23 November, 2024
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Questo pomeriggio durante le interrogazioni a risposta immediata in Commissione Attività Produttive, la deputata Francesca Ghirra ha chiesto al Mimit cosa intenda fare per mantenere in produzione la linea dello zinco primario a Portovesme e relativamente al progetto “litio”, domandando anche quando il ministro Adolfo Urso abbia intenzione di riconvocare il tavolo di crisi.

«La risposta del sottosegretario Bitonci è stata gravemente insufficiente, anzi preoccupante direi. Il ministro Urso aveva garantito un forte intervento del Governo per evitare che Glencore sospendesse la linea di produzione dello zinco primario – dichiara la deputataoggi scopriamo invece una resa da parte del Governo per noi inaccettabile.»

«L’unica notizia positiva è la proroga di sei mesi del piano di cassa integrazione, non è però tollerabile che rimanga attivo solo il Waelz, che tratta fumi di acciaieria e residui provenienti da altri impianti, o che si accetti il progetto litio senza averne neanche condiviso il piano industriale e le ricadute occupazionali con le parti sociali – conclude Francesca Ghirra -. Continueremo a chiedere al Ministro Urso un impegno concreto per garantire la produzione della fabbrica e la tutela dei posti di lavoro.»

Il 2 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto “aree idonee” che individua la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome della potenza aggiuntiva di 80 GW da fonti rinnovabili (rispetto al 31 dicembre 2020) per raggiungere gli obiettivi al 2030 fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Regioni e Province autonome hanno 180 giorni di tempo per individuare superfici e aree idonee e non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi Ue in linea con il principio della neutralità tecnologica.
L’Italia dovrà produrre 80 GW aggiuntivi, con un’ipotesi di 11 GW da impianti eolici on-shore e 69 GW da impianti fotovoltaici. La scelta del mix energetico è demandata alle Regioni e alle Province autonome.
La ripartizione è stata attuata in linea con i criteri del Regolamento sulla governance dell’Unione sull’energia, considerando il potenziale teorico di sviluppo (80 per cento), la domanda elettrica (10 per cento) e la situazione economica, ossia il PIL (10 per cento). Per la ripartizione dell’obiettivo di potenza eolica on-shore, invece, è stato applicato il solo criterio sul potenziale teorico di sviluppo. La fonte eolica, infatti, non è presente in tutti i territori allo stesso modo e, dunque, gli impianti saranno realizzati nei luoghi che consentiranno di raggiungere gli obiettivi fissati.
«È del tutto evidente che questa ripartizione comporterà un grande sacrificio per la Sardegna, dove i consumi valgono circa 8.000 gigawattora e dove già oggi vengono prodotti da rinnovabili ben 3.864 gigawattora – dice la deputata Francesca Ghirra -. Per raggiungere gli obiettivi sarebbe per noi sufficiente un aumento di potenza ben inferiore rispetto a quelli indicati nel decreto, pari a 6,264 GW, ma saranno invece realizzati impianti in numero molto superiore che in altre regioni d’Italia
«Ho presentato un ordine del giorno per chiedere al Governo di valutare una riformulazione del decreto Draghi e consentire alle Regioni di avere maggiore autonomia nel controllo del territorio, anche attraverso la gestione dei procedimenti autorizzativi. Dobbiamo certamente contribuire a raggiungere gli obiettivi energetici secondo le tempistiche previste, ma chiediamo di valutare la possibilità di una distribuzione più equa sul territorio nazionale degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili – aggiunge Francesca Ghirra -. Conosciamo bene le problematiche che le troppe richieste di installazione di impianti stanno generando nei territori, rischiando di compromettere l’ambiente, il paesaggio e i beni culturali senza alcun beneficio per le nostre comunità. Chiediamo, quindi, maggior autonomia, ma anche che si possano prevedere adeguate forme di compensazione e di indennizzo, come ad esempio la creazione di tariffe zonali che comportino l’abbattimento dei costi dell’energia.»

A Cagliari, uno studente spende mediamente 350 euro al mese per una stanza e per le spese ad essa collegate. Questi sono i dati riportati nell’ultima indagine relativa alla condizione abitativa, svolta dall’associazione studentesca UniCaralis – UDU dell’Ateneo del capoluogo.

