A Cagliari, uno studente spende mediamente 350 euro al mese per una stanza e per le spese ad essa collegate. Questi sono i dati riportati nell’ultima indagine relativa alla condizione abitativa, svolta dall’associazione studentesca UniCaralis – UDU dell’Ateneo del capoluogo.
Ai costi sempre più alti della vita e in particolare degli affitti, che si riscontrano in tutta la nazione, si deve sommare il disservizio dell’ERSU di Cagliari, l’ente per il diritto allo studio cagliaritano.
È del 27 ottobre 2023 la graduatoria definitiva per le borse di studio, che vede esclusi per il momento 4.461 studenti idonei, su un dato complessivo di 7.169 richiedenti. Per gli studenti dell’Ateneo di Sassari la situazione non è migliore: l’ERSU di Sassari, infatti, non garantisce la borsa a 1.692 studenti idonei.
In attesa del trasferimento delle risorse del PNRR e del Fondo Integrativo Statale nelle casse dell’ente regionale, quindi, gli idonei non beneficiari sono costretti ad attendere, sino a data da destinarsi, l’erogazione delle borse di studio, nonostante l’anno accademico sia già iniziato. Una situazione che priva buona parte degli studenti e delle studentesse, specialmente se fuori sede, di iniziare o continuare il loro percorso universitario.
«I dati, purtroppo, non ci stupiscono – ha detto la deputata Francesca Ghirra -. La situazione è davvero preoccupante, perché studiare è diventato un lusso. Lo Stato e la Regione devono intervenire urgentemente per ripristinare il diritto allo studio previsto dalla nostra Costituzione, a partire dalla garanzia di borse di studio per tutti gli idonei e di alloggi adeguati per i fuorisede, per arrivare ai servizi universitari di cui dovrebbero essere dotate tutte le città sedi di Atenei come mense, biblioteche, trasporti pubblici, impianti sportivi e ricreativi.»
«Non sono accettabili ritardi da parte del Ministero per il trasferimento delle risorse alla Regione, che per contro non può essere così lenta e inefficiente nel garantire le anticipazioni dovute agli idonei. Gli studenti e le studentesse devono essere messi nelle condizioni di poter godere del loro diritto allo studio», ha aggiunto il consigliere regionale dei Progressisti Francesco Agus.
Lo scenario strategico per lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese della Sardegna al tempo del PNRR. È questo il titolo del convegno organizzato dalla CNA Sardegna che si terrà sabato 8 luglio, alle 9.30, presso il T-Hotel di Cagliari. I lavori, presieduti e coordinati dal segretario regionale della Cna Sardegna Francesco Porcu, saranno aperti dal presidente regionale della CNA Luigi Tomasi. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la presentazione della ricerca realizzata da CNA Sardegna, interverranno Gianni Chessa, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna; Maria Antonietta Mongiu, archeologa, presidente del Comitato Tecnico Scientifico per l’insularità in Costituzione; Francesca Ghirra, componente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazione della Camera dei deputati; Silvio Lai, componente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati; Pierluigi Saiu, assessore dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; Alessandra Todde, componente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati; Alessandra Zedda, consigliera regionale, già vice-presidente della Giunta regionale; Salvatore Deidda, presidente della X Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati.
Concluderà l’incontro, il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini.
«Per la Portovesme srl non è più tempo di raccomandazioni ma di impegni concreti. Il governo invece si sottrae. Per questo oggi, in sede di votazione del decreto bollette, non ho accettato la proposta del governo di trasformare un ordine del giorno, a mia firma e della collega Francesca Ghirra, in una raccomandazione sulla crisi della Portovesme.»
Lo scrive, in una nota, Silvio Lai, deputato del Partito democratico.
«Non si possono prendere in giro oltre 1.500 lavoratori, tra diretti e indiretti, che sono a casa senza alcuna tutela e nella migliore delle ipotesi in cassa integrazione con un taglio deciso dei loro stipendi che non garantisce la dignità di vita a migliaia di famiglie. In realtà cosa si chiedeva? Di arrivare come in passato è avvenuto per altre aziende ad accordi bilaterali per la fornitura dell’energia elettrica vista l’assenza in Sardegna di un metanodotto – conclude Silvio Lai -. Al tempo stesso chiedevamo al governo di alzare il livello della trattativa ai massimi livelli manageriali internazionali per consentire di riattivare l’attività industriale. Il Governo si è invece girato dall’altra parte così come ha fatto finora la regione Sardegna»
“Dal 4 aprile 2022 l’Ufficio Passaporti ha introdotto il sistema delle prenotazioni online per le domande di rilascio dei passaporti elettronici. In alcuni casi, per esempio gli uffici di Quartu Sant’Elena, Carbonia e Iglesias, si tratta dell’unica ed esclusiva modalità attraverso cui presentare le domande. Tale innovazione avrebbe dovuto garantire agli utenti tempi precisi in cui formalizzare la richiesta e ottenere il documento. In realtà si registrano attese lunghissime in molte realtà territoriali: a Cagliari, ad esempio, occorre aspettare oltre sei mesi solo per presentare la domanda; se si tratta di minori, poi, l’attesa è ancora più lunga.”
