25 December, 2024
HomePosts Tagged "Francesco Agus" (Page 5)

[bing_translator]

»Nella lunga seduta del 21 dicembre abbiamo messo in guardia il presidente della Regione e la sua Giunta sui gravi errori compiuti sino a quel momento nelle nomine dei dirigenti esterni e le conseguenze che questi avrebbero potuto avere sul sistema Regione. Purtroppo, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire: la maggioranza ha preferito approvare, a mezzanotte il sabato prima di Natale e non senza imbarazzo, una norma di interpretazione di una legge regionale di oltre 20 anni fa, destinata ad essere impugnata e ad aprire una fase ancora più incerta di quella appena conclusa.»

A dirlo è l’on. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.

«In questo scenario non può quindi stupire la rinuncia all’incarico da parte del Direttore generale dell’Assessorato al Personale, nominato dalla stessa Giunta Solinas e colui che avrebbe avuto la responsabilità di firma sulle nuove prossime proroghe – aggiunge Francesco Agus -. Evidentemente le rassicurazioni sbandierate in Aula dal Presidente della Regione non sono state convincenti, in una situazione caratterizzata ormai da una lunga catena di errori amministrativi in gran parte insanabili che non sembra arrestarsi. L’ultimo dei quali riguarda la deliberazione del 18 dicembre con la quale la Giunta ha prorogato gli incarichi di 21 direttori generali su 23 di ulteriori sei mesi e che, oltre a essere in palese contrasto con la normativa che prevede incarichi di almeno tre anni, presenta vizi formali e materiali tali da essere a rischio nullità. E’ un’eventualità che porterebbe la Regione alla paralisi: qualunque controinteressato potrebbe impugnare qualunque atto prodotto da ogni assessorato regionale nei prossimi mesi perché sottoscritto da un dirigente nominato illegittimamente.»

«A questo si aggiungono aspetti preoccupanti, come quelli riguardanti gli atti citati in quest’ultima delibera che motiva l’ennesima mini-proroga con la mancata approvazione da parte del Consiglio di un Disegno di legge di riorganizzazione della Regione che sarebbe stato approvato dalla Giunta il 3 ottobre, ma di cui oggi, nonostante le reiterate richieste formali presentate dal nostro gruppo consiliare, ancora non risulta traccia – sottolinea ancora Francesco Agus -. I casi sono due: o si tratta di un falso o di un’omissione e di una grave lesione del diritto dei consiglieri, stabilito da norme e regolamenti statutari, di accedere agli atti prodotti dalla Giunta. In entrambi i casi, lo sottolineiamo per l’ennesima volta, si tratta di condotte contrarie alla legge. Per capire meglio la portata della questione dopo aver presentato numerose interrogazioni sul tema all’Assessorato al personale, l’ultima delle quali nella giornata di ieri, e non avere mai ottenuto formale risposta, oggi abbiamo scritto formalmente al Presidente del Consiglio Pais per avere certezza degli atti trasmessi al Consiglio regionale. Perché dei pasticci continui prodotti dalla Giunta Solinas non se ne può far carico nuovamente il Consiglio regionale, come purtroppo avvenuto con la scellerata approvazione della legge salva-nomine. Vista la delicatezza e l’urgenza del tema ci aspettiamo una risposta celere.»

«Per il resto, ribadiamo quanto abbiamo già detto in aula più volte. La Sardegna ha emergenze gravi e irrimandabili. Dalla continuità territoriale in procinto di saltare per aria alle problematiche che vive il mondo agropastorale. Dalla crisi di alcune agenzie e strutture regionali alla carenza di personale negli ospedali – conclude Francesco Agus -. Non è più tollerabile che il principale impegno del Presidente e della sua Giunta, portato avanti anche durante le festività, sia quello di tentare di sanare nomine illegittime e ricoprire atti pasticciati con una sottile coltre di neve, peraltro destinata a sciogliersi al primo sole.»

[bing_translator]

Nella seduta prenatalizia, il Consiglio regionale ha approvato l’interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998.  La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha annunciato una breve sospensione della seduta per completare sia la risoluzione riguardante i lavoratori stagionali di Forestas che l’ordine del giorno unitario sull’aumento delle tariffe merci nel trasporto marittimo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato notizia della presentazione dell’ordine del giorno in materia di trasporti, che però non è stato ancora distribuito, per cui pl 79/A – Parte Prima – Interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998, dando la parola al relatore di maggioranza Stefano Tunis (Misto).

