25 December, 2024
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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

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Le commissioni consiliari regionali riprenderanno il lavoro da martedì mattina. La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà domani,  22 luglio,  alle 17.00. All’ordine del giorno l’esame del disegno di legge 72 (Misure urgenti in materia di organizzazione della Regione), del progetto di legge 29 (Modifiche urgenti alla legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 per la razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa della Regione e la riduzione dei costi delta politica) e la programmazione lavori. I lavori proseguiranno mercoledì mattina.

La Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd), è stata convocata mercoledì, 23 luglio, alle 11.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore del Lavoro sulla situazione dei lavoratori della formazione professionale, socialmente utili e del personale Csl/Cesil.

Sempre mercoledì, 23 luglio, si riunirà, alle 11.00, anche la Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno esame delle problematiche sulla convenzione Stato-CIN (ex Tirrenia).

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Sv-Psi), si riunirà domani, 22 luglio, alle 11.00. All’ordine del giorno:  esame della proposta di legge 71 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale) con l’audizioni dei sindacati e dell’assessore della Sanità. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 17, con l’audizione della Federazione regionale dell’ordine dei medici (FROMS). Se necessario la commissione si riunirà anche mercoledì mattina.

Gianmario Demuro 2 copia

La #Prima Commissione del Consiglio regionale vigilerà sulla proposta di riforma del #Titolo V della Costituzione all’esame del Parlamento per scongiurare il rischio di uno svuotamento dell’autonomia sarda. E’ quanto emerso dalla seduta del parlamentino presieduto da Francesco Agus che ha sentito in audizione l’assessore regionale agli Affari Generali, Gianmario Demuro. L’organismo consiliare avvierà nei prossimi giorni un confronto con i senatori e deputati sardi per concordare azioni comuni a difesa della specialità della Sardegna.

L’assessore Demuro ha illustrato alla Commissione l’esito delle ultime sedute della Conferenza Stato-Regioni che hanno portato alla stesura di un documento unitario da parte delle Regioni ad autonomia differenziata per la tutela della loro specialità. «L’autonomia è un valore costituzionalmente irrinunciabile – ha detto Demuro – un principio riconosciuto da tutti che non può essere messo in discussione». L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi sottolineato l’importante risultato ottenuto grazie alla presentazione di alcuni emendamenti concordati in #Conferenza Stato-Regioni che hanno modificato il primo testo di riforma preso in esame dalla #Commissione Affari Costituzionali del Senato. «Nella prima formulazione le Regioni a Statuto speciale sparivano – ha affermato l’assessore – ora il rischio di una cancellazione della specialità è scongiurato, il risultato non è da buttar via».  Il compromesso raggiunto è un mantenimento della potestà legislativa esclusiva da parte delle Regioni in cambio di maggiori controlli statali sull’esercizio delle competenze in materia di finanza pubblica. «Le prerogative delle Regioni speciali hanno tutta la possibilità di essere mantenute e garantite – ha concluso Demuro – ma molto dipenderà dalla nostra capacità di stipulare le intese con lo Stato centrale. Adesso si aprirà una fase di negoziazione».

Alla seduta della commissione hanno partecipato tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione. Dalla minoranza sono arrivate diverse sollecitazioni per un’azione più forte da parte dell’esecutivo nei confronti del Governo in difesa dell’autonomia. «La questione è di importanza vitale – ha detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis – la Regione non può fare da semplice spettatrice». Il vicepresidente della Commissione Autonomia Stefano Tunis (Forza Italia) ha invitato tutte le forze politiche a dare un mandato pieno alla Giunta regionale per un “atto di rottura” nei confronti del Governo. Giorgio Oppi (Udc) ha invece invocato un azione comune di Consiglio, Giunta e parlamentari «per portare a casa il miglior risultato possibile», mentre Michele Cossa (Riformatori sardi) dopo aver sottolineato l’esiguità di margini di trattativa con il governo, ha chiesto «un’azione forte dell’esecutivo regionale per una modifica statutaria che consenta di attuare la riforma degli enti locali, e di risolvere una volta per tutta la questione delle province, cancellate da un referendum ma ancora operative». Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ribadito la necessità che la questione venga affrontata al più presto dal Consiglio regionale con un’apposita seduta dedicata al tema delle riforme.

Proposte forti anche dalla maggioranza. Gavino Sale (Irs) ha chiesto una convocazione solenne del Consiglio regionale aperta a tutti i parlamentari sardi per individuare un percorso condiviso in difesa delle prerogative statutarie e per il varo «di una nuova Carta Costituzionale per il popolo sardo in cui siano presenti fattivi poteri di sovranità e autogoverno», mentre il consigliere del PD Roberto Deriu ha sottolineato l’importanza del mantenimento, nel testo di riforma in discussione al Senato, della protezione costituzionale del nostro Statuto. «Da questo occorre partire – ha detto Deriu – per riaffermare e ampliare la nostra specialità attraverso l’approvazione di una legge statutaria e una “cauta” revisione dello Statuto». Giudizio condiviso da Salvatore Demontis(PD): «Gli emendamenti alla proposta di riforma del Titolo V presentati dalla Lega (Calderoli) e dal PD (Finocchiaro) mettono in sicurezza la specialità – ha detto Demontis – temo però che non ci sarà un ampliamento dei poteri delle Regioni. L’autonomia può essere rafforzata attraverso la legge statutaria e la revisione dello Statuto. Occorre lavorare su questo terreno e procedere in tempi rapidi» Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, infine, ha rivendicato il ruolo centrale dell’Assemblea Sarda e si è detto favorevole a una convocazione solenne del Consiglio con i parlamentari sardi. «Sarebbe un atto simbolico – ha detto Cocco – per individuare un percorso condiviso». 

