22 November, 2024
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A partire dai primi mesi del prossimo anno nei piccoli comuni della Sardegna, che rientrano nel progetto strategico della Regione per lo sviluppo della banda ultralarga nelle cosiddette aree “a fallimento di mercato”, saranno attivate le reti in fibra ottica.

L’importante novità, che scaturisce da un accordo tra TIM e Infratel grazie al quale la Regione Sardegna dà impulso all’attuazione dei programmi di copertura con le reti in fibra, è stata illustrata oggi, a Villa Devoto, nella Sala “Emilio Lussu”, dal Presidente Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali e degli Enti Locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, da Carlo Filangieri, Responsabile Wholesale Operations di TIM e da Maurizio Decina, presidente di Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo Economico a cui è stata affidata la costruzione delle dorsali in fibra ottica nelle aree urbane.

Cittadini e imprese potranno così beneficiare di servizi di connettività ad alta velocità fino a 200 megabit. L’accordo prevede che TIM utilizzerà le infrastrutture in fibra “spenta” realizzate da Infratel per portare la banda ultralarga in 252 comuni, attraverso l’attivazione di 1.200 armadi stradali che verranno predisposti all’erogazione dei servizi di connettività grazie a interventi di installazione dell’elettronica e la realizzazione di ulteriori collegamenti in fibra con gli anelli urbani di Infratel e verso le centrali. Già entro la fine del prossimo mese di marzo, in base all’impegno assunto da TIM, le nuove reti saranno operative in circa 80 comuni con l’attivazione di 300 armadi. Tutto il processo di “accensione” della fibra verrà completato entro la fine del 2020, con il progressivo completamento della realizzazione delle dorsali da parte di Infratel e l’adeguamento delle centrali e dei cabinet stradali da parte di TIM.

Sinora i comuni sardi con reti sottoposte alle procedure di collaudo sono oltre 100.

Con 56 milioni di euro la Regione ha promosso la realizzazione delle reti in fibra ottica in 296 comuni in base al primo accordo siglato nel 2015 con il ministero dello Sviluppo economico.

La copertura di tutti gli altri è invece prevista nel secondo accordo di programma sottoscritto nel 2017 con un finanziamento che ammonta a 27 milioni di euro.

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La Cabina di Regia, con il coordinamento dell’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, ha esaminato stasera, a Nuoro, nella sede della Provincia, lo stato di attuazione dei 22 progetti inseriti nel Piano di rilancio del Nuorese. Sono intervenuti, oltre all’esponente della Giunta, l’amministratore della Provincia Costantino Tidu ed il sindaco Andrea Soddu.

«È stata un’utile verifica a pochi mesi dalla sottoscrizione dell’Atto Aggiuntivo. Abbiamo messo in moto la macchina. Alcuni progetti sono in fase avanzata, per altri abbiamo individuato le soluzioni per superare le criticità che sinora hanno condizionato la realizzazione. Si tratta di un Piano complesso che, pur tra difficoltà e ostacoli, comincia a produrre benefici per il territorio. Per dare ulteriore slancio al percorso abbiamo deciso di assegnare 500mila euro alla provincia di Nuoro per la copertura dei costi di coordinamento e assistenza tecnica per la realizzazione delle idee progettuali e di supporto per l’attività istruttoria degli interventi di incentivo alle imprese», ha dichiarato l’assessore Filippo Spanu. L’assessore ha ricordato che «l’ormai imminente avvio del programma di attivazione delle reti in fibra ottica in 252 piccoli comuni della Sardegna fortemente voluto dalla Giunta guidata da Francesco Pigliaru, con il conseguente miglioramento dei servizi di connettività per cittadini e imprese, è in linea con le aspettative espresse dal territorio sin dalla fase iniziali della discussione sul Piano di rilancio».

