22 November, 2024
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Venerdì 30 agosto 2019, alle ore 10,30, presso la biblioteca comunale del comune di Perdasdefogu, è stata indetta una conferenza stampa per illustrare le iniziative e le proposte da adottare (innanzitutto la costituzione di un’apposita fondazione regionale) al fine di preservare la proprietà e la detenzione in Sardegna degli isolati genetici e del materiale genealogico, epidemiologico e genomico relativi alla mappatura genetica della popolazione ogliastrina (avviata nel 2000 per costruire un modello per l’identificazione delle cause genetiche delle malattie multifattoriali comuni e dei fattori di rischio ad esse associate) e destinarli ai centri di ricerca sardi per tutte le connesse utilizzazioni scientifiche.

Interverrà il presidente dell’Associazione per la tutela del Dna ogliastrino, Flavio Cabitza. Oltre agli assessori regionali della Sanità, Mario Nieddu, della Programmazione, Giuseppe Fasolino, degli Enti locali, Quirico Sanna, dei Trasporti, Giorgio Todde, e dell’Industria, Anita Pili, è stato invitato a partecipare anche il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, già presentatore nella scorsa legislatura di un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale (27 luglio 2016) sulla necessità di un urgente intervento della Regione al fine di preservare la proprietà e la detenzione in Sardegna del materiale biologico inerente il patrimonio genetico della comunità ogliastrina.

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La lunga e complessa vicenda del Dna di 13.000 ogliastrini, per la quale fra l’altro c’è un processo in corso, è arrivata ad una svolta decisiva sia sulla proprietà del patrimonio genetico che per il suo utilizzo a fini di ricerca.

Lo ha annunciato in una conferenza stampa svoltasi in Consiglio regionale il presidente dell’associazione “Identità Ogliastrina” Flavio Cabitza che ha comunicato i risultati più significativi ottenuti dalla stessa associazione: il patrimonio genetico è di proprietà dei donatori che potranno averlo in restituzione ed i campioni ottenuti saranno custoditi dall’Università di Sassari che, assieme a quella di Cagliari, potranno utilizzarlo a fini di ricerca, in autonomia o con altri partner selezionati in base a rigorosi criteri scientifici.

«Siamo qui nella sede del Consiglio regionale – ha dichiarato fra l’altro Cabitza – perché per noi il supporto delle istituzioni è fondamentale e soprattutto perché vogliamo rivolgere al governo regionale di oggi e di domani un appello ad impegnarsi nella ricerca scientifica.»

«La società inglese alla quale erano stati ceduti i campioni – ha aggiunto – ha cominciato a restituire i primi 50 campioni e continuerà a farlo mentre noi abbiamo già raccolto circa 1500 adesioni da altrettanti donatori che metteranno a disposizione il loro Dn per scopi di ricerca. La cosa importante, è che tutto avverrà con la regia dei due atenei sardi, stabilendo il principio che la ricerca deve rimanere in Sardegna e deve essere guidata dalla Sardegna in ogni suo possibile sviluppo.»

Dopo l’intervento della ricercatrice dell’Università di Sassari Grazia Fenu, che ha sottolineato le potenzialità della ricerca, ha preso la parola a nome dell’Università di Cagliari Germano Orrù secondo il quale il suo ruolo degli atenei dovrà essere quello di fare da “filtro” scientifico non solo sullo studio ma su tutte le ricadute che potranno essere generale sul territorio.

Il docente dell’istituto accademico King’s College di Londra Mario Falchi, sardo e coordinatore del comitato scientifico dell’associazione Identità Ogliastrina, ha messo in evidenza l’importanza della ricerca che, nelle sue varie fasi, ha sempre mostrato la capacità di mettere in moto una serie di attività collegate con un impatto molto positivo nelle società di riferimento.

Il giornalista Giacomo Mameli infine, componente dell’associazione e a suo tempo donatore, ha detto di credere molto nella ricerca ma molto meno nelle “intromissioni” politiche. «La nostra azione – ha specificato – è quella di sensibilizzare la comunità ogliastrina e tutta la Sardegna su questi temi, anche in campi diversi dalla ricerca genetica, per fare in modo che la ricerca nasca e cresca nella nostra terra e che i sardi siano i primi beneficiari dei suoi risultati».

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Venerdì 9 novembre, dalle 10.00, nella sala stampa del Consiglio regionale, il consigliere Gaetano Ledda (Psd’az – La Base) incontra i giornalisti per illustrare le iniziative per preservare la proprietà e la detenzione del DNA della popolazione ogliastrina. Parteciperanno alla conferenza stampa: il Rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, Il presidente dell’associazione Identità ogliastrina Flavio Cabitza, il sindaco di Ussassai Gian Basilio Deplano, il sindaco di Escalaplano Marco Lampis, il professore associato della Computational Genomics King’s College di Londra Mario Falchi, la professoressa Grazia Fenu del Dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari, il professore associato del dipartimento di microbiologia di Cagliari Germano Orrù ed il giornalista Giacomo Mameli.  

