26 December, 2024
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Il presidente del Consiglio comunale di Iglesias Daniele Reginali ha partecipato questa sera all’incontro pubblico sull’attuale assetto degli Enti locali in Sardegna, organizzato a Cagliari presso l’aula consiliare del Municipio cittadino, per iniziativa del presidente del Consiglio Comunale di Cagliari Guido Portoghese.

Nel corso dell’incontro, sono intervenuti i presidenti dei Consigli dei Comuni della Sardegna capoluogo di provincia o ex capoluogo, ed hanno partecipato Cristiano Erriu, assessore degli Enti locali, Finanze e Urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna; Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia e ordinamento regionale del Consiglio regionale; Paola Casula, in rappresentanza dell’ANCI Sardegna ed Andrea Soddu, presidente del Consiglio delle Autonomie locali.

L’incontro pubblico, svoltosi nella serata, è stato preceduto da una sessione mattutina, nel corso della quale i Presidenti dei Consigli Comunali si sono confrontati sul proprio ruolo e sulle reciproche esperienze amministrative.

«Nell’incontro di oggi ci siamo confrontati sul futuro assetto degli Enti locali, ed è stato costituito un tavolo permanente dei presidenti dei Consigli comunali – ha sottolineato Daniele Reginali – La nostra intenzione è quella di riproporre l’esperienza di questo incontro, dopo aver coinvolto sul tema il Consiglio comunale, con la partecipazione dei rappresentanti delle Amministrazioni degli altri Comuni dell’ex provincia di Carbonia Iglesias. Una maniera di confrontarsi e mettere al centro della discussione la situazione del territorio, l’assetto attuale degli Enti Locali e le possibilità di collaborazione tra i soggetti istituzionali.»

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In Consiglio regionale è ripreso l’esame della proposta di legge per l’istituzione della provincia della Gallura. La seduta stamane è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini, riferendosi all’ordine del giorno, ha chiesto la sospensione della seduta, «per poter proseguire – ha spiegato – utili interlocuzioni fra i gruppi che potrebbero portare alla condivisione di alcuni emendamenti di sintesi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha rilanciato la complessa vertenza dei lavoratori licenziati della Secur di Sassari, osservando che «le stesse sollecitazioni del presidente Gianfranco Ganau non sono state ascoltate dalla commissione Lavori del Consiglio e dal presidente Piero Comandini, lasciando da soli quei ragazzi che da oltre un mese protestano in piazza d’Italia a Sassari». «In queste settimane – ha ricordato Antonello Peru – hanno ricevuto la solidarietà di molti esponenti politici e forse di tutti visto che li ha incontrati anche il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ma questo non è bastato a smuovere la commissione Lavoro, inadempiente dopo 5 sedute fatte a luglio e settembre». Provo tanta amarezza e tanta tristezza per il trattamento riservato a questi ragazzi, ha concluso il consigliere, «e mi rivolgo ancora una volta al presidente Gianfranco Ganau ed al presidente Francesco Pigliaru perché quello dei lavoratori Secur è un problema di tutta la politica che, pur essendosi resa conto di aver commesso una ingiustizia, non sa o non riesce a rimediare».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha auspicato «una sana riflessione del Consiglio prima che i populisti occupino questi scranni forse per colpa di una classe dirigente che ha rinviato senza motivo provvedimenti importanti come la legge contro la fibromialgia e quella sull’istituzione della fondazione Sardegna beni culturali, nuove soggetto di governo in un settore che occupa 800 unità». «Queste iniziative sono state affossate in modo irresponsabile – ha protestato Attilio Dedoni – accreditando l’immagine negativa di un Consiglio che non fa quello che è necessario fare mettendoci la faccia».

Con un intervento dedicato in parte allo stesso argomento ha poi preso la parola il consigliere del Pds Augusto Cherchi, che ha ricordato la presenza fuori dall’Aula «di decine e decine di pazienti che protestano contro un fatto ingiusto, la mancata approvazione della proposta di legge contro la fibromialgia votata in commissione all’unanimità ma con l’iter ancora incompleto perché la commissione sanità non si riunisce da un mese, mentre basterebbero pochi minuti». «Condizionerò la mia presenza in Aula all’approvazione di questa legge – ha concluso Cherchi – e chiedo a questo scopo l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi invece, rivolto al presidente Pigliaru, ha annunciato «la decisione di molti cittadini di Oliena di rinunciare al voto alle regionali ed alle europee in segno di protesta contro il mancato ripristino del ponte di Oloè, dopo l’alluvione di 4 anni fa». «Su questa vicenda – ha lamentato Luigi Crisponi – la Giunta regionale si è distratta nonostante le pressanti richieste di molti esponenti politici e di tutta la comunità, abbandonando nel disagio e nell’isolamento migliaia di cittadini lavoratori e studenti: una autentica vergogna».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto, come componente della commissione Sanità, ha manifestato la disponibilità a favorire l’approvazione della legge contro la fibromialgia.

Il capogruppo del Pd Pietro Pietro Cocco, sottolineando che l’impegno comune dei gruppi ad approvare la legge contro la fibromialgia, ha sollecitato la convocazione della conferenza dei capigruppo in modo da discutere la legge direttamente in Aula in base all’art. 102 del regolamento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta come da richiesta del consigliere Franco abatini, convocando nello stesso tempo la commissione Sanità per l’esame della proposta di legge contro la fibromialgia.

Dopo la sospensione l’on. Franco Sabatini (Pd) ha comunicato che «non sono stai presentati emendamenti di sintesi». E così l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha detto: «Ogni tentativo esperito non sembra essere andato a buon fine, probabilmente ha inciso in maniera non secondaria il fatto che questo sia l’ultimo giorno di legislatura, Non si può legiferare bene in questa situazione».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI), «il percorso legislativo è arrivato in aula con una mediazione e chiediamo che il lavoro fatto finora ci venga riconosciuto. Il nord est della Sardegna è arrivato a questo punto e non capisco per quale motivo non ci sia concesso tutto questo. Perché non si può scrivere la verità e fare una cosa giusta per il nostro territorio? Perché si vuole lasciare tutto al prossimo consiglio regionale? Io sfido i colleghi a togliere anche nord est da quell’emendamento, sono disponibile a ogni modifica ma siate davvero coerenti».

Della stessa opinione l’on. Giuseppe Meloni (Pd): “Il mio timbro di relatore non è valido per una porcata quale sarebbe una legge emendata con lo scopo di farla deragliare. Il problema sembra essere proprio il riconoscimento del nord est da parte vostra, per assimilare il nostro territorio ad altri che non si sono pronunciati. Chi ha stabilito che questa è l’ultima seduta del consiglio regionale? Siamo pagati, lavoriamo a oltranza fino alla fine. Io non scapperò da quest’Aula».

Poi l’on. Luca Pizzuto (Leu) «l’appello di Giuseppe Fasolino va recepito perché è una mediazione di buon senso che non può essere buttata via. Chiedo pertanto un’altra sospensione».

Anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) ha chiesto certezze all’Aula: «Le prove muscolari non servono a nessuno e non ci portato da nessuna parte ma c’è una proposta di mediazione che ancora non è stata valutata con attenzione: la sospensione dei lavori è necessaria altrimenti si va in aula e succede quel che succede».

Per Daniele Cocco (Leu) è stato «assunto un impegno e non possiamo buttarlo all’aria», mentre l’on. Giovanni Satta (Psdaz) ha chiesto: «Dove eravate voi consiglieri che perorate la causa di Sassari città metropolitana quando il nord est chiedeva questa legge? Dovete gettare la maschera e dire che siete contrari alla provincia della Gallura. Punto».

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha confermato il sostegno alle richieste del Nord Est: «Noi siamo coerenti e abbiamo preso un impegno con i sindaci del nord est. Oggi vogliamo votare la proposta e siamo disponibili a una sintesi ma senza rinnegare la provincia della Gallura e senza soluzioni strambe. Avete trasferito la Ats a Sassari perché non aveva la città metropolitana come Cagliari: io ho memoria».

Per Attilio Dedoni (Riformatori), «è intollerabile tutto questo, non possiamo far leggi se siamo intimiditi da certe posizioni».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è rivolto al presidente Gianfranco Ganau e ha detto: «Manca la volontà politica di risolvere il problema. Decidiamo cosa vogliamo fare: chi ha il coraggio chieda il numero legale e così vediamo chi sta tornando indietro e chi sta alle posizioni prese».

L’emendamento 59 è stato messo in votazione e respinto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 65 Pinna e più). Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha avanzato un’ulteriore richiesta di interruzione dei lavori «per cercare di arrivare a un emendamento di sintesi». Il presidente della commissione Bilancio ha ribadito la sua posizione: «Questo provvedimento non dà le stesse opportunità ai territori della Sardegna – ha detto Franco Sabatini – ricordo al consigliere Giovanni Satta che non siamo stati inerti. C’era una proposta di legge che prevedeva l’istituzioni di tutte le altre province. Non riesco a capire perché non sia stato presa in considerazione. Non si dica dove eravate, eravamo qui. Non si riesce a capire perché debba essere privilegiato un solo territorio e danneggiati gli altri territori della Sardegna. Questo è inammissibile. C’erano tutte le condizioni per trovare un accordo e non lo si è fatto».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece difeso il provvedimento in esame: «Non stiamo avvantaggiando nessuno. Si è fatto un percorso chiaro e questo è oggi all’attenzione del Consiglio. Ringrazio il centrodestra perché rimane in aula a differenza del partito di maggioranza che dovrebbe guidarla. Il Pd fa il cecchino».

E’ poi intervenuto il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per chiedere una sospensione dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso rammarico per l’andamento della discussione: «Quando succedono queste cose si entra in campagna elettorale e diventa tutto più difficile – ha detto Giuseppe Meloni – voglio ricordare, perché si sappia fuori da quest’aula, la prima commissione non ha fatto nessun blitz. L’altra proposta di legge è datata 3 ottobre 2018, un settimana prima dell’approvazione della legge per l’istituzione della provincia Gallura che si discuteva da un anno».

Per Pietro Cocco (Pd) la riforma in discussione «è delicatissima e non si può fare nell’ultimo giorno di legislatura. Le province sono state cancellate dai cittadini, solo i cittadini possono decidere di restituire loro vita – ha detto il capogruppo del Pd – i cittadini devono essere chiamati a pronunciarsi, sono contrario a blitz di fine legislatura. E’ politicamente sbagliato».

Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, si è detto indisponibile ad avvallare soluzioni pasticciate: «Tutti i territori meritano rispetto. Se questa possibilità di avere sviluppo dipende dall’avere un ente di riferimento questo deve essere approfondito. La Commissione ha iniziato i lavori con la provincia Gallura sulla spinta di tutte le forze politiche. Le altre non erano istanze di serie B. per la Gallura, però,  c’era una spinta di tutta la società – ha sottolineato Francesco Agus – sono contrario a a decisioni lontane dalla gente e dal sentire comune. Ha fatto bene il collega Cocco a a ricordare che le province sono state sconfessate pubblicamente. Quel sistema creato dal Consiglio non aveva un consenso popolare e per questo è stato scardinato dalla sua interezza. Non voglio essere complice di qualcosa di simile»

Luigi Lotto (Pd) ha detto di condividere le considerazioni del presidente Francesco Agus. «Una materia come questa – ha aggiunto Luigi Lotto – non può essere discussa alla fine della legislatura. Il presidente della Quinta commissione ha sottolineato che è necessario trovare una condivisione: “non ho alcun pregiudizio nei confronti della provincia della Gallura – ha concluso Luigi Lotto – credo però che chiudere oggi con un’approvazione a maggioranza sia un errore. Troviamo una sintesi ,  sono disponibile ma non facciamo pasticci».

Per Roberto Deriu (Pd) legiferare senza un’adeguata istruttoria non va bene. La Prima commissione ha valutato mature le condizioni per varare una provincia del Nord est. Ma è necessario non distaccarci dal percorso costituzionale, in caso contrario si producono “mostri”. Quindi, è indispensabile il referendum per far pronunciare le popolazioni interessate. Roberto Deriu ha annunciato che non parteciperà a percorsi sbagliati.

Emilio Usula (Misto) ha sottolineato di essere favorevole al massimo decentramento politico e amministrativo e di credere nelle province elettive come strumento di democrazia reale. Questa proposta di legge però  è parziale e confusa. E’ sbagliato l’approccio, il momento, il metodo. Non parteciperà al voto.

L’emendamento 65 è stato bocciato.

Franco Sabatini  ha posto una pregiudiziale: «I Consigli della regioni ordinarie esercitano la loro funzione, per legge, fino al 46 esimo gg prima delle elezioni. In base a  diverse sentenze questa norma si applica anche alle regioni a Statuto speciale. E’ anomalo che procediamo su una legge che certamente non è né obbligatoria né urgente. Questo Consiglio non può legiferare».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha chiesto di sospendere i lavori e tentare un percorso unitario.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) è ormai  evidente a tutti che ci siano frange importanti del centrosinistra che vogliono bloccare la provincia del Nord Est e della città metropolitana di Sassari. E’ arrivato il momento di scegliere. Marco Tedde ha definito la pregiudiziale posta da Franco Sabatini uno “sberleffo giuridico” le sentenze non ci interessano, noi siamo legislatori.   

Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna) è convinto che la proposta di legge sarà approvata ed ha chiesto di andare ad oltranza, senza interruzione fino all’approvazione della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Al rientro il Presidente ha sospeso la seduta. I lavori sono ripresi alle 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il testo sulla fibromialgia, approvato oggi in commissione Sanità.

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Il Consiglio regionale ieri sera ha approvato l’articolo 6 della legge di stabilità 2019. La seduta pomeridiana è ripresa con la votazione degli emendamenti all’art.6 della Legge di Stabilità 2019-2011. L’aula ha respinto, in rapida successione, tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n. 99 (Pinna e più) che stanzia 350mila euro per garantire alle coppie residenti in Sardegna l’accesso alle tecniche di procreazione assistita eterologa da effettuare presso strutture pubbliche nazionali ed internazionali. All’emendamento ha chiesto di apporre la propria firma anche il consigliere Augusto Cherchi (Pds). Si è poi passati all’esame dell’emendamento 530 emendato dal 581. Le due proposte destinano, a specifici capitoli di bilancio, le somme di 200mila euro per l’adroterapia e protonterapia e 150mila euro per l’assistenza a cittadini comunitari indigenti.

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha ricordato il monito della Corte dei Conti sugli elevati tassi di scostamento della spesa farmaceutica. «La Sardegna ha la più alta spesa a livello nazionale. Nel primo semestre del 2018 risulta in ulteriore aumento. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando?».

Ad Alessandra Zedda ha replicato l’assessore Luigi Arru. «I rilievi della Corte Conti si riferiscono alla spesa per i dispositivi ortopedici e cardiologici. Questo è un caso diverso. I conti della spesa farmaceutica sono migliorati. Siamo passati dall’ultimo al terzultimo posto. Abbiamo fatto una battaglia perché la Sardegna non può utilizzare i biosimilari. Stiamo cercando di governare il fenomeno». Messi in votazione gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n.34 sul quale inizialmente il consigliere Augusto Cherchi (Pds) aveva espresso forti perplessità perché convinto si trattasse di un intervento per la proroga delle graduatorie concorsuali del sistema sanitario.

Il consigliere Gianni Lampis (Fratelli d’Italia) ha chiarito la questione spiegando che la norma va a sanare la situazione dei lavoratori in utilizzo che prestano la loro opera al servizio di comuni e strutture sanitarie stabilendo una proroga al 2021, con impiego continuativo per 12 mesi e almeno 30 ore settimanali.

A favore anche il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Si tratta di circa 380 lavoratori in utilizzo per cui ogni anno si fanno provvedimenti ad hoc. Non c’entrano le graduatorie. Si tratta di porre regole certe per chi lavora da anni al servizio degli stessi enti». Dello stesso avviso Piero Comandini (Pd): «E’ un atto di giustizia per i lavoratori in utilizzo».

Augusto Cherchi si è scusato con l’aula e ha annunciato il suo voto favorevole. L’emendamento n. 34 è stato approvato all’unanimità.

Via libera anche al n. 158 (Zedda P. e più) che estende agli immobili esistenti la possibilità di interventi di ristrutturazione previsti per le zone agricole

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 6che è stato approvato con 35 voti a favore e 14 contrari.

L’aula ha poi esaminato gli emendamenti aggiuntivi.

Disco verde, senza discussioni di merito, per l’emendamento n. 140 (Ruggeri- Pinna-Forma) che stanzia 100mila euro extra Lea per pazienti affetti da malattie rare.

Respinti invece  gli emendamenti n.192 e il 579 presentati dal gruppo di Forza Italia con i quali si chiedeva di introdurre i pagamenti con cadenza mensile per i pazienti con disturbi psichici e in condizioni di disagio. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto all’assessore di trovare una soluzione.

A sostegno della collega Alessandra Zedda si sono schierati Edoardo Tocco (Forza Italia) firmatario dell’emendamento all’emendamento n. 579 e Oscar Cherchi: «Perché non è possibile prevedere erogazioni a cadenza mensile? Il problema del ritardo dei pagamenti sta diventando cronico».

Anche Francesco Agus (Campo Progressista) ha segnalato il problema: «Ho presentato un emendamento sugli stessi temi. Lo ritirerò ma mi accodo alla richiesta di una soluzione per governare il fenomeno ed evitare che famiglie e lavoratori vadano in sofferenza. Sui fondi finanziati con la legge 20 occorre una riflessione attenta».
Dello stesso tenore l’intervento di Roberto Desini (Pds): «Colgo l’occasione per fare una considerazione sulle leggi di settore. I comuni hanno problemi di carattere oggettivo. Il sistema non è adeguato alle esigenze degli utenti. I comuni si trovano spesso costretti ad anticipare i fondi».

Ai consiglieri ha replicato l’assessore Raffaele Paci: «Il tema è reale ma fa parte del problema più grande dell’efficienza della pubblica amministrazione. Non dipende dalla volontà dell’assessore. Mettere un pagamento mensile non fa altro che aggravare i problemi. L’idea è fare un pagamento  a marzo in un’unica soluzione per il trasferimento di tutte le risorse ai comuni. Si faccia un ordine del giorno in cui si da mandato all’esecutivo per favorire questo percorso».

Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta d’accordo con Paci. Messi in votazione i due emendamenti sono stati bocciati.

Via libera invece all’emendamento n. 582 (sostitutivo totale del 534) presentato dalla Giunta e finalizzato ad assicurare l’equilibrio del servizio sanitario regionale con la previsione di un transito di risorse liberate dalla riduzione del disavanzo nei bilanci delle Asl.

Approvato anche il n. 612 (sostitutivo totale del 10) sul quale ha espresso forti perplessità il consigliere del Pds Pier Mario Manca: «Stiamo dando 40mila euro ai dirigenti per il potenziamento delle loro competenze. Esiste un contratto nazionale con relative provvidenze a favore dei dirigenti. Stiamo andando a dare dei soldi senza capire la vera finalità. Mi si spieghi la ratio del provvedimento. E’ una questione di serietà. Se qualcuno mi dà delle spiegazioni lo voto».

A fianco di Pier Mario Manca si è schierato Oscar Cherchi (Forza Italia): «Chiedo al primo firmatario Cesare Moriconi di spiegare il senso della proposta – ha detto Augusto Cherchi – capiamo la necessità di un potenziamento delle capacità manageriali ma occorre verificare quale è il percorso individuato».

Cesare Moriconi (Pd) ha difeso la sua proposta. «La materia attiene alla qualità del servizio sanitario. Occorre intervenire per garantire professionalità e competenze. La cifra complessiva di 40mila euro è irrisoria. Si parla di qualità del servizio sanitario. Ritengo un dovere del Consiglio considerare questa esigenza».

D’accordo con Moriconi il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Parliamo di dirigenti e di una cifra che in confronto a qualche altro intervento è bassa. Intervenire sulla formazione è doveroso».

E’ quindi intervenuto il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Si fa polemica sul nulla. Non è un compenso ai dirigenti ma si tratta di costituire un fondo dedicato alla formazione su cui riversare finanziamenti nazionali ed europei. Questa è al finalità».

Favorevole a un fondo per la formazione dei dirigenti anche il capogruppo di fratelli d’Italia Paolo Truzzu: «Occorre però scrivere meglio l’emendamento. Non spetta a noi indicare le modalità con cui scegliere le persone che debbono fare la formazione. Le scelte spettano alla struttura amministrativa. Sono d’accordo sul merito ma se non si scrive meglio non lo voto».

