22 November, 2024
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Una delegazione dei dipendenti delle Camere di Commercio della Sardegna è stata ricevuta questo pomeriggio dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu e dal Capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, che hanno ascoltato le preoccupazioni dei lavoratori in vista del decreto nazionale di redistribuzione degli enti camerali.
Nell’ambito di una razionalizzazione complessiva del sistema statale, in cui rientrano anche le Camere di Commercio, la Regione valuterà le azioni possibili affinché l’iniziativa del governo nazionale non abbia l’effetto di ridurre la quantità e la qualità dei servizi essenziali erogati.
Un passo fondamentale, relativamente ai servizi essenziali, consisterà nell’ agganciare il processo della legge Delrio a quello della Riforma degli Enti locali, che contiene articoli che contrastano l’accentramento e favoriscono la diffusione dei servizi nei territori.
Per quanto riguarda invece i servizi non essenziali come la promozione territoriale e l’internazionalizzazione, si valuterà in che modo il nuovo sistema potrà evolversi in una prospettiva di intensificazione dei rapporti fra Regione e Camere di Commercio.

Cristiano Erriu 07

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I casi della Saremar e delle industrie alberghiere sono stati al centro dell’incontro dell’incontro svoltosi oggi a Bruxelles tra una delegazione della Regione e i rappresentati degli uffici comunitari incaricati di seguire il recupero degli aiuti di Stato dichiarati illegittimi. La delegazione sarda era guidata dall’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, e dal Capo di Gabinetto del presidente Pigliaru, Filippo Spanu. Quella comunitaria era formata dal direttore Karl Soukup e dal capo unità Wolfgang Mederer, oltre che dai funzionari competenti.
Nel corso dell’incontro, sono state esaminate tutte le procedure che attualmente interessano la Regione, con una attenzione particolare ai casi che riguardano Saremar e le industrie alberghiere. I rappresentati della Commissione hanno espresso apprezzamento per l’operato dell’amministrazione regionale, sottolineando positivamente gli sforzi fatti nel corso di questi ultimi mesi riguardo alla vicenda degli aiuti agli alberghi sardi oggetto di infrazione e quella relativa alla compagnia marittima regionale. E’ stato valutato positivamente anche il bando che porterà ad un nuovo affidamento delle rotte verso le isole minori entro il prossimo mese di marzo.
Traghetto.