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«Chiediamo che la Giunta rompa il silenzio sulla svendita del patrimonio genetico dei sardi, che 13.000 ogliastrini in buona fede hanno messo a disposizione della scienza per sviluppare la ricerca e migliorare la salute della nostra comunità.»

Lo ha dichiarato il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, primo firmatario di una mozione, sottoscritta anche da consiglieri regionali di altre forze politiche, con cui si chiede alla Giunta di riferire al Consiglio regionale sulla vicenda che, dopo il fallimento della Shardna Spa, portò alla vendita di 13.000 campioni di Dna prelevati in Ogliastra alla Tiziana Life, una società inglese quotata in borsa.

«Su questo argomento il Consiglio regionale – ha ricordato Angelo Carta – ha già approvato nel 2016 due ordini del giorno con i quali si impegnava la Giunta a garantire il corretto utilizzo scientifico di questo importantissimo patrimonio genetico nell’interesse dei sardi ma, da allora, non è successo nulla e non possiamo accettare questo silenzio, sia da parte della Regione che del Cnr che dovrebbe svolgere un ruolo di riferimento nelle attività di ricerca».

«Nel frattempo – ha concluso il capogruppo del Psd’Az – i cittadini dell’Ogliastra non sono stati con le mani in mano ed hanno costituito una associazione per tutelare i loro sacrosanti diritti in ogni sede giuridica.»

Di questo particolare aspetto della vicenda ha parlato successivamente il presidente dell’associazione Flavio Cabitza che ha annunciato la richiesta di restituzione dei campioni di Dna già avanzata formalmente da 50 cittadini, mentre prosegue la raccolta delle adesioni di tutti i soggetti che, circa 15 anni fa, accettarono di partecipare alla ricerca fornendo un “consenso informato”.

«Un consenso – ha precisato Cabitza – che non può essere trasferito se nel frattempo sono totalmente cambiati sia i soggetti coinvolti che le condizioni, come ha stabilito una pronuncia del Garante della Privacy dell’ottobre scorso; attualmente, quindi, nessuno può utilizzare quei campioni.»

«Tuttavia – ha aggiunto Cabitza – quello che ci preoccupa di più è il silenzio su questa vicenda del presidente Pigliaru e degli assessori Paci ed Arru (che è anche un ematologo), come del Cnr al quale abbiamo chiesto un incontro due mesi fa senza ottenere nessuna risposta. Sappiamo però che le bio-banche sono uno dei motori delle economie più avanzate, soprattutto quando se composte da campioni omogenei appartenenti a comunità ristrette, un dato di conoscenza che rende molto più facile (e meno costoso) ricostruire sia l’incidenza che i percorsi delle malattie. Per fare un esempio degli interessi in gioco (anche economici) basti pensare che i campioni Dna degli islandesi sono stati pagati 450 milioni di euro mentre quelli dei sardi appena 285.000 euro.»

«Delle vicissitudini del patrimonio genetico dei sardi – ha concluso il presidente dell’associazione dei donatori ogliastrini – si è occupata a lungo la stampa locale, nazionale ed internazionale, che ringraziamo per aver tenuto alta l’attenzione su un problema così importante; adesso, attraverso questa mozione. se ne devono occupare sul serio le istituzioni regionali che ci permettiamo di chiamare direttamente in causa, crediamo, a nome di tutti i sardi.»

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La nuova Sezione sardista di Sassari intitolata a “Michele Columbu”, ha organizzato un incontro aperto sul tema della centralità e sulle prospettive della politica identitaria del Partito Sardo d’Azione, che si terrà domani, sabato 18 febbraio 2017, a partire dalle ore 17.30, nella sala riunioni di Aliservice, in via Predda Niedda.

I lavori, che vedranno la partecipazione del segretario nazionale sardista Christian Solinas, del presidente Giovanni Columbu e del commissario provinciale Christian Stevelli, saranno introdotti dalla relazione di presentazione della nuova sezione della segretaria Giovanna Margherita Golme, ed intendono costituire una tappa ed assieme fare il punto sul confronto-dibattito e le possibili convergenze programmatiche del mondo della politica identitaria sarda.

All’incontro, che verrà moderato dal presidente dell’Associazione per la Tutela dei Diritti dei Sardi e dirigente sardista Flavio Cabitza, hanno dato l’adesione diversi rappresentanti delle istituzioni e della politica identitaria quali Angelo Carta (PSd’Az), Paolo Zedda (Rossomori), Anthony Muroni, Claudia Zuncheddu (Sardegna Libera), Bustianu Compostu (Sardigna Natzione), Gianfranco Sollai (Gentes).