Stefano Tunis, dopo aver ricordato che la proposta conteneva originariamente altre norme sul personale che poi la commissione ha ritenuto di stralciare, ha messo in evidenza che il testo è interpretativo e serve a chiarire la natura delle figure dirigenziali già contenuta nel Dlgs 265/2001 in vigore, cioè nella casistica che esclude la prevalenza del concetto di intuitu personae, cioè quando si procede alla comparazione dei titoli e si cercano le caratteristiche professionali più adatte all’incarico da assegnare, tracciando i confini di un requisito speciale con criteri più ampi della 31/98. Questo perché, ha proseguito, trattandosi di requisiti professionali è difficile trovarli compresi in una norma di legge e del resto, nel corso degli anni, il tema è stato affrontato in passato con garbo senza coinvolgere mai il Consiglio ma affidando la soluzione del problema ai tribunali generando un contenzioso nel quale peraltro il Tar ha quasi sempre rigettato la competenza delegandola giudice ordinario. Un dato che suggerisce, secondo Tunis, una seconda riflessione che riguarda il giudice del lavoro, che anch’egli respinge l’istanza perché il ricorrente non è di solito in grado di dimostrare il suo diritto di accedere al quel ruolo. La nostra interpretazione, ha concluso, è quella di una norma che viene già applicata in sostanza nell’ordinamento regionale; nessuno pretende di aver scoperto l’acqua calda ma senz’altro si tratta di una iniziativa di buon senso.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, relatore di minoranza, ha manifestato stupore ed imbarazzo per la presenza del presidente della Regione che, ha rilevato, non c’era nelle importanti sedute dedicate ad Argea ed al caro-trasporti. Non è vero che la norma arriva in commissione a dicembre, ha ricordato, perché ci sono stati molti precedenti: una delibera della Giunta che non è mai stata visibile, poi infilata nei commissariamenti delle Province e nell’ultima variazione di bilancio, un parere contrario del servizio tecnico legale che poi è stato sollevato dirottando la competenza al direttore generale della presidenza che dovrebbe beneficiare della norma insieme ad altri, la cancellazione del nucleo di personale anti corruzione, la revoca in autotutela presso la Cassazione in un contenzioso fra avvocatura che rivendicava l’accesso alla dirigenza e la stessa Regione (evidentemente strumentale alla nomina successiva di quei avvocati). La stessa motivazione della “interpretazione autentica” in realtà, ha ancora sostenuto, sostituisce una legge nazionale con legge regionale ma il Dlgs 165 bisogna recepirlo tutto, anche perché la Corte Costituzionale ha più volte stabilito che in materia di interpretazione autentica ci sono paletti molto precisi da rispettare, a dal divieto di sostituire con norme surrettizie quelle esistenti.

Il consigliere Valerio De Giorgi ha affermato in apertura che il collega Stefano Tunis ha spiegato molto bene come stanno le cose, osservando che le affermazioni della minoranza contrastano con Dlgs 165/2001 che in effetti richiede una motivazione per il conferimento incarichi a persone in possesso di requisiti non presenti all’interno dell’amministrazione, con esperienze interne ed esterne della durata di almeno cinque anni nel settore pubblico e privato. Sulla materia, ha continuato, la Corte dei Conti in una sentenza del 2017 ha detto che anche il Dlgs 150/2009 prevede l’assegnazione di incarichi a persone in possesso di particolare specializzazione, culturale e scientifica maturata nei settori pubblico e privato. Inoltre, ha detto ancora Valerio De Giorgi, la Corte Costituzionale già nel 2010 ha stabilito che tale disciplina non riguarda i concorsi ma i requisiti soggettivi dell’incarico come durata, trattamento, fissando poi la competenza statale sul punto proprio in base al Dlgs 150/2009 definito come “grande riforma economico-sociale”. Più recentemente, ha concluso il consigliere, la stessa Corte Costituzionale nel 2019 ha detto l’ultima parola sul fatto che il pubblico impiego debba essere regolato dallo Stato, lasciando alla Sardegna nel caso specifico solo la competenza sullo stato giuridico del personale ma sempre nel rispetto delle norme fondamentali della Repubblica.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha detto di riconoscersi nella ricostruzione di Valerio De Giorgi, tranne il termine “adeguamento” che, secondo me, è completamente diverso da quello di “interpretazione”, che invece ha solo lo scopo di chiarire una norma. Più concretamente, ha dichiarato, siamo in presenza di una legge inutile perché i Decreti legislativi 165 e 150 prima e la riforma Brunetta poi valgono per tutte le Regioni come dice anche la relazione di maggioranza. Si sarebbe fatto prima, ha suggerito, abrogando eventualmente alcune parti di leggi regionali non conformi all’ordinamento nazionale vigente. Ma oltre che un atto inutile, ha aggiunto, è anche un atto falso perché vero solo che dopo la legge regionale 31/98 l’ordinamento si è evoluto, insomma il Consiglio è stato inutilmente esposto ad una brutta figura, una perdita di tempo, un girotondo che non serve a nessuno.

