22 November, 2024
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Ultimo appuntamento di Nora Jazz – Festival Pula domani, sabato 7 settembre alle ore 20,15 nella suggestiva Punta Santa Vittoria – Sa Caliscedda. A chiudere la rassegna sarà il trio composto da Francesca Corrias (voce, flauto, chitarra), Filippo Mundula (contrabbasso) e Pier Paolo Frailis, batteria.

Il trio propone per la serata un repertorio di brani della tradizione popolare brasiliana. Sono stati creati arrangiamenti molto suggestivi, influenzati anche dal linguaggio dell’improvvisazione jazzistica e guidati dall’amore che questi artisti hanno per al musica in generale, e in particolare per il genere nel quale si distinguono.

Il Festival, voluto dal comune di Pula ed organizzato dall’Associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, dal 13 agosto al 7 settembre, ha permesso al pubblico di visitare e conoscere luoghi come Torre di Cala d’Ostia e Sa Caliscedda di grande bellezza e che ben si sono prestati a ospitare gli spettacoli proposti.

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Oltre cento musicisti per un happening itinerante nelle strade di Posada: si chiude così domani sera, venerdì 30, con l’immancabile saggio/concerto finale, la 31ª edizione del Seminario Nuoro Jazz, che quest’anno ha come “teatro” del suo atto conclusivo il caratteristico borgo della Baronia, sulla costa nord orientale sarda.

Protagonisti, a partire dalle 21.00, i centoventicinque iscritti, quest’anno, ai corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro, e i docenti con cui hanno condiviso undici giornate di studio, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme: Emanuele Cisi (in cattedra per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino (tromba) ed Enrico Merlin (storia del jazz). Una collaudata e affiatata squadra che annovera musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale, coordinati dal pianista Roberto Cipelli.

Guidato da una marching band, il saggio/concerto si svilupperà attraverso un itinerario che culminerà in piazza Eleonora d’Arborea, di fronte alla Casa delle Dame. Lungo il percorso sono dislocati tre palchi principali su cui si esibiranno i gruppi di musica d’insieme guidati dai docenti. Nutrita la presenza di fiatisti: questa edizione dei corsi nuoresi ha registrato infatti un alto numero di trombettisti, in virtù anche della masterclass tenuta da Tom Harrell. Insieme agli allievi e docenti dei Seminari nuoresi, a infoltire ulteriormente il cast e aggiungere colori alla tavolozza di suoni dell’evento di domani sera (venrdì 30) a Posada, anche i dodici giovani musicisti che sono stati impegnati, dal 16 agosto, in una residenza artistica, l’Intercultural Creation Session, che per il secondo anno consecutivo si è tenuta a Nuoro: un progetto realizzato col supporto della rete internazionale Medinea (il Mediterranean Network for Emerging Artists, di cui è membro l’Ente Musicale di Nuoro) e del programma Creative Europe dell’Unione Europea.

Prima del suo atto finale a Posada, il Seminario Jazz ha in agenda a Nuoro un altro appuntamento immancabile della giornata conclusiva di ogni edizione: l’assegnazione, a partire dalle 15.00 alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” in via Mughina, delle diverse borse di studio previste per i migliori allievi. Una consiste nell’iscrizione gratuita alla prossima edizione dei Seminari di Nuoro; un’altra permette invece di partecipare al premio internazionale “Massimo Urbani” di Camerino; c’è poi una borsa di studio che vale per frequentare i seminari di Siena Jazz dell’anno prossimo, e quella intitolata alla memoria di Billy Sechi, il batterista cagliaritano prematuramente scomparso nel 2005, che offre l’iscrizione al corso di batteria sempre a Siena Jazz; i docenti dovranno infine scegliere un allievo da ciascuna classe per formare il gruppo che l’estate prossima avrà modo di suonare in varie rassegne e festival, compreso quello abbinato ai seminari nuoresi.
Ma la giornata di domani (venerdì 30) coincide anche con un significativo congedo dai Seminari Jazz nuoresi: quello, dopo trentuno edizioni, di Roberto Cipelli, protagonista fin dalle origini dell’iniziativa fondata nel 1989 dall’allora presidente dell’Ente Musicale di Nuoro, la compianta Antonietta Chironi, insieme a Paolo Fresu, da cui ha poi raccolto il testimone di direttore artistico cinque anni fa; testimone che ora passa nelle mani di un musicista di primo piano della scena jazzistica sarda, il contrabbassista algherese Salvatore Maltana.

