22 November, 2024
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I lavoratori ex Alcoa stamane hanno ripreso la mobilitazione, recandosi in viale Trento, a Cagliari, per manifestare la loro rabbia per i tempi infiniti della vertenza che dovrebbe portare alla cessione dello stabilimento alla multinazionale svizzera Glencore. Una folta delegazione ha manifestato davanti al Palazzo della Regione mentre era in corso l’incontro tra il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e i rappresentanti sindacali. Al fianco dei lavoratori, un Matteo Renzi in cartone. La protesta è stata interrotta solo dopo che è arrivata l’assicurazione del Presidente sulla convocazione di un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi ed il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, il rappresentante del Governo che meglio conosce la vertenza e più in generale tutte le emergenze presenti nel polo industriale di Portovesme. La data dell’incontro verrà fissata mercoledì 11 novembre.

I lavoratori chiedono che vengano date le risposte alle richieste avanzate dalla multinazionale Glencore per l’acquisizione dello stabilimento, ovvero la garanzia delle condizioni economiche di fornitura dell’energia, la possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari ed il miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale.
L’Intesa conseguita fra Governo, RAS e Glencore, su questi punti, era e resta basata su soluzioni di mercato e sul rispetto delle regole della concorrenza dell’Unione europea. A distanza di un anno, concretamente, poco o niente si è mosso ed ora i lavoratori chiedono conto a Regione e Governo su quanto fatto e tempi celeri sulla definizione degli accordi.

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«Expo Milano 2015 si sta avvicinando alla chiusura ed è un onore volgere lo sguardo al futuro, al 2020. La prossima Esposizione Universale aprirà infatti esattamente tra cinque anni a partire da oggi». A sancire il passaggio di consegne tra le due Esposizioni Universali, Reem Al Hashimi, ministro di Stato e direttore generale del Bureau Dubai 2020, intervenuta alla cerimonia ufficiale in occasione del National Day degli Emirati Arabi Uniti a Expo Milano 2015. I presenti alla cerimonia sono stati invitati alla prossima Esposizione Universale, dal tema “Connettere le menti, Creare il futuro”, con una creazione di sabbia “Save the date: 20 ottobre 2020”, realizzata dall’artista emiratina Shaimaa Al-mogeri, esibitasi poi in uno straordinario spettacolo.

«Expo Milano 2015 si è assicurata un posto importante nei libri di storia e il suo tema ha lasciato un’eredità tangibile e di grande valore con la Carta di Milano – ha sottolineato Reem Al Hashimi -. L’Esposizione Universale ci ha dato l’opportunità di aprire le porte della nostra nazione e dimostrare chi siamo. Spero abbiamo saputo trasmettere ai visitatori l’essenza di una nazione giovane, capace, dinamica, ricca di entusiasmo e di determinazione. Siamo orgogliosi del nostro passato, siamo fiduciosi per il futuro, lavoriamo duramente per il presente insieme ad altre nazioni nel tentativo di assicurare una vita migliore e di pace.»

Alla cerimonia dell’alzabandiera all’Expo Centre, accompagnata dagli inni nazionali, ha partecipato una nutrita delegazione degli Emirati Arabi Uniti: Sultan Al Jaber, ministro e presidente di Masdar, compagnia specializzata in energia green, Sultan bin Saeed Al Mansoori, ministro dell’Economia, Saqer Nasser Ahmed Abdullah Alraisi, ambasciatore in Italia. Ad assistere alle celebrazioni, per la parte italiana, Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, Giuseppe Sala,commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 e Bruno Pasquino, commissario generale di Expo Milano 2015.

«Il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti è davvero impressionante, con una forma originale e un design unico – ha sottolineato Federica Guidi -. Ci permette di pensare alle problematiche interconnesse della terra, dell’alimentazione, dell’energia e dell’acqua e presenta le soluzioni più avanzate che gli Emirati Arabi Uniti hanno sviluppato in questi settori. Voglio esprimere il mio ringraziamento per la vostra decisione di tramandare l’esperienza di Milano Expo 2015, riassemblando il Padiglione ad Abu Dhabi per trasformarlo in un hub per società di energie rinnovabili. Speriamo – ha concluso il ministro – che l’esperienza di Milano possa essere d’aiuto al vostro Paese, nello sforzo di preparare un evento di successo.»

