22 November, 2024
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La commissione Attività produttive ha affrontato in tre audizioni la vertenza dei lavoratori Aras e l’assessore del Lavoro e i Sindacati sulla situazione di Insar Spa.

Nella prima audizione la commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha ascoltato una ampia delegazione di rappresentanti sindacali ed autonomi sul problema riguardante il passaggio dei lavoratori Aras all’agenzia Laore.

Il mondo sindacale, che contiene al suo interno posizioni differenziate che anche nell’audizione sono state riproposte, ha espresso però apprezzamento per la sensibilità bipartisan manifestata concretamente in più occasioni dal Consiglio regionale, in particolare con legge 47/2018 approvata all’unanimità e frutto di un serrato confronto di merito col Governo nazionale ed i tre Ministeri interessati (Funzione pubblica, Sviluppo economico e Lavoro).

A fronte del largo consenso parlamentare che ha caratterizzato il dibattito e l’approvazione della legge 47, tuttavia, i sindacati hanno espresso preoccupazione per alcune difficoltà applicative e lamentato i ritardi nell’adozione di una delibera di Giunta necessaria per aprire la strada alla pubblicazione dei bandi di concorso. Sotto questo profilo, sono state poi rinnovate le critiche all’assessore dell’Agricoltura, ritenuta per certi aspetti responsabile degli stessi ritardi, motivati (strumentalmente, a giudizio dei sindacalisti) in parte dalla opportunità di una riflessione sulla riforma complessiva degli enti agricoli ed in parte dalla necessità di allineare le posizioni contrattuali dei dipendenti regionali del settore.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali: Francesco Mura di Fdi, Michele Cossa dei Riformatori sardied Eugenio Lai di Leu.

La commissione si è poi occupata della complessa vicenda della Sices Srl di Porto Torres, ora in liquidazione, azienda metalmeccanica specializzata nella realizzazione di macchinari pesanti destinati in gran parte al mercato internazionale. Alla riunione ha partecipato l’assessore dell’Industria Anita Pili che ha riferito di recenti contatti con il liquidatore dai quali è emersa la possibilità di individuare nuovi acquirenti od investitori. Ancora non abbiamo aperto formalmente un tavolo di confronto, ha dichiarato l’assessore, «e ci prendiamo ancora qualche giorno in attesa di sviluppi più concreti; da parte nostra c’è comunque la volontà di esaminare tutte le opzioni possibili per consentire all’azienda di tornare sul mercato».

Sulla situazione della Sices si è soffermato poi il segretario provinciale della Fiom Cgil del Nord Sardegna Gavino Doppiu. Il sindacalista ha ripercorso sinteticamente la storia della società, che ha sempre puntato molto sul suo capitale umano in un clima di buone relazioni sindacali e con una forte vocazione all’export. La crisi, ha spiegato, è nata per ragioni prevalentemente finanziarie dovute alla difficoltà nei rapporti col mondo del credito. A suo giudizio, in definitiva, esistono le condizioni, anche di mercato, per consentire all’azienda di tornare alla ripresa produttiva.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Stefano Tunis (Sardegna 20/20) e Gian Franco Satta (Progressisti).

«Nel quadro della riorganizzazione e del rafforzamento degli strumenti operativi pubblici che operano nelle politiche attive per il lavoro, la Giunta ha ritenuto opportuno emanare un atto di indirizzo per la messa in liquidazione di Insar Spa (della quale la Regione è azionista di maggioranza con il 55%), assicurando nello stesso tempo la prosecuzione delle attività, il coinvolgimento dei sindacati e la salvaguardia delle professionalità presenti nella società.»

Lo ha annunciato l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda nel corso di una audizione davanti alla commissione Attività produttive presieduta da Piero Maieli, aggiungendo che da alcuni anni «Insar non svolge in modo positivo organico ed organico la sua missione aziendale di facilitare l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro anche attraverso una rete di relazioni con il sistema delle imprese».

Un capitolo a parte, ha proseguito Alessandra Zedda, riguarda i conti della società che «ha una storia recente di bilanci negativi fatta eccezione per l’ultimo che presenta un utile di esercizio positivo di 30.000 euro, una goccia nel deserto ed un motivo in più per vederci chiaro». Se poi, ha concluso l’esponente della Giunta, «si dovesse verificare che ci sono le condizioni per rimetterla sulla strada giusta non c’è niente che lo vieti».

La scelta del governo regionale è stata criticata dai rappresentanti dei sindacati, ascoltati successivamente dalla commissione. Il segretario della Cgil Michele Carrus, dopo aver lamentato di non aver potuto conoscere il contenuto della delibera della Giunta ha affermato che, «a fronte di errori gestionali oggetto di numerose iniziative dello stesso Consiglio regionale, il ruolo di Insar resta centrale nelle politiche attive del lavoro e non vorremmo che la messa in liquidazione nascondesse il tentativo di mettere le mani sui 46 milioni del piano Lavoras (messo a punto con il contributo delle parti sociali) e su altre consistenti risorse».