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) si è detto convito che ciò che si vuole difendere con questa norma serve al presidente e mi lascia sgomento, rispetto a quanto avrebbe dovuto fare il Consiglio (e non ha fatto) nell’interesse dei sardi. Oggi, ha sostenuto, l’idea di meritocrazia oggi prende un bello schiaffo e costituisce anche un pessimo esempio per i giovani, una cosa stiracchiata a favore di persone che non avrebbero potuto assumere gli incarichi ai quali sono stati chiamati, una cosa che non serve a nulla ed arriva dopo molti tentativi maldestri andati a vuoto. Riferendosi ai principi giuridici che regolano le interpretazione autentiche, Solinas ha lamentato il mancato rispetto di tutti quelli previsti dalla legge: dalla tutela di diritti e beni di rilievo costituzionale ai motivi di interesse generale, dalla ragionevolezza alla certezza del diritto. In definitiva, ha concluso, è una norma senza alcuna motivazione se non la convenienza a  dare legittimità a ciò che non la ha.

Per Massimo Zedda (Progressisti) la Legge 165 o è vigente oppure non lo è, non c’è una terza ipotesi. Oltre al fatto che, se fosse vigente la Legge 165 sarebbe già stata violata, per esempio sulla durata prevista per gli incarichi. Massimo Zedda ha poi ricordato che ci sono figure dirigenziali sottoutilizzate nel sistema Regione e che non sarebbe necessario attingere a figure esterne e ha ricordato che è stato presentato da poco un ricorso al Tar dal sindacato dei dirigenti della Regione. Massimo Zedda ha sostenuto che, tecnicamente, non si possa utilizzare l’interpretazione autentica, oltre al fatto che la norma è chiarissima, e che la Giunta avrebbe potuto procedere in altro nome: partendo dalla revoca degli incarichi, recepire nella Legge 31 i nuovi criteri della legge 165, oppure procedere a una nuova nomina in base alla Legge 165.

Michele Cossa (Riformatori) ha ricordato che il testo in esame era stato previsto nell’ultima Variazione di bilancio e non era una norma intrusa. E ha affermato che “su questa proposta di legge si è fatto terrorismo psicologico”. “Mi sarei aspettato – ha detto – argomenti travolgenti oggi, ma non ho sentito una obiezione di merito sul provvedimento”. Si tratta, ha spiegato, di un testo che ricalca una legge nazionale entrata in vigore tre anni dopo la 31, che dice quali criteri devono avere i dirigenti esterni. “Non mi sembrano criteri scandalosi”, ha proseguito, “mi sembra che ci troviamo davanti una tempesta dentro un bicchiere d’acqua. Stiamo approvando una norma generale e astratta, classificata come interpretazione autentica, che mira a focalizzare meglio, secondo me in maniera opportuna, i criteri di scelta per il 20 per cento dei dirigenti esterni”.

Eugenio Lai (Leu) ha sottolineato di quanto la politica regionale sia distante dai cittadini, evidenziando che a causa del maltempo molte comunità stanno soffrendo e, nel contempo, viene convocato il Consiglio regionale di sabato mattina per sanare alcuni provvedimenti già presi e assunti dalla Giunta regionale. Per Eugenio Lai non c’era l’urgenza di discutere questo provvedimento se non per sanare nomine che lasciano qualche dubbio, ha detto, anche nella stessa maggioranza, visto che l’efficacia del provvedimento dovrebbe essere retroattiva. La ratio di questa norma non è chiara ai sardi, ha detto, sottolineando che oggi è “la terza volta che il presidente si presenta in quest’aula, oltre alla seduta in cui ha illustrato le dichiarazione programmatiche e per la discussione della mozione per indire il referendum voluto dalla Lega”. Eugenio Lai ha poi concluso: “State provando a sanare l’insanabile. Siamo sicuri che questa legge sarà impugnata. Ve lo ricorderemo e lo ricorderemo a tutti i sardi”.