In occasione della propria Giornata Nazionale, gli Emirati Arabi Uniti hanno allestito inoltre, nell’Open Plaza, un’installazione che ha ricreato un villaggio tipico emiratino, dimostrando attività tradizionali degli artigiani, ma anche le eccellenze dell’arte e del design. Dopo la cerimonia, una parata in abiti tradizionali ha sfilato lungo il Decumano, mentre la delegazione ha raggiunto Palazzo Italia per la visita e il pranzo ufficiale.

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Il presidente della regione, Francesco Pigliaru, ha sottoposto il tema delle Zone franche per i Comuni colpiti dall’alluvione del 18 e 19 novembre 2013 alla ministra Federica Guidi. Sottolineando il fatto che le risorse destinate alla ripresa delle attività economiche danneggiate finora sono state molto esigue, tanto che la stessa Giunta regionale, con delibera, ha stanziato un milione di euro per le aziende dei privati, Pigliaru ha fatto valere l’esigenza di procedere con rapidità ad attuare le disposizioni previse dall’art. 13 bis del D.L. 19/06/2015 che autorizzata la spesa di 5 milioni di euro al fine di istituire una zona franca nei comuni della Sardegna colpiti dall’alluvione. Nonostante non esista alcun rischio di perdere tali risorse, per le quali questa Giunta aveva fatto forti richieste, avvalorate dai parlamentari sardi fino all’approvazione dell’emendamento specifico, il presidente Pigliaru ha sollecitato le procedure attraverso lettera formale rivolta alla ministra Guidi, sottolineando l’urgenza di definire le perimetrazioni e di individuare nelle specifico le agevolazioni da attuarsi, dichiarando la disponibilità della Regione a procedere fin da subito al confronto, affinché il regime speciale possa essere attivato al più presto.

Sui danni ai beni mobili e immobili a causa di eventi calamitosi, la Giunta inoltre ha presentato al Consiglio, già lo scorso dicembre, il disegno di legge proposto dall’assessore Donatella Spano per dotare la Regione di uno strumento normativo di carattere generale che consenta di erogare contributi in denaro a favore dei soggetti privati e delle attività produttive danneggiati.

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La musica della Banda della Polizia del Qatar ha inaugurato questa mattina, a Expo Milano 2015, le celebrazioni del National Day del Paese. Alla cerimonia dell’alzabandiera, davanti all’Expo Centre, hanno partecipato il ministro dell’Economia e del Commercio del Qatar Sheikh Ahmed bin Jassim Al Thani e l’ambasciatore e commissario generale del Qatar Abdulaziz bin Ahmed Al Malki Al Jehani. A dare loro il benvenuto è stato il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

«Il Qatar – ha spiegato il ministro qatarino Sheikh Ahmed bin Jassim Al Thani, ricordando la recente presentazione di un programma di sviluppo valido fino al 2030 da parte dell’emiro Tamim bin Hamad al-Thani – sta concentrando i suoi sforzi nel tentativo di perseguire uno sviluppo economico, umano e sociale sempre più sostenibile. Affinché questo sia possibile – ha aggiunto – crediamo sia necessario diversificare la produzione agricola e l’economia in modo da creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità.»

Gli ha fatto eco il commissario generale del Padiglione del Qatar a Expo Milano 2015 Abdulaziz bin Ahmed Al Malki Al Jehani, che ha evidenziato l’urgenza di trovare soluzioni ai problemi legati all’alimentazione: «L’uomo qatarino – ha affermato – ha dovuto dimostrarsi all’altezza del territorio che ha abitato storicamente; ha dovuto affrontare le difficoltà legate alla natura desertica del suolo escogitando soluzioni esemplari. Anche per questo, crediamo che il nostro popolo possa e debba essere protagonista nella ricerca in ambito di sostenibilità e sicurezza alimentare e nella lotta alla denutrizione e alla malnutrizione nel mondo».

