2 November, 2024
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«La nostra battaglia sindacale è una battaglia che riguarda tutti. La salute e le buone cure sono infatti un diritto primario di ogni persona e di ogni cittadino. Oggi siamo venuti qui in Prefettura, e per noi è un primissimo passo essere riusciti a mettere insieme almeno tutte le parti intorno a un tavolo, per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola. Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, al quale avevamo rivolto l’invito a presentarsi oggi al tavolo di conciliazione. Una assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzioneche si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti

A dirlo, a margine della tavola rotonda in Prefettura è il coordinatore regionale del NurSind, Fabrizio Anedda. Data, infatti, la proclamazione dello stato di agitazione – e la minaccia di sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dal NurSind – il coordinamento regionale ha richiesto la convocazione di questo incontro, che era finalizzato all’espletamento della procedura di raffreddamento e conciliazione (legge n. 146/90).

«L’incontro di oggi non ha prodotto i risultati minimi sperati – ha detto Fausta Pileri, componente del direttivo nazionale NurSind e vicecoordinatore regionale – pertanto, come rappresentanti sindacali abbiamo intenzione di mobilitare tutto il personale infermieristico sanitario, con l’obiettivo di rendere edotti gli utenti sul progressivo declino del sistema sanitario regionale, fanalino di coda in Italia per quanto attiene i livelli essenziali di assistenza.
Oggi stesso ci riuniremo per prendere le decisioni sul prossimo futuro: non saremo complici di questo immobilismo politico e amministrativo, e se necessario scenderemo in piazza a manifestare per un diritto che è evidentemente collettivo.»

Lo stato di agitazione. Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha proclamato (ormai da tempo) lo stato di agitazione da parte della categoria per tutta l’isola. E’ lungo l’elenco delle rivendicazioni stilato dai rappresentanti dei lavoratori e sottoposto già all’attenzione delle più alte cariche politiche: al Presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu e chiaramente al Prefetto Bruno Corda.

Alcune delle richieste. Nella nota dei rappresentanti sindacali si evidenzia una situazione ormai al collasso, che mette – sottolineano – a serio rischio la salute del paziente ricoverato e può compromettere la buona riuscita di un intervento. Tutto questo è dovuto, in estrema sintesi alla lamentata grave carenza di personale che riguarda l’intera Sardegna.
Nella nota si legge infatti della persistente carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza. «Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi – in certe unità operative – di 1 a 25», ha dichiarato Anedda.
Si legge ancora nella nota della mancanza della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio, e in tutte le unità operative, la carenza di personale turnista. «Questo accade perché la differenza di stipendio – ha proseguito il coordinatore del NurSind – non incentiva a coprire le ore notturne. Ed esiste anche una mancata applicazione dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali, e le mancate corrette procedure di mobilità per l’avvicinamento dei lavoratori al luogo di residenza».

Si sottolinea ancora e inoltre l’inaccettabile utilizzo dei posti letto, che sono eccedenti rispetto agli accreditamenti strutturali, e un gravissimo fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario.

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Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha proclamato lo stato di agitazione da parte della categoria per tutta l’isola. Il lungo elenco delle rivendicazioni stilato dai rappresentanti dei lavoratori – e già sottoposto al presidente della Regione Christian Solinas, al prefetto Bruno Corda e all’assessore della Sanità Mario Nieddu – si può sintetizzare in un unico grande punto: la gravissima carenza di personale infermieristico, ostetrico, e di supporto, con un conseguente incongruo rapporto tra numero di pazienti e personale sanitario, che potrebbero causare – si sottolinea nella nota sindacale – reali rischi per le persone ricoverate.

Data la proclamazione dello stato di agitazione – e la minaccia di sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dal Nursind – il coordinatore regionale Fabrizio Anedda ha richiesto la convocazione di un incontro finalizzato all’espletamento della procedura di raffreddamento e conciliazione (legge n.146/90). L’incontro si terrà in Prefettura (Piazza Palazzo Cagliari) mercoledì 29 gennaio, alle ore 11.00.

Oltre ai vertici sindacali di tutte le province sarde, saranno presenti il Commissario della ATS Sassari, il Dg Azienda Ospedaliera Brotzu, Il Dg dell’areus, Il Dg della AOU (Monserrato), il Dg AOU Sassari e l’assessore della Sanità Mario Nieddu. E’ stato inoltre invitato un rappresentante della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

 

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Sono oltre 5.000 gli atti prodotti da Giunta e Consiglio nel corso di 4 anni e mezzo di questa XV Legislatura, che volge al termine, e che sono stati esaminati da Confartigianato Imprese Sardegna attraverso il “Rating della Regione Sardegna”.

Con questo “rapporto” di fine mandato, realizzato da OpenPolis, società specializzata in rilevazioni e studi, sono stati “radiografati” gli atti di Giunta e Consiglio generati in 1.656 giorni di attività, dal 17 febbraio 2014 al 31 agosto 2018.

Delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze; tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni, quali burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’Artigianato.

«In questi anni sono stati analizzati, categorizzati e georeferenziati una mole importante di dati che Confartigianato mette a disposizione della società – commentano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e, perché no, della stessa politica regionale. Sottolineiamo come la stragrande maggioranza degli atti, nella legislatura, sia stato licenziato dalla Giunta (4.114 atti) contro i 925 del Consiglio. Sul totale, 1.550 hanno inciso sulle priorità artigiane: 325 sono stati i favorevoli, 1.197 quelli neutrali e solo 28 i contrari. Attraverso questo studio  emerge come al settore artigiano non sia stato dato l’adeguato rilievo che avrebbe meritato, considerata l’importanza che questo riveste nell’economia regionale.»

Infatti, le oltre 35mila imprese artigiane, che offrono lavoro a oltre 100mila persone, rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna.

Il dossier conferma anche il dato, registrato nel corso dell’intera legislatura, che vede un’ampia maggioranza di atti prodotti da assessori e consiglieri non intercettare le priorità e le istanze espresse dagli artigiani e raccolte da Confartigianato prima dell’avvio della legislatura. Dalla lettura dei dati rilevati emerge un incremento dell’attenzione verso i temi delle piccole imprese e del settore artigiano soltanto nella parte finale della legislatura, probabilmente troppo tardi per dare segnali di attenzione adeguati ed efficaci verso le imprese artigiane.

Al contrario, per le piccole realtà è stata l’istituzione della “Commissione speciale sulla grave situazione delle imprese dell’artigianato e del commercio”, dalle cui attività è scaturita una proposta di legge confluita nella Manovra finanziaria 2019 appena approvata, l’atto più influente della legislatura, però non valutato nel dossier che, come detto, ha “scattato la fotografia” il 31 agosto scorso. Nonostante questo, l’attività registrata intorno alla prioritaria riforma del settore artigiano risulta insufficiente.

Secondo Confartigianato Sardegna, in ogni caso, «va registrato come, spesso, atti emanati dalla Giunta o dal Consiglio, valutati positivamente, si siano poi spesso rivelati in sede di attuazione, totalmente non rispondenti alle aspettative (è il caso degli incentivi alle imprese come i cosiddetti T1 e T2). In alcuni casi, a distanza di tempo, alcuni atti non hanno nemmeno visto l’avvio del relativo iter amministrativo (è il caso degli incentivi ai birrifici artigianali). In questi casi, occorrerebbe indagare quali siano state le criticità politiche e/o tecniche che hanno ostacolato il percorso attuativo di tali atti. E’ quello che faremo con il nuovo rating nella prossima legislatura».

Un altro aspetto riguarda il grado di coinvolgimento delle Organizzazioni di Rappresentanza all’interno dei processi decisionali delle politiche regionali, e in particolare di Confartigianato Imprese Sardegna. «Coinvolgimento – sottolineano il presidente ed il segretario – che avrebbe potuto essere maggiore. Al netto di alcuni casi meritevoli di apprezzamento (vedasi la cabina di regia dell’internazionalizzazione) numerose politiche sono state elaborate senza un adeguato coinvolgimento dell’associazione, la quale avrebbe potuto esprimere la propria voce mediante proposte vicine alle istanze del settore, ma anche rivestire un ruolo di collaborazione con la Regione in fase attuativa delle stesse (uno degli esempi è il programma “Entrepreneurship and back”)».

Entrando nel dettaglio, nella prima parte del rapporto è stata fatta un’analisi quantitativa dell’attività di Giunta e Consiglio fino a ad agosto 2018.

Esattamente come nelle passate edizioni del Rapporto, l’ambiente mantiene il primo posto tra gli argomenti più trattati (946 atti). Il tema del bilancio però guadagna diverse posizioni e, in questa edizione, si pone al secondo posto con 891 atti, coerentemente con la crescita del numero di atti firmati dall’assessore al bilancio Raffaele Paci. Seguono come nello scorso rapporto: enti pubblici (679), sanità (639) e finanziamenti pubblici (442). Il tema degli enti pubblici si conferma molto trasversale quanto a diversi tipi di atti conclusi, ma non in maniera netta come nella prima parte della legislatura. Del resto una delle ragioni per cui questo tema è stato molto trattato è legata al riordino delle autonomie locali avvenuto tra il 2015 e il 2016 che ha portato alla definizione di cinque enti di area vasta: la città metropolitana di Cagliari e le province di Sud Sardegna, Nuoro, Oristano e Sassari. E proprio il capoluogo sardo si conferma primo in termini di geolocalizzazione degli atti sia per quanto riguarda le aree vaste che rispetto ai comuni.