Per Roberto Demontis della Cisl «la delibera sembra prefigurare un trasferimento ad Aspal (la nuova Agenzia regionale del lavoro) delle attività di Insar ma si tratta di soggetti diversi con competenze non sovrapponibili, ferma restando la necessità di valutare anche il ruolo di Anpal (l’Agenzia nazionale) che ha propri uffici in Sardegna».

Riversare tutte le attività su Aspal sarebbe sbagliato che secondo la segretaria regionale della Uil Francesca Ticca, «perché verrebbe meno l’attenzione sulla specificità del mondo del lavoro regionale accrescendo la preoccupazione sulle modalità di gestione di crisi economiche ed occupazionali complesse purtroppo molto diffuse in Sardegna».

A nome del sindacato Sindirigenti, anche Giuseppe Matolo ha espresso perplessità, ricordando che «la scelta dell’azionista è legittima ma non appare necessaria e va spiegata, senza dimenticare che Insar è stata costituita a suo tempo con una legge regionale che non può essere modificata da una delibera di Giunta».

Nel dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Desirè Manca (M5S), Gianluigi Piano del Pd e Gian Franco Satta dei Progressisti.

 

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A pochi giorni dalla visita svolta presso lo stabilimento Eurallumina, a Portovesme, si è svolto oggi un nuovo incontro tra la RSU di fabbrica e l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili, nella sede dell’assessorato, a Cagliari. Sul tavolo la conferma delle richieste di un’accelerazione dell’iter autorizzativo per VIA e AIA. Per questo obiettivo, è necessario uno stretto coordinamento tra gli assessorati coinvolti.

L’assessore Anita Pili, che sta operando in quel senso, ha in programma a breve, una prossima riunione nel merito specifico con i colleghi di Sanità ed Ambiente. La RSU inoltre, ha incontrato presso l’assessorato regionale della Sanità, componenti lo staff dell’assessore Mario Nieddu, che si stanno occupando della parte di loro competenza nel percorso autorizzativo.

I rappresentanti dei lavoratori dell’Eurallumina hanno effettuato un sit-in a Villa Devoto, dalle ore 11.00 sino alle 14,30, in concomitanza e per l’intera durata del primo incontro ufficiale tra i segretari confederali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Carrus, Gavino Carta, Francesca Ticca, ed il governatore Christian Solinas.

«I tre segretari, al termine della riunione – si legge in una nota della RSU Eurallumina -, hanno comunicato che il tema energia è in testa all’agenda dei problemi sui temi industriali e del lavoro, che il presidente Christian Solinas ha assunto l’impegno di scrivere immediatamente al Mise e a Palazzo Chigi, per ribadire le gravi ripercussioni che creerebbe l’uscita dal carbone nel 2025 senza avere realizzato l’alternativa e respingendo al mittente quanto proposto da ARERA, ovvero che i costi della metanizzazione, nell’unica regione ancora sprovvista, vengano pagati dai sardi. L’impegno è di sollecitare che si svolga al più presto per l’apertura di un tavolo interministeriale, con la presenza delle parti sociali, per affrontare questi temi di natura sempre più emergenziale, per il futuro delle aziende, dell’economia e di migliaia di lavoratrici e lavoratori.»

La RSU Eurallumina, come fatto nel suo intervento durante l’assemblea dei quadri e delegati del comparto industriale e dei servizi, del 31 maggio a Portovesme, ribadisce la necessità di una determinata azione unitaria di tutto il comparto nei confronti del Governo, con le necessarie iniziative di mobilitazione, condivise dall’assemblea unitaria di Cgil Cisl e Uil, con al fianco le istituzioni locali e regionali, se non giungessero in tempo utile, prima che la cancellazione del nucleo industriale di Portovesme e delle altre aree dell‘intera Sardegna diventino tragica realtà, le risposte alle nostre legittime rivendicazioni.

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«Un incontro proficuo, per decidere insieme come affrontare subito le emergenze della Sardegna.»

Lo ha affermato il presidente della Regione, Christian Solinas, al termine del primo confronto con i sindacati, che si è tenuto questa mattina a Villa Devoto. All’incontro hanno partecipato le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, guidate rispettivamente dai segretari generali Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca.

«Sono profondamente convinto – ha sottolineato il presidente della Regione – che ci troviamo davanti a numerosi temi che impongono risposte di sistema. E per questo serve una concertazione ampia, relazioni corrette e una legittimazione reciproca tra tutti gli attori sociali. La disintermediazione è un gioco che non serve a nessuno.»

Un positivo apprezzamento per i risultati dell’incontro e per le aperture al confronto del presidente Solinas è stato espresso dai tre segretari che hanno auspicato un immediato coinvolgimento delle parti sociali sui temi caldi dello sviluppo e dell’economia in Sardegna.

Il presidente della Regione ed i rappresentanti sindacali hanno, infine, concordato l’istituzionalizzazione di un tavolo permanente di confronto e un calendario di incontri sulle diverse emergenze, dal lavoro alla sanità, dall’industria all’urbanistica.

