ha poi fatto notare che la prima stesura dell’emendamento affiancava al direttore della Asl unica una serie di sub commissari. di questo ora non c’è più traccia: «Di fatto si sarebbe spostato in  capo al direttore generale la nomina dei sub commissari – ha detto il consigliere dei Quattro Mori – c’è da parte di tutti la volontà di capire quale sarebbe la migliore riforma. Oggi ci occupiamo troppo di struttura amministrativa e lasciamo da parte la qualità della prestazione sanitaria. Non vorrei che dopo l’idromostro (Abbanoa) si creasse un Ciclope sanitario (Asl unica) che gestisce 2,8 milioni di euro. La somma di inefficienze non può generare efficienze, la somma di debiti rischia di creare un debito ancora più grande». Rispondendo al collega Pietro Pittalis, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha precisato di non avere dato nessuna fiducia alla Giunta. «Prendiamo semplicemente atto di un annuncio – ha rimarcato Cossa – l’unica certezza finora è l’introduzione di nuove tasse. Detto questo, occorre riconoscere che formule magiche non ne ha nessuno. Un modo di mettere freno alla crescita della spesa è quello di centralizzare la catena di comando e individuare una centrale unica di acquisti. Dopo 30 anni i tempi sono maturi per fare una scelta di questo genere. A una condizione: che a governare il processo non venga mandato un personaggio qualunque, servono obiettivi chiari». Michele Cossa ha poi illustrato gli emendamenti all’emendamento della Giunta. «Si tratta di proposte migliorative – ha affermato l’esponente della minoranza – per applicare ai commissari la disciplina dei direttori generali; impedire la nomina di chi ha fatto il commissario nei cinque anni precedenti; introdurre elementi di valutazione per chi è iscritto all’albo dei direttori generali; stabilire l’incompatibilità tra i direttori che concorrono a stilare le graduatorie e vietare di nominare i commissari che hanno rifiutato gli atti alla Commissione d’inchiesta e quelli che hanno chiuso i bilanci in perdita». Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti all’emendamento della Giunta. Il consigliere Cossa ha chiesto un “sussulto di dignità” sull’emendamento n. 219 con il quale si chiedeva di impedire la nomina dei commissari che non hanno fornito i dati richiesti alla Commissione di inchiesta sulla Sanità. «Alcuni commissari si sono comportati in modo oltraggioso nei confronti del Consiglio, hanno trovato mille pretesti per ritardare l’indagine. I dati forniti sono difficilmente decifrabili. Occorre dare un segnale, la Commissione d’inchiesta non è stata in condizione di operare».
Tutti gli emendamenti sono stati respinti dall’Aula. Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento sostitutivo totale n.214 con il quale si impegna l’esecutivo ad adottare un disegno di legge entro 30 giorni per l’istituzione della Azienda sanitaria unica.
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso dubbi sulla scelta dell’esecutivo: «In Sardegna si poteva cercare soluzioni differenti – ha detto  è difficile dire sì alla Asl unica se ancora non si conosce la riforma degli Enti locali». Secondo Alberto Randazzo (Forza Italia) la Asl unica rappresenta un compromesso. «L’emendamento originale era diverso – ha affermato – non credo che esista un Sergio Marchionne per la gestione di un’azienda pubblica». Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto la votazione per parti dell’emendamento 214. Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta ed ha posto in votazione il primo comma (relativo all’istituzione dell’azienda unica) che è stato approvato con 33 favorevoli e 12 contrari; quindi ha posto in votazione il comma secondo (proroga dei commissari Asl) che è stato approvato con 31 favorevoli e 14 contrari.
Il presidente del Consiglio ha dichiarato decaduti tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo, tranne il n. 212 (soppressione dell’articolo 2), ed ha altresì dichiarato l’emendamento 213 inammissibile. Il primo firmatario dell’emendamento 212, il capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato il ritiro ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’articolo 2 (Entrata in vigore) che è stato approvato.
Approvato anche l’ordine del giorno presentato da tutti i capigruppo che proroga il termine, 31 luglio 2016, entro il quale la commissione d’inchiesta sui costi della sanità dovrà riferire al Consiglio regionale. Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha proposto che si proceda con la modifica della legge a seguito dell’approvazione dell’emendamento 214. Il presidente del Consiglio ha proceduto con la messa in votazione del testo finale della legge che è stato approvato e il presidente Ganau ha quindi formulato gli auguri di Buone Feste ed ha ricordato, prima di dichiarare chiusi i lavori, che, così come concordato dalla conferenza dei capigruppo, il Consiglio è convocato il 7 gennaio 2016, alle 16.00, con all’ordine del giorno il disegno di legge sul riordino del sistema degli Enti locali.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 292/A contenente disposizioni urgenti per interventi sul patrimonio culturale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente del Consiglio ha convocato la conferenza dei capigruppo a conclusione della quale, ha comunicato la decisione di procedere con l’inversione dell’ordine del giorno ed ha invitato il relatore della maggioranza, Franco Sabatini (Pd) ad illustrare la Pl n. 292 “Disposizioni urgenti per interventi sul patrimonio culturale e la valorizzazione dei territori, occupazione, opere pubbliche e rischio idrogeologico e disposizioni varie” (Pietro Cocco, Roberto Desini, Fabrizio Anedda, Daniele Cocco, Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta).

Il relatore dopo una breve introduzione all’argomento, sollecitato ad una stretta sui tempi, ha polemicamente manifestato l’intenzione di dimettersi da relatore ed ha dichiarato di non conoscere le risultanze della capigruppo, interrompendo il suo intervento.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato aperta la discussione generale ed il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha chiesto una sospensione dei lavori, accordata dal presidente del Consiglio che alla ripresa dei lavori ha ricordato i diversi passaggi in Aula ed invitato relatore e Giunta ad esprimere i pareri di competenza per il passaggio agli articoli. Al parere favorevole del relatore Sabatini è seguito quello della Giunta formulato dall’assessore Paci. Approvato il passaggio agli articoli e aperta la discussione sull’articolo 1 e sugli emendamenti, il relatore e la Giunta hanno invitato i presentatori dell’emendamento n. 5 al ritiro. Invito accolto e così il presidente ha posto in votazione l’articolo 1 (Patrimonio culturale e valorizzazione dei territori) che è stato approvato con 46 favorevoli e 2 contrari.

Il relatore e la Giunta hanno quindi invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti n. 12 e n. 13 all’articolo 2 (Incentivi all’esodo della Fluorite di Silius Spa in liquidazione) ms ls prima firmataria, la consigliera Annamaria Busia (Sovranità, democrazia, lavoro) ha confermato la volontà di sottoporli all’attenzione dell’Aula.

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha manifestato la necessità di ulteriori chiarimenti sugli incentivi all’esodo, affermando che «la Regione con le sue partecipate è un specie di mostro» e ricordando che l’Igea continua a programmare assunzioni.

La consigliere Busia (Cd) ha spiegato all’Aula le ragioni del mancato ritiro degli emendamenti 12 e 13 (divieto di assunzioni e esodo solo su base volontaria) ed ha rimarcato la necessità di verificare le attività poste in essere dal commissario liquidatore

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda (Fi), ha dichiarato che la situazione della ex Silius è opposta a quella dell’Igea («la prima non ha mai assunto dopo la messa in liquidazione») ed ha ricordato l’esodo volontario all’ex Silius che ha fatto sì ceh il personale attualmente impiegato sia destinato soltanto per la messa in sicurezza e il ripristino del sito minerario. «Concordo sull’emendamento 13 – ha concluso Alessandra Zedda – perché rafforza il concetto che non possono farsi assunzioni e sulle consulenze ricordo che l’unica che esiste è quella per la gestione del personale (servizio esternalizzato al costo di 35mila euro anno)».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato di condividere le osservazioni formulate da Alessandra Zedda ed ha dichiarato il voto contrario all’emendamento Busia e più (n. 13) «perché è profondamente sbagliato».

Il presidente ha quindi posto in votazione, in sequenza, gli emendamenti n. 12 e n. 13 che non sono stati approvati e poi l’Aula ha dato il via libera all’articolo 2.

Senza discussione e senza emendamenti sono stati quindi approvati l’articolo 3 (Rischio idrogeologico); l’articolo 4 (Modifiche alla legge regionale n. 19 del 2014); l’articolo 5 (Norma interpretativa dell’articolo 5, comma 16 della legge regionale n. 12 del 2013).

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 6 “Modifiche alla legge regionale n. 5 del 2015” e dei relativi emendamenti.

La norma consente l’accesso alle risorse del mutuo per la progettazione e realizzazione di opere di interesse regionale e di competenza degli enti locali; la copertura, senza spese aggiuntive per il bilancio regionale, degli oneri a carico dei Consorzi di bonifica per l’assunzione obbligatoria di personale avventizio e la liquidazione dei debiti di Abbanoa nei confronti dei Consorzi di bonifica con pagamento diretto.

Dopo la formulazione del parere sugli emendamenti da parte del presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini e dell’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, ha preso la parola il consigliere sardista Christian Solinas che ha illustrato l’emendamento n. 4 con il quale si propone di destinare 300mila euro per la ristrutturazione del Teatro delle saline di Cagliari. «E’ necessario un intervento urgente per preservare un bene di interesse regionale – ha spiegato Solinas – -se non si agisce subito c’è il rischio che la situazione diventi irreparabile».