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Search engine friendly contentLa Finanziaria 2016 vuole sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa dell’economia sarda ma se non si risana il debito della Sanità non si riuscirà mai e in alcun modo a fare sviluppo. Perciò la manovra da 7 miliardi e 400 milioni che l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, insieme al capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu, ha presentato nel pomeriggio ad associazioni sindacali, di categoria e alle imprese, ha due obiettivi: sostenere la ripresa, che c’è e va aiutata con politiche espansive, e risanare il buco nelle casse della Sanità alla quale quest’anno sono destinati 350 milioni in più. «Non si può continuare a far finta di niente, quel debito va risanato e solo dopo si potrà ripartire davvero – ha detto il vicepresidente della Regione -. È una scommessa di tutta la Giunta e dobbiamo vincerla, perché se non siamo in grado di rimettere a posto la Sanità qualunque discorso sullo sviluppo è inutile».
La Finanziaria 2016, approvata dalla Giunta a dicembre, consentirà di spendere 7 miliardi e 400 milioni di euro: è la prima in pareggio di bilancio e sarà ora discussa in Consiglio regionale. Nonostante la necessità di una decisa spending review, gli investimenti nelle politiche di crescita della Regione restano importanti e procedono sul doppio binario dei fondi del Bilancio e della Programmazione Unitaria. Per l’Istruzione nel 2016 sono disponibili 252 milioni; 212 per il Lavoro; 512 per la Competitività del sistema produttivo; 398 per la Protezione dell’Ambiente; 512 per Infrastrutture e Agenda Digitale; 538 per la Mobilità.
«È una manovra espansiva con la quale vogliamo sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa che stanno arrivando dalla nostra economia e che pensiamo si possano rafforzare quest’anno, con un incremento stimato dell’1% del Pil – ha ribadito l’assessore Paci -. Ma lo ripeto, prima va risanata la Sanità, perché la Giunta precedente non ha lasciato i conti in ordine e bisogna intervenire urgentemente. La Sanità sarda spende circa 400 milioni in più rispetto al fabbisogno annuo stimato dal Cipe: ogni euro in più rispetto a quel fabbisogno standard lo sottraiamo agli altri settori». Perciò il Piano di rientro della Sanità che riporterà in equilibrio i conti nell’arco di un triennio sarà accompagnato da un aumento temporaneo dell’Irap per le imprese, che resta a zero per le nuove, e dell’Irpef ma solo per le fasce più abbienti. «Avevamo l’aliquota all’1,23% uguale per tutti, ora introduciamo le fasce progressive che sono alla base di qualunque principio di equità sociale, universalmente riconosciuto. Paga di più chi più guadagna: proteggiamo invece le fasce più deboli, infatti circa il 70% dei sardi pagherà meno. La flat rate è la negazione dell’equità sociale: io rivendico l’azione riformista della Giunta che inserisce la base universale di equità sociale ovvero la progressività delle aliquote, che però vengono ridotte a 0,90% per i redditi fino a 15mila euro, e anche nella fascia successiva fino a 30mila euro c’è una riduzione».
Anche questa Finanziaria, come quella dello scorso anno, si basa sulla programmazione unitaria dei fondi europei, nazionali e regionali. Ottima la performance del mutuo infrastrutture, che ha speso 60 milioni nell’anno iniziale e nel 2016 ne spenderà altri 126, e decisiva la chiusura della Vertenza entrate che assicura certezza di risorse con un gettito di 150 milioni all’anno e il pagamento di altri 600 milioni di arretrati in 4 anni dopo i primi 300 già pagati nel 2015. Infine,gli accantonamenti: «Anche la Sardegna deve partecipare al risanamento del debito pubblico nazionale – ha concluso l’assessore Paci – ma le cifre vanno riviste, e su questo abbiamo aperto un confronto con il governo».Il capo di Gabinetto della Presidenza Spanu ha insistito sulla necessità di sostenere fortemente la stagione delle riforme. «Riforma degli Enti locali, della Sanità e della Regione sono le tre partite su cui la Giunta punta moltissimo. Da parte dell’Esecutivo c’è una fortissima volontà di chiuderle in tempi brevi, ma le riforme vanno sostenute e portate avanti con la collaborazione di tutte le parti della società».

 

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Si è svolta ieri pomeriggio nella sala Giunta di Viale Trento a Cagliari, la riunione convocata dalla Regione, rappresentata dal Capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu, indirizzata alle imprese alberghiere coinvolte nella vicenda della restituzione degli aiuti di Stato percepiti con la legge 9/98.
Ai presenti è stata ribadita la possibilità di procedere alla firma dell’accordo transattivo predisposto dalla Regione e autorizzato dall’Unione Europea finalizzato ad alleggerire quanto più possibile il carico nella restituzione, comunque obbligatoria, delle somme dovute alla UE.
La sottoscrizione dell’accordo consente la rateizzazione del debito in modalità aventi comunque come termine ultimo il 31 ottobre 2016, e lo sgravio di alcuni oneri relativi alla usuale procedura di recupero tramite Equitalia.
Per fruire di tali opportunità e per considerare l’obbligo di recupero definitivamente adempiuto, la Regione ha evidenziato che la Commissione europea richiede che venga garantito l’annullamento dei contenziosi a tutt’oggi pendenti e futuri relativi specificamente all’ingiunzione di pagamento.
L’atto transattivo della Regione, invece, ammette la possibilità per le imprese di far valere i propri diritti con azioni ulteriori. Lo stesso, infatti, specifica che «è fatta salva l’esperibilità di eventuali ulteriori azioni a tutela delle posizioni dell’impresa».
La Regione, pur condividendo le preoccupazioni degli albergatori e rinnovando l’impegno a sostenere le imprese coinvolte nei limiti del possibile, ha ricordato che i termini indicati dall’Unione Europea sono imprescindibili, e allo scadere degli stessi si dovrà dar corso alle procedure esecutive. La Regione infine, riconoscendo il lavoro effettuato da Federalberghi, ma viste le assenze alla riunione odierna, rinnova l’invito a definire le questioni in sospeso nelle prossime ore.