Laura Caddeo (Progressisti) si è detta d’accordo sul fatto che la legge non fosse necessaria. Ha poi sottoposto all’Aula una riflessione sull’esempio che questo Consiglio regionale vuole dare ai cittadini e ai giovani. “L’idea che noi legiferiamo deve avere uns funzione formativa, educante” e che se ci sono regole si devono applicare e rispettare e non vanno modificate per scelte già fatte. I giovani, ha detto, stanno riacquisendo la voglia di partecipare e questo vuol dire che “stanno dando fiducia a noi”. Caddeo ha auspicato che si esca dall’ambiguità e che si tolga quel dubbio sull’utilità e sull’opportunità retroattiva che si vuole dare a questa legge.

Daniele Cocco (capogruppo Leu) ha affermato che si sarebbe potuta discutere e approvare questa norma in altre date. “Non capisco l’urgenza”, ha detto, evidenziando che la Sardegna ha altre emergenze da risolvere tra cui quelle dei lavoratori di Forestas. Cocco ha esortato il presidente Solinas a nominare il commissario dell’Agenzia Forestas e ha proposto all’Aula di condividere un loro emendamento.

Desirè Manca (capogruppo del M5S) ha ricordato che il 23 luglio il gruppo del Movimento 5 Stelle aveva inviato un comunicato stampa che chiedeva di sapere quale fosse il metro di valutazione usato dal presidente Solinas per scegliere i suoi consulenti, evidenziando il dubbio che non avessero i requisiti previsti dalla legge. Desirè Manca ha ricordato che, per quel comunicato, un consigliere l’aveva attaccata professionalmente e personalmente e che anche la magistratura aveva deciso di valutare i dubbi sollevati dal M5S. “Le nostre perplessità erano state bollate come strumentali” ha detto, sottolineando che, oggi, 21 dicembre, il Consiglio è stato convocato non per discutere dei problemi veri della Sardegna, ma di come salvare il presidente per il suo errore. Si tratta, ha detto, “di una proposta atta a salvare il non salvabile”.

Stefano Tunis (Misto) ha spiegato che si tratta di un tema tecnico e che “non c’è nessun sporco da coprire”, né rischi penali, al massimo è una norma che può avere riflessi civilistici. Tunis ha manifestato, poi, la disponibilità da parte della maggioranza a trovare un punto di equilibrio che consenta, con più serenità, all’opposizione di approvare il testo.

Gianfranco Ganau (capogruppo del Pd) ha affermato: “Intervengo con un certo imbarazzo”. Ed ha aggiunto: “Noi contestiamo lo strumento che viene utilizzato, ossia l’interpretazione autentica”. Per Gianfranco Ganau l’articolo in discussione non richiede alcuna interpretazione e si tratta di un problema che non sarebbe neanche dovuto arrivare in aula, visto che tutti sono d’accordo sul fatto che la legge 165 è in vigore anche per le Regioni a statuto speciale. Gianfranco Ganau ha quindi proposto di ritirare la legge perché la norma è già vigente e, in subordine, approvare un emendamento da loro presentato.

Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha rassicurato i colleghi dicendo che lui, primo firmatario del provvedimento, se avesse ravvisato irregolarità non l’avrebbe certo sottoscritto. Il consigliere ha spiegato che la legge 31 è stata superata nel 2001 dalla Legge 165 e va applicata. Mula ha ricordato che questa norma viene rinviata da mesi ed è arrivato il momento di mettere la parola fine a questa vicenda. Mula ha poi chiesto al presidente Pais di convocare una Conferenza dei capigruppo dopo la conclusione di tutti gli interventi. Proposta accolta dal presidente.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta di convocare una conferenza dei capigruppo: “Finiamo la discussione generale – ha detto – e dopo il voto sul  passaggio agli articoli faremo la Capigruppo”.

