22 November, 2024
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ll Crogiuolo, centro di intervento teatrale diretto da Mario Faticoni, ha inaugurato una nuova stagione di “Teatro da Camera”, a cura di Rita Atzeri, otto appuntamenti che fino all’11 dicembre 2015, animeranno l’Arco Studio, il poetico spazio di via Portoscalas 17, a Cagliari.

La stagione di “Teatro da Camera” nasce per offrire agli affezionati de Il crogiuolo la possibilità di un incontro intimo con gli artisti ospiti della stagione, i quaranta posti a disposizione, infatti, favoriscono un contatto e uno scambio comunicativo non filtrato dal palcoscenico e rendono semplice il crearsi di un dialogo familiare post spettacolo.

Gli interpreti di questa stagione sono tutti talenti della scena regionale, protagonisti da oltre un decennio della vivace produzione che caratterizza il panorama teatrale: Elena Pau de La Fabbrica Illuminata, Monica Zuncheddu, Fausto Siddi, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Giorgia Uccheddu, Rita Atzeri e Andrea Congia. Ciascuno, a seconda della propria propensione, indaga la scena contemporanea attraverso la scrittura creativa di grandi attori/autori, come nel caso di Elena Pau con Franca Valeri, o la scrittura originale propria, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Gloria Uccheddu, o di un compagno di lavoro, Fausto Siddi e Monica Zuncheddu con Alessandro Muroni. Sempre di scrittura originale nata dall’adattamento di un romanzo possiamo parlare invece nel caso di Rita Atzeri e Andrea Congia.

Giovani presenze a cui si affianca la solida esperienza di due grandi mattatori Mario Faticoni e Aldo Brigaglia.

Il 2 ottobre, alle ore 21.00, “Filastrocca, messa di arcani archetipi e filastrocche”, di e con Daniele Pettinau: «Quando faccio un’ improvvisazione mi sento davvero vivo… Gianni Rodari trascriveva le parole del Professor Grammaticus così: “Chi sbaglia inventa!”… Sono cresciuto grazie alle sue filastrocche e recentemente, scriverne di originali è diventato un modo per far circolare la creatività in me. Questa “Messa” tra arcani e archetipi , vuole essere l’occasione per condividere questo piacevole fluire , messo in “ordine” dall’ordine sacro che solo uno strumento come i tarocchi possono permettersi di scandire. Durante la celebrazione avremo modo di consultare i Tarocchi insieme e di farli “Vivere” attraverso gli archetipi che essi incarnano…»

Il 9 ottobre, ore 21.00, “Come sto, di Angelo Trofa, con Valentina Fadda e Angelo Trofa, produzione Batistera. “Come sto” è un dialogo sconnesso, un fiume di parole dove stati d’animo, sensazioni, eventi e accidenti concorrono a dare risposta alla domanda “Come stai?”. Mille risposte possibili, tutte insieme, mescolate, in contraddizione. Un quadretto assurdo e definitivo, un fluire di parole per definirsi almeno per un attimo, per recintare temporaneamente il caos dilagante, tutto quel rumore che concorre a rendere difficile la risposta all’eterna domanda “Come sto?”

Di scena il 23 ottobre, alle ore 21.00, “All’ombra della pensilina”, racconto in musica di Alessandro Muroni, con Fausto Siddi e Alessandro Muroni al pianoforte, musiche e canzoni di Alessandro Muroni.

L’impossibilità di rendersi autonomo e credibile in una società dai ritmi frenetici e insostenibili per un carattere fragile e labile fa di Luigi il bersaglio preferito delle stesse persone che la costituiscono. Persi i genitori, si trova libero nell’aspettare un autobus che non prenderà e di vagare per l ipermercato più vicino in cerca di quel calore umano perso nei ricordi di casa sua.

Ancora un’opera i Muroni il 30 ottobre, alle ore 21.00, “Puppenspiel, interpretata questa volta da Monica Zuncheddu, sempre accompagnata al pianoforte dello stesso Muroni, autore anche delle musiche. Le voci registrate sono di Rita Anedda, Laura Cubeddu, Giorgia Lai, Claudia Mandas, Veronica Puddu, Monica Zuncheddu e i suoni sono stati registrati da Alessandro Fulvio Bordigoni.

