18 July, 2024
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La Giunta Pigliaru ha approvato il nuovo Statuto di Sardegna IT, la società in house della Regione che si occupa di fornire alle diverse strutture dell’amministrazione servizi strumentali nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Con le nuove disposizioni viene previsto l’ampliamento della compagine societaria con l’inclusione degli enti locali, delle aziende sanitarie della Sardegna (Azienda per la Tutela della Salute, Azienda ospedaliera “Brotzu”, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, Ospedaliero-Universitaria di Sassari, l’Azienda Regionale dell’Emergenza e Urgenza della Sardegna), gli enti, le agenzie, le aziende e gli istituti regionali.

In questo modo tutti i nuovi potenziali soci sarebbero in grado di affidare direttamente incarichi alla società, secondo il modello dell’in house providing, per lo svolgimento di servizi strumentali nel settore dell’ICT media.

Sono stati definiti inoltre i nuovi Patti parasociali per disciplinare le modalità con le quali i soci esercitano il controllo analogo congiunto.

L’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu sottolinea che la Giunta «attraverso l’ampliamento della compagine societaria, offre la concreta possibilità agli enti locali e a una pluralità di soggetti pubblici di beneficiare di servizi altamente qualificati in grado di migliorare notevolmente l’attività amministrativa con concreti vantaggi per i cittadini. Si tratta di un’ulteriore conferma delle capacità tecniche e operative di Sardegna IT che svolge un ruolo fondamentale nel quadro del Sistema Regione».

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Si è riunito a Roma, a Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della Funzione Pubblica, il tavolo tecnico interministeriale con gli assessori degli Affari generali Filippo Spanu e dell’Agricoltura Pier Luigi Caria e i rappresentanti della stessa Funzione pubblica e del ministero dell’Economia e Finanze. Erano presenti i direttori generali dell’assessorato dell’agricoltura Sebastiano Piredda e dell’Agenzia Laore Sardegna Maria Ibba. Al centro del confronto le proposte della Regione per l’attuazione della legge 3 del 2009 riguardante i dipendenti dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras). Durante l’incontro sono stati esaminati i documenti e le tabelle inviate nei mesi scorsi dalla Regione.

«È stato un confronto positivo. Abbiamo avuto conferma – spiegano gli assessori – della disponibilità dei Ministeri a trovare le soluzioni più adeguate per dare attuazione alle legge 3. Alla Giunta è stato richiesto un ulteriore approfondimento legato alla norma integrativa che aggiornerà il testo approvato dal Consiglio regionale nel 2009 e che sarà necessario portare di nuovo all’attenzione dell’Assemblea. Entro la prossima settimana consegneremo al Governo un nuovo documento elaborato sulla base delle risultanze scaturite dalla riunione di oggi.»

«Nel tavolo – aggiungono Filippo Spanu e Pier Luigi Caria – si è preso atto positivamente del provvedimento di commissariamento del Tribunale di Cagliari che, con la nomina dei due nuovi liquidatori, ha consentito all’Aras di riprendere il corso normale delle sue attività.»

Gli assessori, infine, ricordano che «per la procedura di attuazione della legge 3 occorre rispettare i tempi necessari ai fini del completamento delle consultazioni e della definizione dei provvedimenti normativi e amministrativi. La Regione – hanno voluto rimarcare gli assessori – ritiene che questa nuova fase iniziata con l’arrivo dei liquidatori consentirà di attenuare il clima di preoccupazione tra i dipendenti, grazie al pagamento di stipendi e rimborsi spese arretrati, e di riavviare al più presto la regolare gestione delle attività dell’Aras verso il mondo della campagne».

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È stato pubblicato oggi sul sito della Regione l’avviso che estende il finanziamento regionale per la realizzazione di reti per la videosorveglianza a tutti i Comuni della Sardegna. L’obiettivo è quello di avere sistemi tecnologici di monitoraggio e controllo per assicurare nei contesti urbani condizioni ambientali di sicurezza e favorire la prevenzione e il contrasto di attentati e atti intimidatori ai danni degli amministratori locali. È la seconda fase di un intervento, con il quale la Regione risponde alle esigenze più volte manifestate dai sindaci e che ha già prodotto, con il primo intervento, concreti risultati in tutto il territorio regionale.

