24 November, 2024
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Continuano ormai quotidianamente gli sbarchi sulle coste sud della Sardegna. Intorno alle 16.00, da un cabinato, sono sbarcati sulla spiaggia di Is Pruinis, nell’Isola di Sant’Antioco, 12 algerini.
Dopo aver abbandonato l’imbarcazione alla deriva, i 12 uomini si sono dispersi per la strada che conduce al paese. Sulle loro tracce anche un elicottero della Guardia Costiera e una squadra dei barracelli.
In dieci sono stati intercettati dai carabinieri della stazione di Sant’Antioco al supermercato Eurospin e lì bloccati. Altri due sono stati invece fermati dai volontari della Protezione civile “Assosulcis” nel centro del paese e da lì accompagnati al luogo di fermo degli altri compagni.
Federica Selis

Si cerca l’identità del corpo recuperato, nella mattinata di tre giorni fa, da una vedetta della Guardia di Finanza di Sant’Antioco, nelle acque antistanti Capo Teulada. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione e col volto completamente sfigurato, per via della prolungata presenza in acqua e dell’opera degli animali marini, era stato trasportato al Porto commerciale di Sant’Antioco e da lì condotto presso l’Ospedale Sirai di Carbonia, per essere sottoposto, su disposizione del Magistrato competente, all’esame del medico legale, Luca Natali.

L’autopsia è ancora in corso, per arrivare all’identificazione dell’uomo, che, al momento del rinvenimento indossava una polo blu “Lacoste”, una t-shirt rossa “Nike”, una canotta bianca di cotone, un boxer nero e un paio di calze “Armani”. Al collo portava una collanina con un ciondolo a forma di chiave e, sul lato destro del petto, aveva tatuata la scritta “Only God Can Judge Me”, oltre al simbolo dell’infinito. È nota inoltre l’altezza dell’uomo: 181 cm.

Si richiede la collaborazione di chiunque riesca, attraverso tali elementi, a fornire eventuali ulteriori informazioni che possano rivelarsi utili all’identificazione. Chiunque fosse in possesso di elementi al riguardo può contattare la Procura della Repubblica di Cagliari o può rivolgersi alla Forza di Polizia più vicina.

Federica Selis

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Una fila interminabile di auto si è formata questa mattina sotto il ponte di Sant’Antioco, per effettuare il tampone per il Covid-19. Un centinaio, le persone chiamate dall’ATS ad effettuare i controlli, molte di più quelle arrivate di propria iniziativa per sottoporsi al tampone.
La coda si è smaltita solo nella tarda mattinata, ma sono centinaia i cittadini che, dalle 9.30, si sono presentati di fronte al gazebo dell’ATS. Per la maggior parte si è trattato di giovanissimi, accompagnati in auto dai genitori, che si sono sottoposti ai test su base volontaria.
Un’operazione necessaria, nell’antivigilia di Ferragosto, per la prevenzione del virus, dopo il focolaio scoppiato nelle scorse settimane nella seconda isola dell’arcipelago sulcitano. Presenti anche alcuni abitanti giunti dalle cittadine di Carloforte e Carbonia.
Nei prossimi giorni i controlli verranno effettuati a tappeto anche in altri comuni del Sulcis.
«Questi controlli avvengono in continuità con il lavoro che si è fatto a Carloforte afferma il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci -. Speriamo oggi di definire, una volta per tutte, questa vicenda. Abbiamo messo a disposizione tutta la parte logistica con l’ATS. Si è messa in campo una forza enorme, per effettuare tamponi a tappeto su tutti gli eventuali casi sospetti. Oggi gli ultimi 100, dopodiché credo che si sia fatto un grande lavoro di prevenzione e mappatura e quindi anche di circoscrizione di un fenomeno che è assolutamente sotto controllo. Alcune persone dovranno, ovviamente, fare la quarantena ma la vita continua tutti i giorni, in un’estate che possiamo continuare a vivere con le regole della mascherina, del distanziamento e del lavaggio delle mani.»
Federica Selis

 

 

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Nel pomeriggio 8 persone, tra cui una donna incinta e 3 bambine, delle quali una di circa un anno e due di circa 5 anni, sono sbarcate a Porto Pino. In mattinata, a Sant’Antioco, erano già arrivate altre 10 persone,
tutte di sesso maschile. In serata, intorno alle 22.00, un terzo arrivo di 6 giovani uomini, scortati sul loro barchino dalla Guardia di Finanza al porto di Sant’Antioco. Intorno alle 00.30 l’ultimo sbarco di altri 5 uomini, sempre scortati dai mezzi della Guardia di Finanza, tra cui il guardiacoste “Finanziere Garulli“.
Nell’arco della tarda serata si sono però contati altri tre sbarchi: 15 persone sono arrivate a Porto Pino, 10 a Teulada e 15 a Santa Margherita di Pula.
Federica Selis