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Questa mattina, all’assessorato regionale del Lavoro, si è svolto un incontro tra la Regione Sardegna e le Confederazioni sindacali regionali, per discutere sui ritardi nel pagamento delle mobilità in deroga. Per la Regione erano presenti al tavolo l’assessore Virginia Mura e i segretari, Luca Mereu e Mirko Vacca.

«L’assessore Virginia Mura ha illustrato lo stato dell’arte relativo al pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Per quanto riguarda le istanze presentate e riguardanti la deroga 2017 – si legge in una nota della segreteria UILM del Sulcis Iglesiente, organizzazione sindacale rappresentata all’incontro dalla segreteria generale della UIL Sardegna Francesca Ticca e dal segretario territoriale UILM, Vincenzo Marroccu – tali richieste sono state già determinate e, per quanto ci riguarda, abbiamo già provveduto, avendo ricevuto l’autorizzazione al pagamento, a inoltrare il DS 21 all’INPS. Sulle autorizzazioni al pagamento delle richieste inoltrate al Sil per il 2018, l’assessore Virginia Mura ha comunicato al Sindacato, che già dalla prossima settimana, saranno inviate le determine ed entro il mese di aprile saranno allineati tutte le autorizzazioni ai pagamenti. Il problema è sorto sulla questione della copertura finanziaria, per gli altri 6 mesi dell’anno. E, a questo riguardo, la rappresentante dell’Esecutivo regionale ha evidenziato il fatto, che la competenza sull’erogazione delle risorse monetarie sarà del prossimo Governo nazionale. La riunione si è conclusa con l’impegno da parte della Regione, di un sollecito nei confronti dell’INPS, affinché siano velocizzate le procedure di pagamento, una volta pervenuti i DS21. Appena riceveremo dalla Regione le autorizzazioni al pagamento delle mobilità in deroga – conclude la segreteria UILM del Sulcis Iglesiente – ci adopereremo immediatamente affinché sia inoltrata all’Inps la richiesta di messa in pagamento della prestazione e abbiate il prima possibile le disponibilità finanziarie.»

 

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Sarà convocata, appena conclusa l’istruttoria, la Conferenza dei servizi per la realizzazione della nuova discarica degli scarti industriali della Portovesme Srl. Entro il mese di maggio l’assessorato all’Ambiente porterà a compimento la procedura di valutazione di impatto ambientale.
Lo ha annunciato questa mattina l’assessore all’Ambiente Donatella Spano sentita in audizione, insieme all’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dalla V commissione del Consiglio regionale. Senza un nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione, lo stabilimento del Sulcis sarebbe costretto a chiudere i battenti. A rischio, tra dipendenti diretti e indotto, ci sono circa 1.500 posti di lavoro.

«La Regione sta seguendo con la massima attenzione l’iter del procedimento – ha detto Donatella  Spano – siamo consapevoli del ruolo che l’azienda ricopre nel territorio. Proprio per questo, lo scorso ottobre la Giunta regionale ha deliberato l’ampliamento della vecchia discarica di Genna ’e Luas in attesa di definire il nuovo intervento. C’è l’impegno della Giunta a comprimere i tempi e arrivare rapidamente ad una soluzione positiva.»

L’assessorato all’Urbanistica, intanto, ha completato l’istruttoria per il rilascio del parere di competenza da parte dell’Ufficio tutela del paesaggio. «Il documento è pronto – ha detto l’assessore Cristiano Erriu – sarà a disposizione della prossima Conferenza dei servizi».

Prima dei due assessori della Giunta Pigliaru, la commissione Attività produttive ha sentito, in mattinata, anche i vertici della Portovesme Srl e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil schierati su un unico fronte con la richiesta di tempi certi sulle procedure autorizzative. «Il gruppo Glencore vuole continuare ad operare in Sardegna – ha detto l’amministratore delegato della Portovesme Srl Carlo Lolliri – abbiamo presentato un piano quinquennale che prevede centinaia di milioni di euro di investimenti in nuove tecnologie. La realizzazione della nuova discarica è però indispensabile per poter proseguire l’attività produttiva. Non chiediamo soldi ma risposte chiare sui tempi. Il rischio è che la burocrazia fermi gli impianti. Abbiamo accolto tutte le osservazioni al Piano, entro venerdì presenteremo alla Provincia gli ultimi chiarimenti richiesti su alcuni aspetti non sostanziali. Successivamente, l’ente intermedio trasmetterà tutti i documenti alla Regione per la convocazione della Conferenza di Servizi». Passaggio confermato dal dirigente della Provincia del Sud Sardegna Fulvio Bordignon: «I ritardi sono dovuti in gran parte al passaggio di consegne tra la vecchia Provincia di Cagliari e la nuova del Sud Sardegna – ha detto – ora però siamo pronti. La prossima settimana consegneremo alla Regione la documentazione richiesta. Una volta che l’assessorato approverà il VIA noi procederemo con l’Autorizzazione integrata ambientale».