«Expo Milano 2015 – ha sottolineato il ministro Guidi – si presenta come un momento di confronto per riflettere su tematiche importanti come lo sviluppo sostenibile, un tema che il Qatar affronta grazie ad un’efficace interazione tra tradizione e nuove tecnologie.»

Al termine della cerimonia ufficiale, i festeggiamenti sono proseguiti lungo il Decumano fino al Padiglione del Qatar e poi a Palazzo Italia, dove la delegazione ha incontrato il Commissario Generale del Padiglione Diana Bracco.

Le celebrazioni si sono concluse in serata con una performance del Siwar Children Choir, rinomato coro di bambini composto da 35 giovani talenti del Qatar (dai 9 ai 16 anni) e da 10 musicisti, che ripropone il patrimonio musicale qatarino in chiave moderna cantando celebri pezzi orientali in sette diverse lingue del mondo.

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A Expo 2015 oggi è stata inaugurata la mostra “Fab Food – La fabbrica del gusto italiano”.

«Abbiamo voluto proporre una mostra che affrontasse una delle sfide cardine della nostra epoca: nutrire il pianeta in modo sostenibile; una sfida che la nostra cultura industriale deve sapere affrontare fornendo risposte innovative», ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e Ambassador di Expo Milano 2015, inaugurando la mostra interattiva allestita dall’associazione degli industriali italiani all’interno dell’Esposizione Universale.

Al taglio del nastro Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A. e Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia, e Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico.

“Fab Food – La fabbrica del gusto italiano” è un viaggio nella filiera agroalimentare attraverso un’esperienza emozionante che coinvolge in modo creativo i visitatori. L’obiettivo è far conoscere come sia possibile ottenere, rispettando l’ambiente e le risorse del mondo, prodotti alimentari sicuri, di qualità, a prezzi accessibili e in quantità sufficiente per tutti grazie all’industria e alle sue tecnologie.

Il progetto, curato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, è allestito in un padiglione espositivo di 900 mq, che si sviluppa su due livelli, all’interno di Padiglione Italia. Il percorso è studiato soprattutto per giovani, scuole e famiglie: si divide in 10 tappe in cui i visitatori sono invitati a partecipare, a giocare, scoprire e imparare tutti i temi legati alla cultura alimentare italiana. Tra una giostra e l’altra gli spettatori diventano protagonisti, immergendosi nelle sfide globali della food safety e della food security e provando in prima persona che cosa significa lavorare quotidianamente al miglioramento delle condizioni alimentari del pianeta. Un mix di luci, colori, suoni e sensazioni guida i visitatori da un’attrazione all’altra, mettendo in gioco ogni senso e permettendo loro di tuffarsi nella fabbrica del gusto italiano.

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Mentre la Sardegna rimane l’unica regione italiana priva di una rete di distribuzione del metano e l’uscita dal progetto Galsi, pur non interrompendo il processo di metanizzazione già avviato con la realizzazione, attualmente in corso, delle reti urbane di distribuzione del gas, il cui completamento richiede la costruzione di una dorsale di trasporto e delle relative reti intermedie di collegamento, ha assicurato allungato i tempi, ieri il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha firmato il decreto di autorizzazione unica del metanodotto di interconnessione Albania-Italia “Trans Adriatic Pipeline” TAP, il provvedimento definitivo che fa partire  i lavori per la realizzazione dell’opera al fine di  consentire l’apertura di una nuova rotta di approvvigionamento di gas prodotto nell’area del Caspio in Italia e in Europa.

«Il provvedimento – si legge in una nota del Mise – abilita la costruzione e l’esercizio dell’opera, sostituendo ogni altro atto formale di assenso delle altre amministrazioni intervenute nel procedimento, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. Il decreto stabilisce, infatti, che i lavori dovranno iniziare entro il 16 maggio 2016 e l’operatività  dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020.

Il progetto, su cui è stata espressa la compatibilità ambientale con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare  dell’11 settembre 2014, ha ottenuto il via libera da parte del  Consiglio dei Ministri il  29 aprile scorso, dopo un esame comparativo di tutti gli interessi  coinvolti.

