Il #Consiglio regionale ha bocciato (presenti 47, votanti 44, sì 16, no 28, 3 astenuti) la mozione, primo firmatario il consigliere dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, sulla costituzione e nomina di una #commissione speciale sulla situazione degli istituti di credito in Sardegna.
E’ intervenuto per illustrare il testo il primo firmatario, Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi), il quale ha evidenziato che questo argomento è fondamentale e per tutelare le imprese e i sardi oppressi dalle banche. In particolare, l’esponente della minoranza ha impegnato il presidente della Regione «a riferire sulla situazione del credito in Sardegna, e a intervenire con la massima urgenza per scongiurare il rischio di tracollo del sistema produttivo ed economico-sociale isolano». Dedoni ha anche chiesto anche di istituire una commissione di inchiesta sulla situazione degli istituti di credito in Sardegna, anche alla luce delle notizie di imminenti chiusure di numerosi sportelli. Per capogruppo dei Riformatori sardi la situazione in Sardegna è inaccettabile e ogni politico se ne deve fare carico. «Abbiamo il dovere di attauare lo Statuto sardo e non fare gli ignavi», ha detto Dedoni, ricordando che molti cittadini, in questo periodo di crisi, hanno perso anche la casa.
D’accordo con questa mozione anche il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, il quale ha definito la situazione del credito alle imprese e alle famiglie «eticamente intollerabile». Ormai, ha sottolineato, le banche sono diventate la controporte delle imprese e dei cittadini. In particolare, Demontis ha evidenziato la situazione delle imprese edili che, pur avendo un ingente patrimonio immobiliare, ma non disponendo di liquidità, vengono messe in sofferenza dalle banche e si vedono pignorati e svenduti i propri beni. La politica, per Demontis, deve intervenire per tutelare le imprese e le famiglie. L’esponente della maggioranza ha detto, in conclusione, di non ritenere però necessaria l’istituzione di una commissione d’inchiesta.
Modesto Fenu (capogruppo “Sardegna”), in apertura del suo intervento, ha ricordato il suo personale impegno a supporto delle aziende e dei cittadini vessati dalla banche in Sardegna e ha rimarcato le numerose iniziative dell’Unione Europea riguardo al calcolo dei tassi di interesse, nonché le ormai ripetute condanne per anatocismo comminate ai diversi istituti di credito. «Nell’Isola – a giudizio di Fenu – la situazione è aggravata dall’assenza nel mercato del credito di istituti di credito sardi, mentre è definita “drammatica” la situazione che riguarda imprese e famiglie per il rischio pignoramenti.» Secondo il consigliere della minoranza alcuni studi evidenzierebbero che «l’87% dei mutui, dei leasing e dei conti corrente, in Sardegna sono gravati da anatocismo bancario». Per Modesto Fenu è indispensabile un intervento del Consiglio regionale e servono iniziative efficaci. Il capogruppo Fenu ha espresso favore per l’istituzione di una commissione di inchiesta aperta al contributo di esperti e docenti della materia.
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha definito «serio e importante» il tema oggetto della mozione n.23 e ha dichiarato che il tutto non significa che «il Consiglio abbia deciso di dichiarare guerra alle banche». L’esponente della minoranza consiliare ha denunciato la distanza evidente tra il sistema del credito e il mondo delle imprese in Sardegna, mentre la banca centrale europea ha ridotto al minimo storico il costo del denaro per le banche. Per il consigliere Crisponi le “manovre” della Bce sono però ad esclusivo vantaggio delle banche «senza un minimo di risorse per le imprese e le famiglie». Il consigliere dei Riformatori sardi ha espresso favore per la mozione e per l’istituzione di una commissione d’inchiesta in Consiglio regionale.
Il consigliere Piermario Manca (“Soberania e Indipendentzia”) ha dichiarato di concordare con i contenuti della mozione e ha ribadito come il documento segnala «un problema reale e oggettivo di un sistema che non aiuta né le famiglie e neppure le imprese». Il consigliere della maggioranza ha sottolineato i danni dell’anatocismo bancario «soprattutto nei riguardi delle famiglie che sono prive di strumenti adeguati per contrastarne l’ingiustizia». Piermario Manca ha ricordato le iniziative di ristrutturazione interna in atto nei diversi istituti di credito e denunciato che tali iniziative non tengono conto delle esigenze di imprese e cittadini. Manca ha citato ad esempio la chiusura degli sportelli nei piccoli centri come nelle città in Sardegna. In conclusione, il consigliere del partito dei sardi ha espresso perplessità sull’istituzione della commissione d’inchiesta in Consiglio regionale e invitato i presentatori della mozione a favorire ulteriori approfondimenti nella commissione competente.
Pietro Cocco, capogruppo Pd, pur ritenendo importante la questione, ha definito «fuori luogo la mozione nella parte in cui chiede al Presidente della Regione di riferire sulla situazione del credito e di indicare il modo per evitare il tracollo del sistema economico isolano». Parere negativo da parte dell’esponente della maggioranza anche all’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul credito. «Ritengo l’argomento meritevole di discussione – ha concluso Cocco – ma è necessario approfondire il tema in commissione bilancio per poi portarlo in Aula».