L’assessore Paci ha riconosciuto la necessità di un intervento su uno stabile di valore storico ma ha anche spiegato che non si possono prevedere riserve su una procedura che va a bando. «C’è comunque l’impegno della Giunta, d’intesa con il Comune di Cagliari, per avviare la ristrutturazione dell’immobile». Ottenuta la rassicurazione della Giunta, il consigliere Solinas ha ritirato l’emendamento n.4.

Sull’emendamento n.14 è intervenuto il consigliere Gianni Lampis (FdI): «Poniamo all’attenzione dell’Aula la grave situazione di crisi in cui versa il Medio Campidano – ha detto Lampis – siamo disponibili al ritiro dell’emendamento solo se c’è l’impegno concreto da parte della Giunta per il riconoscimento del Medio Campidano come area di crisi».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha espresso apprezzamento per l’impegno assunto dall’assessore Paci sul Teatro delle Saline. «Ricordo che durante la scorsa finanziaria si prese l’impegno a risolvere il problema – ha detto Agus – la prossima manovra deve trovare le risorse, un intervento di ordinaria manutenzione scongiurerebbe spese più gravose in futuro».

E’ stato quindi annunciato il ritiro degli emendamenti n.3 e 4 e 15. Su quest’ultimo è intervenuto il consigliere del PD Alessandro Collu: «Faccio mie le parole di Lampis – ha detto l’esponente della maggioranza – siamo disponibili al ritiro ma chiediamo pari dignità per il territorio del Medio Campidano».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.10 (Cocco e più) che è stato approvato dall’Aula. La norma stabilisce che, a decorrere dal 2016, venga istituito uno specifico capitolo di bilancio per le risorse destinate a garantire la fornitura idrica a valore energetico che costituiscono per l’Enas (gestore del sistema idrico multisettoriale) entrate a destinazione vincolata. L’emendamento prevede, inoltre, che il ristoro dei costi energetici ancora dovuti ai Consorzi di Bonifica per le annualità 2014-2015 siano corrisposti da Abbanoa.

Via libera anche all’emendamento n.11 (Deriu e più) con il quale si prorogano le nomine degli amministratori straordinari e del commissario della provincia di Cagliari fino alla elezione del presidente della rispettiva provincia. La norma assicura inoltre la continuità dei servizi assicurati dalle ex province con la proroga dei contratti di lavoro per l’anno 2016.   

Prima della votazione sul testo finale dell’articolo 6 è intervenuta la consigliera Rossella Pinna (Pd) : «Annuncio il mio voto favorevole – ha detto Pinna – riallacciandomi agli interventi dei colleghi Lampis e Collu ricordo che è stata depositata la mozione n.214 nella quale si richiama con forza la necessità che la Giunta prenda atto dello stato di crisi dei comuni del Medio Campidano. C’è un dato emblematico: mentre in Sardegna il tasso di disoccupazione si attesta al 18%, nel Medio Campidano arriva al 27,9%: non è più procrastinabile un intervento della Giunta per questo territorio martoriato. La mozione deve essere discussa al più presto».

Paolo Truzzu (Fd’I) ha annunciato il suo voto contrario: «Questo articolo sana una situazione illegittima con la proroga ulteriore dei commissari delle province”.

Il presidente ha quindi aperto la votazione e il testo finale dell’art.6 è stato approvato.

Disco verde anche per l’art 7 “Aumento e valorizzazione del patrimonio boschivo”, mentre sull’art.8 “Manifestazioni sportive nazionali e internazionali” il consigliere Lorenzo Cozzolino ha respinto l’invito al ritiro dell’emendamento n 8 con il quel si chiedeva la soppressione dei commi 2 e 3 della norma in discussione. Sul punto è intervenuto Gigi Ruggeri (Pd): «L’emendamento – ha spiegato Ruggeri – agisce su un comma sul quale è prevista un’ulteriore contribuzione per le società sportive già ampiamente finanziate con la finanziaria. E’ il caso di smetterla con i provvedimenti “mancetta”». L’emendamento è stato respinto dall’Aula, mentre l’articolo è stato approvato a scrutinio palese.

Via libera, in rapida successione anche agli articoli 9 “Rimodulazione delle risorse disponibili in capo al Consorzio industriale provinciale di Cagliari”; 10 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 5 agosto 2015, n. 20 (Trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese “Sardegna ricerche”)” e 11 con il quale viene data un’interpretazione del comma 8 dell’articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2012, al fine di omogeneizzare l’applicazione della normativa regionale con quella nazionale sull’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, il rimborso delle spese di degenza per causa di servizio e l’equo indennizzo a favore del personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, della Direzione generale della protezione civile e dell’Ente foreste della Sardegna, per le infermità contratte per effetto dello svolgimento di funzioni di pubblica sicurezza o di soccorso pubblico.

Si è poi passati alla discussione dell’art. 12 “Misure per la protezione civile” e dei relativi emendamenti. Sentiti i pareri di Commissione e Giunta il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Marco Tedde (Forza Italia) che, dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci, ha ritirato l’emendamento n.1 con il quale interventi urgenti per la bonifica della Pineta Mugoni di Alghero. Il testo dell’articolo 12 è stato approvato.

Sull’emendamento n.2 (Tedde e più) ha preso la parola l’assessore Paci per annunciare una determina dell’Agenzia Regionale del Lavoro che mette a disposizione le risorse richieste dai Comuni di Sorso e Alghero per prosecuzione degli interventi in capo ai lavoratori socialmente utili. «In finanziaria – ha detto Paci – metteremo a disposizione ulteriori risorse in bilancio per coprire le necessità del prossimo anno».

Marco Tedde, pur esprimendo soddisfazione per l’annuncio dell’assessore, ha confermato la presentazione dell’emendamento: «Va bene la determina dell’Agenzia ma non è ancora chiaro se ci sia la volontà di salvaguardare la posizione di questi lavoratori e i servizi svolti dalle società per la manutenzione degli edifici e del verde pubblico e la gestione delle strade». L’emendamento è stato respinto con 29 voti contrari e 19 a favore.

Approvati invece gli emendamenti n. 7 (Ruggeri) e 9 (Cocco e più). Il primo consentirà alle Asl di sottoscrivere contratti con strutture ospedaliere private non interessate a processi di aggregazione i cui posti letto non sia inferiore a 60. Il secondo impegna 60mila euro per la prosecuzione delle attività della piattaforma tecnologica tecnologica Sardegna Turismo.

Successivamente l’Aula ha dato il via libera alla versione finale dell’articolo 12 e agli articoli 13, 14 e 15.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della proposta di legge n. 292 che è stato approvato con 32 voti a favore e 1 contrario.

Dopo una breve sospensione, il presidente, su richiesta del capogruppo del Pd Pietro Cocco, ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle ore 15.00.

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Palazzo del Consiglio regionale A

Il Consiglio regionale ha approvato la legge che modifica le aliquote Irpef e Irap. Il dibattito generale sul DL 291/A “Disposizioni urgenti in materia fiscale”, iniziato ieri mattina, è ripreso nel pomeriggio, aperto dall’intervento di Antonello Peru (Forza Italia) che ha detto che è inutile cercare il responsabile dei disavanzi alla sanità è più utile, invece, cercare il modo di arginare il fenomeno. Per Peru, la scelta fatta con questo disegno di legge è totalmente sbagliata. Il governo Cappellacci aveva diminuito l’imposta sull’Irap, l’attuale centrosinistra aumenta l’Irap e l’Irpef. La conseguenza, secondo il vicepresidente del consiglio, è che con l’aumento delle tasse diminuiscono i consumi e si rallenta la produzione. Antonello Peru ha fatto appello alla maggioranza di ritirare la legge.

Angelo Carta (Psd’Az) sostiene che questa legge sia stata fatta più fuori dall’aula che in Consiglio regionale. Inoltre, questo disegno di legge lede la certezza del diritto. Secondo gli estensori del documento, infatti, questa legge ha effetto dal 1 gennaio 2015. Bene avrebbe fatto la giunta, prima di far coprire il disavanzo della sanità ai sardi, cercare altri modi come bloccare gli sprechi e dando dei tetti di spesa ai commissari. Nulla di tutto questo: il governo di centrosinistra ha scelto di aumentare le tasse.

Attilio Dedoni (Riformatori Sardi) ha detto che si tratta di un provvedimento senza legittimità, senza effetti, che produrrà danni e che impoverisce l’intero tessuto sociale. Per il capogruppo dei Riformatori  il centrosinistra poteva scegliere altre strade tipo una contrattazione seria con il Governo.

Per Fabrizio Anedda (Misto) bisogna eliminare gli sprechi e gestire meglio la cosa pubblica. Chi paga il deficit della sanità non può sopportare sprechi e inefficienze, non può tollerare una  cattiva gestione del personale. E’ necessario, ora più che mai, investire nella ricerca, gestire meglio le risorse e dare un grande segnale di rigore.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha asserito che, nonostante gli emendamenti presentati dalla giunta, se questo disegno di legge dovesse essere approvato, la Sardegna diventerebbe la regione campione d’Italia per tasso  di incidenza Irpef. Di fatto si è scelto di “vampirizzare” le famiglie sarde per pagare il buco nella sanità. Gianluigi Rubiu trova patetica e fuorviante cercare responsabilità pregresse. La nuova giunta regionale avrebbe dovuto trovare soluzioni innovative invece  si è fatto ricorso a consulenze esterne e si cerca di tagliare i servizi. Mentre il governo nazionale taglia le tasse, la Giunta dei professori tartassa i cittadini.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Pietro Cocco che ha difeso il Dl della Giunta. «Non è piacevole adottare un provvedimento che colpisce tutti – ha detto Cocco – occorre però parlare di numeri per capire l’entità del debito della sanità contratto tra il 2009 e il 2014. Nel 2008 si attestava a 2820 milioni di euro, nel 2014 ha toccato quota 3300 milioni». L’esponente della maggioranza si è poi chiesto come fare per trovare le risorse: «C’è un buco di 400 milioni. La metà del disavanzo (circa 200milioni di euro) sarà coperta attraverso tasse e nuove entrate. Abbiamo lavorato a lungo per recuperare le risorse: l’aumento Irpef è inevitabile».

