Un migliaio di pastori hanno partecipato questa mattina, per le strade di Cagliari, alla manifestazione organizzata dal #Movimento Pastori Sardi per denunciare la crisi delle campagne. Il #palazzo della Regione, in Viale Trento, è stato blindato dalle forze dell’ordine e sono stati chiusi gli ingressi centrali.
«I pastori sono preoccupati ed arrabbiati – ha denunciato il leader del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris -, si sta perdendo un’occasione storica: a Bruxelles si parla di noi, qui no. Vogliamo ricordare al presidente, Francesco Pigliaru, e alla sua Giunta, che i pastori perderanno 200 milioni di euro.»
«Non possiamo assolutamente permetterci di rimanere indietro: la Regione deve muoversi», ha aggiunto Felice Floris che ha attaccato la Giunta anche sulla lingua blu: «Basta vaccini, ci hanno detto che c’era il vaccino buono. È tutto un business». Felice Floris, infine, ha rivolto un appello alle campagne: «Vi aspettavo due, tre, quattro volte di più, ma le cose le diremo lo stesso».
La delegazione del #Movimento pastori sardi, guidata da Felice Floris, è stata ricevuta dal capo di gabinetto della presidenza della Giunta, Filippo Spanu. La riunione, per motivi di sicurezza, è in corso in una saletta al piano terra del palazzo di viale Trento.
Sulla manifestazione e sui problemi del mondo pastorale, è intervenuta con un comunicato Elisabetta Falchi, assessore regionale dell’Agricoltura.
«Come abbiamo ribadito più volte in questi giorni, manifestare è un diritto e non saremo certamente noi a negarlo a nessuno», ha detto Elisabetta Falchi, che ha ricordato la posizione della Regione: «Da settimane è iniziata la fase di informazione e ascolto sui territori, dove abbiamo incontrato migliaia di operatori del mondo agropastorale – ha aggiunto – ci siamo confrontati sulla nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2014-2020, sul prossimo #Programma di sviluppo rurale (Psr), ma anche sulla lotta alla Lingua blu ed alla #Peste suina africana».
«Da parte della Giunta e del presidente Pigliaru abbiamo proposto di fissare un incontro per il prossimo 27 settembre e ci è stato detto che era troppo tardi. Siamo sempre stati disponibili all’ascolto, anche il 10 luglio, quando il signor Felice Floris ha partecipato, come rappresentante della sua organizzazione di produttori, a un incontro sul nuovo Psr. Poteva presentare proposte e suggerimenti, ma così non ha fatto. La disponibilità – conclude l’assessore Falchi – per lavorare nell’interesse del mondo delle campagne c’è tutta ed è una disponibilità inserita in un clima di reciproca fiducia e di rispetto.»
La sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu ha ospitato questo pomeriggio un convegno organizzato dalla Banca di Credito Sardo sul tema: «Sulcis, le competenze per l’eccellenza – le opportunità da sviluppare».
Per circa due ore e mezza sono state sviscerate quelle che sono le principali problematiche di un territorio in grande difficoltà e i progetti per la creazione di un nuovo sviluppo. Numerosi e qualificati gli interventi, tra i quali quelli di Pierluigi Monceri, direttore generale della Banca di Credito Sardo; Giancarlo Deidda, presidente della Camera di Commercio di Cagliari; Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi; Salvatore Cherchi, rappresentante governativo del coordinamento del Piano Sulcis; Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia; e, infine, di Filippo Spanu, consigliere del neo presidente della Regione Autonoma della Sardegna, nonché probabile assessore della costituenda Giunta, insieme al sindaco di Santadi, Cristiano Erriu, presente in una sala conferenze piena come raramente è capitato di vedere negli ultimi mesi.
I lavori sono stati coordinati da Giuseppe Deiana, giornalista del quotidiano L’Unione Sarda.
Nel corso del dibattito, sono emerse la necessità di diversificare lo sviluppo con particolare attenzione al turismo, di tempi celeri nel rilascio delle autorizzazioni per effettuare gli investimenti, di un più agevole accesso al credito. A questo proposito, il direttore generale della Banca di Credito Sardo, Pierluigi Monceri, ha annunciato la disponibilità dell’istituto di credito di mettere a disposizione delle imprese del territorio, 30 milioni di euro, sottolineata con piacere dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti.
Nonostante la crisi, tra le imprese sarde ci sono settori che crescono bene. Gli indici più che positivi si registrano nella manutenzione, riparazione e installazione di macchinari e apparecchiature. Percentuali in crescita anche per quelle che producono software, offrono consulenza informatica e attività connesse. Sempre con il segno “più”, seppur di poco, le attività di servizi per la pulizia di edifici e immobili, cura e manutenzione del paesaggio, le global service. Stesso discorso anche per quelle alimentari. Al contrario, ovvero in calo, le aziende che offrono servizi alle imprese, quelle della ristorazione, il commercio e le attività dei servizi di informazione e altri servizi informatici generici (ICT).
