21 November, 2024
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Mercoledì 2 ottobre Teulada ha ospitato una cerimonia e una conferenza per ricordare Sicco Mansholt, primo Commissario Europeo per l’Agricoltura (1958-1972). L’evento è stato dedicato a celebrare l’importante legame tra Sicco Mansholt e la comunità teuladina, nonché il suo impatto storico in Sardegna e in Europa.

Alle 9.00, in piazza Fontana, è stata disvelata una targa commemorativa («In memoria di Sicco Mansholt, primo Eurocommissario all’Agricoltura (1958-1972), che sotto un ulivo di Teulada concepì una rivoluzionaria visione di agricoltura in armonia con l’ecosistema. Dono del Comune di Teulada all’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi», motivazione riportata anche nella lingua dei Paesi Bassi) ed è stato messo a dimora un ulivo in onore di Sicco Mansholt, alla presenza di Fabrizio Marcello, segretario particolare dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente; Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, Angelo Milia, sindaco di Teulada; il generale Stefano Scanu, Comandante presso il Comando Militare dell’Esercito della Sardegna; Willem Van Ee, ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia; Hayo Haanstra, consigliere agricolo dell’ambasciata del regno dei Paesi Bassi in Italia; Salvatore Loi, presidente dell’associazione Is Sinnus di Teulada, promotore dell’evento; Paolo Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi, ex consigliere regionale e consigliere comunale di Teulada; Gian Luca Urru, vice sindaco e assessore dell’Urbanistica, Edilizia Privata e Ambiente del comune di Teulada; i rappresentanti delle associazioni agricole Luca Saba e Giorgio Demurtas (Coldiretti), Gian Battista Monne e Serafino Casula (Confagricoltura); don Ignazio Porcu, parroco di Teulada.

   

La seconda fase della giornata per Sicco Mansholt ha avuto come sede la Casa Baronale, con la conferenza: “Teulada e la Cerimonia in onore del primo Eurocommissario per l’Agricoltura, Mansholt: il futuro dell’agricoltura”, coordinata dalla docente universitaria Francesca Pubusa. Nel corso dei lavori, dopo il saluto del sindaco di Teulada Angelo Milia, del presidente del Consiglio regionale Piero Comandini e dell’ambasciatore Willem Van Eee, sono intervenuti Christian Rossi, docente di storia delle Relazioni internazionali dell’Università di Cagliari, che ha ricostruito la figura di Sicco Mansholt; Hayo Haanstra, consigliere agricolo dell’ambasciata del regno dei Paesi Bassi in Italia; Salvatore Loi, presidente dell’associazione Is Sinnus.

          

Sicco Mansholt è cresciuto in un’azienda agricola e si è avvalso delle sue esperienze nel suo ruolo di ministro dell’Agricoltura nel governo dei Paesi Bassi del dopoguerra. Con una drammatica carenza di cibo e una crisi in corso, Sicco Mansholt ha adottato una serie di misure per ripristinare rapidamente l’approvvigionamento alimentare. Ha fissato prezzi minimi per i prodotti agricoli più importanti, uniti a dazi sulle importazioni e aiuti per le esportazioni. Era convinto che tutta l’Europa dovesse diventare autosufficiente e che occorresse garantire a tutti un approvvigionamento stabile di prodotti alimentari a prezzi accessibili.

Da convinto federalista europeo, sognava una politica agricola comune per l’Europa. Nel 1950 ha elaborato un piano per un mercato comune dei prodotti agricoli in Europa, che prevedeva una struttura di gestione sovranazionale.

Pur non essendo andato in porto all’epoca, è stato in seguito rilanciato ed è stato la fonte di ispirazione della politica agricola della Comunità economica europea. Sicco Mansholt ha avuto la possibilità di varare i propri piani per una politica comune quando, nel 1958, è diventato commissario per l’Agricoltura nella primissima Commissione europea.

Sicco Mansholt era molto legato a Teulada, dove ha trascorso le vacanze per moltissimi anni e nei primissimi anni ’60 ha costruito una casa sulla costa, a poche decine di metri dal mare, poco oltre l’innesto sulla strada panoramica.