La solitudine dell’essere donna consapevole in una società come la nostra, riflesso del maschilismo imperante e della difficoltà di mettersi (e di mettere tutto ciò che ci circonda) in discussione, annienta l’esistenza di Laila che percepisce sempre più stretto e ingiusto il suo ruolo scontato di madre e moglie, riscoprendosi donna in un rapporto autentico con se stessa.
Ribaltati i ruoli, la donna odierna, sempre più indipendente ed organizzata, si trova a far fronte alla rapida trasformazione del proprio ruolo di donna, madre e moglie. Una figura femminile che manifesta nuove esigenze affermando la propria individualità e autonomia. E’ così che Antonia, con sprezzante scetticismo, prende le distanze dalle relazioni false, nelle quali ci si confronta attraverso le maschere sociali, per giungere ad una profonda consapevolezza di sé stessa e del proprio ruolo.

I decani del panorama culturale sardo sono in scena il 20 novembre, ore 21, con “I colori della neve”, da “Neve” di Maxence Fermine, adattamento Aldo Brigaglia, recital Mario Faticoni, al pianoforte Giancarlo Salaris.

Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi Haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco. Vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci.

A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagna, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. Una favola senza tempo, che parla al lettore di vita e di poesia, di amore e di morte, e di un fiocco di neve che cade leggero dal cielo.

Continuano i padroni di casa, il 4 dicembre, alle ore 21.00, con La Pelle intera” da Giulio Angioni, con Rita Atzeri, Andrea Congia chitarra classica, Francesca Romana Motzo clarinetto, coproduzione Il crogiuolo / Casa di Suoni e Racconti

Tre Voci per una Polifonia dell’Ultima Guerra, dal libro dell’intellettuale, scrittore e antropologo sardo Giulio Angioni. Un’avvincente narrazione musicale ambientata in uno dei più difficili periodi storici del nostro paese: oltremare, un giovane sardo è scaraventato nel caotico epilogo del Secondo Conflitto Mondiale. Tra indefiniti Eserciti e Stati lacerati, i Liberatori avanzano. Nottetempo la piccola sentinella sarda osserva l’immenso freddo di un’Italia sfilacciata. Un’Identità incerta, che rovescia la Realtà, è rivelata dalla trama della Parola e dall’ordito della Musica. Una storia di Resistenza, di Salvezza, di Vinti e Vincitori, di Vittime Mutanti.

Chiude la stagione l’11 dicembre, alle ore 21.00, “Diritto di precedenza” Omaggio a Stefano Benni, con Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, Marco Pittau alla tromba e Matteo Costa al basso, regia di Gloria Uccheddu, produzione Nefos – artisti associati.

Ispirato ai testi di Stefano Benni, lo spettacolo mette in luce temi di carattere sociale quali razzismo, morti bianche e corruzione. Gli attori Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, accompagnati dalle note della tromba di Marco Pittau e del basso di Matteo Costa, con pungente ironia, daranno voce, esistenza e “precedenza” a questi argomenti.

Chiude la stagione primaverile di Teatro da camera de Il Crogiuolo all’Arco Studio di via portoscalas 17, a Cagliari, lo spettacolo, in prima assoluta, “TRA LEOPARDI E LA LUNA. Cantus de prexu e de amargura”, in scena venerdì 10 aprile, ore 21.00. Autori ed interpreti Fausto Siddi e Gianni Maxia.

«È sempre più difficile fare teatro. Quello che si riesce a fare è da troppi anni un teatro di resistenza, fatto senza quasi più prove, con pochissimi attori sempre meno preparati e coscienti del loro ruolo e con allestimenti al limite. Le compagnie lottano ogni giorno per la sopravvivenza sotto l’indifferenza e l’insensibilità di una classe politica cieca e sorda. E invece ci sarebbe bisogno di tanto bel teatro in un mondo così attratto dal nulla cosmico, dalle ingiustizie, dall’ignoranza e dalla violenza.