 

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, questa mattina hanno incontrato il Coordinamento delle comunità operanti in Sardegna per il recupero dei tossicodipendenti e per minori in difficoltà (CCS).

«Abbiamo piena consapevolezza dell’importanza, delle difficoltà ma anche dell’efficacia del lavoro che svolgete – ha detto il presidente della Regione Pigliaru -, e abbiamo anche la percezione che sia l’intervento giusto per il recupero delle persone. Le vostre sono esperienze di alto livello che riteniamo di dover consolidare e rinforzare.»

Dopo il saluto del Presidente, i responsabili delle associazioni presenti al Tavolo hanno presentato le loro riflessioni ed esperienze chiedendo alla Regione risposte in particolare sul budget regionale vincolato e su maggiori certezze relative al contratto.

La creazione di una Rete a livello centrale che permetta di condividere esperienze, saperi e memoria è stata riaffermata dall’assessore della Sanità Luigi Arru. «In questi anni si è sentita la mancanza dell’integrazione socio-sanitaria. Noi stiamo cercando di dare un segnale forte. Vogliamo creare maggiore integrazione tra pubblico e privato. Esiste un mare magnum di risorse e potenzialità che hanno bisogno di essere coordinate. Non serve una delibera o un decreto per trasformare la realtà ma modalità innovative, gestite in rete – ha concluso l’assessore della Sanità -, che riescano a creare nuove opportunità».

Nel corso dell’incontro si è discusso inoltre dell’aggiornamento di regole relative alle figure professionali impegnate nei centri e delle modalità di reinserimento. Filippo Spanu ha sottolineato l’impegno della Regione per dare adeguato spazio alla rete territoriale delle comunità terapeutiche, facendo valere l’idea che la valorizzazione della persona non deve necessariamente passare attraverso le strutture ospedaliere. In sintesi, è stata riaffermata la necessità di trovare soluzioni più flessibili per usare le risorse, ragionare in termini di regia regionale e applicare modalità di accreditamento più attente e severe, così come garanzie specifiche di standard che devono essere certificabili.

Con l’obiettivo di dare le prime risposte entro un mese relativamente a contratti e budget, al termine dell’incontro si è condivisa la volontà di analizzare una proposta delle Comunità sulla risoluzione delle criticità più immediate.

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Filippo Spanu.

Il Capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu.

Sino stati compiuti passi avanti nella vertenza nella vertenza riguardante il riconoscimento di indennizzi anche alle marinerie dell’Oristanese. che svolgono la loro attività nei tratti di mare antistanti il poligono militare di Capo Frasca.
Nei giorni scorsi, il sottosegretario della Difesa Domenico Rossi ha risposto alla lettera con cui il presidente Francesco Pigliaru chiedeva il riconoscimento degli indennizzi inerenti le ordinanze di sgombero a mare lungo la costa di Capo Frasca. Alla missiva del presidente della Regione, che presentava richieste molto chiare, finalizzate a ottenere risultati fin dal breve periodo, in termini di riduzione del peso delle servitù e dei relativi vincoli, il rappresentante del Governo ha risposto con la disponibilità a proseguire l’attività di concertazione già proficuamente attivata (con risultati concreti, quale l’ottenimento della sospensione delle esercitazioni dal 1° giugno al 30 settembre) con l’analisi dettagliata delle problematiche poste dal Presidente della Regione, allo scopo di definire una linea d’azione condivisa per un’adeguata soluzione.
L’importante notizia dell’apertura del tavolo di confronto con la Difesa è stata comunicata ieri dal Capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu ai sindaci dell’Oristanese, ad alcuni rappresentanti istituzionali, alle associazioni di categoria e ad una delegazione di pescatori nel corso di un incontro tenutosi ad Oristano. Al termine si è concordato che, nel più breve tempo possibile, i rappresentanti del territorio e gli operatori della pesca presenteranno un documento condiviso che, a partire dalla puntuale descrizione delle limitazioni subite dalle diverse marinerie, porti a sintesi la proposta di indennizzi, e di misure che già nel breve termine possano consentire una riduzione dei gravami e permettere ai pescatori di svolgere la propria attività in condizioni di certezza dei diritti e sicurezza.
La definizione degli indennizzi da richiedere è un passaggio fondamentale, considerato che già nella sua lettera al Governo il presidente Pigliaru ha specificato che le risorse finanziarie da destinare agli operatori di Capo Frasca in nessuna misura possano ridurre gli indennizzi ricevuti dalle altre marinerie. I rappresentanti del territorio hanno manifestato la piena disponibilità a fornire l’elenco delle richieste dettagliate da porre al Ministero e a misurare l’effettivo peso delle servitù in ogni marineria.

