25 December, 2024
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Consiglio regionale 42 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera, con i voti favorevoli dei 28 consiglieri della maggioranza presenti in Aula e l’astensione dei consiglieri di minoranza, il disegno di legge n. 9/A sull’edilizia scolastica che stanzia 30 milioni di euro per gli interventi urgenti, impiegando le risorse stanziate, nel 2014, sul #Fondo per lo sviluppo e la competitività per la realizzazione di opere cantierabili, Programmi integrati d’area e a interventi di fiscalità di sviluppo.

Ad aprire il dibattito è stato il relatore di maggioranza, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, il quale ha sostenuto l’importanza del Dl 9 in sintonia con quanto annunciato in campagna elettorale. «L’esecutivo persegue un obiettivo strategicamente primario nelle politiche tese ad arginare i preoccupanti segnali di debolezza del sistema di istruzione anche attraverso il miglioramento delle strutture scolastiche. In un territorio come il nostro – ha affermato Cocco – dove il fenomeno della dispersione scolastica ha raggiunto livelli preoccupanti, è urgente attuare provvedimenti volti a diminuirne la portata cercando di arginarlo». Per questo motivo il capogruppo del Pd ha detto di non condividere la posizione assunta in Commissione dalla minoranza sull’utilizzo del capitolo di spesa in questione. Un intervento che vede i giovani e la scuola in primo piano, ma anche di rendere immediatamente cantierabili le opere dando così anche un po’ di ossigeno al settore dell’edilizia. «L’immediata cantierabilità, contribuisce, come effetto indotto, a creare un minimo di ristoro al settore dell’edilizia duramente colpito dalla crisi economica – ha affermato – un settore che in Sardegna rappresenta uno dei volani di sviluppo che può contribuire a creare nuove e durature opportunità per soddisfare la richiesta di lavoro che proviene dalla società». Pietro Cocco ha rassicurato la minoranza sulla possibilità di recuperare alcuni progetti approvati precedentemente. Non tutti, ma probabilmente alcuni potranno essere confermati.

Il presidente Ganau ha dato quindi la parola al relatore di minoranza, Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha evidenziato la mancanza di notizie certe in merito al patto di stabilità, in particolare alla possibilità  di escludere dal patto le spese per l’edilizia scolastica. Il consigliere di Forza Italia ha anticipato la contrarietà della minoranza verso questo disegno di legge, un’azione di governo «che va a discapito dello sviluppo della Sardegna». La Zedda ha poi continuato: «Pur rilevando la fondamentale importanza dell’edilizia scolastica, sottolineiamo che l’idea di sviluppo per la Sardegna e dei suoi territori non può essere monotematica ed abbraccia un ventaglio di temi più ampi. Prendiamo atto che si vorrebbe destinare 30 dei 40 milioni stanziati per le opere cantierabili e Piani integrati d’area che la precedente Giunta ed il Consiglio regionale avevano destinato a progetti per lo sviluppo inteso nel suo complesso e destinarli quasi interamente all’edilizia scolastica».

Per il relatore di minoranza l’opposizione «non può né vuole sostenere atti che, anziché partire da una verifica di quanto è stato programmato, dello stato di attuazione dei lavori in corso e di quanto realizzato, partono invece da uno stanziamento aggiuntivo di 30 milioni, anzi potrebbero ridursi sino a 24 perché destinati anche a nuovi progetti. Mi chiedo se sia stato fatto un puntuale monitoraggio dei progetti relativi almeno agli anni 2011, 2012 e 2013 cioè quelli già programmati e finanziati anche per vostra ammissione con le risorse: 35 milioni FSC 2007/2013, i 28 milioni della delibera CIPE 79/2012 di cui 3,444.000 mila destinati dai Fondi obiettivi di sviluppo per le strutture della prima infanzia. Ancora i 5 milioni della legge n. 98 del 2013 per il rilancio dell’economia a favore della riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche di cui al decreto 15 ottobre 2013, n. 12 dell’assessore della pubblica istruzione, di cui non fate nessun cenno. Questi progetti come stanno procedendo? Che fine faranno?». E ha poi chiesto all’assessore Claudia Firino: «Leggiamo fra le righe che proprio i 35 milioni del fondo FSC sono in fase di ridefinizione programmatica e strategica. L’assessore ci spiegherà cosa vuole fare?». Zedda ha confermato il pieno sostegno alla scuola, «e in particolare riteniamo che gli investimenti sull’edilizia scolastica siano importanti, anzi determinanti per il recupero edilizio e la messa in sicurezza delle strutture destinate proprio ai nostri studenti, soprattutto nei comuni, specificatamente quelli più piccoli e quelli colpiti dagli eventi accidentali e naturali, che hanno drammaticamente compromesso il funzionamento e l’esistenza della stessa istruzione che oggi resta insieme alla famiglia e alla chiesa uno dei fondamentali pilastri della società». Il consigliere di Forza Italia ha infine ricordato che la legge finanziaria 2014 era incentrata sugli investimenti per lo sviluppo, attraverso disegni di legge in materia di opere cantierabili, piani integrati d’area e interventi sulla fiscalità di sviluppo: «Di tutto questo nulla si potrà fare se tutte le risorse saranno destinate all’edilizia scolastica. Ricordo che solo con le opere cantierabili sono stati approvati 98 progetti per 45.493.463,84 euro, più il cofinanziamento enti locali si arriva ad un totale di 63 milioni di euro circa ed ad oggi sono stati comunque erogati 34.500.000 euro per gli anni 2011 e 2012 e con la deliberazione n. 38/20 si arriva a 197 opere; infatti è stato disposto lo scorrimento di altri 99 progetti da aggiungere ai 98 del 2012. Ma ad oggi non risultano esserci spazi finanziari per i provvedimenti di delega.  Mi è d’obbligo far notare  – ha concluso il consigliere Zedda – che dei 93 milioni a cui si fa riferimento, 63 milioni sono già stati destinati alla Sardegna e programmati dalla precedente amministrazione e per ora, quello che si fatto è stato sottrarne 30 aggiuntivi già indirizzati per lo sviluppo delle attività produttive e progetti di riqualificazioni delle amministrazioni locali. Ecco perché i capigruppo della minoranza propongono un emendamento sulla differente copertura finanziaria».

Il consigliere del Pd, Gavino Manca, in apertura del suo intervento, ha definito il disegno di legge in discussione in Aula «importante anche se non esaustivo ma utile per segnare la strada della giunta e della maggioranza su un obiettivo strategico, quale è l’istruzione». Il presidente della Seconda commissione ha sottolineato il suo favore per procedere con l’applicazione del programma di governo, perché significa, ha spiegato Manca, dimostrare di mantenere gli impegni assunti con i cittadini sardi. A questo proposito l’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati dell’affluenza delle recenti consultazioni elettorali per evidenziare quanto sia elevato il numero dei “disillusi” e degli “sconfortati” che si allontanano dalle urne e dalla “politica”. «Quindi – è l’invito di Gavino Manca – serve mantenere gli impegni assunti sul tema dell’istruzione, sul recupero della dispersione scolastica e anche per migliorare le strutture, dalle aule, ai laboratori alle mense scolastiche».

Il disegno di legge 9/A, a giudizio del consigliere Manca, è dunque «un primo passo, sicuramente perfettibile, sicuramente non risolutivo di un tema difficile e complicato da risolvere». Per l’esponente dei democratici sono chiari «i numeri del disastro e l’assoluta inderogabilità di interventi immediati» ma è altrettanto evidente come «negli ultimi decenni non vi sia stata né attenzione e tantomeno una programmazione concreta per mettere freno al disastro e favorire un’inversione di marcia per avvicinarsi ai parametri europei». Gavino Manca ha rimarcato come «a livello nazionale la consapevolezza di questa urgenza è stata fatta propria dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo intervento programmatico per la fiducia alla Camera ed ha trovato piena corrispondenza nell’azione politico-amministrativa di questi mesi». «Non esistono più scuse – ha ammonito il presidente della Seconda commissione consiliare – in Sardegna bisogna affrontare senza indugi il tema dell’istruzione».  A questo proposito, il consigliere del Pd, ha auspicato l’approvazione di una nuova legge sull’istruzione che superi la legge 31, a trent’anni esatti dalla sua prima approvazione.