E’ poi intervenuto Francesco Agus (Progressisti) che ha fatto rilevare al Presidente della Regione (presente in aula) tutte le assenze in questi primi nove mesi di legislatura. Per il capogruppo dei Progressisti la Proposta di Legge 79/A all’esame dell’aula è l’ultimo capitolo di una serie di orrori legislativi. Agus ha espresso parere fortemente negativo sui provvedimenti licenziati dall’esecutivo. La vostra  produzione normativa – ha detto rivolto alla giunta –  si è spesso rivelata indegna di essere approvata dall’Aula. Due esempi su tutti Argea e le norme sugli enti locali entrambi profondamente modificati grazie al lavoro delle Commissioni competenti.  Tornando al testo in esame Agus ha detto, ironicamente, che si tratta di un “capolavoro” e ha chiesto quale sia la ragione di tanta ostinazione nell’approvare una norma che secondo la maggioranza è già in vigore.  A  volte – ha aggiunto – anche leggi fatte con le migliori intenzioni creano effetti incontrollabili Oggi si vuole modificare una normativa ex post con un’interpretazione autentica. Inoltre,  si sta intervenendo in presenza di un giudizio pendente,  ed è un’assurdità.

Chiusa la discussione generale, il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione Christian Solinas per la replica: «Non sarei voluto intervenire ma lo faccio per testimoniare il disagio nei confronti di questo Consiglio che anziché occuparsi di politica si è ridotto a un ruolo di tribunale aggiunto – ha detto Christian Solinas – ho sentito solo riferimenti a sentenze, ordinanze, etc. Credo che tutti dovremmo recuperare il senso di quella che è la funzione di quest’aula, assemblea legislativa con il dovere di fare le leggi. Chi non ha argomenti di merito si è trastullato su ipotesi di forma». Secondo Christian olinas, la minoranza sta mandando avanti una politica “senza verità e senza progetto” dimenticando quanto successo nelle legislature guidate dal centrosinistra.

«Non è vero che si è sempre fatto riferimento alla legge 31 – ha proseguito il presidente della Regione  il consigliere Francesco Agus ricorderà certo che quando la Giunta Soru nominò Fulvio Dettori alla direzione generale della Presidenza della Regione invocò il Dl 165. Allora nessuno si strappò le vesti. Come si può sostenere oggi che il Dl 165 non faccia parte dell’ordinamento della Regione? Tra le nefandezze c’è una sfilza di norme approvate nella scorsa legislatura, alcune della quali cassate dalla Consulta. Tra queste la legge con la quale si diedero ai funzionari delle Unità di progetto le indennità di dirigenti. La Consulta ha detto che si applica il dl n.165. Ci sono alcuni che sono diventati portavoce della procura della Repubblica. Bene si farebbe a guardare al piano anticorruzione della scorsa legislatura e in particolare al codice di comportamento del personale (art 14) anche lì si fa integrale riferimento al decreto 165. Voi   invece dite che il centrodestra per salvare il proprio presidente vorrebbe introdurre ex novo norme che prima non c’erano».

Solinas ha poi parlato di stravolgimento dei normali rapporti politici: « Dite che non c’è trasparenza sulle delibere. Ho verificato tempi medi e massimi di pubblicazione in questa e nella passata legislatura. La media della Giunta Pigliaru era di 45 giorni con un tempo massimo di 312 giorni. La mia Giunta ha un tempo medio di 14 giorni e uno massimo di 61. Sulle mie assenze in aula, ricordo che se il presidente non è presente è perché sta seguendo altre vicende importanti. Il mio esecutivo ha adottato decine di delibere e portato a casa risultati rilevanti: l’accordo con lo Stato sulle entrate, lo sblocco delle assunzioni nella Sanità, la vertenza Eurallumina. Non trasformate quest’aula in un tribunale, mantenete la vocazione di organo legislativo per la quale hanno combattuto i nostri padri. Mi torna alla memoria Jean Michel Besnier ed il suo libro “L’uomo semplificato” – ha  concluso Christian Solinas – se rinunciate a questa vocazione rischiate di avere un Consiglio semplificato».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha annunciato il suo voto contrario: «Secondo il presidente della Regione vedersi di sabato per discutere di una legge di interpretazione è attribuibile all’on. Franco Mula. Già in un’altra occasione ha detto che il problema della Regione è un Consiglio che non lavora. La colpa sarebbe la nostra. La verità è che siete voi ad aver convocato l’Aula per decidere sull’interpretazione di codici e codicilli. Avremmo voluto discutere del piano straordinario di sviluppo della Sardegna che invece non è stato ancora presentato a questo Consiglio. Discutiamo di questa follia normativa per colpa sua».