L’organismo ha preso atto del buono stato di avanzamento del progetto pilota, finanziato con 3 milioni e 552 mila euro, per contrastare la dispersione scolastica e incrementare le competenze degli alunni del primo ciclo di istruzione. Va avanti anche il progetto per le scuole del secondo ciclo sulla base di un finanziamento di 5 milioni e 340mila euro. Avviato poi il progetto Geoartnet, proposto dalla Fondazione Nivola con il comune di Orani in qualità di soggetto attuatore, che mira a creare, con uno stanziamento di 2 milioni e 500mila euro, per potenziare l’offerta culturale del Museo Nivola. In particolare viene realizzato il progetto pilota “Pergola village” concreto sviluppo di un’idea dell’artista oranese Costantino Nivola che aveva pensato di unire le case del paese attraverso pergole di vite. Avviata anche la proposta “Export reti imprese” per incentivare l’aggregazione e rafforzare nei mercati internazionali la presenza delle aziende che operano nei settori dell’artigianato e dell’agroalimentare. Le risorse disponibili ammontano a un milione di euro. Nell’ambito “Ambiente e Cultura” è in fase di attuazione il progetto “Visit Nuorese” per un importo di 820mila euro: dopo la sottoscrizione della convenzione di finanziamento è in corso il trasferimento delle risorse. Il soggetto attuatore è la provincia di Nuoro. Il Parco di Tepilora sta inoltre realizzando, con 550mila euro, il progetto per migliorare l’attrattività del compendio anche a fini turistici. Nel campo delle infrastrutture è in corso l’iter di progettazione per gli interventi che riguardano il nuovo collegamento e lo svincolo della zona industriale di Pratosardo con la 131 dcn e l’adeguamento del porto turistico di La Caletta, a Siniscola, per un finanziamento complessivo di 4 milioni e 800mila euro.

Il finanziamento complessivo ammonta a 54 milioni e 638mila euro per la realizzazione di 22 progetti. Altri 30 milioni sono destinati a iniziative nel territorio come quelle che riguardano la valorizzazione del Parco di Tepilora, della miniera di Sos Enattos a Lula e dell’area di Su Suercone. Gli ambiti tematici sono Ambiente e Cultura, Infrastrutture, Manifatturiero, Scuole e Area Vasta. 

 

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Un ponte tra le comunità, una cooperazione per lo sviluppo tra i popoli e il dialogo interreligioso. E ancora, la necessità di investimenti in cultura, ambiente, sanità e integrazione sociale per sostenere i governi e le comunità e arrivare a condizioni di equità. Si è aperta su questi temi, sabato al Mut di Stintino, la quarta edizione del convegno internazionale Dialogando che ha messo al centro dell’attenzione le questioni della religione, dell’identità e della cooperazione tra l’Europa, l’Africa e il vicino Oriente.

Il convegno, organizzato dal Comune di Stintino con il contributo dell’Università di Sassari e dell’associazione il “Tempo della memoria”, ha colto nel segno ancora una volta e le testimonianze, alcune arrivate anche da terre di frontiera, hanno dimostrato un forte desiderio di confronto e di apertura. La voglia di abbattere il muro delle differenze e la volontà, pur nelle diversità e specificità, di costruire legami veri e di amicizia tra i popoli.

«È un piccolo contributo – ha detto il sindaco di Stintino, Antonio Diana – che la nostra amministrazione vuole dare. Un’attività iniziata nel 2015 e siamo orgogliosi che questa prosegua con una forte risposta. Siamo convinti della necessità del dialogo continuo tra i popoli, perché da qui possono nascere quelle azioni di sviluppo, di cooperazione, amicizia e scambio economico, fattori cruciali per la pace e la prosperità economica.»

È stato il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau a sottolineare come ci sia bisogno di «luoghi di confronto come questo, dove i rappresentanti dei Paesi diversi, di culture differenti, gettano ponti di dialogo convinti che solo dall’integrazione, dal rispetto e, soprattutto, dalla conoscenza possano germogliare i semi di una società giusta». Per Gianfranco Ganau è importante far riferimento alle Carte costituzionali, ai valori fondamentali e, per coloro che sono religiosi, ai principi e ai dettami della fede. Il presidente del consiglio, infine, ha voluto citare come buona pratica sul territorio del Sassarese la proposta avanzata dall’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba di attivare proprio a Sassari un polo di alta formazione interculturale ed interreligioso per la ricerca e la formazione specialistica. Un progetto che ha trovato la condivisione con l’Ateneo turritano, il comune di Sassari e la Regione.