Gavino Manca ha concluso affermando che con l’approvazione del disegno di legge «la Sardegna segue l’esempio indicato in campo nazionale dal premier, Matteo Renzi, per quanto attiene celerità, tempistica e rispetto degli impegni programmatici». «Dal prossimo primo luglio – ha infatti dichiarato il consigliere regionale del Pd – il governo Renzi parte con un programma che prevede un miliardo di euro per le scuole e circa ventimila cantieri in tutta Italia». Gavino Manca ha anche sottolineato le ulteriori opportunità offerte dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri, approvato lo scorso venerdì, che esclude dal patto di stabilità interno i Comuni che hanno in progetto di costruire nuove scuole o che hanno in programma interventi di abbellimento e di messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque concesso la parola al consigliere del gruppo Forza Italia, Ignazio Locci, che ha espresso perplessità sulla discussione del provvedimento in materia di edilizia scolastica e ha definito l’iniziativa dell’esecutivo e della maggioranza consiliare «il pagamento di una cambiale elettorale». Locci ha proseguito avanzando ulteriori critiche facendo esplicito riferimento alle strumentalizzazioni che, a suo giudizio, sono state fatte all’indomani «del crollo di una pignata al Liceo Dettori di Cagliari». «Un vero e proprio spot elettorale – lo ha definito Locci – che è servito a rappresentare una situazione di decadenza delle scuole che non corrisponde alla realtà dei fatti». Il consigliere della minoranza ha quindi espresso contrarietà per la sottrazione dei circa 35 milioni di euro dal capitolo per le opere immediatamente cantierabili, per finanziare gli interventi stabiliti in legge.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha affermato che in realtà, con la legge in discussione, «si affronta uno dei nodi strategici del programma della coalizione, non ci sono cambiali da pagare ma interventi sull’istruzione nel suo complesso e non solo sull’edilizia scolastica». Quanto ai rilievi dell’opposizione sulle copertura, per Demontis sono infondati: «Abbiamo ritenuto di individuare le coperture dal fondo per la competitività perché era quello che garantiva una disponibilità immediata, significa che riteniamo altri interventi li riteniamo meno importanti dell’istruzione, la politica ha il dovere di scegliere ed è dovere della politica farlo quando le risorse sono scarse». Non pensiamo, ha concluso il consigliere del Pd, «di risolvere tutti i problemi dell’edilizia, ma questi interventi daranno una mano a rimettere in moto l’economia nelle piccole realtà ed anche a frenare lo spopolamento dei piccoli comuni».

Il consigliere Stefano Tunis (FI)  ha intravisto nel provvedimento della maggioranza «il germe di una iniziativa politica frettolosa che vuole personalizzare un percorso che nei fatti non era di questa maggioranza e di questa Giunta». E’ difficile pensare, ha sostenuto, «che in pochi mesi siano emerse dai contatti col sistema delle autonomie misure di così grande qualità rispetto a quelle messe in campo sulla stessa materia nella scorsa legislatura». Secondo Tunis, al contrario, «il lavoro buono che è stato fatto va salvato perché è il fulcro dell’interesse comune che dobbiamo perseguire ed è quindi un errore trascurare progettualità di ottimo livello sviluppata nel corso degli anni». Dopo aver auspicato un confronto più «virtuoso fra maggioranza e minoranza», il consigliere Tunis ha invitato tutti a riflettere su una scelta che ha sottratto risorse preziose «ad innovazione e sviluppo che meritavano ben altra attenzione, temi di respiro strategico che non possono essere sacrificati in nome della volontà di mettere il capello su cose di altri».

Ha quindi preso la parola Francesco Agus (Sel). «La morte di una comunità – ha detto in apertura del suo intervento – si verifica quando chiude una scuola, fino a quando c’è un bambino che frequenta un’aula la comunità continua ad esistere». Agus ha ricordato le problematiche che affliggono il sistema dell’istruzione in Sardegna, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie: edifici fatiscenti, strutture non a norma, crollo degli iscritti e decisioni ragionieristiche prese altrove. «In guerra – ha affermato Agus – la scuola è l’ultima cosa che chiude e la prima che si riapre quando torna la pace. Se si lasciano cadere a pezzi gli edifici si manda un messaggio chiaro: studiare non è più un diritto ma un privilegio». L’esponente della maggioranza, nel ribadire l’importanza del disegno di legge in discussione, ha sottolineato l’esigenza di un provvedimento organico sull’istruzione. «Oggi è un buon inizio – ha concluso Agus – l’edilizia scolastica ha bisogno di interventi urgenti ma occorre mettere mano anche al dimensionamento scolastico, alla didattica e al grave problema della dispersione scolastica. Solo così potremo coltivare la speranza di avere in futuro un’Isola più colta e una classe dirigente all’altezza dei tempi».

Gianni Tatti (Udc), consigliere dell’Udc e sindaco di Ruinas, ha espresso forti dubbi sulla necessità di intervenire con una legge specifica per l’edilizia scolastica. «Nei comuni sardi – ha spiegato Tatti – molti interventi di ristrutturazione e messa a norma delle scuole sono stati inseriti nel piano delle opere cantierabili. Il mio comune ha investito importanti risorse in questa direzione, mi spaventa oggi lo stravolgimento dello scenario con lo spostamento di ingenti risorse da un capitolo all’altro del bilancio regionale». Tatti ha quindi segnalato all’Aula le enormi difficoltà che si trovano ad affrontare i piccoli centri della Sardegna. «E’ vero – ha concluso il consigliere dell’Udc – che la scuola è una priorità, ma è altrettanto vero che nei paesi si muore di fame. Come responsabili delle nostre comunità abbiamo il dovere di metterci una mano sulla coscienza per capire se abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere».

Il presidente Ganau ha dato poi la parola al consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi, il quale ha concordato sul fatto che si tratti di un disegno di legge sicuramente urgente, visto tutto quello che accade nelle scuole italiane e sarde. Secondo Cherchi però è un testo «molto controverso soprattutto nella parte economica», perché le risorse, circa 30 milioni di euro, verrebbero sottratte «con giochi di prestigio ad altri settori altrettanto importanti», come le opere cantierabili e i Pia. «Questo disegno di legge – ha proseguito Cherchi – non propone una soluzione, ma demolisce altre iniziative altrettanto fondamentali per la Sardegna». Secondo il consigliere azzurro non si può fare una programmazione di spesa esclusivamente a vantaggio di un settore, seppur molto importante, lasciando indietro gli altri. Cherchi ha chiesto alla Giunta di riferire a che punto siano le trattative con il Governo Renzi sul patto di stabilità, in particolare sull’eliminazione dei fondi sull’edilizia scolastica dal patto. Cherchi ha anche esortato la maggioranza a valutare a che punto siano i diversi piani avviati negli ultimi tre anni per la messa in sicurezza degli istituti scolastici. «Meglio – secondo il consigliere di Forza Italia – concludere i progetti già in corso piuttosto che iniziarne altri. Cosa accadrebbe diversamente ai progetti già finanziati?».

Favorevole alla legge il consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha affermato che «mandiamo i nostri ragazzi a studiare in impianti fuori norma, in ambienti inadatti per apprendere, e la qualità degli ambiente è anche alla base della dispersione scolastica». Comandini ha ricordato il crollo del soffitto del Liceo classico “Dettori” di Cagliari, dove si è rischiata la tragedia. «Investire sulla scuola e sul sapere è il miglior investimento economico che si possa fare. È questa la scelta strategica della Giunta e i 93 milioni non sono ancora sufficienti».

Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola al capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, il quale ha condiviso il disegno di legge presentato dalla Giunta Pigliaru: «È una norma urgente, opportuna e condivisibile. Un modo nuovo di intendere un progetto di sviluppo che si basa sull’istruzione, puntando sui nostri ragazzi». Per Usula occuparsi di scuola e istruzione non significa disimpegnarsi verso altri settori, ma ha anche chiesto alla Giunta di chiarire il significato della frase, scritta nel comma 1 dell’articolo 1, che prevede di «garantire la ripartizione territoriale delle risorse». Per Usula bisogna «potenziare le aree dove è più forte l’abbandono scolastico».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha riconosciuto l’importanza del tema oggetto del dibattito consiliare ma ha evidenziato che con l’esame del disegno di legge n. 9/A si «affronta il tema dell’edilizia scolastica ma non quello dell’istruzione». L’esponente della minoranza si è dichiarato d’accordo sulla necessità degli interventi nelle strutture che da tempo non hanno registrato attenzioni e risorse. «Infatti – ha spiegato il consigliere Dedoni – nelle commissioni abbiamo tenuto atteggiamenti e condotta politica conseguenti». Il capogruppo della minoranza ha quindi dichiarato di non condividere, invece, le affermazioni rese dal capogruppo del Partito Democratico, quando, in sede di svolgimento della relazione di maggioranza ha confermato, a giudizio di Dedoni, che «il disegno di legge è il saldo di quanto promesso in campagna elettorale». Il consigliere dell’opposizione ha dunque espresso critiche per la copertura finanziaria del provvedimento («si tolgono risorse ai capitoli che danno respiro alle imprese e un po’ di lavoro»). Attilio Dedoni ha poi evidenziato le difficoltà cui vanno incontro gli Enti Locali e ricordato come di recente, un Comune che aveva avanzato richiesta per realizzare una nuova aula della scuola media del paese, abbia ottenuto le risorse per realizzare l’opera soltanto dopo che l’intera scuola è stata chiusa.