Voto contrario è stato annunciato anche da Alessandro Solinas (M5S): «Noi esercitiamo la nostra funzione legislativa. E’ la Giunta che non la fa o lo fa male come quando invia in Commissione testi da riscrivere sui quali le opposizioni, con senso di responsabilità, hanno dato il loro contributo. Non stiamo processando nessuno, diamo solo la valutazione su provvedimenti che vengono sottoposti alla nostra attenzione». Rivolto all’on. Stefano Tunis (Sardegna 20Venti), Christian Solinas ha poi aggiunto: «Mi piace ascoltarla, però ora sta facendo da scudo umano. La ritengo la persona più adatta, ma le argomentazioni che ha portato sono infondate. Non siamo ignoranti. Siamo sempre in aula e in commissione, siamo studenti diligenti».

Anche il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha annunciato il voto contrario del suo Gruppo: «Nella scorsa legislatura sono state impugnate poche norme, l’unica è quella citata dal presidente Christian Solinas. Il motivo era che erroneamente si cercava di pagare funzionari come dirigenti. Questo perché i funzionari non possono diventare dirigenti. Stesso errore che ha fatto la sua Giunta. Il Dl 165, anche immaginando di poterlo applicare, lo si deve applicare per intero».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 33 voti a favore, 19 contrari e un astenuto. Subito dopo ha sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei Capigruppo senza accogliere la proposta avanzata dai consiglieri Giuseppe Meloni (Pd) e Massimo Zedda (Progressisti) di votare prima l’ordine del giorno sui trasporti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais il presidente ha messo in discussione l’articolato della proposta di legge 79/a e i relativi emendamenti. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Eugenio Lai che ha chiesto di tornare in Commissione per esaminare gli emendamenti presentati.

Richiesta respinta dal  presidente Michele Pais: «Si tratta in gran parte di emendamenti  soppressivi e sostitutivi . La Commissione decide a maggioranza e il relatore può esprimere il parere in Aula». Di avviso contrario il capogruppo di Progressisti Francesco Agus: «Mi permetto di contraddirla. Ci sono emendamenti che entrano nel merito del testo. Consentirebbero di mantenere il testo come interpretazione autentica ed entrano nello specifico del contenuto. Almeno questi meritano un’istruttoria in Commissione».

Argomentazione che non ha convinto il presidente Michele Pais: «Vi riferite all’art.84 del Regolamento che prevede il ritorno in commissione in caso di emendamenti che modificano la previsione di spesa di un provvedimento».

Sull’ordine dei lavori è intervenuta anche la capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha chiesto 5 minuti di sospensione per una riunione di minoranza. Richiesta accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per 5 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, intervenendo sull’ordine dei lavori ha reiterato la richiesta della convocazione della commissione per una valutazione degli emendamenti presentati al testo in discussione ma il presidente del Consiglio, ha confermato la volontà di procedere con il parere del relatore in Aula e dopo aver elencato gli emendamenti da esaminare ha concesso la parola al consigliere Stefano Tunis (S2020) che in qualità di relatore di maggioranza ha dichiarato parere negativo per tutte le proposte di modifica.

La Giunta, con l’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, ha espresso parere conforme a quello del relatore e il presidente Pais ha dunque annunciato la votazione dell’emendamento n. 40=49=50=208. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha fatto richiesta di voto elettronico e a collusione della votazione (25 contrari, due astenuti e 1 favorevole) il presidente del Consiglio ha dovuto sospendere i lavori per trenta minuti per la certificata “mancanza del numero legale”.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere Stefano Tunis (Sardegna20Venti) sull’ordine dei lavori: «Abbiamo fatto un errore di votazione sugli emendamenti soppressivi. Mi chiedo se sia possibile adesso intervenire per dichiarazioni di voto. Esprimo il voto contrario all’emendamento soppressivo totale».

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) è intervenuto a sostegno dell’emendamento soppressivo presentato dal suo gruppo: «Lo abbiamo presentato perché non condividiamo il provvedimento in esame. C’è stata un’analisi attenta, vorremmo che questa legge non si votasse. Non vogliamo fare terrorismo psicologico. Non si vuole cadere nei sensazionalismi. L’opinione pubblica vorrebbe vederci trattare altre tematiche. Anche i colleghi di maggioranza saranno d’accordo su questo emendamento da noi presentato.

Il capogruppo Daniele Cocco (Leu) con un intervento dal tono ostruzionistico ha annunciato voto favorevole agli emendamenti.