Pietro Cocco ha poi respinto le accuse dell’opposizione. Rivolto al capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato: «Non è vero che l’aliquota Irpef è la più alta d’Italia, è una balla stratosferica. Se non fossimo stati una Regione a statuto speciale saremmo già commissariati come successo al Lazio».

Il capogruppo del Partito Democratico ha poi sottolineato il fatto che il provvedimento non tocca le fasce più deboli della società: «Di fatto vengono ridotte le tasse per i redditi più bassi, mentre chiediamo di più a chi se lo può permettere. Mi aspettavo altre considerazioni da parte della minoranza – ha concluso Cocco – in una democrazia dell’alternanza ognuno ha le sue responsabilità. Noi stiamo cercando di rimediare a una situazione difficile. Negli ultimi cinque anni non si è fatto a causa di una gestione dissennata».

Per l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci (Forza Italia) il provvedimento in discussione fa emergere in modo chiaro la diversità di impostazione e le profonde differenze di principio tra maggioranza ed opposizione.

«Ancora una volta l’aspetto più rilevante, l’architrave del vostro ragionamento, è la disinformazione alla quale si uniscono le menzogne e le false promesse – ha detto Cappellacci – in quest’aula la Giunta aveva assicurato un anno fa che non sarebbe stata aumentata l’Irpef, che non sarebbero stati introdotti nuovi tickets e l’abbattimento strutturale dell’Irap. Dopo un anno dove siamo arrivati? All’affermazione del principio classico: aumento delle tasse e probabilmente della spesa pubblica».

Il consigliere azzurro ha poi rivendicato l’operato della Giunta da lui presieduta sul fronte della Sanità. «Noi non abbiamo mai aumentato le tasse – ha affermato Cappellacci – il dato certo è che abbiamo abbattuto l’Irap. I numeri parlano chiaro: la relazione sul monitoraggio della spesa sanitaria della Ragioneria dello Stato dice che, durante la gestione Soru-Dirindin, la spesa è passata da 2438 a 3048 milioni di euro. Più 600 milioni: questo è il dato oggettivo». Cappellacci ha poi ricordato che durante la sua presidenza si è avuta una stabilizzazione della spesa sanitaria passata da 3048 a 3229 milioni di euro. «Occorre inoltre vedere come è stata fatta: in questo caso vi erano esempi di buona sanità rispetto al disastro attuale causato da una politica dissennata».

Ugo Cappellacci ha annunciato il voto contrario al provvedimento “per ragioni tecniche e politiche” ricordando che l’incremento delle aliquote Irpef potrebbe presentare profili di anticostituzionalità «perché non ha come fine lo sviluppo ma la copertura di un disavanzo».

L’ex presidente della Regione ha quindi proposto una via alternativa: «L’ipotesi di nuove tasse va abbandonata. E’ un provvedimento nefasto da fermare a tutti i costi. Occorre poi riflettere sull’accordo stipulato da Soru con il Governo Prodi: la Regione non può far fronte da sola alla spesa sanitaria».

Ugo Cappellacci, infine, ha invitato la Giunta a lavorare per ottenere una rimodulazione dei parametri Cipe sulla spesa sanitaria e a un’azione decisa per la riorganizzazione del sistema. «Avete annunciato interventi decisi per l’eliminazione degli sprechi e delle inefficienze – ha concluso Cappellacci – ma la riduzione dei costi non c’è stata».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha subito chiarito il sentimento dell’esecutivo. «Non è bello e non è facile presentare un provvedimento che introduce nuove tasse – ha esordito l’assessore – ci siamo arrivati dopo un lungo dibattito e dopo aver provato a seguire qualunque strada per evitare questa soluzione. Lo dico avendo la coscienza a posto ma sapendo che non ci sono altre possibilità se non fare tagli drastici che ammazzerebbero il bilancio regionale per tutte le spese extra sanità. A me non interessa dire chi ha generato il disavanzo, sposo la linea Sabatini. Ci sono responsabilità che verificherà la Commissione d’inchiesta, adesso la priorità è ridurre i costi e riportarli su livelli accettabili».

Paci ha quindi ricordato la difficoltà a lavorare su un disavanzo di queste dimensioni: «E’ difficile ma non impossibile, alcune regioni sono commissariate, noi ci accingiamo a varare il piano di rientro che presto sarà presentato al Consiglio. Lavoriamo alla riorganizzazione della rete ospedaliera e a una forte riduzione delle Asl. Ora però siamo di fronte a una scelta: caricare ancora di stanziamenti la sanità e aumentare i residui passivi o cambiare rotta. Il rendiconto della Regione, a fine 2013, presentava 5 miliardi di residui passivi e 4 di residui attivi con 2 milioni di perenzioni. Possiamo continuare a gestire questa situazione? Non è più possibile, le promesse di pagamento si devono trasformare in erogazioni. Il pareggio di bilancio ci ha permesso di pagare 100 milioni di euro in più ai creditori».

L’assessore ha spiegato l’impossibilità di ricorrere a ulteriori tagli di bilancio in alternativa all’introduzione di nuove tasse. «Non era possibile fare di più con 350 milioni di disavanzo. 210 milioni arrivano da una spending review interna, 140 milioni dall’incremento temporaneo delle tasse».

Paci ha poi annunciato l’aumento dell’Irap («come nel resto l’Italia») chiarendo però che si tratta di un provvedimento straordinario. «E’ vero che ho detto il contrario in aula, purtroppo non è stato possibile. Chiediamo un sacrifico temporaneo ai cittadini, spero che riusciremo a ridurre le tasse in tempi rapidi».

L’esponente dell’esecutivo ha poi lamentato il carico di nuove funzioni assegnate alla Sardegna nel campo della sanità: «Sono previsti costi aggiuntivi per i Lea e i farmaci innovativi. Occorrerà aprire una nuova vertenza con lo Stato per dire che con questi nuovi oneri c’è bisogno di una riduzione proporzionale degli accantonamenti a favore dello Stato. Oggi – ha rimarcato Paci – chiediamo un sacrifico ai cittadini che hanno di più e che possono permettersi di aiutare temporaneamente il sistema a rimettersi in sesto. Chiediamo anche un sacrifico alle imprese che però sarà compensato in parte da incentivi e misure per lo sviluppo. Mi auguro di poter tornare presto in aula a dire che i costi della sanità sono stati riportati sotto controllo».

Paci ha poi concluso il suo intervento escludendo profili di illegittimità del provvedimento: «Abbiamo eliminato la retroattività della norma. Le nuove tasse si applicheranno a partire dal 2016 – ha concluso l’assessore – lavoreremo per ridurre i costi e le inefficienze del sistema sanitario».

La consigliera del Centro democratico, Annamaria Busia (Sdl), nel suo intervento per dichiarazione di voto ha affermato: «Non voterò questo provvedimento ingiusto». L’esponente della maggioranza ha quindi ribadito le perplessità sulla legittimità della norma che prevede l’incremento dell’aliquota Irpef ed ha aggiunto: serve una soluzione diversa per il risanamento della sanità sarda, perché è evidente che le risorse aggiuntive alimenterebbero gli sprechi. Annamaria Busia ha auspicato un sistema sanitario sostenibile con l’ottimizzazione degli aspetti organizzativi ed un rafforzamento della sanità integrativa insieme con il contenimento della spesa.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha dichiarato di condividere le dichiarazioni delle consigliere della maggioranza Busia e Forma: ma io sarò conseguente e voterò contro l’aumento delle tasse.

Voto contrario è stato preannunciato dal consigliere Giuseppe Fasolino (Fi): «Vi siete candidati a fare i liquidatori della Regione sarda e a poco servono i rimprovere del capogruppo Pd alla minoranza consiliare che continuerà a svolgere il proprio compito opponendosi ad un provvedimento ingiusto e iniquo».

Il capogruppo dei “Popolari e socialisti”, Pierfranco Zanchetta, ha preannunciato voto favorevole: non stiamo imponendo balzelli ma chiediamo un sacrificio a chi può aiutare la Sardegna a ripianare un debito di proporzioni enormi.

