22 December, 2024
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Il Collegio provinciale Ipasvi di Carbonia Iglesias ha rivolto oggi un appello al ministero della Salute sul caso Aias.

«E’ di ieri la conferma che il ministero dell’Interno, in risposta ad una interrogazione parlamentare dell’on. Francesco Sanna, abbia attestato che “i lavoratori Aias Sardegna senza stipendio possono rivalersi sui committenti, avendo il sottosegretario al Ministero del Lavoro Franca Biondelli, a nome del Governo, chiarito che tali azioni dei lavoratori sono pienamente legittime, come ha anche deciso il Consiglio di Stato”. – scrive Graziano Lebiu, presidente Ipasvi Carbonia Iglesias -.

Per il ruolo di garanzia conferitoci dalla legge a tutela dei diritti dei cittadini costituzionalmente protetti di cui all’art. 32, dobbiamo necessariamente scindere la sfera sindacale da quella istituzionale del nostro Collegio, e plaudendo ad una soluzione positiva per gli operatori interessati che possono attivare il ricorso all’art. 1676 del Codice Civile, siamo a porre la vs. attenzione sulla concreta preoccupazione che la possibile crisi gestionale dell’Aias non possa non avere serie ripercussioni sull’assistenza ai disabili gravi e alle loro famiglie, che della comunicazione del sottosegretario all’Interno on. Biondelli non saprebbero come poterla spendere.

Di fronte all’acclarato conflitto istituzionale con il rimpallo delle responsabilità tra terzi, non possiamo non chiederci se i cittadini della comunità del Sulcis Iglesiente saranno i primi a farne le spese, stretti nella morsa dell’inefficienza gestionale, dell’inadeguato ruolo della politica e del rischio di restare privi di punti di riferimento assistenziali.

Siamo quindi a condividere le preoccupazione del punto di vista infermieristico a tutela della salute del cittadino che ambisce a pieno titolo ad essere mantenuto e preso in carico ed in cura da chi ne ha le competenze, da chi riesce a mantenerle, da chi riesce a motivare ed essere motivato, da chi sia messo nelle condizioni professionali di ben agire.

Preoccupati per i cittadini e disabili gravi se verrà meno il diritto alla continuità assistenziale da parte di una sanità privata ma convenzionata e accreditata capace di amministrare i cospicui e ricorrenti fondi pubblici ad essa destinata per farsene carico, capace di pianificare soprattutto nei momenti di difficoltà economica, capace di tenere unita e motivata la dotazione organica per superare le criticità a vantaggio dei più deboli.

Per questo motivo, siamo a chiederVi di valutare di verificare se, oltre all’acclarato blocco delle retribuzioni:

a) vi siano difficoltà nel mantenimento degli impegni economici verso terzi per tutto quanto necessita all’assistito, dall’approvvigionamento dei farmaci alla fornitura dei pasti, dal domestico alberghiero alle utenze di acqua luce gas carburanti, mezzi, assistenza tecniche, presidi medico chirurgici, altro;

b) se i licenziamenti disciplinari e volontari e le sospensioni dal servizio di cui si ha contezza possano ridurre sino a comprometterlo il corretto rapporto operatori-assistiti nelle 24 ore e la qualità delle prestazioni attese e da rendere.

Per cittadini, per gli assistiti e per le loro famiglie, ci preme di evitare qualsiasi eventuale conseguenza a subire le misure della deriva della vicenda in oggetto, della disorganizzazione, della penuria di personale, dei livelli di assistenza se tendenti al ribasso, delle deduzioni di potenziali illeciti, del clima lavorativo tendente al malessere.

Al professionista infermiere è sempre chiesto, giustamente, un comportamento il più possibile proattivo. Oggi è il Collegio Ipasvi Carbonia Iglesias a sollecitare anche il ministero della Salute, se del caso, a non ritardare ulteriormente la percezione dei problemi e dei cambiamenti in atto e prossimi venturi nel campo dell’assistenza ai disabili gravi nel Sulcis Iglesiente al fine di consentire anche allo scrivente e ad altre istituzioni di pianificare le azioni opportune in tempo utile a mantenere per il cittadino il più alto livello di assistenza possibile e per i professionisti che se ne prendono cura la certezza delle giuste condizioni lavorative e professionali.

Ancora un sentito ringraziamento agli infermieri – conclude Graziano Lebiu -, ai professionisti della salute e ai lavoratori per il prezioso ed insostituibile servizio in favore del disabili gravi in carico alle strutture Aias soprattutto in questa fase di massima difficoltà»

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Stasera il Governo ha risposto in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, all’interrogazione sul caso AIAS Sardegna/Fondazione Stefania Randazzo (lavoratori non pagati per 9 mesi ed azioni punitive per chi critica l’azienda e chiede somme ai committenti di AIAS, le ASL ed i Comuni) sottoscritta dal deputato del Partito Democratico Francesco Sanna e dai colleghi Giovanna Sanna, Caterina Pes, Marco Meloni, Paola Pinna e Gianpiero Scanu. 