 

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Terminate le operazioni di verifica, il presidente della Commissione elettorale alle ore 19.30 di questa sera ha proclamato eletto Paolo Truzzu sindaco di Cagliari.
Il sindaco Paolo Truzzu è stato eletto a maggioranza assoluta riportando 33.907 voti validi.

Francesca Ghirra, candidata della coalizione di centrosinistra, ha commentato nel suo profilo facebook, l’avvenuta proclamazione di Paolo Truzzu a nuovo sindaco di Cagliari.

«La verifica completata oggi dalla commissione elettorale conferma i dati del comune. Buon lavoro a Paolo Truzzu e al nuovo Consiglio comunale di Cagliari.

È stato un vero onore correre per la carica di prima cittadina e voglio ringraziare i 32.305 cagliaritani che hanno messo una croce sul mio nome. Ringrazio ancora tutte le candidate e i candidati che hanno corso con noi per questa importante sfida.

Mi impegno da subito a fare, insieme a Giulia Andreozzi, Marzia Cilloccu, Francesca Mulas, Rita Polo, Anna Puddu, Camilla Soru, Marco Benucci, Andrea Dettori, Matteo Lecis Cocco Ortu, Fabrizio Marcello, Matteo Massa, Guido Portoghese, ciò che abbiamo fatto con passione negli ultimi 8 anni: lavorare nell’interesse dei nostri cittadini e della nostra bellissima città.»

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E’ stato presentato questa mattina, nei locali dell’assessorato all’Igiene del Suolo all’interno del parco dell’Ex Vetreria a Pirri, il nuovo servizio di igiene urbana del comune di Cagliari e le prossime azioni in programma per il nuovo servizio di igiene urbana e per la raccolta differenziata porta a porta in città.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Piero Attoma, presidente di Comieco, per la presentazione dell’accordo sulla raccolta della carta e del cartone.
Sono stati inoltre presentati i materiali che saranno distribuiti ai cittadini a partire dalle prossime settimane.
I dettagli del nuovo servizio nel filmato allegato con gli interventi del sindaco Massimo Zedda, dell’assessore delle Politiche per il decoro urbano Claudia Medda, del consigliere comunale Fabrizio Marcello, e il presidente di Comieco Piero Attoma.