Ai costi sempre più alti della vita e in particolare degli affitti, che si riscontrano in tutta la nazione, si deve sommare il disservizio dell’ERSU di Cagliari, l’ente per il diritto allo studio cagliaritano.

È del 27 ottobre 2023 la graduatoria definitiva per le borse di studio, che vede esclusi per il momento 4.461 studenti idonei, su un dato complessivo di 7.169 richiedenti. Per gli studenti dell’Ateneo di Sassari la situazione non è migliore: l’ERSU di Sassari, infatti, non garantisce la borsa a 1.692 studenti idonei.

In attesa del trasferimento delle risorse del PNRR e del Fondo Integrativo Statale nelle casse dell’ente regionale, quindi, gli idonei non beneficiari sono costretti ad attendere, sino a data da destinarsi, l’erogazione delle borse di studio, nonostante l’anno accademico sia già iniziato. Una situazione che priva buona parte degli studenti e delle studentesse, specialmente se fuori sede, di iniziare o continuare il loro percorso universitario.

«I dati, purtroppo, non ci stupiscono – ha detto la deputata Francesca Ghirra -. La situazione è davvero preoccupante, perché studiare è diventato un lusso. Lo Stato e la Regione devono intervenire urgentemente per ripristinare il diritto allo studio previsto dalla nostra Costituzione, a partire dalla garanzia di borse di studio per tutti gli idonei e di alloggi adeguati per i fuorisede, per arrivare ai servizi universitari di cui dovrebbero essere dotate tutte le città sedi di Atenei come mense, biblioteche, trasporti pubblici, impianti sportivi e ricreativi

«Non sono accettabili ritardi da parte del Ministero per il trasferimento delle risorse alla Regione, che per contro non può essere così lenta e inefficiente nel garantire le anticipazioni dovute agli idonei. Gli studenti e le studentesse devono essere messi nelle condizioni di poter godere del loro diritto allo studio», ha aggiunto il consigliere regionale dei Progressisti Francesco Agus.

La dseputata dei Progressisti Francesca Ghirra ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Difesa sul blocco degli indennizzi per le servitù militari in Sardegna.
«Gli indennizzi per le limitazioni imposte alle attività produttive dei territori interessati dalle servitù militari sono bloccati e questo, nonostante il Ministro Crosetto abbia sostenuto – rispondendo a una mia precedente interrogazione – che i compensi che i territori sardi e le attività produttive ricevono per via della presenza di servitù e poligoni militari siano più che sufficienti.»
I comuni interessati sono Carloforte, Sant’Antioco, Domus De Maria, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Guspini, Villaputzu, Oristano, Nurachi, Marrubiu, Riola Sardo e San Vero Milis.
«Il blocco del trasferimento delle risorse comporta che i sindaci non possano risarcire, ad esempio, i pescatori, la cui attività è stata interrotta per via delle esercitazioni a mare aggiunge Francesca Ghirra -. È del tutto evidente che la Sardegna e i sardi pagano da troppo tempo un prezzo troppo alto e che sarebbe necessario rinegoziare le condizioni della presenza militare sull’isola, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini e aerei prospicienti i poligoni e gli insediamenti militari.»
«Con questa nuova interrogazione chiedo ai ministri Crosetto e Piantedosi quali siano le tempistiche previste per lo sblocco degli indennizzi, sottolineando ancora una volta la necessità di bonificare i territori compromessi a causa delle esercitazioni e di definire con la Regione Sardegna un piano di riequilibrio in termini di compensazione, non solo economica, rispetto ai danni ambientali, sanitari ed economici subiti dall’isola a causa del gravame militare – conclude Francesca Ghirra -. Il progressivo processo di smilitarizzazione della nostra isola non è per noi più rinviabile.»

