22 November, 2024
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Dopo i segnali di vita forniti domenica scorsa rispettivamente in casa con la capolista Kosmoto Monastir e in trasferta con la vicecapolista Cus Cagliari, Villamassargia e Verde Isola cercano una conferma questo pomeriggio, nelle partite dell’undicesima giornata del girone A del campionato di Promozione regionale.

Il Villamassargia di Fabrizio Anedda gioca sul difficile campo del Lanusei, fin qui una delle maggiori delusioni  del girone. La squadra ogliastrina, scivolata in Promozione dopo due retrocessioni consecutive, non ha ancora abbandonato le speranze di inserirsi nella lotta per il vertice della classifica ma il Villamassargia è fermamente intenzionato ad allungare la serie positiva avviata nelle ultime due giornate con una vittoria sul Calcio Pirri e il pari con la capolista Kosmoto Monastir, dopo un filotto negativo di ben cinque sconfitte consecutive.

Il Carloforte di Titti Podda, al Comunale di Sant’Antioco contro l’Atletico Cagliari, cerca la seconda vittoria in campionato (la prima risale alla seconda giornata, 5 a 2 sul Gonnosfanadiga). La squadra tabarchina, condizionata dai disagi legati all’indisponibilità dell’impianto di casa, dove sono in corso i lavori di rifacimento del terreno di gioco in erba sintetica, nelle ultime settimane ha fornito segnali di ripresa, con due pareggi nelle ultime tre giornate e, soprattutto, la vittoria sul campo della Kosmoto Monastir nella partita di andata dei quarti di finale della Coppa Italia.

Sugli altri campi, si giocano Arbus Calcio-Cus Cagliari, Tortolì-Terralba Francesco Bellu, Gonnosfanadiga-Idolo, Kosmoto Monastir-Gialeto 1909 e Selargius-Calcio Pirri.

Negli anticipi disputati ieri, il Castiadas ha superato nettamente l’Orrolese con un punteggio tennistico, 6 a 2, balzando temporaneamente in testa alla classifica con un punto di vantaggio sulla Kosmoto Monastir, mentre è terminata in parità, 2 a 2, Arborea-Guspini.

Il Villamassargia di Fabrizio Anedda questo pomeriggio cerca di fermare la fuga della capolista Kosmoto Monastir, nella decima giornata del girone A del campionato di Promozione regionale che ha visto ieri la prima inseguitrice Castadias sconfitta 2 a 0 sul campo della Francesco Bellu. La squadra di Terralba ha agganciato a quota 19 punti il Castiadas e il Cus Cagliari, a due lunghezze della vetta. Il Cus Cagliari ospita la Verde Isola di Titti Podda, in cerca di punti per allontanarsi dalla bassa classifica.

Sugli altri campi, si giocano Atletico Cagliari-Tortolì, Calcio Pirri-Gonnosfanadiga, Guspini-Lanusei, Idolo-Arbus Calcio e Orrolese-Arborea. il secondo anticipo disputato ieri, Gialeto 1909-Selargius, è finito in parità, 1 a 1.

Nella foto di copertina, l’allenatore della capolista Kosmoto Monastir, Marcello Angheleddu.

La Verde Isola cerca il rilancio questo pomeriggio a Terralba, con la Francesco Bellu, nell’ottava giornata del girone A del campionato di Promozione regionale. La squadra di Titti Podda arriva a questa trasferta reduce da cinque sconfitte consecutive, in una fase condizionata da numerose assenze e dai disagi legati all’indisponibilità del campo di gioco di casa, nel quale sono in corso i lavori per il rifacimento del manto in erba sintetica e la sistemazione della struttura.

Le cose non vanno meglio per il Villamassargia che nell’anticipo di ieri, sul campo della Gialeto 1909, ha incassato la quinta sconfitta consecutiva. La squadra di Fabrizio Anedda ha fornito segnali di reazione, è andata avanti di due goal nei primi dieci minuti con i goal di Melis e Orgiana ma ha subito la reazione della squadra di casa che ha chiuso il primo tempo sul 2 a 2 con i goal di Farci e Ruggiero e ha poi completato la rimonta alla mezz’ora della ripresa con un goal di Zaidi.

