22 November, 2024
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La presidenza del Consiglio dei ministri ufficializzerà entro lunedì 8 febbraio, la data dell’incontro a Palazzo Chigi con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru e i rappresentanti dei lavoratori dell’Alcoa di Portovesme.

«Abbiamo avuto notizia che l’incontro si terrà  l’11 o il 12 febbraio – ha spiegato Rino Barca, segretario regionale della FSM-CISL -. Noi siamo pronti a partire: l’11 saremo in piazza Montecitorio e ci faremo sentire.«

«Saranno almeno 200 i lavoratori dello stabilimento di Portovesme che si imbarcheranno il 10 febbraio dal porto di Cagliari.

«Dal vertice a Palazzo Chigi – ha concluso Rino Barca – ci attendiamo una risposta definitiva sulla vertenza Alcoa, oggi infatti dovrebbe essere formulata una proposta di contratto bilaterale a Glencore e noi da quest’ultima ci aspettiamo che accetti.»

Rino Barca 74

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Oggi a Roma, negli uffici del ministero dello Sviluppo economico, il presidente Francesco Pigliaru ha incontrato il ministro Federica Guidi per esaminare possibili soluzioni da portare in tempi rapidi all’attenzione degli investitori che hanno manifestato interesse per l’acquisizione dello smelter di Portovesme, a partire da Glencore che, come è noto, ha firmato un protocollo d’intesa con Governo e Regione.

La riunione, nella giornata che ha visto i lavoratori occupare il Palazzo del Consiglio regionale e provocare lo slittamento dei lavori dell’Assemblea sulla legge di riforma degli enti locali, e faceva parte degli appuntamenti in agenda, ha riguardato la valutazione degli strumenti compatibili con le regole dell’Unione Europea, a disposizione di Governo e Regione, per conseguire scenari di lungo periodo di approvvigionamento dell’energia elettrica in linea con le condizioni richieste dal mercato europeo per i metalli non ferrosi. Il confronto ha consentito di individuare concrete ipotesi di lavoro che in breve saranno verificate soprattutto in relazione alla durata di lungo periodo e portate presto all’attenzione degli investitori.
Il Governo ha inoltre informato la Regione che nel frattempo Sideralloys ha continuato il proprio lavoro finalizzato alla raccolta di dati e informazioni utili al fine di adottare in tempi rapidi una decisione riguardante lo smelter di Portovesme.

Alcoa 4

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«Oggi Governo ed ENI hanno confermato il forte interesse per la chimica verde a Porto Torres come fattore strategico fondamentale non solo per il nostro territorio ma per la politica industriale dell’intero Paese. Tutto questo va benissimo, ma solo se non restano parole. L’unica cosa che conta sono i fatti: a noi interessa che gli investimenti previsti a Porto Torres vadano avanti con l’ammontare programmato e in tempi rapidi.»

Così Francesco Pigliaru al termine dell’incontro sul settore della chimica in Italia, presieduto oggi a Roma dal ministro Federica Guidi.

Alla riunione al Mise, insieme ai vertici di Versalis, hanno preso parte presidenti e assessori delle regioni che possiedono i comparti con maggior potenziale di crescita. Per la Sardegna, insieme al presidente Pigliaru, era presente l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. «Qualunque siano i nuovi assetti di Versalis per noi lo scenario non deve cambiare», ha proseguito Pigliaru facendo riferimento all’eventuale ingresso di partner nella società, interamente controllata da ENI. «Nel passaggio dalle parole ai fatti, ENI non si può esimere dal svolgere il ruolo di chi deve garantire che la chimica verde, di cui oggi ha confermato l’importanza strategica, diventi rapidamente un fattore di sviluppo reale, capace di creare lavoro e benessere. Ora chiediamo l’apertura immediata di un confronto operativo con Governo ed ENI per affrontare la questione della chimica in Sardegna nel suo complesso – ha concluso il presidente della Regione – non solo Porto Torres e Matrica, ma anche Saipem, Paraxilene e Ottana Polimeri».