«Non cerchiamo scorciatoie ma chiediamo che si proceda secondo la legge nel rispetto delle norme ambientali. bisogna liberarsi da visioni personalistiche e preconcette – hanno detto i rappresentanti di Cgil (Tore Cappai), Cisl (Fabio Enne e Francesco Garau) e Uil (Francesca Ticca) – lo stabilimento della Protovesme Srl è l’unico attivo nel Sulcis, il territorio non può sopportare un’altra emergenza occupazionale».

Giudizio condiviso dai consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Piero Comandini che hanno chiesto con forza un’accelerazione dei tempi per il rilascio delle autorizzazioni: «Siamo di fronte a un’emergenza, chiediamo che la si affronti con procedure straordinarie visto che ormai siamo fuori tempo massimo – hanno detto Cesare Moriconi e Piero Comandini – la vecchia discarica sta andando ad esaurimento. Ancora pochi mesi e la Portovesme Srl dovrà fermare la produzione con pesanti conseguenze sociali». Ai consiglieri di maggioranza si sono uniti anche quelli di minoranza Giorgio Oppi e Gianluigi Rubiu che hanno ribadito l’importanza dello stabilimento per il Sulcis e chiesto un intervento forte della Commissione nei confronti della Giunta: «I tempi del mondo del lavoro non sono quelli della burocrazia – hanno detto i due consiglieri regionali dell’Udc – occorre recuperare il ritardo. L’idea che la Portovesme Srl possa scappare dal Sulcis ci fa rizzare i capelli».

Al termine delle audizioni, il presidente Luigi Lotto ha preso atto delle rassicurazioni della Giunta e ha assicurato l’impegno della Commissione perché si giunga presto ad una soluzione positiva della vertenza: «La situazione è delicata. Ognuno di noi è obbligato a fare tutti i passi necessari per arrivare a chiudere la pratica in tempi rapidi – ha detto Luigi Lotto – c’è la consapevolezza che occorre agire velocemente senza perdere nemmeno un minuto. La Commissione seguirà con attenzione i prossimi passaggi».

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Audizione dei rappresentanti dei sindacati confederali e autonomi stamane, in Prima commissione, sul tipo di contratto di lavoro nell’Agenzia Forestas e sulla stabilizzazione dei precari.

Nel corso dell’incontro, presieduto dall’on. Francesco Agus, il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus ha parlato dell’attuale situazione dell’Agenzia Forestas, che occupa circa seimila lavoratori (poco meno di duemila sono precari) distribuiti in 173 cantieri. Ai lavoratori si applica il contratto collettivo nazionale degli operai forestali e il contratto integrativo regionale. Michele Carrus ha detto ricostruendo il passato: «Gli incarichi di mansioni superiori hanno ecceduto i limiti temporali e sono stati attribuiti da una gestione opaca e permeabile ai suggerimenti esterni. Così, più o meno discrezionalmente sono state attribuite le mansioni superiori, sia perché mancavano quelle figure nell’Agenzia sia perché il ritardo sull’organizzazione del personale era funzionale alla gestione del consenso. Ovviamente tutto questo ha creato contrapposizioni tra lavoratori. Nello stesso tempo chi non aveva inizialmente i titoli si è ritrovato a svolgere mansioni superiori in una condizione di precarietà». Per il capo della Cgil sarda «in questi casi è doverosa la selezione pubblica e ogni altro tipo di soluzione va contro la Costituzione. E’ però chiaro che in via preliminare va individuata la pianta organica di Forestas, sulla base dei carichi di lavoro. Quanto al tema della stabilizzazione dei precari presenti in Agenzia, suggeriamo attenzione, perché anche questo è un campo di possibile contrapposizione tra lavoratori».

Per Francesco Piras, componente della segreteria regionale della Cisl, «la volontà del Consiglio regionale di trasformare l’Ente foreste in Agenzia Forestas era sorretta da aspettative che non si sono realizzate. La nostra prima questione è l’applicazione di un solo contratto per tutti i lavoratori e la necessità che qualunque riforma intraprenda il Consiglio regionale questa riguardi tutti i lavoratori di Forestas, nessun escluso. La cura giusta per Forestas sono le regole certe per tutti, compresi i precari e non solo per i duemila lavoratori che svolgono mansioni superiori, compresi i duecento operai adibiti alle mansioni degli impiegati».

Il dirigente Cisl ha parlato di «tensione e di episodi violenti tra lavoratori», riferendosi a un fatto di cronaca non meglio precisato e accaduto ieri a Sassari, al quale si è riferita anche Francesca Ticca, segretaria regionale della Uil. La sindacalista ha detto: «Il problema della forestazione in Sardegna è enorme e mi fa piacere che la Prima commissione si stia ponendo la questione anche delle legittime aspettative dei suoi lavoratori. E’ pericoloso quanto avvenuto a Sassari, un’aggressione fuori dal lavoro: di questo passo si rischia di mettere l’uno contro l’altro i lavoratori».