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Cagliari si prepara a vivere, da lunedì 1 maggio, la solennità di Sant’Efisio, martire-guerriero del II secolo, antico protettore della città e della Sardegna. È la festa che, più di ogni altra, rinsalda il legame ultra secolare tra la Cagliari civile e quella religiosa ed è, da 361 anni, occasione di riflessione e memoria sulle origini della comunità cittadina, capace di rinsaldare i suoi legami e, come una sorta di punteggiatura, scandire il racconto e le biografie di quanti vi partecipano, cagliaritani e no.
È il sindaco Massimo Zedda, in veste anche di sindaco metropolitano, a sottolineare in una conferenza stampa svoltasi l’altro ieri che Sant’Efisio è da sempre il momento rappresentativo della comunità cittadina, dunque, una festa che dà una visione di un senso di collettività per tutto il territorio isolano, in particolare per il cagliaritano.
«Rispetto alle passate edizioni – ha precisato Zedda – l’evento si arricchisce di una novità: insieme agli altri comuni continua il percorso per l’infrastrutturazione del Cammino di Sant’Efisio». Sono in corso, infatti, le riunioni operative tra le amministrazioni dei territori coinvolti, la Città metropolitana di Cagliari, la Regione, l’Arciconfraternita del Gonfalone, la Soprintendenza e l’Università: a disposizione ci sono cinque milioni di euro inseriti nel Patto firmato tra la Città metropolitana e il Governo lo scorso mese di novembre. Obiettivo: “renderlo fruibile tutto l’anno” per valorizzare il patrimonio etnografico, culturale, ambientale, storico e archeologico anche attraverso la creazione di “un museo dedicato al  Santo”.
Sulla stessa linea anche l’assessore del Turismo Marzia Cilloccu che ha aperto l’incontro di Palazzo Bacaredda e che insieme al sindaco, ha voluto, nel suo saluto, ringraziare  la Curia, l’Arciconfraternita, i sindaci degli altri comuni, la Regione e «tutte le persone coinvolte nell’organizzazione» per il grande lavoro da loro profuso con l’obiettivo di rendere la Festa sempre più la festa dei cagliaritani e dei sardi, celebrando la memoria e promuovendo il senso di concordia civica.
Testimonianza del legame, che risale al periodo a cavallo tra la prima età moderna e quella dell’antico regime, al 1657 quindi, si ripete annualmente con una cerimonia solenne la Festa di Sant’Efisio, il Pellegrinaggio da Cagliari al luogo del martirio del Santo e i riti di scioglimento del Voto voluto dalla Municipalità di Cagliari, dal momento che secondo la tradizione lo stesso ha più volte salvato la città dalla peste, ma anche da svariate invasioni nemiche.
Ogni 1° di maggio, quindi, i fedeli accompagnano il Santo in questa processione, ripercorrendo il tragitto che giunge dal carcere in cui venne imprigionato al luogo del martirio a Nora (dove morì decapitato nel 303 d.c.), per poi tornare alla sua Chiesa di Stampace, il 4 maggio entro la mezzanotte. La festa che dura quattro giorni, è l’unica che compie un percorso senza soste, se non durante notte. Ma anche l’unica capace di unire gli uomini e le donne di quella che da tanti è stata definita “Isola continente”, per le grandi differenze culturali, sociali ed economiche presenti al suo interno. Sono, infatti, ben 120, circa uno su tre, i Comuni rappresentati alla 361ª Festa di Sant’Efisio, con 89 associazioni di devoti in abito tradizionale.
Inizialmente si trattava solo una piccola processione che accompagnava il Santo a Nora. Vi partecipavano i confratelli e le consorelle, alcuni miliziani, lo storico AlterNos, i fedeli. Dopo la liberazione dalla peste, la popolazione cagliaritana si è sempre più affezionata al martire guerriero, facendo diventare la sua festa un evento civile e religioso. Si sono così pian piano aggiunti i cavalieri, i gruppi in costume provenienti da tutta la Sardegna e i carri, i suonatori, i cori.
E, dunque, quest’anno sfilano migliaia di persone, in rappresentanza anche delle 29 subregioni storiche della Sardegna (Anglona, Arburense, Barbagia di Belvì. Nuoro, Ollolai e Seulo, Barigadu, Baronie, Capidano di Cagliari e Oristano, Gallura, Gerrei, Goceano, Guilcer, Iglesiente, Logudoro, Mandrolisa, Marghine, Marmilla, Meilogu, Montiferru, Ogliastra, Parteolla, Romangia, sarcidano, Sarrabus, Sulcis, Trexenda e infine Turritano). Ad aprire il corteo sono però le 19 di “tracas” antichi carri trainati da buoi, addobbati con i prodotti dei campi, gli utensili della casa e i prodotti tipici della gastronomia sarda, con a bordo 228 tra uomini, donne e bambini, anche loro in abito tradizionale. Seguono i gruppi in costume, circa 3mila  devoti, a piedi, che recitano o cantano le preghiere della tradizione religiosa isolana. Dietro i costumi ci sono 199 cavalieri: quelli “campidanesi” fanno da apripista, seguiti dalle 56 “giacche rosse” dei miliziani, la scorta armata di “Efisio”.