Questi ultimi consistono, da una parte nella rilevanza energetica dell’opera ai fini della diversificazione degli approvvigionamenti,  nella strategicità della stessa connessa all’attuazione dell’Accordo internazionale Grecia, Albania, Italia e nell’interesse comunitario alla sua realizzazione in quanto apertura di un nuovo corridoio di approvvigionamento dell’Unione Europea, e dall’altra nella tutela di una zona territoriale di rilevante valore per gli interessi ambientali e turistici, tenuto anche conto che il progetto  ha avuto una istruttoria complessa, durata alcuni anni, che ne ha vagliato in maniera approfondita la  compatibilità ambientale e di sicurezza.

Il progetto dovrà ora essere  realizzato nel rispetto di tutte le prescrizioni stabilite  dalle amministrazioni intervenute nel procedimento, e dovranno essere previste, in accordo con gli enti territoriali,  le opportune misure per massimizzare le ricadute positive sull’economia del territorio e sulle attività  locali.»

E ieri lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha firmato il decreto ministeriale che aggiorna il regolamento sui criteri per le gare di distribuzione gas. Il provvedimento, atteso da tempo, chiarisce ulteriormente il quadro normativo del mercato di distribuzione del gas che di fatto vedrà l’avvio delle gare da parte delle stazioni appaltanti per la scelta dei nuovi distributori in molte città italiane a tutto vantaggio della concorrenza e soprattutto dei clienti finali.

A partire da luglio verranno indette 32 gare per il rinnovo dei distributori in molte grandi città italiane tra cui Milano, Bologna, Torino, Padova, Siena, Parma, Pavia, Vicenza e Trento. Verso l’apertura del mercato del gas anche l’hinterland  di Roma, Milano, Bologna e Torino.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ieri  pomeriggio è intervenuto nel corso della seduta del Consiglio regionale dedicata a Sa Die de sa Sardigna e, simbolicamente, al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Francesco Pigliaru ha risposto ad alcune mozioni, ribadendo la posizione della Giunta già espressa in più occasioni ed ha sottolineato come la Giunta sia contraria alla localizzazione delle scorie in Sardegna, e ha ricordato di aver espresso tale contrarietà nell’Aula alla presenza della presidente della Camera, Laura Boldrini, e di averlo scritto in una nota ufficiale inviata anche al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Un no che è stato espresso a voce anche al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, durante la sua recente visita a Cagliari.

Pigliaru ha poi ricordato di aver già definito l’eventuale deposito di scorie una nuova servitù e che, come tale, non può essere in alcun modo accettato.

 

Di seguito, l’intervento integrale svolto in Aula dal Governatore.

Presidente Ganau,

Onorevoli colleghe e colleghi,

aver dedicato questa giornata di lavori al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari e aver così potuto ribadire, con voce unica, un secco no all’eventualità che la scelta ricada sulla Sardegna, è un atto estremamente significativo.

Con particolare concretezza, infatti, oggi diamo spessore istituzionale alla celebrazione di Sa Die de sa Sardigna. Per tutti noi questa giornata rappresenta un simbolo di responsabilità, autodeterminazione e coraggio.

Un anno fa, in quest’aula, abbiamo celebrato Sa Die subito dopo l’insediamento di questo consiglio e di questa giunta. Allora dissi che “assumersi con coraggio le proprie responsabilità significa, innanzitutto, richiedere con forza, a tutti i livelli di governo di cui facciamo parte, la partecipazione a pieno titolo a tutti i processi decisionali che ci riguardano”. E aggiunsi che questa sarebbe stata la linea di questo governo: autonomia, sovranità come assunzione di responsabilità.

Oggi, più che mai, ci troviamo ad attuare i principi enunciati. In questa direzione avanziamo quando affrontiamo, giorno dopo giorno, tutte le questioni aperte che riguardano il rapporto della Sardegna con lo Stato italiano. La leale collaborazione tra istituzioni, che abbiamo avviato e portato avanti in questo anno di lavoro, ci ha portato a raggiungere alcuni risultati importanti su vari fronti.