Per la Cisl è intervenuto anche il segretario dell’Ogliastra, Bruno Olivieri, che ha ricordato i numeri del territorio: «Seicentotrè precari sono tantissimi. Se vogliamo fa lavorare un ente così dobbiamo avere soltanto lavoratori a tempo indeterminato».

Per le sigle autonome sono intervenuti Mario Folz (Snals), che ha consegnato una nota ai commissari e ha ribadito il principio secondo cui «essendo dipendenti della Regione i lavoratori dell’Agenzia Forestas devono vedere applicato il contratto della Regione». 

Della stessa opinione Alessio Saba, segretario regionale di Confederdia, che ha attaccato i sindacati confederali: «Siamo indignati per il modo con cui hanno gestito le questioni di Forestas ed è per questo che ci siamo messi provvisoriamente a fare i sindacalisti. E’ francamente impossibile lavorare nelle attuali condizioni ma visto che a ogni sardo la nostra agenzia costa cento euro è bene che restituiamo cento euro alla collettività sotto forma di servizio all’altezza».

I lavori della commissione proseguono alle 17.00, con l’audizione del direttore generale dell’Agenzia e dell’assessore dell’Ambiente e del direttore Inps (domani, a partire dalle 10.00).

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Sulla Manovra finanziaria 2017, questa mattina  la commissione Bilancio ha sentito i rappresentanti delle parti sociali, delle forze datoriali e del sistema cooperativo. 

Secondo il segretario della Cgil, Michele Carrus, la manovra 2017 non si discosta da quelle degli anni passati. «Anche quest’anno il documento di bilancio è pesantemente condizionato dalla spesa per la Sanità che assorbe gran parte delle risorse (3.318 milioni di euro) – ha detto Michele Carrus – spesa destinata a salire dopo la decisione del ministero di escludere la Sardegna dai rimborsi per i nuovi Lea e per l’acquisto di farmaci innovativi. Occorre intervenire subito su questo fronte, ingaggiando una battaglia con lo Stato per ottenere la riduzione degli accantonamenti destinati alla compartecipazione per l’abbattimento del debito pubblico. L’altro passo da compiere è la riforma della rete ospedaliera. Le scelte sono state fatte, tenere la riforma a bagnomaria non contribuisce al risanamento dei conti e al miglioramento dei servizi».

Michele Carrus ha invece mostrato apprezzamento per le linee guida della programmazione unitaria che consentono di razionalizzare gli interventi e di rendere meno complicata l’azione della macchina regionale. «Manca però il salto di qualità – ha aggiunto Michele Carrus – soprattutto sul versante delle politiche per il lavoro. 119 milioni di euro, in gran parte vincolati per ammortizzatori sociali, formazione e spese dell’apparato burocratico, non sono sufficienti per affrontare la grave crisi occupazionale della Sardegna». Il segretario della Cgil ha duramente criticato l’azione dell’assessorato del Lavoro: «Se tutte le politiche per l’occupazione devono essere affidate all’Agenzia per il Lavoro meglio sopprimere l’assessorato – ha sottolineato Michele Carrus – le somme spese per le consulenze sono uno scandalo che deve cessare».

Carrus si è poi soffermato sugli interventi per garantire il diritto allo studio: «Si utilizzi una parte dei 25 milioni “manovrabili” per finanziare questo capitolo di bilancio – ha suggerito il leader della Cgil – serve un segnale forte per le tante famiglie di lavoratori e operai che non riescono più a mandare i loro figli all’università. Lo si potrebbe fare aumentando il valore medio delle borse di studio allineandosi ai parametri delle regioni italiane più virtuose. Altri fondi potrebbero essere assegnati per aiutare gli studenti fuori sede e per abbattere i costi del trasporto pubblico». Per Carrus sarebbe inoltre urgente prevedere più risorse a favore delle Università che quest’anno subiranno tagli pesanti ai trasferimenti statali «Se non si interviene sono a rischio molti corsi di specializzazione e progetti di ricerca».

Dal rappresentante della Cgil, infine, un appello a favore dei patronati: «Garantiscono un presidio nei territori per le fasce più deboli della popolazione. Vanno tutelati e sostenuti».

Appello al quale si è unito il segretario della Cisl Ignazio Ganga che, nel suo intervento, ha segnalato i troppi ritardi nella erogazione delle risorse pubbliche. «Il sistema del bilancio armonizzato soffre, i centri di spesa non sono stati capaci di dare ritmo – ha detto Ignazio Ganga – la spesa è troppo lenta soprattutto per l’occupazione che necessita di riscontri immediati».

Anche dal segretario della Cisl sono arrivate critiche sulle politiche per il lavoro: «Serve un colpo di reni – ha affermato Ignazio Ganga – finora tutte gli interventi sono stati realizzati con fondi europei. Perché non investire anche una parte del mutuo regionale. Sono favorevole agli interventi per le infrastrutture, una parte però potrebbe essere utilizzata per rafforzare il capitale umano». Per Ganga sono attualmente 35 le azioni di politiche attive per il lavoro. «Vanno razionalizzate, meglio concentrarsi su 3 o 4 misure che funzionano. Per i lavoro potrebbero essere inoltre recuperati altri fondi come i 15 milioni di euro destinati all’Insar che non hanno dato i risultati sperati».