L’esponente dei Riformatori nella parte conclusiva del suo intervento si è detto pronto ad affrontare non solo gli aspetti riguardanti l’edilizia scolastica ma soprattutto quelli inerenti l’istruzione, ricordando le ingenti risorse, destinate nel corso degli ultimi anni, per combattere la dispersione scolastica. «Serve capire come sono state utilizzati i denari», è l’invito del consigliere Dedoni che ha ricordato il basso numero di laureati sardi per affermare che «è necessario anche predisporre approfondimenti su come le Università di Cagliari e Sassari utilizzino le risorse che la Regione stanzia per gli Atenei».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha definito il disegno di legge in discussione «importante» e ha ricordato come il tema sia tra gli impegni assunti dal centrosinistra in campagna elettorale. «E’ il secondo impegno che manteniamo – ha aggiunto Arbau – dopo quello che riconosce gli indennizzi agli allevatori per la Blue Tongue». I due risultati sono citati dal consigliere eletto nelle liste de “La Base” per contrapporli alla mancata attuazione del primo impegno assunto nella campagna elettorale del 2009 dall’allora candidato Cappellacci, per quanto riguarda la riscrittura del Piano regionale paesaggistico. L’esponente della maggioranza ha sottolineato che il provvedimento all’esame dell’Aula contiene una importante novità perché prevede un unico centro amministrativo con effetti positivi sulla spendita delle risorse.

Il capogruppo Arbau ha dunque sottolineato il favore per gli interventi in materia di edilizia scolastica ed ha auspicato che da subito si affronti il tema della scuola e dell’offerta scolastica. «Serve una scuola del territorio – ha dichiarato Arbau – una scuola di qualità, senza le pluriclassi, al passo con i tempi e in linea con i bisogni delle nuove generazioni». Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità «di ripartire dagli istituti agrari» in considerazione dell’importanza e del ruolo del comparto agricolo in Sardegna.

Il capogruppo dell’Udc, Luigi Rubiu, ha rivolto critiche alla maggioranza «per la scelta di utilizzare il tema importante dell’edilizia scolastica per proseguire nella campagna elettorale». L’esponente della minoranza ha definito il provvedimento «fantasioso e privo di credibilità, visti i vincoli del patto di stabilità». Il capogruppo Rubiu ha criticato la copertura finanziaria della legge e ha denunciato una sproporzione nella quota percentuale di risorse destinate alla progettazione. «Il 20% dei 30 milioni complessivi destinati alla progettazione – ha concluso Rubiu – è una cifra troppo elevata e che non è in linea con quanto la Regione destini alle progettazioni per opere finanziate: al massimo il 6% per i progetti e il 3% per la direzione lavori».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ribadito la posizione favorevole del partito e del gruppo, «perché è parte del programma ma soprattutto perché quello dell’istruzione è un problema centrale della società sarda, una priorità, un argomento non ordinario, una delle linee guida della nostra politica». Soffermandosi poi sul rapporto con le scuole e gli enti locali, Deriu ha sostenuto che «sono dettagli dei quali si occuperà la giunta, il punto centrale restano la forza e l’impatto dell’intervento, l’investimento sui giovani e sul futuro, su uno sviluppo economico che può ripartire proprio dall’istruzione». La politica scolastica, ha infine affermato l’esponente del Pd, «ha bisogno anche di altro e ne siamo consapevoli ma stiano iniziando un percorso che meriterebbe, anzi, una sessione speciale del Consiglio; ci interessano le mura ma ancora di pi le intelligenze migliori della nostra società».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha manifestato invece preoccupazione per l’andamento del dibattito. «Siamo tutti per l’istruzione, la sicurezza e l’efficienza – ha detto – il problema è che state dicendo no all’individuazione di diverse coperture che non impatterebbero su attività produttive, una chiusura incomprensibile». L’esponente dell’opposizione ha espresso inoltre forti perplessità sulla possibilità di avviare nuove progettazioni e chiuderle in soli sei mesi. Spero di sbagliarmi, ha commentato, «ma qui si sta ragionando senza tener conto della realtà, così come con tutta probabilità si sta lavorando senza manca una analisi compiuta della situazione esistente, a cominciare dalle risorse disponibili e non ancora spese».

Per la Giunta, e in sostituzione dell’assessore Claudia Firino, assente per una indisposizione, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato: «E’ vero, siamo qui per pagare una cambiale elettorale e spero che lo faremo molto spesso, è un impegno preso con gli elettori ma si deve fare così, non ci trovo niente di strano». «La Giunta – ha poi spiegato l’assessore – vuole avviare con questo provvedimento un programma complessivo che vuole puntare sull’istruzione e sulla formazione, fermo restando che i problemi dell’istruzione e della dispersione scolastico sono ben altri, in una Regione come la nostra che ha la performance peggiore d’Italia e situazione peggiore anche in termini di edilizia». Citando la massima keynesiana «affrontiamo l’emergenza pensando al futuro», Paci ha aggiunto che «si apriranno cantieri guardando al futuro in un settore considerato strategico, poi si andrà avanti con riforma di legge regionale di settore e molto altro». Nell’azione dell’esecutivo, ha proseguito, «c’è continuità con quanto fatto precedentemente, progetti e risorse non li cancelliamo, mettiamo solo i fondi a sistema, col supporto di un nuovo progetto di sistema informativo già buon punto che ci ha fornito molti dati: su 330 comuni sono pervenute 230 domande più quelle delle province e delle unioni dei comuni e progetti per un controvalore di 457 milioni». Ovviamente, ha chiarito l’Assessore Paci, «non si realizzerà tutto, si tratta sempre di opere pubbliche che hanno bisogno di tempi, ma il quadro del fabbisogno c’è; su questo spero ci sia coinvolgimento di tutto il Consiglio». Dopo aver espresso forti perplessità su una copertura alternativa del piano proveniente dalla sanità, «già sottofinanziata», l’assessore ha concluso sottolineando il dato strutturale dell’integrazione fra il piano della Regione e quello del Governo nazionale «sblocca Italia» orientato alla realizzazione di scuole migliori e più efficienti, primo tassello di nuova visione dell’istruzione.

Chiusa la discussione generale, il presidente Garau ha messo ai voti  il passaggio agli articoli. Quattro gli emendamenti presentati all’art. 1, tre della maggioranza ed uno dell’opposizione che chiedeva di spostare la copertura finanziaria dai fondi per le attività produttive a quello sulla sanità.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha suggerito alla Giunta di rimandare a fine anno il quantum da destinare alla legge. «Non facciamo l’errore di buttare il bambino insieme all’acqua sporca – ha detto Zedda – togliere i 30 milioni dalle attività produttive e dalle opere cantierabili in corso e quello già programmate sarebbe un errore oltre che un danno per le amministrazioni».

Efisio Arbau, capogruppo di “Sardegna Vera” ha voluto rassicurare nel suo intervento il consigliere Zedda: «Non c’è alcune intenzione – ha detto – di abbandonare le cose fatte precedentemente, il progetto per l’ospedale San Raffaele ne è l’esempio più evidente».

Per Salvatore Demontis (Pd) «dallo scorrimento della graduatoria si evince che le opere cantierabili si basano su priorità diverse. Erano infatti orientate sullo sviluppo delle attività produttive, obiettivo differente da quello individuato dalla giunta che vuole intervenire sul primo tassello dell’istruzione, primo punto del mandato affidato dagli elettori questa maggioranza». Improponibile per Demontis pensare di utilizzare per la copertura finanziaria le risorse della sanità.

Mario Floris (Uds) ha sottolineato la mancanza di qualsiasi riferimento all’edilizia scolastica nel programma elettorale del centrosinistra. «Sono andato a rivedere il programma – ha detto Floris – si parla di tutto ma non di questo. Se volete scopiazzare Renzi avete il diritto di farlo, ma non dite di dover pagare una cambiale elettorale».

Chiusa la discussione sugli emendamenti il presidente Ganau ha chiesto il parere della Giunta e del relatore di maggioranza sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci e il relatore Pietro Cocco hanno espresso parere negativo sull’emendamento dell’opposizione con il quale si individuava una diversa copertura finanziaria per la legge.