Contro l’emendamento si è espresso invece Luigi Crisponi (Riformatori):«Si interviene solo sulla formazione dei dirigenti e in un comparto che succhia oltre il 50% del bilancio regionale. Ci sono dipendenti regionali di serie A e di serie B».

Posto in votazione l’emendamento n. 612 è stato approvato con 28 sì e 17 no.

Approvato poi l’emendamento di sintesi degli emendamenti 57, 97 e 139 sull’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici nella sanità sarda. “Perplessità per i possibili ricorsi” sono state espresse dal consigliere Agus (Campo progressista). Anche l’on. Rossella Pinna (Pd) ha parlato del “rischio di impugnativa da parte del governo statale per invasione del campo legislativo, come già avvenuto con la legge della Valle d’Aosta”. Anche l’assessore Filippo Spanu ha confermato il rischio di impegnativa. Per il capogruppo del Pds, on. Roberto Desini, “ci sono responsabilità politiche che ci dobbiamo assumere insieme al rischio di impugnativa. E’ giusto salvaguardare le persone che hanno subito ingiustizie in questi anni”.

Per Forza Italia è intervenuto l’on. Marco Tedde che ha ribadito i rischi giuridici  dell’emendamento di sintesi, che è poi stato approvato.

Approvato l’emendamento 134 (Daniele Cocco) per mettere a disposizione dei Comuni le sedi dei medici di base non più utilizzate.

L’Aula ha discusso a lungo sull’emendamento 285 (Truzzu) sul fenomeno del randagismo nelle campagne del Medio Campidano, sulla loro sterilizzazione e più in generale sul problema delle centinaia di cani che si trovano nei canili municipali sardi, a carico totale sulla collettività. Per l’on. Emilio Usula “si può sostenere questa norma, visto che è un progetto sperimentale che potrà essere esteso poi in tutta la Sardegna”. L’on. Sabatini ha ribadito che “nel prossimo triennio ci sono 9 milioni per i Comuni sardi per questo intervento, nell’articolo 6 al comma 21 e al 22: sono denari destinati alla lotta al randagismo e alla sperimentazione.  E abbiamo stanziato anche 300 mila euro per le associazioni che si occupano del problema. Mi sembra francamente che questa discussione sia inutile”. L’emendamento 285 è stato respinto.

Approvato l’emendamento 575 (Pinna e più): 100 mila euro a favore delle cure delle persone colpite dalla Sindrome di Lynch. L’on. Lorenzo Cozzolino ha precisato che in Sardegna ci sono circa 100 pazienti con questa forma tumorale ed ha aggiunto: “Centomila euro per la prevenzione mi sembrano pochi”.

Ok anche agli emendamenti 28 (Tendas – associazioni della terza età), 29 (Tendas – contributo locali per organizzazioni che si occupano di indigenti), 52 (Congiu – centri antiviolenza), 206 (A. Zedda e Sabatini – reddito di libertà per le donne vittime di violenza).

Approvato l’emendamento 26 (Forma e Deriu) che prevede un rimborso per gli esami prevaccinali per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria a rischio di reazioni indesiderate. Per l’on. Roberto Deriu “è necessario togliere ogni alibi alla propaganda antivaccinista”. Contrario l’on. Franco Sabatini: “C’è un capitolo apposito per questa funzione”. L’emendamento 44 è stato comunque approvato.

L’Aula ha detto sì anche all’emendamento 69 (Busia) che finanzia le attività dei centri ai quali si rivolgono gli autori di violenza di genere. Sull’emendamento 205 (A. Zedda e Sabatini) dedicato alle prestazioni sanitarie fornite dalle strutture private accreditate l’Aula ha deciso di sospendere temporaneamente la discussione, anche su richiesta dell’assessore Paci e passare agli altri emendamenti.

Approvato anche il 207 (A. Zedda – interventi a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili) e poi il 590 e 250  (Crisponi – fondo regionale autosufficienza), 508 (Agus – 50mila euro per interventi sociali per il quartiere Sant’Elia), il 536 (Agus – sulla figura e il ruolo dei biologi nella sanità pubblica sarda) ed il 600 (D. Cocco – sostegno alle organizzazioni di genitori di soggetti autistici).

Il Consiglio ha approvato l’emendamento orale all’emendamento 536, presentato del consigliere Francesco Agus (Campo Progressista) e sostenuto anche dal consigliere del Pd, Roberto Deriu: “Le risorse al capitolo Sc 05.001 sono integrate di euro 20mila al fine di consentire alle Aziende sanitarie della Sardegna la ricognizione delle figure professionali compatibili con l’applicazione del DL 75 del 2017. A questo scopo le aziende in base alle loro attuali e comprovate esigenze strutturali e organizzative, sono autorizzate a istituire nuovi posti in dotazione organica corrispondenti alla figura del collaboratore professionale biologo”.

Il Consiglio ha approvato gli emendamenti 537 della Giunta regionale (aggiunge al comma 32 il 32bis che per le stesse finalità della legge regionale 13.04.2017 n.5 è autorizzato la spesa di euro 7.439.023,22) e 556 presentato dal consigliere del Pd Roberto Deriu (contributo di 50mila euro a favore della Lega italiana per la lotta contro l’Aids per sostenere campagne di informazione, sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della diffusione della malattia). L’Aula ha anche approvato l’emendamento 564 (Deriu e più) che stanzia 5 milioni a favore delle associazioni onlus e cooperative sociali convenzionate con il servizio di emergenza-urgenza 118. Il testo originariamente era stato proposto con un contributo di 6 milioni, ma è stato emendato oralmente dal presidente della Terza Commissione, Franco Sabatini, ma con l’impegno assunto dall’intero Consiglio regionale, su proposta del consigliere Augusto Cherchi, di trovare le ulteriori risorse nel prossimo esercizio finanziario. I gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito dei sardi, Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso, i Riformatori sardi, Psd’Az-La Base, Cristiano popolari socialisti e Fratelli d’Italia hanno accolto l’emendamento e l’hanno sottoscritto, sottolineando l’importanza del lavoro quotidiano svolto per tutti i cittadini sardi dai volontari, fondamentali per il sistema dell’emergenza-urgenza.

L’Aula ha invece bocciato l’emendamento 565 che prevedeva un sostegno economico di 150mila euro alla Fondazione Marreri onlus che si occupa dei pazienti affetti da autismo (19 voti favorevoli e 23 contrari). L’emendamento era stato fatto proprio dai Riformatori sardi, dopo che il proponente, Roberto Deriu (Pd), l’aveva ritirato in seguito alle rassicurazioni avute dall’assessore Luigi Arru. L’esponente della Giunta ha garantito che affronterà la situazione dopo l’approvazione della Finanziaria. Crisponi e Dedoni (Riformatori), Coinu, Tocco (FI), Busia (Misto) hanno sottolineato la necessità di sostenere le associazioni e le Fondazioni che offrono sostegno ai pazienti affetti da autismo e alle loro famiglie, che vivono spesso in solitudine il dramma della malattia che colpisce i propri cari.

Il Consiglio ha approvato poi l’emendamento 567 (Deriu e più) che autorizza un contributo di 85mila euro per il 2019 a favore della Conferenza episcopale sarda per il miglioramento delle sicurezza degli edifici di culto di propria competenza.

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Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 5 e 5 bis della legge di stabilità 2019-2021. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 5 della legge di stabilità 2019 e degli emendamenti collegati.

Aprendo la discussione generale, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che dall’articolo emerge in modo prepotente la verità della finanziaria, cioè che la Giunta non ha capito le vere esigenze dei sardi ed ha una visione accademica della realtà sarda. Una visione tecnocratica lontana dalle persone, in altre parole, che non indica prospettive future, non ha attenzione per le imprese, non semplifica la burocrazia, non incide sugli sprechi e relega il turismo in un ruolo marginale mortificando una delle più autentiche vocazioni della Regione.

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha osservato che quando si parla di politiche di sostegno alle attività economiche è necessario avere una visione di lungo periodo non appiattita sulla gestione delle emergenze tanto più che questa è l’ultima finanziaria della legislatura ed occorreva sfruttare l’opportunità di lasciare un segno positivo. Al contrario, ha aggiunto, l’economia regionale è stata lasciata nella sua sofferenza, dall’agricoltura al turismo, dai trasporti, dall’artigianato dove la Giunta non ha inciso nonostante il buon lavoro della commissione speciale, confermando complessivamente la volontà di trascurare il problema della crescita della Sardegna.

Sempre per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda ha sostenuto che turismo vuol dire trasporti e pianificazione paesaggistica e sotto questo profilo l’esecutivo ha lasciato la Sardegna ferma al palo. Insufficienti, ha proseguito, anche le azioni sul lavoro nonostante i grandi investimenti sulla nuova Agenzia Aspal ed inoltre, sulla programmazione territoriale, l’incidenza delle azioni locali è stata molto bassa riducendo gli impatti positivi sul territori.

Al termine degli interventi il Consiglio ha approvato l’articolo 5 il cui contenuto è stato modificato dai seguenti emendamenti: 18 (Sabatini) – 1.5 milioni per la prevenzione della tracimazione dei corsi d’acqua limitrofi allo stagno di Santa Gilla; 605 (Sabatini) – variazione delle coperture del provvedimento precedente; 33 (Sabatini) – 8 milioni nelle annualità 2019-2021 per i “cantieri verdi”; 548 (Giunta) – 5 milioni per l’integrazione del bando sui “progetti di filiera”; 38 (Pizzuto) – 80.000 a favore dell’Agenzia Agris per progetti agricoli di rotazione “cereale-leguminosa”; 46 (Forma) – 100.000 a favore dell’Agenzia Laore per la promozione delle produzioni lattiero-casearie ovine; 289 (Rubiu) 50.000 a favore del Comune di Iglesias per la rievocazione della Sortilla; 547 (Giunta) – 5 milioni per gli investimenti dei Comuni sul miglioramento della viabilità rurale; 588 (Congiu) – 3 milioni per l’inclusione dei Comuni non svantaggiati nei progetti ammissibili per il miglioramento della viabilità rurale; 1 (Moriconi) – 20.000 per il contratto di rete in agricoltura per le produzioni collegate alle intolleranze alimentari; 5 (Dessì) – 10.000 per la rete di imprese Visit Sulcis; 78 (Lotto) – inserimento dei lavoratori Aras in una apposita lista gestita da Aspal per l’affidamento di progetti in materia di selezione genetica degli ovini, aggiornamento banche dati zootecniche e formazione degli allevatori; 607 (Congiu) per l’inserimento di 36 lavoratori inizialmente esclusi nelle misure a favore degli ex lavoratori del polo di Ottana; 604 (Sabatini) – per l’inserimento dei lavoratori Aras nei piani di tutela della salute animale in collaborazione con Ats e Izs; 165 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto sperimentale di una struttura zootecnica nel comune di Luogosanto; 166 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto di agricoltura sociale nel comune di Tempio; 167 (Sabatini) – 200.000 all’Unione dei Comuni Alta Gallura per la riqualificazione del mattatoio sovra-comunale di Aggius e la realizzazione di un centro di controllo della filiera del bovino e dell’agro-alimentare; 562 (Deriu) – 500.000 complessive nelle annualità 2019-2020 per un programma sperimentale di indagine sui giovani Neet con particolare riferimento alle zone interne.