«È stato un incontro positivo – ha detto l’assessore Maria Grazia Piras -. Oggi Versalis ha illustrato un piano industriale basato su innovazione e nuove tecnologie e ha ribadito che la chimica verde rappresenta un asset strategico. Ci attendiamo perciò che, nell’ottica di questi interventi, l’azienda acceleri sui programmi, per altro confermati, previsti nell’area industriale di Porto Torres. La Regione crede fortemente nella chimica verde e in questa direzione va il programma di green public procurement da adottare a supporto degli investimenti di Versalis.»

Francesco Pigliaru 3321

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Non c’è solo la multinazionale svizzera Glencore, già proprietaria dello stabilimento Portovesme srl, interessata all’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa. Nel corso della riunione svoltasi questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, infatti, è trapelato da fonti sindacali che un’altra società svizzera, la SiderAlloys di Lugano, impegnata nel ciclo di trasformazione dell’alluminio, avrebbe manifestato il proprio interesse.

Alla riunione, al ministero dello Sviluppo economico, hanno partecipato il ministro Federica Guidi; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti; il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Federica Guidi ha annunciato che oggi è arrivata la lettera del commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, che autorizza la super interrompibilità per le isole per un periodo di due anni rinnovabile per un terzo anno, a condizioni economiche molto vantaggiose, 170.000mw corrispondenti con ulteriori misure di efficientamento a 26,5Mw/h per la centrale di Portovesme.

«La proposta è stata illustrata a Glencore – ha commentato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl – che ha apprezzato la riduzione del costo dell’energia ma ha ritenuto i 2 anni rinnovabili, insufficienti e si prenderà fino al 20 gennaio per una risposta definitiva. Alcoa in questo periodo si impegna a non procedere con ulteriori atti unilaterali. Nel frattempo si è presentato un altro investitore industriale, Sider Alloys che ha giudicato interessanti le condizioni di costo energetico proposte e che sarebbe disponibile ad un investimento per aggiuntivo accanto allo smelter per la trasformazione dell’alluminio. Questo Gruppo si è impegnato ad inviare un’eventuale formale manifestazione di interesse entro venerdì. Per noi è il momento di chiudere positivamente questa vertenza. È il momento di giocare a carte scoperte e valutare le volontà reali di acquisizione e ripartenza dello smelter. I lavoratori passeranno l’ennesimo Natale con la fabbrica chiusa. Entro gennaio serve questa chiarezza perché ogni settimana diminuisce la copertura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell’indotto e alla fine del 2016 riguarderà anche i diretti, quadro che sta da troppo tempo mettendo in ginocchio il Sulcis. Il sottosegretario De Vincenti – ha concluso Marco Bentivogli – ha dato disponibilità ad un incontro nel mese di gennaio per verificare con il Ministero del lavoro le problematiche relative alla copertura degli ammortizzatori sociali.»

Allegate le fotografie di Romeo Ghilleri.

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Manifestazione Alcoa 4 novembre 2015 7

Una numerosa delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali ex Alcoa è partita questa sera per Roma, dove domani pomeriggio è in programma un’attesissima al ministero dello Sviluppo economico, per fare il punto della vertenza della fabbrica chiusa ormai da alcuni anni. Le segreterie regionali e nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Ugl sono state convocate per le 15.00 dal ministro Federica Guidi. Al centro dell’incontro che verterà sul regime di essenzialità elettrica in Sardegna, parteciperà anche il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

L’incontro di domani arriva dopo quelli che hanno visto riuniti prima il Governo e la Glencore giovedì, poi il Governo e l’Alcoa venerdì. Il governo ha proposto alla Glencore, la multinazionale svizzera che ha siglato lo scorso anno il Memorandum, l’intesa per rilevare lo stabilimento Alcoa, quanto offerto dalla Commissione europea, e cioè tariffe agevolate per due anni, successivamente rinnovabili. La Glencore, è noto, chiede la concessione di 10 anni di super interrompibilità ed è ferma su questa sua richiesta, mentre il Governo ha chiesto una risposta definitiva della società entro il 20 gennaio.