Sugli altri campi si giocano Arborea-Lanusei, Atletico Cagliari-Arbus, Calcio Pirri-Kosmoto Monastir, Cus Cagliari-Gonnosfanadiga, Idolo-selrgius e Orrolese-Tortolì. Nel secondo anticipo disputato ieri, il Castiadas ha vinto 1 a 0 sul campo del Guspini e s’è portato temporaneamente in testa alla classifica con due unti di vantaggio sulla Kosmoto Monastir, oggi in campo a Pirri.

Impegnative trasferte questo pomeriggio per Villamassargia e Verde Isola, nella sesta giornata del girone B del campionato di Promozione regionale. La squadra di Fabrizio Anedda gioca ad Arzana, sul campo dell’Idolo, con la ferma determinazione di riscattare le due sconfitte consecutive subite; la Verde Isola di Titti Podda, reduce da tre sconfitte di fila e dalla qualificazione ai quarti di finale della Coppa Italia (eliminato il Cus Cagliari), nei quali affronterà la Kosmoto Monastir di Marcello Angheleddu, gioca sul campo del Guspini.

Sugli altri campi, si giocano Arborea-Tortolì, Atletico Cagliari-Selargius, Calcio Pirri-Gialeto 1909, Orrolese-Arbus Calcio e Cus Cagliari-Kosmoto Monastir. Negli anticipi di ieri, Castiadas e Lanusei hanno pareggiato 3 a 3, il Terralba Francesco Bellu ha battuto il Gonnosfanadiga 3 a 1.

Nel girone B del campionato di Prima Categoria, la capolista Samugheo gioca sul campo dell’Ussana, l’Atletico Masainas, seconda a un punto ma con una partita in meno giocata, gioca sul campo del Tonara, squadra distanziata di un solo punto a parità di partite giocate, quattro. Le altre due vicecapolista, Cortoghiana e Antiochese, giocano in casa, rispettivamente con Sadali e Don Bosco Fortitudo. Giocano in casa anche il Perdaxius, contro la Libertas Barumini, e la Fermassenti, ancora alla ricerca dei primi punti, contro il Senorbì.

Completa il programma della sesta giornata, la partita Calcio Decimoputzu-Segariu. Nell’anticipo disputato ieri, la Freccia Parte Montis ha vinto 1 a 0 a Isili.

La vicecapolista Villamassargia scende in campo alle 11.00 sul campo dell’Atletico Cagliari, per la quarta giornata del girone d’andata del campionato di Promozione regionale (dirige Marco Casula di Ozieri, assistenti di linea Andrea Porcu di Oristano e Stefano Siddi di Cagliari). La squadra di Fabrizio Anedda è una delle sorprese di questo avvio di stagione che ha visto solo l’ambiziosa Kosmoto Monastir di Marcello Angeleddu fare meglio, a punteggio pieno con 9 punti, oggi impegnata a Terralba contro la Francesco Bellu.

La Verde Isola, reduce in campionato dalla netta sconfitta di Lanusei (3 a 0), primo stop stagionale, ma anche dalla bella vittoria per 3 a 1 sul Cus Cagliari nell’andata degli ottavi di finale della Coppa Italia, gioca sul campo dell’ambizioso Castiadas (dirige Edoardo Steri di Carbonia, assistenti di linea Francesco Usala e Nicolò Pili di Cagliari).

Sugli altri campi, si giocano Guspini-Gonnosfanadiga, Idolo-Calcio Pirri e Orrolese-Selargius.

Negli anticipi disputati ieri, l’Arborea ha battuto l’Arbus 3 a 0, il Tortolì s’è imposto per 2 a 1 sul Lanusei nel derby ogliastrino e, infine, a sorpresa, la Gialeto 1909 ha espugnato il campo della vicecapolista Cus Cagliari, per 1 a 0.