Di resistere io non ne ho voglia, anzi molto probabilmente non ne sono capace, penso che a furia di resistere si diventi stitici e col tempo passa anche l’appetito. E allora che fare? Artisti molto più alti e profondi di me non hanno dubbi: ritornare al teatro necessario, a un teatro cioè essenziale nei mezzi ma che non rinunci al suo compito e alla sua dignità. Un teatro da esiliati e confinati ma vivo e fecondo che vuole proseguire a incidere e influire sull’esistente col suo dire. Ecco cosa bisogna fare: ripartire dal bisogno di parlare della complessità dell’essere uomini oggi, della paura del confronto tra le differenze, senza nessuna verità da trasmettere ma con tante vere emozioni.

Da un po’ di tempo mi appassiona l’idea di  recitare in sardo io che non parlo il sardo ma l’italiano anche se sono felicemente sardo da sempre. E mi appassiona un’altra cosa: mostrare al pubblico il processo creativo che porta alla realizzazione di uno spettacolo. A pochi fa piacere far vedere le proprie prove, i propri errori e difficoltà e magari le banalità che si compiono quando si prova: lo sporco si lava in famiglia si dice, ma lo sporco – ciò di cui spesso ci vergogniamo e che non vogliamo mostrare e che magari nascondiamo sotto il tappeto quando all’improvviso arrivano degli ospiti – ha un che di poetico e, dunque, di vivo e di sanguigno che è a mio avviso molto molto artisticamente oggi interessante e fecondo. Dunque la poesia dell’idea senza forma, una fotografia del transitorio, del non compiuto, dell’indeciso e ovviamente del fatto male o del non fatto bene.

Del Teatro oggi salvo il lavoro – inteso come fatica tendente a realizzare un opera artistica – e il tentativo di un utopico incontro profondo con lo spettatore. L’obiettivo è proporre una splendida banalità sempre desiderata: il Teatro come luogo dove qualcuno parla (nei mille modi con cui si può parlare a teatro) e qualcuno ascolta.

TRA LEOPARDI E LA LUNA, CANTUS DE PREXU E DE AMARGURA è una chiacchierata teatrale face tu face, tra me e il poeta Gianni Mascia, attorno a un tavolo e davanti a un pubblico. La poesia di Giacomo Leopardi tradotta in sardo da Gianni e recitata insieme a lui e le sue variazioni sui temi delle stesse poesie di Leopardi, sono il pretesto per parlare tra noi di lui, dirci delle ragioni della sua poesia e della poesia, del bisogno di utopia, di come indagando sul senso della vita e sulla condizione umana si arriva “leopardianamente” a comprendere che la sofferenza può trasformarsi in valore.»

Fausto Siddi

L’Effimero meraviglioso propone venerdì sera, alle 20.30, al Teatro Electra di Iglesias, l’opera “La Piccola Parigi”, di  Nino Nonnis, regia di Maria Assunta Calvisi, costumi di Marco Nateri, con: Gianmarco Aresu, Pierpaolo Frigau, Daniela Musiu, Francesca Seu, Fausto Siddi, Barbara Zedda.

L’opera prende spunto dall’eccidio di Buggerru del 1904 (una delle pagine più importanti della storia sarda), dove morirono quattro minatori e in seguito al quale si ebbe il primo sciopero generale nella storia d’Italia. Racconta del mondo minerario con un ottica poetica priva di retorica e in alcuni momenti anche divertente. Lo spettacolo viene proposto dal 1999 ed è forse lo spettacolo prodotto in Sardegna più rappresentato: ha raggiunto le 250 repliche e non ha perso attualità e freschezza; ha anzi, purtroppo, rinvigorito la sua forza in un momento di forte crisi del mondo del lavoro.

Teatro Electra esterno 1

Prende avvio il 10 ottobre per concludersi il 28 dicembre 2014, la nuova edizione del Teatro da Camera, organizzata da Il Crogiuolo, centro di intervento teatrale diretto da Mario Faticoni, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, Cagliari.

Una stagione, questa curata da Rita Atzeri, che rappresenta quasi una sacca di resistenza, in un contesto culturale cittadino e regionale, sempre più difficile da gestire nell’incertezza del diritto dell’erogazione dei contributi e nella certezza dell’onerosità degli obblighi da rispettare per ottenere il riconoscimento pubblico.