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Uno dei jazzisti italiani più noti e apprezzati a livello internazionale, Enrico Pieranunzi, è il protagonista del concerto in programma domani sera (martedì 27) a Nuoro – all’Ex Artiglieria, con inizio alle 21.00 – per il festival collegato ai Seminari Jazz in corso nel capoluogo barbaricino. I biglietti, come sempre, sono in vendita online sul sito Ciaotickets e a Nuoro al CTS (Centro Turistico Sardo) in piazza Mameli, 1.

Classe 1949, il pianista, compositore e arrangiatore romano conta più di settanta dischi registrati a suo nome (oltre a una ventina da co-leader ed altrettanti come sideman), spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto, e collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con musicisti come Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron. Eletto tre volte miglior musicista italiano nel referendum “Top Jazz” della rivista Musica Jazz, tra i suoi riconoscimenti conta il “Django d’or” come miglior musicista europeo nel 1997, l’“Echo Award” in Germania come “Best International Piano Player” nel 2014, e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli (sempre nel 2014) da Musica Jazz. Unico italiano ad aver suonato più volte e registrato a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York, Enrico Pieranunzi ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei maggiori festival internazionali. La prestigiosa rivista americana “Down Beat” ha incluso il suo CD “Live in Paris”, in trio con Hein Van de Geyn ed André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori CD del decennio 2000/2010. Ha composto diverse centinaia di brani, alcuni dei quali sono ormai veri e propri standard suonati e incisi da musicisti di tutto il mondo (“Night bird”, “Don’t forget the poet”, “Fellini’s waltz”).

Ma oltre al concerto di Enrico Pieranunzi ed alle lezioni dei Seminari Jazz che si tengono da martedì scorso (20 agosto) fino a questo venerdì (30 agosto) alla Scuola Civica di Musica in via Mughina, la giornata di domani (martedì 27) ha in agenda altri due appuntamenti: il primo è alle 9.00 a I Grani con una delle “Colazioni in Jazz” che anche quest’anno vivacizzano le mattinate di Nuoro Jazz. Ospiti la cantante Francesca Corrias (docente del corso di canto ai Seminari Jazz nuoresi) ed il contrabbassista Filippo Mundula: due quarti, insomma, del gruppo Roundella, formazione di primo piano sulla scena jazzistica sarda.

Poi, alle 19.00, ancora musica dal vivo, stavolta nello showroom Desacrè, al civico 21 di via Roma, con mumucs, ovvero la “traversata in solitaria” per voce e loop station di Marta Loddo: una traversata che la cantante oristanese compie facendo affidamento solo sulle proprie forze, ponendosi all’esplorazione di un sé musicale libero, aperto, oscillando tra i generi senza dover percorrere una rotta già segnata. La accompagnano in questo viaggio una loop station e i suoi effetti, equipaggiamento necessario per realizzare quell’unione tra improvvisazione, rock, musica elettronica, che caratterizza le sue canzoni, suonate unicamente dalla sua voce che man mano si moltiplica e si trasforma.

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E’ tutto pronto per la trentunesima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro, in programma da questo martedì (20 agosto), e fino a venerdì 30, nel capoluogo barbaricino. Un’edizione che si presenta al via con ben 125 iscritti, a conferma dell’apprezzamento di cui godono i corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro nel panorama della didattica jazzistica nazionale.

A guidare gli allievi nelle undici, intense giornate di studio, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, il collaudato corpo docente formato da Emanuele Cisi (in cattedra per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino(tromba) e Enrico Merlin (storia del jazz). Una squadra affiatata che annovera musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale, coordinati dal pianista Roberto Cipelli, che al termine di questa edizione passerà il timone dei Seminari nuoresi a Salvatore Maltana, dopo averlo raccolto a sua volta, nel 2014, da Paolo Fresu.