Ignazio Ganga ha poi affrontato il tema delle entrate fiscali: «La vertenza non è chiusa – ha sottolineato – lo Stato continua a trattenere risorse. La decisione di escludere la Sardegna dai fondi per gli enti locali è un furto con destrezza. Se non si rinegozia la partita si rischia grosso. Comuni e province avranno 84 milioni in meno senza i quali i servizi non possono essere garantiti».

Sulle risorse destinate alla sanità, Ignazio Ganga, a differenza di Michele Carrus, ha rivolto un monito alla Commissione: «Attenti a non considerare il sistema sanitario un peso. Ci sono dentro 22mila lavoratori che garantiscono un servizio importante».

Il segretario della Cisl ha infine invitato la Commissione a rivedere il sistema di detassazione delle imprese: «L’Irap va rimodulata distinguendo tra imprese virtuose e non. Applicare gli incentivi in modo generalizzato incide sul sistema regione. Con quei soldi si finanzia il sociale».

Per Francesca Ticca, segretaria della Cisl,  il vero nodo da risolvere rimane quello della sanità. «La metà del bilancio regionale viene destinata al sistema sanitariose non si rivede l’accordo con lo Stato tutte le missioni introdotte nella legge di stabilità rischiano di non dare risposte ai cittadini».

Anche Francesca Ticca ha invocato politiche per il lavoro più incisive: «Un campo di intervento potrebbe essere quello ambientale che quest’anno mette a disposizione circa mezzo miliardo di euro. Sembrano tantissimi soldi ma in realtà la gran parte viene assorbita per le spese correnti di Forestas e del Geoparco».

Positivo il giudizio sugli interventi per le infrastrutture («servono però tempi certi e norme più semplici»), per le politiche sociali («si sta facendo uno sforzo importante») e per l’edilizia pubblica che mette quest’anno a disposizione 46 milioni di euro. Critiche invece alle azioni per il diritto allo studio («6 milioni sono pochi, in questo modo solo i ricchi potranno andare a scuola») e per le politiche per il lavoro: «119 milioni di euro sono una goccia nel mare. Non ci sono investimenti per far ripartire le produzioni – ha concluso Francesca Ticca – molti giovani hanno smesso di cercare lavoro».

Anche le forze datoriali hanno chiesto alla regione Sardegna un cambio di rotta nella modulazione delle risorse .

Secondo il presidente di Confindustria Alberto Scanu serve una svolta culturale per permettere alla Sardegna di mettersi al passo con l’Europa e allinearsi alle altre regioni italiane che hanno colto la sfida della modernizzazione.

«Il tema fondamentale è quello delle infrastrutture – ha detto Scanu – il Governo ha varato il piano “Industria 4.0”, un investimento di 20 miliardi di euro dal quale la Sardegna rischia di rimanere fuori. Si parla di Agenda digitale ma intanto nei nostri siti manca la banda larga. La Regione deve assumere un ruolo guida.»

Sui conti della Regione, Scanu ha evidenziato il peso abnorme della spesa sanitaria. «Occorre ridurla e trovare altre risorse, magari con un accelerazione sulla spending review e la rinegoziazione dell’intesa sulle entrate con lo Stato». Positivo infine il giudizio sull’attivazione dei bandi a sportello a favore delle imprese.

Valutazioni condivise dal presidente di Confapi Mirko Murgia che ha sottolineato l’esigenza di un rilancio delle politiche di sviluppo nei territori coinvolgendo imprese ed enti locali. «Questa manovra finanziare si occupa delle emergenze mentre servirebbe un progetto più ampio – ha detto Murgia – le imprese invocano da tempo misure per la riduzione del costo del lavoro e strumenti per facilitare l’accesso al credito oltre a un miglioramento del livello qualitativo della infrastrutturazione soprattutto sul fronte dei trasporti».

Francesco Porcu, segretario della Cna, dopo aver espresso preoccupazione per il quadro economico generale dominato da instabilità e incertezza ha proposto quattro linee di intervento: 1) riportare in ordine i conti della sanità attraverso la riforma della rete ospedaliera e la razionalizzazione della spesa; 2) riaprire la vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali; 3) riorganizzare la macchina amministrativa regionale con una robusta spending review e la riduzione degli enti e delle partecipate; 4) ridare efficacia all’azione di governo guardando a un orizzonte di medio e lungo periodo.

Per Francesco Porcu occorre un scossa nel sistema economico. «Per far questo servono risorse – ha  suggerito Porcu – la Cna propone un piano straordinario per il lavoro da finanziare con 100 milioni di euro. Le risorse potrebbero essere recuperate dal fondo Sfirs di 250 milioni di euro istituito nel 2010 per sostenere l’accesso al credito del sistema produttivo isolano. Risorse finora vincolate e immobilizzate che sarebbe opportuno liberare».