Abbiamo ottenuto risorse rilevanti, con cui stiamo dando risposte a territori, istituzioni, categorie sociali. Risorse che ci spettano e per le quali ci siamo battuti con determinazione.

Su altri temi il dialogo diventa confronto diretto, aperto, senza timidezze. Fronteggiamo le questioni anche più complesse con il coraggio che oggi celebriamo. E che si rafforza nella voce unica e unitaria di tutta la Sardegna nell’esprimere il comune e condiviso rifiuto al deposito delle scorie nucleari.

È confronto, lo sappiamo bene, anche sul tema delle servitù militari; tema aperto su tutti i tavoli, con l’obiettivo preciso del riequilibrio di questa presenza eccessiva nella nostra regione rispetto al resto dell’Italia. Comprendiamo le esigenze del Paese in questo momento di crisi internazionale, ma replichiamo che il carico non può essere sproporzionatamente nostro. In poco tempo abbiamo fatto importanti passi in avanti, dal momento in cui abbiamo negato la firma all’Intesa lo scorso giugno e preteso l’apertura di tavoli negoziali per il riequilibrio. Il ministro Pinotti si è impegnata a valutare la percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte dei Poligoni e l’individuazione di misure di mitigazione. Alcune di queste, piccole, sono già diventate realtà: abbiamo un calendario di esercitazioni con pause estive più lunghe; piani antincendio all’interno dei poligoni, tavoli di lavoro funzionanti sulla trasparenza e per l’implementazione degli osservatori ambientali. È ancora pochissimo rispetto a ciò che rivendichiamo.

Ma dobbiamo ancora fare tanto. E tantissimo c’è da ottenere, finalmente, dopo un’attesa inaccettabilmente lunga.

Nostra volontà è di disporre pienamente del nostro territorio; di un territorio sano e che non sia irreversibilmente danneggiato, con tutto ciò che ne consegue per l’ambiente, la nostra vera ricchezza, e per la salute nostra e dei nostri figli.

Come già ho avuto modo di dire in quest’Aula alla presenza della presidente della Camera Boldrini nel suo ruolo di terza carica dello Stato, l’imposizione del deposito di scorie sarebbe l’imposizione di una nuova servitù. Nel momento in cui tutto il nostro impegno è concentrato per realizzare un riequilibrio di quantità e qualità, non c’è alcuna possibilità di neanche contemplare un’ipotesi di deposito di scorie nucleari.

La nostra posizione è un no. Un no chiaro, secco, deciso già espresso dalla Giunta e oggi ribadito dal Consiglio.

Non ci sono compensazioni che possano convincerci a cambiare idea. Il nostro patrimonio ambientale, naturalistico e agricolo è tale da poter diventare volano di crescita economica. E noi questo ribadiamo nel nostro programma di governo. La Sardegna è una terra sulle cui ricchezze facciamo il primo e l’ultimo passo. Dobbiamo solo imparare a usarle meglio queste ricchezze, e in questo naturalmente siamo impegnati.

Certo, non ne facciamo solo una questione economica. Negli anni abbiamo imparato a dare valore al paesaggio che abitiamo, alla qualità della terra, dell’acqua e dell’aria. Abbiamo capito – per averlo pagato a volte con la crudezza di un sviluppo distorto che ha prodotto disastri ambientali e malattie – che beni quali l’alta qualità dell’ambiente che abitiamo, non sono barattabili.

Il Ministro dell’Ambiente, che ho incontrato poche settimane fa, conosce bene l’indisponibilità dei sardi a ospitare questo deposito. Lo abbiamo scritto chiaramente in una nota ufficiale inviata anche al Ministro dello Sviluppo Economico.

Un’indisponibilità che quest’oggi ribadiamo ancora una volta senza titubanze e senza indugi, tenendo da conto la sensibilità espressa dal Governo nei confronti delle richieste della nostra comunità.