A mezzogiorno, finita la messa, il Santo esce dalla sua chiesetta di Stampace. E dentro un cocchio dorato trainato da una coppia di buoi, accompagnato da un lungo corteo, attraversa le principali strade del centro storico cittadino. L’itinerario parte quindi dalla chiesa e laciata la via Sant’Efisio si snoda attraverso la via Azuni, la piazza Yenne, il corso Vittorio Emanuele II, scende nella via Sassari, percorre il giro della piazza Del Carmine, la via Crispi, la via Angioy, il largo Carlo Felice ed infine la via Roma. A precedere il passaggio del simulacro è la “Guardiania”, corpo scelto dei confratelli a cavallo.
A seguire l’AlterNos. Impersonato dal giovane consigliere comunale Fabrizio Salvatore Marcello, in origine rappresentava il viceré. Oggi fa le veci del sindaco, da cui è stato indicato all’inizio di marzo, per tutti i quattro giorni della festa. In frac vestito è scortato da due “mazzieri” del Comune in livrea del Seicento, con al collo il “Toson d’oro” (onorificenza militare data alla città di Cagliari dall’allora re di Spagna Carlo II nel 1679). A far da colonna sonora le note antiche delle “launeddas”, tipico strumento a fiato sardo.
Giunto in una via Roma infiorata, secondo il rito de “Sa ramadura”, di fronte al Municipio il cocchio del santo viene acclamato dalla gente che ogni anno s’affolla sempre di più. E salutato dalle sirene delle navi in porto attraversa il ponte della Scafa. Fatta una breve tappa a Giorgino, passando per La Maddalena, Su Loi, Sarroch, Frutti D’Oro, raggiunge Villa D’Orri, in cui viene celebrata la messa solenne.
La prima notte la processione si ferma quindi a Sarroch, per poi proseguire a Villa San Pietro e giungere a Nora: è qui, nella chiesetta a ridosso della spiaggia che, il 2 maggio, si celebra la messa. Il giorno successivo, il 3, il simulacro del Santo rimane esposto alla devozione dei fedeli. Lungo tutto il cammino, ovunque si ripetono feste e celebrazioni religiose dove tutti sono invitati, nel segno dell’accoglienza, della convivialità e dell’ospitalità. Il 4 maggio Sant’Efisio riprende la strada di “casa” per far rientro a tarda sera, fra migliaia di persone, fa rientro nella chiesetta stampacina, per stare vicino ai suoi “protetti”. Il simulacro del Santo rimane esposto alla devozione dei fedeli nel cocchio fino al 25 maggio, poi tornerà nella sua nicchia.
«A corollario della Festa – ha spiegato Marzia Cilloccu – il 30 aprile parte il “Festival delle tradizioni”. Fino al 4 maggio la piazza del Carmine e il Municipio di via Roma ospitano la musica, i balli, i canti e le rappresentazioni della Sardegna in cinque serate di incontro e scambio. Primo appuntamento domenica alle 21.00 con il concerto di Cordas et Cannas. Il 1° maggio (in piazza del Carmine alle 18.00), la consegna del “Toson d’Oro di Sant’Efisio”, il premio istituito per la prima volta quest’anno da assegnare a personaggi, enti o istituzioni che hanno legato la loro attività artistica o professionale al Santo». In occasione dell’edizione odierna la commissione interna dell’assessorato al Turismo ha deciso di conferire il riconoscimento al maestro suonatore di launeddas Luigi Lai (già Confratello Onorario) «per aver messo a disposizione della Festa la sua arte che ha reso più solenne per oltre mezzo secolo la Processione».
Sono segni e gesti di estrema semplicità ma di grande significato, attraverso i quali tutta la  la comunità rinnova, come 360 anni fa, il patto di alleanza con il loro santo protettore e si impegnano a celebrarne la memoria nella promozione della concordia civica. Sia per il sindaco Zedda che per l’AlterNos Fabrizio Marcello l’auspicio è che «Sant’Efisio protegga ancora la città e la Sardegna e che interceda per tutti coloro i quali stanno soffrendo, che hanno perso il lavoro o che lo stanno cercando».
Hanno partecipato all’incontro con i giornalisti anche l’assessora regionale al Turismo Barbara Argiolas, don Giulio Madeddu della Diocesi di Cagliari, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Capoterra, Villa San Pietro, Sarroch, Pula. E tra i numerosi rappresentanti dell’esecutivo cagliaritano, anche il presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone Francesco Cacciuto, il 3° Guardiano Fabrizio Pau, il direttore organizzativo Ottavio Nieddu.