Lo scenario strategico per lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese della Sardegna al tempo del PNRR. È questo il titolo del convegno organizzato dalla CNA Sardegna che si terrà sabato 8 luglio, alle 9.30, presso il T-Hotel di Cagliari. I lavori, presieduti e coordinati dal segretario regionale della Cna Sardegna Francesco Porcu, saranno aperti dal presidente regionale della CNA Luigi Tomasi. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la presentazione della ricerca realizzata da CNA Sardegna, interverranno Gianni Chessa, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna; Maria Antonietta Mongiu, archeologa, presidente del Comitato Tecnico Scientifico per l’insularità in Costituzione; Francesca Ghirra, componente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazione della Camera dei deputati; Silvio Lai, componente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati; Pierluigi Saiu, assessore dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; Alessandra Todde, componente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati; Alessandra Zedda, consigliera regionale, già vice-presidente della Giunta regionale; Salvatore Deidda, presidente della X Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati.

Concluderà l’incontro, il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini. 

«Per la Portovesme srl non è più tempo di raccomandazioni ma di impegni concreti. Il governo invece si sottrae. Per questo oggi, in sede di votazione del decreto bollette, non ho accettato la proposta del governo di trasformare un ordine del giorno, a mia firma e della collega Francesca Ghirra, in una raccomandazione sulla crisi della Portovesme.»

Lo scrive, in una nota, Silvio Lai, deputato del Partito democratico.

«Non si possono prendere in giro oltre 1.500 lavoratori, tra diretti e indiretti, che sono a casa senza alcuna tutela e nella migliore delle ipotesi in cassa integrazione con un taglio deciso dei loro stipendi che non garantisce la dignità di vita a migliaia di famiglie. In realtà cosa si chiedeva? Di arrivare come in passato è avvenuto per altre aziende ad accordi bilaterali per la fornitura dell’energia elettrica vista l’assenza in Sardegna di un metanodotto conclude Silvio Lai -. Al tempo stesso chiedevamo al governo di alzare il livello della trattativa ai massimi livelli manageriali internazionali per consentire di riattivare l’attività industriale. Il Governo si è invece girato dall’altra parte così come ha fatto finora la regione Sardegna»

La stagione politica di Renato Soru rivisitata tredici anni dopo le dimissioni dalla presidenza della Regione Sardegna, quando il filtro del tempo trascorso consente riflessioni più equilibrate e forse meno parziali. Su questo s’interroga “Meglio Soru (o no)” La febbre del fare 13 anni dopo”, il libro di Massimo Dadea, che in quella Giunta fu assessore, la cui presentazione è in programma lunedì 24 aprile, dalle ore 17.30, al Centro culturale, in via Cattaneo, a Iglesias.
Che cosa è rimasto di un’esperienza di governo che ha rappresentato il più risoluto tentativo di modificare la realtà politica, culturale, sociale, economica e istituzionale dell’isola? Quanto di quel progetto, di quella idea di Sardegna è ancora attuale? Quale scenario si può aprire oggi alla luce del mutato ruolo della politica? Dopo il grande interesse suscitato nei precedenti incontri, di questo parleranno osservatori specializzati che quella stagione l’hanno vissuta da protagonisti, spesso critici e severi, o anche da spettatori.
Alla presentazione del libro, con l’autore dialogheranno il giornalista Ottavio Olita, la sociologa del lavoro Lilli Pruna, Claudia Zuncheddu, esponente dei medici per l’ambiente, Renato Soru e la deputata Francesca Ghirra (Verdi-Sinistra). Modererà l’incontro il giornalista Giampaolo Meloni. 

“Dal 4 aprile 2022 l’Ufficio Passaporti ha introdotto il sistema delle prenotazioni online per le domande di rilascio dei passaporti elettronici. In alcuni casi, per esempio gli uffici di Quartu Sant’Elena, Carbonia e Iglesias, si tratta dell’unica ed esclusiva modalità attraverso cui presentare le domande. Tale innovazione avrebbe dovuto garantire agli utenti tempi precisi in cui formalizzare la richiesta e ottenere il documento. In realtà si registrano attese lunghissime in molte realtà territoriali: a Cagliari, ad esempio, occorre aspettare oltre sei mesi solo per presentare la domanda; se si tratta di minori, poi, l’attesa è ancora più lunga.”

Lo scrive, in una nota, Francesca Ghirra, deputata del gruppo Alleanza Verdi Sinistra.

“Questa situazione, oltre a determinare una forte disomogeneità tra territori, limita in maniera intollerabile la libertà di circolazione dei cittadini che risiedono in certe specifiche aree territoriali e devono viaggiare per motivi di salute, di lavoro o anche unicamente per motivi di svagoconclude Francesca Ghirra -. Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per sapere come intenda intervenire per garantire ai cittadini la libertà di movimento e ripristinare tempi celeri per l’emissione dei passaporti.”