Il presidente Ganau ha messo in discussione e poi al voto l’articolo 5 bis e gli emendamenti, sui quali si sono pronunciati l’assessore Raffaele Paci e la commissione Bilancio con il presidente Franco Sabatini.

Approvati gli emendamenti 580, 163 (Cocco, 27 milioni di euro per le azioni di sostegno al settore artigiano sardo). Approvato poi l’emendamento di sintesi 587 a firma dell’on. Congiu (Pds), con 2 milioni di euro per sostenere il passaggio generazionale del mondo artigiano. 

Su questo è intervenuto l’on. Roberto Deriu (Pd), presidente della commissione speciale che nei mesi scorsi ha audito le organizzazioni di categoria sul tema della crisi del commercio e dell’artigianato in Sardegna. Roberto Deriu ha parlato di “vicinanza concreta al comparto” e ha ringraziato tutti i componenti della commissione speciale per il lavoro di indagine svolto. Si è associato anche il vice Gianni Lampis (Fdi).

Approvati anche gli emendamenti tecnici 594, 168 (piano Sulcis) e 520.

L’Aula è passato all’esame dell’articolo 6 e dei relativi emendamenti, con i pareri di rito.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha chiesto preliminarmente al presidente del Consiglio di far intervenire l’assessore Arru per riferire all’Aula sulla situazione del Policlinico di Sassari. Anche l’on. Gianfranco Cherchi (Pds) è intervenuto per chiedere all’assessore alla Sanità lumi sull’attuazione della riforma sanitaria e «sugli atti adottati da direttori generali che fanno riferimento a una rete ospedaliera non votata dal Consiglio ma dalla Giunta. Lei non può esautorare il Consiglio dalle sue prerogative».

Il presidente Gianfranco Ganau ha detto che la richiesta di audizione dell’assessore Luigi Arru durante la manovra finanziaria non può essere considerata ammissibile ma la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha reiterato la richiesta. E’ poi intervenuto l’assessore Luigi Arru (come sua prerogativa in qualunque momento ai sensi del Regolamento) e ha detto sul Policlinico di Sassari: «La Regione non c’entra nulla e va chiarito. Ma c’è in corso una procedura fallimentare per soddisfare i creditori: non riesco a capire cosa dovremmo fare noi se non mantenere il nostro budget. E’ una partita molto complessa in mano al giudice».

Dopo l’intervento dell’assessore della Sanità ha preso la parola l’onorevole Roberto Desini (Pds) che ha attaccato con veemenza l’operato dell’assessore Luigi Arru, chiedendone a più riprese le dimissioni dall’incarico. «Non  vedo l’ora che arrivi febbraio – ha tuonato il consigliere della maggioranza – per liberare la sanità dall’assessore Arru che proprio in queste ore è smentito dalla Conte dei Conti sulla spesa sanitaria». Roberto Desini ha lamentato le lungaggini delle liste d’attesa, la spesa farmaceutica fuori controllo, la chiusura delle guardie mediche, il continuo ricorso alle agenzie interinali e il blocco del turnover». «Le consegno simbolicamente un asinello – ha concluso il consigliere Pds – perché lei lasci quest’Aula a caddu e s’ainu».

Francesco Agus (Misto – Cp) ha invitato, invece, glia assessori Luigi Arru e Raffaele Paci a promuovere un emendamento orale per consentire la stabilizzazione dei biologi che hanno prestato servizio nelle Asl, alla luce della inapplicabilità del decreto 75/2017 e della dichiarata inammissibilità di un emendamento proposto in accorso con la Giunta.

Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) è intervenuto per prendere le distanze dalle parole utilizzate, nel corso del suo intervento, dal  consigliere Roberto Desini all’indirizzo dell’assessore Luigi Arru, seguito dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco che ha criticato duramente il collega del Pds («ha oltrepassato il limite») ed ha invitato il presidente del Consiglio a censurare “certo tipo di interventi che sono inaccettabili”.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, è intervenuto in qualità di vice presidente dell’esecutivo regionale per manifestare solidarietà all’assessore Luigi Arru mentre il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha invitato l’Aula e l’assessore Luigi Arru a concentrarsi sulla sostanza delle critiche che gli esponenti del Partito dei sardi muovono all’indirizzo del responsabile della sanità. «Vogliamo chiarezza e risposte – ha concluso il capogruppo di maggioranza – sugli atti che vengono posti in essere dal manager Ats,  in contrasto con il piano di riordino della rete ospedaliera e sulla vicenda del Policlinico di Sassari».

Il vice capogruppo Fi, Marco Tedde, ha parlato di “fallimento della maggioranza, non solo in riferimento alle questioni della sanità” ed ha ricordato le critiche rivolte al presidente della Giunta da parte dell’ex assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, in ordine alle nomine dei dirigenti ed “alle selezioni vinte dal alcuni capi gabinetto”. Marco Tedde ha concluso lamentando pesanti penalizzazione per il Nord ovest dell’Isola in materia di sanità “anche per gli effetti negativi di una riforma che si interpreta per gli amici e si applica per i nemici”.

Dopo una breve sospensione dei lavori l’Aula non ha approvato, con successive e distinte votazioni, gli emendamenti n. 361, 398, e 335 sul quale aveva preso la parola la capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, che aveva ricordato la recente sentenza della Corte dei Conti che – a suo giudizio -certifica il fallimento della gestione della sanità sarda.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri le modifiche in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato all’aula le dimissioni del consigliere Angelo Carta dal gruppo del Psd’Az e la sua adesione al gruppo Misto.

Si è quindi aperta la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge n. 563/A “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2013, n. 16, in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale”.

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato l’approvazione, nel novembre 2017, delle modifiche alla legge statutaria con la previsione della doppia preferenza di genere. «E’ questo uno strumento che garantisce maggiore presenza femminile nelle istituzioni – ha detto Daniela Forma – basta guardare cosa è successo nei comuni al di sopra di 5000 abitanti. Uno studio recentissimo sulle amministrazioni sarde, effettuato su 64 comuni, dimostra che la percentuale delle consigliere elette ha raggiunto il 42,5%, un risultato impensabile fino a qualche anno fa. Ora il Consiglio deve approvare con norma procedurale per la piena attuazione della doppia preferenza di genere».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera. L’Aula ha poi approvato in rapida successione i sei articoli della legge e i relativi emendamenti.

L’articolo 1 ribadisce che ogni elettore può esprimere due preferenze

L’articolo 2 introduce invece i correttivi nel caso di errore materiale. La legge mira ad evitare interpretazioni errate e risolvere i casi più controversi limitando, allo stesso tempo, l’azione discrezionale dei presidenti di seggio.

L’articolo 3  stabilisce il numero massimo dei candidati in ciascuna circoscrizione.

L’articolo 4 garantisce il rispetto delle quote di genere nelle liste e del numero massimo e minimo dei candidati.

L’articolo 5 contiene la descrizione analitica della scheda elettorale.

L’articolo 6, infine, stabilisce i tempi dell’entrata in vigore.

Messa in votazione la legge è stata approvata all’unanimità (48 voti a favore su 48 votanti).

Il presidente ha poi aperto la discussione sulla manovra finanziaria 2019-2021.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu. «In questa norma finanziaria ci si occupa di importanti norme sanitarie. Non vorrei che fossero messe in discussione dalla decisione dell’Ats di mettere a bando 54 posti di struttura complessa – ha detto Gianfranco Congiu – denunciamo l’inopportunità di procedere con questo bando alla vigilia delle elezioni. E’ un atto in contrasto con il riordino della rete ospedaliera approvata da questo Consiglio. Francesco Pigliaru si era fatto garante perché non venissero adottati atti contrari a quella riforma. Chiediamo a Francesco Pigliaru di riferire in Aula».

Sulla stessa linea il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Anche noi chiediamo la presenza dell’assessore in aula. Vista la rilevanza della spesa sanitaria Luigi Arru deve partecipare ai lavori».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver chiarito che il Consiglio non convoca nessuno, ha assicurato la presenza dell’assessore nel momento in cui si affronteranno gli articoli sulla sanità.

Ha quindi preso la parola il presidente della Prima Commissione Francesco Agus per segnalare la grave situazione di crisi in cui si trova il compendio ittico di Santa Gilla. «Il Consiglio ha approvato un ordine del giorno che non voleva essere un contentino – ha detto Agus – durante la discussione di questa manovra è importante che il presidente intervenga sul tema e proponga una soluzione. Si tratta di una norma tecnicamente da congegnare ma mi rifiuto di pensare che non si riesca a trovare una soluzione».

Il presidente della Commissione bilancio Franco Sabatini ha annunciato che sul tema si terrà un incontro nella mattinata di domani.

Marco Tedde (Forza Italia) ha richiamato l’articolo 60 del regolamento a sostegno della richiesta dei consiglieri Congiu e Zedda: «Gli assessori tecnici sono tenuti a partecipare alle sedute del Consiglio – ha detto Marco Tedde – il presidente Gianfranco Ganau chiami l’assessore Luigi Arru, la sua presenza è necessaria».

Pronta la replica di Gianfranco Ganau: «Quando si parlerà di sanità sarà presente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto si è schierato in difesa dell’assessore: «Non è accettabile il tiro al piccione contro un assessore. Non va bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Solinas (Pd): «Marco Tedde ha ragione ma dimentica un particolare: l’assessore deve essere presente in Aula quando si discute un argomento di sua competenza».

A Antonio Solinas ha replicato Alessandra Zedda (Fi): «L’art. 60 del regolamento dice che gli assessori sono tenuti a partecipare alle sedute delle commissioni e dell’Aula quando richiesto».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi posto fine alla discussione e messo in votazione la risoluzione sul Defr che è stata approvata con 27 voti favorevoli e 23 contrari.