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È stato lo choc da ustione ad uccidere, la sera di venerdì scorso, Valentino Dessì, l’uomo di Villaperuccio ritrovato carbonizzato a pochi metri dalla sua auto bruciata. È questo l’esito dell’autopsia, che è stata effettuata nella giornata di oggi al Policlinico di Monserrato, dal medico legale incaricato dalla magistratura. Si è trattato quindi di un incidente: a causare l’incendio, probabilmente, una scintilla partita dalla marmitta. Valentino Dessì è stato sopraffatto dal forte calore emanato dalle fiamme e, nonostante abbia tentato la fuga, non è riuscito a mettersi in salvo.
Trovano conferma le prime ipotesi degli inquirenti. Sui social, anche il cordoglio del sindaco di Villaperuccio, Antonello Pirosu.
Federica Selis

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Sembrava una normale operazione di spegnimento dell’incendio di sterpaglie in seguito ad un’autovettura in fiamme, quella che nella serata di ieri, alle 21.59, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Carbonia, nella località Porto Botte. La scena di fronte a cui si sono ritrovati gli uomini del comando di Carbonia, viceversa, era ben diversa. 

Ad andare a fuoco un’Opel Astra, risultata poi intestata ad una donna quarantacinquenne di Villaperuccio. A circa cinque metri di distanza dall’auto, in posizione supina, giaceva però il corpo completamente bruciato di un uomo, identificato poi come il marito cinquantacinquenne della donna, a cui era intestato il veicolo.

Pare che l’uomo avesse trascorso la serata in un chiosco della località balneare, in compagnia di alcuni amici e, intorno alle 20.35, si fosse allontanato da solo, a bordo dell’auto, e si fosse inoltrato nella strada sterrata che congiunge Porto Botte alle saline di Sant’Antioco.

Dopo circa tre chilometri, per cause ancora in corso d’accertamento, forse a causa di una manovra sbagliata, l’autovettura è andata in fiamme. Mentre abbandonava l’auto, nel tentativo di mettersi in salvo, il cinquantacinquenne è rimasto però vittima del fumo e dell’incendio.

Sul posto, per le prime indagini, sono accorsi i carabinieri delle stazioni di San Giovanni Suergiu, Narcao e Santadi, del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Carbonia e gli specialisti della prima e seconda sezione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari.

Dopo aver raccolto le prime testimonianze ed aver sentito numerose persone informate dei fatti, i militari, hanno effettuato gli opportuni rilievi tecnici e fotografici.

Presenti anche il medico legale ed il Pubblico ministero, che hanno disposto l’esame autoptico del cadavere.

L’autopsia verrà eseguita lunedì mattina, alle ore 9.30, presso la camera mortuaria della Clinica universitaria di Monserrato.

Federica Selis

E’ di un disoccupato di Villaperuccio, V.D., 55 anni, separato e senza figli, il cadavere semi-carbonizzato trovato questa mattina all’alba, nella località di Porto Botte, nel comune di Giba. Il ritrovamento è avvenuto dopo una segnalazione arrivata al 112. Sono ancora incerte le cause della morte. Sul posto è stata rinvenuta anche un’auto bruciata, una Opel Astra bianca, ma non è ancora noto se il cadavere vi si trovasse all’interno. Non si esclude alcuna ipotesi.
Sul luogo sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco della stazione di Carbonia.

+++ Notizia in aggiornamento +++

Federica Selis

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È arrivata questa mattina, intorno alle 9.00, e ha gettato l’ancora di fronte alla costa tra Su Portixeddu e Maladroxia. Era attesa, la meravigliosa nave scuola della Marina militare italiana, il bellissimo veliero “Amerigo Vespucci”.
Nonostante il forte vento di scirocco sono state tantissime le imbarcazioni che già nella mattinata si sono avventurate a pochi metri dallo scafo del grande veliero, per poterlo ammirare da vicino, così come è stato foltissimo il pubblico che l’imbarcazione è riuscita ad attirare da terra.
A differenza degli scorsi anni non sarà possibile far visita alla nave, a causa delle rigide regole imposte dal Covid. Prossima tappa, della imponente nave della Marina militare, il porto di Cagliari, dove l’arrivo è previsto il 3 agosto.
Nelle prossime ore, intanto, sarà ancora possibile godere dello spettacolo immenso del veliero di fronte alle coste di Sant’Antioco.
Federica Selis