«267 comuni – dice l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu – sono coinvolti in questa nuova fase del progetto della rete per la videosorveglianza che nasce con l’intento di innalzare i livelli di sicurezza nelle comunità. Le modalità del bando, basato su una procedura “a sportello” rendono spedito l’iter per l’acquisizione delle risorse e per l’avvio delle opere. Puntiamo su un sistema molto avanzato sul piano tecnologico in un quadro di coordinamento con le centrali delle forze di polizia. È un intervento promosso dalla Giunta in stretto raccordo con l’Anci e con gli amministratori locali che avvertono la necessità di avere una efficiente rete di controllo e di monitoraggio del territorio allo scopo di prevenire episodi che violano i principi su cui si basa la civile convivenza. La Sardegna, in questo campo, fa da battistrada rispetto alle altre regioni italiane in termini di copertura del territorio con le nuove reti.»

«Si tratta di un percorso articolato ma condiviso dalla Regione e dagli enti locali, di cui la videosorveglianza è un importantissimo tassello che consente di aumentare la sicurezza nei territori e la percezione che i cittadini sardi hanno di essa – sottolinea l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu -. Ricevere dalle forze di polizia gli indirizzi operativi per il miglior utilizzo delle risorse e delle apparecchiature tecnologiche da mettere in rete è uno dei passaggi fondamentali di questo progetto.»

Possono fare richiesta di contributo i Comuni singoli, le Unioni di Comuni e le aggregazioni tra almeno tre Comuni. Il finanziamento complessivo ammonta a 16 milioni 930mila euro, di cui un milione 225mila quale integrazione ai Comuni che hanno partecipato al precedente bando in forma associata. La dotazione finanziaria è sufficiente a coprire la totalità delle potenziali domande di contributo. Si va dai 35mila euro per i Comuni sino ai 1.000 abitanti ai 200mila euro per i centri oltre i 20mila abitanti. In caso di partecipazione nella forma aggregata, è necessario indicare il comune capofila che assumerà il ruolo di unico interlocutore nei confronti dell’amministrazione regionale e di soggetto direttamente responsabile delle attività di realizzazione, gestione, rendicontazione e monitoraggio dell’intervento proposto.

La domanda di finanziamento deve essere redatta, esclusivamente on line. La richiesta di contributo si può trovare al seguente indirizzo: http://www.regione.sardegna.it/retisicurezza-fase2/ .

Allo stesso indirizzo è reperibile tutta la documentazione relativa al procedimento. Da oggi, giorno di pubblicazione dell’avviso, i comuni possono presentare le domande esclusivamente online. Le domande, da inoltrare entro il prossimo 16 novembre, verranno poi esaminate da una commissione composta da tecnici dell’assessorato degli Affari Generali.

Trattandosi di fondi POR FESR 2014-2020, la tempistica di realizzazione degli interventi da parte dei soggetti beneficiari segue i vincoli assunti dalla Regione Sardegna nei confronti dell’Unione europea. I progetti dovranno essere conclusi e rendicontanti entro il termine perentorio del 31 luglio 2020.

Gli enti locali beneficiari dell’intervento dovranno avviare le attività di realizzazione della rete di sicurezza locale entro 30 giorni dalla data di ricevimento del contributo procedendo con l’avvio delle fasi progettuali dell’intervento. Tutto il progetto viene seguito dalla direzione generale dell’assessorato degli Affari Generali.

La Regione Sardegna, presso il proprio Data Center di Cagliari, ha realizzato un nodo centralizzato di controllo, supervisione e monitoraggio delle reti sicurezza locali, che utilizzerà la Rete Telematica Regionale – RTR come piattaforma di comunicazione. Attraverso il nodo centralizzato le forze di polizia possono avere accesso ai sistemi di videosorveglianza dei singoli Comuni.