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola per dichiarazione di voto al consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, il quale ha ricordato la ratio degli interventi previsti nella legge finanziaria 2014. L’obiettivo era di tenere insieme i progetti  delle opere cantierabili, Pia e per gli interventi di sviluppo attraverso una maglia, una impalcatura  che tutelasse le imprese. Con questo intervento, secondo Crisponi, si sottraggono fondi alla filiera produttiva. Critico anche il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, il quale ha affermato che «questo provvedimento non darà nulla nell’immediato, state inficiando un provvedimento previsto dalla Giunta Cappellacci per opere di sviluppo per la Sardegna».

Secondo il presidente della Commissione Cultura, Gavino Manca (Pd) «C’è una incomprensione di fondo: i 30 milioni dei 40 milioni fanno parte del Fondo per lo sviluppo e la competitività del 2014, non sono fondi del 2013». Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha esortato, infine, la maggioranza a tornare sui suoi passi, visto che questo intervento sta generando malumori anche tra i sindaci del Pd. Critico nei confronti della maggioranza anche il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis. Il presidente ha dato, poi, la parola al consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha ribadito che questa legge mette in campo milioni di euro che andranno a dare respiro al settore produttivo, in particolare a quello edile.

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis per la dichiarazione di voto sull’emendamento. L’esponente della minoranza ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore alla Programmazione, per esprimere il parere contrario al suo accoglimento, dimostrano come sia ancora lontana l’intesa, solo annunciata, col governo nazionale sul patto di stabilità. «Penso – ha proseguito Pittalis – che tra ciò che si spera di realizzare e ciò che si è concretamente realizzato ci sia il Mar Tirreno di mezzo». Il capogruppo di Fi ha concluso rimarcando «che il centrosinistra si assume la responsabilità politica di togliere risorse al sistema produttivo sardo, mentre il centrodestra censura questo modo di operare»

Il presidente Ganau ha dunque posto in votazione con procedimento elettronico l’emendamento n.1 (Pittalis). Terminate le operazioni di voto, il presidente del Consiglio ha proclamato l’esito della votazione: presenti, 58 consiglieri; votanti, 55, favorevoli, 21, contrari, 34. «Il Consiglio non approva».

Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 3 (Pietro Cocco) e ha ricordato il parere favorevole espresso dalla Giunta e dal relatore di maggioranza per l’emendamento che riduce dal 20% al 10% la percentuale riservata alla progettazione. Il presidente ha concesso la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, che ha polemicamente espresso apprezzamento per la decisione della maggioranza di ridurre la percentuale di risorse destinate alle progettazione ed ha affermato che serve destinare le risorse agli interventi urgenti e portare all’1% la quota riservata alle progettazioni.

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha denunciato che «non c’è unità di vedute tra maggioranza e Giunta». A giudizio dell’esponente della minoranza la correzione avanzata dall’emendamento presentato dal capogruppo del Pd dimostra che «ci sono errori di valutazione e si è seguita un’impostazione non corretta».

Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 3 e sottolineato che il comma 2 dell’articolo 1 garantisce a tutti gli Enti Locali la possibilità di progettare.

Il consigliere Ignazio Locci (Fi) ha ribadito che l’emendamento n. 3 dimostra che «la Giunta non ha compiuto le opportune valutazioni delle esigenze effettivamente in campo».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha “giustificato” il suo voto di astensione sull’emendamento n. 1 e ha dichiarato che, a suo giudizio, l’assessore della Programmazione «dimostra di avere idee un po’ confuse quando cita i dati del bilancio della Sanità». L’esponente della minoranza ha ricordato che nessuna delle Regioni italiane “copre” per intero la spesa sanitaria e ha affermato che «non è ipotizzabile immaginare un qualche taglio alla Sanità». L’onorevole Oppi, in riferimento a quanto stabilito nell’emendamento n. 3  ha dunque sottolineato che nel corso dei lavori della Terza commissione, il competente assessore, in sede di esame del provvedimento in discussione in Aula, ha sempre dichiarato che la quota del 20% per la progettazione era una quota che non poteva essere ridotta. «Il tutto – ha concluso Oppi – dimostra che c’è confusione nel centrosinistra e anche nel centrodestra».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha replicato alle critiche della minoranza e ha dichiarato la sua personale soddisfazione nel procedere con il primo intervento in materia di edilizia scolastica.«Questa legge – ha affermato Rossella Pinna – dimostra che abbiamo le idee molto chiare, al contrario di quanto affermano alcuni colleghi della opposizione». L’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati diffusi dai sindacati all’indomani dei crolli che hanno interessato il Liceo Dettori («la metà delle scuole non è a norma») e la protesta degli amministratori provinciali con la consegna delle chiavi degli oltre duecento istituti di competenza. A giudizio di Pinna, l’approvazione del provvedimento all’esame dell’Aula, è una risposta alla domanda di sicurezza e ai bisogni di insegnati, genitori e sindaci.

Il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla concretezza, «che non è compatibile con la scelta di affidare nuove progettazioni, con le quali si arriverebbe alla fine dell’anno senza aprire i cantieri». «Al contrario – ha aggiunto – molte progettazioni sono già completate e su queste, semmai, occorreva concentrare gli interventi, si è parlato di scuole senza abitabilità, sappiamo davvero quali sono e dove sono?»

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc), rispetto all’intervento dell’assessore Paci, ha lamentato di «non avere la disponibilità del dato relativo al numero dei comuni hanno che hanno presentato progetti cantierabili». Questo dato, ha sostenuto, «avrebbe avuto una importanza decisiva per valutare le priorità dell’intervento, meglio destinare le risorse sul fondo unico comuni».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) si è limitato a puntualizzare che l’emendamento prevede il dimezzamento dei fondi per le nuove progettazioni.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (FI) , preannunciando l’astensione, ha ricordato la sua esperienza da sindaco «che non dorme se in una scuola manca l’agibilità, ma non si dorme nemmeno pensando ad un padre di famiglia senza stipendio». Con i bandi sulle opere cantierabili, ha continuato, «abbiamo realizzato un nuovo lungomare a Golfo Aranci, con 6 pontili realizzati da cooperative locali con maestranze del posto, più le attività indotte, in conclusione 400 posti barca e 40 posti di lavoro diretti più l’indotto: la scelta non è fra istruzione e occupazione, si deve dare il massimo per entrambe le cose».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd), ha ribadito con forza che «la situazione delle scuole sarde, dove nella metà degli edifici mancano le certificazioni di agibilità, richiede interventi di grande urgenza, è vero che i problemi sono anche altri come mancanza di palestre e di impianti efficienti; casomai sarebbe stato giusto lamentarsi per la scarsità dei fondi». Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento, che è stato approvato.

Subito dopo, Ganau ha sottoposto al vaglio dell’Aula l’articolo 1, approvato per alzata di mano, e l’emendamento aggiuntivo  n.4 sul quale il capogruppo Pittalis ha richiamato l’articolo del Regolamento che richiede il parere delle commissioni di merito entro termini perentori . «Non capisco – ha detto Pittalis – perché si deroghi al Regolamento». Il presidente Ganau ha chiarito il senso dell’emendamento aggiuntivo e rassicurato «Non c’è alcun contrasto con il Regolamento». L’emendamento è stato quindi votato e approvato dall’Aula.

Si è aperta in seguito la discussione sull’articolo 2 del disegno di legge della Giunta che istituisce un unico centro di responsabilità amministrativa per accelerare i programmi di spesa. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha contestato la norma ritenendola inutile e contraria al principio di semplificazione amministrativa. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha chiesto «più umiltà e maggiore capacità di ascolto al centrosinistra» mentre il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha evidenziato il rischio che l’articolo in discussione non faccia altro che creare confusione: «Mettere in capo a diversi assessorati, a diverse direzioni politiche, le competenze in materia di edilizia scolastica – ha detto Pittalis – significa complicarsi la vita. Non ne comprendiamo la ragione, l’assessore alla pubblica istruzione viene esautorato e non se ne capisce il perché».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di “bizantinismo amministrativo”. «Oggi – ha detto – si inventa un appesantimento burocratico che non si capisce a cosa è dovuto. Di fatto si notifica un provvedimento di sfratto per assessore alla pubblica istruzione». L’Aula ha approvato a maggioranza l’articolo e gli emendamenti aggiuntivi.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale del disegno di legge e ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per dichiarazioni di voto. L’esponente della minoranza, annunciando il voto di astensione, ha affermato che «sul problema siamo sensibili, non perché fosse iscritto nel vostro programma di governo, ma perché il governo precedente si è già cimentato. Resta ferma la nostra critica sulla copertura finanziaria». Pittalis si è poi rivolto all’assessore della Programmazione: «Se l’assessore Paci avesse voluto collaborare con noi per trovare la dotazione finanziaria necessaria, noi non avremmo avuto problemi ad approvare la legge».