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Monta la protesta per il nuovo parco eolico marino, al largo delle coste tra Portoscuso e Carloforte. I sindaci del territorio dicono no ed il diniego si alza alto e compatto. La proposta, avanzata dall’azienda Ichnusa Wind Power srl., vuole il posizionamento di 42 pale eoliche, alte 285 metri ciascuna, a 35 chilometri dalle coste sulcitane. Il costo totale dell’intera operazione si aggirerà intorno al miliardo e mezzo di euro, mentre il ricavo sarebbe intorno ai 150 milioni all’anno grazie agli incentivi per l’eolico offshore. L’intero parco sarà in grado di sviluppare una potenza di 504 megawatt: 12 megawatt per torre. La costruzione della struttura, che sulla carta dovrebbe produrre energia pulita, in realtà, dicono i sindaci in una corale unitaria, non produrrebbe alcuna ricaduta positiva sul territorio. Anzi, sarebbe un disastro in termini di impatto ambientale, imponendo nel contempo un mutamento non indifferente nello sfruttamento delle acque marine territoriali. La pesca in primis, quindi, ma anche il traffico marittimo verrebbero stravolti da questa nuova e rivoluzionaria proposta energetica.
«Di fronte ad un progetto simile non possiamo che essere assolutamente contrariafferma Ignazio Atzori, vicesindaco di Portoscuso -, perché finirebbe per distruggere quel poco che ancora ci resta nel territorio. Il mare è la risorsa che, per noi, significa futuro e senza questo futuro la situazione diventa veramente triste. Questo parco eolico non prevede per noi ricadute economiche e questo è ovviamente uno degli aspetti che hanno il loro impatto. Però, il problema di fondo è che c’è un grosso danno all’economia di tutto il territorio. Alla pesca, prima di tutto, ma anche al turismo, perché si va a sminuire il valore del nostro paesaggio e del nostro mare. Questo è un punto cruciale che non può essere ignorato, né dal territorio, che è il primo a subirne le conseguenze negative, né dalla Regione e dallo Stato italiano. Mentre invece è proprio lo Stato che sta finanziando, con soldi pubblici, un’opera che porta solo danni alla nostra economia e nessun reale beneficio. Questo è assolutamente inaccettabile.»
Salvatore Puggioni, sindaco di Carloforte, punta l’attenzione sul fatto che le istituzioni centrali non abbiano messo al corrente quelle periferiche: del progetto, i comuni dei territori interessati hanno saputo a cose già fatte.
«Le amministrazioni devono essere interessate in un progetto così epocale. È assurdo che veniamo a leggerlo dai giornali. Non c’è stato nessuno, da parte del Ministero o delle società che hanno gestito questa fase preliminare, che abbia interessato le amministrazioni. Parliamo di un cambio epocale, di un progetto che cambierebbe anche le nostre tradizioni, per i riflessi negativi che avrebbe anche sulla pesca del tonno. Per non parlare dell’impatto ambientale. Si tratta di una discussione che dovrebbe essere portata in un tavolo di concertazione. È stato un fulmine a ciel sereno ed è stato recepito negativamente dalla comunità, dall’amministrazione di Carloforte. Mi auguro sia fatta luce subito su questa cosa perché non siamo a conoscenza di nulla. È una cosa che si può sempre concertare.»
«Il problema dell’energia ce lo trasciniamo da decenniconclude il vicesindaco di Portoscuso -. Ma l’eolico offshore non può essere assolutamente la soluzione. Mentre invece in questo periodo di abbandono del carbone, la soluzione potrebbe essere un transitorio col gas. Le energie alternative hanno senso se, oltre a fornire l’energia, non aggravano i costi sull’energia stessa, sul territorio, sulla collettività. Quindi, ben venga uno sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili ma deve nascere nel territorio, con tutta una serie di infrastrutture che dovrebbero partire dalla realizzazione degli impianti fino alla installazione e manutenzione. In questo progetto noi ci vediamo calare tutto dall’alto e scippare le risorse che questo può comportare.»
Federica Selis

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Sono stati intercettati, intorno alle 21.00, dalla Guardia Costiera di Sant’Antioco, i due barchini con a bordo i 12 migranti approdati questa notte nel porto di Sant’Antioco. Tra loro, tutti di nazionalità algerina ed apparentemente in buona salute, c’erano due ragazzi adolescenti di 15 e 17 anni. Uomini e ragazzi, dopo i necessari controlli sanitari, sono stati portati con un pullman al centro d’accoglienza di Monastir.
Le condizioni meteomarine ottimali fanno prevedere altri arrivi nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Il timore è che possa arrivare un numero troppo elevato di persone e che questo possa creare difficoltà nella gestione dei transiti verso il centro migranti. Intanto, continua il controllo del gruppo navale della Guardia di Finanza, in coordinamento col ministero degli Esteri. Nel territorio di mare antistante le coste del Golfo di Palmas opera per il soccorso la Capitaneria di Porto di Sant’Antioco, coordinata dalla Capitaneria di Porto di Cagliari.
Federica Selis