Al termine della discussione il presidente Francesco Agus ha annunciato che la commissione sentirà entro il mese di luglio tutti i parlamentari sardi. «E’ necessario vigilare perché il principio di specialità venga mantenuto in Costituzione – ha detto Agus . il testo licenziato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato riserva un’attenzione particolare alle autonomie del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta, la Sardegna rischia di uscirne penalizzata. Di fronte a questo pericolo non  possiamo rimanere inermi». Della questione si occuperà la prossima settimana anche il Consiglio con l’esame della risoluzione sulle riforme votata all’unanimità dalla Commissione Autonomia.

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Le commissioni consiliari regionali torneranno al lavoro domani pomeriggio. La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà martedì, 15 luglio, alle 15.30. All’ordine del giorno: Riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione.

Giovedì, 17 luglio, si riunirà, alle 10.00, la Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno l’audizione  dell’assessore regionale dei Trasporti sulla Convenzione Tirrenia. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 16, con l’audizione dei comuni compresi nel parco di Tepilora sul Testo parchi, alle 17,30 saranno sentite le associazioni ambientaliste.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà giovedì, 17 luglio, alle 10.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e sulla programmazione 2014-2020. A seguire la commissione sentirà in audizione le associazioni venatorie sulla biodiversità e sulla legge regionale n. 23 del 1998.

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà martedì, 15 luglio, alle 15,30. All’ordine del giorno:  Parere n. 8 su L.R. n. 17 del 17 maggio 1999. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 12/14 del 5 marzo 2013. Proroga dei termini di scadenza per il rinnovo e/o iscrizione all’Albo regionale delle associazioni e società sportive. La commissione proseguirà i suoi lavori con l’esame della proposta di legge 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. In caso di necessità i lavori proseguiranno anche nei giorni successivi. Per venerdì, 18 luglio, alle 10.30, è prevista anche l’audizione del dottor Lucio Rispo della QFE sulla realizzazione dell’ospedale e polo di ricerca San Raffaele nell’area territoriale della Gallura.

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Il capogruppo di Sel Daniele Cocco e i consiglieri Francesco Agus, Eugenio Lai e Luca Pizzuto hanno illustrato questa mattina ai giornalisti i provvedimenti più importanti presentati in Consiglio. Tra questi, la proposta di legge per l’istituzione del reddito di cittadinanza. «E’ il nostro cavallo di battaglia, il tentativo concreto di riformare un sistema sociale ormai superato e restituire speranza ai giovani e ai precari – ha detto Luca Pizzuto – la speranza, una volta individuate le coperture finanziarie, è che la maggioranza riesca a licenziare finalmente la legge».

Sel sta riservando particolare attenzione anche alla lotta per la razionalizzazione degli enti strumentali della Regione e l’eliminazione degli sprechi. Su questo fronte, il gruppo ha presentato una proposta di legge per la soppressione di “#Sardegna Promozione”, alla quale ha fatto seguito la delibera per il commissariamento dell’Agenzia adottata dalla Giunta. «Ancora non basta – ha detto Francesco Agus – serve ora una legge per evitare che il personale rimanga intrappolato nella struttura e perché le competenze vengano affidate, come avviene in altre regioni, a società in house che si occupino di promozione turistica».  Un’altra situazione che preoccupa è quella dell’Ente Foreste. «Si tratta della struttura più pesante della Regione, con quasi 7.000 dipendenti,  che oggi opera in una situazione di emergenza – ha detto Daniele Cocco – con una direzione generale ancora vacante. La campagna antincendi è in ritardo e il personale lamenta violazioni contrattuali. La situazione è ormai insostenibile occorre che la Giunta intervenga al più presto». Non meno grave la vicenda dell’#Arst, azienda di trasporti sulla quale Sel ha presentato in Consiglio un’interrogazione. Il gruppo ha segnalato una situazione che mette a rischio il diritto alla mobilità dei sardi e le storture di una gestione schizofrenica: da una parte pensa ai tagli e dall’altra procede a un cambio di sede che ha provocato un aggravio dei costi di bilancio.

Eugenio Lai, consigliere e vicepresidente del Consiglio, ha segnalato l’iniziativa del gruppo sulle energie rinnovabili («Basta con le speculazioni e i danni ambientali. Serve un piano energetico che restituisca ai sardi il diritto di decidere sugli interventi da realizzare e consenta loro di beneficiare, in termini di riduzioni tariffarie, dello sfruttamento delle risorse») e la proposta di stabilizzazione per i 12 precari dell’Arpas e dei lavoratori Cesil e Csl.