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Palazzo della Regione 1
Regione, Prefetture della Sardegna, magistratura, forze di polizia e rappresentanti dei Comuni si sono confrontati questa mattina a Cagliari in occasione della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza. All’ordine del giorno cinque punti, tra cui le iniziative di prevenzione e contrasto ai fenomeni di infiltrazione mafiosa e di corruzione nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche. Una problematica che riguarda tutti gli appalti, in particolare quelli della costruzione di strade e della gestione dei rifiuti.

L’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha sottolineato la necessità di incrociare i dati sulle imprese che partecipano alle gare. «La Regione gestisce direttamente pochissimi appalti; la gran parte viene delegata ai Comuni o a Enti di Stato come l’Anas. Per questo la nostra attenzione è grande – ha detto Maninchedda – ma non è sufficiente: necessitiamo di banche dati che incrocino i dati delle imprese partecipanti alle gare con quelli dell’ANAC – Autorità nazionale anticorruzione, delle Prefetture e con quelli delle Procure per i rinviati a giudizio. Vi è poi un problema serio con le procedure d’urgenza richieste dalle situazioni di rischio idrogeologico. Abbiamo avviato un confronto con il Governo per ottenere procedure rapide e proporzionate all’urgenza delle situazioni che stiamo vivendo, sulla falsariga di quanto è accaduto per Expo e Giubileo. Ovviamente potremmo farlo solo con l’indispensabile collaborazione dell’ANAC e della Guardia di Finanza, come sta accadendo per il Giubileo».

«Abbiamo sottoscritto un protocollo di vigilanza collaborativa con l’ANAC – ha aggiunto l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu – per garantire un efficace controllo sulla conformità degli atti di gara alle normative di settore e all’individuazione di clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale, nonché al monitoraggio dello svolgimento delle procedure di gara e dell’esecuzione degli appalti. Stiamo inoltre istituendo una direzione generale destinata a gestire la Centrale unica di committenza. Il nuovo sistema operativo per gli acquisti telematici che verrà utilizzato, con l’immissione dei dati sulle imprese, entrerà in funzione il prossimo 4 novembre.»

La Conferenza ha trattato anche altri argomenti, per esempio quello sull’arrivo di migranti nell’Isola. Il capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, ha annunciato che «la Regione sta attivando un gruppo di lavoro specifico, coordinato dall’esperta Angela Quaquero, per gestire al meglio le procedure di sbarco e l’accoglienza, con una particolare attenzione alle primissime fasi. Occorrono, tuttavia, una maggiore programmazione e strumenti più efficaci d’intervento. Siamo dell’avviso che un solo, grande Hub non possa bastare a gestire centinaia di persone che vanno sottoposte a riconoscimento e visite mediche adeguate, prima di essere smistate nei centri di seconda accoglienza. A tal proposito abbiamo individuato alcune strutture, una per provincia, che si prestano a tale utilizzo».

Sul tema del controllo coordinato del territorio, l’assessore Erriu ha ricordato che la Regione – con una delibera del novembre 2014 – ha individuato le risorse del Por 2007-2013 per i nuovi impianti di videosorveglianza nei centri abitati o nelle aree che necessitano di vigilanza ambientale. «A fronte delle 205 domande che abbiamo ricevuto – ha concluso Erriu – abbiamo messo a disposizione dei Comuni 6 milioni 900mila euro. Un elemento di premialità è la gestione integrata degli impianti, che prevede la presenza fisica di un operatore in ciascuna delle sale operative».

