30 June, 2024
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E’ ufficiale: l’11 maggio è divenuta la “Giornata Identitaria Iglesiente”. In memoria dell’eccidio dell’11 maggio 1920 il Consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria nello stesso giorno ma dell’anno 2024, con atto solenne ha votato, all’unanimità, l’importante riconoscimento. Una celebrazione delle vittime e degli altri minatori di quella tragica giornata, passata alla storia, che con coraggio, spinti dalla disperazione, affrontarono le guardie regie nel tentativo di chiedere aiuto per condizioni di vita migliori. “Un movimento dei minatori della Sardegna, come ha ricordato Fausto Durante, segretario generale della Cgil Sardegna, presente alla proclamazione, che ha creato le condizioni, nel 1904, per indire il primo sciopero generale”. Presenti alla proclamazione, in un’aula gremita di figuranti, anche i sindaci della Valle Anzasca, nella Val d’Ossola, con cui Iglesias, dal 2016, è gemellata, oltre diversi sindaci del territorio.

La proclamazione della Giornata Identitaria Iglesiente da parte del Consiglio comunale segue la rievocazione storica di quel tragico 11 maggio 1920 per la quale, quest’anno, il Centro storico di Iglesias, con i suoi abitanti, hanno riportato indietro le lancette della storia a quei giorni inquieti e tragici grazie all’impegno dei ragazzi e ragazze dell’associazione “11 maggio 1920” e del loro pigmalione, prof. Gianni Persico, che per anni, con i colleghi e gli alunni della scuola primaria e secondaria dell’Istituto Comprensivo Eleonora D’Arborea, veri artisti in erba, ha riproposto una pagina tragica della nostra storia cittadina.  

La rievocazione storica.

Come un immenso set cinematografico le stradine e le piazze del cuore della città si sono popolate, di buon ora, di centinaia di donne, bambini e uomini vestiti con gli abiti dell’epoca, portati in modo dignitoso ed impeccabile, intenti nelle attività quotidiane, tra notabili e proprietari terrieri con le loro signore, intellettuali, artigiani e commercianti, tanti bimbi giocosi ignari della drammaticità della situazione che occorreva e poi loro, le donne, madri, mogli e fidanzate, veri pilastri familiari, di quegli uomini di miniera che lottavano da anni per avere condizioni di vita e di lavoro migliori per essi e per le loro famiglie, condannati ad una realtà che poche alternative offriva. 

Marcello Serra ha scritto: «…potrebbe dirsi che la storia della Sardegna si identifica sostanzialmente con quella delle sue miniere». Carlo Levi le miniere di Iglesias le descriveva così: «…A Monteponi è quasi notte, la valle stretta è piena di un rumore notturno di macchine, ripercosso dalle pareti dei monti; il cielo è sparso dei fumi che salgono dalle miniere, dalle rosse montagne di detriti, fino al brillare dei lumi lontani di San Giovanni, quando riempiono le strade, tornando dal lavoro, verso Iglesias, stormi di operai in bicicletta…una più antica storia di lavoro umano è condensata e compresa in queste miniere, che furono già cartaginesi e romane e pisane, abbandonate e riaperte tante volte, ricchissime di vicende…»

La storia. 

La sera del 10 maggio 1920 i minatori di Monteponi decisero, vista l’intransigenza a trattare da parte della direzione della miniera, che l’indomani avrebbero scioperato per rivendicare il pagamento, negato, di una mezza giornata persa nei giorni precedenti, per protestare contro l’aumento del prezzo del pane. Il preludio è stato raccontato magistralmente, in un’atmosfera di grande commozione, la sera del 10 maggio, nella piazza Municipio, attraverso le voci narranti di Gianni Persico, Grazia Villani e Fabrizio Congia. Ha chiuso la serata il coro Concordia Villae Ecclesiae. 