In materia ambientale, invece, la mozione per la difesa della biodiversità sarda. «Oggi assistiamo ad un assalto delle multinazionali che tentano di impadronirsi del nostro genetico vegetale. Il pericolo – ha detto Luca Pizzuto – è che i semi tradizionali usati in agricoltura ci vengano scippati per poi essere brevettati. Per scongiurare questo rischio, Sel chiede l’istituzione di un registro delle biodiversità e il divieto di fornire alle multinazionali le semenze da brevettare».

Ultimo accenno, infine, alla vicenda #San Raffaele. «Il nostro via libera al progetto della #Qatar Foundation – ha sottolineato Pizzuto – è la garanzia che la sanità  pubblica non sarà minata. La delibera della Giunta punta all’integrazione del sistema sanitario regionale e a un potenziamento dei servizi nella Gallura, territorio fortemente penalizzato in passato». Azione della Giunta soddisfacente anche per il capogruppo Cocco: «Ci fidiamo di Pigliaru. Il progetto del San Raffaele darà risposte importanti in campo sanitario e occupazionale con l’assunzione di operatori sardi». 

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Domani, martedì 1 luglio, alle ore 15 e 30 la commissione regionale “Sanità”, presieduta da Raimondo Perra, sente in audizione il presidente della Regione e l’assessore della Sanità sull’approvazione preliminare delle “Disposizioni in materia di organizzazione della rete ospedaliera. Avvio procedure per l’attivazione dell’ospedale e del polo di ricerca nell’area territoriale della Gallura”.   

La commissione “Lavoro”, presieduta da Gavino Manca, è convocata alle ore 10 e 30 di mercoledì 2 luglio. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore regionale del Lavoro in materia di formazione professionale e di lavori socialmente utili. Sarà sentito anche il Corecom sull’attività svolta dal Comitato.

La commissione “Bilancio”, presieduta da Franco Sabatini, è convocata alle ore 10.00 di mercoledì 2 luglio.  All’ordine del giorno le audizioni sulla Strategia regionale per la programmazione unitaria 2014 -2020. Seguirà l’esame del documento 1/XV  “Programmazione unitaria 2014-2020. Aggiornamento e definizione della strategia regionale”. I lavori proseguiranno anche nel pomeriggio e nei giorni successivi.

La commissione “Autonomia”, presieduta da Francesco Agus, è convocata alle ore 16.00 di mercoledì 2 luglio. La seduta sarà dedicata alla Questione Riforme e alla predisposizione della documentazione per la commissione parlamentare d’inchiesta sugli attentati agli amministratori locali.

La Quarta commissione, presieduta da Antonio Solinas, è convocata giovedì 3 luglio alle ore 10.00. All’ordine del giorno l’esame del DL n. 39 “Istituzione del parco naturale regionale di Tepilora” e il DL 38 “Istituzione del parco naturale regionale di Gutturu Mannu”. I lavori proseguiranno alle 16 con l’audizione dei sindaci del parco di Gutturu Mannu.

Sempre giovedì alle ore 10 è convocata la commissione “Attività produttive”, presieduta da Luigi Lotto. All’esame dei commissari  il Dl 62 procedure a bando e a sportello 2009  per il settore dell’artigianato sardo, la Pl 67 abrogazione di leggi regionali in materia di agricoltura e il Testo unificato in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. I lavori proseguiranno anche nel pomeriggio.

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Il Consiglio regionale ha respinto (consiglieri presenti 40, votanti 39, favorevoli 19, contrari 20), la mozione n. 45 presentata dal consigliere regionale Alessandra Zedda (Forza Italia), sul #Teatro lirico di Cagliari.

«L’iniziativa – ha detto Alessandra Zedda in apertura del suo intervento – nasce da una volontà propositiva e ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione del Teatro ». Zedda ha proseguito ricordando che la Regione, unitamente al comune di Cagliari e al ministero dei beni Culturali, è socio della Fondazione Teatro Lirico che ha come obiettivo la promozione ai massimi livelli della cultura musicale.

«La Regione – ha spiegato Alessandra Zedda – ha sempre rispettato gli impegni erogando i finanziamenti alla Fondazione, altrettanto non si può dire per il Comune di Cagliari». Il consigliere di Forza Italia ha ricordato che l’amministrazione del capoluogo non ha ancora trasferito al Teatro il contributo obbligatorio del 2013 e l’acconto del 2014 nonostante abbia già approvato il bilancio di previsione. «In assenza di contributi – ha proseguito Alessandra Zedda – la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un’anticipazione bancaria che potrebbe delineare un danno erariale». Alessandra Zedda ha poi rimarcato l’importanza del Teatro Lirico anche dal punto di vista occupazionale («in questa struttura lavorano centinaia di persone per le produzioni e gli allestimenti degli spettacoli, un’industria soft che deve essere valorizzata») e le polemiche relative al contratto di direttore artistico sottoscritto dal Cda della Fondazione con il nuovo sovrintendente Mauro Meli. «Le polemiche sollevate dal sindaco di Cagliari sono di natura ideologica e non tengono conto dei risultati raggiunti – ha detto Zedda – l’accordo è perfettamente in linea con le nuove disposizioni varate dal governo per i compensi dei manager pubblici e i numeri dicono che gli abbonamenti per la stagione in corso sono cresciuti del 38%».