Piero Comandini (Pd) si è detto a favore dell’emendamento per la soppressione dell’articolo 2. Francesco Agus (Progressisti) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed escluso categoricamente qualunque intento intimidatorio rivolto alle alte cariche della Regione. Massimo Zedda (Progressisti), ha dichiarato voto favorevole: «Avremo voluto entrare nel merito del provvedimento e mentre la Sardegna vive ore difficili per l’allerta meteo la Giunta è riunita in Consiglio per discutere di un’interpretazione autentica di una legge per la nomina dei dirigenti».

A favore anche Eugenio Lai (Leu): «Il presidente Solinas nel suo intervento non è entrato nel merito del provvedimento e non ha spiegato perché vuole l’approvazione della norma in discussione». Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato voto favorevole e chiesto la votazione immediata dell’ordine del giorno sui trasporti marittimi. La capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca, è ritornata sui riferimenti alle presunte minacce, rivolta alla minoranza dal presidente della giunta nel corso del suo intervento di replica. Roberto Li Gioi (M5S) ha dichiarato voto favore ed ha parlato di dibattito “surreale”, dicendosi “sgomento” per le dichiarazioni del presidente della Giunta. Michele Ciusa (M5S) ha annunciato voto a favore e invitato a votare subito l’ordine del giorno sui trasporti («per non scrivere un’altra pagina triste di quest’assemblea»). Voto a favore è stato preannunciato dalla consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, e dal vice capogruppo Pd, Walter Piscedda («sono favorevole alla soluzione principe del problema: cancellare l’unico articolo della proposta di legge»).

Posto in votazione l’emendamento 40=49=50=208 non è stato approvato con 34 contrari, 17 favorevoli e un astenuto.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo totale n. 2 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza e ha dichiarato voto favorevole, seguito dal capogruppo Francesco Agus, da Piero Comandini (Pd), da Alessandro Solinas (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), Walter Piscedda (Pd), Giuseppe Meloni (Pd),

Posto in votazione l’emendamento n. 2 è stato respinto con 34 contrari, 17 favorevoli e 1 un astenuto.

Aperta la discussione sull’emendamento n. 3 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza ed ha dichiarato voto favorevole, seguito da Alessandro Solinas (M5S), Diego Loi (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Laura Caddeo (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Piero Comandini (Pd), Michele Ciusa (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), che con differenti argomentazioni hanno ribadito la contrarietà al provvedimento e la necessità di migliorarne il contenuto con l’approvazione di modifiche.

Posto in votazione l’emendamento n. 3 non è stato approvato con 33 contrari e 18 favorevoli. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, ha chiesto quindi una breve sospensione dei lavori dell’Aula ed il presidente Michele Pais l’ha accordata.

Alla ripresa dei lavori, sono iniziate le dichiarazioni di voto sull’emendamento n.4. A sostegno della proposta hanno preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, Alessandro Solinas del M5S, Diego Loi dei Progressisti, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Roberto Li Gioi del M5S e Stefano Tunis (Misto), contrario.

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto con 15 voti favorevoli e 35 contrari.

Subito dopo è iniziata la discussione dell’emendamento n.5. Sono intervenuti a favore Massimo Zedda dei Progressisti, il capogruppo Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Laura Caddeo dei Progressisti, Piero Comandini del Pd, Alessandro Solinas e Michele Ciusa del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n. 5 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 34 contrari.

Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento n.6.

Si sono dichiarati favorevoli il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Diego Loi dei Progressisti, Alessandro Solinas del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n.6 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 33 contrari.

L’emendamento n.7 è stato dichiarato decaduto perché assorbito dal n. 6

Subito dopo l’Aula è passata all’esame dell’emendamento n. 8.

A favore si sono espressi il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ed il consigliere dello stesso gruppo Massimo Zedda, Alessandro Solinas del M5S, Michele Cossa dei Riformatori, contrario, che ha sollecitato l’opposizione a superare ostruzionismo.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Massimo Zedda, dei Progressisti, ha ricordato che il ricorso all’ostruzionismo ha consentito la correzione di testi importanti, come nel caso di Argea. Sulla Pl 79/A, Zedda ha ribadito la posizione contraria della minoranza proponendo il ritiro del testo che, sul piano concreto, non determina alcun effetto essendo vigente anche in Sardegna il Dlgs 165/2001.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha ricordato che nella passata legislatura l’opposizione non ha mai fatto ostruzionismo. Il dibattito, ha detto, si sta avvitando sugli stessi contenuti e la minoranza deve accettare il fatto che la legge sarà comunque approvata, in questa seduta o in un’altra.