Gli otto appuntamenti in cartellone vedono protagonisti alcuni dei protagonisti più importanti, e delle realtà emergenti più interessanti, della scena teatrale isolana. Ciascuno impegnato, fatta eccezione per due riprese, comunque mai o poco rappresentate a Cagliari, con un’opera inedita: dal Nivola di Mario Faticoni e Marco Meloni al “Budino di merda” di via Mentana Teatro passando per la “Risata del cane” di Elio Turno Arthemalle.

Ad aprire la stagione, domani, venerdì 10 ottobre 2014, alle ore 21.00, la compagnia Ilos di Lula con “Memorie del tempo di Lula” di e con Elena Musio, Maria Antonia Sedda e Teresa Loi , luci e audio di Gianmario Leoni, regia di Elena Musio.

Lo spettacolo, oltre che da una serie di ricordi d’infanzia delle attrici in scena, trae spunto da una libera trasposizione scenica di “Memorie del tempo di Lula” di Antonio Mura Ena; le storie vengono raccontate in un focolare domestico dove le comari si riuniscono, traendo spunto dalla tradizione popolare dei ”Contos de foghile” propri della cultura sarda, come di tante altre, sia in Italia che in tutta Europa. Il tempo è quello in cui il focolare domestico non era stato ancora soppiantato dalla TV, e la famiglia si riuniva per sentire le storie, in genere raccontate dai più anziani del gruppo, che parlavano di tempi lontani, assumendo una dimensione quasi epica. Storie che in genere si riferivano a fatti accaduti, ma che con il passare degli anni assumevano una dimensione fantastica, soprattutto per i bambini che le ascoltavano incantati. Storie che, in genere, avevano sia una funzione di intrattenimento, che educativa e che si tramandavano oralmente, e spesso amplificate, di generazione in generazione. Lo spettacolo non vuole essere semplicemente un nostalgico ricordo del bel tempo che fu, ma una occasione per rivivere delle atmosfere che molti di noi hanno assaporato soltanto da bambini, e molti di più non le hanno mai conosciute. I racconti delle comari ci riportano ad un tempo in cui l’uomo non era straniero nella natura che frequentava, e la sua conoscenza, della stessa natura e delle sue manifestazioni, era perlopiù empirica, pratica, diretta, e non mediata da testi e descrizioni teoriche. Riti di iniziazione, di una piccola comunità educante, che rievocano le difficoltà, dei protagonisti, dell’affrontare il mondo e l’esperienza, spesso dolorosa, del “vivere”. Per meglio riportare le suggestioni descritte nel libro, le storie sono state adattate e tradotte dall’italiano al sardo, valorizzandone ancor più il sapore antico e naturale. Protagonista vero, dello spettacolo, è quella piccola nostalgia e quel ricordo che ci sovviene, di quella particolare atmosfera che si può respirare solo in quel particolare tempo della nostra giovinezza.

Gli altri appuntamenti.

Il 24 ottobre 2014, ore 21.00, protagonisti i padroni di casa con Graffio Gentile.

Concerto di parole suoni e immagini su Costantino Nivola, di Mario Faticoni e Marco Meloni, con Mario Faticoni, produzione Il Crogiuolo.

Il 31 ottobre 2014, ore 21.00, Jenin (Un campo palestinese), libero adattamento da Tahar Ben Jelloun, letture di Monica Zuncheddu.

Il 7 novembre 2014, ore 21.00, La risata del cane, da un racconto inedito di Elio Arthemalle, letture di Felice Colucci, Emanuela Lai, Elio Turno Arthemalle, produzione Teatro Impossibile.

Il 21 novembre 2014, ore 21.00, Il mio desiderio soltanto, esecuzione orale, tratto da Pentesilea di Heinrich Von Kleist, di e con Monica Serra, produzione micro fratture Teatro.

Ancora una prima il 28 novembre 2014, ore 21.00, con Le confessioni di una single, di Enzo Parodo e Anna Pia, con Anna Pia, regia Enzo Parodo, produzione La maschera.

Una carrellata di situazioni comico satiriche con al centro una donna, alla soglia dei 50 anni, che cerca una ragione del suo essere single. Spettacolo comico.