Al termine del suo intervento, Zedda ha chiesto alla Giunta di riferire in Aula sulla situazione dell’Ente Lirico, di dare corso all’attuazione del Por Sardegna che a seguito della sentenza del Tar mette a disposizione del Teatro 2 milioni e 350mila euro e di completare l’erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del Teatro, circa 4 milioni di euro.

Il consigliere della minoranza Edoardo Tocco ha ricordato il ruolo e la tradizione del Teatro Lirico di Cagliari ma ha dichiarato che è ancora più importante sottolineare le carenze. Da qui l’invito all’amministrazione regionale ad assicurare una strategia efficace per l’aspetto artistico e, soprattutto, per gli aspetti gestionali, «perché – ha dichiarato Tocco – il teatro è anche un’azienda». L’esponente di Fi del gruppo “Sardegna” ha poi polemicamente invitato l’assessore alla Cultura a verificare le recenti assunzioni al Teatro Lirico e ha ricordato la «cattiva immagine» procurata con il “caso” Crivellenti. Edoardo Tocco ha concluso con l’invito all’assessore Firino perché presti attenzione al Teatro di Cagliari e a tutti i teatri della Sardegna, ad incominciare dal Verdi di Sassari e dal teatro di Paulilatino.

Il consigliere del gruppo Sel, Francesco Agus, ha puntualizzato i recenti fatti accaduti al Teatro Lirico. In particolare ha indicato le date della nomina del sovrintendente Meli e gli importi devoluti per gli incarichi. Agus ha affermato che a Mauro Meli è stato riconosciuto un compenso di 120 mila euro\anno per ricoprire l’incarico di sovrintendente. Successivamente, nel mese di marzo, ha proseguito Agus, il sovrintendente ha avuto l’incarico dal Cda di direttore artistico con un compenso aggiuntivo di 60mila euro. «Il tutto – ha dichiarato Agus – con la contrarietà del presidente della Fondazione e nonostante fosse stata stipulato un contratto di consulenza con un altro soggetto per svolgere le medesime mansioni». L’esponente della maggioranza ha poi evidenziato come soltanto il 20 giugno scorso, il sovrintendete abbia firmato il contratto, con l’aggiunta dell’incarico da direttore artistico. Francesco Agus ha dunque sottolineato il generale scenario che caratterizza le attività artistiche e dello spettacolo e ha ricordato come i soli tagli statali alle fondazioni lirico sinfoniche sia stato di circa 10 milioni di euro. Agus è poi ritornato sui compensi del sovrintendente e ha affermato che «il dottor Meli percepisce un compenso di 111mila euro l’anno che significano – così ha dichiarato il consigliere di Sel – diecimila euro l’anno in più, rispetto ai compensi riservati al presidente della Regione Sardegna». Francesco Agus ha concluso ricordando che tutto il personale del Lirico ha avuto riduzioni negli stipendi e ha affermato che nei tre anni in cui al Teatro Lirico il sovrintendente era Crivellenti, i bilanci sono stati chiusi con un attivo.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha replicato al consigliere Agus ed ha ricordato che il tema all’ordine del giorno non è il sovrintendente del Lirico ma la situazione complessiva del Teatro di Cagliari. Il Lirico – a giudizio di Truzzu – rappresenta l’esempio di ciò che la politica non deve fare, cioè partecipare alle fasi gestionali della fondazione. «Le responsabilità di quanto accade al teatro – ha dichiarato l’esponente della minoranza – è chiara ed è in capo a chi tre anni fa ha scelto un sovrintendente al di fuori delle norme e delle logiche ma che continua a generare conflitti con il sovrintendente e il Cda dell’Ente, nonostante la sua linea sia stata sconfitta». A giudizio di Paolo Truzzu i litigi tra le istituzioni individuino chi certamente sarà sconfitto: i cittadini e gli operatori culturali e dello spettacolo. Il consigliere del gruppo “Sardegna” ha concluso con l’invito all’assessore Claudia Firino «perché esca dalle logiche di parte e affronti la situazione e il dibattito con il ruolo che gli compete in qualità di assessore regionale della Sardegna».