L’appuntamento si annuncia di grande rilevanza anche sotto il profilo politico, poiché quello identitario è un valore fondamentale sul quale i sardisti hanno già dichiarato di voler misurare qualunque futura ed eventuale alleanza per il Governo della Sardegna.

 

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale discuterà dell’Italicum, con l’esame di una mozione di 33 consiglieri di diverse forze politichei, primo firmatario Christian Solinas (Psd’Az ).

«Con la nuova legge elettorale, meglio nota come Italicum – ha detto Christian Solinas nel corso di una conferenza stampa -, lo Stato italiano calpesta per l’ennesima volta i diritti dei Sardi sia come popolo che, soprattutto, come minoranza linguistica.»

«Siamo di fronte ad una vera e propria discriminazione – ha precisato Solinas – che da un lato viola le norme a tutela delle minoranze linguistiche contenute nell’ordinamento europeo e nazionale e, dall’altro, prevede tutele solo per le minoranze della Val d’Aosta, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia attraverso un meccanismo che consente ai candidati di queste Regioni di avere nel prossimo parlamento una rappresentanza sicura a differenza della Sardegna; per questo chiederemo al presidente Pigliaru di impegnarsi a difendere la Sardegna in ogni sede istituzionale e, se necessario, anche davanti alla Corte Costituzionale.»

Il prof. Felice Besostri, componente della commissione Affari costituzionali del Senato ed autore del ricorso con cui la Corte Costituzionale ha sostanzialmente bocciato il cosiddetto Porcellum ha ricordato che già quella legge prevedeva comunque precise deroghe a favore degli elettori di alcune Regioni a Statuto Speciale «per assicurare loro una rappresentanza pur non potendo raggiungere la quota del 4% fissata a livello nazionale; la grave discriminazione ai danni della Sardegna consiste nel fatto che non può usufruire di queste deroghe perché il suo Statuto non prevede esplicite norme di tutela come minoranza linguistica, pur essendo la più numerosa minoranza del Paese». «Consentendo solo ad alcune minoranza di eleggere propri rappresentanti – ha concluso Besostri – in pratica si fa anche un favore a quelle componenti politiche che, storicamente, hanno sempre tenuto un atteggiamento benevolo nei confronti del Governo centrale, come i Valdostani ed i Tirolesi, ma la legge deve essere uguale per tutti».

Flavio Cabitza, a nome dell’Associazione per la tutela dei Sardi, ha rivendicato “con orgoglio” la battaglia di tutti i partiti identitari contro le discriminazioni presenti nella normative elettorale per le elezioni Europee, precisando che «ora spetta alla politica sarda difendere la Sardegna».

Siamo una comunità culturale e linguistica, ha detto in Sarah Golme in rappresentanza dell’Associazione donne sarde, «perciò rivendichiamo anche in materia elettorale quote sarde e non quote rosa».

Per il segretario nazionale del Psd’Az Giovanni Columbu «il partito sosterrà col massimo impegno una battaglia come questa che riguarda diritti e principi fondamentali dei cittadini sardi, perché è inaccettabile che con le elezioni l’Italia sia rappresentata in Sardegna ma la Sardegna non sia rappresentata in Italia».

Il consigliere regionale del Psd’Az Christian Solinas infine, auspicando un sollecito esame della mozione, ha annunciato che è stato presentato anche un ricorso al Tribunale civile di Cagliari contro la legge relativa alle elezioni del Consiglio regionale. «Il ricorso – ha affermato l’avv. Roberta Campesi – è articolato su quattro punti principali: attribuzione del premio di maggioranza, soglie di accesso, rappresentanza di genere e, anche in questo caso, tutela della minoranze linguistiche».

Christian Solinas 5

Domani, giovedì 22 maggio, alle ore 10,30, presso la sala stampa del Consiglio regionale, si terrà la conferenza stampa per illustrare l’interpellanza che il capogruppo Psd’az Christian Solinas ha rivolto al presidente della Regione, #Francesco Pigliaru, per verificare le intenzioni dell’Esecutivo a difesa del diritto del Popolo sardo ad eleggere propri rappresentanti in seno al Parlamento europeo in conformità alle norme di maggior tutela riservate alle minoranze linguistiche storiche.

Alla conferenza stampa interverrà anche il presidente dell’Associazione per la tutela dei diritti dei sardi, Flavio Cabitza, che spiegherà i possibili effetti e gli sviluppi dell’ordinanza del Tribunale di Cagliari dello scorso 12 maggio 2014 sul ricorso contro lo Stato italiano in merito alla discriminazione e conseguente distorsione della rappresentanza degli appartenenti alla minoranza linguistica sarda determinata dalla legge elettorale europea.