Augusto Cherchi (Sovranità, democrazia e lavoro) ha preannunciato voto  a favore: non solo per gioco di squadra e per ragione di coscienza ma perché mi sento obbligato a farlo per risolvere la questione del debito della sanità sarda. «E’ una decisione sovranista – ha insistito Augusto Cherchi – perché è  un’assunzione di responsabilità per scongiurare un disastro».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fratelli d’Italia)n ha preannunciato voto contrario ed ha dichiarato di apprezzare la marcia indietro dell’assessore sull’applicazione retroattiva delle nuove aliquote. «La Giunta – ha concluso l’esponente della minoranza – non ha fatto niente per contenere la spesa sanitaria e cercare alternative per fare fronte al debito della sanità».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha ripreso la conclusione dell’intervento di Truzzu ed ha affermato: l’unica cosa che ha fatto la Giunta è commissariare le Asl in attesa della riforma sanitaria e si accinge a chiedere al Consiglio un’altra proroga per i commissari. «Forma e Busia vi hanno detto come stanno le cose – ha concluso Cossa – e cioè che mentre continuano gli sprechi, voi aumentate le tasse».

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato il voto contrario ed ha invitato l’assessore Paci a far cessare «i grandi proclami per poi rimangiarsi tutto come è stato fatto con l’Irap». «E’ una programmazione da dilettanti», ha insistito l’esponente della minoranza, «e mi chiedo cosa vi abbiano fatto di male i sardi che vi hanno anche votato alle ultime elezioni?»

Salvatore Demontis (Pd) ha parlato di dibattito paradossale ed ha affermato che il centrosinistra ha sbagliato a non dire ai sardi in sede di bilancio di previsione che si sarebbero potute aumentare le tasse per mettere riparo allo squilibrio lasciato dal centrodestra. «Dal 2008 – ha affermato l’esponente della maggioranza – il divario rispetto ai costi standard Cipe è cresciuto e i commissari hanno incominciato a lavorare nel gennaio 2015».  «La spesa non è aumentata – ha concluso Demontis – rispetto all’incremento degli anni precedenti e in un anno e mezzo di governo non si poteva recuperare il divario sulla sanità sarda».

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha sottolineato un generale clima di nervosismo tra i banchi del centrosinistra: «Forse il cambio di pazzo richiesto dal segretario del Pd agita molti ma resta un dato: per essere fedeli al patron di Tiscali proponete ricette indigeribili dove la specialità è quella di mettere le mani nelle tasche dei cittadini».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha paragonato l’intervento del capogruppo Pd, Pietro Cocco, non già a Pitagora (come aveva fatto Zanchetta) ma al sofista Zenone: che utilizzava i paradossi come quello che la tartaruga era più veloce del piè veloce Achille. «Paci indossa i panni di Elsa Fornero – ha aggiunto l’esponente della minoranza – per giustificarsi e si presenta come colui che deve eseguire l’amara sentenza mentre è parte fondamentale della decisione». Tunis ha quindi dichiarato voto contrario ed ha annunciato una serie di iniziative di protesta: la Cisl ha già proclamato lo sciopero generale e voi non potrete più nascondervi.

Luigi Crisponi (Riformatori) ha annunciato voto contrario («è un provvedimento inutile e iniquo; una vergogna ed una presa per i fondelli») e così si è polemicamente rivolto alla maggioranza: «Per quale motivo per vicende che riguardano Asl e acquisti di presidi sanitari un cittadino deve intervenire per sostenere chi consuma ogni anno 3, 5 miliardi di euro dei soldi dei sardi?».

Il capogruppo, Angelo Carta (Psd’Az), ha invitato la Giunta a procedere con una gestione autonomista: utilizzate lo Statuto solo in parte e vi sfido a ricorrere alle prerogative statutarie (articolo 3, articolo 12 e comma a) articolo 10) per affermare la nostra autonomia anche in materia di Enti locali.

Il consigliere di Forza Italia, Ugo Cappellacci, così si è rivolto al consigliere Demontis: «Nel suo intervento mi sembrava di sentire la linea dettata dal suo segretario nella finta direzione del Pd che si è tenuta la scorsa settimana». Cappellacci ha quindi affermato che è meglio riferirsi a Zalone piuttosto che a Zenone «visto che la Giunta dice: cado dalle nubi a proposito del debito e della spesa sanitaria dopo due anni di governo della Regione». «Voto contro – ha concluso il consigliere della minoranza – e la Giunta ha dimostrato di non essere capace di fare una previsione corretta sulla spesa sanitaria e sul fabbisogno della Regione».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha preannunciato voto contrario: non voglio confondermi con chi approverà un provvedimento incomprensibile per la maggior parte dei sardi. Il consigliere della minoranza ha ricordato i bandi milionari per i lavoratori interinali indetti dai commissari Asl ed ha concluso: «State distruggendo la sanità sarda e fatte operazioni da scarafaggi».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha annunciato voto contrario: pensavo che la proposta di buon senso di rivedere il provvedimento e rispedirlo in commissione, come ha chiesto la consigliera Busia, fosse accolta. «Create gabelle su gabelle e un sistema impositivo iniquo – ha aggiunto l’esponete della minoranza – aumentante Irpef per il 65% dei sardi e noi faremo il nostro dovere fino in fondo contrastando una misura iniqua che crea povertà nella nostra Regione».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha dichiarato di prendere atto della decisione della Giunta di «correggere il tiro sulla retroattività dell’aumento dell’imposta Irpef» ma ha domandato alla Giunta spiegazioni «su quale sia la norma in base alla quale, quanto sostiene il ministero dell’Economia sul limite dello 0.5% per l’aumento Irpef, non sia applicabile alla regione sarda». «L’altra osservazione – ha concluso il consigliere sardista – è quale sia lo strumento che ci consente di qualificare l’aumento dell’Irpef come misura per lo sviluppo dell’isola ai sensi dell’articolo 10 dello Statuto».

Antonio Solinas (Pd) ha annunciato voto favorevole ed ha affermato che «lo sbilanciamento in sanità riguarda in larga parte la spesa della passata legislatura». «Non è la prima volta che ci spetta il compito di porre rimedio ai danni causati dal centrodestra – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – e dobbiamo fare un piano di rientro da 400 milioni di euro che non possiamo realizzare tagliando uteriori risorse dal già risicato bilancio».

Il consigliere di Forza Italia, Alberto Randazzo, ha annunciato voto contrario ed ha denunciato una nuova rimodulazione della spesa: destinate 8 milioni di euro per fare spesa sanitaria a Desulo. «Chiedete sacrifici per sanare il debito della sanità – ha concluso Randazzo – e ne fatte di nuovi ogni giorno».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha parlato di “debole difesa” della maggioranza alle giustificazioni offerte dall’assessore Paci. «Abbiate il coraggio di dire ciò che hanno detto Busia e Forma – ha concluso il consigliere della minoranza – caro assessore ha preso una cantonata, fermiamoci un attimo e troviamo un’altra soluzione»

Conclusa la discussione generale, il presidente del Consiglio ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti a favore e 23 contrari.

Dopo il voto sul passaggio agli articoli  è stato dato il parere sugli emendamenti. Giunta e commissione hanno dato parere contrario su tutti gli emendamenti fuorchè sul 169. Il primo ad intervenire nella discussione generale dell’articolo 1 e degli emendamenti ad esso collegati è stato Mario Floris (Misto) che  ha ribadito che il vero errore è stato chiudere la vertenza entrate con lo Stato caricando alla Sardegna i costi dei settori trasporti e sanità. Per l’ex presidente della Regione l’unica soluzione è riaprire immediatamente una vertenza vera sulle entrate. Per Alessandra Zedda (FI) la giunta sta facendo la politica del gambero ma l’opposizione non ci sarà. Paolo Truzzu (Misto) ha sottolineato che questo provvedimento non risolverà niente e spera che le cifre del disavanzo siano veritiere e non peggiori. Paolo Truzzu ha detto di essere preoccupato per il doppio binario della Giunta: da  una parte vuole varare un provvedimento per sanare il deficit e poi dall’altra vuole aumentare di una unità i commissari delle ASL. Stefano Tunis (Forza Italia) ha sostenuto che la maggioranza deve assumersi la responsabilità delle azioni fatte in passato di accollarsi le spese della sanità. Scelta scellerata anche quella di abbandonare il patto di stabilità. Restituite la parola agli elettori – ha concluso – ve ne saranno grati. Gianni Lampis (Misto) ha ricordato che quando si aumentano le tasse si diminuisce la crescita. Il consigliere del gruppo Misto ha suggerito alla maggioranza di chiamare l’Anci, perché anche in questa materia potrebbe scrivere un provvedimento migliore. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto alla presidenza del Consiglio, ancora una volta, di certificare l’ammissibilità di questo disegno di legge. Secondo Pittalis si vuole approvare un provvedimento illegittimo. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha messo in guardia contro la patologia del sistema. L’aumento della spesa sanitaria negli ultimi tre anni è fisiologica. Ma questa misura di aumentare le tasse,  prevista in questo DL, non serve a niente. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che l’assessore Paci passerà alla storia come un assessore che sotto Natale ha fatto approvare un velenoso aumento dell’Irpef e dell’Irap. Crisponi ha preannunciato un lungo dibattito sugli emendamenti. Sarà un calvario come è un calvario far pagare tante tasse ai sardi. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha messo in guardia contro pericolosi salti nel buio. Pietro Pittalis (FI) ha ricordato che la Giunta aveva preso l’impegno di portare bilancio e finanziaria entro i tempi previsti. Oggi non solo non si vede nessun provvedimento ma sotto l’albero dei sardi c’è l’inasprimento delle aliquote. Sull’emendamento soppressivo totale all’articolo 1 n. 1 (uguale al 143 e 159) sono intervenuti per dichiarazione di voto: Marco Tedde (FI) che ha detto che la maggioranza  sta facendo il grosso errore di  calpestare l’articolo 10 dello Statuto; Alessandra Zedda che ha ribadito il voto a favore sugli  emendamenti soppressivi totali dell’articolo 1. Per Zedda questo articolo 1, oltre a incidere nelle tasche dei sardi, è anche illegittimo; Michele Cossa (Riformatori sardi) per il quale la logica che sta portando avanti la maggioranza è deprimere l’economia; Ignazio Locci (Forza Italia) che è convinto che le aliquote non debbano essere inasprite; Paolo Truzzu (Misto) che ha detto alla maggioranza che con questa legge si sancisce il fallimento della loro politica di questi anni; Pietro Pittalis (Forza Italia) che voterà a favore di questi emendamenti soppressivi per una duplice ragione: da un lato si obbligano  i sardi a pagare il disavanzo della sanità, ma dall’altro non si spiegano ai cittadini le ragioni per le quali la regione debba  restituire all’Unione europea oltre 59 milioni di euro. Il dibattito è proseguito con l’intervento di  Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che è stato molto critico dell’azione di questa giunta responsabile, tra l’altro, della fuga di Ryanair, del pasticcio Tirrenia, dello spolpamento delle filiere produttive. Gianni Lampis (Misto)  ha fatto un appello alla maggioranza: aumentare le tasse ai sardi vuol dire aumentare l’evasione fiscale senza risolvere nulla; Roberto Deriu (Pd) ha detto che non è possibile sopprimere totalmente l’articolo 1. Deriu ha ammesso che il centrosinistra non è ancora riuscito a rimediare ai danni fatti dal centrodestra e che con molta sofferenza voterà questo DL che è necessario per risanare il deficit sanitario. Giuseppe Fasolino (Forza Italia)  ha detto che la maggioranza non ha un progetto, va  avanti a stenti, non ha una linea. Forse è il caso che voi andiate a casa. Angelo Carta (Psd’Az) ha ricordato che il No al disegno di legge è al metodo, bisogna trovare strumenti diversi.

