22 December, 2024
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I portavoce del “Comitato riconversione RWM” Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa hanno partecipato alla Settimana Sociale dei Cattolici italiani, invitati dal vescovo di Iglesias, in quanto impegnati per la dignità del lavoro.

Giovedì il comitato organizzatore ha ascoltato per oltre un’ora Cinzia Guaita sulla questione della RWM e delle ipotesi di riconversione.

Papa Francesco nel messaggio inviato al convegno nel pomeriggio ha detto testualmente: «Non tutti i lavori sono “lavori degni”. Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori» ed il presidente della Settimana sociale Filippo Santoro, vescovo di Taranto, ha ripreso il discorso del Papa, facendo riferimento alla fabbrica di Iglesias.

«Il comitato organizzatore del convegno – dice Arnaldo Scarpa – ha fatto a Paolo Gentiloni 4 proposte a nome dell’assemblea ma in nessuna figura la questione delle armi o del modello di difesa. Con un gruppo variegato di delegati alla Settimana Sociale abbiamo allora pensato di scrivere una lettera aperta al presidente Paolo Gentiloni con una chiara condanna dell’operato del Governo e del Parlamento e con la richiesta di adoperarsi per l’interruzione della produzione e dell’invio di armi ai sauditi. Verrà firmata ancora all’interno della Settimana Sociale alla Fiera di Cagliari e poi verrà diffusa sui media.»

Di seguito il testo integrale.

SETTIMANA SOCIALE DI CAGLIARI 2017 – LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GENTILONI

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto visita sabato 28 ottobre 2017 alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Cagliari, dedicata al lavoro libero, creativo, solidale e partecipativo, prima di partire per un viaggio che lo condurrà, fino al primo novembre, in India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Il lavoro di progettazione, di produzione di vendita e anche di supporto logistico delle armi e in particolare delle bombe d’aereo prodotte in Sardegna, a pochi chilometri dalla sede del convegno e vendute proprio ai sauditi che il premier incontrerà nei prossimi giorni, non è un lavoro libero, anzi viene nascosto. Non è per niente creativo, lontano da chi ne intasca i profitti ed indifferente verso chi ne subisce gli effetti. E’ un lavoro che non può essere partecipativo ma può essere scaricato facilmente sui territori più poveri e ricattabili. Ed è un lavoro violento, di una violenza inaudita, ingiusta e distruttiva anche  delle relazioni civili.

Quanto di più distante da tutto ciò che si può definire solidale… quanto di più lontano dal dettato costituzionale dell’art. 11 e dagli impegni necessari per la salvaguardia della Repubblica e della democrazia.

Il Governo italiano e la maggioranza del Parlamento hanno espresso finora una imbarazzante indifferenza verso la banalità del male ma esiste una coscienza che resiste nella società e che chiede una riconversione integrale dell’economia. Voce che ha bisogno di sostegno per non cedere al ricatto di chi oppone bombe al lavoro e alla vita.

Come ci ha ricordato Papa Francesco, «ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori».

Il mercato disumano da lui denunciato produce la globalizzazione dell’indifferenza ponendo in collegamento il territorio del Sulcis Iglesiente, costretto a subire gli effetti di politiche industriali disastrose, con il Paese più povero del Golfo Persico dove la guerra colpisce la popolazione civile con bombardamenti che non si fermano neanche davanti agli ospedali.

A partire dal ripudio della guerra affermato nella Costituzione, come cittadini della Repubblica e partecipanti alla Settimana sociale, in linea con il metodo di accompagnare la denuncia alla proposta, in un percorso che comincia da Cagliari riteniamo doveroso adoperarci per chiedere l’applicazione integrale della legge 185/90, frutto della lotta dei lavoratori che, nel nostro Paese, si sono opposti alla produzione e vendita di armi alle Nazioni in guerra e che vieta il trasferimento e la vendita di armi ai paesi in guerra.

