22 November, 2024
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Il dibattito sul progetto Eurallumina, con la netta contrapposizione tra favorevoli e contrari, si allarga. Oggi abbiamo ricevuto un intervento dell’ing. Enrico (Chicco) Manca, che pubblichiamo integralmente.

Caro direttore,

ritengo che le osservazioni, riportate da L’Unione di oggi, del soprintendente del Ministero dei Beni Culturali Fausto Martino sul progetto Eurallumina abbiano trovato pertinente risposta nelle conclusioni della conferenza dei servizi fra i cui scopi vi era proprio quello di accertare la compatibilità di tutti gli aspetti del progetto proposto col contesto fisico/ambientale, culturale, economico e sociale in cui esso sarà realizzato. 

Quell’area della Sardegna è da sempre un’area industriale cui anche i residui delle lavorazioni passate contribuiscono a caratterizzarle: una per tutti, perché ha avuto attenzione internazionale, i fanghi rossi di Monteponi che non hanno mai fatto male ad alcuno e conservano intatto il loro fascino che ormai appare proprio dei luoghi.

L’industria non va demonizzata, va fatta bene, con la cura di una “opera d’arte”, come dicono i tecnici, e così dovrà essere disegnato il bacino dei vituperati (!) fanghi rossi che, da discarica, dovrà contribuire positivamente a caratterizzare in meglio una zona, già oggi unica.

Qualche anno fa mi ha colpito un libro, del grande fotografo Yann Arthus-Bertrand, che dedicava una pagina ad ogni giorno dell’anno, con un breve testo ed una bellissima foto aerea, su interventi industriali garbati dell’uomo in zone incontaminate del mondo.

La foto del 13 settembre riportava, con mia grande sorpresa, l’affascinante e coreografico, assolutamente naturale, sistema di restituzione a mare, nel Golfo Persico, della enorme quantità di acqua di mare di raffreddamento necessaria per il funzionamento degli imponenti impianti di dissalazione che consentono ancora oggi la vita in quelle regioni e che anche io avevo contribuito a realizzare negli anni ottanta. Un impianto enorme, potenzialmente devastante, arricchiva un territorio naturalmente anonimo e noioso.

Il libro assicurava che le opere fotografate avevano avuto la benedizione dell’UNESCO….

Cosa voglio dire, che non dobbiamo avere paura delle opere solo perché fatte dall’uomo, anche quando hanno la dimensione di 170 campi di calcio, e sono visibili, oltre che da noi, da tutti in Google Earth, ma solo di quelle fatte male. 

Ritengo che a questo avrà comunque pensato la Conferenza dei servizi.

All’Assessore Erriu, che interviene sul tema, credo si possa rassicurarlo che non ci sono in Sardegna prevenzioni nei confronti dell’industria e del buono che porta con se, c’é molto probabilmente paura delle cose fatte male, anche perché gli esempi abbondano.

Ing. Enrico Manca

chiccomanca39@gmail.com

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La RSU Eurallumina ritiene ingiustificato l’“accanimento” contro il riavvio della produzione nello stabilimento di Portovesme. Le nuove prese di posizione del soprintendente per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano Fausto Martino e di alcune associazioni ambientaliste, ha portato la RSU a replicare con una nota nella quale si definisce «perplessa per l’accanimento che si riscontra nei confronti del progetto di ripresa produttiva» dello stabilimento del Sulcis. «Noi ci batteremo sino alla fine – promettono gli operai – con la solita determinazione e civiltà, per raggiungere l’obiettivo: riaprire la fabbrica e tornare al lavoro».

«Un no che si giustifica con la preoccupazione, giusta e condivisa da tutti, lavoratori del settore compresi, dell’impatto sanitario e ambientale dovuto agli insediamenti industriali – sottolinea la RSU Eurallumina -. Nel caso specifico di Eurallumina, questi argomenti però sono stati sviscerati e analizzati in 930 giorni di istruttoria tecnica, due presentazioni pubbliche, due conferenze di servizi più un supplemento, con osservazioni e richieste di integrazioni poi chiarite con altri 23 enti diversi.»

«Alla base di tutto è ormai chiaro che non c’è la tutela della salute o dell’ambiente, ma una visione del mondo ipocrita che critica e contrasta in ogni modo le produzioni industriali, ma che ne condivide e consuma i prodotti. Magari vengono fatti produrre in altri Stati, di solito quelli sottosviluppati, dove non esistono regole di tutela ambientale e sanitaria, dove le autorizzazioni te le dà il regime totalitario del momento – conclude la RSU Eurallumina -, dove i lavoratori vengono utilizzati come schiavi.»