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Una novità importante sulla complicata vertenza dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) è giunta ieri sera dal Tribunale di Cagliari che, nella persona del presidente Mauro Grandesso Silvestri, ha nominato due nuovi liquidatori: i dottori commercialisti, esperti in gestione di procedure di crisi d’impresa e risanamento aziendale, Giovanni Nicola Dettori e Alberto Picciau. Primo impegno sul tavolo: presentare agli uffici dell’Agenzia regionale Laore Sardegna la rendicontazione delle prestazioni svolte dai tecnici ARAS nelle aziende zootecniche, così da poter ricevere i trasferimenti finanziari, già disponibili nelle casse di Laore, e procedere al pagamento degli stipendi e dei rimborsi spesa degli ultimi 4 mesi. Secondo appuntamento in agenda, e di più ampio respiro riguarda il supporto documentale che dovrà essere garantito alla Regione per agevolare le trattative con il ministero dell’Economia e delle Finanze nell’iter di applicazione della legge 3 del 2009. Il terzo passaggio interviene invece sulla riorganizzazione delle attività di ARAS, compresa la richiamata al lavoro dei dipendenti precari, per garantire le prestazioni a tutti gli allevatori, nel rispetto della convenzione con Laore, e l’espletamento degli impegni riguardanti la misura 14 del Programma di sviluppo rurale, dedicata al Benessere degli animali.

La decisione del Tribunale di Cagliari azzera di fatto il vecchio Collegio dei liquidatori, in carica negli ultimi 7 mesi, e composto da Enrico Leccisi, Vito Tizzano e Raffaele Marcello.

Questa mattina alle 9.00, Dettori e Picciau si sono presentati nelle sede ARAS di Cagliari in via Cavalcanti. «Oggi si inizia a lavorare – hanno detto i liquidatori -, dobbiamo far ripartire la macchina da subito».

«Apprendiamo con particolare favore la decisione tempestiva assunta dal Tribunale che ha individuato due tecnici di alto profilo. Auguro ai nuovi liquidatori un buon lavoro – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria – perché ad attenderli ci sono tanti impegni che devono innanzitutto ricreare un clima più sereno fra i lavoratori da un lato e il mondo delle campagne che attende le prestazioni dall’altro.»

L’assessore dell’Agricoltura ha poi ricordato che già da venerdì mattina, con l’assessore del Personale Filippo Spanu, riprenderanno al Ministero della Funzione pubblica i lavori del tavolo tecnico dove si sta discutendo sul futuro dei quasi 300 dipendenti di ARAS.

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Si è riunito oggi, nel palazzo della Regione, a Cagliari, il Tavolo partenariale finalizzato al reimpiego dei lavoratori del bacino ex Ati Ifras.

All’incontro hanno preso parte l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, coordinatore del Tavolo, insieme ai sindaci e agli amministratori dei Comuni coinvolti, ai responsabili degli enti e delle strutture regionali con specifiche competenze e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

Si è discusso in particolare dell’integrazione al reddito nel periodo in cui i lavoratori hanno percepito la Naspi, che subisce varie decurtazioni nel corso dei mesi, e del superamento attraverso la stipula di un accordo di prossimità della norma introdotta con il cosiddetto decreto “Dignità” che prevede una durata massima di 24 mesi per i contratti a tempo determinato.  

«Si rende necessario – ha dichiarato l’assessore Filippo Spanu – trovare una soluzione a questioni specifiche già affrontate in sede tecnica. Il tavolo partenariale sui temi dell’integrazione al reddito e dell’accordo di prossimità è chiamato a dare una risposta definitiva che arriverà nel giro di poche settimane. La sintesi finale sarà oggetto di una delibera della Giunta. Intanto si va delineando, anche grazie al bando del Consorzio del Parco Geominerario per 121 persone, il quadro delle assunzioni a tempo determinato. Il percorso è stato lungo e complesso ma vogliamo dare risposte, entro breve tempo, a tutti i lavoratori.»

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«La Sardegna nel quadro dell’Unione europea deve essere sempre di più un avamposto per le politiche di cooperazione e i progetti di partenariato con i paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Dobbiamo continuare a creare reti e l’esperienza molto positiva del programma euromediterraneo ENI CBC Med 2014-2020, di cui l’isola è Autorità di Gestione, dimostra che ci sono utili spazi d’azione per instaurare rapporti proficui in particolare con i territori a noi più vicini.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, nel suo intervento alla tavola rotonda organizzata dall’associazione Openmed e inserita nella quinta edizione del festival “Smart cityness” in programma all’Exmà di Cagliari.