In modo molto diverso sono state trattate, da assessori e consiglieri, le “7 priorità espresse dagli artigiani e dalle piccole imprese sarde” e rilevate da Confartigianato Sardegna. Lo “sviluppo territoriale”, è stata quella più trattata negli atti della regione (612 atti). A seguire il potenziamento delle infrastrutture, dei trasporti e della politica energetica (510) che, dopo due anni di legislatura, risultava al primo posto. I due temi sono connessi tra loro e sono in qualche modo i più generici, riguardando lo sviluppo della regione in generale con importanti ricadute sul settore dell’artigianato. Il terzo obiettivo più trattato si conferma quello che coinvolge l’istruzione e la formazione professionale (284), con cui si passa dall’investimento sul territorio a quello sul capitale umano. Al quarto posto troviamo poi il tema della burocrazia, associato comunque a un numero considerevole di atti (228), mentre i rimanenti tre si confermano decisamente meno frequenti.

La quantità però non è tutto, anzi. Nella grande maggioranza dei casi gli atti prodotti non hanno inciso né in maniera positiva, nè in maniera negativa. Seguono quelli su cui è stato dato parere favorevole, mentre sono abbastanza rari gli atti su cui l’associazione degli artigiani ha dato parere contrario. Si differenziano in parte da questo schema due priorità: la terza (credito e pagamenti), dove il numero di atti con parere contrario (12) non è così inferiore al numero di quelli con parere favorevole (17), e la settima (riforma dell’Artigianato) l’unica su cui l’associazione degli artigiani ha dato più pareri favorevoli (35) che neutrali (32).

L’agenda politica appare consolidata rispetto alla scorsa edizione con l’unica differenza che le prime due priorità invertono la loro posizione.

Secondo la “fredda analisi numerica” degli atti che hanno intercettato le priorità artigiane, emerge come nella maggioranza Raffaele Paci sia risultato l’assessore più attivo con 320 atti da primo firmatario ed il capogruppo Pietro Cocco (26 atti da primo firmatario) il consigliere più “produttivo” al contrario di Fabrizio Anedda che ha registrato solo 2 atti da primo firmatario. Tra i consiglieri di opposizione, il più efficiente è stato da Marco Tedde con 21 atti da primo firmatario, seguito da Paolo Truzzu con 14 atti e da Luigi Crisponi con 13.

Il percorso dal 2013 ad agosto 2018

Assemblee territoriali con gli artigiani: rilevazione delle necessità (fine 2013)

Confartigianato, durante una serie di assemblee svolte a fine 2013 in tutte le province, incontrò gli artigiani che individuarono un cospicuo numero di “necessità” sulle quali la politica sarebbe dovuta intervenire.

L’elaborazione delle priorità delle imprese (fine 2013)

L’associazione artigiana rielaborò le necessità degli imprenditori condensandole in 7 punti programmatici prioritari quali “Burocrazia”, “Fisco e costo del lavoro”. “Credito e pagamenti”, “Sviluppo territoriale e programmazione”, “Istruzione, formazione e lavoro”, “Infrastrutture, trasporti ed energia” e “Riforma dell’Artigianato”. Ogni punto, al suo interno, contiene gli “Obiettivi” e le “Azioni” da sviluppare ovvero delle vere e proprie “linee guida da seguire e mettere in pratica”.

L’atto di impegno dei candidati a Consigliere regionale (febbraio 2014)

Durante l’ultima campagna elettorale, Confartigianato chiese a tutti i candidati di sottoscrivere una “dichiarazione di impegno” dove venivano elencate tutte “le priorità dell’artigianato e delle PMI in Sardegna per la legislatura segionale”. Tra gli attuali componenti, sottoscrissero il documento il presidente Francesco Pigliaru ed i consiglieri Piero Comandini, Eugenio Lai, Giuseppe Fasolino, Marco Tedde e Truzzu.

Rilevazione, analisi e valutazione dell’attività di Giunta e Consiglio (febbraio 2014 ad agosto 2018).

Dopo 4 anni e mezzo dall’inizio della legislatura, è stato dato uno “stop” agli atti da analizzare. In questi anni, ogni singolo atto degli assessori e dei consiglieri, è stato analizzato e valutato secondo le “7 priorità” ovvero secondo le necessità delle imprese.

Elaborazione dossier (febbraio 2014 – agosto 2018)

Da febbraio 2014 è stato eseguito il lavoro di classificazione e valutazione degli atti di Giunta e Consiglio sulla base delle priorità espresse degli artigiani e dalle piccole imprese sarde.

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Ci sarà anche una lista comunista a sostegno della candidatura di Massimo Zedda per le prossime elezioni regionali. Partito e simbolo (una falce e martello rossa sullo sfondo della bandiera dei Quattro Mori) sono stati presentati questa mattina alla stampa dal segretario regionale Bruno Fiori. Alla nuova formazione politica ha deciso di aderire il consigliere regionale Fabrizio Anedda, eletto in Consiglio nelle liste di Sinistra sarda.

«Cercheremo di portare in campagna elettorale i temi a noi cari: lavoro, sviluppo, diritto alla salute – ha detto Fabrizio Anedda – in questa legislatura si sono fatte cose importanti, altre devono essere migliorate». Tra i buoni risultati ottenuti dal centrosinistra, Fabrizio Anedda ha citato la riforma della sanità con la creazione della Asl unica regionale, la riforma della rete ospedaliera e la lotta alla peste suina.

«L’Ats consentirà di migliorare i servizi e di tagliare la spesa – ha sottolineato Fabrizio Anedda – l’eradicazione della peste suina permetterà alla Sardegna di rilanciare al suinicoltura che è stata, per secoli, un settore trainante dell’economica isolana. Ci sarà invece da lavorare per dare piena attuazione alla riforma della rete ospedaliera garantendo servizi efficienti nei territori.»

Sulle politiche del lavoro, Fabrizio Anedda ha chiesto un’inversione di marcia: «Più che di politiche per il lavoro in questa legislatura si è cercato di arginare l’emergenza occupazionale e di dare sostegno alle persone indigenti – ha affermato Fabrizio Anedda – le varie misure adottate (Garanzia Giovani, bonus lavoro e progetto Lavoras) sono stati interventi assistenziali che non hanno creato sviluppo. In futuro occorrerà fare meglio». Per il consigliere regionale l’attenzione della politica deve essere rivolta alle tante partite Iva che operano in Sardegna ed alle produzioni di qualità: «Il lavoro lo creano le imprese – ha concluso Anedda – a queste occorre guardare con politiche di incentivazione per le piccole filiere in capo agricolo e zootecnico».

Il segretario Bruno Fiori ha invece chiarito il senso di una presenza comunista nella contesa elettorale: «Non è un’operazione nostalgica – ha detto Bruno Fiori – Progetto Comunista per la Sardegna rappresenta invece una novità. Noi porteremo avanti istanze che sembrano dimenticate: giustizia sociale, multiculturalismo, difesa dei diritti civili e sociali. Oggi c’è una parte politica che mette le mette in discussione. Noi vogliamo riaffermare la nostra identità e allo stesso tempo lavorare per un progetto che vada oltre i partiti. Siamo organici al centrosinistra e sosterremo convintamente Massimo Zedda».

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Domattina (martedì 18 novembre) alle 10.30, nella sala delle conferenze stampa, il consigliere di Art. 1 – Sdp Paolo Emilio Zedda presenterà 4 proposte di referendum consultivo. Interverranno anche gli esponenti del comitato Pro Sardinia.

Alle 11.00 il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda illustrerà le motivazioni della sua adesione a “Progetto comunista per la Sardegna”, formazione che parteciperà alle prossime elezioni regionali.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della legge di stabilità 2019. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato la figura dello scomparso Antonio Serra, consigliere regionale nella decima legislatura.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha ribadito la richiesta, rivolta all’assessore Luigi Arru, di riferire sulla situazione del Policlinico sassarese e in generale sulla sanità del Nord Sardegna, lamentando inoltre di aver ricevuto dall’assessore Luigi Arru l’accusa di voler sollevare solo problemi. La realtà è un’altra, ha sostenuto: occorre un confronto aperto su queste questioni, sollecitato dai lavoratori e da larga parte della società del territorio, affrontando la discussione delle mozioni presentate, dal Policlinico al blocco delle stabilizzazioni, al depotenziamento dei laboratori di analisi.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pds Roberto Desini, associandosi all’intervento del collega Peru e ricordando una sua interrogazione rimasta senza risposta, ha ribadito la sua richiesta di confronto in Aula con l’assessore, formulata già in occasione del dibattito sulla legge di Forestas. Per queste ragioni, Roberto Desini ha fatto appello al presidente per una sollecita discussione dell’interrogazione.

Il presidente Gianfranco Ganau ha replicato precisando che, in occasione della legge su Forestas l’assessore Luigi Arru si era dichiarato disponibile ma poi il dibattito è saltato per il protrarsi dei lavori dell’Aula. Quanto alla giornata odierna, l’assessore è impegnato a Sassari in una riunione con i sindacati proprio sulla vertenza del Policlinico.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della legge Finanziaria 2019.

Per illustrare il provvedimento ha preso la parola il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio.