Insieme alle lezioni, ospitate come sempre nelle aule della Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, in via Mughina, tre diverse masterclass impreziosiscono anche quest’anno il programma didattico: da lunedì 26 a giovedì 29 si tiene quella internazionale del trombettista statunitense Tom Harrell con il suo quartetto (il pianista Danny Grissett, il contrabbassista Ugonna Okegwo ed il batterista Adam Cruz); lunedì 26 è in programma anche la masterclass dedicata alla musica tradizionale, che quest’anno ha per protagonisti il bandoneon, lo strumento simbolo del tango, e uno dei suoi più apprezzati interpreti, il marchigiano Daniele di Bonaventura. Da martedì 20 a lunedì 26, ma allo Spazio Giovani #1, in via Calamida, si svolge invece il corso per fonici della sound engineer Marti Jane Robertson.

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Si scrive Nora e si legge festival Jazz. Ma non solo: dal 13 agosto al 7 settembre, a Pula, si allunga la stagione degli spettacoli estivi con quattro eventi fuori festival. Quattro spettacoli e tre diverse – e suggestive – ambientazioni a fare da cornice. La rassegna è organizzata dall’Associazione Enti Locali per le attività Culturali e di Spettacolo, insieme alla Fondazione di Sardegna, il Comune di Pula, la Regione Sardegna e il Mibac, Turing Club Italiano Sardegna e Sardinia Ferries.

Il programma prevede il 13 agosto, alle ore 22.00, in Piazza del Popolo “Claudia Aru e le sue Tzias”. Il 14 agosto, sempre in Piazza del Popolo, alle ore 22.00, si esibiranno Guillermo Espinosa, in arte “ElGuille”, ed i suoi musicisti: dalla Cumbia alla Timba.

Il 24 agosto, alle ore 21.00, alla Torre di Cala D’Ostia, Black Lands, Silvia Belfiore ed Andrea Morelli e, infine, il 7 settembre, alle 21.00, a Sa Caliscedda, Punta Santa Vittoria, l’ultimo appuntamento con Francesca Corrias e Filippo Mundula.

“Claudia Aru e le sue Tzias”, 13 agosto, alle ore 22.00, Piazza del Popolo. In Sardegna, come in altre parti del mondo, esiste una realtà che è il micro mondo di persone e “personaggi” che si muovono, rumoreggiano e brulicano come le formiche, dentro le piccole comunità: i paesi, “la bidda”.

L’artista Claudia Aru porta in scena – insieme ai suoi musicisti – in maniera ironica e allegra le vite e le vicende dei singoli e della collettività. Lo spettacolo, tra musica e teatro, vuole puntare la luce su un modo di vivere che è stato il minimo comune denominatore – sotto il segno del quale – sono cresciute intere generazioni, e tutt’ora in alcune zona della Sardegna resiste come realtà viva e consolidata.

«Esistono regole non scritte che animano la vita “de sa bidda e de su bixinau” – ha detto Claudia Aru – tra le comunità della Sardegna. E poi, una sorta di figura mitologica, che si muove raramente da sola e più facilmente in gruppo: le “Tzias”, ovvero tutte quelle donne che, passata una certa età, diventano “zie” ed entrano nella vita di tutti, a volte con garbo, altre a gamba tesa e con acidità. Ma sempre con un affetto di fondo che segna il passaggio tra il vivere dentro una famiglia allargata, e un mondo che si fa sempre più globale ma, purtroppo, tristemente individualista. Sulla base di queste riflessioni e dei miei viaggi, ho pensato di mettere in scena uno spettacolo itinerante fatto di “canzoni, chiacchiere e discorsi”, in grado di coinvolgere il pubblico e di riportare la gente dentro i centri storici “de sa bidda”. L’idea, infatti, è quella di ritornare nei “bixinaus”, senza palchi o sovrastrutture.»

