22 November, 2024
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«Ventisei persone – tra personale infermieristico, medici e pazienti – sono chiuse nel reparto di cardiologia dell’Aou di Sassari da sabato mattina. La situazione dei contagi si è aggravata, l’intero reparto è stato isolato e blindato dall’esterno. I pochi medici e gli infermieri bloccati all’interno stanno prestando assistenza ai pazienti, in una situazione comprensibilmente critica e surreale. Sono tutti stremati, è necessario un immediato intervento.»

A denunciare la situazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari è Fausta Pilleri, segretaria territoriale del NurSind (sindacato delle professioni infermieristiche) per Sassari e componente della direzione nazionale.

«La situazione nel reparto sta diventando insostenibile, le persone risultate positive al Covid-19, ma asintomatiche, chiedono di essere mandate a casa, osservare la quarantena e ricevere le cure a distanza – aggiunge Fausta Pilleri –. Come rappresentante sindacale devo anche aggiungere e denunciare che avevo già scritto, per informarli, ai dirigenti aziendali – tre settimane fa – del fatto che si sarebbe potuti arrivare a situazioni del genere qualora non ci si fosse attivati per sopportare per la slavina che, infine, ci ha travolti. Ho scritto con preoccupazione per i colleghi e per le famiglie degli operatori sanitari e dei pazienti. A oggi è stato fatto poco e male. Oltre alla situazione descritta del reparto di cardiologia posso aggiungere le disfunzioni che si stanno creando anche nel pre triage: la madre di tutti i problemi resta sempre la carenza di personale, che in più viene mandato in trincea senza neppure i dispositivi di protezione individuale consoni all’emergenza.»

Tra le richieste del sindacato, infatti, c’è l’intervento immediato da parte dei vertici per colmare la carenza di personale e «soprattutto, che i lavoratori vengano tutelati e dotati dei dispositivi di sicurezza che garantiscano la massima tutela e non la minima. All’interno dei blocchi operatori servono mascherine, tute, calzari impermeabili, mantelline e occhiali a ventosa. Siamo la categoria in prima linea e quella che sta subendo più contagi e paga lo scotto più grande di questa pandemia. Ci sentiamo disarmati e avviliti – conclude Fausta Pilleri –, chiediamo davvero un tempestivo intervento per uscire da questa situazione e garantire la salute pubblica».