Sabatini, nel suo intervento, si è soffermato sul ruolo svolto dal Consiglio sulla varie leggi Finanziarie nell’arco della legislatura, un ruolo «spesso purtroppo sottovalutato anche sotto il profilo dell’attenzione ai problemi specifici dei territori, con molte categorie che spesso hanno manifestato sotto il palazzo, ottenendo non solo ascolto ma risposte concrete». Soffermandosi sui punti qualificanti di questo lungo percorso che ha visto protagonista il Consiglio, Franco Sabatini ha ricordato provvedimenti come il Reis, gli interventi in agricoltura, il contratto di Forestas, e l’impegno per i lavoratori Ara: tutte questioni che coinvolgono persone ed il lavoro che non c’è, come le misure di sostegno al reddito, le borse di studio, le agevolazioni nel trasporto pubblico locale, gli incentivi per la ristrutturazione degli immobili, gli sgravi Irpef per famiglie in difficoltà, il rinnovo del contratto della sanità». Proprio stamattina, nell’incontro con il Cal, «abbiamo dimostrato con i fatti alle autonomie di aver tenuto nella massima considerazione i loro problemi, col mantenimento del fondo unico, il mutuo di 700 milioni per mettere in sicurezza i territori dal rischio idro-geologico, i 27 milioni per altre opere pubbliche che arriveranno fino a 50, l’aumento degli spazi finanziari per gli Enti locali e le misure per il risanamento dei loro bilanci, ed ancora il Reis e Lavoras con risorse che vanno sempre ai Comuni». Tutto questo, ha affermato Franco Sabatini, «è stato reso possibile con una corretta politica di bilancio che nasce dalla vertenza entrate che ha portato più risorse fuori dal patto di stabilità e la riduzione degli accantonamenti su cui stiamo ancora lavorando». Questa politica, ha aggiunto, «ha prodotto risultati molto concreti, come dimostra anche la Corte dei conti, con 1 miliardo in più nelle riscossioni ed un altro 1 miliardo nei pagamenti, tutti fondi andati nell’economia reale della Regione». Questa Finanziaria dunque, ha concluso il presidente della commissione Bilancio, «contiene i risultati positivi di 5 anni di lavoro, ai quali si aggiungono gli interventi più recenti in materia di artigianato, commercio e famiglie, sempre con la massima attenzione alle fasce deboli della società sarda».

Per la minoranza, il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha preso le distanze in apertura dai toni trionfalistici di Sabatini, che «sono fuori luogo e privi delle buone pratiche che in questi anni non abbiamo affatto visto». A nostro giudizio, ha continuato, «la legislatura si chiude lasciando grandi problemi aperti per tutti i sardi, da vertenza entrate conclusa in modo insufficiente, alla continuità territoriale senza risultati alla sanità fuori controllo, il tutto aggravato da pesanti difficoltà nelle procedure e nei pagamenti che determinano conseguente molto negative per cittadini ed imprese». Alessandra Zedda ha quindi richiamato l’attenzione del Consiglio su alcuni esempi di cattivo uso delle risorse pubbliche. Il primo ha riguardato il sistema informativo sanitario che, negli anni, ha prodotto costi complessivi per oltre 140 milioni senza risultati apprezzabili e con procedure discutibili e forse in parte illegittime finite sotto la lente della Corte dei conti». La sanità va male, ha lamentato Alessandra Zedda, «e non siamo impazziti noi a denunciare lo sfascio di un settore dove va a finire più della metà del bilancio della Regione; Giunta e maggioranza invece, di fronte a questa situazione, intervengono in via sperimentale per riformare il terzo settore seguendo uno schema finora adottato solo in 2 Regioni». Anche per questo chiediamo, ha detto ancora l’esponente di Forza Italia, «che l’assessore Luigi Arru venga al più presto a riferire in Aula perché buona parte della legge Finanziaria riguarda quell’assessorato». Quanto agli interventi in favore di artigianato commercio e turismo, Alessandra Zedda ha auspicato che non siamo appesantiti dalla solita burocrazia, comunque, ha concluso, erano problemi che andavano affrontati negli anni precedenti.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “è anche l’occasione per fare un consuntivo del tutto fallimentare, riconoscere che è stato bocciato senza appello il governo dei professori. E il 24 febbraio prossimo gli elettori lo diranno, visto che avete allontanato la Sanità dai sardi e le imprese dal lavoro. Il vostro governo è stato una devastazione anche sotto altri profili come i trasporti aerei, la continuità delle rotte minori e le tratte Roma e Milano. E stendiamo un velo pietoso sull’agricoltura, sui pagamenti che non ci sono e sui bandi che non vengono banditi. Oggi fate la corsa contro il tempo per la Finanziaria ma sarà merito del nostro senso di responsabilità se arriverete al traguardo dell’Aula velocemente. Segnaleremo ai sardi le vostre mancette elettorali, noi siamo qui per le imprese e per i sardi”.

Invece l’on. Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha esordito dicendo: “Sarà la prossima giunta a doveri rimediare ai vostri disastri e alla crisi demografica che ci sta attanagliando. Non c’è posto per i vostri toni trionfalistici sulla crescita del Pil nel 2015-2017 perché la Sardegna ha bisogno di lavoro per frenare la fuga di giovani sardi ma anche di servizi pubblici di qualità e meno burocratici.  In materia di entrate emerge una grave crisi di rapporti tra la Regione e lo Stato italiano ma questo tema sembra non preoccuparvi, in realtà”.

Per l’on. Fabrizio Anedda (Comunisti) “la manovra finanziaria è ingessata sulle spese correnti e c’è poco coraggio sulle politiche attive del lavoro. Bisogna dare atto al presidente dell’intervento risolutivo sulla peste suina, una battaglia che è stata vinta anche dall’assessore Luigi Arru con il sostegno del Consiglio. Ma sarebbe stato utile più coraggio sulle servitù militari  soprattutto a Perdasdefogu e, soprattutto, incrementare i posti di lavoro in tutti i settori, anche nel settore ovino caprino e nell’artigianato che ne deriva, nel settore suinicolo e dei cereali: si tratta di ambiti tipici della Sardegna, che ne costituiscono l’identità. Dobbiamo aiutare le nostre imprese a crescere, altro che dare aiuti alle Camere di Commercio”.

A seguire l’on. Luigi Crisponi (Riformatori sardi), secondo cui “è evidente che siamo ma soprattutto siete nella zona Cesarini e pensate di fare gol all’ultimo momento. E invece non ci saranno gol ma la solita melina, uguale a quella che ci avete proposto nel resto della legislatura. Oggi mettete a disposizione risorse per dare risposte concrete al commercio e all’artigianato ma si poteva fare nei quattro anni precedenti: dovevate farlo prima, ecco. Avete prima mortificato le imprese con il vostro muro di gomma, con la vostra burocrazia. E oggi cercate di togliere dalla palude le imprese che lì avete cacciato”. L’oratore ha parlato anche della crisi delle imprese insediate ad Ottana e dell’inutilità degli interventi pubblici messi in campo finora.

Ha quindi preso la parola il consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis che ha bocciato senza mezzi termini il contenuto della manovra finanziaria: «Voi oggi rappresentate qualcosa che non esiste o che esiste solo nella vostra fantasia, tutti i dati statistici dicono il contrario sulla qualità della vita, la capacità di creare sviluppo e occupazione. Questa manovra non può recuperare cinque anni di tempo perso e di occasioni perdute».

Gianni Lampis ha poi sottolineato la presenza in Finanziaria di risorse per la famiglia: « Nei 5 anni precedenti sono stati i cavalli di battaglia del mio gruppo consiliare che non hanno ottenuto nessuna reazione da parte vostra. Oggi finalmente se ne parla».

L’esponente della minoranza ha poi fatto un elenco delle incompiute della Giunta: «Dove vedete la crescita nel comparto turistico? – ha detto Gianni Lampis – la rete dei trasporti interni è inadeguata, le strade sono ridotte a mulattiere. Parlate di segnali positivi nell’agroalimentare. Penso che agricoltura e allevamento siano in crisi profonda. Tra poco riesploderà la battaglia sul prezzo del latte».

Dal consigliere di Fratelli d’Italia sono arrivati giudizi negativi anche sulle politiche per l’occupazione: «I giovani scappano dalla Sardegna perché non siamo in grado di progettare il loro futuro. La Regione spende per formare gli studenti che poi non trovano nell’Isola percorsi idonei alla loro valorizzazione. Questo favorisce l’esodo dalle aree interne a cui segue il taglio dei servizi».

Al termine del suo intervento, Lampis ha fatto un breve accenno anche agli effetti negativi delle riforme varate nel corso della legislatura: «Avete promesso grandi riforme: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, dagli enti locali alla sanità. I sindaci dicono di non avere strumenti per agire e capacità di progettazione. Il riordino degli enti locali ha obbligato i comuni ad unirsi in Unioni, ma che efficacia amministrativa garantiscono? Oggi parliamo ancora di province commissariate. Stesso discorso sulla sanità. La Asl unica, vostro cavallo di battaglia, non ha prodotto nulla di buono, le liste d’attesa non sono state abbattute».

Per Emilio Usula (Rossomori) le politiche portate avanti dalla maggioranza non hanno influito sulla situazione economica e sociale della Sardegna. « E’ migliorata la condizione dei sardi, è calata la povertà? Si è fermato lo spopolamento, le imprese artigiane sono in ripresa? Sono migliorati i servizi alle persone? Siamo riusciti a garantire una buona mobilità? La situazione è sotto gli occhi di tutti».