L’emendamento 1 soppressivo totale dell’articolo 1 (uguale agli emendamenti 159 e 143) è stato bocciato (votanti 50, sì 18, no 32).

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento 170 all’emendamento 169 presentato dalla Giunta. Il testo prevede un’ulteriore riduzione delle aliquote Irpef con l’azzeramento per i redditi fino a 28mila euro.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha spiegato la ratio della proposta: «Le riduzioni non bastano. Se si vuole intervenire su una grande fetta della popolazione si intervenga per azzerare le aliquote sfruttando l’opportunità dell’art. 10 dello Statuto».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento n. 170: «Sarebbe un segnale per l’aula se la maggioranza accettasse di votarlo. Metterebbe in pace l’opposizione che non vuole fare una propaganda anti-tasse ma crede che chi ha di più deve contribuire di più».

Voto favorevole ha annunciato anche il consigliere dei Riformatori Michele Cossa che ha elencato in aula i dati sulla spesa sanitaria degli ultimi 5 anni forniti dalla Ragioneria dello Stato: 3.125 milioni per il 2010, 3179 per il 2011, 3225 per il 2012, 3184 per il 2013 e 3233 per il 2014. «Non è un incremento che giustifica un intervento draconiano. Se l’assessore Paci ha altri dati li presenti in Aula in modo da avere un quadro chiaro della dimensione del problema».

Secondo Paolo Truzzu (Fd’I) la proposta può essere accolta perché aiuta le fasce più deboli della popolazione. Rispondendo al collega Deriu (Pd), Truzzu ha detto che il vero ideatore del provvedimento si trova fuori dall’Aula: «Oggi – ha concluso – pagate le scelte del passato e l’accordo Soru-Prodi che ha caricato sulle spalle della Regione l’intero peso della spesa sanitaria».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha chiesto alla maggioranza di consentire all’opposizione di svolgere il proprio ruolo: «Anziché censurare i nostri emendamenti dovreste censurare le spese pazze dei commissari delle Asl che portano consulenti dalla penisola».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha difeso l’azione della minoranza: «Ci accusate di non presentare proposte, questa è la nostra risposta: cerchiamo di intervenire a favore delle fasce più deboli azzerando le tasse a loro carico».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha svelato di aver appreso da ambienti vicini alla Giunta la notizia della presentazione di un emendamento per l’introduzione della Asl unica dal 1° luglio 2016. «E’ una proposta condivisibile – ha detto Carta – va verso la riduzione della spesa». Carta ha poi annunciato il suo voto favorevole all’emendamento che consentirebbe di addolcire la pillola ai contribuenti.

Al termine degli interventi per dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 170 che è stato respinto dall’Aula.

Si è aperta quindi la discussione sull’emendamento n.169 presentato dalla Giunta regionale che sostituisce l’intero testo dell’articolo 1. La proposta dell’esecutivo prevede la riduzione delle aliquote Irpef, per le diverse fasce di reddito, rispetto alla formulazione iniziale e cancella la retroattività della norma stabilendo l’applicazione della nuova tassa a partire dal 2016.

L’emendamento della Giunta introduce un’aliquota dello 0,95% per i redditi fino a 15mila euro; dell’1,20% per quelli oltre i 15mila e fino a 28mila; del 2,70% per redditi oltre i 28mila e fino a 55mila; del 3,20% oltre i 55mila e fino ai 75mila; del 3,33% per i redditi oltre i 75mila euro.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha accusato la maggioranza di aver abbandonato la strada dell’Autonomia, dimenticato lo spirito sardista, e omologato le politiche regionali a quelle nazionali. «Il piano di rientro del disavanzo della sanità è truccato con norme incomprensibili – ha detto Locci – il vostro obiettivo è stare dentro le logiche nazionali».

Michele Cossa (Riformatori) ha annunciato il suo voto contrario: «Non riusciamo a dare un senso a questa proposta. Gli incrementi di spesa secondo i dati della Ragioneria non sono cosi eclatanti».

Alessandra Zedda ha puntato l’indice contro la Giunta: «Il vostro approccio al confronto è di bassissimo livello. Il testo dell’emendamento è stato pubblicato dai giornali prima di essere presentato in Aula, si tratta di un atto di scortesia istituzionale». Zedda ha poi rivolto un invito alla maggioranza: «Sarebbe il caso che verifichiate l’applicabilità dell’articolo con il quale è stata reintrodotta l’Irap con aliquota intera. Potrebbe palesarsi un profilo di illegittimità».

Marco Tedde (Forza Italia) ha accusato la Giunta di avete annunciato la riduzione dell’Irap del 25% come panacea di tutti i mali e di averla poi reintrodotta a pochi mesi di distanza. «Gli imprenditori insorgono ma da parte vostra c’è distrazione totale sulle ragioni dell’impresa».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sostenuto che il provvedimento colpisce la piccola impresa, il commercio e l’artigianato. «I commissari delle Asl non hanno risolto il problema dell’aumento della spesa sanitaria. In due anni non si sono mai presentati davanti alla Commissione Sanità».

Secondo Paolo Truzzu (Fd’Italia), la maggioranza non dimostra di voler porre fine a un sistema. «Mi sembra invece che lo si voglia incrementare e allo stesso tempo si voglia dare un colpo mortale all’economia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato alla Giunta di aver annunciato, pochi mesi fa, la riduzione dell’Irap come strumento per lo sviluppo: «Abbiamo votato insieme per l’abbattimento della tassa sulle attività produttive e oggi la cancelliamo con un colpo di spugna. E’ un intervento che allontana la Sardegna da prospettive di benessere e di crescita».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di grave separazione tra buona e cattiva politica. «L’impressione è che la maggioranza mostri fastidio nei confronti di chi cerca di approfondire un problema rilevante per cittadini e filiera produttiva».

Molto critico l’intervento di Attilio Dedoni (Riformatori): «State facendo del male a chi non può difendersi – ha affermato il consigliere di minoranza – state colpendo famiglie che hanno bisogno».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.169 che è stato approvato con 30 voti a favore e 19 contrari.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha domandato al presidente del Consiglio una verifica sull’effettiva decadenza di tutti gli emendamenti all’articolo 1 in quanto, a suo giudizio, nella sostanza non interveniva nel secondo comma e pertanto gli emendamenti ad esso riferibili non sarebbero decaduti.

Il presidente del Consiglio ha confermato la decadenza di tutti gli emendamenti in quanto l’emendamento approvato è stato classificato come “sostitutivo totale” e sostituisce dunque l’intero articolo 1. Il presidente Ganau ha quindi annunciato la presentazione di tre emendamenti soppressivi totali (152, 165 e 166) all’articolo 2 (entrata in vigore) e che pertanto si è proceduto con la discussione delle proposte di modifiche ma la votazione ha riguardato il mantenimento dell’articolo così come formulato nel testo approdato all’esame dell’Aula. che  presidente Ganau conferma la decadenza.

I consiglieri Cossa e Pittalis hanno invitato il presidente del Consiglio a rivedere la decisione ed hanno ricordato precedenti interpretazioni differenti rispetto a quella assunta dalla presidenza. Il presidente Ganau ha confermato la decadenza di tutti gli emendamenti.