Il documento, nel ribadire il ruolo del Defr nel tracciare le linee programmatiche per lo sviluppo della Regione, invita la Giunta ad aggiornare la parte relativa alle entrate per l’annualità in corso.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Bilancio di previsione 2019-2021”.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sul contenuto della Finanziaria. «C’è molta finanza ma anche molte regalie elettorali. Ciò che dispiace è che contenga poco buon senso e poca visione prospettica sul futuro della Sardegna – ha detto Marco Tedde – la manovra pare orientata verso lidi elettorali. Avete ecceduto ed esagerato. La Sardegna avrebbe apprezzato una finanziaria orientata agli investimenti e alla crescita economica, alla riduzione dell’assistenzialismo e dei costi della burocrazia».

Marco Tedde ha quindi lamentato la mancanza di misure finalizzate al taglio delle spese inutili invocando la nomina di un Commissario per la spending review. «Fate credere che l’economia sta crescendo ma non è così. C’è una congiuntura favorevole che non riuscite a cavalcare – ha concluso Marco Tedde – pensate solo alla campagna elettorale. La Sardegna non si farà incantare da 4 mancette».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Stupisce l’emendamento aggiuntivo della Giunta che riguarda la necessità di continuare con la programmazione unitaria. Insistete con le norme pleonastiche. Lo scorso anno abbiamo approvato una risoluzione sui progetti di sviluppo finanziati con fondi comunitari. Oggi chiudete l’articolo 1 con l’esigenza di una relazione trimestrale per informare le commissioni competenti. Sembra che si voglia andare al ballo delle debuttanti con un vestito ordinario ma con accessori luccicanti».

Dello stesso tenore l’intervento di Stefano Tunis (Forza Italia): «Questa finanziaria che chiude, fortunatamente, il periodo del vostro Governo è la naturale conseguenza di tutta la logica seguita da questa Giunta. Avete rinunciato ai ricorsi contro lo Stato provocando un grosso problema, avete favorito il deficit della sanità, taroccando i buchi dei primi due anni e spalmandoli poi nelle tre annualità successive. Questa non è la migliore finanziaria, come dice il presidente del Cal Andrea Soddu, voi scrivete la  parola fine sulla capacità dei sindaci di intervenire per lo sviluppo della Sardegna. Tutti i fondi saranno inutilizzabili, politicamente parlando sono un falso in bilancio. Sono la certificazione che il motore dell’economia ha gli ingranaggi bloccati. C’è una mistificazione della realtà con dati taroccati».

Tunis ha quindi invitato presidente e Giunta a scusarsi con i sardi: «State mandando a gambe all’aria 300 sindaci che non potranno sostenere l’economia dei loro territori. Non sapete nemmeno nascondere la polvere sotto il tappeto. Trovate un sussulto per non compromettere la capacità degli enti locali di dare risposte ai loro cittadini».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni è invece entrato nelle dinamiche della imminente campagna elettorale: «Serve una verifica seria, non sui sondaggi ma sulla reale attrazione dei singoli elettori. Capire se sono soddisfatti da questa maggioranza liquida, senza sostanza e prospettiva. Potevate guadagnare centinaia di voti in più se aveste ammesso gli sbagli. I rapporti con il governo centrale non hanno giovato alla Sardegna ma hanno portato nocumento: per esempio sulle partita delle accise. Mancano ogni anno un miliardo e trecento milioni. Sostenere il ricorso sulle accise davanti alla Corte Costituzionale era il minimo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 290, 291, 292, 293 che sono stati respinti.

Approvato invece il testo dell’articolo 1 e l’emendamento aggiuntivo n.553 presentato dalla Giunta regionale con il quale si stabilisce che i maggiori accertamenti effettuati, a seguito della restituzione alla Regione di risorse precedentemente assegnate e trasferite per l’attuazione di programmi comunitari e statali, sono riutilizzati per le medesime finalità. La Giunta su proposta degli assessori competenti, provvede all’iscrizione in entrata e in spesa.

Dopo l’articolo 1 l’Aula ha affrontato l’articolo 1 bis e l’on. Alessandra Zedda (FI) ha chiesto ai colleghi di sostenere l’emendamento 221 in vista di un ordine del giorno unitario. L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha invece sollecitato il Consiglio regionale “a una battaglia congiunta sulle accise, visto che anche il governo Conte sembra risvegliarsi sul tema. Segnalo all’Aula anche il tema dei lavoratori intellettuali che potrebbero essere richiamati e invitati a vivere in Sardegna, grazie al favore delle nuove tecnologie. Su questo abbiamo  predisposto alcuni emendamenti”.

Sullo stesso punto, l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha sostenuto la necessità di “una visione strategica per il futuro della Sardegna, una visione che abbiamo inserito nei nostri emendamenti”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha esordito dicendo che “questo bilancio tra pochi mesi sarà gestito da un’altra maggioranza. Non dovete dimenticarlo. Dobbiamo vincere la scommessa delle accise perché è lì il nostro futuro”.

Per l’assessore Raffaele Paci “l’articolo 1 bis prevede una detrazione del reddito imponibile ai fine dell’addizione regionale Irpef di 200 euro per ogni figlio minorenne, a partire dal 2020 ci sarà una minore entrata di 25 milioni di euro e mi fa piacere che questa norma raccolga consenti anche dentro l‘opposizione. Accettiamo l’emendamento 284 dell’on. Paolo Truzzu che prevede una ulteriore detrazione per i figli disabili”. Il vicepresidente della Giunta ha poi aggiunto: “Il tema accise va presentato in modo adeguato, non possiamo attribuirci da soli le accise ma dobbiamo lavorare sulla localizzazione dei depositi, anche se riconosco che né questa giunta né la precedente sono riuscite a definire con il Governo nazionale il tema”.

Il testo dell’articolo 1 bis è stato approvato  e così l’emendamento 284 (Truzzu).

All’articolo 2 sono stati presentati emendamenti, sui quali si sono pronunciati il presidente Sabatini per la commissione Bilancio e la Giunta. L’assessore Raffaele Paci ha detto che “a legislazione vigente non sono dovuti allo Stato 285 milioni che invece lo Stato sta riconsiderando nella sua Finanziaria. Sia chiaro, ripeto: non sono dovuti e c’è il parere della Corte dei conti su questo”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha annunciato: “L’assessore Raffaele Paci ci troverà a fianco in questa rivendicazione perché non ci sono governi amici e l’unità del Consiglio regionale è necessaria per questo. Ma avremmo dovuto fare questa battaglia cinque anni fa”.

Approvato l’emendamento 550 (disposizioni in materia di accantonamenti a carico della Regione) a firma della Giunta.

Respinti e decaduti gli altri emendamenti a firma dell’on. Paolo Zedda.

All’articolo 3 sono stati presentati emendamenti a partire dal 301 sino al 560.

Approvato l’emendamento 15 (Sabatini),  che prevede in via sperimentale 2 milioni di euro per il 2019 per la riqualificazione di immobili o aree di pregio compromessi delle zone interne della Sardegna. Approvato anche l’emendamento 554  (Giunta) per la regolarizzazione di chi occupa immobili con titolo scaduto o senza titolo che abbia un Isee non superiore al triplo della soglia richiesta per accedere alle graduatorie Erp.

Approvato l’emendamento 36 (Ruggeri, 10 mila euro per il trasporto scolastico a Solarussa), 144 (Cacciotto, 18 mila euro per il trasporto scolastico a Muros), 54 (Congiu, 400 mila euro per trasporto pubblico locale nel Marghine e nel Meilogu), 538 (2,5 milioni di euro per la valorizzazione dei centri storici), 539 (2,5 milioni di euro per le politiche territoriali), 516 (Agus, sui contratti di servizio), 554 (Cherchi, vendita a prezzo simbolico degli immobili di Area alle onlus già inquiline).

Approvato anche l’emendamento 545 (contributo per i sovracanoni idroelettrici), il 559 (Piscedda, 300 mila euro per l’associazione Enti locali per lo spettacolo), 589 (Piscedda, contributo ad Arpas per i piani di monitoraggio del rumore negli aeroporti sardi), 560 (Pietro Cocco, 25 mila per il monitoraggio ambientale a Sarroch).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 4.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ha sottolineato che l’articolo in discussione contiene tematiche fondamentali per la Sardegna, come i trasporti che simbolicamente rappresentano il fallimento della Giunta, a cominciare dall’esempio Alghero dove ha partecipato un solo vettore e quindi non c’è di fatto concorrenza. Quanto alla Ct2, la copertura viene rinviata ad eventuali ed improbabili risparmi di spesa. Soffermandosi sugli stanziamenti previsti dalla finanziaria Marco Tedde ha criticato il ricorso a consulenze esterne su materie, a suo giudizio, di competenza della struttura regionale, e l’accantonamento del bando da 40 milioni sulla destagionalizzazione.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha ricordato un episodio del 2011 in occasione di una manifestazione dell’aviazione civile quando l’assessore di allora, Christian Solinas, aveva criticato le politiche dirigistiche che ostacolavano il libero mercato in riferimento alla presenza del vettore low cost Ryanair, citazione che secondo Meloni basta a replicare alle argomentazioni del collega Tedde. Per cui, ha concluso, le colpe della situazione attuale vanno fatte risalire agli anni in cui governava il centro destra.

Il Consiglio ha poi approvato l’articolo il cui contenuto è stato integrato dai seguenti emendamenti: 260 (Sabatini) – 5 milioni al settore governo del territorio; 549 (Giunta) – 2 milioni al settore governo del territorio anche per le annualità 2019-2021; 17 (Sabatini) – transazione sul contenzioso Arst – Ministero Infrastrutture-Regione; 517 (Giunta) – 1.350.000 euro per il parco automezzi della protezione civile; 98 (Sabatini) 7 milioni al settore governo del territorio; 261 (Sabatini) – 430.000 per manutenzione di immobili della Regione a Lanusei; 532 (Giunta) – 40.000 per la rimozione della posidonia sul litorale di Alghero; 535 (Giunta) – 1.5 milioni per le annualità 2019-2021 per studi e progettazione dell’interconnessione dei bacini idrografici della Sardegna; 519 (Giunta) – costituzione di fondi immobiliari e partecipazione in fondi già esistenti, con il ricavato destinato al finanziamento di cultura, parchi, centri storici, zone interne e rurali; 20 (Meloni Valerio) – 150.000 per il potenziamento del trasporto pubblico locale nella tratta Aeroporto di Alghero – Santa Teresa di Gallura; 16 (Sabatini) – definizione contenzioso Arst; 73 (Meloni Giuseppe) – 200.000 all’Unione dei Comuni “Riviera di Gallura” a copertura di oneri del trasporto pubblico locale; 176 (Lai) – 500.000 per copertura oneri lista ad esaurimento degli “assuntori”; 596 (Sabatini) – proroga degli affidamenti dei servizi di trasporto pubblico locale fino ad un massimo di 24 mesi; 80 (Peru) – interventi di messa in sicurezza, riqualificazione e valorizzazione; 518 (Giunta) – 150.000 per esecuzione di attività di tutela del patrimonio boschivo nei Comuni Montani.