Per l’artigianato, infine, Francesco Porcu ha proposto il rifinanziamento di due leggi di settore che in passato hanno dato risultati come la n.949  e la legge 12 sull’apprendistato.

Il presidente di Confcooperative Fabio Onnis, dopo aver espresso apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra, è entrato nel dettaglio dei provvedimenti di legge destinati al settore di sua competenza.

«Apprezziamo la decisione di finanziare con 4 milioni di euro la legge quadro della cooperazione mentre per altre voci di spesa le risorse messe a disposizione sono insufficienti. Serve incrementare i fondi per le cooperative culturali e dello spettacolo, di gestione dei beni culturali e delle biblioteche e soprattutto per quelle della pesca e dell’acquacoltura.»

Al termine delle audizioni il presidente Franco Sabatini ha assicurato massima attenzione ai suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle forze sociali e datoriali. «Abbiamo ascoltato con interesse alcune proposte – ha detto Franco Sabatini -. siamo consapevoli che la partita sulle entrate fiscali rappresenti un passaggio fondamentale per ridare fiato alle finanze regionali. La Commissione approverà a breve una risoluzione per chiedere la convocazione degli Stati generali della Sardegna. Occorre chiamare a raccolta parlamentari, sindacati, enti locali forze datoriali per mobilitare tutta la società sarda e riaprire la vertenza con lo Stato».

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E’ proseguito oggi il confronto tra Giunta e Sindacati Confederali sul tema della riorganizzazione della Regione. All’incontro, che si è svolto a Villa Devoto e che rientra in un ciclo di interlocuzioni con i rappresentanti dei lavoratori promosso dal presidente Pigliaru, hanno preso parte l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro, il capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu ed i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Oriana Putzolu e Francesca Ticca. Erano presenti anche i segretari di categoria.

Giunta ed organizzazioni sindacali hanno concordato sulla importanza di un percorso che consenta una definizione possibilmente condivisa della riforma da inserire nel quadro delle azioni realizzate o in via di realizzazione come il riassetto degli enti locali, il riordino della dirigenza, il progetto di digitalizzazione e la semplificazione normativa.
L’obiettivo è quello di costruire una pubblica amministrazione più moderna ed efficiente che superi l’attuale modello basato sulla logica dei degli uffici, chiusi all’interno delle proprie competenze, che non dialogano tra loro.

C’è pieno accordo sull’urgenza di definire un nuovo modello amministrativo in grado di far fronte alle esigenze dei cittadini e delle imprese e in linea con il processo di modernizzazione in atto nella società e con lo sviluppo delle nuove tecnologie.
Entro questo mese di giugno tra l’esecutivo ed i segretari di Cgil, Cisl e Uil, è previsto un nuovo incontro per approfondire i temi in discussione.
Resta ferma la disponibilità della Giunta a favorire la prosecuzione dei tavoli a livello di categoria e confederale per esaminare gli altri temi di interesse sindacale quali, ad esempio, le questioni contrattuali.

La presidente della Camera, Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, hanno incontrato i segretari delle organizzazioni sindacali. L’accelerazione dell’iter per la discussione alla Camera della mozione “vertenza Sardegna” è l’impegno assunto dalla presidente della Camera, a conclusione dell’incontro tenutosi negli uffici della presidenza del Consiglio, con i segretari regionali di Cgil (Michele Carrus), Cisl (Oriana Putzolu), Uil (Francesca Ticca), Ugl (Piergiorgio Piu) e Css (Giacomo Meloni).

«Alla presidente Boldrini – ha riferito il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau – abbiamo rimarcato le ragioni della nostra specialità  e abbiamo ribadito il ruolo delle nostre  prerogative autonomistiche.»

Tra le priorità segnalate da Ganau vi è quella che riguarda l’assenza dei fondi per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga (mancano all’appello 180 milioni di euro e migliaia di lavoratori sono senza alcun sostegno al reddito). Il presidente ha quindi citato ad esempio il caso delle lavoratrici della Leagler, ricevute a margine della seduta solenne del Consiglio regionale e che da quindici mesi sono senza stipendi, per denunciare la drammatica situazione di crisi che investe l’Isola e che penalizza migliaia di famiglie.

«La presidente Boldrini – ha concluso Gianfranco Ganau – ha dimostrato di avere ben compreso le difficoltà della Sardegna e la sofferenza dei sardi, così come ha dimostrato di essere a conoscenza dei gap che compromettono lo sviluppo e la crescita: dai trasporti, alle infrastrutture, passando per l’energia.»

La richiesta di un intervento della presidente della Camera, per garantire il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, è stata ribadita, nel corso dei rispettivi interventi, anche dai segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Css che hanno avanzato, tra le altre, la proposta di una sperimentazione nell’Isola del “reddito di inclusione” ed hanno rilanciato la riproposizione di un nuovo piano di rinascita per la Sardegna.

«Siamo a disposizione delle organizzazioni sindacali – ha dichiarato il presidente Ganau, a conclusione dell’incontro con la stampa – per affrontare insieme le troppe emergenze dell’Isola e restituire speranza ai tanti sardi che in questi anni difficili l’hanno perduta.»