E’ quindi intervenuto il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda che dopo aver ricordato le ultime vicende del Teatro Lirico ha sottolineato l’importanza della legge n. 112 del 2013 che ha come finalità il riordino e il risanamento finanziario delle Fondazioni lirico-sinfoniche. «La questione vera – ha sostenuto Zedda – è la spesa  fuori controllo. L’indirizzo del sindaco di Cagliari va nella giusta direzione: riportare dentro i binari la spendita di risorse pubbliche». L’esponente dei Rossomori ha poi parlato dell’attuale gestione del Teatro affidata al Sovraintendente Mauro Meli. «Occorre verificare come si stanno spendendo le risorse e se gli impegni finanziari in linea con le previsioni di bilancio». Zedda ha poi ricordato all’Aula che il prossimo 30 giugno scadranno i termini per la riscrittura dello Statuto della Fondazione. «La Regione – ha concluso – ha il dovere di verificare che i tempi vengano rispettati».
Da Paolo Zedda, infine, un auspicio: «Il teatro deve essere più aperto e puntare non solo agli spettacoli di musica lirica e sinfonica ma aprirsi anche al jazz, alla pop music e alla musica etnica».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha detto di aver notato nel dibattito la presenza «di ottimi suonatori ma anche di qualche pifferaio e, non sempre, di buona musica». Al di là delle cronache di questi mesi, Comandini ha invitato l’Aula a riflettere «su quello che è successo negli ultimi vent’anni in Italia, dove molte fondazioni avrebbero chiuso se non fosse intervenuto il governo nel 2013». I valori culturali espressi dalle fondazioni sono stati giustamente considerati più importanti dei buchi di bilancio ma in cambio, ha sottolineato il consigliere del Pd, «è stato tracciato un nuovo quadro di regole: gestione aziendale e manageriale, conti in ordine». Il problema non è nel nostro cortile di casa, ha aggiunto, «dato che, come prevede il  decreto valore cultura, il nuovo sovrintendente sarà nominato dal ministero così come il presidente del collegio dei revisori dei conti che sarà un magistrato della Corte dei conti, mentre entro il 2016 le fondazioni dovranno arrivare all’equilibrio strutturale di bilancio, altrimenti c’è il rischio di chiusura». «Un quadro – ha concluso Piero Comandini – che impone a tutti di guardare al futuro».

L’assessore della Cultura Claudia Firino, esprimendo il parere della Giunta, si è soffermata, dettagliatamente, sul quadro che regola l’attività delle fondazioni e sulle sue trasformazioni. «Fra l’altro – ha osservato – occorre approvare il nuovo statuto dell’ente, come hanno sollecitato i rappresentanti della stessa Regione, anche perchè  a novembre scadrà il mandato del consiglio di amministrazione». Per quanto riguarda i finanziamenti, l’assessore ha affermato che «nel 2014 si è operato con continuità liquidando complessivamente circa 4 milioni più della prima rata del prestito straordinario pari a circa 4 milioni, mentre la seconda non è stata erogata a causa dei vincoli patto stabilità». «L’intervento finanziario della Regione – ha detto inoltre l’assessore Firino – è stato possibile solo a fronte della presentazione di un piano di risanamento presentato ad agosto  in cui la fondazione si impegnava a ridurre le spese di gestione, operando attraverso una nuova progettualità per intercettare fondi Ue». «Alcune parti del piano sono state realizzate, altre ancora no – ha concluso l’assessore – ma la Giunta è intenzionata a esercitare fino in fondo il suo ruolo di controllo ed indirizzo».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha dichiarato che «fermarsi ad una rassegna della normativa vigente non risolve i problemi sollevati dalla mozione, a cominciare dal comportamento del sindaco di Cagliari che per noi resta censurabile». Nessuno vuole mettere in dubbio che fondazioni debbano essere gestite col massimo dell’efficienza e con la capacità di competere sul mercato, ha continuato Zedda, «ma i soci, regione Sardegna e comune di Cagliari, devono fare la loro parte». Dopo aver sollecitato chiarezza sull’utilizzo dei fondi europei, il vice capogruppo di FI ha auspicato il potenziamento dei progetti di rilancio che tutti, a cominciare dalle istituzioni, devono perseguire.

La mozione, come riportato in apertura, è stata respinta con 19 voti favorevoli e 20 contrari sui 39 consiglieri votanti (40 i presenti).

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Il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sel), e i consiglieri Efisio Arbau (Sardegna Vera), Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco e Francesco Agus (Sel), hanno presentato una proposta di legge per stabilizzare il personale precario dell’#Arpas. La proposta prevede la stabilizzazione, presso l’#Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di personale qualificato, già assunto con contratto a tempo determinato a seguito di procedura ad evidenza pubblica e più volte rinnovato.

«In un ambito particolarmente sensibile – è scritto nel testo di legge – quale è quello della protezione dell’ambiente, la proposta intende dare una risposta all’esigenza di assicurare con continuità lo svolgimento di rilevanti e indispensabili compiti istituzionali dell’Agenzia che hanno, tra gli altri, diretti riflessi sulla salute dei cittadini. Attraverso lo stabile inquadramento di figure professionali qualificate che fino ad ora hanno prestato il loro servizio con successivi rinnovi contrattuali, si eviterebbe, dunque, l’interruzione di fondamentali servizi resi alla collettività e si valorizzerebbero le professionalità sviluppate presso l’Agenzia.»

«La procedura di stabilizzazione – è scritto nel testo – nel rispetto dei vincoli sulle assunzioni e sulla spesa attualmente vigenti, si dovrà in particolare attenere a quanto disposto a livello statale dalla legge di stabilità per il 2014, la quale prevede una serie di requisiti che evitano all’Amministrazione il rischio di assumere personale in eccedenza rispetto alle effettive esigenze istituzionali.»

La proposta di legge prevede una dotazione finanziaria di 200mila euro per il 2014 e di 395mila euro per gli anni successivi. Fondi che dovrebbero essere aggiunti al bilancio dell’Arpas e tolti al capitolo di spesa del bilancio regionale relativo “Promozione e propaganda turistica”.

Francesco Agus

La commissione “Autonomia” ha esaminato i temi legati a riforme istituzionali, riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e riordino degli enti locali nel corso di una serie di audizioni svoltesi questa mattina.

Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente la delegazione della Cisl che sarà sentita in una delle prossime sedute).

Il segretario generale della Cgil Michele Carrus, apprezzando la decisione della Commissione di procedere “di pari passo” nella discussione per la riscrittura dello Statuto e per la definizione della legge statutaria, ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una proposta organica di riforma. Secondo Carrus, «sussistono oggi ragioni importanti per rafforzare l’autonomia e la specialità, prima fra tutte la condizione di insularità della Sardegna da cui discende la specificità culturale e identitaria della nostra terra». Queste peculiarità devono essere però sfruttate per ottenere la maggiore integrazione possibile con la comunità nazionale ed europea. «L’insularità – ha detto Carrus – rappresenta uno svantaggio oggettivo che può essere superato attraverso un nuovo patto con lo Stato e un nuovo rapporto con l’Unione Europea». A questo proposito, il segretario della Cgil ha ricordato gli strumenti individuati dall’art 13 dello Statuto (Piano di Rinascita) e dall’art 119 della Costituzione (misure di solidarietà per le aree più deboli del territorio della Repubblica) senza dimenticare gli interventi di sostegno alle regioni insulari previsti dal Trattato di Amsterdam. Sul metodo con cui procedere alla revisione della Carta Costituzionale della Sardegna, il segretario della Cgil ha sottolineato la necessità di un coinvolgimento il più ampio possibile di tutta la comunità sarda. «La discussione – ha detto – deve uscire dai palazzi, occorre dare voce a tutti». 

Sulla riforma della Regione, Carrus ha evidenziato l’urgenza di rivedere le competenze di Giunta e assessorati. «Il presidente della Regione viene eletto direttamente dal popolo, deve essere resa più esplicita la sua responsabilità complessiva nell’azione di governo». Il numero uno del sindacato ha poi sottolineato la necessità di una riduzione degli assessorati e di una redistribuzione delle loro competenze per garantire più efficienza e qualità. «Da evitare – secondo Carrus – le logiche accentratrici. Le attività di gestione devono essere il più possibile vicine ai cittadini. In capo alla Regione deve restare il potere di indirizzo politico e di programmazione, il resto deve essere affidato ai comuni».  

Il segretario ha poi parlato di riordino degli enti locali segnalando l’urgenza di procedere ad una definizione delle funzioni di “area vasta” dopo l’abolizione delle province. «In via transitoria – ha detto Carrus – la Regione può utilizzare la sua potestà ordinamentale per ridefinire le circoscrizioni. Improponibili le delimitazioni delle vecchie province. Importante coinvolgere le comunità per evitare scelte calate dall’alto». Sulla natura dei nuovi soggetti che dovranno svolgere le funzioni di “area vasta”, Carrus ha manifestato una netta preferenza per  istituzioni di secondo livello, espressione delle comunità locali.

Parere favorevole, infine, sull’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari. «Nelle aree metropolitane – ha detto Carrus – si produce il 40% del Pil nazionale. Sono uno strumento utile ma necessitano di adeguati strumenti di governo. Impensabile far coincidere l’Area con il territorio dell’ex provincia».

Francesca Ticca, segretario generale della Uil, in apertura del suo intervento, ha ricordato l’azione portata avanti dal sindacato negli anni scorsi per arrivare alla riscrittura dello Statuto. «Apprezzo – ha detto – l’impostazione della Commissione: discutere di contenuti prima che di metodo rende il percorso più agevole, in passato il dibattito sì è arenato sull’Assemblea Costituente. Nuovo Statuto e legge statutaria sono indispensabili per rivendicare la nostra specificità». Anche per la Uil, la condizione di insularità della Sardegna rappresenta l’elemento più forte per riaffermare le ragioni dell’autonomia e della specialità.

Necessaria, secondo Ticca, anche una ridefinizione delle potestà e delle competenze della Regione. «Negli ultimi anni il Consiglio ha discusso leggi finanziarie ingessate, con oltre la metà delle risorse destinate alla sanità. Bisogna cominciare a parlare di sviluppo e di crescita. Questo si può fare solo rafforzando lo Statuto.» 

Il segretario della Uil ha poi parlato della riorganizzazione della macchina amministrativa invocando più velocità e flessibilità per dare servizi efficienti ai cittadini. Sugli enti locali, ha invece condiviso la necessità di «un riordino delle competenze perché esistono troppi livelli istituzionali, ma la riforma non deve mortificare persone e territori». Ticca ha segnalato il rischio che il Centro Sardegna venga escluso da processi di riforma più attenti ai tagli e ai risparmi che alla valorizzazione delle risorse umane. «Da questo punto di vista – ha concluso Ticca – l’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari rappresenta una grande opportunità, ma può, se mal governata, accelerare il calo demografico delle zone interne».

Giampaolo Spanu (FPL – Uil) ha incentrato il suo intervento sulle questioni relative al personale e all’organizzazione amministrativa. «L’abolizione delle province pone un problema per i dipendenti. Occorre fare chiarezza e rassicurare il personale sul proprio futuro lavorativo – ha detto – altrimenti si alimentano allarmismi e speculazioni». Spanu ha poi parlato della questione degli oltre 300 precari della Regione («una situazione determinata da una scelta disastrosa fatta nella legislatura 2004-2009 che sta creando grossi problemi all’amministrazione») e della necessità di rivedere profondamente l’organizzazione degli assessorati, a partire dalle direzioni generali.