“Trasparenza e condivisione”, ha annunciato il Ministro Galletti nella scelta del sito. Ebbene, noi a quei presupposti di lealtà vogliamo credere ricordando al Ministro anche la volontà espressa dal 97,13% dei votanti in occasione del referendum del 2011, relativo alla possibilità di simili installazioni nel nostro territorio.

La Sardegna è una Regione generosa. Abbiamo partecipato agli interessi della difesa nazionale più di qualsiasi altra regione. Siamo generosi e solidali e l’abbiamo dimostrato in ogni occasione. Ma della generosità non si può approfittare facendo confluire su un’unica isola una quota spropositata di gravami. Vogliamo vederli ridursi nell’arco di una legislatura. Non siamo disposti ad accettarne altri.

Il mondo è cambiato, continua a cambiare ogni giorno. La generosità riserviamola a ciò cui è giusto riservarla: il nostro ambiente, la nostra salute e, non ultimo, quanto accade continuamente e intorno a noi, sulle nostre coste. Con sempre maggior frequenza sbarcano persone disperate, in fuga da guerra e carestie, nella più grande migrazione di popolo che le nostre generazioni abbiano conosciuto. Responsabilità e coraggio, 221 anni fa come oggi, vuol dire anche avere la consapevolezza di vivere dentro la storia e, in questo, ugualmente, saper fare la nostra parte.

Azienda e sindacati hanno accolto positivamente la proposta del Governo per il rilancio di Meridiana.

Nel corso dell’incontro cui hanno partecipato l’amministratore delegato della compagnia aerea sarda, Richard Creagh, il presidente Marco Rigotti e i rappresentanti di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Anpav, Ugl, Anpac, Usb, Apm e Cobas, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e il sottosegretario del ministero del Lavoro Teresa Bellanova hanno proposto 12 mesi di Cassa Integrazione per crisi e hanno chiesto alle parti di impegnarsi, durante tale periodo, nella definizione di un piano industriale che consentirà il rilancio e lo sviluppo del vettore aereo, anche attraverso possibili partnership.

Le parti hanno apprezzato il lavoro svolto dal governo e si sono dette disponibili a impegnarsi per trovare una soluzione condivisa. E’ stato già stabilito che subito dopo le festività pasquali si terrà al Mise un nuovo confronto per la firma di un Protocollo d’intesa che costituirà la base di lavoro per i prossimi mesi.

«Ritengo importante la ripresa del confronto – ha detto il ministro Guidi durante la riunione – ed ho molto apprezzato il ritrovato clima di distensione registrato oggi, propedeutico al rilancio industriale della compagnia nel mercato di riferimento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.»

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E’ stato firmato nel tardo pomeriggio, il Memorandum tra la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dello Sviluppo economico, la Regione Autonoma della Sardegna e la multinazionale svizzera Glencore, sugli impegni condivisi perché la stessa Glencore possa avviare la trattativa per l’acquisizione dell’impianto ex Alcoa di Portovesme.

Il Governo era rappresentato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, dal vice ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, la Regione dal presidente Francesco Pigliaru, e Glencore International AG, dall’Amministratore Delegato Ivan Glasenberg, in data odierna.

Il Governo e la RAS perseguono l’obiettivo della ripresa della produzione nello smelter di Portovesme, cessata per decisione della proprietà Alcoa. Tale obiettivo è perseguito sulla base degli accordi fra Governo, RAS, Enti locali, Parti sociali e Alcoa che prevedono anche l’impegno di Alcoa a favorire, in assoluta buona fede, il riutilizzo produttivo dell’Impianto.

