SEL sostiene la protesta dell’Università sarda, fabbrica culturale più importante della Regione.
[bing_translator]
Sinistra Ecologia Libertà in una nota diffusa oggi ribadisce l’impegno nei confronti del Ministero e della Regione per garantire pari opportunità all’Università sarda. I parametri tarati dal Ministero su misura del tessuto sociale, demografico ed economico dei politecnici del nord Italia, se applicati in maniera rigida, rischiano di portare alla chiusura dell’Università della Sardegna. Non c’è niente di più iniquo e sbagliato che fare parti uguali tra diseguali.
«Il primo necessario intervento è quello che ci si aspetta in questa legge di stabilità: le forze di maggioranza si sono impegnate a sostenere e approvare gli emendamenti a garanzia del diritto allo studio e nei prossimi giorni contiamo di portare questa prima boccata di ossigeno ai nostri Atenei – afferma Francesco Agus, consigliere regionale di SEL – un intervento vitale per l’Isola e per la città di Cagliari.»
L’ordine del giorno presentato da Sel in Senato e approvato a larghissima maggioranza ha impegnato il Governo a mantenere invariati i fondi stanziati per l’Università anche per il 2016. L’impegno di SEL è di vigilare affinché questo impegno sia assolto e non sia pregiudicato il diritto per la popolazione sarda ad avere accesso a studi universitari di qualità.
«Dobbiamo opporci all’ennesimo smantellamento di un presidio statale nella nostra isola: non è pensabile che secoli di storia e tradizione vengano cancellati da una cinica equazione di Stato -aggiuge Francesca Ghirra, presidente della commissione Pubblica istruzione del comune di Cagliari -. Sappiamo quanto sia importante l’Ateneo cagliaritano anche per l’economia della città: a presenza di tanti giovani cagliaritani e studenti fuori sede costituisce una indispensabile parte vitale e dinamica della popolazione cittadina. E’ assurdo che 450 ragazze e ragazzi nell’ultimo anno non abbiano avuto accesso alla formazione universitaria per ragioni economiche: occorre che la Regione ponga rimedio quanto prima ai finanziamenti per le borse di studio.»