Alessandra Zedda (FI), ha rivolto un ulteriore invito alla maggioranza per valutare «il combinato disposto che deriva dall’approvazione dell’emendamento». «Con questo provvedimento – ha dichiarato l’esponente della minoranza – contribuite a complicare la sopravvivenza dei sardi, soprattutto amplificate le difficoltà del ceto medio che sopporta l’incidenza maggiore degli aumenti: avete intrapreso una strada aguzzina».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha dichiarato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi ed ha contestato la decisione della presidenza sulla decadenza degli emendamenti all’articolo 1. L’esponente della minoranza ha concluso affermando: non c’è giustificazione legata al deficit sanitario per adottare un provvedimento lacrime e sangue.

Marco Tedde (Fi) ha criticato l’interpretazione della presidenza sulla decadenza degli emendamenti ed ha concluso: «Con l’articolo 2 mettete il suggello ad una legge infausta e dopo il mutuo che ha indebitato i sardi aumentate Irpef e Irap».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto pesanti critiche al Ganau: «Sta dando corso a ciò che ha detto il capogruppo del Pd sul fatto che la minoranza non può neppure proporre emendamenti e l’emendamento della giunta è una escamotage che lei ha avvallato». «Non sta garantendo lo svolgimento democratico della discussione», ha insistito l’esponente della minoranza, «dando il destro alla maggioranza che vuole scappare dal confronto e che vuole imporre tempi e scelte in quest’Aula e alla Sardegna».

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori), ha proseguito con le proteste rivolte alla presidenza ed ha affermato che «la democrazia va rispettata anche quando commettete il grave errore di, mettere le mani nelle tasche dei sardi».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha insistito sulla decadenza degli emendamenti all’articolo 1 ed ha dichiarato che nella precedente legislatura presidenza del Consiglio e funzionari avrebbero dato una differente interpretazione. «Ci attrezzeremo anche per contrastare le furberie – ha dichiarato l’esponente della minoranza – e preannuncio proteste e raccolte firme per opporci anche fuori da quest’Aula a questa vostra nefandezza».

Il presidente del Consiglio ha quindi invitato i consiglieri al rispetto dei dirigenti e dei funzionari del Consiglio ed ha ricordato l’ultima interpretazione della presidente del Lombardo in ordine alla decadenza degli emendamenti dopo l’approvazione di un sostitutivo totale in occasione dell’esame della legge statutaria regionale.

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’articolo 2 che è stato approvato con 32 voti favorevoli e 19 contrari.

L’Aula ha poi esaminato un ordine del giorno (Mario Floris e più) sulla ricontrattazione con lo Stato della copertura dei costi del Servizio sanitario regionale. Questo ordine del giorno impegna il presidente della Regione e la giunta a ricontrattare con urgenza gli accordi a suo tempo raggiunti in ordine alla copertura dei costi del Sistema Sanitario regionale, riportando a carico dello Stato una quota sufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema fino al raggiungimento di un adeguato regime di entrate e di trasferimenti, che tenga conto dello stato di insularità e dei relativi svantaggi strutturali e permanenti. Il parere della giunta su questo ordine del giorno è stato negativo.  

Sull’ordine del giorno sono intervenuti: Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna)che ha sottolineato l’importanza del tema che si vuole affrontare in questo ordine del giorno, Michele Cossa (Riformatori sardi)che ha detto che questo ordine del giorno ha il pregio di risollevare il problema della rinegoziazione, Mario Floris (Misto) che ha espresso delusione per il parere contrario espresso dalla giunta. L’ex presidente della Regione ha ribadito che bisogna riaprire la vertenza Sardegna e che la Sardegna deve liberarsi di una giunta di professori convinta che bisogna evitare ogni conflittualità con Roma. E’ poi intervenuto Ugo Cappellacci (FI) che ha espresso stupore per il parere negativo della giunta sul provvedimento. Pietro Cocco (Pd) ha detto che voterà no perché l’argomento è talmente importante che merita ben altro che un ordine del giorno e ha auspicato che l’argomento sia affrontato al più presto dal Consiglio. Angelo Carta (Psd’Az) sono d’accordo che gli ordini del giorno sono carta straccia ma approvarlo sarebbe stata un’occasione per esprime una volontà del Consiglio sull’argomento. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ammesso  che un odg rappresenta poco, ma il parere del centrosinistra doveva essere positivo.

Mario Floris ha ritirato l’ordine del giorno.

Dopo il ritiro dell’ordine del giorno il presidente Ganau ha messo in votazione il DL 291/A. Per dichiarazione di voto sono intervenuti: 

Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha dichiarato che questo provvedimento è un’ingiustizia sociale. Sarà un incubo per i sardi. L’auspicio è di trovare una maggioranza più aperta al confronto

Michele Cossa (Riformatori sardi) che ha detto che questo è un provvedimento di straordinaria gravità che avrà un devastante effetto depressivo dell’economia. Noi scenderemo in piazza per impedire che questo crimine contro i sardi sia portato a termine.

Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) che ha aggiunto che “il dado è tratto”, la maggioranza ha deciso che la pressione fiscale aumenta, vi prenderete tutte le responsabilità. Noi da domani metteremo in campo ogni iniziativa per far conoscere ai sardi cosa avete fatto.

Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha detto che il premier Renzi ha appena annunciato agli italiani  che viene abbassata l’imposizione fiscale, invece in  Sardegna la pressione fiscale aumenta. I sardi sono cittadini di serie B. E’ una sconfitta per la Sardegna.  

Antonello Peru (Forza Italia Sardegna) che ha sottolineato che questo disegno di legge è la peggiore soluzione per risolvere i problemi della sanità.

Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti) che ha chiesto a tutti senso di responsabilità. E’ un provvedimento impopolare ma che serve ad arginare il disavanzo sanitario.

Roberto Desini (sovranità, democrazia e lavoro) ha detto che oggi è stato uno dei giorni più difficili da quando è in Consiglio regionale. Questo provvedimento è contrario a quello che sto facendo nel mio comune, ma capisco che chi governa deve prendere delle responsabilità. Roberto Desini ha fatto un appello al Presidente Pigliaru: noi oggi stiamo approvando un provvedimento che non vorremmo approvare, chiediamo che il nostro presidente adotti i provvedimenti necessari per creare una sanità migliore.

Alberto Randazzo (Forza Italia) ha dichiarato il voto contrario al disegno di legge e ha  chiesto al presidente se sono pervenuti emendamenti al Dl 293.

Il presidente Ganau  ha risposto che sono stati presentati 212 emendamenti.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato il voto contrario alla legge. 

Il disegno di legge, messo in votazione con voto elettronico palese, è stato approvato (votanti 50, sì 31, no 19).

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Domenica 15 novembre inizieranno lo sciopero della fame gli “invisibili”, i malati seguiti dal servizio di assistenza domiciliare integrata.

«Quindicesimo giorno di sciopero. Due settimane senza assistenza medica e infermieristica. Due pazienti ventilati ricoverati in Rianimazione. Dieci giorni di silenzio dell’Assessore. Questi i numeri dall’avvio del nuovo sistema di assistenza domiciliare. La protesta non si ferma. Chiediamo risposte vere, serie, precise, puntuali e urgenti» si legge in una nota stampa dell’associazione Le Rondini.

«Dopo l’audizione in commissione Sanità dell’assessore Luigi Arru sulla situazione dei pazienti della ASL 7 – si legge ancora nella nota -, sul sito del Consiglio regionale si legge: “Fermo restando questo quadro di riferimento, ha aggiunto Arru, possiamo sperimentare, anche un modo graduale, un modello sardo ancora più adatto alle nostre specificità, senza però avere paura dei cambiamenti”.»

«Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci e Alberto Randazzo (Forza Italia), Augusto Cherchi (Sdl), Gianluigi Rubiu (Udc), Pietro Cocco e Rossella Pinna (Pd), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto una moratoria del nuovo modello di assistenza fino al 31 dicembre prossimo, in modo da analizzare in modo puntuale le criticità riscontrate e mettere a punto i necessari interventi migliorativi.

L’assessore Arru ha condiviso la proposta ed il presidente Raimondo Perra, raccogliendo le indicazioni scaturite dal dibattito, ha annunciato che la commissione predisporrà in tempi molto brevi un documento di indirizzo da sottoporre all’assessore.»

«Pur essendo evidente che i tempi della politica sono ben distanti da quelli dei malati, non possiamo fare a meno di considerare che si sta profilando un aspetto ben più grave quale quello della mancata assunzione di impegno da parte dell’assessore Arru, non nuovo a questo genere di comportamenti che, ricordiamo, ha già messo in atto nel mese di agosto. Tante parole ma pochi fatti o, per meglio dire, fatti che non coincidono con le parole. Intanto, il rinnovato sistema del commissario Antonio Onnis ha già messo in luce le prime crepe: non esiste alcuna organizzazione per la gestione delle urgenze come denunciato nei giorni scorsi dalla figlia di un paziente affetto da SLA, tutt’oggi ricoverato in Rianimazione. E a dimostrazione di quanto viene sottovalutata la gravità dei pazienti in ventilazione meccanica domiciliare vogliamo richiamare la dichiarazione del direttore sanitario dottor Maggetti, il quale, nel corso dell’incontro in assessorato del 27/10/2015, ha ammesso, senza vergogna, che un medico del nuovo servizio non possiede competenze specifiche. Non possiamo accettare tanta superficialità; non vogliamo che passi il concetto che l’assistenza ai malati ventilati sia un gioco da ragazzi perché noi che da anni viviamo situazioni critiche sappiamo bene che “NELLE URGENZE NON SI IMPROVVISA”. I nostri cari sono a tutti gli effetti OSPEDALIZZATI A DOMICILIO e hanno tutto il diritto di pretendere un’assistenza qualificata.»