Il 4, 5, 6 dicembre 2014, ore 21.00, ed il 7 dicembre 2014, ore 19.00, Un budino di merda, liberamente tratto da “Closet Madness” di M. Schisgal, con Marcello Armellino e Gianfranco Cudrano, adattamento e regia Giuliano Pornasio e Irene Pala, produzione via Mentana Teatro.

Chiude la stagione il 28 dicembre 2014, ore 19.00, Il principe felicedi Oscar Wilde, adattato, diretto e interpretato da Fausto Siddi, arrangiamenti e musiche dal vivo di Giorgio Deidda, disegni di Silvia Argiolas, assistente alla regia Roberta Locci.

Foto G. Russo Monica Serra Le comari Zia Elene Monica Zuncheddu

Il #Crogiuolo, centro di intervento teatrale diretto da Mario Faticoni, giovedì 9 ottobre, alle ore 10.30, presenterà nel corso di una conferenza stampa, la stagione “Teatro da Camera”, in programma all’Arco Studio di Via Portoscalas 17 a Cagliari dal 10 ottobre al 28 dicembre 2014.

La stagione di Teatro da Camera comprende 8 appuntamenti con protagonisti alcuni tra i più importanti protagonisti della scena teatrale isolana, da Elio Turno Arthemalle a Fausto Siddi a Mario Faticoni e giovani promesse come il gruppo Via Mentana Teatro. Fatta eccezione per una ripresa, la stagione comprende tutte prime esecuzioni assolute.

Il progetto UniveErsuTeatro, nato dalla collaborazione tra Ersu e Il Crogiuolo, giunge quest’anno alla sua seconda edizione. Questa stagione di primavera, che prevede tre appuntamenti, uno già svolto il 31 marzo, gli altri programmati il 16 aprile e il 6 maggio, vuole essere un’anteprima di quella che sarà l’attività autunnale, che abbraccerà didattica, spettacoli e proiezioni cinematografiche, il tutto pensato per gli studenti universitari ma aperto alla cittadinanza tutta.

Obiettivo ultimo creare al Teatro Nanni Loy un centro d’interesse forte per la produzione e la formazione teatrale animata e gestita dalla compagnia di teatro universitario, che si spera possa nascere al termine di questo progetto triennale.

Gli appuntamenti di primavera, programmati tra marzo e maggio, hanno visto la collaborazione piena e attiva con l’Università degli Studi di Cagliari il Dipartimento di storia beni culturali e territorio, dottorato in storia, beni culturali, Studi internazionali archivio di stato di cagliari, archivio di stato di oristano.

Lunedì 31 marzo, ore 16, nell’ aula magna della facoltà di studi umanistici (2° piano) si è tenuto il primo di un ciclo di seminari sul tema “La Sardegna dalla “grande guerra” al fascismo: economia, politica, società”: relatori Luisa Maria Plaisant e Giovanna Caltagirone. Il Crogiuolo con Mario Faticoni e Rita Atzeri ha proposto un recital da “Un anno sull’altipiano e Marcia su Roma e dintorni” di Emilio Lussu.

Enrico Mattei, un PATRIOTA” è invece la nuova produzione de Il Crogiuolo, nata dalla sollecitazione ricevuta dalla prof.essa Maria Luisa Di Felice, dal cui corso monografico prende l’avvio l’idea dello spettacolo.

In scena, per questo primo studio, mercoledì 16 aprile, ore 16.00, al Teatro Nanni Loy, Fausto Siddi, inteprete del testo scritto da Rita Atzeri e diretto dai due a quattro mani.

Un giornalista di talento, ma rovinato dalla sua incapacità di gestire la propria vita sentimentale, riceve dal proprio caposervio l’ultima occasione di conservare il proprio posto di lavoro, facendo un pezzo su Enrico Mattei.

Il caposervio vuole che Paolo, così si chiama il nostro protagonista, prenda spunto dall’articolo che ha scritto sul Jobs Act di Matteo Renzi, per riflettere sulla figura di uno dei protagonisti della rinascita dell’Italia nel secondo dopoguerra, convinta com’è che sia necessario che il giornalismo faccia qualcosa di più della cronaca e che la polica debba indicare delle strade coraggiose per la ripresa di un paese, che vede allo sbando.