L’indomani, 11 maggio, circa duemila minatori, provenienti da Campo Pisano, San Giovanni e Monteponi marciarono verso il Municipio, arrabbiati ma fiduciosi di ottenere soddisfazione alle loro giustificate richieste chiedendo aiuto e sostegno al sindaco Angelo Corsi. Con loro anche il vice direttore della miniera di Monteponi, ing. Andrea Binetti, obbligato dai minatori ad accompagnarli. Al loro arrivo, tra la via Satta e la piazza del Comune, però, trovarono un folto schieramento di guardie regie con l’ordine di fermare il corteo. Lo scontro fu inevitabile e tutto si compì in pochi istanti: i suoni degli spari dei moschetti delle guardie risuonarono in tutte le strade del centro, superando le urla dei minatori che tentarono di mettersi in salvo. Seguirono pochi istanti di irreale silenzio, poi la realtà si palesò in tutta la sua drammaticità: una trentina di operai furono feriti dai colpi esplosi dalle guardie, di questi 5 morirono subito, altri due a distanza di alcuni giorni per le ferite riportate. Loro erano: Raffaele Serrau, 23 anni, Pietro Castangia, 18 anni, Emanuele Cocco, 37 anni e Attilio Orrù, 40 anni, tutti di Iglesias, Salvatore Meles, cinquantenne, di Bonarcado, Efisio Madeddu, 40 anni di Villaputzu e Vittorio Collu, 18 anni, di Sarroch. 

Erano trascorse da poco le 10.00 del mattino. Le urla delle donne e la disperazione dei compagni di lavoro sono state riproposte, dinnanzi a centinaia di persone, in un clima di autentico dolore e commozione, dai figuranti, cittadini comuni, che con la loro attenta e profonda partecipazione hanno permesso che questa tragica pagina di storia continui ad essere ricordata. La rievocazione storica si è conclusa, come sempre, con il corteo dei figuranti e delle autorità, preceduti dai bravi musicisti della banda Verdi, verso il cimitero dove è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide dei caduti, tra i canti del Coro di Iglesias

Per i membri dell’associazione promotrice «questo rappresenta l’anno zero. Contiamo di far crescere, negli anni, questa rievocazione perché diventi un monito contro le ingiustizie nel mondo del lavoro. Ringraziamo l’amministrazione comunale per il sostegno e per l’importante riconoscimento con l’istituzione della giornata identitaria e le diverse associazioni cittadine che ci hanno supportato. Ma soprattutto ringraziamo le centinaia di concittadine e concittadini che hanno risposto al nostro invito e che hanno permesso, con la loro sentita e commovente partecipazione, la grande riuscita della manifestazione dimostrando uno straordinario senso di appartenenza alla città e ai suoi valori». 

Per il sindaco Mauro Usai: «Quella di oggi, per la città di Iglesias e per tutta la nostra comunità, è una giornata storica. Tutti uniti nella memoria di una giornata tragica, che ha creato un solco profondo, un prima e un dopo, nella storia della lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di miniera, destinato a rimanere impresso nella nostra identità. Vogliamo ricordare i caduti dell’11 maggio e tutte le vittime che hanno sacrificato la propria vita per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori. Perché questa data deve diventare il simbolo della nostra identità costruita sui valori della democrazia, del lavoro e della giustizia sociale».

Un patrimonio enorme, un lascito ereditario materiale e immateriale, che per il sindaco «assume un valore ancora più rilevante per il recupero di quei luoghi da riscoprire e da rilanciare, ma anche un capitale umano figlio delle competenze di tante persone che portano avanti la memoria e la consegnano in dote ad un futuro da costruire insieme».

Carlo Martinelli

Lunedì 23 ottobre, dalle 16.30, l’aula magna dell’Istituto minerario di Iglesias ospiterà il convegno “Materie critiche, economia circolare e bonifiche, progetto Aria, Data center La nuova vita delle miniere”, promosso dalla Filctem Sardegna sud occidentale.
Dopo la relazione introduttiva di Emanuele Madeddu, segretario generale della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale, e i saluti del sindaco di Iglesias Mauro Usai ed il presidente della Regione Christian Solinas, sono previste le relazioni tecniche:
Andrea Dini – Primo Ricercatore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Esperto designato dal CNR al Tavolo Interministeriale MIMIT – MASE sulle Materie Prime Critiche.
Giorgio Massacci – Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura Università di Cagliari.
Cristian Galbiati – Princeton University New Jersey (Stati Uniti) e Responsabile del Progetto Aria.

Seguiranno gli interventi di Antonio Pittalis / Salvatore Pulvirenti – Digital Metalla: la rinascita tecnologica di una miniera; Marco Porcu, assessore regionale della Difesa dell’Ambiente; Fausto Durante, segretario generale regionale Cgil Sarda.