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Protezione civile al lavoro in sardegna

La macchina regionale è completamente operativa da ieri per il codice rosso diramato su tutta la Sardegna dalla Protezione civile per rischio idrogeologico e idraulico, sino a venerdì 2 ottobre, a causa della perturbazione in arrivo. Lo ha assicurato l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile, Donatella Spano, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio assieme al titolare della Sanità, Luigi Arru, al capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, che ha annunciato l’imminente rientro del presidente Pigliaru da Parigi, dove ha annullato ogni impegno, e al direttore regionale della Protezione civile, Graziano Nudda.
«Niente panico, siamo in allerta rossa ma non ancora nella fase dell’emergenza – ha spiegato l’assessore Spano, che questa mattina ha sentito la Protezione civile nazionale per concordare gli aspetti operativi -. Il sistema di prevenzione è completamente funzionante e tutte le strutture sono attive e pronte a operare nel migliore dei modi, ma è essenziale che la popolazione contribuisca con le misure di autoprotezione che sono pubblicate sul sito regionale della Protezione civile.»
«Per non intasare gli ospedali e i poliambulatori abbiamo chiesto ai cittadini di posticipare le visite non strettamente necessarie», ha affermato l’assessore della Sanità Luigi Arru. Per il direttore della Protezione civile Graziano Nudda esiste il rischio di alluvione, ma tutte le forze sono in campo: «In massimo un’ora siamo in grado di raggiungere qualsiasi punto della Sardegna. Per la sicurezza delle persone – ha concluso il direttore della Protezione civile – invitiamo a seguire tutte le prescrizioni e le misure di autoprotezione, ad essere vigili e ad evitare in particolare cantine e sottopiani».

TUTTE LE MISURE DI AUTOPROTEZIONE IN CASO DI ALLUVIONE

Sapere se la zona in cui si vive, si svolge l’attività lavorativa o si soggiorna, è a rischio alluvione aiuta a prevenire e affrontare meglio le situazioni di emergenza. Nel caso delle piene-lampo (flash floods) è fondamentale la conoscenza di elementari norme di autoprotezione, perché le onde di piena su torrenti e fiumi, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni.

E’ opportuno informarsi costantemente sull’evoluzione meteorologica, visualizzare il sito internet SardegnaProtezioneCivile dove si potranno leggere tutte le notizie utili, ascoltare la radio o guardare la televisione per apprendere eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse o di allerte di protezione civile, e rispettare sempre le disposizioni degli enti locali e di protezione civile preposti al sistema di allertamento e alla gestione dell’emergenza.

In particolare, ricorda:

• E’ importante conoscere quali eventi alluvionali tipici possono verificarsi sul tuo territorio. Il tuo Sindaco è obbligato a predisporre il Piano comunale di protezione civile per il rischio idraulico e idrogeologico e a informarti sull’ubicazione delle zone a rischio, delle aree di emergenza. Pretendi di conoscere queste cose quando si è tranquilli nelle giornate di sole (“in tempo di pace”), non quando si è in emergenza. Pretendi che ti mettano a disposizione il Piano, o un suo sunto, nella maniera più appropriata. È un tuo diritto per proteggerti e proteggere chi ti sta vicino!

• Se nel tuo territorio ci sono state alluvioni in passato, è probabile che ci saranno anche in futuro!

• Se, invece, nel tuo territorio, non si sono mai verificate alluvioni, non è detto che non possano accadere!

• In alcuni casi è difficile stabilire con precisione dove e quando si verificheranno le alluvioni e potresti non essere allertato in tempo; l’acqua può salire improvvisamente, anche di uno o due metri in pochi minuti;

• Alcuni luoghi si allagano prima di altri. In casa, le aree più pericolose sono le cantine, i piani seminterrati e i piani terra;

• All’aperto, sono più a rischio i sottopassi, i tratti vicini agli argini e ai ponti, le strade con forte pendenza e in generale tutte le zone più basse rispetto al territorio circostante attraversato da fiumi;

• La forza dell’acqua può danneggiare gli edifici e le infrastrutture (ponti, terrapieni, argini) e quelli più vulnerabili potrebbero cedere o crollare improvvisamente;

Anche tu, con semplici azioni, puoi contribuire a ridurre il rischio:

• Se vedi rifiuti ingombranti abbandonati, tombini intasati, corsi d’acqua parzialmente ostruiti, ecc., segnalalo al Comune;