Voto favorevole è stato annunciato dal capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco, il quale ha dichiarato il sostegno del suo gruppo all’attività della Giunta che ha voluto investire sull’istruzione e l’edilizia scolastica. Il voto di astensione del gruppo dei Riformatori sardi è stato annunciato dal capogruppo Attilio Dedoni, il quale si è detto rammaricato per «non essere riusciti a convincere la maggioranza a fare una legge migliore». Voto di astensione anche per il gruppo del Psd’Az è stato annunciato dal consigliere Angelo Carta: «E’ ovvio che siamo a favore degli interventi in materia di edilizia scolastica, ma anche le nostre imprese hanno bisogno di un po’ di ossigeno». Il problema per Carta è da dove vengono recuperati i fondi.

Voto favorevole del Centro Democratico è stato annunciato dal capogruppo Roberto Desini: «Con questo intervento siamo conseguenti alle promesse fatte in campagna elettorale». Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha affermato: «Non vi stiamo criticando per il tipo d’iniziativa che state facendo, vi stiamo criticando perché avete tolto fondi allo sviluppo. Non voteremo contro, ma ci asterremo, perché siamo d’accordo che siano entrambi interventi positivi, state sbagliando però a interrompere la strada delle opere cantierabili». Voto di astensione è stato confermato anche dal relatore di minoranza, Alessandra Zedda (FI).

Per Modesto Fenu (capogruppo di Sardegna), rispetto all’avvio di questa legislatura questa maggioranza ha perso l’occasione di condividere con il Consiglio gli interventi di programmazione. «Invece ci rendiamo conto, che l’unica volontà di condivisione – ha affermato Fenu, annunciando il voto di astensione del suo gruppo – è di volere che il nostro pensiero si uniformi al vostro». Anche il gruppo dell’Udc ha dichiarato il suo voto di astensione attraverso il suo capogruppo, Gianluigi Rubiu: «Siamo favorevoli al principio, ma contrari nel metodo. Spero che a breve si parli anche del problema della dispersione scolastica». Voto favorevole è stato poi annunciato dal capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau. Mentre il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha confermato il voto di astensione e ha sottolineato «che abbiamo la medesima sensibilità della maggioranza per quanto riguarda l’edilizia scolastica e la tutela dei nostri ragazzi, ma si tratta di una copertura finanziaria impertinente». «Stiamo per approvare un intervento importante – ha affermato Pietro Cocco, capogruppo del Pd – e lo facciamo per le tante ragioni enunciate nella presentazione del disegno di legge». Cocco ha dichiarato di apprezzare il voto di astensione della minoranza, ma ha ribadito che per alcune questioni c’è stata un po’ di confusione: «Non c’è la volontà di bloccare i cantieri. Le opere cantierabili vanno avanti. Nessuno ha intenzione di bloccare interventi già avviati e che hanno già ottenuto il decreto». Pier Mario Manca ha annunciato il voto favorevole del gruppo Soberania e Indipendentzia, dichiarando di essere orgoglioso di questo provvedimento: «La maggioranza sta rispettando il suo programma elettorale».

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente Ganau ha messo in votazione il disegno di legge n. 9/A che è stato approvato con 28 voti favorevoli e l’astensione della minoranza.

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Il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sel), il capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco e i consiglieri del gruppo Luca Pizzuto e Francesco Agus, chiedono all’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, di riferire in aula sulla situazione dell’Arst. In particolare, gli esponenti di Sel chiedono informazioni sull’affitto del palazzo dell’Arst, in via Posada a Cagliari, per cui la società paga un canone di locazione di 1 milione e 135mila euro per sei anni. Ma non solo. Un altro problema molto importante per Lai e Cocco è legato al ritardo nel pagamento dello stipendio ai dipendenti e sul mancato versamento dei contributi previdenziali. Il gruppo di maggioranza chiede notizie all’assessore anche sul perché, a fronte del blocco delle procedure concorsuali, si stiano assumendo lavoratori interinali che inizieranno il primo luglio.

«Per noi – ha affermato Lai – l’Arst è una società molto importante per quanto riguarda i trasporti e i collegamenti tra i vari centri urbani, per questo vorremo capire quali siano le criticità dell’azienda ed eventualmente intervenire.»

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Con l’audizione dei rappresentanti del mondo delle imprese e della cooperazione si sono concluse in serata le audizioni sulle riforme programmate per questa settimana dalla #Prima commissione permanente del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus.

In apertura del suo intervento, il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, ha espresso un giudizio positivo sulla direzione presa dalla riforma nazionale orientata verso l’abolizione del bicameralismo perfetto. Fondamentale per Scanu anche il progetto di revisione del Titolo V della Costituzione. «Nel 2001 – ha detto il rappresentante degli industriali – abbiamo assistito alla riforma federalista che non ha portato benefici alle imprese». Durissimo il giudizio sull’utilizzo della specialità in Sardegna: «Per oltre 60 anni l’autonomia è stata utilizzata in modo distorto – ha affermato Scanu – anziché favorire lo sviluppo ha garantito il sottosviluppo». Secondo il presidente di Confindustria, sarebbe un bene sopprimere la potestà legislativa concorrente su alcune materie come la sanità, l’energia e i lavori pubblici e riportare la competenza esclusiva allo Stato».

Altra riforma urgente, per Scanu, è quella della macchina amministrativa regionale. «Confindustria – ha detto il presidente – è da sempre contraria ad una proliferazione di enti. Serve una ricognizione sulle società in house e sugli enti strumentali della Regione, spesso inutili e dannosi per il sistema delle imprese». Scanu ha poi auspicato un riordino degli enti locali. «In Sardegna – ha detto – il 65% dei comuni sono sotto i cinquemila abitanti. Impensabile andare avanti senza un’aggregazione dei servizi». Ultimo cenno, infine, al metodo con cui avviare la stagione delle riforme: «Bene l’Assemblea Costituente se non si trasforma nell’ennesimo carrozzone. Pensiamo ad un organo formato dalle migliori e qualificate competenze della società civile. In ogni caso – ha concluso Scanu – i tempi per procedere alle riforme non devono superare i sei mesi».

Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Cagliari, ha focalizzato la sua attenzione sul tema della razionalizzazione del sistema pubblico. «Spesso – ha detto – assistiamo ad una duplicazione di competenze e funzioni. Tutto questo va a danno delle imprese e di chi produce. Nel settore dell’edilizia, per esempio, sarebbe utile l’istituzione di una centrale unica per gli appalti». Secondo De Pascale, è necessaria in Sardegna «una svolta culturale che consenta all’apparato produttivo isolano di poter contare su regole e tempi certi». Il rappresentante di #Confindustria, infine, ha parlato di riordino degli Enti Locali: «Siamo favorevoli all’abrogazione delle provincie, prima però occorre capire a chi andranno le funzioni».

Il presidente di Confindustria Nuoro e Ogliastra Roberto Bornioli, pur ritenendo ineludibile il processo riformatore, ha evidenziato il rischio che le spinte accentratrici possano ulteriormente penalizzare le zone interne della Sardegna. «Il territorio del nuorese è stato smembrato con la nascita delle nuove province, adesso si pensa a una razionalizzazione che potrebbe accentrare competenze e funzioni alla Regione. Noi crediamo invece utile un decentramento amministrativo. Da tempo – ha concluso Bornioli – chiediamo di portare alcuni assessorati, come quello dell’Ambiente, a Nuoro».

Enrico Gaia, responsabile dei rapporti istituzionali di Confapi, si è detto favorevole al superamento della potestà concorrente su alcune materie riportandole nella sfera legislativa statale. Per Gaia, l’imperativo categorico è rappresentato dall’urgenza di procedere ad una semplificazione della macchina amministrativa e ad una drastica riduzione del peso della burocrazia. «La duplicazione delle competenze è deleteria per lo sviluppo – ha detto il rappresentante di Confapi – molte società in house della regione hanno prodotto molte perdite e nessun vantaggio per le imprese».

Claudio Atzori, presidente regionale di #Legacoop, ha presentato alla Commissione una richiesta formale perché nella revisione del nuovo Statuto sia riconosciuta la funzione sociale delle cooperazione così come stabilito dall’art. 45 della Costituzione. «Altre regioni lo hanno previsto nei loro Statuti – ha detto Atzori – è giusto che lo faccia anche la Sardegna». Tra le richieste, anche l’introduzione di una norma che assegni alla Regione la competenza sul procedimento di revisione per le cooperative, oggi riservato allo Stato: «Garantirebbe risorse aggiuntive al bilancio regionale e procedimenti più snelli per le imprese». Dal rappresentante di Legacoop, infine, la sollecitazione per uno snellimento della macchina amministrativa «commisurata alla popolazione a al sistema economico regionale» e la creazione di una «stazione unica per gli appalti» che assicurerebbe gare certe, regolari, trasparenti e controllate.