Breve, infine, l’intervento di Eugenio Ramo del direttivo regionale dell’UGL incentrato sul riordino degli enti locali e la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Il rappresentante del sindacato ha chiesto «una mappatura delle strutture e una valutazione di eventuali carenze di organico. Il ricorso a fusioni o accorpamenti di agenzie, enti, società regionali e dei relativi apparati può dare risposte alle richieste dei lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione». Necessario, secondo l’Ugl, trovare una soluzione in tempi rapidi anche alle richieste di mobilità. «Serve una ricognizione a tutto campo con l’individuazione delle risorse umane necessarie che dia la possibilità ai lavoratori di presentare le proprie candidature. Tra questi ci sono i 386 dipendenti ex ESAF – ha concluso Ramo – solo il 50% delle maestranze è rientrato nei ruoli regionali.»

Esercitazioni militari copia

Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno unitario sulle #servitù militari.

Dopo le dichiarazioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, relative all’audizione presso la IV commissione Difesa della Camera dei deputati, svolte nella precedente riunione, il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione in sede di dichiarazioni di voto.

Il presidente Ganau ha dunque concesso la parola per dichiarazione di voto al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, che ha annunciato il suo voto favorevole al documento ma «non senza fatica pur riconoscendo lo sforzo di tutte le forze politiche per arrivare a un testo unitario». Il consigliere della minoranza ha dichiarato di «riporre una personale fiducia» nel presidente della giunta perché mitighi il contenuto del punto 1 dell’ordine del giorno che prevede la totale dismissione dei poligoni. Il consigliere Tunis ha concluso sottolineando le penalizzazioni cui sono andati incontro i sardi per la chiusura del centro di reclutamento nell’isola.

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha sottolineato la «sofferta disponibilità» per il voto a favore dell’ordine del giorno e ha dichiarato di condividere le parole del suo collega Tunis in proposito. Anche il consigliere Truzzu ha evidenziato le penalizzazioni per la Sardegna a seguito della chiusura del centro di reclutamento.

Il capogruppo di “Sardegna”, Modesto Fenu, ha dichiarato il voto a favore dell’ordine del giorno e espresso soddisfazione per il consenso unitario che l’Aula offre al presidente della Regione «perché difenda al meglio le ragioni e i diritti della Sardegna». Il consigliere della minoranza ha però sottolineato che non esiste il cronoprogramma su dismissioni e bonifiche ed ha affermato che è tempo di eliminare il segreto di Stato su quanto accade nei poligoni in Sardegna. Modesto Fenu ha concluso sottolineando che sarebbe opportuno escludere dal patto di stabilità le somme degli indennizzi per le servitù e ha auspicato che le esercitazioni militari si svolgano in aree lontane dagli arenili.

Il consigliere Paolo Zedda (Sel) ha ricordato che «in varie fasi della storia ci sono stati scontri anche molto duri in Sardegna, dove la libertà dalle servitù è vissuta simbolo di autodeterminazione». Siamo sovranisti, ha aggiunto Zedda, «ma non antimilitaristi, anzi siamo orgogliosi della nostra Brigata Sassari, un reparto che evoca la nostra unità di popolo, anche nell’inno simile a quello della nazione sarda». Il presidente Pigliaru, secondo Zedda, «deve presentarsi all’incontro con lo Stato deciso ad ottenere un risultato, tenendo conto che ogni sardo porta un peso 50 volte più grave di ogni italiano; quindi occorre non un leggero riequilibrio ma una vera riconversione insieme alla riduzione dei poligoni con vero negoziato, tenendo conto del fatto che il patrimonio militare non è solo servitù ma anche una grande quantità di beni di interesse pubblico, spesso inutilizzata»

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha definito la battaglia per la liberazione dalle servitù «non una guerra lampo ma una guerra di trincea, perché la Sardegna deve presentare allo Stato un conto tangibile e concreto: danno emergente per la popolazione e per la salute delle persone, lucro cessante per lo sviluppo mancato dai primi anni cinquanta fino ai giorni nostri, da Capo Frasca a Teulada». «In un momento storico in cui tutto ha un prezzo – ha proseguito Agus – è necessario stabilire quanto valgono questi settanta anni di servitù, quanto vale il contributo che la Sardegna ha dato alla sicurezza nazionale, quanto vale aver servito la patria per settanta anni». «Ora – ha concluso – tutto questo si deve quantificare e dire ai sardi che la guerra è finita compensando finalmente i costi con benefici, attraverso iniziative di ricerca e piani di bonifica integrale».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha auspicato un risultato positivo per il negoziato fra Stato e Regione, puntualizzando però che, nell’ambito della politica degli  indennizzi, «c’è differenza di trattamento fra i vari territori della Sardegna, uno squilibrio che va assolutamente colmato». Solinas ha poi accennato alla situazione del lago Omodeo, «utilizzato fino allo scorso anno solo dalla Polizia di Stato di stanza ad Abbasanta, mentre ora l’area si è molto estesa e le esercitazioni di tiro coinvolgono praticamente tutte le forze dell’ordine e i corpi militari». «Va ricordato anche – ha continuato Solinas – che quella è un’area ambientale protetta di grande pregio, dove non possono operare nemmeno gli allevatori e ai proprietari dei terreni è impedito perfino di falciare l’erba: è evidente che ogni ipotesi di sviluppo turistico è bloccata».