Sono questi i dati sulla Sardegna del rapporto dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, dal titolo “L’Impresa Italia del futuro”, che ha analizzato la dinamica delle aziende del terzo trimestre 2013 rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012.
«Questi numeri – sottolinea il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Filippo Spanu – mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani”. “Ma gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo – continua Spanu – e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. E’ necessario fare di tutto per sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti come accade a livello nazionale e regionale.»
«Con la crisi gli imprenditori, laddove era possibile, hanno fatto di necessità virtù – aggiunge il segretario dell’associazione artigiana – la capacità di cogliere le nuove tendenze del mercato e le evoluzioni nei consumi è, oggi più che mai, una caratteristica irrinunciabile per le imprese, anche quelle di piccole e piccolissime dimensioni che, per la propria duttilità, possono adattarsi più velocemente ai cambi di scenario, se adeguatamente supportate nell’innovazione, in primis, attraverso l’accesso al credito e la riduzione della burocrazia-»
«Il segno positivo delle imprese dell’agroalimentare è una speranza – sottolinea Spanu – perché sappiamo che i consumi si sono ridotti tantissimo anche, e soprattutto, a tavola. In Sardegna abbiamo aziende “della tavola” che indubbiamente hanno saputo resistere alla crisi grazie all’elevato grado di qualità che offrono nei loro prodotti.»
«Tuttavia, a causa della crisi dei consumi interni – conclude il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – puntare sulla qualità e sull’eccellenza della tradizione può non bastare: per fare fronte al crollo della domanda interna, sono indispensabili misure e strumenti rivolti all’internazionalizzazione delle imprese affinché siano in grado di intercettare le previsioni di crescita nel 2014 dell’export del Made in Italy.»
I settori anticrisi Sardegna
Riparazione, manutenzione ed installazione di macchinari +7,9%
Produzione di software, consulenza informatica e att. connesse +3,4%
Attività di servizi per edifici e paesaggio +0,2%
Attività alimentari +0,2%
I settori in crisi in Sardegna
Attività supporto per servizi a imprese e uffici -0,6%
Attività dei servizi di ristorazione -1,8%
Commercio al dettaglio -3,6%
Attività di servizi di informazione e altri servizi informatici -4,5%
Confartigianato Imprese Sardegna dice no alla “patente a punti” in edilizia.
La misura, secondo quanto annunciato dal Governo, servirebbe a gestire la qualificazione delle imprese di costruzioni ai fini della loro partecipazione ad appalti e per accedere a finanziamenti pubblici.
Per l’Associazione Artigiana sarda, è invece l’ennesimo balzello burocratico, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti e che penalizza le piccole imprese rispetto alle grandi aziende. Tutto ciò senza garantire maggiore efficienza nella gestione della sicurezza sul lavoro.
Secondo Filippo Spanu, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna «l’introduzione di un simile dispositivo è quanto di più lontano possa esserci dal concetto di semplificazione e non è difficile capire come potranno presto essere moltiplicati oneri economici e adempimenti amministrativi».
«La nostra contrarietà – continua il Segretario – è data dal fatto che vi è il forte rischio che questa “patente edile” possa trasformarsi in un nuovo Sistri, vale a dire in un sistema costoso e complesso per le imprese ma inefficace rispetto all’obiettivo che si prefigge e che costerebbe, a livello nazionale, oltre 300 milioni di euro, ricadenti interamente sulle spalle delle imprese.»
Confartigianato Imprese Sardegna ricorda i dati dell’occupazione in edilizia nell’isola: dal 1° gennaio 2008 al 1° luglio di quest’anno, è stato perso il 38% della forza lavoro, quindi circa 26mila addetti sono stati licenziati, ovvero una differenza 2013 sul 2012 del -9,3%. Per l’Associazione Artigiana è stata una “decimazione”.
Per l’Associazione artigiana, la nuova “patente”, segnerebbe in modo negativo anche l’allungamento dei tempi per l’ottenimento dei permessi edilizi. Infatti, secondo il Rapporto Doing Business 2013, la media OCSE per le concessioni è di 143 giorni, contro una media del comune di Cagliari che si aggira sui 252 giorni, determinando un gap di mancato fatturato di circa 73,9 milioni di euro solo nel capoluogo sardo.