• Chiedi al tuo Comune, come già ricordato, informazioni sul Piano comunale di Protezione Civile, per sapere quali sono le aree potenzialmente allagabili, le vie di fuga e le aree di emergenza sicure della tua città, del tuo paese o del luogo dove vivi: se non c’è, pretendi che sia predisposto, così da sapere come comportarti;

• Individua gli strumenti che il Comune e la Regione utilizzano per diramare l’allerta e tieniti costantemente informato. La Regione utilizza il sito istituzionale Internet: http://www.sardegnaambiente.it/protezionecivile/

• Assicurati che la scuola, o il luogo di lavoro, ricevano le allerte e abbiano un piano di emergenza;

• Se nella tua famiglia ci sono persone che hanno bisogno di particolare assistenza, verifica che nel Piano di emergenza comunale siano previste misure specifiche nei casi si renda necessaria l’evacuazione;

• Evita di conservare beni di valore in cantina, al piano seminterrato o luoghi potenzialmente allagabili;

• Assicurati che in caso di necessità sia agevole raggiungere rapidamente i piani più alti del tuo edificio;

• Tieni in casa, in un luogo facile da raggiungere, una fotocopia dei documenti, una cassetta di pronto soccorso, bottiglie d’acqua potabile, cibo conservabile, cambio biancheria, una torcia elettrica, una radio a pile, stivali di gomma e assicurati che ognuno della famiglia sappia dove siano.

Cosa fare – Durante l’emissione di un’allerta per il rischio meteorologico, idraulico e idrogeologico

• È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili;

• Tieniti informato sulle criticità previste e/o in atto sul territorio e le misure adottate dal tuo Comune;

• Condividi quello che sai sull’allerta di protezione civile e sui comportamenti corretti;

• Assicurati che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione;

• Non dormire nei piani seminterrati ed evita di soggiornarvi;

• Proteggi con paratie o sacchetti di sabbia i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, seminterrati o garage solo se non ti esponi a pericoli;

• Rimani preferibilmente a casa;

• Se ti devi spostare per forza, valuta prima il percorso ed evita le zone a rischio di allagamento;

• Valuta bene se mettere al sicuro l’automobile o altri beni: può essere pericoloso per te e per gli altri;

• Verifica che la scuola di tuo/a figlio/a sia informata dell’allerta in corso e sia pronta ad attivare il piano di emergenza;

• Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso.

Cosa fare – durante l’emergenza

Se sei in un luogo chiuso

• Non scendere in cantina, nel seminterrato o garage per mettere al sicuro i beni: rischi la vita; • Non uscire assolutamente per mettere al sicuro l’automobile o mezzi agricoli: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti dalla forza dell’acqua. Mai combattere con l’acqua e i detriti, sono più forti loro;

•. Se ti trovi in un locale seminterrato o al piano terra, sali ai piani superiori. Evita l’ascensore: si può bloccare. Aiuta gli anziani e le persone con disabilità che si trovano nell’edificio, se da solo non ce la fai, chiedi aiuto ai vicini abili o le forze destinate ai soccorsi: Prima il C.O.C. del Comune (il numero di telefono lo trovi nel Piano di protezione civile), poi, se non riesci con il C.O.C., i Vigili urbani, squadre di Volontariato comunale, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Carabinieri, Polizia;

• Se abiti a un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sottostanti e, viceversa, se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità;

• Chiudi il gas e disattiva l’impianto elettrico e quello di riscaldamento. Non toccare impianti e apparecchi elettrici con mani o piedi bagnati;

• Non bere acqua dal rubinetto: potrebbe essere contaminata;

• Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

• Tieniti informato (internet, radio, televisione) su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Se sei all’aperto

• Allontanati dalla zona allagata: per la velocità con cui scorre l’acqua, anche pochi centimetri potrebbero farti cadere. Un’automobile galleggia in poco più di 30 cm d’acqua, nonostante pesi oltre una tonnellata: l’acqua può spazzarvi via come fuscelli se tentate di opporvi! Non entrate mai nell’acqua in movimento con un’automobile anche se vi sembra di conoscere la strada, meno che mai in un sottopassaggio allagato;

• Raggiungi rapidamente l’area vicina più elevata evitando di dirigerti verso pendii o scarpate artificiali che potrebbero franare;

• Fai attenzione a dove cammini: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti, ecc.;