Pietro Pittalis (Forza Italia) si è detto sorpreso dalle affermazioni del capogruppo del Pd. «Il presidente della Regione non vive su Marte – ha detto Pittalis – sul problema del credito può, e deve, riferire in aula». Non stiamo scomodando una parte politica che controlla il credito, ha aggiunto l’esponente della minoranza, non stiamo ponendo un problema politico sulle banche o sulle fondazioni ma una questione che attiene ad una situazione denunciata da associazioni di categoria e dalle imprese. «Serve una ricognizione seria – ha spiegato Pittalis anche perché la Regione organizza ogni anno una conferenza sul Credito. Non si può banalizzare il problema».
Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta che si è rimessa al parere dell’Aula.
In sede di replica, il primo firmatario della mozione Attilio Dedoni, ha detto di aver posto all’Assemblea « un problema grave che turba le coscienze». Se il consiglio ritiene di dover rinunciare alla Commissione d’inchiesta sul credito, ha aggiunto Dedoni, «è bene che si sappia che il Consiglio non vuole applicare lo Statuto Sardo e che non si vuole far luce su chi mette in difficoltà le famiglie e le imprese. Se fuori dal Palazzo ci sono i forconi la colpa è la nostra».
Voto favorevole è stato annunciato dal capogruppo di Sardegna, Modesto Fenu, il quale ha chiesto alla minoranza di prendere in considerazione la loro proposta, visto che hanno manifestato chiusura nei confronti dell’istituzione della commissione d’inchiesta.
Voto contrario, invece, da parte del gruppo “Sardegna Vera”. Il capogruppo Efisio Arbau ha chiesto all’opposizione di non fare inutili moralismi. Arbau si è detto d’accordo con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, perché si affronti un argomento così delicato prima in commissione e poi in Aula.
D’accordo con il contenuto della mozione il consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, il quale ha ricordato che la Regione ha un bilancio e miliardi depositati in quelle banche che non sono vicine alle imprese e ai cittadini. E’ necessario, ha affermato Crisponi, capire dal presidente della Giunta e dall’assessore della Programmazione quali siano le criticità del sistema creditizio. Favorevole alla mozione anche il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, il quale ha evidenziato come la mozione abbia assolto al suo compito. Per l’esponente della minoranza l’impegno assunto dal centrosinistra sull’argomento è importante, ma è necessario che alle parole seguano i fatti in tempi celeri.
Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha replicato ad alcune critiche avanzate nel corso del dibattito e in particolare ha escluso di aver intrapreso una posizione di «arrocco», per quanto attiene l’istituzione della commissione di inchiesta. Dedoni si è detto però “sorpreso e dispiaciuto” dalle dichiarazioni del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha definito non condivisibile la richiesta, avanzata nella mozione, perché il presidente della giunta riferisse in Aula sulla situazione del credito in Sardegna. Il primo firmatario della mozione n. 23 ha ribadito la disponibilità anche per l’istituzione di un osservatorio per monitorare le attività degli istituti di credito operanti nell’Isola.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito «un’occasione persa per il Consiglio regionale la mancata istituzione di una commissione d’inchiesta» e non ha risparmiato critiche per la condotta tenuta in sede di dibattito da alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra. In particolare il capogruppo Pittalis si è rivolto a quanti, nel corso del dibattito, hanno fatto riferimento alle indicazioni, a suo tempo formulate dal centrodestra nella passata legislatura, per le nomine alla Fondazione banco di Sardegna, ed ha invitato «qualcuno che pensa di inserire nel dibattito politico, l’insulto» ad evitare di «scadere nella contumelia». L’esponente della minoranza ha quindi affermato che, «davanti al nuovo modo di procedere nel confronto inaugurato dalla maggioranza», l’opposizione consiliare «è pronta fin da oggi a mutare il proprio atteggiamento in Aula e in Commissione».
Il consigliere del gruppo Misto, Fabrizio Anedda, ha definito «vergognoso, il tentativo di utilizzare la crisi economica in atto per denunciare nomine politiche negli istituti bancari». «La crisi delle imprese – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – non dipende dagli istituti di credito che, a loro volta, sono essi stessi imprese». Anedda ha dichiarato il voto contrario alla mozione Dedoni e più.
Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, rispondendo alle critiche dell’opposizione, ha ribadito l’attenzione della maggioranza al delicato problema del credito. «Faremo la nostra parte – ha detto Cocco – abbiamo a cuore il problema delle partite Iva ma respingeremo la mozione perché serve una riflessione seria».
Daniele Cocco (SEL) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo. «Siamo consapevoli dell’importanza della questione ma non concordiamo sullo strumento per affrontarla».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la mozione che è stata respinta dall’Aula con 28 voti contrari (16 quelli a favore, 3 gli astenuti).