Esprimendo il parere della Giunta, il presidente Pigliaru ha dato una valutazione molto positiva del dibattito del Consiglio, sottolineando che, «grazie alla buona volontà di tutti, il mio compito potrà essere più facile sia per l’autorevolezza del voto dell’Assemblea che per i contenuti molto chiari del documento». «Esistono insomma le condizioni – ha concluso il presidente – per avviare un rapporto di leale collaborazione con lo Stato e raggiungere gli obiettivi contenuti nell’ordine del giorno».

Il consigliere Marco Tedde (FI) ha confessato di votare l’ordine del giorno «con qualche titubanza». «Confido però – ha detto rivolgendosi al presidente – nella sua capacità, soprattutto per evitare che si ripetano esperienze del passato come quelle di La Maddalena, dove la presenza militare cessò praticamente da un giorno all’altro senza che venissero individuate una fase transitoria ed una prospettiva per le comunità locali». «Il problema – ha concluso – non è militarismo o l’antimilitarismo, il nostro esercito è portatore di pace in tutto il mondo ed ottiene grandissimi risultati».

Il capogruppo dell’UDC Gianluigi Rubiu, annunciando il voto favorevole all’ordine del giorno, ha ribadito la sua posizione sulle basi militari che «devono diventare una risorsa e non un problema». Rubiu ha poi chiesto al presidente Pigliaru di impegnarsi per far rientrare in Sardegna i ragazzi sardi arruolati nell’esercito. «Sarebbe anche questa una forma di compensazione per i sacrifici imposti all’Isola dalla presenza militare».

Per il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, non si deve correre il rischio che si ripeta una seconda La Maddalena. «Non si può pensare – ha detto – di dismettere le basi senza far pagare i costi delle bonifiche e della riconversione delle aree occupate».

Gavino Sale (IRS), in apertura del suo intervento, ha ricordato l’importanza della giornata di domani: «A Roma il presidente della Regione Francesco Pigliaru parteciperà alla Conferenza per le servitù militari, a Lanusei un Pm sosterrà l’accusa contro i militari per alcune ipotesi di reato riferite al poligono di Quirra». Sale ha quindi espresso apprezzamento per la tempistica del presidente Pigliaru che ha posto il problema ad inizio di legislatura ed invitato la Giunta a «non firmare alcun documento che ci possa assimilare ad altre regioni italiane. Questo ci permetterà di differenziare le nostre necessità e di aprire un tavolo di trattative paritario Stato-Sardegna. L’obiettivo – ha concluso Sale – è liberare l’Isola da qualsiasi servitù militare. Questo è il nostro sogno».

Augusto Cherchi (Partito dei sardi), dopo aver rammentato l’uso e l’abuso del territorio da parte dei militari, ha invitato la Giunta a pensare a un’azione che convinca i sardi che sono possibili iniziative di recupero e rilancio delle aree occupate. «Occorre recuperare la nostra sovranità calpestata – ha detto Cherchi rivolgendosi a Pigliaru – se non dovesse essere recepito questo messaggio non firmi nessun documento».

Michele Cossa (Riformatori) ha apprezzato l’andamento della discussione nella quale il tema delle servitù è stato “de-ideologizzato”«Qui non siamo divisi tra militaristi e antimilitaristi, ha detto Cossa, questo è un bene. Occorre affrontare la questione con ragionevolezza. Preferisco non pensare a cosa sarebbero quei territori se non ci fosse stata la presenza militare. Noi siamo stati capaci di fare più danni delle servitù diffondendo un’immagine distorta. La presunta presenza di veleni nei poligoni si è rivelata una bufala. Eppure nell’immaginario collettivo la zona di Quirra è considerata un luogo impraticabile». Pietro Cocco (Pd) e Pietro Pittalis (Forza Italia), infine, si sono limitati ad annunciare il voto favorevole dei rispettivi gruppi.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno unitario che è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea. Il documento impegna la Giunta:

1) a porre, come primo obiettivo nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti.

2) a proseguire le interlocuzioni con il Governo per arrivare a un’intesa che definisca un riequilibrio in termini di compensazione economica rispetto ai danni ambientali sanitari ed economici subiti dall’Isola a causa del gravame militare; preveda la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la dismissione dei poligoni; disponga una valutazione sui danni all’ambiente e alla salute pubblica; istituisca in ciascun poligono osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale.

3) a chiedere risorse adeguate per le bonifiche ambientali delle aree in cui sono presenti servitù militari in via di dismissione.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani alle 10.30. All’ordine del giorno il testo unificato n. 32-40/A “Disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale n. 19/2012” e la mozione n. 43 (Truzzu e più) “sulla possibilità di  ricorrere al frazionamento degli appalti al fine di favorire le piccole e medie imprese”.