 

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Durissimo il giudizio di Fabio Enne, segretario della CISL del Sulcis Iglesiente, sulla riunione svoltasi ieri al ministero dello Sviluppo economico.

«Vergognosa riunione al Mise su problematiche Energia che mettono a dura prova la continuità produttiva delle fabbriche del sulcis alluminio e piombo zinco – scrive Fabio Enne in una breve nota – oltremodo vergognoso che al ministero non siano state accettate alla discussione le rappresentanze dei sindaci e del consiglio regionale sardo. Le risposte date dal ministro Guidi – conclude Fabio Enne – riportano le vertenze indietro di tre anni.»

Fabio Enne 58

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Il Consiglio regionale si riunirà il 24 novembre prossimo alle 16.00 presso la sede della Regione a Roma sulla vertenza Alcoa, un’ora prima di un vertice sullo stesso argomento fra le organizzazioni sindacali ed il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (ovviamente sarà una riunione informale).

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, raccogliendo una proposta del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, al termine dell’incontro fra i capigruppo, i sindacati di categoria del settore energetico, una delegazione di lavoratori e di amministratori locali del Sulcis Iglesiente.

Nell’incontro, il sindacalista della Cgil Roberto Puddu ha insistito molto sulla tempistica della difficile vertenza. «Sappiamo che l’incontro del 24 al ministero dello Sviluppo economico non sarà risolutivo – ha detto Puddu – ma sappiamo anche che, se entro il 31 dicembre Governo ed Unione europea non definiscono uno strumento per abbattere i costi energetici non si chiude la vendita di Alcoa alla multinazionale Glencore e nel nostro territorio va a picco un tessuto industriale con 3.000 occupati diretti e circa 9.000 nell’indotto: ecco perché serve urgentemente un segnale forte delle Istituzioni».

Per la Cisl Fabio Enne ha espresso viva preoccupazione «per tanti segnali che ci inducono al pessimismo. Il tempo a disposizione è pochissimo, il 25 novembre il ministro Guidi dovrà essere a Bruxelles per trattare la questione dei costi energetici e quella potrebbe essere l’ultima spiaggia non solo per Alcoa ma per tutta la Sardegna».

A nome della Uil Daniela Piras ha auspicato un intervento immediato del presidente del Consiglio Matteo Renzi, «un intervento che non ha alternative per portare al successo un negoziato con l’Unione europea».

Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau, dopo aver annunciato che il Consiglio sarà a Roma il 24 novembre prossimo al fianco dei lavoratori ha messo l’accento sulla centralità del problema energetico in ogni ipotesi di ripresa economica della Sardegna. «Siamo l’unica Regione senza metano – ha ricordato – ed i costi energetici pesano su imprese e famiglie sarde come in nessun’altra realtà del territorio nazionale, per questo è non solo essenziale confermare il regime di essenzialità degli impianti sardi e inquadrarlo come passaggio fondamentale della vertenza-Sardegna».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis la Regione «deve uscire dal palazzo ed esercitare il massimo della pressione sul presidente del Consiglio Renzi, che si è speso molto per il Mater Olbia ed ora deve fare altrettanto; noi ci saremo».

La profonda crisi del Sulcis, ha osservato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «non si guarisce con le aspirine, il mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde è irrinunciabile e non possiamo perdere altro tempo».

Per il Pd, il presidente del gruppo Pietro Cocco ha detto che «la solidarietà verso i lavoratori ha un significato se espressa attraverso l’unità delle Istituzioni e l’efficacia della loro azione. Lavoreremo su obiettivi concreti il mantenimento del regime di non interrompibilità dei 3 poli energetici sardi, l’accordo fra Alcoa e Glencore, una prospettiva di medio termine (almeno decennale) per rilanciare un settore industriale strategico per la Sardegna».

«Basta con le dietrologie – ha esortato il capogruppo di Sel Daniele Cocco – lo Stato deve ancora molto alla Sardegna e, in situazioni analoghe che riguardavano altre parti d’Italia, hanno messo nelle vertenze tutto il suo peso, ha il dovere di farlo anche per la Sardegna.»