Crediamo che il massimo rappresentante del Governo italiano sia in grado di poter ricevere, oltre le istanze già presentate, una nostra esplicita richiesta pubblica di adoperarsi per fermare immediatamente l’invio di quegli ordigni, impiegati dai sauditi nella guerra in Yemen, definita dall’Onu la più grave emergenza umanitaria dal 46 ad oggi ed un’altrettanto immediata azione del Governo per la riconversione della fabbrica a produzioni civili, con piena salvaguardia dell’occupazione.

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Cagliari si prepara ad ospitare la Settimana sociale dei cattolici italiani. In autunno, dal 26 al 29 ottobre, la Fiera di viale Diaz diventerà il quartiere generale di oltre 1200 delegati provenienti da ogni regione per fare il focus sul tema.

«La Settimana sociale è un’opportunità importante di critica, di analisi, di comprensione e proposte per affrontare le problematiche legate al lavoro – ha detto il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda -. Ma sarà anche un’occasione per mettere in risalto la parte più pulita del Paese, capace, com’è, di esprimere, sebbene in maniera carsica, solidarietà, generosità, serietà ed onestà.»

«Ma la grande sfida di oggi – ha sottolineato il primo cittadino stamattina in Municipio durante l’incontro con il comitato organizzatore per la presentazione ufficiale dell’evento – è quella di permettere ai comuni virtuosi, che non hanno dilapidato risorse e che hanno i bilanci in ordine, di essere messi nelle condizioni di poter spendere i propri fondi per intaccare il disagio delle famiglie e dei giovani in particolare.»

«Il comune di Cagliari – ha concluso Massimo Zedda – ha il più basso tasso d’indebitamento in Italia, come istituzione locale. Il totale d’indebitamento di tutti gli enti locali del Paese è pari al 2,5% dell’indebitamento dello Stato. Di questo, il 2% è attribuibile al Comune di Roma, mentre lo 0,5% è ripartito tra tutto il sistema provincie e comuni, a fronte di una spesa del 6% sul totale nazionale. Il Comune di Cagliari ha in cassa 280milioni di euro, 192 come Città Metropolitana. Se fossimo messi nelle condizioni di spendere riusciremo ad alleviare le difficoltà che oggi vivono le famiglie.»

«La Settimana sociale di Cagliari, la numero 48, coinciderà con il 60° anniversario della precedente in Sardegna quando, dal 22 al 29 settembre 1957, furono affrontati gli aspetti umani delle trasformazioni agrarie», ha ricordato l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Allora, alla guida della diocesi cittadina c’era il vescovo Paolo Botto, sindaco Mario Palomba, mentre alla presidenza della Regione era Giuseppe Brotzu.

«La scelta di affrontare la tematica del lavoro è nata dal fatto che oggi più che mai, il lavoro è un punto fragile e nevralgico della società italiana», ha detto monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale del prossimo ottobre. «Quest’anno si è decisa come sede Cagliari perché è uno dei territori più significativi dove il tema del lavoro, della difesa dell’ambiente, dell’accoglienza, sono importanti. L’obiettivo è di offrire qualcosa che sia utile a tutto il Paese, alle istituzioni e alla società civile. Indicare un percorso positivo e propositivo anche a livello normativo».

All’incontro di oggi a Palazzo Baccaredda, c’era anche il vicesindaco e assessore Luisa Anna Marras. Hanno invece accompagnato l’arcivescovo, Mauro Magatti, segretario del Comitato organizzatore, e lo staff dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Cei.

Il presidente Francesco Pigliaru, con gli assessori Caria, Erriu, Mura e Spanu, ha ricevuto oggi a Villa Devoto l’arcivescovo Arrigo Miglio e mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, assieme al Comitato organizzatore della 48° Settimana Sociale dei Cattolici.
«Questa iniziativa arriva in un momento di straordinaria difficoltà e ci fa piacere poterne ragionare assieme – ha commentato il presidente Pigliaru -. Due sono i problemi cruciali che creano ancora molta ansia e difficoltà di gestione, nelle società occidentali: la globalizzazione e l’evoluzione tecnologica. In tutta Europa si sta riflettendo molto su come affrontare la sfida. Da parte nostra abbiamo fatto investimenti importanti come le politiche di Flexicurity, con sperimentazioni tra le migliori d’Italia». Menzionando una ripresa economica che tarda ad arrivare, Francesco Pigliaru ha poi detto che «dobbiamo essere creativi per individuare interventi di breve periodo e non rinunciare all’idea delle politiche attive».