Filippo Spanu ha aggiunto che «è necessario avere un atteggiamento aperto nella costruzione delle relazioni da cui possono scaturire benefici per tutti. La chiusura è contraria alla nostra storia e in stridente contrasto con la nostra posizione geografica».

Filippo Spanu ha poi ricordato i progetti già avviati dalla Regione in Africa, in particolare con la Tunisia ed il Senegal, e quello che sta per essere avviato in Uganda.

«Ma sono di vitale importanza – ha spiegato l’assessore degli Affari regionali – anche i rapporti con altre regioni europee con cui condividiamo la stato di insularità. Per questo la Giunta guidata da Francesco Pigliaru sta lavorando insieme a Corsica e Baleari con l’obiettivo di essere più forti nel confronto con i singoli governi e con l’Unione europea per il superamento degli svantaggi causati dalla condizione geografica

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«Una protesta assurda e sconcertante motivata dal fatto che su circa 40 mila studenti che frequentano le università di Cagliari e Sassari poco più di 30 giovani rifugiati ricevano pass accademici sulla base di norme ben precise applicate dal ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il progetto Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, attuato dagli atenei di Cagliari e Sassari, è stato promosso dal Consiglio d’Europa e sostenuto dal ministero dell’istruzione. La Regione Sardegna, senza comunque impegnare risorse finanziarie, ha dato il suo appoggio all’iniziativa che favorisce il processo di integrazione e consente ai richiedenti asilo di acquisire competenze specialistiche da sfruttare poi nei paesi d’origine. I rifugiati che hanno i requisiti per iscriversi all’Università di Cagliari sono 12. A Sassari verranno a breve consegnati pass accademici a 20 ragazzi. Numeri esigui in proporzione al totale degli iscritti nei due atenei: circa 26mila studenti a Cagliari, 12.500 a Sassari. È importante precisare che i rifugiati con i pass accademici rientrano nella quota che il ministero riconosce agli stranieri senza sottrarre posti o arrecare danno agli studenti sardi.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu rispondendo alle dichiarazioni degli esponenti politici che hanno dato vita a una manifestazione di protesta davanti al palazzo del Consiglio regionale.

L’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena ricorda  che «la Giunta guidata da Francesco Pigliaru ha notevolmente fatto crescere in questi anni gli investimenti sul fronte dell’istruzione e del diritto allo studio con concreti vantaggi per gli studenti sardi. Con l’aumento delle risorse regionali da 3 a 13 milioni di euro, le borse di studio e le azioni a sostegno di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi per il 2018-2019 diventano infatti più ricche e si amplia la platea dei beneficiari. Alle risorse regionali – chiarisce Giuseppe Dessena – si aggiungono quelle statali, europee e la tassa per il diritto allo studio universitario, incassato nel corso del 2018 direttamente dall’Ersu, arrivando alla cifra di circa 40 milioni. Nel 2018 9 mila studenti idonei potranno beneficiare della borsa di studio che sarà più ricca di prima. Il contributo economico massimo consentito è di 5.100 euro per i fuori sede. Il 25% degli iscritti alle nostre università ha la certezza di ricevere i contributi».

«Le università sarde – spiegano gli assessori Filippo Spanu e Giuseppe Dessena – sono aperte da molto tempo, ci sono centinaia e centinaia di studenti che vengono da tutto il mondo e che alimentano il confronto e il dialogo interculturale con i nostri giovani che a loro volta affrontano esperienze di studio all’estero. La Regione sta investendo la giusta quantità di risorse in questa direzione. Dobbiamo favorire gli scambi perché questa è la politica che farà crescere la Sardegna, il resto è rappresentato da polemiche localistiche che non servono ai sardi e alla crescita dell’isola.»

 

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«Il prossimo 28 settembre il dipartimento della Funzione Pubblica ha convocato a Roma un incontro sulla situazione dei lavoratori dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) a cui interverranno i rappresentanti di tutti i ministeri e dipartimenti coinvolti: Funzione Pubblica, Affari regionali, Economia, Politiche agricole.»

Lo ha annunciato l’assessore del Personale Filippo Spanu che stamattina ha ricevuto la lettera di convocazione direttamente dagli uffici della Funzione Pubblica. 