Gli atti delle Istituzioni non hanno un effetto dirompente, ha detto il capogruppo Piefranco Zanchetta di Cps, «ma servono perché fanno parte di un progetto che punta ad ottenere risultati concreti per una Sardegna che da troppo tempo aspetta risposte concrete e l’Alcoa è una vertenza che ha molto bisogno di concretezza».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi Attilio Dedoni, infine, ha invitato a tutti con realismo «a mettere Terna di fronte alle sue responsabilità, perché il regime di essenzialità delle centrali sarde è il cuore del sistema economico regionale e perché non esiste nessuna autonomia se non è anche autonomia energetica».

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L’emergenza determinata in Sardegna dai costi energetici, ha portato i deputati del Partito Democratico Emanuele Cani e Siro Marrocu a presentare un’interrogazione a risposta in Commissione al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, con richiesta di proroga della super interrompibilità.

«Così come verificatosi per il servizio d’interrompibilità istantanea, rafforzato dopo il black out generale del settembre 2003, anche il servizio insulare ha acquisito nel tempo la doppia valenza di strumento essenziale di difesa della rete e di strumento di politica industriale a sostegno dell’attività produttiva di siti di consumo la cui competitività sarebbe certamente compromessa dal venir meno dei ricavi associati alla sua prestazione – si legge nell’interrogazione -. Le imprese che beneficiano dello strumento sono infatti principalmente classificabili come Energy intensive con una incidenza elevata dei costi per l’acquisto dell’energia elettrica sul totale dei costi sostenuti dall’impresa per lo svolgimento della propria attività.

Nel caso della principale società che presta il servizio in Sardegna, la Portovesme S.r.l., il costo dell’energia supera il 50 % dei costi complessivi di trasformazione del prodotto.»

«La sola Portovesme s.r.l. rappresenta il 10% degli usi di energia elettrica complessivi della Sardegna (il 20% degli usi industriali) e garantisce in molte ore dell’anno un livello di prelievo che limita la fermata degli oltre 1700 MW di potenza installata tra impianti fotovoltaici ed eolici – si legge ancora nell’interrogazione -; lo strumento della super interrompibilità non è però limitato alla sola Portovesme s.r.l. ma permette il mantenimento di molte attività produttive che compensano, con i ricavi derivanti dalla prestazione del servizio di interruzione istantanea dei prelievi, le storiche debolezze legate alla carenza di infrastrutture energetiche (quale una rete efficiente di distribuzione del gas) e di trasporto.»

«Il servizio di riduzione istantanea dei prelievi è un importante strumento di politica industriale che serve a preservare sia i livelli minimi di sicurezza della rete sia l’esistenza di attività produttive che non avrebbero altrimenti costi di approvvigionamento energetico adeguati alla tipologia di lavorazioni che eseguono» concludono Emanuele Cani e Siro Marrocu, chiedendo al ministro Guidi, «quali iniziative intenda porre in atto per prorogare la “super interrompibilità”.»

Portovesme srl 1 copia

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Diciassette deputati ed un senatore del Partito Democratico hanno chiesto risposte sulla questione legata agli ammortizzatori sociali, ai ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dello Sviluppo economico, Federica Guidi, sulla vertenza Italcementi, azienda che ha stabilimenti in tutta Italia, compresa la Sardegna.

«Il gruppo Italcementi – scrivono i parlamentari del PD, tra i quali c’è anche Emanuele Cani – ha avviato dal 2013 un piano di riorganizzazione, definito con il concorso del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero dello Sviluppo economico – con l’utilizzo della Cassa integrazione guadagni straordinaria per 669 lavoratori su circa 2.700 dipendenti occupati in Italia.

Il piano riguarda svariate sedi di Italcementi presenti in 12 regioni italiane.   

La scadenza degli ammortizzatori sociali attivati dal piano è prevista per il 31 gennaio 2016, in una delicata fase di transizione, legata al perfezionamento dell’acquisizione di Italcementi da parte del gruppo tedesco Heidelberg Cement annunciata il 28 luglio 2015.