«Così come pretendiamo serietà e coerenza istituzionale da parte dell’Assessore nel dare seguito agli impegni assunti rendendo operativa la proroga del vecchio sistema perché NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE. Da più parti la nostra protesta viene criticata nella sua metodica applicativa; rifiutare l’assistenza medica e infermieristica non è lo strumento giusto, ci dicono che il sistema si può contestare diversamente. Ma i nostri familiari possiedono un unico strumento di lotta: la propria vita, e metterla a repentaglio è il solo modo per veder riconosciuti i propri diritti. Ed è per questo che, Vincenza Tiddia, Elena Scanu, Antonella Gabbia, Riccardo Zara, Salvatore Zedda e Massimiliano Collu, per tramite dell’Associazione Le Rondini, annunciano che da domenica 15 Novembre inizieranno lo sciopero della fame, riducendo l’alimentazione al 50% per passare in breve tempo al 100% fino allo sciopero della sete. E questa, per chi non l’avesse capito – conclude l’associazione Le Rondini -, si chiama ASSUNZIONE DI IMPEGNO!»

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L’emergenza che ha investito il comparto dei beni culturali e ambientali ed in particolare le coop che operano nelle gestioni di musei e di siti archeologici, è stata al centro stamane, dell’audizione di Agci, Legacoop e Confcooperative, in Seconda commissione.

Marco Benoni (Confcooperative), Claudio Atzori (Legacoop) e Sergio Cardia (Agci) nei loro rispettivi interventi hanno avanzato la richiesta unanime affinché la commissione Cultura rafforzi e sostenga il recente impegno assunto anche dal presidente della Giunta Pigliaru e dall’assessore Claudia Firino, per reperire le risorse necessarie, stimate in circa 3,5 milioni di euro, per le gestioni dei musei e delle aree archeologiche dell’Isola, riallineando così gli stanziamenti, dopo il taglio nel bilancio effettuato nel 2015.

Lo stanziamento finale si concretizzerebbe, quindi, in circa 18 milioni di euro e corrisponde alla cifra necessaria per assicurare la copertura del costo del lavoro per i circa 800 addetti impegnati nel sistema delle gestioni comunali. Al momento, infatti, le risorse erogate dalla Regione sono sufficienti a soddisfare solo l’85% del costo lavoro e lasciano senza copertura la quota imputabile ai costi generali e a quelli delle attrezzature.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha ribadito l’impegno, annunciato nel corso dell’audizione del “Coordinamento nessuno a casa” (a cui aderiscono la maggior parte dei lavoratori impiegati attraverso le coop nelle attività di gestione dei beni culturali e ambientali)  per un tempestivo intervento nei confronti della Giunta, al fine di reperire nell’immediato le risorse necessarie alla copertura del costo del lavoro. Gavino Manca ha inoltre ipotizzato il ricorso alla procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno del Consiglio) per approvare rapidamente lo stanziamento di tali risorse ed ha altresì ribadito la volontà di procedere in tempi brevi con l’esame di un nuovo provvedimento legislativo per favorire la razionalizzazione delle gestioni e garantire stabilità e opportunità di crescita al comparto.

I rappresentanti delle organizzazioni cooperativistiche hanno quindi dichiarato piena disponibilità al confronto per procedere nel verso di una legge che punti a realizzare un vero e proprio sistema culturale della Sardegna ma non hanno nascosto sottolineature critiche verso la proposta di legge presentata in materia e che punta alla stabilizzazione dei lavoratori con la creazione di una fondazione unica.

Sollecitati anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento avanzate dai consiglieri Gianmario Tendas (Pd), Rossella Pinna (Pd), Piero Comandini (Pd), Fabrizio Anedda (Misto-Prc), Ignazio Locci (Fi) e Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), i rappresentanti di Legacoop, Confcooperative e Agci hanno illustrato nei dettagli i meccanismi di affidamento delle gestioni e rappresentato con schiettezza le crescenti difficoltà che derivano dall’indisponibilità delle risorse a valere sul 2015, evidenziando il fatto che senza un intervento immediato della Regione, alle diverse coop che operano nei musei e nei siti archeologici non resta altra strada se non quella dell’avvio delle procedure di licenziamento.

Museo Sant'Antioco copia

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L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha illustrato stamane in VI commissione il disegno di legge n° 277 in materia di sanità pubblica.

«La legge intende raggiungere tre obiettivi principali: consentire alle Asl di garantire i tempi medi di pagamento per il 2015, riallineare le voci crediti-debiti fra aziende e Regione e sanare le passività pregresse, mantenendo inalterata la qualità dei servizi e delle prestazioni» ha detto l’assessore della Sanità, che ha fornito i dati relativi al conti del sistema sanitario regionale, frutto del lavoro di analisi del comitato di monitoraggio trimestrale sulla spesa recentemente costituito ed aggiornati all’ultimo report di ottobre.

«Per il 2014 – ha spiegato – la perdita accertata è di 217 milioni mentre quella tendenziale per il 2015 è di circa 399 milioni, dato su cui hanno inciso prevalentemente i costi per i farmaci innovativi contro l’epatite C (52 milioni), l’Irap (58), le indennità previste per i dirigenti con contratto di esclusiva (5) e i contenziosi arrivati a sentenza delle ex Usl.»

«Il provvedimento – ha aggiunto l’assessore – prevede inoltre la copertura per il 2016 (28 milioni) di una voce di spesa classificata correttamente come credito nei confronti della Regione dalle aziende in base ad una delibera del 2006 frutto di un accordo fra il Governo e le Regioni, rimasta da allora senza stanziamento nel bilancio regionale.»

«Oltre alla parte strettamente finanziaria – ha concluso Luigi Arru – la legge introduce una nuova disciplina dei rapporti fra Regione ed aziende sanitarie, che potranno chiedere anticipazioni pari ad un dodicesimo dei propri ricavi e mutui decennali per investimento fino ad un massimo del 15% delle entrate correnti: anticipazioni e mutui dovranno essere autorizzati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore della Sanità.»

Nel successivo dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Luigi Ruggeri (Pd), Fabrizio Anedda (Misto), Augusto Cherchi (Sdl) ed Alberto Randazzo (Forza Italia).

Luigi Arru 2

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La VI commissione del Cionsiglio regionale ha sentito oggi in audizione l’assessore della Sanità sulle modalità di erogazione del servizio Adi nella Asl 7.

«L’assessorato sta seguendo con il massimo impegno la situazione dei pazienti della Asl 7 – ha detto Luigi Arru – ed è disponibile ad un intervento di mediazione per rassicurare le famiglie ed introdurre nuovi miglioramenti del servizio.»

Nel suo intervento Arru ha ricordato che «il nuovo modello di assistenza multidisciplinare curato da una equipe composta da diversi specialisti è quello definito dalla conferenza Stato-Regioni ed ha l’obiettivo quello di prevenire le crisi oltre che di gestirle, accompagnando questa tipologia di pazienti particolarmente complessa in un percorso in cui gli operatori, fra i quali il medico di famiglia, lavorino a stretto contatto con l’ambiente famigliare».

«Fermo restando questo quadro di riferimento – ha aggiunto Arru – possiamo sperimentare, anche un modo graduale, un modello sardo ancora più adatto alle nostre specificità, senza però avere paura dei cambiamenti.»

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci e Alberto Randazzo (Forza Italia), Augusto Cherchi (Sdl), Gianluigi Rubiu (Udc), Pietro Cocco e Rossella Pinna (Pd), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, in particolare, ha proposto una moratoria del nuovo modello di assistenza fino al 31 dicembre prossimo, in modo da analizzare in modo puntuale le criticità riscontrate e mettere a punto i necessari interventi migliorativi.

L’assessore Arru ha condiviso la proposta ed il presidente Raimondo Perra, raccogliendo le indicazioni scaturite dal dibattito, ha annunciato che la commissione predisporrà in tempi molto brevi un documento di indirizzo da sottoporre all’assessore.

Luigi Arru 2

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato alla VI commissione (Sanità-Politiche sociali), presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi), il programma contro le povertà approvato dalla Giunta il 2 ottobre scorso.

«Con lo stanziamento di 30 milioni per il contrasto alle povertà estreme, cifra fra le più alte d’Italia – ha detto l’assessore Arru -, la Sardegna avvia un percorso nuovo, verso un welfare che non si esaurisce nel sostegno al reddito ma cerca di dare alle persone più qualità di vita, più benessere, più capacita di inserirsi nella vita di relazione.»

«Le risorse del programma – ha aggiunto Luigi Arru – andranno per la maggior parte ai Comuni (24 milioni) secondo un criterio di ripartizione concordato con l’Anci ed articolato sostanzialmente su quote assegnate in base alla popolazione residente ed al numero di disoccupati presenti nelle varie realtà territoriali”. Ma ci sono anche interventi a favore delle famiglie numerose (4 figli), delle Charitas della Sardegna e degli emigrati che sfortunatamente hanno fatto ritorno nell’Isola in condizioni di povertà, oltre a misure per abbattere il costo dei servizi e progetti di pubblica utilità.»