Il 6 maggio, sempre alle ore 16.00 e sempre al Teatro Nanni Loy, andrà invece in scena “Il Lavoro mobilita: il 1948 a Carbonia e dintorni”, di Monica Porcedda, con Alessandro Congeddu, Arianna Basciu, Carla Galliu, Gloria Uccheddu, Lucia Longu, Luciano Sulas, Mariella Mannai, Piero Deidda, Pietro Carta, Riccardo Montanaro, Rosanna Sulas.

Regia di Monica Porcedda.

Voluta nel 1938 dal regime fascista, Carbonia sorge in meno di 13 mesi dall’immigrazione di uomini e donne provenienti da tutta l’Italia attratte dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. A dieci anni dalla sua fondazione la Città mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo, crisi rapida e dolorosa che spinge la dirigenza della Carbosarda ad attuare una rigida politica aziendale: licenziamenti e trasferimenti di personale (soprattutto quello politicizzato e sindacalizzato), aumento dei fitti, dell’energia elettrica, del carbone, dei viveri negli spacci aziendali, riduzione degli stipendi e sanzioni arbitrarie ai lavoratori. Contro le misure repressive e provocatorie il 7 ottobre 1948 il sindacato proclama lo “sciopero bianco” durato 72 giorni. Una città intera, appena uscita dalla guerra, trova la propria identità, stringendosi attorno ai minatori scioperanti per difendere il lavoro.

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Primi appuntamenti con la rassegna Famiglie d’Arte 2013 dell’Associazione Figli d’Arte Medas. Giovedì 21 novembre alle 21.00, sul palco del Teatro Fratelli Medas di Guasila (piazza Municipio 1) va in scena il debutto dello spettacolo Ecce Homo, Audiodramma liberamente ispirato a “1984” di George Orwell. La replica il giorno successivo a Cagliari, alle ore 21.00, nella cornice della Chiesa monumentale di Santa Chiara.
Scritto e interpretato da Gianluca Medas, con la partecipazione degli attori Fausto Siddi e Franco Siddi, l’accompagnamento musicale di Enrica Sirigu al flauto traversiere, Andrea Congia alla chitarra classica, e l’apporto della musica elettronica di Walter Demuru e Francesco Medas, Ecce Homo è il racconto di un mondo distopico in cui l’uomo è prostrato ai piedi del potere assoluto del Bipensiero, impersonato dal pervadente occhio del Grande Fratello.
Biglietti Guasila: ingresso 5 euro con buffet.
Biglietti Cagliari: ingresso intero 10 euro – ridotto 7 euro (under 26 anni e over 65 anni).
Gianluca Medas, artista poliedrico ed erede dell’unica famiglia d’arte della Sardegna, è il direttore artistico dell’Associazione Figli d’Arte Medas. Fausto Siddi, fondatore del Teatro Actores Alidos con il regista Gianfranco Angei, nel 1997 vince il premio Sacher come migliore attore per il cortometraggio “Prima della fucilazione”. Franco Siddi, attore della cooperativa Olata, interprete di vari spettacoli teatrali e cortometraggi, ha di recente curato la regia dello spettacolo “Aligheri No!”. Enrica Sirigu, specializzata nello studio del flauto traverso, è fondatrice e componente dell’Ensemble “L’Invenzione”, del “Duo Divérbium”, del “Diagramma Ensemble”. Andrea Congia, compositore e chitarrista (chitarra classica, baritono e fretless), è impegnato da tempo nella coniugazione di Parola e Musica. Walter Demuru laureato al corso di Musica e nuove tecnologie al Conservatorio di Cagliari, nel 2011 ha iniziato l’attività concertistica (live electronics), partecipando a numerosi festival. Francesco Medas diplomato in Musica e nuove tecnologie al Conservatorio di Cagliari, è attualmente impegnato con i progetti Snake platform, Amy’s Lair, SST e AnarKick, e prosegue il lavoro solista con il nome d’arte Madhesse.
Famiglie d’Arte 2013 prosegue domenica 24 novembre, ore 21.00, al Teatro Fratelli Medas di Guasila, con lo spettacolo Canne al Vento di Grazia Deledda.