 

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Dopo il via libera della conferenza dei servizi arrivato lo scorso 8 febbraio a Cagliari, continua ad essere caldissimo il dibattito sul progetto di rilancio produttivo dello stabilimento dell’Eurallumina di Portovesme.

L’architetto Fausto Martino, soprintendente per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano, dopo aver espresso un parere negativo al termine della seconda giornata della conferenza dei servizi, lo scorso 31 gennaio, si è visto “scavalcato” dalla Regione e dagli altri soggetti facenti parte della conferenza dei servizi che hanno ritenuto «non vincolante il parere negativo del Mibact su alcuni aspetti di carattere paesaggistico» ma non s’arrende ed oggi in un’intervista rilasciata al TG3 regionale, ha detto di ritenere non conclusa la conferenza dei servizi, perché un ente pubblico come la Regione Sardegna, per ritenere non vincolante il parere negativo formulato da un altro ente pubblico, deve motivare la sua posizione, cosa che fino ad oggi non ha fatto.

Al soprintendente Fausto Martino ha replicato l’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu che ha ribadito che la conferenza si è conclusa e che il parere finale sulla valutazione di impatto ambientale spetta alla Regione dopo un attento esame della relazione fatta con i pareri dei 24 enti presenti nella conferenza dei servizi.

Numerose associazioni ambientaliste hanno rilanciato il NO alla ripresa produttiva di Eurallumina, in una conferenza stampa convocata dopo l’episodio intimidatorio, con minacce di morte, ricevuto da Angelo Cremone. La contrarietà al progetto è stata espressa con forza, oltreché dallo stesso Angelo Cremone, da Salvatore Lai, ex assessore regionale delle Giunte Palomba negli anni ’90 ed ex sindaco di Gavoi, oggi esponente dell’associazione Sardegna pulita; Giacomo Meloni, della Confederazione sindacale sarda; e Claudia Zuncheddu, medico, giornalista, ex consigliere regionale, oggi presidente dell’associazione “Sardigna libera”. Tutti portano avanti una battaglia contro l’industria pesante che ritengono altamente inquinante.

 

 

 

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Concluso il settimo giorno di occupazione della sala riunioni e di presidio permanente all’esterno del Palazzo della Regione, i  lavoratori dell’Eurallumina attendono con comprensibile apprensione il supplemento di conferenza dei servizi in programma domani per la decisione definitiva sul progetto di rilancio dello stabilimento di Portovesme.

Questo pomeriggio il soprintendente del MIBACT Fausto Martino, in risposta alla richiesta di incontro formulata dalla Rsu in occupazione permanente dalla notte del 31 gennaio e con alcune tende piazzate davanti alla sede istituzionale sarda, ha accettato di incontrare una delegazione sindacale dello stabilimento di Portovesme.

«Si è svolto un confronto franco – si legge in una nota della Rsu Eurallumina – sulla posizione dal soprintendente assunta a conclusione della conferenza dei servizi del 31 gennaio scorso, a cui ha replicato la Rsu esponendo le proprie considerazioni nel merito. Nessuna anticipazione è stata espressa dal soprintendente, che riferirà sugli esiti di questa settimana di verifiche e chiarimenti, nel supplemento della conferenza dei servizi mercoledì 8 febbraio 2017.»

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I lavoratori Eurallumina sono arrivati al sesto giorno di occupazione della sala riunioni del Palazzo della Regione, in viale Trento, a Cagliari, e di presidio permanente all’esterno. Ieri sera hanno ricevuto la visita di don Salvatore Benizzi, responsabile della pastorale del Lavoro della diocesi di Iglesias.

E’ iniziato, intanto, il conto alla rovescia per il supplemento di conferenza dei servizi, fissato per dopodomani, mercoledì 8 febbraio 2017.

Dopo i lavoratori, anche le segreterie regionali e territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, G. Migheli/F. Garau M. Napp/D’Orso T. Sini/Melis, hanno inviato una lettera al soprintendente MIBACT, architetto Fausto Martino, che riportiamo integralmente.

Pregiatissimo Soprintendente, vorremmo condividere con Lei alcune riflessioni scaturite dopo aver letto le sue considerazioni presentate durante la Conferenza dei Servizi sul progetto di riavvio dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

Le anticipiamo che le Ns riflessioni non sono di natura politico-sindacale, relative per esempio all’importanza dei posti di lavoro in un territorio investito da una fortissima crisi economica e produttiva senza che alcun rappresentante delle Istituzioni, sino ad oggi, sia stato in grado di formulare delle proposte alternative e credibili di rilancio economico, immediatamente percorribili, per cambiare il destino del Sulcis Iglesiente; semplicemente vorremmo condividere con Lei alcune brevi considerazioni sul contesto nel quale ci troviamo, ormai da quasi mille giorni, e sulle ricadute che esso determina dal punto di vista Ambientale, Energetico, Sanitario e Paesaggistico.