«E’ un primo passo – ha concluso Luigi Arru – verso una visione complessiva di welfare generativo che presuppone una conoscenza molto approfondita della società sarda che ancora non possediamo, soprattutto a causa della mancanza di dati, e dei fenomeni che l’attraversano; nel medio periodo il nostro obiettivo è quello di acquisire il massimo delle conoscenze in modo da migliorare l’efficacia della spesa e, soprattutto, controllare i risultati ottenuti.»

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Luigi Ruggeri, Daniela Forma, Lorenzo Cozzolino e Rossella Pinna del Pd, Fabrizio Anedda del Misto, Alberto Randazzo di Forza Italia, Luca Pizzuto di Sel ed Augusto Cherchi (Soberania-Indipendetzia).

Luigi Arru 2

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I consiglieri dei Rossomori, Paolo Zedda e Emilio Usula, hanno illustrato questa mattina alla stampa la mozione n. 169 (sottoscritta anche da altri otto consiglieri della maggioranza) in materia di TTIP (Transatlantic Trade and Investiment Partnership), il trattato di libero scambio e sul commercio, in fase di negoziazione tra Stati Uniti e Unione Europea,  che dal 19 al 23 ottobre, vedrà a Miami lo svolgersi dell’undicesimo round di negoziati tra i rappresentanti del Vecchio Continente e degli Usa.

«Vogliamo che la Sardegna sia parte attiva di questi processi che rischiano di penalizzare l’Isola nei settori chiave dello sviluppo, ad incominciare da quello dell’agroalimentare,  e che minacciano la sicurezza ambientale e sanitaria della nostra comunità»,  hanno dichiarato Usula e Zedda che hanno ricordato come il tema sia particolarmente sentito in Europa («dove ormai da tempo si tengono imponenti manifestazioni di protesta come quella che ha portato in piazza circa 250mila persone a Berlino») ma che «è praticamente sconosciuto in Italia e in Sardegna».

Paolo Zedda ha quindi illustrato in sintesi gli obiettivi dichiarati del TTIP (aumentare gli scambi e gli investimenti con la creazione di un mercato transatlantico con la semplificazione e l’omogeneizzazione delle normative e l’abbattimento dei dazi doganali) ed ha però evidenziato i rischi cui andrebbe incontro la Sardegna e che riguardano principalmente la perdita di sovranità, anche alimentare, a favore delle multinazionali e le ripercussioni negative in termini di diritto alla salute e dei diritti dei lavoratori, nonché il pericolo di una progressiva riduzione degli standard di sicurezza alimentari fino alla «possibilità di una nuova ondata di privatizzazioni in settori chiave come quelli della Sanità e dell’Istruzione».

A questo proposito, il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha puntato il dito contro il TISA (Trade in Services Agreement) il trattato che attiene la liberalizzazione dei servizi e che offre, in sostanza, «la possibilità di esportare i servizi sanitari e turistico-sanitari, trasformando così anche la salute dei cittadini in un grande mercato globale».

«Serve contrastare con forza le pratiche poco trasparenti e i contenuti fino ad ora emersi del TTIP e del TISA – hanno incalzato i due esponenti dei Rossomori – ed è per queste ragioni che  auspichiamo una mobilitazione del Consiglio regionale, di tutte le forze politiche e sociali con l’obiettivo di fermare un trattato che svantaggia i piccoli territori e le comunità e minaccia la democrazia insieme con la nostra identità di sardi.»

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il consigliere del comune di Cagliari, Enrico Lobina, che ha ricordato l’approvazione nell’assemblea civica del capoluogo di una mozione dai contenuti simili a quelli indicati nel documento sottoscritto da Emilio Usula e Paolo Zedda.

Questi ultimi, congiuntamente ai consiglieri regionali del centrosinistra Augusto Cherchi e Piermario Manca (Sdl), Cesare Moriconi, Gianmario Tendas e Rossella Pinna (Pd), Francesco Agus (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto) propongono che il Consiglio regionale impegni la Giunta guidata dal presidente Francesco Pigliaru a promuovere, ai sensi dell’articolo 52 dello Statuto sardo, ogni possibile intervento al fine di consentire alla Regione di rappresentare la propria posizione sul TTIP; a promuovere ogni azione possibile, a livello nazionale e comunitario, per scongiurare le conseguenze negative che deriverebbero ai cittadini, agli agricoltori e all’economia sarda, dalla sottoscrizione del TTIP da parte dell’Italia e a promuovere, infine, azioni di sensibilizzazione e informazione sul TTIP.

Palazzo del Consiglio regionale A

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La V Commissione “Attività Produttive”  ha sentito questa mattina gli assessori dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e dell’Ambiente, Donatella Spano. Al centro delle due audizioni, in particolare, gli aspetti legati alla realizzazione di impianti eolici in terreni agricoli.

L’assessore Falchi ha ribadito il massimo impegno della Giunta in materia di energia con la recente approvazione delle linee guida del Piano energetico regionale. «E’ nostra intenzione stabilire prioritariamente il fabbisogno energetico dell’Isola – ha detto Falchi – una volta concluso questo passaggio capiremo come e dove intervenire per evitare speculazioni e scongiurare danni all’ambiente».

Sull’eolico in agricoltura, l’assessore ha chiarito che le politiche energetiche della Giunta saranno in linea con quelle europee: «L’idea è quella della multifunzionalità delle imprese, gli agricoltori devono avere la possibilità di installare mini-impianti per abbattere i costi di gestione e integrare il reddito aziendale». L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi manifestato qualche perplessità sulla possibilità di realizzare gli interventi in alcune aree della Sardegna sottoposte a vincolo paesaggistico: «In questi casi temo che non sarà facile installare le pale – ha affermato Elisabetta Falchi – il tema dovrà essere necessariamente approfondito».

L’assessore ha poi risposto alla sollecitazione del consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che ha chiesto di conoscere la posizione dell’esecutivo sul solare termodinamico e sulle zone in cui realizzare gli impianti. «Il termodinamico è una delle opzioni in campo per una Regione che si candida a diventare territorio ecosostenibile – ha detto l’assessore Falchi – se ben impostato, può essere una valida alternativa nella produzione di energia. Verranno privilegiati i progetti da realizzare nelle aree minerarie dismesse che hanno a disposizione grandi estensioni di terreni ormai compromesse. In questo modo non verranno sottratti spazi utili alle zone a vocazione agricola e, allo stesso tempo, si eviteranno interventi a macchia di leopardo».

Nel dibattito sono intervenuti diversi consiglieri. Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha manifestato preoccupazione sul destino del Testo Unico paventando una possibile impugnazione del provvedimento «perché non conforme alla normativa europea».

Antonio Gaia (Ups) ha rimarcato la necessità di impostare il nuovo Piano energetico sulle rinnovabili e, su questo punto, ha chiesto di aprire un confronto serrato con lo Stato e con Bruxelles.

Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) ha invece sottolineato la necessità di definire con chiarezza i criteri per le autorizzazioni alle imprese in modo da evitare speculazioni.

Il presidente della Commissione Luigi Lotto (Pd) ha assicurato la massima attenzione su tutti gli aspetti segnalati dai consiglieri che saranno affrontati  una volta che la Giunta trasmetterà al Consiglio la documentazione sulle linee guida del Piano energetico. Sul Testo Unico, invece, Lotto ha precisato che la proposta scaturita dalla Commissione ha un obiettivo preciso: dare la possibilità alle aziende agricole di produrre e vendere energia ed impedire l’assalto ai terreni da parte di società esterne. «Vanno messi dei paletti per evitare che si realizzino parchi eolici camuffati – ha detto Lotto – la ratio della norma è duplice: evitare speculazioni e incentivare la multifunzionalità delle imprese agricole».

Nell’audizione successiva, l’assessore all’Ambiente Donatella Spano ha manifestato apprezzamento per il testo predisposto dalla Commissione. «L’impianto è condivisibile – ha detto Spano – recepisce il Dl della Giunta sull’efficientamento degli edifici e introduce novità importanti per il mondo agricolo».  Spano è poi entrata nel dettaglio del provvedimento segnalando alcune incongruenze di carattere tecnico contenute nel testo e un possibile profilo di incostituzionalità nella parte in cui si introducono dei limiti per la produzione di energia e per le autorizzazioni riservate a un’unica categoria di imprenditori.

Sui rischi di un forte impatto ambientale degli interventi, Donatella Spano ha suggerito alla Commissione di riflettere sulla possibilità di prevedere un incentivo per i consorzi di agricoltori («consentirebbe di ridurre il numero delle pale  e di utilizzare le migliori tecnologie a disposizione»).

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto all’assessore di  tenere in considerazione due aspetti: 1) la possibilità di ricorrere al fotovoltaico nelle zone agricole non esposte al vento, 2) tempi certi per la definizione delle istruttorie delle pratiche.

Stessa richiesta è stata avanzata da Antonio Gaia (Ups) che ha sollecitato una disciplina più agile in modo da evitare inutili e dannose sovrapposizioni tra i soggetti responsabili dei procedimenti (SUAP e SAVI).

L’assessore Spano ha ricordato che la strada della semplificazione è un obiettivo primario della Giunta. «Per rendere le procedure più agili abbiamo già istituito uno sportello unico – ha concluso l’assessore – il problema delle lungaggini non dipende dalla Regione. Spesso i giudizi della sovraintendenze sono dirimenti».

I lavori della Commissione proseguiranno nel pomeriggio con le audizioni degli assessori dell’Urbanistica e dell’Industria Cristiano Erriu e Maria Grazia Piras.

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