Il pubblico avrà modo di ripercorrere i preparativi minuziosi de “Sa processioni”, le operazioni che stanno dietro “Sa meixina de s’ogu” o “Su fogu de Sant’Antoni”, la paura di Momoti, l’arte de su “frastimmu” in salsa sarda. E, infine, ma non da ultimo, il pettegolezzo che regna nei paesi e che, come dice Claudia Aru, «è anch’esso un modo per sentirsi comunità e prendersi cura l’uno dell’altro: una bellezza che si sta perdendo e che vogliamo recuperare».

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L’Etienne Manchon Trio ha vinto la seconda edizione di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band inserito nel più ampio cartellone di JazzAlguer, la rassegna organizzata ad Alghero (Ss) dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. La formazione intestata al pianista francese, con Clément Daldosso al contrabbasso e Théo Moutou alla batteria, si è aggiudicata il primo posto nella serata finale del contest che si è svolta domenica 9 giugno.

A contendersi la palma della vittoria, i cinque gruppi selezionati dalla giuria fra i quarantuno iscritti quest’anno al concorso (due in più rispetto alla prima edizione). Tre le proposte italiane: il progetto Dalia della cantante fiorentina Sara Battaglini, con Federico Pierantoni al trombone e Enrico Ronzani al pianoforte; Emit della cantante e compositrice Camilla Battaglia con Michele Tino al sax alto, Andrea Lombardini al basso e Bernardo Guerra alla batteria; e Trikáranos, dei sardi Andrea Cocco (pianoforte), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria). Due, invece, i finalisti stranieri: l’Etienne Manchon Trio, appunto, e le catalane Escarteen Sisters, ovvero le sorelle Laia (violino e voce) e Flavia (violoncello e voce) Escartin, accompagnate da Francisco Lucas alla percussioni.
 
Ogni finalista aveva quindici minuti di tempo a disposizione per mettere in mostra dal vivo, sul palco allestito in largo San Francesco, il meglio della propria proposta artistica. Al termine delle esibizioni, la giuria formata da Nick The Nightfly, Paolo Fresu, Salvatore Maltana, (coordinatore artistico di JazzAlguer), il pianista Roberto Cipelli e la cantante Francesca Corrias, ha emesso il suo verdetto; ma, come nella prima edizione del concorso, la scelta finale non è stata facile, data l’alta qualità delle proposte, molto diverse tra loro, tutte originali e interessanti.

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Trentuno candeline per il Seminario Nuoro Jazz: dal 20 al 30 agosto ritornano i corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro, una delle iniziative più consolidate e apprezzate nel panorama della didattica jazzistica nazionale, come dimostra anche l’alto numero di iscritti a ogni edizione (oltre centocinquanta in quella scorsa). E, come sempre, saranno undici giornate dense di impegni, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto la guida di un corpo docente formato da musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale; una squadra affiatata, coordinata dal pianista Roberto Cipelli, che dal 2014 è al timone del seminario fondato nel 1989 da Paolo Fresu (che l’ha diretto per venticinque anni) e da Antonietta Chironi, la cantante lirica, all’epoca presidente dell’Ente Musicale di Nuoro, scomparsa nel 1996 e alla quale è intitolata la Scuola Civica di Musica in via Mughina dove si tengono i corsi.

In cattedra Emanuele Cisi (per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino (tromba) e Enrico Merlin (storia del jazz), oltre allo stesso Roberto Cipelli (teoria e armonia jazz).

Tre diverse masterclass caratterizzano e impreziosiscono l’offerta formativa di ogni edizione del seminario. Come già annunciato, a tenere quella internazionale – dal 26 al 29 agosto – quest’anno sarà un jazzista del calibro del trombettista statunitense Tom Harrell con il suo quartetto (il pianista Danny Grissett, il contrabbassista Ugonna Okegwo ed il batterista Adam Cruz), mentre è affidata a un autentico virtuoso del bandoneon, il marchigiano Daniele di Bonaventura, l’altra immancabile masterclass, quella dedicata alla musica tradizionale, il 26 agosto. Ritorna poi, per la quinta volta consecutiva, il corso per fonici tenuto dalla sound engineer Marti Jane Robertson: dal 20 al 26.