Non possiamo che non condividere il quadro generale descritto nel documento da lei firmato per cui non ci addentreremo nell’analisi di tutte le norme e delle leggi a cui si fa riferimento, ma riteniamo che tutto ciò che attiene ad una descrizione del contesto sui luoghi, sui beni oggetto di interesse e sulla loro tutela, appare almeno in diverse parti non oggettiva, in quanto la descrizione non corrisponde del tutto alla realtà analizzata ma sembra invece condizionata da interpretazioni soggettive.

Sosteniamo questo perché, ovviamente secondo il nostro punto di vista, appare palese che chiunque abbia visitato la zona di cui si parla nel documento e si è parlato nella stessa Conferenza dei servizi, si accorge che le puntigliose descrizioni sono state sostenute facendo riferimento a normative di legge, rispecchiano solo parzialmente la realtà esistente.

Dal documento, cioè, non risalta la realtà dei luoghi e dei fatti e della storia Normativa e Autorizzativa dell’Area Industriale di Portovesme.

Per fare alcuni esempi sottoponiamo alla sua attenzione un passaggio del documento, tra quelli relazionati, che ci ha colpito in maniera particolare riferibile alla pag. 3:

BENI ARCHITETTONICI

in tale punto si afferma che “nell’area dell’impianto non si rileva la diretta presenza di beni culturali oggetto di “dichiarazione di interesse”..., già questo passaggio dovrebbe dare un’interpretazione differente rispetto a quella data; poi si prosegue elencando una serie di beni “di interesse culturale sottoposti a tutela… negli ambiti prossimi e di intervisibilità”, tra questi:

– la Torre e la Tonnara di Portoscuso;

– la Tonnara, il Forte di Santa Teresa, ed altri beni a Carloforte;

– La Torre ed altri Beni a Calasetta;

e “seppur non in relazione di intervisibilità la Chiesa campestre di Flumentepido”.

Secondo la Ns riflessione questo ci par scritto per sostenere che se l’impianto/bacino fosse rientrato dentro una triangolazione di Beni intervisibili tra loro (Portoscuso-Carloforte-Calasetta) la tesi esposta cadrebbe in quanto il sito industriale starebbe fuori dall’area interessata da INTERVISIBILITA’, per cui, a Nostro avviso, dal relatore è stato inserito il quarto sito di interesse per far ricadere l’impianto/bacino all’interno di un’area per la quale sostenere la tesi di tutela paesaggistica.

Pertanto, riteniamo fondamentale porre alla sua attenzione il particolare che chiunque conosca l’area oggetto di discussione può verificare che dalla Torre e dalla Tonnara di Portoscuso non si vede neanche una piccola porzione del Sito di stoccaggio, da Carloforte e Calasetta si vede la costa ma è impossibile riconoscere quale porzione di terra è occupata dallo stesso Sito di stoccaggio che tra l’altro eventualmente si vedrebbe con la colorazione verde data dalla Piantumazione delle specie autoctone, men che meno, come la relazione indica, si vedrebbe dalla Chiesa campestre di Flumentepido che a sua volta, per la sua ubicazione, non sarebbe visibile né da Portoscuso, né da Carloforte né tanto meno da Calasetta.

Dalla Chiesa campestre di Flumentepido l’unica visuale che si può avere in direzione del Polo Industriale sono le pale eoliche che in sede Autorizzativa per lo loro costruzione non hanno creato questo tipo di problematica.

Ciò detto, ci pare suggestivo, inverosimile e quantomeno paradossale. Solo pensare che tale scenario, che è ovviamente verificabile in qualsiasi momento, possa “alterare negativamente lo skyline che caratterizza il contesto delle numerose aree dichiarate di notevole interesse pubblico”.

Crediamo che la riflessione che abbiamo portato alla sua attenzione, e l’invito ad una verifica in campo, magari attraverso una visita congiunta sul posto, delle tesi sostenute nel documento presentato che Nega il Rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica, debba essere presa in seria considerazione in modo che si possa affrontare il Supplemento di Conferenza dei servizi in maniera più ampia e consapevole, in quanto crediamo che come la tutela dell’ambiente e della salute, anche la tutela del paesaggio sia un tema non meno importante per le scriventi Organizzazioni Sindacali, in quanto si tratta di un valore ideale che contraddistingue il livello di civiltà complessiva di una comunità, quindi anche dei lavoratori che rappresentiamo e delle loro famiglie, nonché di tutto il territorio.