Emilio Usula ha poi puntato l’indice contro l’assessore al bilancio Raffaele Paci: « Poco o nulla è cambiato, mi aspettavo altro da una maggioranza di centrosinistra, la responsabilità è di tutti, soprattutto dell’assessore al Bilancio. La Sardegna non rimpiangerà la Giunta e in particolare lei, assessore Paci, per l’atteggiamento supponente che l’ha contraddistinta. Il ritiro dei ricorsi sulla vertenza entrate è stato il più grande errore, il popolo sardo ha perso miliardi di preziose risorse che potevano essere messe a disposizione dello sviluppo. La questione accantonamenti è ancora aperta per non parlare delle alchimie contabili messe puntualmente in rilievo dalla Corte dei Conti e derubricate a questioni tecniche ».

Emilio Usula ha espresso giudizi negativi anche sulla riforma sanitaria («non è solo una questione di conti ma di servizi e di offerta ai cittadini») e sul mutuo per le infrastrutture (“doveva portare a una rivoluzione keynesiana, non abbiamo visto nulla”) prima di bocciare l’atteggiamento della Giunta sul referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi: «E’ stata quella la prima occasione in cui il popolo sardo vi ha punito con la percentuale più alta di “no” a livello nazionale».

L’unico dato positivo, ha concluso Usula,  è la mancata approvazione della legge urbanistica che avrebbe fatto danni al paesaggio e offerto vantaggi alle consorterie politiche ed economiche. «I pericoli non sono finiti, l’assalto al territorio è sempre un rischio concreto. Questo perché il centrosinistra, sempre più omologato, lascia spazio a cupi scenari. Questo bilancio è la sintesi di cinque anni di scelte sbagliate».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. «Approviamo una finanziaria che sarà modificata dalla prossima maggioranza. Avrei preferito un’altra strada: far capire che qui le cose si fanno seriamente, questo avrebbe consentito di licenziare una finanziaria senza colori».

Attilio Dedoni ha poi messo in evidenza la mancanza di una strategia politica da parte della Giunta: «Sarei stato d’accordo se si fosse varato un grande progetto per la ricerca – ha detto Attilio Dedoni – il problema è che questa scelta non si è fatta. Alcuni milioni finanziati per la ricerca aerospaziale hanno fatto da moltiplicatore ma fuori da una visione d’insieme. I giovani vanno fuori a cercare occupazione. Manca competitività da parte delle università. Forse manca un’università privata e centri di ricerca di eccellenza. La Sardegna ha le potenzialità per diventare la Silicon Valley del Mediterraneo».

Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha espresso apprezzamento per alcune scelte della Giunta. «Finalmente dopo cinque anni di richieste si vede un briciolo di luce in questa finanziaria. Ho difficoltà a dire che non sia una buona finanziaria. Contiene molte richieste che abbiamo formulato negli anni scorsi: provvedimenti per le famiglie, per l’incremento della natalità, contro lo spopolamento delle zone interne. Sono contento che finalmente ci siano le risorse per gli asili nido, i bus gratis per i giovani, le proposte per la ristrutturazione delle case con i 25 milioni a favore delle imprese».

Risorse che però rischiano di non essere disponibili secondo Paolo Truzzu: «Su questi finanziamenti pende la spada di Damocle della mancata parificazione del bilancio da parte della Corte dei Conti e la questione accantonamenti ancora aperta – ha detto Paolo Truzzu – c’è poi la scelta di coprire con ingenti risorse il deficit della sanità. Non si potrà stare tranquilli. Solo in primavera si capirà se le risorse stanziate saranno effettivamente disponibili».

Da Truzzu, infine, è arrivato l’invito ad un cambio di rotta: «Ancora una volta impegniamo una quantità di risorse importante per garantire diritti ai più deboli, ma ho l’impressione che la strada scelta sia ancora quella dell’assistenzialismo e non dello sviluppo. Manca la volontà di cambiare punto di vista, le risorse Lavoras potevano essere messe in mano ai cittadini, in questo modo si sarebbero  potuti incentivare investimenti privati in grado di creare 5.000/6.000 posti di lavoro. In futuro occorre avere il coraggio di cambiare punto di vista».

Di segno opposto l’intervento del capogruppo del Pd, Pietro Cocco: «E’ una buona legge di stabilità, una Finanziaria con alcune misure importanti – ha detto Pietro Cocco – la sanità sarà risanata completamente. Abbiamo trovato un deficit di 400 milioni di euro che oggi riduciamo a 75 milioni. Le opposizioni dicono che tutto va male, ma abbiamo gli stessi posti letto, stesse specializzazioni, stessi ospedali e l’assistenza territoriale garantita. Certo non tutto va bene. Abbiamo approvato una rete ospedaliera che deve essere messa in grado di funzionare così  come è stata approvata»

Il capogruppo del Pd ha poi parlato di fisco e lavoro: «Le tasse non sono aumentate,  Irpef e Irap sono tra le più basse in Italia – ha detto Pietro Cocco – abbiamo stanziato 124 milioni di euro per il piano del lavoro, con metà delle risorse destinate ai comuni per l’apertura di cantieri. Abbiamo inoltre istituito il Reis, lo abbiamo attuato diversamente da quanto annunciato dal Governo nazionale».

Stesso discorso sulle misure per l’agricoltura: «Non è vero che non si è fatto nulla. abbiamo licenziato la legge sulla suinicoltura che interviene per valorizzare il comparto. Questa giunta ha messo in atto un piano di contrasto della peste suina che nessuno aveva fatto prima»

Bene anche gli interventi sull’industria: «Alcoa è una battaglia vinta, così come l’Eurallumina per la quale, tra pochi giorni, si aprirà un  tavolo per l’autorizzazione della ripresa produttiva. Igea oggi è in salute, l’abbiamo presa in condizioni disperate. Non pagava gli stipendi da 6 mesi. E’ stata salvata e rimessa in condizioni di operare».

In conclusione del suo intervento, Pietro Cocco ha fatto mea culpa sui trasporti: «Si poteva e si doveva far meglio. E’ un settore strategico. Ma che lo dica chi ha fatto un disastro totale non ci stiamo. La precedente Giunta ha varato la Flotta Sarda e lasciato 11 milioni di debito facendo fallire la Saremar. Non raccontateci cose che non potete raccontare – ha concluso Pietro Cocco – avremmo potuto far meglio ma voi non potete dir nulla».

Il presidente ha dato quindi la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda. L’esponente della minoranza ha ha sottolineato che nel precedente intervento ha voluto insistere sul settore della sanità perché è allo sbando, ma che in questa discussione si vuole però soffermare sugli aspetti positivi di questa Finanziaria e su leggi che spera possano portare risultati positivi all’Isola. “Il futuro della Sardegna passa per un nuovo modello di sviluppo – ha detto – quello che crea valore endogeno” e ha aggiunto che “per noi può essere fondamentale prevedere una fiscalità di sviluppo che non può essere certo quella di un abbattimento delle misere imposte che riguardano le addizionali Irpef e Irap”. Alessandra Zedda ha poi sottolineato che nonostante sia un piccolo intervento va bene.

Per la consigliera la sostenibilità non va d’accordo con la parola burocrazia. “Se vogliamo rendere sostenibili le iniziative di questa Finanziaria  dobbiamo cambiare l’organizzazione della Regione e i procedimenti che risultano obsoleti e ingessanti, sia per le misure che riguardano le aziende sia quelle che riguardano i cittadini”. La capogruppo di Forza Italia ha aggiunto che “non è pensabile che chi soffre, destinatario di leggi come la n. 15, la 20, la 162, debba aspettare un anno o se va bene a qualche mese” passando da un ufficio all’altro. Alessandra Zedda ha presentato un emendamento che prevede il pagamento mensile del contributo regionale per chi ne ha diritto.

Sull’innovazione ha poi aggiunto: “Ho un sogno: avere una Silicon valley nella nostra regione con un sistema che deve funzionare”. E rivolgendosi all’assessore Paci ha affermato: “Noi investiamo molto e le faccio un plauso, ma non dobbiamo fermarci ai finanziamenti comunitari e dobbiamo incidere anche sulle infrastrutture e sulla formazione delle risorse umane, che non mi sembra stia avvenendo”.

Sulla crescita Alessandra Zedda ha affermato “che è la cosa più difficile da valutare”. Sono stati citati investimenti come  Garanzia giovani, tirocini e Lavoras, ma non è ancora sufficiente per garantire dignità e lavoro. Secondo Alessandra Zedda: “Ci sarebbero voluto almeno cinque Finanziarie” e ha aggiunto che è necessario intervenire sulla burocrazia e garantire procedimenti e tempi certi.