Il Governo e la RAS hanno pertanto invitato tutti gli operatori potenzialmente interessati a verificare le condizioni per rilevare l’impianto, prospettando a tutti identiche condizioni di contesto.
In questa prospettiva, il Governo e la RAS, come fatto anche con altri operatori, hanno invitato Glencore, proprietaria nella stessa area di Portovesme di altro impianto di produzione di metalli non ferrosi, a discutere quali condizioni fondamentali debbano sussistere per considerare la possibilità di riavviare l’impianto. Glencore è pronta a proseguire attraverso ulteriori approfondimenti in questa opportunità.
Il Protocollo rappresenta lo stato attuale, alla data della sottoscrizione, delle discussioni avviate da Governo, RAS e Glencore. Pertanto, il suo contenuto non costituisce in alcun modo vincolo contrattuale per nessuna delle Parti né potrà costituire fonte di affidamento per terzi.
Il confronto fra Governo, Regione e Glencore, si è sviluppato prevalentemente: sulle condizioni economiche di fornitura dell’energia; sulle possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari; sul miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale.
L’Intesa conseguita fra Governo, RAS e Glencore, sul complesso dei suddetti punti, è basata su soluzioni di mercato e sul rispetto delle regole della concorrenza dell’UE e della Repubblica.

L’esito dell’operazione è tuttavia subordinato al completamento da parte di Glencore di una esaustiva due diligence in relazione all’impianto e alle condizioni della sostenibilità della gestione delle attività sul lungo termine.
Il Governo e la RAS faranno tutto quanto in loro potere per facilitare il buon esito dell’operazione.

«Finalmente si garantiscono le condizioni affinché un soggetto industriale (che non era stato preso in considerazione due anni fa) – ha commentato Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente – possa interessarsi seriamente per la possibile ripresa produttiva dello smelter e, per noi, della ripresa di tutta la filiera industriale ed energetica, che può garantire ancora innovazione, sviluppo economico e lavoro. La strada è ancora lunga ed è merito dei lavoratori che non si sono arresi e con i quali, l’intero territorio e tutta la nostra organizzazione non mollerà mai!»

«Chiediamo al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, di intervenire, anche attraverso la promozione di una specifica modifica legislativa, per stabilire definitivamente ed in modo inequivocabile che non sono tenuti al pagamento del canone di abbonamento speciale di cui agli articolo 1 e 27 del R.D.L. del 21 febbraio 1938, n. 246 e dall’art. 2 del D.L.Lt 21 dicembre 1944, n. 458, coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare e che li utilizzino per scopi strettamente connessi alle attività lavorative, di impresa o professionali e comunque diversi dall’intrattenimento, ovvero che non rientra altresì nell’obbligo del pagamento l’occasionale fruizione di trasmissioni radiotelevisive attraverso detti apparecchi.»

Recita così l’interrogazione parlamentare promossa da Confartigianato Imprese a seguito dell’alluvione di solleciti di pagamento del Canone speciale Rai che si sta abbattendo su centinaia di migliaia di imprenditori in questi giorni.

«Richieste nella maggior parte dei casi illegittime – si legge in una nota di Confartigianato Imprese Sardegna – perché rivolte ad aziende che non possiedono apparecchi radio-televisivi e quindi non devono pagare alcun abbonamento.»

A far scattare la protesta di Confartigianato è la richiesta del tributo applicato al possesso non solo di televisori, ma anche di qualsiasi dispositivo per ricevere il segnale tv, inclusi i sistemi di videosorveglianza.

«Chiediamo la collaborazione di tutti i parlamentari sardi a sostegno dell’emendamento proposto – annuncia Confartigianato Imprese Sardegna – è l’unico modo infatti, per fare chiarezza in ordine alla corretta applicazione delle norme relative all’obbligo di pagamento dell’abbonamento speciale alla RAI, escludendo da tale obbligo la detenzione di apparecchiature atte o adattabili alla ricezione del segnale radiotelevisivo (Personal computer, tablet, PC, smartphone, ecc.), impiegati normalmente per lo svolgimento di attività lavorativa, imprenditoriale o professionale,  diversa dalle attività di intrattenimento ed utilizzati per scopi strettamente legati allo svolgimento di tali attività.»

La norma esclude altresì ogni occasionale fruizione di programmi radiotelevisivi attraverso dette apparecchiature  ed abroga espressamente ogni diversa disposizione vigente che dovesse risultare in contrasto con quanto disposto.

«Pagare il canone Rai – conclude Confartigianato Imprese Sardegna – è un obbligo per tutti coloro che in azienda posseggono radio e televisioni. Ma non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e illegittimi.»