Il pianista francese Etienne Manchon con il suo trio, le catalane Escarteen Sisters e tre formazioni italiane: il trio sardo Trikáranos, Camilla Battaglia e Sara Battaglini e con i rispettivi progetti. Questi i cinque finalisti della seconda edizione di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band inserito, anche quest’anno, nel più ampio cartellone di JazAlguer la rassegna organizzata ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. A partire dalle 21.00 e con ingresso gratuito al pubblico, si sfideranno a suon di musica sul palcuo allestito nel Largo San Francesco. In quindici minuti, ogni bandz dovrà esprimere il meglio della propria proposta artistica per conquistare le preferenze della giuria del contest; con Nick The Nightfly, musicista, deejay e voce storica della radio, Paolo Fresu ed il contrabbassista Salvatore Maltana,coordinatore artistico di JazzAlguer e fanno parte quest’anno altri due volti noti del panorama jazzistico: il pianista Roberto Cipelli e la cantante Francesca Corrias. Al termine della serata, completate le esibizioni, i giurati trarranno le valutazioni e decreteranno i vincitori: in palio c’è una borsa di studio del valore di cinquemila euro da destinare ad attività di formazione e crescita artistica, come corsi di specializzazione, la produzione e/o la pubblicazione di un disco o di un altro progetto musicale. Come già nella prima edizione, il concorso è riservato a giovani formazioni provenienti da paesi dell’area mediterranea, di età media (sommando quella dei singoli membri) non superiore ai trentacinque anni e con non più di due album già pubblicati. Nessuna restrizione riguardo ai generi musicali ammessi, ma requisito indispensabile è l’originalità dei brani proposti. Quarantuno le formazioni iscritte (due in più rispetto all’anno scorso), tra le quali la giuria ha selezionato le cinque finaliste in gara domenica sera. Il progetto Dalia della cantante fiorentina Sarà Battaglini, con Federico Pierantoni al trombone e Enrico Ronzani al pianoforte, si presenta come un un trio che cerca di mettere in primo piano uno spazio circoscritto fra i diversi modi di interpretare la propria musica da parte dei suoi componenti. Emit è invece la band che vede accanto a Camilla Battaglia l’altosassofonista Michele Tino, Andrea Lombardini al basso e Bernardo Guerra alla batteria. La cantante e compositrice nata a Milano nel 1990, ha rilasciato lo scorso ottobre il suo secondo album, “EMIT: RotatoR TeneT”: un disco che celebra in musica il concetto di “tempo” attingendo apertamente dalla scienza, dalla letteratura, dalla filosofia. Trikáranos, che in greco antico significa “mostro a tre teste”, è il nome scelto da Andrea Cocco (pianoforte), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria) per il loro sodalizio artistico; un nome che sintetizza la filosofia di questo trio che, attingendo alle diverse esperienze artistiche dei suoi componenti, ha elaborato negli anni un proprio linguaggio espressivo in cui si fondono sonorità mediterranee con atmosfere più intime. Altro piano trio in gara quello in arrivo dalla Francia, intestato al giovane pianista di Tolosa Etienne Manchon, con Clément Daldosso al contrabbasso e Théo Moutou alla batteria. Nonostante il suo nome, l’Etienne Manchon Trio – che conta già un disco all’attivo – è sempre stato pensato come un’esperienza di gruppo, con un repertorio che riflette diverse influenze, dal jazz contemporaneo al progressive rock, ma senza dimenticare la musica classica del ventesimo secolo, Ravel, Debussy. Arrivano invece da Barcellona, le Escarteen Sisters, ovvero Laia e Flavia: due voci femminili che cantano mentre una suona il violino e l’altra il violoncello. Per questo dicono in realtà di essere un quartetto: due voci e due strumenti per una musica che, anche in questo caso, è un insieme di suoni eclettici che vengono da ispirazioni diverse: il jazz, il blues, la musica folk mediterranea. A precedere la serata finale del contest per giovani band, un altro appuntamento da non perdere, ospitato nel pomeriggio alle Tenute Sella & Mosca, tra i principali partner della rassegna, in località I Piani, a una decina di chilometri da Alghero: alle 17.00, anche in questo caso con ingresso gratuito, verrà presentato un docufilm di Marco Antonio Pani sulla passata edizione di JazzAlguer. “Raccontare la prima edizione di una grande manifestazione che avrebbe portato il jazz ad Alghero in un grande happening diluito nell’arco di un anno solare“, spiega il regista, “significava per noi raccontare come si sarebbe sviluppata l’esperienza, che luoghi avrebbe attraversato, e quali sensibilità artistiche avrebbe coinvolto. Ma anche, e forse più, rendere conto di quello speciale rapporto che la città di Alghero, i suoi luoghi e i suoi abitanti hanno con la musica e della sensibilità con cui gli organizzatori di JazzAlguer hanno saputo intercettare questo tratto distintivo della città. Oltre a intervistare Paolo Fresu e Salvatore Maltana, rispettivamente direttore artistico e coordinatore del festival, e a filmare i concerti, il backstage, e i musicisti nella loro fugace presenza in città“, aggiunge Marco Antonio Pani, “abbiamo voluto raccontare il rapporto di alcuni algheresi – noti musicisti, ma anche appassionati e cultori del jazz – con la musica e con la città. Ne viene fuori, crediamo, un piccolo inedito ritratto della città e della sua speciale inclinazione per accogliere grandi eventi di spettacolo, arte e cultura“.