«Il sottosegretario del ministero del Lavoro Franca Biondelli, a nome del Governo – scrive in una nota Francesco Sanna -, ha chiarito che tali azioni dei lavoratori sono pienamente legittime, come ha anche deciso il Consiglio di Stato. Ha poi ricostruito la responsabilità delle amministrazioni nella vicenda.»

«Mi son detto parzialmente soddisfatto della risposta del Governo – aggiunge il deputato del Partito Democratico -. Va bene l’azione degli Ispettorati territoriali del lavoro e la mediazione della Prefettura di Cagliari. Ma occorre esplorare ancora più a fondo la possibilità di esercitare le azioni di vigilanza, di annullamento delle delibere illegittime e forse anche di commissariamento temporaneo degli organi di amministrazione, a tutela dell’esistenza di AIAS stessa.»

«Su questo versante – conclude Francesco Sanna – occorrerà approfondire ancora, da parte del Ministero dell’Interno, sia il percorso giuridico, sia l’indirizzo politico da imprimere agli uffici territoriali del Governo.»

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serra melis sorrentino rinaldi plateamelis

La Clinica di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari ha ricevuto dal Governo il massimo riconoscimento europeo, la menzione speciale e tre bollini rosa. Non solo: è stata l’unica fra tutte le cliniche italiane ad avere il riconoscimento massimo cioè chiamata a presentare i dati di attività alla cerimonia di consegna dei premi in quanto proprio clinica di valore europeo. La cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina a Palazzo Chigi. A ritirare l’importante riconoscimento i massimi vertici dell’Aou cagliaritana, il commissario straordinario Giorgio Sorrentino, i direttori amministrativo e sanitario, Vincenzo Serra e Oliviero Rinaldi, e il direttore della Clinica di Ostetricia e Ginecologia, Gian Benedetto Melis. Il premio è assegnato dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), da sempre impegnata sul fronte della promozione della medicina di genere, dal 2007 attribuisce alle strutture ospedaliere attente alla salute femminile.

«È il giusto riconoscimento – dice il commissario straordinario, Giorgio Sorrentino – per un grande lavoro di squadra di tutta l’Azienda: la clinica di Ostetricia e Ginecologia della nostra azienda si dimostra punto di eccellenza non  solo in campo sardo e nazionale ma addirittura europeo. Il grande lavoro fatto dal professor Melis e dal suo gruppo è stato giustamente premiato:  un percorso fatto di ostante crescita con attenzone alla qualità. Un altro segnale importante che il Policlinico Duilio Casula sta diventando il riferimento della comunità scientifica». Soddisfatto il direttore della clinica di Ostetricia, Gian Benedetto Melis: «Questo riconoscimento premia il lavoro di tutta l’equipe e ci dà un grande stimolo per migliorarci ancora ed essere sempre di più vicini alle esigenze della donna».

«La salute della donna – sottolinea il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – è un tema che mi sta molto a cuore perché sono fermamente convinta che tutelare la salute femminile significa tutelare la salute di un’intera famiglia, di tutta la collettività. Le donne, infatti, svolgono un ruolo strategico per l’adozione di stili di vita corretti e salutari nonché per la prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie che possono colpire l’ambito familiare. La promozione della salute delle donne rappresenta dunque un obiettivo strategico ed è misura della qualità, dell’efficacia ed equità del nostro sistema sanitario. Purtroppo le donne non trovano sempre una risposta, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, alle loro specifiche esigenze a causa di modelli organizzativi che spesso hanno ancora poca attenzione alle esigenze di genere e questa è sicuramente una ‘lacuna’ che va colmata. In questo contesto, l’iniziativa dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che attribuisce come riconoscimento i ‘Bollini Rosa’ a quelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale in possesso dei requisiti che privilegiano la prospettiva di genere all’interno dell’erogazione delle cure come fattore strategico di qualità e che si distinguono per il miglioramento dell’assistenza e delle cure e per la ricerca, rappresenta un prezioso valore aggiunto.»

Per Franca Biondelli, sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali «i Bollini Rosa racchiudono all’interno di un marchio di riconoscimento, molto di più: accoglienza, partecipazione, dedizione e competenza». Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, conclude: «Disegnare percorsi sempre più specifici per la salute delle donne significa aumentare l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, migliorare gli esiti delle prestazioni erogate e costruire una sanità che tiene conto dei presupposti sociali e culturali in cui opera. La sanità può crescere all’interno di fasce di popolazione caratterizzate da bisogni diversi: sociali, di genere e di razza, ma nel rispetto del diritto di tutti a essere non solo pazienti, ma innanzitutto persone che esprimono un bisogno di cura».