La consigliera ha poi citato l’iniziativa che ha pensato allo sport come prevenzione e ha ringraziato il presidente Franco Sabatini per il lavoro fatto in Terza commissione, che ha portato a un confronto tra le forze politiche e a un miglioramento di questo testo. Le migliori leggi uscite da quest’aula, secondo Alessandra Zedda, sono la legge contro la violenza sulle donne, su Forestas e sugli appalti  e sono state frutto di un lavoro condiviso.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, che si è detto emozionato visto che si tratta dell’ultima Finanziaria di questa legislatura. “E’ la conclusione di un percorso perché le Finanziarie sono legate e alcune politiche le abbiamo iniziate cinque anni fa”. L’assessore ha chiarito che non sono stati risolti tutti i problemi della Sardegna, come la povertà, la disoccupazione, l’emigrazione dei giovani laureati e formati. “C’è ancora tanto da fare” e ha ricordato che l’Italia era un Paese ricco dell’Europa, mentre ora non lo è più, e che per debellare la povertà, la disoccupazione bisogna combattere ogni giorno. “Sarebbe ingeneroso però non prendere atto di alcuni dati di fatto e spero che non vengano visti come trionfalismi”. Raffaele Paci ha affermato: “L’Istat certifica che negli ultimi 3 anni la Sardegna è cresciuta dell’1,2%, ottava regione in Italia”, sottolineando che invece nella scorsa legislatura c’era stata una perdita annua media dell’1,7%, anche se ha ricordato che effettivamente erano gli anni della crisi. Per Raffaele Paci non bisogna negare che ci sia stata la ripresa e ha affermato che i tassi di crescita registrati negli ultimi tre anni non si registravano dagli anni ’60: l’occupazione è calata di 2 punti percentuali e l’occupazione è aumentata di 40mila unità. Per l’esponente dell’Esecutivo non tutto è risolto, ma ci sono dei grandi miglioramenti: la Sardegna sta diventando un punto di riferimento per nuove occupazione legate ai settori dell’information technology e c’è stata una ripresa di alcuni settori dell’agroalimentare e dell’artigianato. Raffaele Paci ha ricordato i 255 milioni messi a bando per le imprese, il fatto che la Giunta ha favorito la ricerca, l’innovazione, la scuola, lo sviluppo delle imprese, il diritto allo studio, il sostegno alle famiglie, ai Comuni e alle politiche sociali. Raffaele Paci ha ricordato che non è un manovra elettorale, è una manovra sostenibile finanziariamente e con risorse certe. L’assessore ha ricordato, infine, che  quando ha assunto l’incarico aveva trovato 5 miliardi di interessi passivi e 4 miliardi di interessi attivi. La Sardegna aveva accumulato moltissime promesse di pagamento a causa del Patto di stabilità.

Raffaele Paci ha ricordato che quello che la Giunta ha firmato con il Governo ha fatto uscire la Sardegna dal Patto di stabilità potendo spendere un miliardo in più all’anno e ha ricordato che i ricorsi ritirati contro lo Stato non hanno fatto perdere alla Sardegna neanche un euro. L’assessore ha ricordato, inoltre, che sono stati ridotti gli accantonamenti, “visto che abbiamo impugnato tutte le finanziarie e perciò spesso abbiamo evitato di dare allo Stato 480 milioni di accantonamenti. E quest’anno, finalmente riusciamo ad avere un po’ di respiro perché gli accantonamenti si sono ridotti da 684 a 535 perché abbiamo impugnato le precedenti Finanziarie”. In conclusione Raffaele Paci ha affermato che spetterà al Consiglio regionale migliorare questa Finanziaria.

Il presidente ha messo quindi in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 31 voti a favore e 18 contrari. Il presidente ha quindi ricordato che il termine per presentare gli emendamenti e giovedì, 6 dicembre, alle 12.00. La seduta è stata chiusa e il Consiglio è convocato per martedì, 11 dicembre, alle 16.00, per proseguire l’esame della Finanziaria e approvare la proposta di legge per le modifiche tecniche alla scheda elettorale per le elezioni regionali.

La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha sentito questa mattina in audizione l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, sulla proposta di legge n. 553 “Misure urgenti e politiche di sistema a sostegno del commercio e dell’artigianato” predisposta dalla Commissione speciale sulla crisi del settore presieduta da Roberto Deriu. Raffaele Paci ha espresso apprezzamento per l’iniziativa. «Le piccole e medie imprese costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico – ha affermato Raffaele Paci – per questo condivido l’obiettivo di individuare una serie di norme finalizzate al rafforzamento del settore». L’assessore è poi entrato nel merito della proposta di legge con particolare riferimento ad alcuni specifici articoli. Sul Titolo I “Misure a sostegno del tessuto economico”, Paci ha condiviso l’impostazione della Commissione: «La Giunta ha sempre ragionato in un’ottica di programmazione unitaria. Le imprese, a prescinder e dal settore in cui operano, devono tutte rispondere a criteri di sostenibilità economica per confrontarsi con il mercato. Mi fa piacere che si mantenga questo tipo di approccio. Per questo, un ruolo centrale nella programmazione deve essere affidato alla cabina di regia per la programmazione unitaria istituita dalla Regione». Sul Titolo III “Misure per il rilancio dell’edilizia privata e a sostegno del mercato interno”, Paci ha detto di condividere l’idea di attirare pensionati stranieri in Sardegna: «Potrebbe essere utile al contrasto dello spopolamento e al rilancio dell’edilizia – ha rimarcato Paci – proprio per questo sarebbe opportuno pensare a uno specifico disegno di legge». L’assessore si è poi concentrato sul Titolo IV dedicato al rilancio delle microimprese artigiane e commerciali: «E’ il cuore del provvedimento – ha sottolineato Raffaele Paci – ho sempre sostenuto la necessità di utilizzare i fondi europei, in via prioritaria, per sostenere le piccole imprese. A tal fine abbiamo cercato di semplificare il più possibile le procedure dei bandi adeguandole alla dimensione aziendale dei beneficiari. Occorre pero ammettere che sui bandi T1,T2 e T3 si sono presentate molte difficoltà per le microimprese. Credo che, mantenendo l’attuale impalcatura, si possa trovare uno spazio nella Finanziaria per individuare finanziamenti a loro dedicati e risorse adeguate per strumenti di incentivazione». Sui Confidi è stata chiarita la platea dei beneficiari con l’esclusione di quelli di secondo livello, mentre sui contributi a copertura dei costi di garanzia Paci ha suggerito di limitare l’ammontare riconosciuto: «Non può essere del 100% perché illegittimo – ha detto – con una quota del 50% sarebbe sufficiente 1 milione e mezzo di euro per garantire una copertura totale». Raffaele Paci, infine, ha confermato l’imminente approvazione di un disegno di legge sul commercio da parte della Giunta e si è detto disponibile a trovare una sintesi insieme alla Commissione per individuare le norme che si intendono finanziare. Il presidente della Commissione speciale, Roberto Deriu, ha auspicato l’attivazione di una forma di finanziamento, non presente nell’attuale sistema, che incentivi “l’animazione nei centri storici in modo da indirizzare il pubblico verso gli esercizi commerciali che vi operano. Sappiamo che ci sono altre iniziative che vanno in questa direzione ma mi auguro che la Giunta consideri la nostra proposta come aggiuntiva». Il presidente della Commissione speciale, infine, ha insistito sulla necessità di distinguere tra imprese e abusivi. Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Raimondo Cacciotto (Pd) e Fabrizio Anedda (Misto). Il primo ha evidenziato le difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti pubblici delle microimprese: «Sarebbe opportuno affiancare forme di incentivazione più agili – ha detto Raimondo Cacciotto – ha questo punto di vista sarebbe utile sapere quante risorse vengono spese con i bandi T1,T2 e T3». Fabrizio Anedda (Misto) ha invece segnalato la necessità di predisporre norme che vadano in aiuto delle imprese. «Attualmente non è cosi – ha detto Fabrizio Anedda – chi trae beneficio dai finanziamenti per formazione, certificazioni etc. sono le associazioni di categoria. Le imprese sono deboli, lo dimostra il fatto che l’80% delle aziende che hanno presentato domanda per il bando T1 non ha avuto risposta». Al termine dell’audizione, il presidente della Commissione “Attività produttive” Luigi Lotto ha indicato la strada da seguire per arrivare a una rapida sintesi: «Analizzeremo la proposta della Commissione speciale e il disegno di legge della Giunta – ha affermato – sarà impossibile arrivare a un testo definitivo prima dell’approvazione della Finanziaria. Per questo, insieme alla Giunta, sarà utile individuare da subito un percorso che permetta di inserire nella manovra economica misure e cifre che dovranno poi dare gambe agli interventi a sostegno dell’artigianato e del commercio».

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Il Consiglio regionale, in seduta statutaria, si è riunito sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’attenzione dell’Aula, un solo punto dell’ordine del giorno: la mozione n. 452 sulle criticità del sistema dei trasporti aerei e marittimi, con particolare riferimento alla situazione del vettore Air Italy e della Tirrenia.

Dopo le formalità di rito, ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), primo firmatario del documento sottoscritto da 30 consiglieri di maggioranza e opposizione.

Giovanni Satta, in premessa, ha invitato l’intero Consiglio a concentrarsi, per una volta, sull’oggetto della mozione, evitando riferimenti alle responsabilità del passato: «Il problema dei trasporti è vissuto in maniera forte dalla popolazione sarda e dagli operatori economici – ha detto Giovanni Satta – cerchiamo di trovare insieme delle soluzioni concrete».

L’esponente del Psd’Az si è quindi concentrato sulla situazione dei trasporti marittimi e sulla decisione della Cin-Tirrenia di trasferire la propria sede a Milano: «Una decisione giustificata, secondo la compagnia marittima, dalla necessità di procedere a una fusione. Una scusa che non trova nessuna legittimazione giuridica – detto Giovanni Satta – io non ci credo. La Sardegna ha subito la vendita della Tirrenia, società che continua a ricevere finanziamenti pubblici, mai nessuno da questi banchi ha chiesto di impugnare quella convenzione. L’accordo scadrà nel 2020. E’ nostro dovere lavorare per una rimodulazione della convenzione. Tirrenia quest’estate ha operato una politica dei prezzi devastante per la Sardegna. Tutto questo senza controlli e verifiche sulla qualità dei servizi».