• Evita di utilizzare l’automobile: anche pochi centimetri d’acqua potrebbero farti perdere il controllo del veicolo o causarne lo spegnimento; rischi di rimanere intrappolato assieme a chi è dentro la macchina;

• Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro;

• Evita sottopassi, argini, ponti: sostare o transitare in questi luoghi può essere molto pericoloso:

• Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

• Tieniti informato su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Cosa fare – Dopo l’emergenza

• Segui le indicazioni delle autorità prima di intraprendere qualsiasi azione, come rientrare in casa, spalare fango, svuotare acqua dalle cantine ecc.;

• Non transitare lungo strade allagate: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti o cavi elettrici tranciati. Inoltre, l’acqua potrebbe essere inquinata da carburanti o altre sostanze;

• Fai attenzione anche alle zone dove l’acqua si è ritirata: il fondo stradale potrebbe essere indebolito e cedere;

• Verifica se puoi riattivare il gas e l’impianto elettrico. Se necessario, chiedi il parere di un tecnico;

• Prima di utilizzare i sistemi di scarico, informati che le reti fognarie, le fosse biologiche e i pozzi non siano danneggiati;

• Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino; non mangiare cibi che siano venuti a contatto con l’acqua dell’alluvione: potrebbero essere contaminati. Da tenere a portata di mano È utile inoltre avere sempre in tasca, riuniti in un punto noto a tutti componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali:

• Kit di pronto soccorso e medicinali;

• Generi alimentari conservabili, non deperibili;

• Scarpe pesanti, stivali di gomma;

• Scorta di acqua potabile 9 Vestiario pesante di ricambio 9 Impermeabili leggeri o cerate;

• Torcia elettrica con pila di riserva coltello multiuso;

• Fotocopia documento di identità;

• Chiavi di casa;

• Valori (contanti, carte di credito, preziosi);

• Carta e penna.

 

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La Giunta regionale ha esteso, con delibera proposta dall’assessore del Lavoro Virginia Mura, la misura Flexicurity ai lavoratori espulsi dal settore tessile. L’intervento interessa potenzialmente tutti i lavoratori ricompresi nell’accordo sottoscritto il 7 agosto scorso dalla Presidenza della Regione Sardegna con le organizzazioni sindacali del settore della provincia di Nuoro e potrà essere attivato a richiesta dei singoli lavoratori che, qualora interessati, dovranno attestare al Csl di competenza il loro status (lavoratori proveniente da settore tessile, fruitori ed ex fruitori di Cig o mobilità, ex legge 223/91 e/o deroga).
«Un nuovo passo nella attuazione di quanto sottoscritto. Dispiace che chi ha firmato l’accordo lo stia già disconoscendo prima che il comitato di monitoraggio ne abbia verificato l’efficacia», afferma l’assessore del Lavoro Virginia Mura intervenendo nel dibattito sollevato negli ultimi giorni, a mezzo stampa, dai rappresentanti sindacali del comparto tessile del nuorese. «Sono molto preoccupata per i lavoratori – aggiunge Virginia Mura – ai quali vengono veicolate delle notizie non rispondenti al reale che possono alimentare false speranze, e che non vengono invece informati correttamente sulle misure che riguardano le loro posizioni e possono assicurare loro un futuro nel mercato del lavoro.»
«Del tema si sta interessando da tempo direttamente anche la Presidenza della Regione – ha detto il capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu -. Con l’accordo firmato lo scorso 7 agosto si è stabilito come metodo di confronto il ricorso al Comitato di monitoraggio, di cui fanno parte anche le organizzazioni sindacali. Questa è ritenuta concordemente la sede più idonea per lavorare insieme, verificare l’applicazione degli accordi e ricercare l’ottimale risoluzione di problemi complessi come quelli rappresentati dalle situazioni di questi lavoratori. Poiché stiamo lavorando per un fine comune, è opportuno essere tutti coerenti con gli impegni presi». E, infatti, venerdì 2 ottobre a Cagliari, nella sede della Presidenza della Regione, è convocato il Comitato di monitoraggio per procedere all’analisi dello stato di realizzazione delle misure contenute nell’accordo e alla verifica del rispetto degli impegni assunti dalle parti.
Sono 412 i lavoratori espulsi dal settore tessile della provincia di Nuoro che hanno cessato di ricevere gli ammortizzatori sociali nel 2014. A questi andranno aggiunti circa altrettanti addetti, che hanno vissuto o stanno per vivere la medesima situazione nel 2015 e 2016. Per affrontare la vertenza, il 7 agosto scorso tra Regione e organizzazioni sindacali è stato sottoscritto un accordo che individua, in via sperimentale, l’utilizzo di alcune misure predisposte dall’assessorato del Lavoro. La misura Flexicurity – con una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro – è stata ulteriormente estesa a quei lavoratori del comparto provenienti dalla mobilità ordinaria. Ancora: il nuovo bando Welfare to Work, destinato esclusivamente agli addetti del tessile con una dotazione di 3 milioni di euro reperiti dall’Assessorato, è pronto e a giorni troverà l’assegnazione del plafond da parte dell’assessorato competente. Inoltre, l’Assessorato del Lavoro, in collaborazione con Sfirs, ha organizzato due incontri di formazione tecnica destinati a coloro che hanno già manifestato l’intenzione di avviare una nuova attività imprenditoriale, per fornire tutto il supporto informativo necessario al fine di richiedere un finanziamento con i fondi del Microcredito. I seminari si sono tenuti il 4 settembre a Macomer e l’11 a Siniscola.
Virginia Mura 2 copia