L’assessore del Personale Filippo Spanu e l’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, in vista della riunione in programma venerdì prossimo nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni, esprimono soddisfazione «per il riavvio del confronto che riguarda la proposta formulata dalla Giunta per l’inserimento dei lavoratori all’interno dell’Agenzia Laore».

«Abbiamo contatti continui con i ministeri coinvolti e questa convocazione lo dimostra. Stiamo lavorando – aggiungono gli assessori Filippo Spanu e Pier Luigi Caria – per dare risposte concrete ai lavoratori che continuano a manifestare il loro disagio anche per il mancato pagamento di stipendi e rimborsi spese da parte del collegio dei liquidatori in carica da alcuni mesi. Con tutti i ministeri coinvolti approfondiremo tutte le questioni più delicate con l’obiettivo  di trovare rapidamente gli strumenti adeguati per risolvere una vicenda che si trascina da troppo tempo.»

 

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«Ci sono ancora ostacoli da superare e pregiudizi da sconfiggere per la piena partecipazione delle donne nella sfera pubblica e in tutti i livelli istituzionali. Negli ultimi anni sono stati conseguiti significativi risultati ma resta da percorrere ancora molta strada. Le azioni preventive e di sensibilizzazione della Commissione regionale per le Pari Opportunità sono fondamentali in particolare quelle nell’ambito scolastico e nel contesto familiare.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, in apertura della Conferenza nazionale delle presidenti delle Commissioni regionali Pari Opportunità che si è svolta a Cagliari, a Palazzo Regio.

«Nell’ambito del sistema Regione – ha aggiunto Filippo Spanu – la presenza femminile è forte e qualificata e rappresenta un’energia positiva per l’intera amministrazione. Ma occorre vigilare affinché i diritti delle lavoratrici siano sempre rispettati.»

L’assessore ha inoltre sottolineato che «la legge per l’inserimento del principio della parità tra uomini e donne nella legge elettorale statutaria, approvata nel novembre del 2017, è uno dei momenti più alti di questa legislatura frutto di una battaglia di civiltà che ha accomunato tutte le consigliere che fanno parte dell’assemblea».

All’incontro hanno preso la parola anche la presidente della Conferenza regionale Pari Opportunità Roberta Mori e la presidente della Commissione regionale Gabriella Murgia.

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«Abbiamo condiviso la preoccupazione espressa oggi in sede di Conferenza delle Regioni da tutti i territori in relazione alle mancata attivazione dei servizi di connettività a banda ultra larga nei comuni che ricadono nelle aree più svantaggiate. È necessario completare il programma per lo sviluppo delle nuove reti e fare in modo che  cittadini e imprese possano beneficiare dei benefici legati a queste infrastrutture. La Conferenza delle Regioni, anche accogliendo una specifica istanza formulata dalla Regione Sardegna, avrà un confronto più serrato con il Governo per colmare i ritardi sinora accumulati e assicurare, nell’immediato, l’accensione della fibra ottica nei centri in cui le opere sono state sottoposte a collaudo. Su quest’ultimo punto è fondamentale l’attivo coinvolgimento degli operatori, in particolare Telecom che ha gli strumenti più diffusi e ha manifestato interesse ad operare senza però dare seguito a questa volontà. Nell’isola sono circa cento le reti già realizzate con risorse regionali nelle aree cosiddette a fallimento di mercato per le quali sussistono le condizioni necessarie per la piena operatività.»

Lo ha detto oggi, a Roma, l’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, nel suo intervento alla riunione delle Conferenza delle Regioni che ha esaminato ed approvato il documento sullo stato di attuazione del Piano nazionale Banda Ultra Larga.

L’assessore, nel riportare i notevoli progressi della Sardegna, in taluni casi superiori alla media nazionale, ha rilevato come «i ritardi accumulati, certamente non addebitabili alla Regione, siano fortemente penalizzanti per la collettività sarda che nutre grandi aspettative per l’avvio dei nuovi servizi di connettività».

Filippo Spanu ha annunciato che «la Giunta rilancerà a brevissimo tutte le iniziative istituzionali e nei confronti degli operatori, a partire appunto da Telecom, per accendere al più presto la fibra ottica nei comuni in cui le opere sono state concluse e collaudate e per valorizzare l’importante lavoro sulle infrastrutture che è stato intrapreso».