«Il progetto culturale e sociale in atto nel nostro territorio – ha precisato l’arcivescovo Gianfranco Saba – rappresenta un’opportunità per lo sviluppo umano e la crescita culturale. Sono certo che il sostegno proseguirà e che sia necessario dare un’accelerata, perché le sfide sociali non ci permettono ritardi, soprattutto nel Nord Ovest Sardegna». Un territorio che guarda a una redenzione sociale e che può trovare nella proposta dell’arcidiocesi turritana un progetto al servizio del bene comune e della Chiesa di Sassari. E sulla necessità di dialogo, l’alto prelato si è soffermato sulla relazione tra testi religiosi e al bisogno di rileggere le fonti. «È necessaria una rialfabetizzazione – ha sottolineato – perché si è creata una profonda ignoranza tra cattolici e musulmani. Allora, una nuova forma di dialogo è quella che ci consente di andare verso le sorgenti, riconoscendo le specificità di ciascuno, interpretando quello che ci accomuna.»

Sulla questione dei giovani si è concentrato, invece, l’intervento del principe libanese Majid Talal Arslan, ricercatore in Scienze politiche e relazioni internazionali. «In Libano – ha detto – sono presenti divisioni che si identificano più dal punto di vista settario e che hanno elementi politici ed economici ancora più che religiosi». Ma quello che più preoccupa il ricercatore libanese è la problematica giovanile. «Molte persone che hanno preso parte ad attività estremistiche – ha proseguito – sono giovani». Per la maggior parte provengono da famiglie povere e disfunzionali. In piccola parte sono disoccupati e nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratori sottopagati.

«La soluzione – ha aggiunto – potrà essere trovata nel consolidamento dei principi democratici. Le istituzioni devono accompagnare i loro interventi con investimenti di impatto, efficaci, che devono andare verso le necessità espresse dalle comunità locali». Questo anche per evitare che i giovani debbano trovare altrove il modo «di alleviare la sete di appartenenza e identità. Ecco allora, la necessità di un dialogo costante tra i giovani – ha chiuso – di ogni estrazione, di ogni religione, questo può essere l’approccio giusto per la realizzazione degli obiettivi».

Per l’ambasciatore italiano in Sudan, Fabrizio Lobasso, «alzare i muri vuol dire interrompere le comunicazioni quindi non comprendere il prossimo. Il contributo che oggi arriva da qui – ha concluso – è un esempio di diplomazia ibrida, che si realizza non per forza dall’attività statale ma arriva dall’associazionismo».

Due quindi i temi centrali della mattinata che hanno visto alternarsi numerosi relatori: da una parte la cooperazione per lo sviluppo tra i popoli e dall’altra il dialogo interreligioso e civile. E di cooperazione internazionale ha parlato l’assessore regionale agli Affari generali Filippo Spanu. Il rappresentante della giunta di Francesco Pigliaru ha ricordato il ruolo della Sardegna nel contesto geopolitico del Mediterraneo africano. L’Isola, che sostiene un approccio partecipato, sostenibile alle politiche di sviluppo, è parte di reti e relazioni con i Paesi del Mediterraneo dell’Africa sub-Sahariana. La Sardegna, poi, in tema di migrazioni ha l’obiettivo di lavorare sulle cause profonde delle migrazioni che – è stato detto – non deve essere la riduzione dei flussi, quanto piuttosto fare della migrazione una scelta per chi la sceglie e un’opportunità per chi ne è destinatario.

La prima e la seconda sessione quindi, “Il Sudan come modello di cooperazione allo sviluppo” e “Il Libano come modello interreligioso”, moderate da Piero Cappuccinelli e dall’arcivescovo Gianfranco Saba, sono state dedicate ai rapporti tra la Sardegna, il Libano e il Sudan al fine di individuare nuovi spazi di cooperazione allo sviluppo. Al tavolo dei relatori si sono alternati l’ambasciatore Fabrizio Lobasso, Abdalla Ali Mohammed Hamad rettore dell’Università di Kassal in Sudan, Federico Chiodi direttore dell’Aispo e Salvatore Rubino docente dell’Università di Sassari e responsabile dei progetti di cooperazione in Sudan. Quindi ancora, il vescovo di Beirut Youhanna Jihad Battah, il presidente della Syriac Legue in Libano Hbib Edmond Ephrem quindi il direttore del consiglio direttivo del Council of resarch and strategic studies Faisal Mosleh.

La sessione pomeridiana, moderata da Graziano Milia e dal titolo “Identità religiose e culturali tra conflitto e cooperazione in europa”, è stata dedicata ad alcuni aspetti della cultura sarda che la pongono in relazione con la vicina Corsica e con le altre regioni dell’Unione europea. A darsi il cambio al tavolo dei relatori, lo studioso Alberto Mario Carta che ha parlato di gemellaggi tra città e networks, Paolo Botta che ha illustrato le attività della Fondazione Hymnos, quindi monsignor Paolo Manfredi della diocesi di Mainz che ha parlato della Settimana interculturale, Antonio Remiddi che si è concentrato sul modello di dialogo inter-universitario nella transizione democratica. A questi si sono aggiunti Ioannis Korinthios ed Antonio Zedda che hanno parlato della diaspora greca nella storia moderna, quindi ancora Aziz Pollozhani dell’Università di Skopje sulla gestione della diversità etnica e culturale.

A chiudere gli interventi è stato Quirico Migheli dell’Ateneo turritano che ha presentato il corso di laurea in “Sicurezza e cooperazione internazionale”.

A concludere l’importante incontro internazionale è stata la passeggiata inaugurale al presepe a grandezza naturale che quest’anno è arrivato alla sua undicesima edizione.

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«Le Regioni e gli enti locali hanno un ruolo decisivo nella gestione del fenomeno migratorio all’interno del proprio territorio per generare integrazione e coesione sociale in favore di un maggior sviluppo umano e benessere collettivo. Il decentramento deve costituire un mutamento rilevante tanto per il nord che per il sud. In quest’ottica, è molto importante il ruolo che la Regione Sardegna ricopre come coordinatrice dell’intero sistema regionale per la materia della cooperazione internazionale nell’ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Negli ultimi tre anni, in base ai dati di una recente indagine quantitativa realizzata dall’Osservatorio per la Cooperazione allo Sviluppo i territori in Italia hanno realizzato ben 614 interventi per un totale di oltre 193 milioni di euro. Quasi l’89% di questi fondi è di provenienza regionale.»

Lo ha detto, a Stintino, l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu nel suo intervento incentrato sul ruolo della Sardegna nella cooperazione internazionale nell’ambito del convegno “Religione, identità e cooperazione tra Europa, Africa e vicino Oriente” organizzato dall’Università di Sassari.

«La cooperazione Territoriale di Regioni ed Enti locali ha sottolineato Filippo Spanu – è una straordinaria opportunità di sviluppo in quanto generatrice di relazioni e scambi di esperienze e di nuovi strumenti finanziari in grado di incidere in modo positivo sulle cause profonde delle migrazioni.»

L’assessore ha ricordato che «la Regione Sardegna ricopre il ruolo di Autorità di Gestione del programma di cooperazione transfrontaliera ENI CBC MED (European Neighbourhood Instrument – Cross Border Cooperation – Mediterranean) sino al 2020 con il coinvolgimento di differenti soggetti dell’area del Mediterraneo tra autorità locali, regionali, nazionali, università, istituti di ricerca, ONG, cooperative, organizzazioni rappresentanti di interessi economici e sociali, imprese e altre organizzazioni private sulla base di  una dotazione finanziaria di 209 milioni di euro. La Giunta ha inoltre avviato progetti di cooperazione in Senegal, Uganda e Tunisia».

«Con il Piano regionale per i flussi migratori – ha chiarito il titolare degli Affari generali – abbiamo definito una programmazione unitaria e strategica per la gestione di un fenomeno che va inquadrato e gestito tenendo conto delle specificità del contesto della Sardegna. Abbiamo fatto un grande sforzo che va nella direzione di un’accoglienza equilibrata e diffusa.»

Negli ultimi due anni sono 2.626 i cittadini provenienti da paesi che non fanno parte dell’Unione europea giunti in Sardegna con un permesso di soggiorno. Tra questi, 1.335 sono persone che hanno ottenuto lo status di rifugiato (o alle quali è stata riconosciuta altra forma di protezione) e che attendono responso alla propria richiesta di asilo. La quota più numerosa è rappresentata dai nigeriani (325), a seguire i bengalesi (97), ghanesi (96), senegalesi (78).

«Nelle prossime settimane – ha annunciato l’assessore Filippo Spanu – saremo in Senegal per fare il punto sui primi risultati dell’intesa stipulata nel maggio del 2018 con la Regione di Matam e dell’accordo con la città di Pikine, nella Regione di Dakar.»

 

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Lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu”, a Villa Devoto, alle ore 11.00, verrà presentato, nel corso di una conferenza stampa, il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Interverranno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri ed il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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La Regione, con tutte le sue amministrazioni, negli avvisi di mobilità per le figure professionali previste nei piani del fabbisogno per l’acquisizione del personale non dirigente, darà priorità al personale ex Esaf attualmente negli organici di Abbanoa. La società che gestisce il servizio idrico, dal canto suo, si impegna a rilasciare i relativi nulla osta alla cessione del contratto. Lo prevede l’intesa quadro sottoscritta dall’assessore del Personale Filippo Spanu e dal direttore generale Maria Giuseppina Medde con l’amministratore unico ed il direttore generale di Abbanoa, Abramo Garau e Sandro Murtas.

«Entro la fine del 2018 – ha detto l’assessore Filippo Spanu che ha fatto il punto della situazione con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – sarà pubblicato il bando per le procedure della mobilità alle quali parteciperanno i lavoratori ex Esaf. L’intesa è il frutto di un’azione orientata al raggiungimento di un obiettivo condiviso e per questo ringrazio l’amministratore unico di Abbanoa Abramo Garau.»

La Giunta, nel Piano del Fabbisogno dell’Amministrazione regionale approvato lo scorso mese di luglio, ha previsto il reclutamento con procedure di mobilità di 57 lavoratori ex Esaf.(9 per la categoria D, 43 per la C e 5 per la categoria B).

«I contingenti da destinare alla mobilità – ha spiegato l’assessore del Personale – saranno sicuramente ampliati nel prossimo Piano del Fabbisogno.»

Queste procedure rappresentano ulteriori fasi attuative dei processi di inquadramento del personale ex Esaf nelle amministrazioni del Sistema Regione in base alla legge 10 del 2005.

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La Giunta regionale ha destinato 5 milioni e 200mila euro per le sedi universitarie decentrate, così ripartite: circa 317mila euro all’Università di Sassari per i corsi istituiti per le sedi di Alghero, 526.240 euro per il corso della sede di Olbia e 2 milioni 25mila euro al consorzio Uno di Oristano e 2 milioni 332mila euro al Consorzio di Nuoro. Per le imprese culturali, saranno destinate invece risorse per 1 milione 300mila euro ripartite nei bandi CultureLab per 500mila euro, e IdentityLab per 800mila euro. Sempre su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e della Cultura Giuseppe Dessena, è stata approvata la delibera che garantisce risorse per 2 milioni 500mila euro, ultima tranche del Piano Straordinario degli scavi archeologici, che prevede un totale di 8milioni 400 mila euro nel biennio 2017-2018. Un milione 50mila euro, con approvazione in via preliminare da parte della Giunta, è previsto per lo sviluppo delle iniziative musicali popolari: 700mila euro per le attività istituzionali e 350mila euro per la formazione.

Altri 100mila euro sono destinati per l’erogazione da parte dei Convitti dell’isola di posti semigratuiti agli studenti che li frequentano, appartenenti a famiglie con Isee non superiore a 20mila euro. Mentre, circa 35mila euro andranno a sostegno degli interventi delle autonomie scolastiche: 15mila euro per progetti anche nazionali di educazione economico finanziaria, sportivi e contro le ludopatie. Le restanti risorse saranno ripartite come premialità alle Autonomie scolastiche che hanno partecipato a tutte le Linee di Tutti a Iscol@ sin dalla prima edizione, per viaggi studio e acquisto di materiale didattico.

A tre anni dall’approvazione della nuova legge che regola il comparto, la Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci ha approvato un nuovo disciplinare di attuazione del fondo unico. Le modifiche sono state chieste dai Condifi attraverso l’Osservatorio, e con loro condivise: permetteranno di rivedere i criteri di accesso al fondo unico e di premialità, per un miglior funzionamento complessivo dell’intero sistema. Via libera anche a una rimodulazione del Fesr che consente di destinare 9 milioni di euro ai progetti della Programmazione territoriale che puntano sulla valorizzazione ambientale, molto richiesti dai territori interessati. Nominato, infine, il revisore dei conti di Sardegna Ricerche: si tratta dell’uscente Agostino Galizia. 

La Giunta, su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini, ha deliberato di concedere il nulla osta all’immediata esecutività della deliberazione dell’Amministratore unico di Enas riguardante l’approvazione del rendiconto 2017 dell’Ente. 

È stato autorizzato, come richiesto dall’assessore Filippo Spanu, lo svolgimento del lavoro straordinario per i dipendenti in servizio nelle strutture impegnate nelle attività di eradicazione della peste suina e di Protezione civile. L’autorizzazione viene data in base alla legge regionale n. 35 del 2015.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, sarà sottoposto all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto per la richiesta di ampliamento del centro commerciale di Santa Gilla a Cagliari.

Sono state approvate le linee guida relative al protocollo di utilizzo degli esami per la prevenzione della fetopatia alcolica, presentate dall’assessore Luigi Arru. Le donne a rischio di abuso di alcol, in età fertile o in stato di gravidanza dovranno compilare in forma anonima un questionario per la conferma del sospetto diagnostico. Il Centro di riferimento regionale sarà il laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Come proposto dall’assessore Pier Luigi Caria, è stata prorogata la gestione commissariale del Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale per consentire il completamento degli adempimenti normativi. Il commissario straordinario svolgerà l’incarico a titolo gratuito. Sono state inoltre approvate alcune precisazioni sulle direttive per la rendicontazione dei contributi erogati ai Consorzi di bonifica anche al fine del contenimento della spesa. Circa 300mila euro sono stati programmati per aiutare l’ avviamento delle organizzazioni dei produttori (OP), delle loro unioni (OC) non ortofrutta e dei consorzi di tutela delle produzioni con marchio di origine. Infine, è stato approvato un contributo per l’abbattimento dei costi di funzionamento attinenti l’attività istituzionale dei consorzi di bonifica.

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Si è riunito oggi nel palazzo della Regione, a Cagliari, il Tavolo partenariale finalizzato al reimpiego dei lavoratori del bacino ex Ati Ifras.

All’incontro ha preso parte l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, coordinatore del Tavolo, insieme ai responsabili degli enti e delle strutture regionali con specifiche competenze e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

Si è discusso in particolare della necessità di garantire ai lavoratori una compensazione del disagio sopportato nel periodo della disoccupazione. «Vogliamo individuare lo strumento giuridico per riconoscere al personale un’equa compensazione. Stiamo definendo, in sede tecnica, una soluzione, che, sulla base delle norme in vigore, accontenti tutti», ha dichiarato l’assessore Filippo Spanu.

Nel corso della riunione l’assessore ha fatto il punto sull’iter per il completamento del quadro delle assunzioni a tempo determinato. Sono in pieno svolgimento le procedure di selezione da parte dell’Ente Parco Geominerario che dovrebbero produrre a breve i risultati attesi.

«Assume contorni più definiti, intanto, il bando per la gara internazionale per l’affidamento della gestione di tutte le attività del Parco Geominerario che – ha spiegato Filippo Spanu – alla partecipazione di soggetti pubblici e privati con il possesso dei requisiti, in termini di capacità tecnica e organizzativa e di solidità economica, previsti dalla legge».

La prossima riunione del Tavolo partenariale è in programma mercoledì 5 dicembre.

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«Un duro colpo al sistema dell’integrazione. Il decreto “Sicurezza” varato dal Governo mette a rischio l’attività degli Sprar attivi in Sardegna e si ripercuote pesantemente su una rete di accoglienza equilibrata e diffusa nel territorio su cui tanto in questi anni si è lavorato. Siamo molto preoccupati per la concreta operatività di progetti che si sono rivelati molto utili ai fini dell’inclusione dei richiedenti asilo e dei titolari della protezione internazionale nel tessuto sociale.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu nell’incontro con presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana e con i sindaci ed i rappresentanti delle associazioni che stanno attuando progetti Sprar.

«Il sistema degli Sprar è il più adatto alle caratteristiche della nostra terra – ha sottolineato il presidente dell’Anci -. Filippo Spanu ha chiarito che la Regione non lascerà soli gli enti locali in questa fase di incertezza. Abbiamo già coinvolto la Conferenza delle Regioni. Riteniamo indispensabile un’azione comune, che coinvolga tutte le forze politiche interessate, finalizzata alla modifica del decreto.»

“Dobbiamo respingere l’idea – ha spiegato l’assessore regionale degli Affari generali – che solo i titolari di protezione internazionale possano essere accolti negli Sprar. Si tratta di un’ipotesi che determinerebbe gravi squilibri nell’intero sistema dell’accoglienza.»

Filippo Spanu si è poi soffermato sull’abrogazione del permesso di soggiorno “umanitario” per i richiedenti asilo, «la cui soppressione, se non accompagnata da idonee misure compensative, è in grado di comportare, anche in Sardegna, gravi conseguenze sia sul piano della tutela di soggetti particolarmente vulnerabili, sia su quello dello stesso ordine pubblico».

Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia (SPRAR) garantisce interventi di “accoglienza integrata” dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

Lo SPRAR è costituito dalla rete degli Enti locali che, di concerto con la realtà del terzo settore, accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per la realizzazione dei progetti di accoglienza.

Nel 2001 il ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) hanno siglato un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo” (PNA). Nasceva, così, il primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano, con il coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali, secondo una condivisione di responsabilità tra ministero dell’Interno ed enti locali.

In Sardegna, sono operativi 17 Sprar che ospitano attualmente 283 persone.

 

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Religione, identità e cooperazione tra Europa, Africa e vicino Oriente saranno questi i temi della quarta edizione di Dialogando in programma a Stintino sabato 24 e domenica 25 novembre al Mut. L’evento, che dal 2015 a oggi ha messo il paese di pescatori al centro del bacino Mediterraneo, rappresenta una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli.

In questi anni i protagonisti sono stati i rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane in Italia, in Europa e nel Medio Oriente. Tra loro confronto e condivisione apertura, cooperazione e desiderio di pace.

«La voglia di dialogo non è mai mancata – afferma il primo cittadino di Stintino Antonio Diana – come dimostrano le testimonianze portate dagli stessi Imam e rappresentanti della religione cristiana che hanno partecipato ai due convegni del 2015 prima e a quello del 2016 poi. Con l’edizione di quest’anno vogliamo proseguire sul cammino della costruzione di un ponte con le religioni e favorire nuove occasioni di dialogo e di incontro.»

L’edizione di Dialogando 2018 quindi si aprirà sabato mattina, alle 9,30, nella sala riunioni del museo della Tonnara. Sono due le sessioni mattutine ed una quella pomeridiana.

La prima sessione, dal titolo Il Sudan come modello di Cooperazione allo sviluppo e moderata dal rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli e dal rappresentante dell’Accademia nazionale dei Lincei Piero Cappuccinelli, sarà preceduta dalla lettura magistrale dell’assessore regionale agli Affari Generali personale e riforma Filippo Spanu che illustrerà «il ruolo della Sardegna nella cooperazione internazionale». Alla prima sessione parteciperanno l’ambasciatore italiano nella Repubblica del Sudan, Fabrizio Lobasso, e l’ambasciatore sudanese in Italia Abdelwahab Hijazi.

Sono stati invitati a partecipare anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

La seconda sessione, dal titolo Il Libano come modello di dialogo interreligioso e civile, sarà moderata dall’arcivescovo di Sassari monsignor Gianfranco Saba. Tra i partecipanti di questa sessione il principe libanese Magid Talal Arslan, ricercatore in Scienze Politiche e Relazioni internazionali, quindi monsignor Youhanna Jihad Battah, vicario patriarcale della Chiesa Siro-Antiochena cattolica e vescovo di Beirut.

La terza sessione, quella pomeridiana, con inizio alle ore 15.00, dal titolo Identità religiose e culturali tra conflitto e cooperazione in Europa sarà moderata da Graziano Milia della Fondazione di Sardegna. All’incontro parteciperanno studiosi e docenti delle Università di Sassari, di Bologna, della Calabria e di Skopje.

La sessione sarà chiusa della presentazione del corso di laurea in “Sicurezza e Cooperazione internazionale” dell’Università degli studi di Sassari.

Il convegno quindi si concluderà con l’inaugurazione dell’edizione 2018 del presepe internazionale a grandezza naturale, realizzato a Stintino dall’associazione “Il tempo della memoria” ,in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

Domenica 25 novembre, invece, gli ospiti si sposteranno sull’isola dell’Asinara, per una visita ai luoghi della memoria della Grande Guerra.

L’organizzazione dei convegni Dialogando vede protagonisti, oltre all’amministrazione comunale stintinese, l’Arcidiocesi di Sassari, l’associazione “Il Tempo della Memoria”, l’Università di Sassari, il Centro studi il Mediterraneo, Al Mutawassit ed il Centro studi Golfo dell’Asinara.