 

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«La Regione ha ben chiara la situazione relativa alla L.R. 9/1998. Giovedì saremo a Bruxelles per un incontro convocato dalla Commissione Europea e richiesto dalla Regione con la collaborazione della Rappresentanza Italiana all’UE, per ottenere una soluzione condivisa». È l’impegno assunto questa mattina dal capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, con un gruppo di operatori turistici aderenti alla Federalberghi, guidati dal presidente regionale Paolo Manca, che hanno manifestato sotto il palazzo di viale Trento.
«Siamo perfettamente consapevoli della gravità della situazione – ha precisato Spanu -. In questi giorni stiamo preparando un dossier da presentare alla Direzione della Concorrenza. Il percorso è stretto e difficilissimo, ma non lasceremo niente di intentato. La Regione è mobilitata per affrontare questo problema. In un recente incontro con i legali di Federalberghi, sono emerse molto chiaramente le criticità di questa vicenda che risale a parecchi anni fa. Stiamo cercando di intervenire per salvare una situazione che era ormai compromessa. I margini d’intervento sono ridotti ma la Presidenza della Regione, pur con tutta la prudenza necessaria, porterà a Bruxelles le istanze che consentano di alleggerire il peso del recupero degli incentivi richiesto agli operatori sardi. Abbiamo impresso un’accelerazione straordinaria per arrivare all’incontro di giovedì in tempi stretti e nelle migliori condizioni possibili. Ricordiamo però che sulla vicenda grava già un pronunciamento negativo della Corte di Giustizia Europea.»
Agli operatori che chiedevano di intervenire nei confronti di Equitalia per bloccare il pignoramento dei conti correnti delle società alberghiere interessate dal provvedimento di restituzione dei fondi erogati, Filippo Spanu ha detto che «questa Presidenza non ama fare promesse vane. Prima parliamo con i dirigenti della Commissione ed esponiamo le nostre ragioni; poi, verificate le loro risposte, penseremo alle successive mosse da compiere. Entro questa settimana avremo tutti le idee più chiare in proposito».
L’assurda vicenda risale a 15 anni fa: numerosi imprenditori alberghieri, nel 2002, hanno attinto a contributi stanziati per cofinanziare opere di ristrutturazione e ampliamento degli hotel, al fine di riqualificare l’offerta turistica, in virtù della legge regionale 9 del 1998. Salvo poi scoprire che quegli aiuti non potevano essere concessi a chi aveva avviato i lavori in una data antecedente la richiesta di finanziamento. Ora la Comunità Europea chiede indietro alle aziende beneficiarie l’intero importo maggiorato di interessi che partono dal 2002. In totale 35 milioni di euro tra 28 alberghi. Dopo che la Commissione Europea ha dichiarato l’illegittimità di quei finanziamenti, perché non valeva la retroattività, è stata rifiutata la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione e le imprese alberghiere hanno ricevuto le cartelle milionarie da Equitalia.
Palazzo della Regione 3 copia