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È stato uno spettacolo di colori, musica e pubblico quello andato in scena ieri all’Arena Fenicia di Sant’Antioco, con il concerto di Francesco De Gregori, secondo appuntamento del Festival che sta accendendo i riflettori sulla città sempre più centro culturale di tutto il Sulcis. Oltre 3mila persone hanno assistito e partecipato allo spettacolo portato in scena dall’artista tanto amato dal grande pubblico. Il cantautore romano, nell’unica tappa sarda del suo “Tour 2018” ha scaldato i circa 3.000 fan accorsi a Sant’Antioco per il festival che dopo il concerto di Ermal Meta sta portando in città migliaia di visitatori da tutta la Sardegna e non solo. Francesco De Gregori, accompagnato sul palco da Guido Guglielminetti al contrabbasso, Paolo Giovenchi alla chitarra, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e Carlo Gaudiello al pianoforte, ha proposto una scaletta d’eccezione. Durante la serata, a fare visita all’artista, si è vista anche un’altra voce nota nel panorama nazionale: Irene Grandi. Poi via al concerto con l’apertura della serata all’insegna di ‘Numeri da scaricare’ e ‘Caterina’, per proseguire con i grandi classici del ricco repertorio. Ma durante lo spettacolo spazio anche alle ultime uscite, a brani inediti e canzoni mai passate alla radio o, ancora, brani raramente eseguiti dal vivo negli ultimi anni.

«Sant’Antioco continua a essere sempre più il centro dell’attività culturale di tutto il Sulcis – dice il sindaco Ignazio Locci – puntiamo a fare del Festival, che sta riscuotendo un grande successo frutto del duro lavoro di tutta la comunità antiochense, un punto di riferimento di tutto il territorio per lo spettacolo e la grande musica. L’Arena Fenicia si inserisce anche come attrattore in un contesto più generale di sviluppo di tutto il nostro territorio.»

Ma il grande spettacolo dell’Arena Fenicia Festival a Sant’Antioco proseguirà stasera, nella location di Piazza Italia, con il concerto della “Paolo Nonnis orchestra”. Il grande batterista che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della scena jazz italiana e uno dei pochi esempi di orchestre swing del Paese, guiderà la sua ‘Big Band’ in un evento totalmente gratuito. L’attuale ‘ensemble’ guidata da Paolo Nonnis e che si esibirà stasera, annovera 15 elementi con sezione ritmica e fiati e sarà accompagnata anche dalla cantante Francesca Corrias per un omaggio alle regine del jazz.