«La sicurezza sul lavoro non si tutela con la carta, il tempo perso, e ogni tipo di burocrazia – conclude Spanu – ma con regole più chiare, controlli e responsabilità da entrambi i fronti. Il provvedimento pare invece essere finalizzato a ‘fare cassa’ sulle spalle delle imprese. Ricordiamo che perché il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro contiene già le norme per garantire la sicurezza e per punire le violazioni. La tanto annunciata semplificazione, che fine ha fatto?»
Proseguono i corsi di formazione continua per le imprese edili e dell’impiantistica della Sardegna. Il progetto “Energie in costruzione”, finanziato dalla Regione Sardegna a valere sull’Avviso pubblico FOCS-Formazione Continua in Sardegna, prevede la preparazione di circa 400 fra titolari e dipendenti di imprese che avevano fatto richiesta di iscrizione. L’attività è realizzata da Confartigianato Imprese Sardegna, dalla CAE-Cassa Artigiana dell’Edilizia Sardegna, dall’Agenzia formativa Scuola&Formazione Confartigianato e dalla capofila CNOS FAP del sistema Salesiano. Le attività formative, totalmente gratuite per le imprese partecipanti, sono suddivise in tre corsi: “Addetto al montaggio, smontaggio e trasformazione del ponteggio (PIMUS)”, “Primo Soccorso e Antincendio”, ed “Esperto nelle applicazioni delle tecniche di risparmio energetico”.
A partire dal 31 ottobre si avvieranno i corsi PIMUS a Cagliari per proseguire con altri corsi a Lanusei e Alghero.
«In questo momento di forte crisi, soprattutto per le imprese delle Costruzioni – afferma Filippo Spanu, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – riuscire a fornire un supporto formativo al comparto, che non comporti costi ma che aumenti le competenze degli addetti, consente di porre le basi per la sopravvivenza attuale delle aziende sul mercato e per prepararle al meglio non appena le cose miglioreranno.»
Una troupe della Televisione di Stato cinese, CCTV, è arrivata questa mattina a Cagliari per intervistare il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, e visitare alcune aziende artigiane sarde.
Il corrispondente dall’Italia della China Central Television-CCTV, Feng Zhu, dopo la visita ai produttori del tipico-tradizionale e ad alcune imprese più tecnologicamente avanzate, ha voluto conoscere dal presidente di Confartigianato, Luca Murgianu e dal segretario, Filippo Spanu, la situazione del comparto artigiano , analizzando le possibili vie d’uscita dalla crisi, anche alla luce dei recenti dati negativi riguardanti la preoccupante mortalità delle imprese.
CCTV, opera su una piattaforma di 22 canali e con il suo miliardo di telespettatori può essere considerata l’emittente con più utenti nel mondo.
«La visita di questa importante Televisione di Stato – afferma Luca Murgianu – è un segnale di forte attenzione verso un settore, quello artigiano sardo, che, nonostante la crisi e i dati negativi, realizza prodotti unici e di qualità, e offre servizi ad alto valore aggiunto”. “Al corrispondente abbiamo ricordato i dati negativi e le difficoltà del fare impresa in Sardegna – continua il Presidente – ma principalmente abbiamo sottolineato l’importante valore delle nostre produzioni e dei servizi che le nostre aziende forniscono, ma anche le grandi possibilità di investimento e sviluppo se si realizzeranno passaggi importanti come il taglio della burocrazia o i pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni.»
La troupe, oltre ad aver realizzato i filmati sulle imprese, ha catturato anche le immagini più belle di Cagliari e dei dintorni.
«Il servizio che verrà mandato in onda, rappresenterà un enorme spot gratuito per centinaia di milioni di cinesi nel mondo – riprende Murgianu – soprattutto perché in pochi conoscono le peculiarità del nostro territorio e delle nostre arti.»
«Abbiamo voluto far sapere ai potenziali 800 milioni di telespettatori cinesi, che la Sardegna, grazie alla sua posizione, rappresenta il più importante hub naturale del Mediterraneo – ricorda Filippo Spanu – e che se verrà messo nelle condizioni di operare e progredire, potrà essere il punto di nascita e crescita di nuove imprese e di creazione di tanti posti di lavoro, pur mantenendo la specificità artigianale.»
«Anche se la nostra regione rappresenta, in quanto a popolazione, un millesimo rispetto alla Cina – prosegue il segretario – questo servizio ci fa pensare come ci sia una evidente attenzione anche da parte di colossi economici nei confronti di potenziali mercati da sviluppare.»
«E’ necessario, però – conclude Spanu – una pianificazione e una programmazione che dia una prospettiva alle imprese che vogliono investire e che vogliono puntare sia al mercato interno, sia all’export; e la Cina dovrà essere uno dei punti di riferimento per tutte le aziende sarde che intendono promuovere e commercializzare i loro prodotti.»