 

Verde Isola e Villamassargia sono partite con il piede giusto nel girone A del campionato di Promozione regionale. Una vittoria ed un pareggio per entrambe nelle prime due giornate, bilancio che le colloca alle spalle della capolista Kosmoto Monastir di Marcello Angheleddu, insieme ad altre sette squadre: Idolo, Calcio Pirri, Cus Cagliari, Tortolì, Lanusei, Guspini e Orrolese. Sono stati sufficienti 180′ per confermare il grande equilibrio previsto alla vigilia e sia la squadra di Titti Podda sia quella di Fabrizio Anedda.

La Verde Isola, dopo aver superato il Villamassargia nel primo turno di Coppa Italia (0 a 0 in casa e 1 a 1 in trasferta, con superamento del turno grazie al goal realizzato in trasferta) e pareggiato 2 a 2 all’esordio in campionato ad Arbus, ha centrato la prima vittoria stagionale nell’incontro casalingo (a Sant’Antioco, dove è costretta a giocare la prima parte del campionato per i lavori in corso al Comunale Nuovo Puggioni per il rifacimento del terreno di gioco in sintetico) con il Gonnosfanadiga, con il largo punteggio di 5 a 2, maturato nel secondo tempo dopo il 2 a 2 dei primi 45′. La squadra sta crescendo e domenica sarà chiamata ad un test importante, sul campo del Lanusei.

Il Villamassargia, bloccato in casa sull’1 a 1 all’esordio dal Guspini, domenica scorsa è andato a vincere con un goal di Serigne Niang sul campo dell’Arborea, una squadra ambiziosa che ha iniziato il campionato con due sconfitte. La squadra di Fabrizio Anedda, nonostante l’eliminazione, aveva ben figurato nel doppio confronto di Coppa Italia con la Verde Isola e nelle prime due giornate di campionato si è confermata. Domenica il Villamassargia giocherà in casa con l’Orrolese.

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Omissione di idonee misure di contenimento del contagio, del monitoraggio degli operatori sanitari positivi (tamponi), e insufficienza dei dispositivi di protezione. Si legge questo, in estrema sintesi, nella lettera di diffida che il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, scrive e indirizza alla Regione, alle Aziende ospedaliere, e per conoscenza anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro della Salute Roberto Speranza.

«Il Coordinamento Regionale NurSind Sardegna – ha detto il rappresentante Fabrizio Anedda – tramite le singole segreterie provinciali dell’isola, ha ricevuto innumerevoli segnalazioni da parte del personale sanitario sull’omissione di idonee misure per il contenimento del contagio, presso le strutture sanitarie regionali e provinciali, e in particolare sull’omissione del monitoraggio dei sanitari positivi, oltre l’ormai accertata insufficienza o assenza di DPI. In tutta la Sardegna si registra l’assoluta insufficienza dei dispositivi di cui i professionisti devono essere assolutamente e necessariamente dotati per prevenire il contagio da Coronavirus: visiere facciali, scafandri, sovracamici impermeabili, mascherine FFP2-FFP3, occhiali a ventosa, guanti lunghi, calzari lunghi, mascherine chirurgiche e disinfettanti idonei al lavaggio e disinfezione mani.
In sintesi direi che si omette così di assicurare le tutele contemplate dal D.lgs 81/2008, riguardante la sicurezza sui luoghi di lavoro

Le mascherine, la violazione delle norme. Nella lettera un paragrafo è interamente dedicato alle (ormai famose) mascherine, simbolo della protezione di base, e si sottolinea che «le singole Aziende non possono limitarsi alla distribuzione delle “mascherine filtra batteri” il cui utilizzo non è atto a proteggere dal rischio di contagio il personale sanitario che si trova in contatto con pazienti, che potrebbero eventualmente essere affetti da Covid-19, virus almeno 100 volte più piccolo di un normale batterio. Non a caso lo stesso ministero della Salute – con circolare 5443/2020 – prescrive l’uso di mascherine del tipo FFP2 e FFP3″. Ecco perché il sindacato rileva la violazione delle norme e la rilevanza penale delle condotte omissive dei responsabili e dirigenti delle singole Aziende che potrebbero integrare gli estremi dei reati di cui all’art. 452 c.p., per colposa diffusione dell’epidemia e degli artt. 582 per tentate lesioni e 589 per omicidio colposo)».