Il 15 ottobre l’azienda ha ipotizzato, in un incontro con le organizzazioni sindacali, l’attivazione della cassa integrazione per 1.080 lavoratori.»

«Successivamente – scrivono ancora i parlamentari PD -, con una lettera sottoscritta congiuntamente e inviata ai ministeri competenti il 2 novembre scorso, Italcementi e le organizzazioni sindacali di categoria (Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL) hanno chiesto l’attivazione delle previsioni di cui all’art. 42 del Decreto legislativo n. 148 del 2015 con la conseguente proroga del trattamento di cassa integrazione straordinaria.

Italcementi rappresenta una realtà di rilevante interesse strategico per l’economia nazionale e la sua riorganizzazione comporta notevoli ricadute occupazionali e ha un impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati.

Riteniamo perciò fortemente auspicabile – conclude la nota inviata dai deputati PD Antonio Misiani, Giuseppe Guerini, Elena Carnevali, Giovanni Sanga, Tino Iannuzzi, Emanuele Cani, Franco Bordo, Francesco Ferrara, Pia Locatelli, Alessandro Naccarato, Michele Nicoletti, Vittoria D’Incecco, Guido Galperti, Miriam Cominelli, Cesare Damiano, Guglielmo Epifani, Vincenza Bruno Bossio e Giulia Narduolo e dal senatore Massimo Mucchetti – ai ministri Poletti e Guidi – una risposta positiva del Governo alla richiesta di attivazione dell’art. 42, per agevolare la gestione delle ricadute occupazionali della riorganizzazione di Italcementi.»

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Crescono, in Sardegna, le preoccupazioni per il futuro del sistema elettrico, dopo il mancato inserimento da parte di Terna delle centrale del Sulcis, di Ottana e Porto Torres, nell’elenco degli impianti di produzione di energia ritenuti essenziali.

Il governatore, Francesco Pigliaru, ieri ha chiesto un incontro urgente sul tema della sicurezza degli approvvigionamenti elettrici e dell’efficienza della rete assieme all’Autorità per l’Energia ed il Gas, al sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, e alla ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

Francesco Pigliaru sottolinea ai rappresentanti dell’esecutivo nazionale la trasformazione in corso del sistema energetico-elettrico sardo, alla luce degli obiettivi che Regione e Governo si sono dati in tema di metanizzazione e di rilancio di comparti strategici fortemente energivori. Il solo riavvio dello smelter ex Alcoa, ad esempio, rappresenterebbe un incremento dei consumi sardi di energia elettrica di circa il 30%, sostiene Pigliaru, evidenziando che il «mancato riconoscimento dell’essenzialità, nelle more dell’arrivo del metano, comporterebbe la chiusura certa delle centrali elettriche operanti nei tre principali poli industriali della Sardegna, con gli impatti intuibili in materia di utilities e di sostenibilità delle altre imprese insediate… Inoltre, la condizione di insularità della Regione Sardegna e la sua dimensione territoriale rendono la situazione ancora più critica, vincolando la sicurezza del sistema energetico elettrico sardo all’esercizio del cavo Sapei in importazione, che comporta il fortissimo rischio di black out in tutto il territorio della regione in caso di problemi di funzionamento».

Disconoscere l’attuale regime di essenzialità – secondo il governatore della Sardegna – aggraverebbe ulteriormente il gap infrastrutturale determinato dalla condizione di insularità e dalla mancanza di approvvigionamento del metano, con riduzione della competitività e dell’attrattività del sistema Sardegna, e costituirebbe un ostacolo al processo di pianificazione energetica in atto nella regione. Francesco Pigliaru chiede che al più presto vengano individuate «le modalità necessarie ad evitare l’immediata chiusura di fondamentali insediamenti per l’economia isolana, in un contesto in cui già incidono in modo pesantissimo il disimpegno di Eni dagli investimenti già programmati nel Nord Sardegna, le difficoltà legate all’applicazione del servizio di super-interrompibilità alle imprese sarde e le complicate condizioni di rilancio delle produzioni nella Sardegna centrale».

Centrale Grazia Deledda Enel 85 copia