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

I segretari regionali di CGIL, CISL e UIL, Michele Carrus, Oriana Putzolu e Francesca Ticca, sono stati sentiti oggi in audizione in 3ª commissione, sui contenuti della Manovra finanziaria 2015.

Michele Carrus (Cgil) ha rivolto inoltre un particolare apprezzamento per la programmazione integrata di tutti i fondi a disposizione (europei, regionali e statali) insieme con una valutazione positiva per l’introduzione del  cosiddetto “pareggio di bilancio” ed il conseguente superamento dei vincoli che ne derivavano alla finanza pubblica regionale per effetto del patto di stabilità. L’ulteriore nota positiva evidenziata dal leader della Cgil riguarda il rilancio delle opere pubbliche, la riduzione permanente dell’Irap e la scelta di non introdurre il ticket sanitario. «La criticità – ha dichiarato Carrus – riguarda invece la mancata centralità del tema del lavoro, quale elemento essenziale nelle scelte di politica economica e sociale della Giunta e della sua maggioranza». Perplessità sono state evidenziate a proposito delle politiche settoriali («non sono esplicitate le politiche di settore e l’unica dotazione riguarda 26 milioni di euro destinate all’artigianato») e per quelle relative al “sociale” («non si tiene conto dell’azione del governo tesa a scaricare sulla Regione l’onere delle risposte ai lavoratori con ammortizzatori sociali in deroga»), nonché per l’assenza di una scelta strategica in materia di approvvigionamento energetico («quale è la scelta per il metano?»).

L’out-out della Cgil riguarda i servizi ai cittadini: «Non accetteremo mai una riduzione dei servizi essenziali per i cittadini-consumatori, quindi niente tagli ai servizi sociali e a quelli del trasporto pubblico locale». L’invito riguarda invece le riforme: «Non si possono fare le riforme solo perché bisogna ridurre la spesa ma bisogna partire per migliorare l’efficienza dei servizi resi ai cittadini dalla pubblica amministrazione e dagli enti». Michele Carrus ha quindi concluso con la richiesta di un emendamento della commissione alle poste riferite ai patronati: «L’anno scorso il fondo è stato azzerato e in questa finanziaria non è stato adeguatamente rifinanziato».

La segretaria della Cisl, Oriana Putzolu, ha domandato polemicamente dove risieda “il patto sociale per lo sviluppo” annunciato dal presidente Francesco Pigliaru all’indomani dell’approvazione in Giunta della manovra 2015. «Condividiamo i principi – ha precisato Putzolu – ma vogliamo vedere tradotto nei numeri e nelle misure della finanziaria quel patto sociale che, al momento, resta solo un titolo ad effetto e un annuncio». La critica della Cisl va oltre la mancata centralità del tema del lavoro e riguarda anche il tema della spesa regionale in riferimento al quadro delle risorse disponibili. E così, se in mattinata l’assessore Raffaele Paci aveva annunciato la priorità di spendita delle risorse comunitarie e poi, solo quando questo non sarà possibile, delle risorse regionali, Oriana Putzolu inverte l’ordine e auspica per la spesa, prima l’impiego delle risorse “più certe e più facilmente spendibili” cioè quelle regionali e poi di quelle europee. «Queste ultime – ha insistito la segretaria Cisl – sono aggiuntive rispetto a quelle della Regione e se i tempi dei bandi sono quelli che conosciamo, allora possiamo dire che si rischierebbe di non spendere un euro per tutto il 2015».

«Serve aggredire la disoccupazione – ha concluso Oriana Putzolu – cioè mettere al centro il lavoro, in caso contrario non c’è l’inversione di tendenza rispetto al passato e la finanziaria rimane solo una enunciazione di principi». La Cisl ha invitato inoltre la commissione ad incrementare gli stanziamenti anche per i cosiddetti “nuovi oneri legislativi” (Fnol): «In passato hanno rappresentato una soluzione per far fronte alle emergenze e oggi lo stanziamento di 5 milioni di euro appare del tutto inadeguato».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è sviluppato l’intervento della segretaria regionale della Uil, Francesca Ticca, che ha definito la condizione dell’Isola “una situazione di emergenza senza precedenti”. La critica ha riguardato l’assenza di politiche attive per il lavoro ed ha lamentato una scarsa concretezza degli interventi per il superamento della crisi in atto a fronte del perdurare degli annunci.

Francesca Ticca si è dunque soffermata sul tema delle riforme per ribadire contrarietà alla tendenza in atto di dividere la Sardegna in Nord e Sud. «Serve – ha spiegato la numero uno della Uil – un processo di sviluppo che coinvolga tutti i territori dell’Isola ed a questo proposito mi domando dove sia finito il “centro Sardegna” in questa finanziaria».

Francesca Ticca ha auspicato, dunque, scelte mirate ed ha denunciato come dalle azioni indicate nella manovra non emergano modifiche rispetto al sistema economico conosciuto nel recente passato.