Appello al presidente della Regione ed all’assessore della Sanità. Il sindacato chiede che la Regione intervenga senza indugio nell’organizzazione e apertura di Laboratori idonei a effettuare test diagnostici in numero sufficiente alle necessità del personale sanitario dell’intera Regione, e a controllare e vigilare che in tutte le Aziende sanitarie regionali vi sia il rispetto della normativa di emergenza. «Nella lettera che abbiamo inviato – ha proseguito Fabrizio Anedda – chiediamo il rispetto puntuale della normativa di riferimento specie in questo contesto emergenziale, ma soprattutto che vengano adottate adeguate misure di contenimento del contagio. E’ necessario che vengano richieste con urgenza e senza ulteriori ritardi i test diagnostici Covid-19 per tutto il personale che ha comunicato contatti stretti con casi confermati: questa è l’unica misura oggi efficace per il reale contenimento del contagio e a tutela della salute dei lavoratori, dei pazienti e di tutti. Banalmente stiamo chiedendo a gran voce che venga garantito il nostro diritto alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. A questo punto – ha concluso Fabrizio Anedda – siamo pronti a chiedere tutti i danni che ci saranno causati dall’essere esposti, in queste condizioni, a una epidemia così violenta e in una emergenza sanitaria che non può essere affrontata senza neppure gli strumenti di base. Si tratta infatti di danni alla persona e traumi psicologici provocati in conseguenza dell’esercizio della professione in condizioni di lavoro e ambientali non conformi alle norme vigenti.»

Nella foto un operatore in tenda pre-triage nel Pronto Soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Isili

 

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«Le turnazioni dei dirigenti anestesisti rianimatori negli ospedali di La Maddalena, Bosa, Sorgono, Ghilarza, Isili e Muravera sono sospese con effetto immediato e le risorse saranno impiegate nelle attività correlate alle nuove e maggiori esigenze imposte dall’epidemia Covid-19.»

E’ scritto così in una nota inviata ai presidi ospedalieri dal DAP (Dipartimento delle Attività Ospedaliere), che aggiunge inoltre la «riqualificazione dei servizi di Primo Soccorso e centralizzazione delle organizzazioni di Anestesia e Rianimazione».

Non si fa attendere la risposta del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche che per voce di Fabrizio Aneddacoordinatore regionale, afferma: «Non possiamo esimerci dal contestare la nota trasmessa dal Direttore di Dipartimento delle attività ospedaliere in ATS. Intanto perché disposizioni di questa portata devono avere un minimo di formalità per assumere carattere di ufficialità. Stiamo infatti parlando di riconversione strutturale e funzionale di competenza di varie aziende sarde, che dovrebbero perlomeno ottenere vaglio e benestare dei Direttori Generali/Commissario ATS , ma ovviamente, anche il lascia passare dell’assessore della Salute e del Consiglio regionale Sardegna. Tale disposizione, invece, non viene di fatto supportata da alcuna deliberazione del Direttore Generale ATS o AREUS, e risulterebbe perfino priva del semplice numero di protocollo aziendale».

L’emergenza Covid 19. Il sindacato denuncia inoltre il fatto che «l’emergenza in questo modo sembrerebbe strumentalizzata al fine di realizzare un progetto che – ha proseguito Fabrizio Anedda – oltre a ridurre l’efficienza di risposta sanitaria, destabilizza psicologicamente i cittadini che fanno riferimento alle strutture periferiche, già sollecitate dall’emergenza globale».