A chiudere in bellezza l’edizione 2018 dell’Arena Fenicia Festival sarà sabato prossimo, 8 settembre (ore 21.00, costo del biglietto 15 euro più prevendita) il talentoso rapper Gemitaiz. La data antiochense è inserita nel “Paradise Lost Live Tour” dell’artista napoletano, durante il quale l’artista presenterà il nuovo disco: “Davide” (Tanta Roba Label/Universal Music Italia). Entrato direttamente al primo posto della classifica dei dischi ed in quella dei vinili più venduti della settimana (certificazioni diffuse venerdì 28 aprile 2018 da Fimi/Gfk Italia), l’album di Gemitaiz sta riscuotendo grande successo come lo stesso rapper, pronto a scaldare l’Arena Fenicia ed i suoi tanti fan sardi.

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Paolo Angeli è il protagonista della giornata di domani (venerdì 24) a Nuoro Jazz. Il chitarrista sardo, infatti, tiene in mattinata, alle 11.00, all’Auditorium del Museo del Costume, la sua masterclass sulla musica tradizionale. Poi, in serata, sarà in concerto con la sua chitarra sarda preparata nei ranghi della Piccola Orchestra Gagarin insieme al violoncellista di origini russo-israeliane Sasha Agranov (Selva de Mar, collaborazioni con Patti Smith) e al batterista catalano Oriol Roca (punta di diamante dell’avanguardia spagnola, Vrack’ trio, con derive nel pop di Refree, Kiko Veneno, La Mala Rodriguez): alle 21.00, sempre all’Auditorium del Museo del Costume (anziché nei cortili esterni, come inizialmente programmato, date le previsioni di avverse condizioni meteo). Tre musicisti onnivori, che – come suggerisce il nome del loro sodalizio, intitolato al cosmonauta russo Jurij Gagarin – scelgono la metafora del viaggio nello spazio, dell’esplorazione del non conosciuto, con accostamenti all’arte culinaria, per fondere sapori differenti: episodi indie rock, pop d’avanguardia, free jazz e musica tradizionale della Sardegna.

La chitarra caratterizza anche altri due appuntamenti in agenda domani (venerdì 24): alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, prosegue infatti la masterclass di Peter Bernstein nell’ambito dei Seminari jazz, che vedranno il chitarrista americano ancora in cattedra sabato (e poi esibirsi sul palco del Museo del Costume lunedì sera). Lo strumento a sei corde di Bebo Ferra insieme alla voce di Francesca Corrias, entrambi docenti dei Seminari, sono invece i protagonisti del concerto in programma al Museo MAN alle 19.00, con ingresso gratuito. Altro appuntamento in programma nel pomeriggio al Caffè Tettamanzi, in corso Garibaldi: alle 16.45 il musicista e musicologo Enrico Merlin tiene il suo secondo incontro sul jazz come musica senza confini.

Classe 1970, Paolo Angeli si è formato a Bologna, dove ha iniziato un percorso verso la musica innovativa e sperimentale con l’ensemble Musica & Immagine nel 1990. Importanti nel suo cammino artistico gli incontri con Giovanni Scanu, anziano custode delle forme musicali galluresi e logudoresi, e con un maestro dell’avanguardia come Fred Frith. Al suo attivo otto album da solista e collaborazioni con Antonello Salis, Fred Frith, Hamid Drake, Evan Parker, Pat Metheny e Jon Rose, tra quelle più rilevanti. Musicista curioso, dotato di grande tecnica e inventiva, alla costante ricerca di nuove ispirazioni, Paolo Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come una materia viva. Dall’incontro-scontro fra tradizione popolare e avanguardia nasce la sua chitarra sarda preparata, un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, con cui il musicista di Palau rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale, senza perdere il legame con le tradizioni popolari della sua Sardegna. Uno strumento dal suono così unico che Pat Metheny se n’è fatto costruire uno uguale dal suo stesso inventore, dopo aver assistito ad una sua performance.