Il primo firmatario della mozione ha poi affrontato la situazione di Air Italy che «a giugno ha deciso di trasferire 51 lavoratori da Olbia a Milano-Malpensa. «Il vettore aereo ha deciso di spostare il suo cervello operativo in Lombardia. Ciò causerebbe un ulteriore impoverimento della Sardegna e in particolare della Gallura – ha affermato Giovanni Satta – preoccupa il fatto che questa società, che aveva firmato un accordo di programma nel 2016, decida di lasciare l’Isola. Tutto il personale che si occupa della gestione dei voli opererà a Milano. Ciò significa che anche le future assunzioni saranno destinate a Milano».

Secondo il consigliere di minoranza, la decisione di Air Italy «è uno schiaffo alla Sardegna, abbiamo il dovere di intervenire. Una società privata può fare le proprie scelte, lo ha fatto anche la Fiat, però Air Italy appartiene ad un’altra società che ha interessi in Sardegna, il Qatar ha firmato diversi accordi che ora occorre rimettere in discussione. Abbiamo appoggiato la nascita del Mater Olbia ma oggi si potrebbe chiedere, visto che la Regione investe 60 milioni di euro, che i lavoratori di Air Italy trasferiti a Milano vengano trattenuti in Sardegna».

Da Giovanni Satta, infine, è arrivata una richiesta precisa alla Giunta: «Occorre costituire un tavolo tecnico che coinvolga il Governo per aprire un dialogo diplomatico che consenta di arrivare a una soluzione per assicurare il mantenimento della base operativa di Air Italy in Sardegna – ha concluso il primo firmatario della mozione – l’assessore  ai trasporti Carlo Careddu ha grande valore morale e preparazione adeguata per affrontare il problema, noi faremo la nostra parte».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha subito sottolineato le criticità del sistema di trasporti aerei: «La mozione arriva in aula alla fine di una stagione turistica non esaltante e a pochi giorni dal deposito delle firme per il riconoscimento dello svantaggio dell’insularità – ha detto Luigi Crisponi – i dati Assaeroporti forniscono un quadro non esaltante: da gennaio ad agosto il numero degli utenti nazionali è in calo. Ciò dimostra che la continuità territoriale non ha funzionato. Ci sono solo due destinazioni Roma e Milano come se alle altre parti del territorio nazionale non interessasse la Sardegna. Ciò crea disagi così come crea disagio le criticità del trasporto marittimo. La Giunta regionale ha perso la rotta: la continuità territoriale non funziona, ci sono continui rincari delle tariffe, le compagnie low cost scappano».

Luigi Crisponi si è quindi soffermato sulla riorganizzazione di Air Italy. «La compagnia ha deciso di trasferire gran parte della forza lavoro che ha garantito qualità ai servizi di Meridiana. Nei giorni scorsi sono atterrati alcuni aerei della Qatar Airway con personale che arrivava tutto da fuori. Noi siamo disposti a sostenere iniziative per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, serve un tavolo tecnico».

Critico anche il giudizio di Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha chiesto uno scatto d’orgoglio per impedire il disimpegno della compagnia Air Italy. «E’ mancata la concertazione, questo è grave – ha detto Edoardo Tocco – una compagnia che rileva un vettore nato in Sardegna come Meridiana ha il dovere di mettersi in contatto con la Giunta. O la compagnia sta giocando al rialzo, perché altrimenti mascherare licenziamenti con trasferimenti? E’ un problema serio per chi governa la Sardegna. Quando un Governo vede andare via i propri conterranei ha il dovere di reagire».

Edoardo Tocco, infine, ha invitato la Giunta regionale a fare pressione sulla compagnia: «I proprietari hanno altri interessi in Sardegna. In questo momento siete voi che avete il dovere di reagire per dare un segnale ai cittadini e al Consiglio regionale. Assessore dimostri di far valere dignità e orgoglio dei sardi. Air Italy deve rimanere in Sardegna, la Giunta metta le cose in chiaro».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la proposta di un tavolo tecnico è giusta ma non risolutiva. «Più che un tavolo tecnico serve un tavolo politico sul quale sbattere i pugni – ha detto Tedde – non è possibile che la Regione non faccia rispettare le regole e i patti sottoscritti. Qatar ha interessi milionari in Sardegna nei settori dell’urbanistica, della sanità e dei trasporti. Ha il dovere di rispettare le regole, non è possibile che a questa potenza finanziaria sia consentito tutto, non si può permettere di attaccare i politici che esprimono le loro opinioni».

Tedde ha poi criticato aspramente le politiche della Giunta in materia di trasporti: «La mancata adozione di un piano di incentivi ai low cost ha fatto perdere ad Alghero 349mila passeggeri. Sulla continuità territoriale si è consumato un flop di dimensioni epocali. Avete prima parlato di “fattive interlocuzioni” sulla continuità territoriale salvo poi ricevere un cartellino rosso da Bruxelles che vi ha costretto al ritiro del bando».

Anche sulla destagionalizzazione il giudizio di Marco Tedde è stato negativo: «Si era garantito che il primo bando sarebbe stato pubblicato a settembre con un investimento di 10 milioni di euro per i mesi di spalla. Quel bando è fermo al palo. Anche quest’anno non avremo risorse per incentivare i flussi turistici».

Il consigliere azzurro ha poi spostato l’attenzione sul trasporto marittimo: «Il settore ha registrato un aumento sconsiderato dei prezzi. Moby non ha ancora iniziato a pagare rate per l’acquisto Tirrenia che riceve decine di milioni di euro all’anno. Serve un tavolo politico su cui sbatterei i pugni. Pigliaru prenda in mano una volta per tutte le redini dei trasporti per disegnare un nuovo sistema di continuità marittima e aerea».

Per Emilio Usula (Rossomori),  il disastro del sistema dei trasporti in Sardegna rappresenta un onere per i cittadini e un danno per l’ambiente. «E’ in atto l’anestesia di un popolo. Per lo sviluppo è indispensabile un sistema dei trasporti efficiente. Il sistema-Sardegna sopporta costi aggiuntivi per la produzione e lo scambio di merci, tutti ciò grava sulla competitività delle aziende e influisce negativamente sui posti di lavoro. Lo Stato deve garantire uguali condizioni per tutti i cittadini».

Usula ha poi parlato di scelte sbagliate delle quali anche la Giunta attuale deve assumersi al responsabilità. «Air Italy si candidava a diventare compagnia di bandiera. Dove sono finiti gli accordi? Quale è l’interesse del Qatar e quale peso vuole avere la Sardegna? Per ora si mettono a rischio i posti di lavoro di 51 lavoratori che verranno trasferiti a Malpensa. Non c’è da sperare di nulla di buono nel mantenimento della centralità dell’Isola».

Secondo l’esponente dei Rossomori va superato il monopolio nel sistema marittimo. «Occorre  rivedere la convenzione con Tirrenia. La Sardegna deve avere un ruolo da protagonista magari ripensando a una flotta sarda. L’esperimento degli anni scorsi è stato gestito male ma l’idea di base era buona».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha definito il sistema trasporti “il problema dei problemi” perché attraversa tutti i settori economici, dal turismo al commercio. «E’ anche un problema sociale – ha sottolineato Giuseppe Fasolino – perché comprime il diritto alla mobilità dei sardi. Per non parlare della sanità: i trasporti, purtroppo, sono utilizzati da molte persone per andare a curarsi nella penisola. Purtroppo, nessuna Giunta regionale  è riuscita a risolvere definitivamente il problema ma l’attuale assessore ai Trasporti non è responsabile, ha iniziato questo lavoro da poco, ognuno si deve prendere le sue responsabilità».

Giuseppe Fasolino ha quindi puntato il dito contro il Governo nazionale: «La Sardegna fa parte dell’Italia? Esiste un governo nazionale che potrebbe intervenire? Secondo me sì, ha il dovere di intervenire».

Sulla vertenza Air Italy, infine, Fasolino ha avanzato dubbi sulla costituzione di un tavolo tecnico-politico: «Secondo me non serve a nulla – ha detto – abbiamo invece una grande opportunità: il Consiglio sostenga all’unanimità la Giunta e l’assessore ma si alzi il livello del confronto, si battano i pugni a livello nazionale. Il Governo deve convocare l’azienda. Rigotti non si permetta di bacchettare la politica. Noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare il territorio».

Ha preso la parola Raimondo Cacciotto (Pd), che ha ringraziato l’assessore Carlo Careddu per l’impegno dimostrato per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna e nel definire il percorso della nuova continuità territoriale. “Persistono comunque delle criticità – ha detto – e da una di queste scaturisce la mozione di oggi, sulla vertenza Air Italy, un tema che sicuramente l’assessore non sta trascurando e sta seguendo con impegno per scongiurare le dislocazione del personale e ogni possibile segnale di disimpegno della compagna dell’Isola”. Raimondo Cacciotto ha anche manifestato preoccupazione per le decisioni di Ryanair rispetto allo scalo di Alghero. Per l’esponente della maggioranza bisogna aprire un tavolo con il governo sulla situazione Air Italy, Ryanair e sul nuovo modello organizzativo dell’Enav, per evitare la dislocazione dei lavoratori fuori dall’Isola e garantire la continuità territoriale.