La carenza di personale. «Fermo restando la carenza degli anestesisti, come di tutti i professionisti sanitari che nel tempo sono stati ridotti per via del definanziamento del SSR e /o per normative che hanno concesso un’agevole ma meritata collocazione in quiescenza, per quanto attiene le nostre UU.OO. di rianimazione, non risultano condizioni di emergenza tali da imporre – si legge nella risposta del sindacato – l’accentramento di detti professionisti nei nosocomi dei capoluoghi, sguarnendo di fatto gli ospedali periferici e illudendoli che nessun codice di gravità elevato si presenti nei Pronto Soccorso che si vorrebbero trasformare in Punti di Primo Intervento. Impostazione peraltro già sperimentata: i pazienti codificati con i codici Giallo e Rosso possono giungere direttamente senza l’intermediazione del sistema 118, il quale – è bene sottolineare – si regge per la gran parte con personale non sanitario.»

Emergenza: fornire di dispositivi di protezione il personale sanitario. «Questa impostazione, oltre a determinare maggiori spostamenti degli utenti, va a gravare ulteriormente sugli ospedali centrali delle città – ha concluso il rappresentante del NurSind – con conseguenti sovraffollamenti controproducenti alla linea guida da osservare, ossia il mantenimento delle distanze, soprattutto in stima delle scarse risorse di DPI fornite ai dipendenti del settore. Riteniamo per questo giusto il ritiro delle disposizioni trasmesse e chiedere agli amministratori e ai dirigenti di concentrarsi sull’emergenza sanitaria maggiormente sentita da coloro che – con spirito di abnegazione – sono chiamati a rispondere all’infezione del Coronavirus, rimandando a tempi migliori gli eventuali rinnovi di assetto degli ospedali periferici. L’emergenza primaria risiede nel procurare i DPI, unico modo per tutelare e non decimare le professionalità in prima linea contro il Covid 19.»

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«Il numero dei contagiati da Coronavirus dell’ospedale San Francesco di Nuoro, tutti operatori sanitari, ci allarma in maniera del tutto giustificata. Questo contagio mette infatti in evidenza una lunga catena di carenze del sistema, che ha come risultato finale il fatto che, tra gli altri innumerevoli problemi, vengano a mancare un numero cospicuo di professionisti in reparti delicati e in sofferenza e di emergenza, senza dimenticare che ora queste persone che hanno operato in prima fila, fanno parte della schiera dei contagiati.»
A denunciare questa allarmante situazione è il segretario e legale rappresentante NurSind pro-tempore, Fabrizio Anedda. «E’ indecente che i dispositivi di protezione individuale idonei per la protezione contro il Coronavirus siano centellinati in reparti di prima linea, come Pronto Soccorso, 118 e malattie infettive, mentre – in diverse realtà dell’isola – nei reparti di degenza ordinaria siano proprio quasi totalmente assenti. Siamo arrivati al punto che vengono razionate anche le semplici mascherine chirurgiche. A questa situazione di scandalosa precarietà – nella quale i presidi ospedalieri sardi con i medici, infermieri e tutto il resto del personale al loro interno – dovrebbero fronteggiare un’epidemia che si sta diffondendo a livello mondiale, bisogna aggiungere il problema della lunga incubazione o latenza del virus. Tutto questo non ha fatto altro che moltiplicare in maniera allarmante il contagio, esponendo al rischio di infezione tutti: operatori, pazienti e comuni cittadini.»

San Francesco di Nuoro, sistema in tilt e assenza reagenti. «Il caso nuorese dimostra ciò che stiamo ripetendo da tempo – ha proseguito Fabrizio Anedda – ovvero che un virus che trova il varco ed entra in maniera così violenta in un ospedale, e si diffonde tra gli operatori più qualificati di terapia intensiva e rianimazione, mette a repentaglio – mandandolo in tilt – tutto un sistema organizzato.»