Concluderà i lavori Marco Falcinelli, segretario generale nazionale Filctem Cgil.
Modererà i lavori Francesco Garau, segretario generale regionale Filctem Cgil.

«Vanno bene i progetti per il futuro ma ricordiamo che devono essere sempre garantiti i piani occupazionali e che non si può pensare di portare avanti un programma così importante e articolato giocando al ribasso.»

Fausto Durante (Cgil Sardegna), Emanuele Madeddu (Filctem Sardegna Sud Occidentale), Antonello Saba (Cisl Sulcis Iglesiente, Vincenzo Lai (Femca Cisl Sud Sardegna), Federico Matta (Uil Sulcis Iglesiente e Pierluigi Loi (Uiltec Uil), hanno commentato così l’esito della prima riunione del gruppo di lavoro sul futuro della Portovesme srl, svoltasi questo pomeriggio al Mimit.

Il confronto si è chiuso con un leggero passo avanti e qualche apertura: l’azienda ha illustrato il progetto e i piani per il futuro, confermando l’intenzione di rimanere nel territorio dentro una prospettiva che guarda alla transizione ecologica e alla decarbonizzazione.

A questo proposito i sindacati hanno sottolineato l’urgenza di definire la compatibilità ambientale e la sostenibilità delle nuove produzioni e chiesto sin da ora che venga implementata la filiera a monte e a valle delle stesse produzioni previste.

Nel corso del confronto è emersa da parte dell’azienda un’apertura rispetto alla riattivazione, seppur graduale, della linea zinco.

«In questa fase, che pure è tutta ancora da vedere e valutare, resta da risolvere una questione che riguarda lo stabilimento di San Gavino hanno commentato i sindacati -. A nostro parere l’intero compendio deve far parte del complessivo piano di ristrutturazione e rivalorizzazione attraverso un processo di continuità produttiva e industriale e di pieno inserimento dentro il quadro di transizione prevista per gli impianti di Portovesme garantendo, in prospettiva, una missione produttiva anche per quelli di San Gavino.»

 

La crisi alla Portovesme srl precipita. Stamane quattro lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss, a 100 metri di altezza, da dove hanno annunciato che non scenderanno fino a che non saranno state trovate soluzioni alla vertenza dello stabilimento, esplosa fragorosamente negli ultimi mesi in conseguenza del caro energia. La fermata di alcuni impianti mette a rischio 1.300 buste paga.

Le segreterie dei metalmeccanici FIOM, FSM e UILM hanno confermato per oggi lo sciopero proclamato ieri, e pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiedono con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza.

Stamane davanti all’ingresso dello stabilimento, si respirava l’aria dei momenti più critici che riportano indietro nel tempo, alle grandi vertenze per il lavoro che hanno caratterizzato il territorio del Sulcis Iglesiente.

Allegata l’intervista realizzata con Fausto Durante, segretario regionale della CGIL.

 

E’ suddivisa in due fasi la giornata di confronto organizzata dalla FIOM CGIL della Sardegna Sud Occidentale a Portoscuso, per esaminare le prospettive del porto industriale, alla luce della crisi economica, le incertezze legate agli elevatissimi costi energetici e delle scelte da fare per il medio e lungo termine.

Al mattino, alle 9.00, si svolgerà l’assemblea generale dell’organizzazione sindacale, i cui lavori verranno aperti dai saluti del sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori. Sono previsti gli interventi di Gianni Venturi e Roberto D’Andrea, rappresentanti della FIOM nazionale; Fausto Durante, neo segretario regionale della CGIL; Franco Bardi, segretario della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale, che incontreranno i delegati ed il gruppo dirigente della FIOM della Sardegna Sud Occidentale. Parteciperanno le segreterie territoriali della FIOM Sardegna.

Le conclusioni saranno affidate a Gianni Venturi della FIOM nazionale.

Alle 14.30, avrà inizio una tavola rotonda sul futuro del porto industriale e sull’importanza dello stesso nel territorio.

Ai rappresentanti sindacali della FIOM e della CGIL nazionali, regionali e territoriali, si aggiungeranno il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; il presidente del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias avvocato Massimo Melis; il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sardegna Massimo Deiana; i professori universitari dottor Grosso e dottor Manca; il presidente della Confindustria meridionale dottor Argiolas.

I lavori saranno moderati da Manolo Mureddu.