Per Giuseppe Meloni (Pd): “Il tema in discussione oggi è uno dei più sentiti nella nostra regione”. Il consigliere ha condiviso l’impostazione del collega Satta, ossia di guardare al presente e al futuro per trovare soluzioni anziché pensare al passato. “Oggi ci troviamo con un’azienda, Air Italy, che ha approfittato di un avvicendamento al governo e ha deciso di iniziare il trasferimento e la dislocazione verso Malpensa del cuore dell’azienda”. Per Meloni il governo deve intervenire affinché i 51 dipendenti non vengano spostati e vengano rispettati i patti del 2016, compreso il reintegro dei 500 lavoratori nel corso dei tre anni. Il consigliere ha auspicato un intervento unitario del Consiglio regionale affinché venga rispettata la Sardegna e tutti i dipendenti di Air Italy. “Neanche uno deve andare a Malpensa e la moratoria di dieci giorni deve essere estesa affinché siano rispettati i patti”. Per Giuseppe Meloni, infine, sulla Continuità territoriale ci vuole un governo più vicino alla Regione affinché la Sardegna venga trattata da parte della Commissione europea al pari degli altri territori europei.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha affermato di non capire a quale flop ci si riferisce. “I flop che conosco sono quelli che ho vissuto con la Giunta Cappellacci”. Poi parlando della Tirrenia, ha aggiunto che questa Giunta regionale, “ha avuto la capacità e la forza politica, nonostante non fosse previsto, di imporre anche grazie al governo nazionale la rivisitazione della convenzione in corso d’opera, fatta esclusivamente nell’interesse dei sardi”. Antonio Solinas ha poi parlato ancora di flop dei bandi della continuità territoriale della Giunta Cappellacci “che hanno messo la Giunta nell’impossibilità di mettere in campo bandi per tre anni, perché eravamo sotto osservazione da parte dell’Unione europea”. Oggi si ripropone la flotta sarda quando le normative comunitarie parlano di altro e se di flop vogliamo parlare quello più grande è della flotta sarda”. Antonio Solinas ha poi ricordato che il 3 luglio scorso che la Quarta commissione ha approvato la risoluzione che chiedeva il rispetto dell’accordo sottoscritto dal governo con i sindacati anche di Meridiana fly, e quindi Air Italy, che aveva l’obiettivo di rafforzare Meridiana e quindi la sua sede. “Con l’acquisto di Air Italy da parte del Qatar airway, la nuova proprietà ha disconosciuto l’accordo e avviato lo smantellamento della compagnia”. Solinas ha ricordato, inoltre, che il manager di Air Italy ha avuto “un atteggiamento sgradevole nei confronti della Quarta commissione dimostrando che della Sardegna a quel gruppo poco importa”.

Dopo l’on. Antonio  Solinas ha preso poi la parola l’on. Gianni Lampis (FDI), che ha detto. “Leggo testualmente: «E’ necessario riprendere un filo interrotto dalla giunta Cappellacci e ripartire con slancio>. Questo letteralmente diceva il presidente Pigliaru in campagna elettorale nel 2014ed è in nome di queste parole che voi non potete presentarvi in quest’Aula e sostenere che sia cambiato qualcosa. La vostra idea di Sardegna non è certamente concisa con la Sardegna che avete realizzato in questi anni. La vostra politica sui trasporti e non solo non è stata quella che avete promesso, illudendo i sardi. I 51 dipendenti devono essere salvaguardati dalla politica e oggi il Consiglio darà un ampio mandato al presidente Francesco Pigliaru perché i posti di lavoro siano salvati”.

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “siamo finiti in un’aula di smemorati e facce toste. Non è giusto dire che le responsabilità sono della Giunta: nessuno che dice una parola sul governo gialloverde e sul ministro Danilo Toninelli che ha fatto ricevere da un usciere  il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu su una vicenda così complicata. C’è un chiaro disegno della Lega di riappropriarsi di una compagnia aerea in competizione con Alitalia e avere in mano i cieli della Padania. E’ del tutto evidente che il governo attuale vuole che Air Italy lasci la Sardegna e vada al nord. Il nuovo slogan è: prima gli italiani, ché dei sardi non ce ne frega niente”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu “i sardi sono costretti a subire scelte inadatte e intempestive, tra l’opera di Carlo Careddu e quella di Massimo Deiana. Consegnerete a chi vincerà le prossime regionali un’isola del tutto isolata e poco appetibile dal punto di vista turistico”. L’oratore ha ricostruito i passaggi della complessa  vicenda  e ha detto: “I conti di Air italy non tornano  e ci sono 20 lavoratori la cui sorte è in sospeso tra Olbia e Milano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non è chiaro a tutti qual è il patema che i lavoratori di Air Italy ma certamente i sardi non possono essere più isolati di così. Per colpa di chi ha amministrato la Regione: altro che tirare in ballo i disegni oscuri della Padania. Quando si discute di problemi sardi il presidente della Giunta deve sedersi nel Consiglio dei ministri, questo dice la Costituzione”.

Ha preso poi la parola l’on. Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui “i lavoratori sono stati usati per campagna elettorale e non basta criticare il governo Di Maio-Salvini.- Trovo più giusto proporre soluzioni”.

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “è ingeneroso attaccare la Giunta regionale per la questione di Air Italy. Stranamente in questi pochi mesi Malpensa è diventata stella polare del trasporto aereo italiano. Basta con la dietrologia e la strumentalizzazione politica”.

Il Pds è intervenuto con il suo capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha detto: “Abbiamo ancora cinque giorni per scongiurare il trasferimento delle maestranze ed evitare di celebrare funerali riempiendoci la bocca di epitaffi. Serve un forte mandato politico di quest’Aula per l’assessore e il presidente: i trasferimenti vanno bloccati e non è questa la sede per rinfacciarci chi ha fatto di più o di meno. Non parlo ora da difensore dei diritti dei lavoratori ma da difensore della Sardegna, che in quel lembo di terra ha visto sviluppare maestranze e industria aerea. Non dobbiamo accettare questo smantellamento del nostro patrimonio nel silenzio generale della politica”.

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto che “il tema dell’insularità in Costituzione è un obiettivo che si sta avvicinando alla nostra portata. Ed è di insularità che parliamo quando discutiamo del diritto di essere cittadini grazie ai trasporti. O viceversa, di non esserlo senza trasporti adeguati. La fuga di Air Italy è dovuta a ragioni di carattere economico e non è del tutto da ascrivere alla Giunta Pigliaru ma purtroppo la politica trasportistica di questa giunta non è certo stata lungimirante né efficace: non è possibile dire che va tutto bene in questo settore. Anzi”.

L’on. Alessandra Zedda ha aggiunto: “Stare dalla parte della Giunta in questa vicenda significa stare dalla parte dei sardi ed è inaccettabile che il ministro non abbia ricevuto personalmente l’assessore Carlo Careddu. Siamo in ritardo: acceleriamo subito questa battaglia e senza polemica siamo pronti a sostenere questa lotta”.

Per la Giunta l’assessore Carlo Careddu ha ringraziato l’Aula “per gli spunti e gli interventi appassionati” e ha riconosciuto che “il sistema sardo dei trasporti è lacunoso, ha un gap infrastrutturale ed è molto lontano dall’essere un sistema perfetto. Ho assunto un anno fa la delega assessoriale e ho provato a lavorare sui problemi più importanti sul tema del diritto dei sardi alla mobilità”. Nel merito l’assessore ha detto: “Sapete bene che arrivo da Olbia e che conosco bene il tema di Air Italy. Oggi abbiamo una compagine che punta a trasformare questa compagnia in un vettore europeo e con un piano industriale da medio e lungo raggio. Da qui la scelta di Malpensa. Ma noi contestiamo il fatto che si debba trasferire questo management operativo per attuare il piano industriale e gestire la flotta. D’altronde anche Ryanair sta in Irlanda ma opera in tutta Europa. Abbiamo cercato un contatto con Quatar Airways ma sino a oggi abbiamo ottenuto una moratoria mentre sono in corso le trattative sindacali. E’ una sconfitta se anche una sola persona lascerà la Sardegna ma sarà una sconfitta soprattutto se Air Italy dovesse frequentare i nostri aeroporti solo per i voli in continuità territoriale. Ovviamente sarà mia cura relazionare costantemente il Consiglio.

Per quanto riguarda la continuità territoriale stiamo seguendo i vincoli della Commissione europea ma difendendo il diritto alla mobilità dei sardi e all’accessibilità in Sardegna. Questi concetti stiamo cercando di trasfondere nel percorso amministrativo che a giorni porterà alla pubblicazione del bando, che speriamo sia appetibile per le compagnie.

Sulla privatizzazione di Arst c’è grande attenzione mediatica, comprensibile visto che si tratta della prima azienda della Sardegna: vorrei dire che non c’è nessuna privatizzazione ma una esternalizzazione del 20 per cento delle attività di Arst, come previsto dalle norme.

Sull’insularità sono invece convinto che si tratti della strada corretta: va inserita nella Costituzione. Manca però un concetto fondamentale: occorrerà che sia sostanziato nei singoli strumenti di legge e dell’Unione europea, come il regolamento sulla continuità territoriale che non può essere lasciato alla discrezionalità dei funzionari”.

E’ poi intervenuto il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) per diritto di replica. “Volevo ricordare all’onorevole Solinas che la mozione è firmata anche da moltissimi colleghi della maggioranza”, riscontrando che “c’è stato purtroppo il solito rimpallo di responsabilità”. Satta ha ricordato che in quest’anno ha lavorato positivamente con l’assessore Careddu sia sulla Continuità territoriale con la Corsica sia sul problema del collegamento con Piombino, che era stato eliminato dalla Moby Lines. L’esponente dell’opposizione ha preso l’impegno, a nome del Psd’Az e del segretario del partito, di prendere posizione a Roma e in tutte le sedi necessarie affinché venga portata avanti ogni azione possibile a tutela dei dipendenti di Air Italy. 