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Martedì 7 marzo sarà presente a Cagliari monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della «48ª Settimana sociale dei cattolici italiani» che si terrà nel capoluogo dell’Isola dal 26 al 29 ottobre 2017. Sarà accompagnato dal dottor Sergio Gatti, vice presidente del medesimo Comitato, dal segretario il professor Mauro Magatti, e dallo staff dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale italiana, diretto da monsignor Fabiano Longoni.

Alle ore 11.00, la delegazione sarà accolta dalla dottoressa Giuliana Perrotta, prefetto di Cagliari. Seguirà l’incontro in municipio con il vicesindaco Luisa Anna Marras, al termine del quale, intorno alle 12.30, i membri del Comitato saranno a disposizione degli operatori dell’informazione. Alle 13.00, gli organizzatori della Settimana sociale saranno ricevuti, presso Villa Devoto, dal presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru.

Nel pomeriggio si terrà un colloquio con i responsabili della Camera di commercio. Infine, il sopralluogo presso la Fiera internazionale della Sardegna, che sarà la sede dei lavori della Settimana sociale.

La delegazione sarà accompagnata da monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, e da don Giulio Madeddu, responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

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Oltre 1.300 delegati provenienti da ogni regione d’Italia parteciperanno a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre prossimo, alla «48ª Settimana sociale dei cattolici italiani». Il capoluogo dell’Isola diventerà un osservatorio privilegiato della realtà economica, culturale, imprenditoriale e formativa dell’Italia. L’assise sarà composta da economisti, docenti universitari, sociologi, imprenditori, sindacati, oltre ai rappresentanti delle diocesi. È la seconda volta che questo evento nazionale si tiene in Sardegna, dopo il 1957, quando si discusse sui temi della riforma agraria, e a cui presero parte nomi importanti del sistema istituzionale italiano, tra i quali Antonio Segni, Benigno Zaccagnini, Emilio Colombo e il cardinale Giuseppe Siri.

Nei prossimi giorni è previsto un sopralluogo del presidente del Comitato organizzatore, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, e dei responsabili dell’ufficio della pastorale sociale della Conferenza episcopale italiana che incontreranno i rappresentanti delle istituzioni locali e faranno il punto sugli aspetti logistici e sulle iniziative culturali che accompagneranno la manifestazione.

Intanto sono state già prenotate mille camere presso gli alberghi della città e dell’hinterland che ospiteranno i convegnisti. L’evento si svolgerà presso il quartiere fieristico del capoluogo.

L’attenzione dei partecipanti sarà rivolta al tema «Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale», secondo la visione di papa Francesco. Si vuole definire, nel corso della «Settimana 2017», una proposta organica e progettuale: dal racconto dell’esperienza e del senso del lavoro, al rilancio di pratiche rivelatesi feconde e all’individuazione di proposte per la  creazione di lavoro nel Paese.

Anche la Chiesa sarda contribuisce alla realizzazione degli obiettivi propri della Settimana. A tal fine è stato individuato un itinerario di studio e discussione a livello regionale. Sono previsti sei laboratori seminariali su altrettanti temi nelle diverse zone della Sardegna: a Cagliari; a Oristano (per le diocesi di Oristano e Ales-Terralba); a Iglesias; a Nuoro (per le diocesi di Nuoro e Lanusei); a Sassari (per le diocesi di Sassari e Alghero); a Olbia  (per le diocesi di Tempio-Ampurias e Ozieri).