Sergio Cardia, presidente di #Agci Sardegna, ha sottolineato la necessità di una riforma complessiva della Regione. Non solo Statuto ma anche Legge statutaria, riorganizzazione della macchina amministrativa e riordino degli Enti lLocali. «La sovrapposizione di competenze frena lo sviluppo – ha detto Cardia – per far ripartire le imprese serve oggi una semplificazione legislativa e un alleggerimento della burocrazia». Da Cardia è poi arrivata una sollecitazione per l’istituzione dell’#Agenzia regionale delle entrate, «uno strumento che ribalterebbe il rapporto finanziario con lo Stato». Giudizio positivo, infine, sull’ipotesi di istituire la #Città Metropolitana di Cagliari.

Per Carlo Tedde, presidente di #Confcooperative, occorre fare un riflessione profonda sul nuovo modello di sviluppo da proporre per la Sardegna. «In questo contesto il ruolo delle cooperative sarà sempre più importante, il mondo va verso un concetto di profitto funzionale al benessere dei territori e dei cittadini». «E’ necessario dare più valore alle imprese – ha concluso Tedde – l’azione della Regione e dello Stato deve essere di supporto e non di mero controllo. «Se non ci sarà un cambio di rotta il sistema produttivo isolano è destinato al collasso».

I lavori della Prima commissione riprenderanno martedì prossimo.

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I consiglieri regionali di Sinistra Ecologia Libertà Luca Pizzuto, Francesco Agus, Daniele Cocco ed Eugenio Lai ed il consigliere regionale di IRS Gavino Sale, hanno presentato una mozione sulla preservazione e tutela delle semenze sarde.

La mozione, se verrà approvata dal Consiglio regionale, impegnerà la Giunta regionale ad applicare le normativa europea contenuta nel Trattato Internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura della FAO; a mettere in atto tutti gli strumenti e le azioni possibili e necessarie per non fornire le semenze alla multinazionale Rijk Zwaan; a brevettare e campionare tutte le semenze endemiche del territorio in possesso delle agenzie sarde; e, infine, a dare mandato all’assessorato alla Difesa dell’ambiente ed alla Giunta stessa, di creare un registro tutte le biodiversità presenti sull’Isola entro i prossimi sessanta giorni.

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Sono state convocate tutte le commissioni per questa settimana. La #Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si è riunita questa mattina alle 10.00. All’ordine del giorno la questione riforme: stamattina era prevista la prosecuzione delle audizioni dei deputati e senatori sardi o eletti in Sardegna, in particolare Emilio Floris (FI) e Michele Piras (Sel). Per domani, 10 giugno, alle 11.00, è prevista l’audizione dei rettori delle Università di Cagliari e Sassari. Nel pomeriggio la commissione Autonomia e Riforme si riunirà, alle 16.00, per  sentire i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Rete imprese Italia, Lega cooperative, Confcooperative, Unicoop, Agci, Unci.

Nella giornata di domani, 10 giugno, si riuniranno anche le altre commissioni.

La #Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd), è stata convocata per le 17.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore degli affari generali sulla situazione del personale Csl/Cesil e del progetto Lavor@bile Sardegna.

La #Terza Commissione (Programmazione, bilancio e politiche europee), presieduta da Franco Sabatini (Pd), è stata convocata alle 16.00 per la programmazione dei lavori.

Sempre domani si riunirà, alle 16,30, anche la #Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno l’audizione del comitato dei sindaci (comune di Sardara capofila) sulla moratoria sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

La #Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà alle 16.30. All’ordine del giorno l’audizione dei rappresentanti del Centro sperimentale autosviluppo e più sulla biodiversità in Sardegna. I lavori proseguiranno con l’esame del Dl 40 (disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini della pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale n. 19 del 2012) e del Pl 32 (disposizioni in materia di pesca nelle aree demaniali). Anche la #sottocommissione della Quinta si riunirà nel pomeriggio. All’ordine del giorno l’esame delle seguenti proposte di legge: Pl 13 (Istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità e dei bio distretti), Pl 14 (Tutela, conservazione e valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna), Pl 15 (Promozione e costituzione delle organizzazioni interprofessionali per prodotti agro-alimentari), Pl 16 (Istituzione del marchio collettivo della Regione Sardegna per la tracciabilità e la promozione dei prodotti agricoli ed agro-alimentari di qualità), Pl 22 (Conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro) e Pl di iniziativa popolare n. 3 (Legge regionale per la conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro).

La #Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà alle 18.00. All’ordine del giorno: il Testo unificato delle proposte di legge 20-28 (Norme per la prevenzione della fetopatia alcolica), per il quale è prevista l’approvazione finale. Di seguito sarà sentito in audizione il presidente della Commissione consiliare permanente politiche sociali del comune di Cagliari su proposte relative alle politiche sociali del comune di Cagliari

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Si è conclusa nella tarda mattinata, in Commissione Autonomia, l’audizione sulle riforme dell’ex presidente della Regione Renato Soru, neoeletto al Parlamento europeo.

Nel suo intervento, Soru ha toccato i punti fondamentali all’attenzione della Commissione: riforma dello Statuto, riordino degli Enti Locali, riorganizzazione della macchina amministrativa regionale.

Sulla prima questione, l’ex presidente della Regione ha rimarcato la necessità di tener conto del contesto politico e sociale in cui si vorrebbe avviare la stagione delle riforme istituzionali. Secondo Soru, «non c’è oggi l’urgenza di procedere alla riscrittura dello Statuto. Meglio ripartire dalla legge statutaria, strumento che consentirebbe alla Sardegna di ottenere un reale cambiamento». Su questo versante, ha affermato Soru, il Consiglio potrebbe agire in piena autonomia senza dover sottoporre il provvedimento all’attenzione del Parlamento nazionale. «Penso a una Statutaria pesante – ha detto Soru – con un preambolo di principi e valori simile a quello della Costituzione italiana». Per l’ex presidente della Regione, scrivere una buona legge consentirebbe di ripensare la società sarda nel suo complesso. «Penso a una società digitale – ha detto Soru – la nostra piccola patria può fare da apripista per l’Europa. La facilità d’accesso alla rete per la pubblica amministrazione, le imprese, le scuole e i semplici cittadini consentirebbe di attenuare lo svantaggio dell’insularità offrendo opportunità di sviluppo e di progressoı».  

Sul riordino degli Enti Locali, Soru ha parlato di “ferita aperta” riferendosi al caos determinato dall’abolizione delle province. «Su questa materia – ha ricordato Soru – la Regione ha competenza primaria. I nostri poteri sono stati usati per creare quattro nuove province per poi cancellarle dopo pochi anni. Con le istituzioni non si scherza, in questo modo si crea solo confusione». «Una situazione da sanare al più presto – secondo Soru – quella dell’istituzione delle città metropolitane potrebbe essere una soluzione condivisa«.

L’ex presidente della Giunta ha poi parlato delle difficoltà dei comuni sardi. «Sono favorevole a mantenere le municipalità come presidio di democrazia e di partecipazione comunitaria – ha affermato – accorpando però i servizi». Soru si è detto favorevole alle Unioni di Comuni che gestiscano unitariamente i servizi fondamentali e ha lanciato la proposta di un centro unico regionale di erogazione della spesa: «Garantirebbe forti risparmi e servizi migliori per i cittadini».

Sull’organizzazione della Regione, Renato Soru ha indicato la strada di una legge di riordino contestuale alla Statutaria. «Bisogna superare il modello ministeriale – ha detto – per rendere la macchina più snella ed efficiente». Per Soru occorrerebbe rivedere anche il principio di separazione delle funzioni politiche da quelle amministrative introdotto dalla Legge Bassanini: «Politici e dirigenti devono poter dialogare. Chi ha la responsabilità della guida politica deve avere la possibilità di incidere nelle scelte». Da Soru, infine, un invito a far presto: «Il processo delle riforme deve essere portato a termine entro un anno».

Le indicazioni dell’ex presidente Soru sono state accolte positivamente da tutti i  componenti della Commissione presenti alla seduta.

«Sollecitazioni utilissime – secondo Roberto Deriu (Pd) – il ricorso alla Statutaria evita il rischio di una revisione dello Statuto al buio e consente la massima espansione del suo spazio giuridico mantenendo la protezione costituzionale». Piena condivisione da parte del consigliere del Pd anche sull’idea della digitalizzazione della Sardegna. «La Rinascita digitale – ha detto Deriu – oltre che un efficace slogan potrebbe rappresentare il nuovo orizzonte dell’Autonomia sarda».