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La convenzione per l’implementazione e sviluppo del Registro Tumori della Sardegna, firmata dall’Ats e dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, deve essere annullata. Lo chiedono, con un’interpellanza al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru, 11 consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione.

Il documento, depositato ieri mattina in Consiglio regionale, è stato sottoscritto da Emilio Usula (Rossomori), Annamaria Busia e Francesco Agus (Campo Progressista), Raimondo Perra (Psi), Daniele Cocco, Paolo Zedda e Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp), Roberto Deriu e Daniela Forma (Pd), Angelo Carta (Psd’Az) e Gianni Lampis (Fratelli d’Italia).

«In Sardegna sono già operativi due registri tumori su base locale, a Nuoro e a Sassari – afferma il primo firmatario  Emilio Usula – entrambi sono accreditati a livello nazionale ed internazionale, non si capisce su quale base l’Ats abbia deciso di stipulare una nuova convenzione con una struttura extraregionale.»
Secondo i presentatori dell’interpellanza. il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio non avrebbe i requisiti necessari per lo svolgimento di un compito così delicato: «Non risulta che la struttura individuata dall’Ats abbia consolidate esperienze in materia – scrivono gli 11 consiglieri regionali – il Registro Tumori del Lazio, seguito dal Dipartimento di Epidemiologia, non è ancora accreditato a livello nazionale e risulta essere ancora nelle fasi iniziali di progettazione».

«Anziché firmare onerose convenzioni sarebbe più opportuno mettere i due registri sardi di Nuoro e Sassari nelle condizioni di lavorare costituendo anche il registro per la Sardegna Meridionale – aggiunge Emilio Usula – l’obiettivo deve essere la creazione di un modello federato, diversamente si rischia di porre in essere due attività parallele che potrebbero entrare in conflitto.»

Da qui la richiesta alla Giunta di agire in autotutela: «Pigliaru e Arru si avvalgano dei loro poteri sostitutivi e annullino la convenzione firmata da Ats e Dipartimento di Epidemiologia del Lazio – conclude Emilio Usula – allo stesso tempo si lavori alla realizzazione del Registro regionale dei tumori».     

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Si è svolta stamane la seduta annuale congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle autonomie locali.

In apertura di seduta, il presidente Gianfranco Ganau ha ricordato che l’incontro Regione-Cal coincide con la vigilia della finanziaria e la fine della legislatura; cinque anni nei quali, ha detto, «purtroppo è mancata la volontà forte di lavorare sul decentramento interno alla Regione, assegnando un ruolo più incisivo delle autonomie locali».

Il presidente ha poi auspicato una azione comune di piena collaborazione per fronteggiare una situazione complessiva di carenza di risorse che rende difficile garantire i servizi essenziali, nonostante il grande sforzo della Regione in questo campo: Reis (introdotto per la prima volta a livello nazionale), Lavoras, investimenti sul sistema scolastico che vedono la Sardegna al primo posto in Italia, lotta alla dispersione, programmazione integrata con la partecipazione di 270 Comuni ed un volume di risorse di oltre 350 milioni, lotta alla peste suina, sicurezza “in rete” delle città con nuove dotazioni tecnologiche, lotta contro lo spopolamento con l’infrastrutturazione del territorio con la banda larga, intervento a copertura dei debiti pregressi dei Comuni. Su questi e sui grandi temi che ne rappresentano la fondamentale “cornice”, come riconoscimento della condizioni di insularità a livello nazionale ed europeo, continuità territoriale, energia, «occorre una coesione ancora più forte di tutti i soggetti istituzionali della Regione».

Subito dopo la preso la parola il presidente del Cal Andrea Soddu, secondo il quale l’incontro con la Regione è sempre «una buona occasione per fare il punto su rapporti col sistema delle autonomie, ancora di più in questa circostanza che coincide con la fine della legislatura, tradizionalmente tempo di bilanci». Soffermandosi sulle principali misure adottate dal Consiglio e dalla Giunta in quest’ultimo periodo, ha affermato Andrea Soddu, «si è trattato di strumenti hanno migliorato le relazioni del sistema istituzionale regionale con le comunità, soprattutto con Lavoras che nonostante alcuni difetti appare in grado di dare risposta ai bisogni degli ultimi, così come con il Reis giustamente percepito come intervento a disposizione dei più deboli». Il presidente del Cal ha espresso inoltre una valutazione positiva su altri provvedimenti adottati dalla Regione: lo stanziamento di 50 milioni per i debiti fuori bilancio dei Comuni, e la programmazione territoriale, che in parte ha attenuato l’abbandono delle province da parte dello Stato». Quindi, ha sintetizzato Andrea Soddu, «si può dire complessivamente che il rapporto Regione Enti locali è migliorato, però il prossimo Consiglio regionale ha davanti la sfida di dimagrire la Regione decentrando sui territori ed individuando ambiti intermedi più vicini al cittadino secondo il principio di sussidiarietà». Si tratta di una riforma, ha commentato Andrea Soddu, «che non si è potuta fare in parallelo con quella degli Enti locali anche per gli influssi del quadro istituzionale, politico e costituzionale; comunque su questa bisogna investire nel futuro». Nella parte finale della sua relazione, Andrea Soddu ha messo l’accento sulla necessità di «rivedere l’indennità sindaci ed amministratori locali per un fatto di democrazia sostanziale che oggi in Sardegna non appare sempre pienamente garantita visto che ci sono 5 Comuni sardi dove non si presentano liste perché il lavoro di sindaco non è attraente, soprattutto nei piccoli paesi». Il presidente del Cal, infine, ha rivolto un appello al Consiglio per incrementare il fondo unico degli Enti locali, un fondo, ha lamentato, «rimasto senza gli adeguamenti previsti dalla stessa legge istitutiva in base alle entrate a destinazione non vincolata».

Aprendo il ciclo degli interventi degli amministratori locali il sindaco di Sassari Nicola Sanna, tracciando un bilancio nell’arco di 5 anni, ha riferito sul lavoro tematico che ha condotto per conto del Cal sulla riforma Enti locali. Era un processo, ha ricordato, «avviato per intercettare il protagonismo Comuni come richiesto dalla società sarda, però viziato da una serie di contingenze politiche legate al referendum costituzionale del 4 dicembre ma non solo, e di quel processo comunque va salvata la volontà della Regione di varare uno schema diverso da quello nazionale, una strada sulla quale bisognerà continuare». Anche perché, ha proseguito, «bisognerà intervenire sul quadro finanziario sostanzialmente bloccato delle Province e delle Unioni dei Comuni in difficoltà per gestire servizi essenziali a causa sia della scarsità di risorse che di figure professionali». Su questo, ha rimproverato Nicola Sanna, «la Regione non ha dato una spinta sufficiente per cui, come Cal, rilanciamo i problemi delle aree omogenee e vaste su temi centrali come trasporti, rifiuti, energia, sanità, settori dove c’è spazio per le potenzialità locali liberando la strada da sovrapposizioni che ancora esistono». La riforma, ha detto infine Nicola Sanna, «deve fare uno scatto in avanti con una ampia azione di decentramento regionale interno verso Enti locali».

Il sindaco di Quartu, Stefano Delunas, si è invece concentrato sui problemi collegati a welfare, leggi di settore e sanità, «un settore con grandi limiti e forti criticità che non riesce a dare risposte in tempo reale a cittadini, a fronte di aspettative sempre crescenti». Un settore che andava radicalmente cambiato, ha aggiunto Delunas, «mentre il cammino è rimasto a metà nonostante la capacità dei Sindaci di lavorare bene in rete, in mezzo a molte difficoltà per l’aumento delle povertà, le rigidità dell’Isee che di fatto esclude quei nuovi poveri che il sistema non riesce a raggiungere,  diffondendo nei Sindaci la percezione di essere abbandonati al nostro destino anche per i vincoli del bilancio armonizzato per i servizi comunali, la progressiva trasformazione degli Enti locali in bancomat dei governi nazionali, la poca attenzione da parte della Regione, la grave decisione di abbandonare il federalismo fiscale ed il principio di sussidiarietà, lo scarso impatto di leggi regionali innovative ma nel frattempo sovrastate dalla drammatica telenovela rete ospedaliera». Nella sanità, ha ricordato Delunas, «i Sindaci sono stati bypassati anche sui punti di forza e di debolezza della riforma arrivando fino ad avvelenare questa campagna elettorale; comprendiamo cioè la necessità della riforma ma senza quella socio assistenziale i Comuni sono stati inghiottiti dai ritardi nelle leggi di settore, dai tagli al fondo unico, dagli uffici stressati dalle procedure, dal corto circuito fra Reis e Rei molto complicato per destinatari anche in vista di reddito di cittadinanza». I sindaci, ha concluso, «hanno però bisogno di più risorse nel fondo unico e soprattutto di consistenti rinforzi nel settore sociale con nuove figure professionali nel sociale e la stabilizzazione dei precari».

Il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, dopo aver definito la seduta “utilissima” perché fa arrivare la voce dei Comuni alla Regione, ha ricordato un passaggio del presidente Ganau dell’anno scorso in cui si auspicava «un migliore equilibrio di risorse per attuare migliori politiche ascoltando le sollecitazioni dei territori». Allora, ha continuato la Falconi, «noi chiedevamo un adeguamento del fondo da destinare in prevalenza alle fasce più deboli, e questo si è fatto con il Reis e con Lavoras e si può ancora migliorare, sull’altro fronte invece riproponiamo la richiesta, ribadendo che i Sindaci devono sempre essere ottimisti anche su questa finanziaria». Il fondo è stato tagliato troppo negli ultimi anni, ha lamentato il sndaco di Fonni, «obbligando i Comuni a dismettere servizi ed attività importanti, e dimenticando che il fondo è il cuore dell’autodeterminazione dei Comuni, che si è sviluppata bene con la progettazione territoriale anche se va rafforzata e soprattutto semplificata, superando la logica delle procedure a bando che hanno sfinito i Comuni sotto pressione e con poco personale». Il problema degli uffici pubblici in periferia, ha concluso la Falconi, «va messo al primo posto in agenda, la Regione deve aprirsi ai territori con il federalismo interno e già da questa finanziaria occorre l’aumento del fondo unico, per consentire ai Comuni di parlare non solo alla pancia dei cittadini ma soprattutto alla testa ed al cuore».