Il NurSind, inoltre, ha denunciato il fatto che gli infermieri e tutto il personale medico che è venuto in contatto in questi giorni con coloro che sono risultati positivi, abbia fatto il tampone ma non abbia ricevuto esito. «Da ciò che ci viene detto dai colleghi – ha detto il rappresentante sindacale – a Sassari non ci sarebbero i reagenti, per cui non si hanno gli esiti dei tamponi. Ovviamente chi ha il sospetto di aver contratto il virus si è responsabilmente messo in isolamento volontario. Ciò comporta ulteriore carenza di personale».

Le richieste. Il sindacato chiede una maggiore tutela dei lavoratori attraverso la fornitura urgente e immediata di altri dispositivi individuali di protezione. E ancora: «Serve una regia di coordinamento che canalizzi tutte le risorse economiche e umane che si possono sottrarre da altre unità operative ordinarie – ha ribadito Fabrizio Anedda – per rinforzare quelle maggiormente sofferenti in questo momento. Non solo: riteniamo che sarebbe opportuno prevenire la crisi formando rapidamente altro personale, per interventi tempestivi nell’uso di respiratori automatici o attività di supporto nelle unità subintensive. Serve inoltre evitare il sovraffollamento dei reparti e bloccare ferie e congedi ordinari perché l’organizzazione del personale venga tutta destinata sull’emergenza».

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Il sindacato degli infermieri NurSind, scrive al Presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu per denunciare, ancora una volta (dopo la lettera già invata e datata 15 ottobre 2019), la situazione nella quale versa il personale infermieristico – in special modo dei dipendenti prestanti servizio nelle Unità operative che attualmente pongono il primo fronte all’emergenza sanitaria correlata al COVID 19 – come Pronto Soccorso, 118 e Reparti malattie infettive.

«Si stanno mettendo in evidenza i disagi vissuti dagli infermieri e operatori di assistenza destinati all’intervento per l’infezione in corso, e i rischi correlati allo stesso virus, soprattutto per coloro i quali si trovano a fornire il primo soccorso, quindi il Servizio 118 ed il personale dei Pronto Soccorso – ha denunciato il segretario e legale rappresentante NurSind pro-tempore Fabrizio Aneddaoltre alla mancanza di informazioni univoche e carenza di Dispositivi di Protezione Individuale, la categoria è costretta a subire il mancato riconoscimento di diritti sacrosanti, soppressi nel tempo dalle amministrazioni per inottemperanza dei vertici regionali.»

Rischio Contagio del personale. «I fatti degli ultimi giorni dimostrano quanto il personale medico e infermieristico sia a rischio contagio. In tutta questa situazione sarebbe quanto meno giusto e appropriato l’intervento della Regione in materia di applicazione dell’art. 86 comma 6 del CCNL 2016-2018, che avevamo già sollecitato lo scorso ottobre – ha ribadito Fabrizio Anedda – ovvero l’individuazione delle Unità operative sub intensive e di area sub critica mai individuate dalla Regione, con l’implicita negazione dell’estensione contrattuale delle relative indennità di rischio».

Le indennità. L’individuazione di tali Unità Sub Intensive, si legge nella nota sindacale inviata alla Presidenza della Regione, rappresenterebbe un segno di rispetto verso i professionisti coinvolti in questa crisi sanitaria e nel contempo consentirebbe di eliminare una sperequazione di trattamento esistente tra le diverse Unità Operative Italiane e regionali. «Dovrebbe essere infatti noto – ha concluso Fabrizio Anedda – che non solo in rapporto con altre regioni, ma anche all’interno della nostra stessa regione coesistano dipendenti prestanti servizio nei Pronto Soccorso di alcune aziende, ai quali viene retribuita tale indennità e altre in cui è stata soppressa. Vorrei fosse chiaro a tutti che in un momento nel quale tutta Italia sta cercando di fare fronte a una crisi sanitaria e sociale, la questione economica non sia certo il problema principale, ma si voglia in questo modo ribadire che esiste una grave situazione di ingiustizia e scarsa considerazione dei lavoratori che, specie in questo momento, si trovano come soldati al fronte, senza neppure vedere tutelati i propri diritti».