Il vicepresidente della Commissione Stefano Tunis (Forza Italia) ha espresso apprezzamento per le sollecitazioni di Renato Soru. «La cifra alta con cui il presidente ha tracciato il percorso di riforma va incoraggiata. Se queste sono le premesse garantirò la massima collaborazione per dare gambe al processo riformatore».

Per Salvatore Demontis (Pd), l’intervento di Renato Soru fornisce un contributo fondamentale ai lavori della Commissione. «L’approccio pragmatico è quello che serve per cambiare la Sardegna – ha detto Demontis – l’idea di una Statutaria rinforzata può essere la chiave di volta per sbloccare l’impasse istituzionale». 

In conclusione di seduta, il presidente della Prima commissione, Francesco Agus ha sottolineato l’urgenza di arrivare ad un risultato in tempi rapidi. «Entro tre mesi – ha annunciato Agus – la commissione proverà a chiudere la fase istruttoria sulle riforme per consegnare un testo al Consiglio da approvare entro la primavera del 2015».

Francesco Agus

Gli ex presidenti della Regione, Pietro Soddu e Angelo Roich, sono stati sentiti ieri pomeriggio dalla Prima Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus, nell’ambito delle audizioni programmate sul tema delle riforme istituzionali.

Pietro Soddu (sette volte alla guida della Regione dal 1972 al 1980) non ha nascosto le sue perplessità sul metodo di consultazione adottato dalla Commissione. «In questo momento di delegittimazione della politica – ha detto Soddu – sarebbe necessario portare la discussione fuori dal palazzo. In Europa, basta pensare a ciò che succede in Scozia, Spagna e Francia, sul tema delle riforme si ricorre sempre più frequentemente ad un pronunciamento diretto del corpo elettorale. Questo aspetto in Sardegna sembra trascurato nonostante la presenza di forze sovraniste e indipendentiste in Consiglio regionale».

Pietro Soddu ha poi puntato l’attenzione sulla riforma costituzionale avviata dal Governo e orientata verso una “visione centralista”. Il Consiglio, secondo l’ex presidente della Giunta, deve avere più coraggio, servono strumenti più forti della mera consultazione. «Più sovranità e meno autonomia» – ha detto Soddu – rispolverando un suo vecchio slogan. «La nuova questione sarda deve fondarsi su tre elementi: modernità, identità e cittadinanza. La Sardegna – ha sottolineato – non può rinunciare a un nuovo processo di modernizzazione, a una partecipazione attiva al grande cambiamento in atto a livello globale e a capire come difendere le radici profonde della sua identità». Sul concetto di cittadinanza, Soddu ha ricordato che lo Statuto «è frutto della Costituzione italiana. Lo Stato, cento anni dopo la fusione perfetta del 1848, ha restituito alla Sardegna una forma, seppur parziale, di autogoverno. Rinunciare alla Costituzione sarebbe un’impresa ardua, la cittadinanza non si può buttare a mare».

Sul nuovo modello di sviluppo, Pietro Soddu ha ribadito la necessità di puntare ancora sull’industria, moderna e tecnologicamente avanzata. «Non conosco modelli di sviluppo che possano fare a meno delle attività industriali. Impossibile dare risposte solo con il turismo o il settore primario». Ampi margini di intervento esistono invece in agricoltura: «In questo settore – ha detto Soddu – il Piano di Rinascita non ha avuto piena attuazione. Si sono create le infrastrutture, con le dighe e i canali di irrigazione, ma non si sono ottenuti risultati, mentre le industrie hanno prodotto ricchezza per 40 anni».

Per Angelo Roich, presidente della Giunta dal 1982 al 1984, l’attuale legislatura si giocherà sul tema delle riforme. Una questione decisiva per l’Isola in un’epoca che vede gli spazi delle Regioni appiattiti dalla globalizzazione e la sovranità degli Stati ridimensionata dall’invadenza dell’Unione Europea. Per questo, secondo Roich, occorre procedere a una revisione dello Statuto senza cambiarne i principi e i valori. «Non si deve correre il rischio di un declassamento della Carta costituzionale della Sardegna. Il nuovo Statuto può creare un’autonomia rinnovata, fondata su un nuovo patto con il parlamento italiano e con quello europeo. Ma un patto federativo sarebbe riduttivo senza un’intesa tra le Regioni a Statuto Speciale e l’Unione Europea».

Sul metodo con cui riscrivere lo Statuto, Roich ha sottolineato la centralità del Consiglio regionale esprimendo perplessità sul ricorso all’Assemblea Costituente. «Quest’ultimo organismo avrebbe un valore importante se eletto dal popolo, ma è un percorso difficile perché si potrebbe creare un conflitto con il Consiglio». Secondo l’ex presidente della Regione, «una soluzione potrebbe essere quella di una Consulta da affiancare alla Commissione Autonomia».  

Il nuovo Statuto, ha proseguito Roich, «deve rappresentare la sintesi delle culture, della storia di un popolo e della sua spiritualità. L’unità dei sardi deve ritrovarsi nei principi e nei valori fondamentali, primo fra tutti quello dell’autogoverno». In questa battaglia, secondo l’ex presidente, «la Sardegna non sarà sola ma potrà contare sull’appoggio di altre nazioni senza Stato, come la Catalogna, la Navarra, i Paesi Baschi, la Galizia e la Scozia. L’obiettivo deve essere quello di un’Europa dei popoli e delle piccole patrie».

Roich ha infine suggerito alla Commissione di non rinunciare ad alcuni contenuti dello Statuto. «La previsione dell’articolo 13 sul Piano di Rinascita è un unicum giuridico – ha detto Roich – da difendere per il solo fatto che sancisce la parità tra Stato e Regione». Da rispolverare anche la norma sull’istituzione dei punti franchi. «Questa ipotesi non sarebbe guardata con sfavore dall’Europa – ha sottolineato l’ex presidente della Regione – la Sardegna ha infatti una posizione strategica nel Mediterraneo, l’istituzione di punti franchi in tutte le zone industriali aprirebbe prospettive straordinarie di sviluppo e di occupazione per i giovani».

 I lavori della Commissione proseguiranno domani mattina con le audizione degli ex presidenti della Regione e del Consiglio regionale Antonello Cabras, Italo Masala, Felicetto Contu, Lello Mereu e Giacomo Spissu.

Francesco Agus

Proseguono in Consiglio regionale le audizioni della #Commissione “Autonomia” sulle riforme istituzionali. L’organismo consiliare, presieduto da Francesco Agus, ha sentito in mattinata le associazioni degli ex consiglieri regionali ed ex parlamentari.

In apertura di seduta, il presidente Agus ha consegnato ai partecipanti la bozza della risoluzione predisposta dalla Commissione, ribadendo la necessità di coinvolgere nel dibattito tutti i settori della società sarda. «Mai come adesso c’è l’esigenza di procedere alle riforme istituzionali – ha detto Agus – altrimenti cresce il rischio che le storture e le inefficienze del sistema vengano utilizzate come alibi per affossare la nostra specialità».

La presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali, Maria Rosa Cardia, dopo aver ricordato l’attività svolta in questi anni nelle scuole per rafforzare la coscienza autonomistica delle giovani generazioni, ha concordato con la Commissione sull’urgenza di avviare la stagione delle riforme. «Lo Statuto, nato con limiti evidenti, è adesso uno strumento obsoleto – ha detto Cardia – per difendere il principio di autonomia e ricontrattare con lo Stato la nostra specialità occorre puntare sull’identità culturale del popolo sardo». Per l’Associazione degli ex consiglieri è urgente pensare ad una “nuova autonomia”, collaborativa e partecipativa. «Solo così – ha aggiunto Cardia – si potrà definire il ruolo della Sardegna nel cambiamento e nella modernizzazione del Paese. Serve però un’idea di futuro condivisa, una nuova unità autonomistica che disegni un orizzonte ideale e politico». Per gli ex consiglieri regionali, la nuova fase costituente esige non solo idee e valori forti, ma anche una pratica unitaria nella ricerca di soluzioni. «Il confronto deve essere focalizzato sui contenuti e non sulle procedure. Visto l’ampio ventaglio delle riforme da fare – ha concluso Cardia – è indispensabile che il Consiglio metta in campo un disegno organico che porti a una rivisitazione complessiva delle leggi fondamentali della Regione».  