«Da anni, come Progressisti sardi, siamo al fianco degli abitanti di Giorgino perché siano individuate soluzioni alternative alla realizzazione del rigassificatore così vicino al Villaggio. Non siamo contrari all’impianto, ma vista l’estensione delle aree del Porto Canale e del Cacip, riteniamo sia possibile individuare aree più adeguate, più lontane dalle abitazioni e dallo svincolo della strada statale litoranea 195. Oltre che per la salute e la sicurezza dei cittadini, siamo preoccupati per l’operatività del Porto Canale, già profondamente in crisi. Non vorremmo che il nuovo impianto possa rappresentare un ulteriore ostacolo allo sviluppo economico-produttivo, naturalistico e turistico del compendio di Santa Gilla.»
A dirlo è Francesca Ghirra, deputata del gruppo Alleanza Verdi Sinistra, che si schiera al fianco degli abitanti del Villaggio Pescatori che si battono da anni per chiedere che venga individuata una diversa localizzazione del Terminal GNL attualmente previsto a 300 metri dalle abitazioni di Giorgino.
Il Villaggio Pescatori di Giorgino si trova all’interno della laguna di Santa Gilla, nell’area del Porto Canale di Cagliari, a circa un chilometro e mezzo dal centro storico della città. A ridosso del Villaggio e dello svincolo della S.S. 195 è prevista, su una superficie di 78.000 mq, la realizzazione di un deposito costiero e terminal GNL.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di stoccaggio e rigassificazione con una struttura in banchina per la connessione e lo scarico del GNL dalle navi metaniere, un complesso di tubazioni criogeniche per il trasporto del fluido nell’impianto, un sistema di stoccaggio, pompaggio e rigassificazione di parte del GNL stoccato, oltre a una stazione per il filtraggio, la misurazione e l’odorizzazione del gas naturale, propedeutica e necessaria per l’immissione del gas nelle reti di trasporto.
«La preoccupazione è davvero grande e per questo ho presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture – conclude Francesca Ghirra – occorre verificare se ci sia la possibilità di realizzare l’impianto in un’area maggiormente sicura e idonea, al fine di salvaguardare le prerogative degli abitanti di Giorgino, la tutela e la valorizzazione dello stagno di Santa Gilla e le attività del Porto Canale

I rincari energetici, quelli elettrici in particolare, hanno reso sempre insostenibile la capacità produttiva ed occupazionale delle aziende. Questo dato è ancor più grave per le imprese energivore della Sardegna, che devono affrontare costi maggiori rispetto a realtà industriali localizzate nella Penisola, a causa della mancanza del gas e dei costi di trasporto eccessivamente onerosi.

Il Governo ha garantito a tutte le aziende italiane solo 16 milioni di MWh a prezzi calmierati, sufficienti a soddisfare appena il 7% delle richieste. Nonostante per le imprese sarde e siciliane sia previsto un criterio di priorità, la quota definita dall’esecutivo non garantisce un vantaggio effettivo, anche perché il sistema di ripartizione dell’energia su base nazionale non permette di avere assegnazioni per singolo soggetto superiori al 30% dei costi di gestione.

Per aziende a elevata intensità energetica come Portovesme s.r.l i costi dell’energia hanno raggiunto oltre il 70% di quelli totali e le quote che vengono assegnate sono del tutto insufficienti a garantire la sostenibilità dell’attività.

A seguito dell’approvazione del DL Aiuti ter il Governo ha accolto un ordine del giorno che ho presentato con le colleghe ed i colleghi dell’Alleanza Verdi Sinistra. Abbiamo chiesto di modificare i criteri di assegnazione di energia a costo calmierato dando maggiore priorità alle imprese che operano in Sardegna e in Sicilia. 

In un momento così difficile per aziende fondamentali per la nostra isola come la Portovesme srl è importante un intervento del Governo che garantisca agevolazioni che consentano di proseguire l’attività e la continuità occupazionale.

Vigileremo perché mantengano gli impegni.

Francesca Ghirra

Alleanza Verdi Sinistra