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L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, ha incontrato nuovamente i lavoratori dell’Eurallumina che occupano la sala riunioni del Palazzo della Regione da martedì sera, quando la Conferenza dei servizi che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo alla realizzazione del progetto di rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme, si è conclusa con un aggiornamento a mercoledì 8 febbraio per la posizione assunta dal rappresentante del MIBACT.

L’assessore Spano ha confermato il massimo impegno dell’assessorato e dell’intera Giunta regionale, ed ha sottolineato il lavoro incessante svolto dagli uffici dell’assessorato.

Ricordiamo che questa mattina la RSU Eurallumina ha chiesto un incontro al soprintendente del MIBACT di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Sud Sardegna e Ogliastra Fausto Martino, per discutere del procedimento autorizzativo del progetto di riavvio dello stabilimento Eurallumina e «conoscere direttamente dalla fonte e apprendere nel dettaglio, le motivazioni che la hanno indotta alle valutazioni nel merito delle sue competenze.»

 

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La RSU Eurallumina ha chiesto un incontro al soprintendente del MIBACT di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Sud Sardegna e Ogliastra Fausto Martino, per discutere del procedimento autorizzativo del progetto di riavvio dello stabilimento Eurallumina.

«Apprese le ultime novità, completamente inattese (nonostante siano state tante le occasioni per esporre posizioni di tale rilievo e importanza nei 31 mesi e i 926 giorni alla data odierna dall’avvio dell’istruttoria) – scrive la RSU Eurallumina nella richiesta di incontro – riguardo al vincolo da lei posto alla possibilità di ripresa produttiva di Eurallumina; visto che tutte le altre criticità riguardanti il progetto sono state giustamente analizzate in ogni minimo ed infinitesimo dettaglio dai tecnici competenti che ci lavorano sin dal principio, riuscendo poi, con un immenso lavoro e impegno, a fare sintesi con la mediazione e l’utilizzo del “buon senso” (opportuno e indispensabile, in questo caso specifico e normalmente nella vita quotidiana) e licenziare le stesse come non ostative al progetto; vista la mole della nostra rappresentanza (derivata dai 357 dipendenti diretti Eurallumina, insieme ai 270 lavoratori delle imprese d’appalto, i 200 dell’indotto, che complessivamente valgono 1.000 buste paga, e che arrivano a 5.000 persone con le rispettive famiglie), vorremmo avere l’occasione di poterla incontrare, in modo sereno e pacato (nella sala riunioni al primo piano della torre della sede della Presidenza della Giunta regionale in viale Trento a Cagliari, da noi occupata dalla notte del 31 gennaio 2017), rispettosi del suo ruolo, come tutti i preposti coinvolti nel percorso autorizzativo a tutti i livelli, per conoscere direttamente dalla fonte e apprendere nel dettaglio, le motivazioni che la hanno indotta alle valutazioni nel merito delle sue competenze.»

«Sarebbe importante per noi – aggiunge la RSU Eurallumina – poterle esternare le nostre considerazioni rispetto al prossimo e decisivo argomento oggetto del supplemento di conferenza dei servizi, previsto per mercoledì 8 febbraio 2017 e che se dovesse formulare un esito negativo, questo avrebbe un impatto devastante nella nostra vita e in quella di tutti coloro che sono collegati alla ripartenza di Eurallumina, per la quale si lotta da 8 anni, insieme alla definitiva cancellazione della prospettiva di ripartenza del “primo anello della filiera dell’alluminio”, comparto dichiarato strategico a livello nazionale e indispensabile per lo sviluppo socio-economico del Sulcis Iglesiente e della Sardegna intera.»

«Certi della sua attenzione a questa nostra richiesta di incontro e di un suo favorevole riscontro – conclude la RSU Eurallumina – restiamo in attesa di sue comunicazioni.»

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Vertice stamane al ministero dello Sviluppo economico per affrontare i problemi legati agli sviluppi della vertenza Eurallumina. Il ministro Carlo Calenda ha riunito attorno allo stesso tavolo la Regione Sardegna, rappresentata dall’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e i rappresentanti degli azionisti della Rusal, arrivati dalla Russia, guidati da Yakov IItskov, direttore della divisione Allumina della multinazionale proprietaria dello stabilimento di Portovesme.

Dopo lo stop imposto dal ministero dei Beni culturali su problemi di tipo paesaggistico, gli operai hanno lanciato un nuovo appello al sovrintendente dei beni culturali, Fausto Martino. 

Si moltiplicano, intanto, gli attestati di solidarietà. I lavoratori, in occupazione nella sala riunioni del Palazzo di viale Trento e in presidio all’esterno del Palazzo, hanno ricevuto le visite di Felice Floris, con una delegazione del Movimento pastori sardi, del capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Pietro Cocco e dell’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu.