2 November, 2024
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Comunicato stampa

Cecilia Mangini

Lo sguardo delle donne sul reale

In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, i Centri Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Alghero, Cagliari e Carbonia ed il Laboratorio di antropologia visuale “Fiorenzo Serra” di Sassari, insieme alla F.I.C.C. – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, e grazie alla collaborazione dell’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, del Festival del Reale, della Cineteca di Bologna e della Cineteca Lucana, organizzano “Cecilia Mangini. Lo sguardo delle donne sul reale”, una rassegna cinematografica ed un momento di approfondimento dedicati alla figura della grande fotografa, documentarista e sceneggiatrice, ed alla sua inestimabile eredità artistica, culturale, sociale e politica.

Si è ritenuto che la presente iniziativa, organizzata a poche settimane dalla sua scomparsa, fosse opportuno proporla proprio in questa occasione anche alla luce del privilegiato rapporto che l’autrice ha avuto con la Sardegna, fin dagli anni Sessanta, e in particolare con la Cineteca Sarda e la F.I.C.C., di cui è sempre stata amica e più volte ospite. 

Dalle ore 12.00 del 5 marzo alle ore 12,00 del 12 marzo 2021, in streaming gratuito sulla nostra piattaforma onlinesardegna.umanitaria.it, selezione di film di Cecilia Mangini e di registe e registi che, proprio come ha fatto lei per tutta la vita, rivolgono la loro cinepresa sulla realtà.

  • La canta delle marane (C. Mangini, 1961, 10′)
  • All’armi siam fascisti! (L. Del Fra, C. Mangini, L. Miccicché, 1962, 112′)
  • Essere donne (C. Mangini, 1964, 28′)
  • Brindisi ’65 (C. Mangini, 1966, 14′)
  • Facce (C. Mangini, P. Pisanelli, 2018, 7′)
  • In viaggio con Cecilia(M. Barbanente, C. Mangini, 2013, 74′)
  • Triangle(C. Quatriglio, 2014, 63’)
  • La linea sottile(P. Sangiovanni, N. Mimica, 2016, 80′)
  • La cena di Toni(E. Pandimiglio, 2017, 68′) [disponibile solo dal 5 al 10 marzo]
    • Breve dialogo con Cecilia Mangini (P. Marcias, 2019, 20′)

Martedì 9 marzo 2021, alle ore 18.00, online sulle nostre pagine Facebook (CSC Alghero Società Umanitaria, Cineteca Sarda-Società Umanitaria e CSC Carbonia-Iglesias Società Umanitaria), Cecilia Mangini e la sua eredità artistica e militante, tavola rotonda articolata in due moduli di approfondimento, con gli interventi di: Marco Asunis, Luca Del Fra, Gabriella Gallozzi, Paolo Pisanelli, Elisabetta Randaccio, Vincenzo Vita, Antonello Zanda e, a seguire, le autrici Mariangela Barbanente, Costanza Quatriglio, Elisabetta Pandimiglio, Paola Sangiovanni.

 

 

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Sono aperte le iscrizioni al Fiorenzo Serra Film Festival, il principale concorso cinematografico europeo sull’etnografia, che quest’anno raggiunge la sua quarta edizione. Dopo l’exploit del 2019, con oltre 800 pellicole in gara da tutto il mondo, la rassegna – che si terrà ancora a Sassari nell’autunno prossimo, in date ancora da definire – vuole consolidare l’alto livello qualitativo dei film delle passate edizioni. Il tema scelto è quest’anno “La dimensione culturale del cibo”, un argomento che anche durante il lockdown ha potuto ispirare i registi, visto il ritorno all’ambito domestico forzato dall’emergenza sanitaria.
L’appuntamento è organizzato dal Laboratorio di Antropologia visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria, in collaborazione con l’Università di Sassari – Dipartimento di Storia e scienze dell’uomo. Il concorso dedicato al documentarista sassarese Fiorenzo Serra prevede la distinzione tra medio-lungometraggi (oltre i 30 minuti) e cortometraggi. Il montepremi complessivo di ottomila euro prevede due premi per categoria: 2.500 euro per il primo e 1.500 per il secondo classificato tra i film più lunghi, 1000 euro per il primo e 500 per il secondo tra i corti. Come nella scorsa edizione, la categoria speciale intitolata ad Antonio Simon Mossa, cineasta e fraterno amico di Fiorenzo Serra, premierà i film in gara che non rispettano il tema indicato ma presentano qualità di grande interesse etno-antropologico. Al miglior medio-lungometraggio andranno 1.000 euro, 500 al migliore corto. Novità di quest’anno sarà un premio speciale, il “Premio Umanitaria”, di 1.000 euro, assegnato da una giuria composta dagli operatori di tutte le sedi della Società a uno dei cortometraggi in concorso.
La partecipazione è aperta a tutti, filmmaker e appassionati cineasti. Ogni autore potrà inviare più di un film, anche già edito o presentato in altri concorsi. L’iscrizione può essere effettuata sul sito www.fiorenzoserrafilmfestival.it, compilando il modulo apposito dopo aver preso visione del bando. La scadenza per partecipare è fissata al 31 agosto 2020, il termine ultimo di ricezione dei lavori il 7 settembre. La giuria sarà composta da esperti di etnografia, antropologia, cinema e cultura.

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“Manlio Brigaglia”, l’inedito filmato di Peter Marcias, in chiusura della mostra del libro “Qui c’è aria di Cultura”, a Tempio Pausania, è stato come un tuffo al cuore. È stato come incontrare per un’ultima volta ancora questo personaggio di straordinaria cultura che per la sua capacità comunicativa era riuscito a farsi apprezzare ed amare da intere generazioni.

E lo stesso Peter Marcias, classe 1977, in apertura della serata alla Casa del fanciullo, ha raccontato al pubblico le curiosità e i retroscena del suo rapporto con questo grande intellettuale, prima, durante e dopo la realizzazione del docufilm “Uno sguardo alla terra”,  alla riscoperta del capolavoro di Fiorenzo Serra di cui Manlio Brigaglia era stato il protagonista nella stesura dei testi. La video-testimonianza, estrapolata da un elaborato di almeno tre ore, rappresenta una delle ultime interviste, forse l’ultima rilasciata dal “professore” prima della scomparsa, ed è ricavata dal contenuto extra del documentario distribuito da Istituto Luce Cinecittà, ancora in fase di produzione.

Dopo tre giornate intense tra presentazioni, eventi, concerti e spettacoli con al centro l’editoria e le produzioni librarie dell’isola, la manifestazione organizzata dall’AES di concerto con l’amministrazione comunale tempiese e la collaborazione della libreria Bardamù, si è conclusa con il reading letterario a cura del Circolo Culturale Aristeo, dedicato a un’altra icona della cultura sarda, Enrico Costa, e al suo romanzo “Il muto di Gallura”, che più di tutti è ispirato al nord-est dell’isola. Il sipario sull’intera manifestazione è calato sulle ruvide narrazioni dell’attore Daniele Monachella, dalle quali sono scaturite le suggestioni della tremenda faida che dal 1850 al 1856 aveva sconvolto il territorio di Aggius.

Spigliato e brillante, un entusiasta Matteo Porru è stato invece il grande protagonista degli incontri con gli autori allo Spazio Faber, dove nel rispondere alle domande del giornalista Salvatore Taras ha raccontato la sua esperienza di fresco vincitore, a Venezia, del prestigioso Premio Campiello Junior. «È stato come diventare ciò che avevo sempre sognato di essere -ha dichiarato il giovane scrittore cagliaritano –. Ai giovani autori consiglierei tanta pazienza, non correre mai, anche se nel mio caso sembrerebbe un paradosso. È stata sicuramente una cosa che ti cambia la vita. Senza alcuna presunzione, cambia il modo di sentirti autore».

Tra storia e letteratura il romanzo “Eva Canta” di Maria Tiziana Putzolu, edito da Aipsa e presentato dall’autrice assieme ad Anna Maria Baldussi, è stato occasione per rievocare un momento difficile e controverso della storia italiana, quello coloniale. Tratto dalla storia vera di una famiglia di imprenditori ferraresi, il narrato si snoda su più spazi temporali, permettendo al lettore di calarsi in contesti che spaziano dall’avvento fascista sino alla fuga verso una Tripoli in cantiere. E quindi nel dopoguerra, in una Sardegna impoverita e proiettata verso le speranze del piano di rinascita.

Di assoluta originalità il volume “Carrasegare Design” realizzato da Mara Damiani per Arkadia Editore. Dopo aver riscoperto in Sardegna tanti spunti di ispirazione per il suo lavoro, rapita da Nivola e affascinata dalle opere di Tavolara, l’autrice ha fatto tesoro della lunga esperienza nel mondo della grafica e del design (che gli ha permesso di lavorare per la Disney), traducendo la sua folgorazione per i carnevali e le maschere della tradizione in un linguaggio costituito da elementi grafici essenziali ma dal forte impatto emozionale.

Dalla mostra del libro non poteva essere trascurato Fabrizio De Andrè, personaggio amato come pochi altri dai cittadini di Tempio Pausania. Alla libreria Bardamù, dopo l’inaugurazione della mostra artistica “Il mondo illustrato di Simone Sanna”, Giuseppe Pulina ha presentato il libro “Fratello senza peccato”, edito da Paolo Sorba, in compagnia dell’autrice Brunella Lottero e del protagonista Filippo Mariotti.

Una presentazione resa ancora più accattivante dalle interpretazioni canore dell’artista Daniela Pes. È la storia di un’amicizia divenuta fraterna tra il fattore dell’Agnata ed il padrone di casa, in cui sono rivelati i momenti della vita quotidiana nella tenuta, il rapporto con l’isola e con la Liguria, quello con i media, il dramma e i retroscena del sequestro fino agli aspetti più semplici della vita e le fragilità che forse sono state anche il motore ispirativo delle sue più indimenticabili canzoni.

Nel tracciare un primo bilancio dell’evento, la presidente AES Simonetta Castia ha evidenziato la mostra del libro di Tempio Pausania abbia centrato l’obiettivo di creare un dialogo tra la comunità gallurese e il mondo dell’editoria libraria sarda, suscitando interesse e curiosità: «Nondimeno ha permesso di fare emergere le criticità del settore – come evidenziato nel dibattito tra editori e librai – nella consapevolezza che sia opportuno presentare delle modifiche per una vera attualizzazione della legge regionale sull’editoria».

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“How big is the galaxy?”, della regista russa Ksenia Elyan, ha vinto la terza edizione del Fiorenzo Serra Film Festival. Il concorso, organizzato dal Laboratorio di Antropologia visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria di Sassari, si è concluso ieri sera con la cerimonia di premiazione alla Camera di commercio del nord Sardegna. Il tema di quest’anno è stato “Aspetti materiali e simbolici del pastoralismo”. Alla vincitrice, presente in sala, è stata consegnata una targa ricordo insieme al premio di tremila euro.
Il film è la ricerca di una chiave di comprensione della libertà, della conoscenza e della civiltà nei vasti spazi artici della Siberia, a centinaia di miglia da abitazioni umane, attraverso gli occhi di Zakhar, un bambino indigeno di 7 anni.

«Grazie alla regista Ksenia Elyan per aver narrato, attraverso l’originalità del suo sguardo ed una visione poetica di questa realtà, una storia di terre lontane ma prepotentemente vicine nei sentimenti che accomunano e rendono uguali tutti gli esseri umani», si legge nelle motivazioni del premio.
Al secondo posto si è piazzato “Sheep hero”, dell’olandese Ton Van Zantvoort: la storia di un pastore olandese di pecore che, accanto a una concezione idealista e a tratti romantica del suo lavoro, svela le contraddizioni di un’attività tradizionale in un mondo globale, in uno scontro fra le esigenze di un pastore e del suo gregge e quelle di una realtà fondata sulla massimizzazione dei profitti. Chiude la terna dei vincitori In questo mondo, dell’italiana Anna Kauber, che narra con grande delicatezza il lavoro sfiancante di oltre cento donne pastore in Italia, tra i 20 e i 102 anni, simbolo di come si possa sconfiggere qualsiasi cosa, compresi i pregiudizi di occhi annebbiati da secoli di maschilismo, machismo o “meschinismo”. Al secondo e terzo classificato sono stati assegnati, rispettivamente, 2000 e 1000 euro.
Menzione speciale, infine, per “Climbing the universe”, della regista nuorese Monica Dovarch.
La sezione dedicata ad Antonio Simon Mossa, che raccoglie i film incentrati su tematiche sociali, è stata invece vinta dal regista Stalin Kalidas con A tale of bad morning in India, sulla miserrima vita degli spazzini manuali e sulla discriminazione sociale tuttora imperante in quel Paese; al vincitore è andato un premio di 1500 euro. Menzione speciale per l’italiano “Pescamare”, di Andrea Lodovichetti, «per aver saputo trasmettere l’importanza della vita e del duro ed appassionante lavoro del pescatore di professione ricostruendo le memorie, la continuazione e la ripresa attuale di un saper fare che fa parte dell’eredità culturale immateriale del nostro Paese».
Il Fiorenzo Serra Film Festival ha raccolto oltre 860 film provenienti da tutto il mondo. Di questi sono stati selezionati circa trenta lavori per le due sezioni, con un lungo lavoro di scelta e valutazione. Ad assegnare i premi è stata la giuria composta da Fabio Olmi (direttore della fotografia e figlio del regista Ermanno), Alessia Glielmi (antropologa dell’Università di Torino), Sebastiano Mannia (antropologo dell’Università di Palermo), Giannetta Murru Corriga (antropologa esperta di pastoralismo in Sardegna), Antonio Bisaccia (direttore dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari), Rosanna Castangia (titolare della casa di produzione cinematografica Bencast), Giuliano Marongiu (artista sardo ed esperto di etnografia), Simonetta Columbu (attrice e figlia del regista sardo Giovanni Columbu), Lorenzo Hendel (regista televisivo e documentarista, responsabile editoriale della trasmissione DOC3) e Pietro Simon, figlio di Antonio Simon Mossa. La serata è stata presentata da Silvia Busia.
La rassegna è stata realizzata in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il comune di Sassari, l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, la Camera di Commercio di Sassari, il Dipartimento di Storia e scienze dell’uomo dell’Università di Sassari e la Filmoteca Regionale Siciliana.

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La mostra regionale del libroQui c’è aria di Cultura si chiude domani 23 novembre a Tempio Pausania accogliendo il giovane vincitore del premio Campiello Junior, Matteo Porru, che intervistato da Salvatore Taras racconterà al pubblico dello spazio Faber la sua entusiasmante esperienza al prestigioso concorso letterario di Venezia.

Ma la serata si annuncia ricchissima di eventi. In un connubio tra cinema e letteratura, il regista Peter Marcias, alle 19.00, alla Casa del fanciullo presenterà il documentario Manlio Brigaglia, un inedito contenuto extra del film Uno sguardo alla terra” distribuito da Istituto Luce Cinecittà. La video intervista è stata realizzata pochissima distanza dalla morte del grande intellettuale di origini tempiesi, al quale in apertura della mostra del libro è stata intitolata la Sala Lettura del Palazzo degli scolopi.

Il lavoro è nato con l’idea di osservare la realtà dell’isola tra passato e futuro, con la volontà di recuperare uno dei più importanti lavori del cinema etnografico, “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, al quale Manlio Brigaglia aveva offerto il suo contributo con la realizzazione dei testo. A introdurre questo speciale omaggio cinematografico a Brigaglia, assieme a Peter Marcias ci sarà Paolo Serra della Società Umanitaria di Carbonia.

A concludere l’intera manifestazione alle 20 sarà poi l’attore Daniele Monachella (premio Roma comic off 2018) nell’avvincente interpretazione dell’evento reading Enrico Costa… Il muto di Gallura”, realizzato in collaborazione con il Circolo Culturale Aristeo.

L’evento organizzato dall’AES in collaborazione con l’amministrazione comunale di Tempio è entrato nel vivo già nel pomeriggio di venerdì. L’inaugurazione della mostra artistica “Noi e il mondo”, a cura di AES e Casa Falconieri, ha fatto da apripista agli incontri con gli autori allo Spazio Faber, dove è stata allestita l’esposizione delle pubblicazioni di ben trentuno case editrici.

Un lungo nastro di stoffa decorata realizzato dall’artista Gabriella Locci è stato disteso per circoscrivere la sala, sorretto da donne e uomini invitati a leggere i passi letterari riportati sul fronte dell’opera, significative citazioni di Grazia Deledda, Gramsci, Dessì, Satta e tanti altri grandi nomi che hanno segnato la storia della letteratura sarda. Un modo per avvicinare alla lettura, ma non solo.

La città di Tempio è stata in questo modo unita idealmente, emulando in modo originale la straordinaria operazione realizzata nel 1981 da Maria Lai con gli abitanti di Ulassai, attraverso l’utilizzo di un lungo nastro celeste, meravigliosa intuizione per legare le case del paese alla montagna e in questo fungere da esortazione per superare le divisioni interne della comunità.

Gli incontri con gli autori della sezione “Tra Isola e mondo” moderati da Salvatore Taras, hanno preso il via con la presentazione del volume fotografico Nuraghi Paesaggi e stagioni di Salvatore Pirisinu, edito da Mediando. Dopo l’intervento dell’editrice Simonetta Castia, il noto archeologo Rubens D’Oriano ha illustrato i contenuti dell’opera attraverso un’analisi della fotografia nel contesto contemporaneo, e ha quindi contestualizzando gli elementi di un paesaggio profondamente pervaso dalla presenza dei meravigliosi monumenti nuragici. Il volume contiene foto di meravigliosi paesaggi sardi ripresi nel corso della quattrostagioni.

L’autrice Isabella Mastino ha esposto i contenuti della sua seconda antologia su Grazia Deledda, Il Viaggio, attraverso una lettura appassionata e travolgente di alcuni brani del volume pubblicato da Alfa Editrice. L’opera rappresenta un viaggio letterario nell’animo umano in quattro capitoli che riassumono e commentano quattro romanzi della Deledda. Mastino ha espresso il desiderio di realizzare una prossima, terza antologia.

Simpatica e accattivante è stata la presentazione diPiccinni in Castòrias di Giuseppe Tirotto. Il libro della Nor edizioni, una raccolta di simpatici racconti in gergo castellanese, alcuni dei quali premiati in importanti concorsi letterari a livello regionale, come il Premio Ozieri. Il testo narra le vicissitudini di un momento cruciale di passaggio da una società prettamente contadina a una condizione preindustriale, attraverso le avventure di un ragazzo che ripercorre quasi in modo mitico aneddoti sui giochi di guerra dei bambini, sul cinema, l’arrivo della televisione, l’emigrazione e altri temi.

Gli incontri chiudere gli incontri con gli autori è stata la presentaiozne de Il quadro segreto di Leonardo, dello scrittore Fabio Delizzos, a cura della libreria Bardamù. Pungolato dalle domande del giornalista Giuseppe Pulina, Delizzos ha illustrato il lungo lavoro di ricerca che ha anticipato la redazione dell’opera, e ha elencato anche alcuni aspetti poco conosciuti della vita del grande genio toscano. In chiusura sono fioccate le domande da parte del pubblico.

La serata si è conclusa al Teatro Casa del Fanciullo con lo spettacolo danzatoSnowflex. Storia di un fiocco di neve”, a cura della compagnia Moviment’arti di Tempio per la regia e le coreografie di Daniela Tamponi. Sala gremita per un lavoro musicale e multimediale che ha coinvolto i più piccoli, applauditissimi protagonisti di un’opera ispirata all’omonimo libro di Simone Sanna edito da Taphros.

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“Storie, regie e istinto” è il tema della masterclass in programma domani, venerdì 22 novembre dalle 9,30, alla Camera di commercio di Sassari e curata da Marco Leopardi, inserita nel Fiorenzo Serra Film Festival. L’incontro con il regista e documentarista romano sarà l’ultimo dei tre incontri formativi organizzati dal Laboratorio di Antropologia visuale della Società Umanitaria di Sassari che fanno da corollario alla terza edizione del Festival e che hanno visto la partecipazione del direttore della fotografia Luciano Tovoli e del regista Lorenzo Hendel.
Marco Leopardi ha studiato fotografia all’Istituto Europeo del Design di Roma. Dal 1990 si occupa della realizzazione di documentari, curandone la regia e la fotografia. I suoi interessi sono rivolti al documentario sociale, antropologico e ambientale. I suoi documentari sono stati trasmessi, tra gli altri, da RAI, NDR, ARTE, YLE, National Geographic channel, Al Jazeera. La sua più recente produzione è “Questo è mio fratello”, Menzione speciale ai Nastri d’argento DOC 2019.
Domani si concluderanno, inoltre, le proiezioni dei film in concorso nella sezione principale e in quella intitolata ad Antonio Simon Mossa. In programma dalle 18 alle 23,30 al Moderno Cityplex di viale Umberto: “El canto de los dioses”, di Pablo Di Leva (Mali-Mauritania, 2019); Bhumi, di Olena Kutinova (Ucraina, 2019); Tundere, di Giampaolo Catogno (Sardegna, 2019); Time is water, di Fernando Cola (Perù 2018); In questo mondo, di Anna Kauber (Italia, 2018); Voices of the sacred mountain, di Fernando Cola (Colombia, 2018); Longye: the jungle god, di Lesley Mapstone (Nepal, 2018); Cuerdas, di Marga Gutierrez Diez (Perù, 2018).
Tutte le proiezioni sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, così come le masterclass del mattino. Il Fiorenzo Serra Film Festival è realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il comune di Sassari, l’Accademia delle Belle Arti Mario Sironi di Sassari, la Camera di Commercio di Sassari e la Filmoteca Regionale Siciliana.

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Sarà Lorenzo Hendel, regista televisivo e documentarista, il secondo ospite del Fiorenzo Serra Film Festival in corso di svolgimento a Sassari. Dopo lo straordinario incontro di oggi con Luciano Tovoli, Nastro d’argento e direttore della fotografia in capolavori di Antonioni, Comencini, Scola, Argento, gli incontri con i grandi del cinema proseguiranno domani, 21 novembre, alle 9,30, con la masterclass di Lorenzo Hendel “Drammaturgia del cinema documentario” alla Camera di commercio del nord Sardegna, in via Roma 74.
Regista televisivo e documentarista, Hendel è stato responsabile editoriale della trasmissione DOC3 – lo storico spazio di Rai3 dedicato ai documentari -, per la quale selezionava i filmati e seguiva gli autori nella fase realizzativa dei progetti. Ha fatto parte delle giurie dei più importanti festival internazionali dedicati ai documentari (Idfa di Amsterdam, Hot Docs di Toronto, Mipcom di Cannes, Milano Film Festival). È fratello di Paolo, noto attore teatrale e cinematografico.
Proseguono intanto le proiezioni dei film in concorso nella sezione principale e in quella intitolata ad Antonio Simon Mossa. In programma domani dalle 17,30 alle 23,30 al Moderno Cityplex di viale Umberto: Pescamare di Andrea Lodovichetti (Italia, 2019); Poop on poverty di Vijay S. Jodha (India, 2013); Forty keys di Sadegh Ghasemi (Iran, 2018); Oro blanco di G. Carbajal Rodriguez (Argentina, 2018); Wantoks: dance of resilience in Melanesia di Iara Lee (Isole Salomone, 2019); Laba in Buddha di Haroan Cen (Cina, 2019); Beloved di Yaser Talebi (Iran, 2019); How big is the galaxy? di Ksenia Elyan (Russia, 2018); Money marriage di Emeka Chukwuleta (Nigeria, 2019); People of the Wasteland di Heba Khaled (Siria, 2018); In the devil’s garden (di Pavel Borecky (Algeria, 2018); A tale of bad morning in India di Stalin Kalidas (India, 2017); La patente di Giovanni Gaetani Liseo (Italia, 2019).
Tutte le proiezioni sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, così come le masterclass del mattino. Il Fiorenzo Serra Film Festival è realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il comune di Sassari, l’Accademia delle Belle Arti Mario Sironi di Sassari, la Camera di Commercio di Sassari e la Filmoteca Regionale Siciliana.

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Giovedì 21 novembre prende il via la X edizione delle Giornate del Cinema del Mediterraneo, presso la Casa del Cinema di Iglesias.
Domani 18 novembre, alle 18.00, ci sarà un’anteprima della manifestazione con la proiezione del documentario “La famiglia, la patria” del giovane regista sardo Alberto Diana, alla quale seguirà un altro documentario: “L’ultimo pugno di terra”, di Fiorenzo Serra.
La  manifestazione è promossa ed organizzata dal Centro Iniziative Culturali ARCI – Iglesias, in collaborazione con la Società Umanitaria. E anche per questa edizione il direttore artistico della kermesse sarà il regista Enrico Pau.
Il tema di questa edizione è il viaggio.

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Due film sardi concluderanno in bellezza, ad Asuni, la XII edizione del “terre di confine” filmfestival dedicata alla Libertà. Il primo è “Dalla quercia alla Palma”, il documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di “Padre padrone”, film dei Fratelli Taviani vincitore della Palma d’oro dal Festival di Cannes, e tratto dall’omonimo libro di Gavino Ledda. Sarà presentato al MEA, alle 16.30, dallo stesso Sergio Naitza con Luca Melis (produttore e direttore della fotografia).

Il secondo è “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda, costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra, con le musiche originali di Paolo Fresu, la cui proiezione, alle 20.30, che concluderà il ricco programma della kermesse.

E proprio la Cineteca Sarda dedica un interessante convegno, alle 19.30, al mondo del cinema ed in particolare al tema della conservazione, agli archivi, al cinema di famiglia, al riutilizzo ed alla divulgazione. All’incontro prenderanno parte i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda.

La mattinata sarà invece dedicata all’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, un incontro molto atteso con i registi cileni José María González e Francisco Hervé che si svolgerà al Central Bar, alle 12.45. Mentre alle 11.00, al MEA, si terrà Omaggio a Ermanno Olmi, con la proiezione del film “Il villaggio di cartone”.

Tra gli altri appuntamenti della serata, alle 15.00, un segmento del festival dedicato al Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth. Il film racconta le avventure di Roberto, un giovane timido e appassionato di avventure e di Lalo, suo fratello, amante delle forti emozioni. Entrambi i fratelli vanno a visitare il nonno malato terminale, il quale darà loro una missione molto speciale: quando morirà i due fratelli dovranno liberare il suo amato cavallo prima che sia venduto. Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

 

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Domani ad Asuni per il “terre di confine filmfestival” arriva lo scrittore cileno Antonio Arèvalo, uno dei più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa, uno dei protagonisti del docu-film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, che sarà proiettato al MEA alle 18.50. Un film che racconta il golpe in Cile del ‘73 ma è rivolto all’Italia di oggi.

Antonio Arèvalo è un poeta, critico e curatore d’arte contemporanea nato a Santiago del Cile nel 1958. In tanti anni si è fatto anticipatore di istanze espressive molto vitali e identitarie, fin dalla grande mostra dedicata all’Arte Latinoamericana in Italia, per la I edizione del FotoGrafia Festival di Roma. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con l’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma, organizzando allo stesso tempo esposizioni, festival e eventi culturali internazionali per importanti istituzioni, fondazioni, musei e gallerie d’arte.

Fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, è stato curatore e commissario della 49ª edizione della Biennale  nel 2001, presentando l’artista Juan Downey, premiato con la Menzione d’Onore dalla Giuria Internazionale. Curatore della III edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove, è tornato al ruolo di curatore del padiglione del Cile alla 53ª Biennale di Venezia, con l’artista Iván Navarro.

Al Museo dell’Emigrazione di Asuni, alle 20.30 presenterà, assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu, il suo libro “Le terre di nessuno”, una raccolta poetica di versi scritti tra il 1980 e il 2016.

Ad inaugurare la giornata del “terre di confine”, sabato al MEA alle 11.30, sarà però “No – I giorni dell’arcobaleno”, un film di Pablo Larraín. Tra gli altri appuntamenti, alle 16 si terrà l’incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”. Alle 16.30 nuovo incontro con Nicola Contini e il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica” e, alle 17 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Quindi, alle 18.50, la proiezione di “Santiago, Italia” con la presenza di Antonio Arévalo e, alle 20.30 la presentazione del suo libro “Le terre di nessuno”. Gran finale di serata alle 21.30 al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Il programma di domenica 17 marzo. Alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00, il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30, altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30, nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20.30, con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.