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Il comune di Cagliari anticipa il contratto collettivo nazionale di lavoro e vara l’accordo sottoscritto due giorni fa, il 6 marzo, con i sindacati ed Rsu, sulle cosiddette “ferie solidali”. Si tratta di un’importante novità introdotta dal decreto attuativo del Jobs Act (articolo 24 del D.Lgs. 151/2015), che permette ai dipendenti di uno stesso datore di lavoro di donarsi le ferie tra loro, in particolari situazioni di difficoltà.
Una bella pagina scritta dal comune di Cagliari con cui, in pratica, si da la possibilità ad ogni lavoratore di cedere gratuitamente fino a 8 giorni di ferie ad un collega per dare assistenza al figlio minore, per ragioni di cure costanti.
«L’accordo firmato con i sindacati – ha sottolineato stamane il sindaco Massimo Zedda durante la presentazione ufficiale in Municipio – va nella direzione di una estensione dei diritti di una categoria di lavoratori che negli ultimi ha subito numerose mortificazioni, anche dal punto normativo. Ma è grazie a loro che i cittadini possono fruire di numerosi servizi anche essenziali.»
A spiegare quali sono le condizioni che fanno scattare la solidarietà tra colleghi, ci ha pensato l’assessore del Personale Danilo Fadda: «Potranno beneficiare delle ferie solidali i dipendenti a tempo indeterminato, in condizione di necessità data dalla malattia del figlio minorenne (deve essere certificata da una struttura sanitaria pubblica)». Il lavoratore comunica quindi all’Amministrazione la necessità di ferie solidali e l’Amministrazione, dal canto suo, rende nota l’esigenza a tutti i dipendenti i quali volontariamente e gratuitamente, possono cedere i propri giorni di ferie. «Per essere donati, i giorni di ferie (massimo 8 all’anno), dovranno tuttavia essere maturati durante l’anno precedente».
«Le ferie solidali – ha precisato infine Danilo Fadda – non comporteranno alcun onere per le casse comunali e si basano esclusivamente sulla generosità dei dipendenti verso le difficoltà di un collega. Questo strumento perciò non poteva non trovare accoglimento.»
Sulla stessa linea anche i consiglieri Fabrizio Marcello, Giorgia Melis e Roberto Tramaloni, presidente della Commissione Personale, che ha parlato dell’opportunità di migliorare le condizioni lavorative per fare aumentare la produttività dei dipendenti, come più volte dimostrato da recenti studi.
L’istituto nasce in Francia in ricordo di un bambino malato di tumore. I colleghi del papà di Mathys, così si chiamava, aveva esaurito tutte le sue ferie e i permessi per curarlo, organizzarono una colletta dei giorni di riposo arretrati per permettergli di stare accanto al figlio fino all’ultimo dei suoi giorni.
In Italia fino ad oggi, Cagliari è il primo Comune a dar vita ad un simile accordo. Secondo i rappresentanti sindacali – presenti anche loro all’incontro con la stampa nella Sala Del Retablo al secondo piano del Palazzo Civico di via Roma – l’accordo rappresenta senza dubbio un’esperienza significativa di civiltà e di solidarietà, ma anche una “pietra miliare” nel comparto nel comparto pubblico. L’auspicio, condiviso anche dal sindaco Zedda e dall’assessore Fadda è quello che faccia da “apripista” in altre realtà lavorative.

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Municipio di Cagliari 1 copia

Il Consiglio comunale di Cagliari si schiera a favore della doppia preferenza di genere per le elezioni del Consiglio regionale. Lo stabilisce una mozione approvata ieri dall’Assemblea civica e che ha visto come promotori Giorgio Angius (Riformatori) e Fabrizio Marcello (Pd).

«Ringrazio i consiglieri comunali che hanno aderito a questa nostra mozione – dice Giorgio Angius – e, in particolare, Fabrizio Marcello, che da subito ho trovato sensibile a questo argomento. Ma sono particolarmente grato all’associazione Meglio in due guidata da Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu, che sta lavorando alacremente per costruire un fronte unitario dei Comuni della Sardegna.»

«Con la nostra iniziativa anche l’assemblea cittadina di Cagliari da il suo contributo ad una battaglia di civiltà e di democrazia – aggiunge con soddisfazione Fabrizio Marcello -. Ora spetta al Consiglio regionale fare la sua parte.»

Particolarmente felici le promotori dell’associazione “Meglio in due”«Sono ormai cento le amministrazioni comunali che hanno aderito allo nostra iniziativa. Ma siamo solo all’inizio di una mobilitazione che coinvolgerà l’intera comunità sarda.»