Lo scrive, in una nota, Francesca Ghirra, deputata del gruppo Alleanza Verdi Sinistra.
“Questa situazione, oltre a determinare una forte disomogeneità tra territori, limita in maniera intollerabile la libertà di circolazione dei cittadini che risiedono in certe specifiche aree territoriali e devono viaggiare per motivi di salute, di lavoro o anche unicamente per motivi di svago – conclude Francesca Ghirra -. Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per sapere come intenda intervenire per garantire ai cittadini la libertà di movimento e ripristinare tempi celeri per l’emissione dei passaporti.”
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I rincari energetici, quelli elettrici in particolare, hanno reso sempre insostenibile la capacità produttiva ed occupazionale delle aziende. Questo dato è ancor più grave per le imprese energivore della Sardegna, che devono affrontare costi maggiori rispetto a realtà industriali localizzate nella Penisola, a causa della mancanza del gas e dei costi di trasporto eccessivamente onerosi.
Il Governo ha garantito a tutte le aziende italiane solo 16 milioni di MWh a prezzi calmierati, sufficienti a soddisfare appena il 7% delle richieste. Nonostante per le imprese sarde e siciliane sia previsto un criterio di priorità, la quota definita dall’esecutivo non garantisce un vantaggio effettivo, anche perché il sistema di ripartizione dell’energia su base nazionale non permette di avere assegnazioni per singolo soggetto superiori al 30% dei costi di gestione.
Per aziende a elevata intensità energetica come Portovesme s.r.l i costi dell’energia hanno raggiunto oltre il 70% di quelli totali e le quote che vengono assegnate sono del tutto insufficienti a garantire la sostenibilità dell’attività.
A seguito dell’approvazione del DL Aiuti ter il Governo ha accolto un ordine del giorno che ho presentato con le colleghe ed i colleghi dell’Alleanza Verdi Sinistra. Abbiamo chiesto di modificare i criteri di assegnazione di energia a costo calmierato dando maggiore priorità alle imprese che operano in Sardegna e in Sicilia.
In un momento così difficile per aziende fondamentali per la nostra isola come la Portovesme srl è importante un intervento del Governo che garantisca agevolazioni che consentano di proseguire l’attività e la continuità occupazionale.
Vigileremo perché mantengano gli impegni.
Francesca Ghirra
Alleanza Verdi Sinistra
Il Consiglio comunale di Carbonia si è riunito questa mattina, convocato dal presidente Federico Fantinel, nella sede della Sotacarbo, per dibattere sulla difficile situazione in cui versa il polo industrialeo. Una riflessione complessiva che non ha riguardato solo il futuro della Portovesme Srl, le cui sorti a seguito dei vertici di ieri a Cagliari sono rimandate a gennaio 2023, ma anche tutto il comparto delle attività produttive del territorio.
«Un eventuale esito negativo avrebbe gravi ripercussioni sul tessuto sociale che per noi Amministratori assumerebbe i toni di una seria emergenza da gestire», ha sottolineato nella sua introduzione il sindaco Pietro Morittu, intervenuto dopo i saluti del presidente della Sotacarbo Mario Porcu. Il sindaco di Carbonia ha poi posto l’accento sulla questione energetica.
Nel corso della lunga seduta è stato messo all’attenzione del Consiglio un documento su cui hanno lavorato tutti i consiglieri come base di partenza su cui proseguire un percorso condiviso circa l’evoluzione della situazione al fine, naturalmente, di mettere in campo tutti gli strumenti utili per impedire la chiusura definitiva del polo industriale. «Stiamo parlando – si legge nel documento – di 6mila posti tra diretti e indotto, legati a questi settori, che il territorio non si può permettere di sommare agli attuali 36mila disoccupati»
Hanno partecipato all’assemblea civica i rappresentanti diCgil e Cisl e Uil, reduci da una impegnativa settimana di incontri in Regione, i parlamentari sardi Silvio Lai, Salvatore Sasso Deidda, Francesca Ghirra, Alessandra Todde e Sabrina Licheri, alcuni sindaci ed amministratori del Sulcis Iglesiente, i vertici della Centrale Enel, alcuni delegati del comparto economico e don Antonio Mura, responsabile della pastorale Sociale e per il Lavoro della diocesi di Iglesias. Assenti, per sopraggiunti impegni, assessori e consiglieri regionali che hanno comunque inviato messaggi di solidarietà, vicinanza e manifestato sentimenti di collaborazione per le azioni da intraprendere a favore dei lavoratori.
La proposta emersa da più parti è stata quella di far diventare l’incontro di oggi un tavolo di discussione periodico sugli sviluppi della vertenza e più complessivamente sulle prospettive del territorio.