Il sindaco di Buggerru, Laura Cappelli, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulle difficoltà del sistema locale derivanti dalla mancata approvazione della legge urbanistica, difficoltà che nascono non solo dai problemi di adeguamento della pianificazione al Ppr tenendo in vita le norme transitorie, ma dalla crisi generalizzata che impedisce lo sviluppo economico delle comunità. Laura Cappelli ha auspicato quindi una sempre maggiore semplificazione per ridurre i tempi, ora lunghissimi, dell’adeguamento dei Puc al Ppr, restituendo centralità ai Comuni come soggetti attuatori e pianificatori del proprio territorio. Ma il primo soggetto da riformare, ha avvertito il Sindaco di Buggerru, «è la Regione, che deve diventare in prospettiva un soggetto regista dell’urbanistica, investendo su uno sviluppo locale e sostenibile portatore di una visione attenta alle singole realtà, che vanno analizzate in modo particolare, perché la Sardegna è il grande contenitore di esigenze specifiche». Non vogliamo diventare una replica delle Baleari, ha concluso la Cappelli, «o riprodurre sotto altre forme il modello Costa Smeralda, ma semmai creare tanti modelli nuovi inseriti in un ambiente da tutelare e non consumare ma reso fruibile, così come le aree interne devono rappresentare un formidabile strumento di contrasto allo spopolamento, riqualificando l’esistente ed assicurando alle  comunità il diritto a restare sulla propria terra».

Il sindaco di Arborea, Manuela Pintus, ha preso la parola per parlare degli effetti del maltempo: «I nostri territori hanno dovuto affrontare in questi anni il maltempo e abbiamo dovuto chiudere le scuole per quattro giorni. Deve essere chiaro che il rapporto con la Regione non può essere questo, da maggio non abbiamo mai avuto risposte alle nostre domande sui danni subiti. Chiediamo anche prevenzione rispetto al rischio climatico. Non siamo più in grado di garantire la sicurezza delle persone ed è necessario intervenire a supporto dei consorzi di bonifica, che non ce la fanno più».

Per Massimo Zedda, sindaco della città metropolitana di Cagliari, «è chiaro che la seduta odierna si svolge in un clima differente perché la legislatura sta finendo. Intanto sottolineo che si devono trovare soluzioni al problema delle risorse finanziarie dei Comuni, se non vogliamo che i cittadini sardi che ne hanno diritto non ricevano i contributi della legge 162 e delle altre leggi di settore». Secondo Massimo Zedda è altrettanto grave il fatto che «in otto comuni sardi non ci siano persone disponibili ad assumere la carica di sindaco. Segnalo inoltre che il calo del Pil registrato dopo otto anni va di pari passo con la crescita del numero dei disoccupati. E il decreto dignità fa tutto tranne che rafforzare i posti di lavoro, specie quelli stagionali. Impauriti dal futuro, molti imprenditori stanno evitando di investire e di costruire. Queste cose vanno raccontate e spiegate al governo nazionale, perché in Sardegna la crisi si sente ancora di più». Per il sindaco di Cagliari «sono necessarie norme per il mondo che c’è e non per il mondo che non c’è più: perfino al legge sul personale della Regione è del 1977, ha un anno più di me e non è adeguata ai problemi di oggi» ma il suo intervento ha poi toccato anche lo status dei sindaci (“bisogna rivederlo”), la sanità sarda (“sulle patologie endemiche della Sardegna non possiamo che concentrare risorse non solo sarde”) e la vertenza delle Entrate con lo Stato.

Un ringraziamento per il lavoro svolto dal presidente del Cal è stato formulato dal sindaco di Padru, Antonio Satta, secondo cui «la Regione deve essere organo di indirizzo e di controllo ma la risorse devono essere assegnate agli enti locali, che sono più vicine alle famiglie. Per questo è fondamentale incrementare il fondo unico e snellire la peggiore burocrazia». Sulla proposta di istituzione della provincia del Nord est dico grazie all’on. Giuseppe Meloni e agli altri presentatori ma attendiamo ora con ansia il voto finale del Consiglio regionale. Poi ha aggiunto: «Il problema dei trasporti interni della Sardegna e non solo di quelli interni va affrontato e risolto. Un tempo, grazie alla volontà dell’Aga Khan, in mezzora si arrivava con l’aereo a Cagliari. Oggi siamo tornati alle tre ore, se va bene».

Per i capigruppo ha preso per primo la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Il Cal si è reso protagonista delle peggiori censure al Consiglio regionale, a cominciare dalla legge urbanistica e della sanità, ma il garbo impiegato oggi dal presidente Andrea Soddu ha impedito di cogliere tutto ciò. E allora ricordo io la voce che arriva dai piccoli comuni, non dalla grande città metropolitana di Cagliari, dove non si fanno interessi di altro genere ma solo quelli dei sardi. A oggi mi pare di poter dire che resterà nel cuore degli amici sindaci l’idea di aver svolto una fatica immane per dare lavoro e far arrivare lavoro nelle case dei propri cittadini».

Articolo 1 ha preso la parola con l’on. Daniele Cocco, che ha detto: «lavoro non ce n’è stato nemmeno nei dieci anni che hanno preceduto questo quinquennio, se è per questo. Parliamo della legge finanziaria e delle risposte che con la legge che stiamo andando a discutere saremo in grado di dare ai problemi più urgenti della Sardegna» mentre l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) si è detto d’accordo per implementare il «fondo unico per i Comuni, che ha subito i tagli dello Stato e non della Regione e le riforme degli enti locali a cominciare dalla costituzione della provincia del Nord est”, come sollecitato dai sindaci».

Per Fratelli d’Italia l’on. Paolo Truzzu ha detto di aver ascoltato «con preoccupazione le considerazioni dei sindaci, che con chiarezza ci hanno detto di non essere in grado di assolvere al proprio compito. E anche a noi qui è capito lo stesso, per colpa nostra: abbiamo abdicato al ruolo della politica e altri hanno fatto le scelte al posto nostro. Serve una capacità di costruire sogni e sviluppo, di realizzare un’idea di Sardegna differente: altrimenti saremo sempre schiavi della macchina burocratica».

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia che ha proposto un minuto di silenzio per ricordare il sindaco di Sinnai, Matteo Aledda, mancato pochi giorni fa. L’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Francesco Agus (Misto), che ha sottolineato come i sindaci abbiano fotografato bene la situazione, sia le azioni positive come Reis, Lavoras, Iscol@, sia quelle che ancora mancano. Francesco Agus ha ribadito l’importanza sostenere le spese sociali e vigilare perché “nemmeno un euro di queste spese venga tolto dal Bilancio”.

Sullo stato di attuazione delle riforme, soprattutto seguenti alla legge 56 di Riforma degli Enti locali, Agus ha detto che c’è una riflessione da fare sui bilanci. Per il Governo il fatto che i comuni sardi godano dei trasferimenti dal Fondo unico, secondo il presidente della Prima commissione, non viene visto come un aspetto positivo, ma negativo e porta i Comuni sardi ad avere meno trasferimenti statali e un’autonomia finanziaria molto più bassa rispetto alle amministrazioni locali delle altre regioni. “I Comuni sardi sono agli ultimi posti, infatti, per finanziamenti erogati dallo Stato”. E ha ribadito come i 50 milioni trasferiti alle Province abbiano il solo fine di “pagare stipendi pubblici di dipendenti non regionali”.

Riguardo alla legge Delrio, Francesco Agus ha affermato che la Sardegna è ancora in attesa di sapere da parte del Governo nazionale se sia possibile una modifica. Il presidente della Prima commissione ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema del trattamento economico dei sindaci, visto che oggi sta diventando un compito gravoso, che comporta rischi, e che toglie tempo alla famiglia, al lavoro e quindi alle risorse economiche della famiglia stessa. Agus ha spiegato che in Prima commissione è stato predisposto un regolamento e ha auspicato che venga condiviso da tutte le componenti politiche e portato in aula dopo legge finanziaria.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Pietro Cocco, capogruppo del Pd: i sindaci hanno evidenziato che verso le Autonomie locali c’è stata molta attenzione. Cocco ha ricordato riforme importanti come il Reddito di cittadinanza, i progetti Lavoras (124 milioni di euro), ma anche la legge di Forestas, che “non sono interventi risolutivi ma che hanno aiutato i Comuni a supportare le situazioni più critiche”.

Cocco ha poi sottolineato la continua riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato: “Da 450 milioni di euro a 50 milioni di trasferimenti agli enti locali” e si è detto d’accordo con Francesco Agus sul supporto agli enti locali e ai sindaci che decidono di candidarsi.  Cocco ha anche risposto al consigliere Luigi Crisponi, ricordando che le presenze turistiche sono passate da 10 milioni del 2012 ai 15milioni del 2017.

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato che in questi anni “si sono perse occasioni importanti e fatti molti errori”. Per Alessandra Zedda le amministrazioni locali non sono state sostenute abbastanza. Per il capogruppo di Forza Italia “serve una mobilitazione del popolo sardo, una rivoluzione culturale, economica e sociale che deve contrastare le conseguenze negative anche di questi cinque anni inoperosi”. Per Alessandra Zedda bisogna lavorare insieme agli Enti locali: “Una sfida alla ricerca della propria autonomia, alla luce della modernità”, e rivedere i rapporti istituzionali con Stato e l’Unione europea. “Dobbiamo attuare un nuovo modello di sviluppo: nuova crescita, generazione di ricchezza endogena, occupazione stabile”, puntando sulle peculiarità della Sardegna. La battaglia per l’insularità, per Alessandra Zedda, deve essere supportata da un modello di sviluppo, cercando di attrarre investimenti a favore della ricerca, dell’innovazione e con lo sviluppo delle imprese green e del turismo. 