Il consigliere ha poi chiesto una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno e dare ampio mandato all’assessore Carlo Careddu e al presidente Francesco Pigliaru per tutelare i lavoratori ed garantire che lo sviluppo dell’azienda avvenga in Sardegna e non a Malpensa.

Mario Floris (Uds),  dichiarando il suo voto favorevole all’ordine del giorno, “che come si diceva un tempo non si nega a nessuno”, ha sottolineato che il problema deve essere affrontato in un altro modo. Floris ha ribadito che la continuità territoriale deve tornare a essere responsabilità dello Stato, e “che lo Stato deve concorrere allo sviluppo socioeconomico della Sardegna”. Floris ha esortato i parlamentari sardi a unirsi per tutelare la Sardegna a prescindere dallo schieramento politico.

Per Giuseppe Fasolino (FI) “abbiamo un ordine del giorno molto più importante con cui dobbiamo cercare di risolvere il problema di queste 51 famiglie”. E ha aggiunto “che si tratta di un problema senza colore, di un problema della Sardegna”. “Dobbiamo dare forza al presidente – ha aggiunto – più è forte, più avrà possibilità di ottenere risultati a Roma”. Giuseppe Fasolino si è detto d’accordo con il consigliere Floris nel ritenere fondamentale che lo Stato affronti il problema dei trasporti della Sardegna.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno presentato che, fra l’altro, impegna la Giunta a chiedere al Governo nazionale l’immediata convocazione del “tavolo di crisi” per l’esame della situazione del sistema dei trasporti in Sardegna, a seguito della mancata attuazione della continuità territoriale per le persone e le merci.

Il documento, in particolare, si sofferma inoltre sulla necessità di mantenere i livelli occupazionali di Air Italy e la permanenza lavoratori nella sede di Olbia, assicurare nell’ambito del Piano industriale della compagnia la crescita e lo sviluppo dell’asset presente nell’Isola e garantire la concreta attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna.

Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 52 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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La commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd), nella prima delle due sedute dedicate alla vertenza Aras, ha ascoltato l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ed i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil oltre agli autonomi di Confederdia, che da questa mattina hanno iniziato un sit-in di protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale.

L’assessore Filippo Spanu, nella sua relazione incentrata soprattutto sui rapporti fra Regione e Ministeri interessati per l’applicazione della legge regionale 3/2009 che prevede il passaggio dei lavoratori all’Agenzia Laore, ha espresso il suo cauto ottimismo sulla soluzione positiva della vertenza. «Proprio questa mattina – ha affermato – abbiamo verificato con l’ufficio legislativo del Ministero dell’Economia, che dovrà pronunciarsi in ultima istanza sulla deroga alla normativa vigente in materia di finanza pubblica, che la documentazione (compresa quella che doveva essere inviata dai commissari Aras) è completa e potrà essere esaminata in tempi brevi».

«Sulla base di questa documentazione – ha aggiunto – riteniamo di aver dimostrato che le ragioni per le quali abbiamo chiesto la deroga sono fondate: da un lato perché i lavoratori Aras svolgono una funzione essenziale per il comparto agricolo regionale, dall’atro perché il loro ingresso in Laore determinerebbe, numeri alla mano, un significativo risparmio.»

«La vertenza Aras – ha tuttavia avvertito l’assessore Filippo Spanu – va affrontata per gradi ed il primo è strettamente legato ai lavoratori con le caratteristiche previste dalla legge 3/2009; una volta superato questo scoglio affronteremo i problemi degli altri.»

In precedenza la commissione ha sentito i rappresentanti sindacali, che hanno espresso grande preoccupazione per una situazione che si aggrava di giorno in giorno, sia per il mancato pagamento degli stipendi (in arretrato dallo scorso di mese di giugno) che per l’impossibilità dei lavoratori di continuare ad anticipare i costi delle trasferte per recarsi presso le aziende. Sotto accusa, inoltre, l’operato dei commissari liquidatori la cui azione determinerebbe l’impoverimento complessivo dell’associazione e delle sue professionalità con gravi danni per la Regione e l’agricoltura sarda.

I sindacalisti, in sintesi, chiedono alle istituzioni regionali certezza di risorse, a cominciare dal pagamento di tutti gli stipendi maturati, e prospettive chiare in tempi certi per il futuro di tutti i lavoratori. Confederdia, in particolare, ha annunciato che non rimuoverà il presidio allestito sotto il palazzo del Consiglio fino a quando non sarà risolto il problema delle retribuzioni arretrate.

Nel dibattito hanno preso la parola Luigi Crisponi dei Riformatori, Alberto Randazzo ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Raimondo Cacciotto del Pd, Fabrizio Anedda del Misto e Antonio Gaia di Cps.

Domani alle 10.30 la commissione proseguirà i suoi lavori con l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria.

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La maggioranza del centrosinistra, con in testa il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd); il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu; l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria ed i consiglieri Fabrizio Anedda (Misto); Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Gianmario Tendas (Pd), nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina in Consiglio regionale, ha escluso – con riferimento anche alle accese polemiche che sono seguite all’approvazione della legge sulla valorizzazione della suinicoltura sarda (legge regionale n. 28/2018) – rischi per la produzione del tipico maialetto sardo ed ha difeso obiettivi e finalità della norma approvata dall’Assemblea sarda lo scorso 24 luglio, con due soli voti di astensione, 39 favorevoli e nessuno contrario.

«Nessuno dovrà smettere di allevare maialetti, per la vendita o il consumo familiare – ha dichiarato il presidente della Quinta commissione – e confermiamo gli obiettivi della legge (lotta alla peste suina, rilancio degli allevamenti, avvio di un programma di formazione e professionalizzazione degli operatori, valorizzare i prodotti e il suino di razza sarda) escludendo qualsiasi intento punitivo verso qualsiasi tipo di allevamento.»

A giudizio dei consiglieri del centrosinistra e dell’assessore Pier Luigi Caria gli eventuali equivoci o le differenti interpretazioni su quanto disposto all’articolo 4 del provvedimento, in particolare per ciò che attiene i commi 2 e 3, potrebbero essere superati con “stringenti direttive di attuazione” che esplicitino l’assenza di divieti e complicazioni per tutti coloro che allevano e macellano per uso familiare scrofe e maialetti in Sardegna. Non è esclusa a priori neppure una modifica in Aula della legge, sebbene sul punto si sia pronunciato contro il capogruppo Pds, Congiu («non andremo mai contro la tradizione sarda: questa legge valorizza il comparto e il saper fare dei sardi, resta solo da impartire direttive efficaci per dare piena applicazione ad una norma attesa da tempo»). «Un’ottima legge a favore delle imprese e a tutela dei consumatori – ha incalzato Fabrizio Anedda – che deve garantire sostegni immediati agli operatori». «Una norma condivisa e non solo in Consiglio – ha spiegato Gianmario Tendas – in continuità con il piano di contrasto e per la eradicazione della peste suina nell’Isola». 

Sulla classificazione degli allevamenti il presidente Luigi Lotto ha cercato di fugare timori e dubbi ricordando il varo della norma nazionale nel 2010 (D.Lgs 200 “Attuazione della direttiva 2008/71/CE relativa all’identificazione e alla registrazione dei suini”) ed illustrando la situazione delle principali categorie degli allevamenti suinicoli sardi in applicazione della citata norma nazionale.

Nel 2010, in Sardegna, risultavano 6.937 allevamenti da “riproduzione  a ciclo chiuso” (sono allevamenti con riproduttori che producono animali da macello); 6.441 allevamenti di tipo “familiare” (allevamenti con un massimo di 4 capi senza riproduttori); 1.766 allevamenti “da riproduzione a ciclo aperto” (allevamenti con capi riproduttori e i capi sono venduti, oppure sono allevati suini non riproduttori provenienti da altri allevamenti).

Con l’entrata in vigore del D.Lgs n. 200, in Sardegna, la maggior parte di coloro che avevano allevamenti familiari (cioè non producono per la vendita) hanno preferito registrarsi come allevamenti professionali con riproduttori per la produzione dei maialetti per uso familiare e così gli allevamenti da riproduzione a ciclo chiuso sono passati dai 6.937 del 2010, ai 15.025 del 2018. Gli allevamenti di tipo familiare si sono ridotti fino a 314 unità e quelli a ciclo aperto sono andati in diminuzione, rispetto al 2010, fino a raggiungere le 429 unità.

Resta un punto: l’articolo 4 comma 3 della legge regionale n. 28/2018 così recita: «L’allevamento professionale ha come finalità produttiva la vendita di capi suini a vita o per il macello. Gli allevamenti professionali si distinguono in: a) allevamenti a ciclo completo, in cui sono allevati sia i suini riproduttori che tutte le categorie di suini fino ai capi che raggiungono le caratteristiche scelte per la loro destinazione al macello; b) allevamenti a ciclo aperto, in cui sono allevati suini riproduttori e sono venduti capi a vita o sono allevati suini non riproduttori provenienti da altri allevamenti».

«È evidente che non possiamo costringere alla vendita dei maialetti chi vuole produrre solo per uso familiare – ha concluso Luigi Lotto – e crediamo che si possa chiarire il tutto con le direttive di attuazione ma se non dovesse bastare siamo pronti a introdurre le necessarie modifiche in legge per scongiurare i rischi per la tradizione del maialetto sardo.»