Paolo Fois (vicepresidente dell’Associazione degli ex consiglieri) ha segnalato l’urgenza di spiegare le ragioni della nostra specialità, vista da molti come un privilegio da rimuovere. «Nel nostro ordinamento non ci sono riferimenti precisi – ha detto Fois – occorre ricercarli nel diritto internazionale». Uno di questi è il principio di insularità che però ripete la filosofia dello Statuto prevedendo interventi risarcitori per la condizione di svantaggio della Sardegna rispetto ad altre regioni d’Italia e d’Europa. «Questo – secondo Fois – però non basta. Bisogna invece affermare la nostra identità culturale e linguistica riconosciuta dagli organismi internazionali come strumento per resistere ai processi omologanti della globalizzazione». Per il vicepresidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, è necessario, dunque, intervenire con una norma di principio da inserire nello Statuto che riaffermi una differenziazione basata sulla nostra identità. «Solo così – ha concluso Fois – potrà essere arginato il tentativo di cancellare la nostra autonomia».

Raffaele Manca (ex consigliere regionale del PCI nella X legislatura) è invece intervenuto sulla bozza delle riforme predisposta dalla Commissione chiedendo di superare la distinzione “zone costiere – aree montane” nel progetto di riassetto delle funzioni delle province e organizzazione dell’area vasta e città metropolitane. «Meglio parlare di  zone costiere e zone interne – ha detto Manca – per evitare, come in passato, che qualche comune cerchi di accaparrarsi il titolo di zona montana senza averne i requisiti». Manca ha poi suggerito di pensare a un nuovo sistema di controllo sugli atti degli enti locali che protegga amministratori e cittadini. «Per chi governa i comuni – ha sottolineato l’ex consigliere del Pci – è alto il rischio di cadere in irregolarità, mentre per i cittadini l’unico modo di contrastare un atto illegittimo è il ricorso giudiziario».

Roberto Deriu (PD) ha espresso forti perplessità sulla revisione dello Statuto. «Questo è il momento peggiore per pensare alle riforme – ha detto Deriu – lo Statuto è protetto dalla Costituzione. Più che a una revisione, dal punto di vista tattico, sarebbe meglio pensare a dargli piena attuazione».

Michele Cossa (Riformatori) ha invece espresso dubbi su un’autonomia fondata sul concetto di identità. «Tutti rivendicano maggiori spazi in nome della loro specialità culturale – ha detto Cossa – il rischio è che alla fine l’identità diventi un argomento debole per difendere le nostre ragioni».

Chiusa l’audizione degli ex consiglieri regionali, la Commissione ha sentito l’Associazione degli ex parlamentari, rappresentata dal presidente, Giorgio Carta, e dal vice Emidio Casula.

Carta, dopo aver illustrato le numerose iniziative nelle scuole promosse dall’Associazione per avvicinare le istituzioni ai cittadini, ha dato ampia disponibilità ad offrire un contributo concreto al processo riformatore. «Siamo pronti ad affrontare questioni politiche e non di parte – ha detto Carta – partendo da un punto condiviso: la necessità di rafforzare l’autonomia». «Il patto con lo Stato deve essere aggiornato – ha aggiunto il presidente dell’Associazione ex parlamentari – sarà compito del Consiglio procedere ad una revisione dello Statuto». Nelle prossime settimane sarà convocata un’assemblea di tutti gli ex parlamentari sardi per mettere a confronto proposte e suggerimenti.

I lavori della Commissione proseguono nel pomeriggio con l’audizione degli ex presidenti della Regione e del Consiglio regionale.

Consiglio regionale 2 copia

La prima commissione (Autonomia), presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel), ha in programma una fitta serie di audizioni, da domani a venerdì 6 giugno, sul problema delle riforme istituzionali. Domani saranno ascoltati nell’ordine l’associazione degli ex consiglieri regionali (ore 10.00), il coordinamento regionale dell’associazione ex parlamentari (ore 11.00) e gli ex presidenti del Consiglio e della Giunta regionale (ore 16.00). Quest’ultima audizione proseguirà anche giovedì 5 giugno alle 10.00.

Venerdì 6 giugno, alle 10.00, sarà la volta dei parlamentari sardi o eletti in Sardegna e, alle 16.00, dei senatori sardi o eletti in Sardegna e dei componenti sardi del Governo.

La seconda commissione (Lavoro), presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) si riunisce invece oggi alle 17.00 con all’ordine del giorno il parere sul Dl n° 9 – disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa – e l’esame delle problematiche relative alle biblioteche comunali.

La terza commissione (Finanze), presieduta dall’on. Franco Sabatini (Pd) riprenderà i suoi lavori domani alle 10.00 con l’audizione del responsabile dell’ufficio dell’Autorità di gestione comune del programma operativo Enpi-Cbc-Bacino del Mediterraneo. Successivamente si occuperà del Dl n° 9 – disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa ed altri provvedimenti finanziari.

La quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) è convocata per domani alle 10.00 per l’esame del Dl n° 39 – istituzione del parco regionale di Tepilora – e proseguirà i lavori nel pomeriggio alle 16.00. Giovedì, con inizio alle ore 10.00, affronterà la discussione del Dl n° 38 – istituzione del parco regionale di Gutturu Mannu – con possibile estensione dei lavori nel pomeriggio alle 16.00.

La sesta commissione (Salute e politiche sociali), presieduta dall’on. Raimondo Perra (Sardegna Vera), si riunirà domani alle 10.30 per esaminare la proposta di legge n° 5 (reddito di cittadinanza e contrasto alla povertà. Fondo regionale per il reddito di cittadinanza).

Sempre domani alle 10.30 si riunirà la quinta commissione (Attività produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd). All’ordine del giorno l’audizione di Confindustria Sardegna sulla proposta di legge n° 13 – istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità e dei bio distretti – e della proposta di legge di iniziativa popolare n° 3 – legge regionale per la conservazione e la valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro.

La commissione dovrà esaminare, inoltre, il disegno di legge n° 40 – disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini della pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale n° 19 del 2012; le Proposte di legge n° 14 – tutela, conservazione e valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna; n° 15 – promozione e costituzione delle organizzazioni inter-professionali per prodotti agro alimentari; n° 16 – istituzione del marchio collettivo della Regione Sardegna per la tracciabilità e la promozione dei prodotti agro-alimentari di qualità; la n° 22 – conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro.

I lavori proseguiranno nel pomeriggio alle 16.30 con lo stesso ordine del giorno, mentre per giovedì 5 giugno alle 10.30 sono in programma, a seguire, le audizioni dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e dell’assessore del Turismo, Francesco Morandi, sulle problematiche generali di settore.

Questo pomeriggio alle 16.30, infine, la sottocommissione della quinta commissione sarà impegnata nella discussione delle diverse proposte di legge all’ordine del giorno.

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La prima commissione (Autonomia), presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel), ha in programma per la prossima settimana una fitta serie di audizioni, da mercoledì 4 a venerdì 6 giugno, sul problema delle riforme istituzionali. Mercoledì 4 giugno saranno ascoltati nell’ordine l’Associazione degli ex consiglieri regionali (ore 10.00), il Coordinamento regionale dell’Associazione ex parlamentari (ore 11.00) e gli ex Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale (ore 16.00). Quest’ultima audizione proseguirà anche giovedì 5 giugno alle 10.00.

Venerdì 6 giugno, alle 10.00, sarà la volta dei parlamentari sardi o eletti in Sardegna e, alle 16.00, dei senatori sardi o eletti in Sardegna e dei componenti sardi del Governo.

La seconda commissione (Lavoro), presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) si riunirà invece martedì 3 giugno alle 17.00 con all’ordine del giorno il parere sul Dl n° 9 – disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa – e l’esame delle problematiche relative alle biblioteche comunali.

La terza commissione (Finanze), presieduta dall’on. Franco Sabatini (Pd) riprenderà i suoi lavori mercoledì 4 giugno alle 10.00 con l’audizione del responsabile dell’ufficio dell’Autorità di gestione comune del programma operativo Enpi-Cbc-Bacino del Mediterraneo. Successivamente si occuperà del Dl n° 9 – disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa ed altri provvedimenti finanziari.

La quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) è convocata per mercoledì 4 giugno alle 10.00 per l’esame del Dl n° 39 – istituzione del parco regionale di Tepilora – e proseguirà i lavori nel pomeriggio alle 16.00. Il giorno successivo, giovedì 5 giugno con inizio alle ore 10.00, discussione del Dl n° 38 – istituzione del parco regionale di Gutturu Mannu con possibile estensione dei lavori nel pomeriggio alle 16.00.

La sesta commissione (Salute e politiche sociali), presieduta dall’on. Raimondo Perra (Sardegna Vera), si riunirà mercoledì 4 giugno alle 10.30 per esaminare la proposta di legge n° 5 (reddito di cittadinanza e contrasto alla povertà. Fondo regionale per il reddito di cittadinanza).