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, il quale ha sottolineato come il dibattito abbia consentito di focalizzare l’attenzione dei tanti fronti aperti. L’esponente dell’Esecutivo ha ritenuto utile sottolineare alcune questioni e “fare il punto su quella nuova consapevolezza che ci ha consentito di fare un passo in avanti” e ha parlato “di una transizione infinita, che da 10 anni, sta trasformando le amministrazioni locali” che richiede un ragionamento concreto.

Cristiano Erriu ha ricordato che il Presidente della Repubblica ha detto che il rigore non è stata una scelta ma una necessità. “Noi lo abbiamo affrontato in questi 5 anni – ha detto – ponendo dei punti fermi come l’adeguatezza finanziaria fortemente in crisi rispetto 5 anni fa” e confermando i 600 milioni del Fondo unico.

Sui rapporti tra Comuni e Stato ha ricordato che dieci anni fa lo Stato trasferiva 450 milioni di euro e oggi poco più di 50. Calo che la Regione ha compensato assicurando le risorse a Comuni e Province.

Cristiano Erriu ha poi sottolineato l’importanza dei Comuni nel rapporto tra politica e cittadini, una credibilità che argina l’antipolitica. Secondo Cristiano Erriu bisogna proseguire sulla strada tracciata in questi anni che ha portato a un rapporto costante tra Regione e amministrazioni locali. L’assessore ha poi elencato una serie di buone prassi messe in campo, come il Reis, Lavoras, Iscol@, investimenti infrastrutturali come la fibra ottica e la videosorveglianza, ma anche la lotta alla peste suina (“Ue si è detta disponibile a sbloccare esportazioni in alcune aree dove la mancanza di presenza della malattia sia certificata”), azioni di protezione civile e trasferimento dei beni patrimoniali dalla Regione ai Comuni. Ha confermato, poi, che permangono alcune criticità come sulle leggi di settore e sulla semplificazione. Per  Cristiano Erriu “abbiamo fatto dei passi in avanti diritti dei cittadini e di cittadinanza. Non riconoscerlo sarebbe sbagliato e ingeneroso” e ha auspicato che la prossima Giunta sappia valorizzare le buone prassi, senza azzerare per forza tutto quello che è stato fatto. Il presidente ha chiuso la seduta. Il Consiglio si riunirà questo pomeriggio alle 16 per l’esame della Legge Finanziaria.

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La Prima commissione Autonomia e ordinamento regionale del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus (Misto) ha sentito in audizione l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sul disegno di legge 542 (legge di Semplificazione 2018). L’assessore dell’Industria ha spiegato che si tratta della seconda legge di semplificazione di questa legislatura e che ha l’obiettivo di aiutare, dopo il primo testo del 2016, e rendere più semplice la vita dei cittadini e delle imprese. Rispetto al testo precedente, quella all’esame del parlamentino è una legge più snella e che tocca piccoli punti, dall’urbanistica al commercio. Tra questi: è abolito il rinnovo annuale delle licenze di competenza regionale, è aumentata la tolleranza edilizia in fase di costruzione (non necessario fare una variante), vengono eliminati i controlli annuali per il mantenimento delle agevolazioni per le persone affette da malattie croniche e difficilmente reversibili, è ridotto a 15 giorni il tempo massimo che ha il Suape per approvare o respingere una domanda, sono eliminati i certificati di iscrizione ad albi e registri da appendere (come per gli agriturismo), è eliminata la doppia autorizzazione per il commerciante che voglia utilizzare ulteriori forme di vendita (vendita online o automatici), sono maggiori i casi di silenzio assenso in sede di Conferenza di servizi, è prevista l’edilizia libera per l’impianto di condizionatori e fotovoltaici. Per l’assessore c’è tanto da fare ancora, ma in questa legislatura è stata data un’importante accelerata alla riduzione dei vincoli burocratici. Il presidente Francesco Agus ha ringraziato l’assessore ed ha proposto un ulteriore incontro per valutare, insieme al componente della Giunta, le osservazioni al disegno di legge arrivate dalla Quarta commissione e i due emendamenti appena presentati dal consigliere Paolo Zedda in materia di trasparenza per le nomine di competenza della Regione e sulla possibilità per il Consiglio regionale di dotarsi di un organismo che valuti l’andamento ed i risultati prodotti dalle norme e dalle politiche  approvate dal Consiglio regionale.

La Commissione ha poi sentito in audizione l’assessore regionale degli Affari generali, personale e Riforma della Regione sulle “Progressioni professionali del personale Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale”. L’esponente dell’Esecutivo ha spiegato che saranno garantiti nel 2018 i transiti a 1204 dipendenti, pari al 93,7 per cento degli aventi diritto, e che gli altri 82 otterranno il riconoscimento nel 2019. Il presidente Francesco Agus e la consigliera del Pd, Daniela Forma, hanno affermato che l’indirizzo del Consiglio regionale e della Commissione era stato quello di coprire il cento per cento degli aventi diritto e si sono detti non soddisfatti della soluzione.

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Riprende domani, martedì 27 novembre, l’attività delle commissioni permanenti del Consiglio regionale.

Alle 10.00, si riunirà la Commissione “Salute e politiche sociali”. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore al Lavoro, Virginia Mura, sul Piano triennale per l’emigrazione. Subito dopo sarà sentito l’assessore alla Sanità Luigi Arru sul Piano regionale per la formazione degli operatori sanitari, scolastici e delle famiglie, di persone affette da disturbi specifici dell’apprendimento. Il parlamentino presieduto da Raimondo Perra esaminerà, inoltre, la proposta di risoluzione sulla situazione oncologica in Sardegna con particolare riferimento ai tumori femminili. I lavori proseguiranno nel pomeriggio con l’esame di alcuni provvedimenti in materia di sanità, sport e salute, cultura della non violenza e politiche per la famiglia.

Alle 16.30 si riunirà la Commissione “Attività produttive” presieduta da Luigi Lotto. In programma l’audizione del sindaco di Villaperuccio, Antonello Pirosu, sulle problematiche relative al riconoscimento dei danni causati da calamità naturali. Successivamente, la Quinta Commissione sentirà l’assessore al Turismo Barbara Argiolas sul P/212 “Disciplina delle caratteristiche, dei requisiti e della classificazione delle strutture ricettive della tipologia bed&breakfast di cui all’articolo 16, comma 1, della legge regionale 28 luglio 2017, n. 16. Approvazione provvisoria delle direttive ai sensi dell’articolo 24, comma 1”. All’esame dell’organismo consiliare anche la grave situazione dei subappaltatori locali dei lavori della SS-Olbia a causa dei mancati pagamenti da parte delle ditte appaltatrici e di Anas.

Mercoledì 28 novembre, alle 10.30, si riuniranno invece la Prima e la Seconda. La Commissione “Autonomia e ordinamento regionale”, presieduta da Francesco Agus, sarà chiamata ad esprimere i pareri sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018 e sul disegno di legge per il governo idrogeologico del territorio. Successivamente sarà sentita l’assessora all’Industria Maria Grazia Piras sulla legge di semplificazione. All’ordine del giorno anche il D.L. 520 (Lavoro straordinario dei dipendenti regionali in occasione di consultazioni elettorali. Interpretazione autentica dell’articolo 90 della legge regionale n. 7 del 1979) e la proposta di legge statutaria  sul procedimento per il distacco di un comune dalla provincia di appartenenza e per l’aggregazione ad altra provincia. Previsto anche l’esame congiunto di alcune proposte di modifica della legge regionale di riordino degli enti locali.

Una serie di audizioni impegneranno, infine, la Commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale” presieduta da Piero Comandini. Saranno sentiti l’assessore al Lavoro Virginia Mura, i lavoratori in utilizzo, i borsisti di Agris, il Comitato “Idonei graduatorie Area”, i lavoratori dei Centri provinciali anti insetti e l’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo.

 

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«La decisione del Consiglio dei ministri di scegliere la data del 20 gennaio per lo svolgimento delle elezioni suppletive per scegliere il sostituto del deputato dimissionario Andrea Mura, è un errore clamoroso e costoso.»

A dirlo è Francesco Agus (Campo Progressista Sardegna), presidente della commissione Autonomia del Consiglio regionale.

«Da un lato è semplicemente assurdo che i 240mila iscritti alle liste elettorali del collegio di Cagliari, comprendente oltre al capoluogo i comuni di Burcei, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sinnai e Villasimius, siano costretti a votare due volte in meno di un mese. Per di più con una campagna elettorale destinata a svolgersi durante le festività natalizie – aggiunge Francesco Agus –Dall’altro è inaccettabile che in un periodo come questo il Governo butti dalla finestra quasi due milioni di euro, tanto costano le suppletive, per risolvere una situazione provocata solo e unicamente da un loro errore nella selezione interna delle candidature. Errore che ha portato dopo appena sei mesi di mandato alle dimissioni dell’ex deputato Andrea Mura, in campagna elettorale utilizzato come “campione sportivo del mare” e “testimonial dell’isola” e poi espulso dai “pentastellati” per via delle troppe assenze dovute alla sua passione per la vela.»

«Sarebbe stato molto più saggio e più rispettoso dei cittadini e dei conti pubblici accorpare la data con quella delle elezioni regionali fissate statutariamente dopo lo scioglimento del Consiglio previsto il 14 febbraio – sottolinea ancora Francesco Agus -. Il perché non si sia voluto fare è chiaro: l’election day avrebbe reso evidenti le ambiguità di M5s e Lega, alleati a Roma nel sostegno al Governo Conte e nemici in Sardegna, in tutte le amministrazioni locali, in tutte le Regioni. Logiche del tutto aliene rispetto a quelle del rigore nei conti pubblici e della garanzia per i cittadini di potersi formare un’opinione durante una campagna elettorale normale e non svolta tra Natale e l’Epifania.»

«Questo pasticcio costerà alla comunità, andando bene, circa 6.135 euro per sezione elettorale, pari a circa 1.900.000 euro. 2.435 mesi di “reddito di cittadinanza”, come proposto a 780 euro mensili nella manovra in discussione in Parlamento. È evidente come tutto questo non abbia importanza per chi sottovaluta il debito pubblico e la buona tenuta dei conti. Ha importanza però per i cittadini. L’errore della candidatura di Andrea Mura, tutta del “partito pentastellato” – conclude Francesco Agus -, viene coperta con una toppa peggiore del buco che comporterà costi che ricadranno sui lavoratori e su tutti i contribuenti onesti e che sarebbero stati evitati con un semplice accorpamento con le imminenti elezioni regionali. Qualcuno dovrà renderne conto.»