Sempre per dichiarazione di voto, si sono dichiarati favorevoli all’emendamento Giuseppe Meloni del Pd, Maria Laura Orrù dei Progressisti e Michele Ciusa del M5S.

Sull’ordine dei lavori, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha sottolineato che il suo gruppo ha sempre distinto l’opposizione dall’ostruzionismo, formulando sempre proposte nel merito.

Favore all’emendamento si è dichiarato anche Roberto Li Gioi del M5S.

Sull’ordine dei lavori Diego Loi dei Pogressisti ha affermato che l’atteggiamento della minoranza non è stato di ostruzionismo ma di proposta. Quindi ha suggerito di accantonare la legge per approvare l’ordine del giorno unitario sui trasporti.

Sempre sull’ordine dei lavori il consigliere di Fi Angelo Cocciu, ricordando recenti episodi di buona collaborazione fra maggioranza e minoranza come Argea ed assestamento di bilancio, ha chiesto all’opposizione di riflettere sul suo atteggiamento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere sardista Giovanni Satta ha criticato l’ostruzionismo dell’opposizione su una legge che, in diverse sedi, va avanti ormai da mesi. Messo ai voti l’emendamento n.8 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n. 9 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria la capogruppo dei Cinque Stelle Desirè Manca, sono intervenuti a favore:

Massimo Zedda (Progressisti), che ha parlato di “cortocircuito” creato dalle parole del Presidente della Regione; Francesco Agus (Progressisti),che ha ribadito che questa norma è destinata ad essere “cassata “ nei prossimi due mesi; Laura Caddeo (Progressisti) e Desirè Manca (Movimento 5 stelle). Sull’ordine dei lavori sono intervenuti: Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle) e Franco Mula (Partito sardo d’azione) che ha parlato di scontro e non di ostruzionismo.   

L’emendamento n. 9 è stato bocciato. (Presenti 44, votanti 43, sì 14, no 29, 1 astenuto).

Sull’emendamento 13 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria Desirè Manca  (Movimento 5 stelle) sono intervenuti a favore: Massimo Zedda (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle).

L’emendamento n. 13 è stato bocciato. (Presenti 47, votanti 46, sì 14, no 32, astenuti 1). (R.R.)

Subito dopo il capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo. La richiesta è stata accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha comunicato la decisione della Conferenza di procedere a voto palese sugli emendamenti dal 17 al n.46. L’emendamento 17 è stato respinto dall’aula senza discussione e il 18 è stato dichiarato decaduto. Sul 19 sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Maria Laura Orrù Progressisti) l’emendamento è stato respinto. Il presidente Ganau ha dichiarato decaduti gli emendamenti dal n.20 al 28. Respinti in rapida successione gli emendamenti 29 e 30.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto ancora il consigliere Massimo Zedda: «Si sta procedendo in modo diverso rispetto a prima chiedo che venga spiegato a chi ascolta il perché. Lo spieghi prima di tutto il capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha deciso di non intervenire in modo sistematico su tutti gli emendamenti».

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiarito la posizione del suo gruppo: «Non ritiriamo i nostri emendamenti: vogliamo andare più veloci per permettere di votare l’ordine del giorno sui Trasporti».

L’aula ha quindi respinto l’emendamento n.31. Dichiarati poi decaduti gli emendamenti dal n.32 al 39 mentre il Consiglio ha respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 43, 44, 45 e 46.

Anche il vece capogruppo del Pd Walter Piscedda ha dichiarato prioritario approvare la legge ma altrettanto importante affrontare l’ordine del giorno sui Trasporti.

Sull’emendamento n.52 e 156, respinti dall’Aula, sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus e Massimo Zedda. Quest’ultimo ha ribadito di ritenere importante la discussione della risoluzione sui Trasporti ma non prioritaria: «Noi andremo avanti per la nostra strada e interverremo su tutti gli emendamenti a costo di rimanere in Aula per tutta la notte».   

Respinto anche l’emendamento n.165 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù. Subito dopo il vice capogruppo del Pd Walter Piscedda ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione dei gruppi di minoranza.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Roberto Deriu ha chiesto la convocazione di una nuova Conferenza dei Capigruppo. Il presidente Pais ha accolto la richiesta e sospeso nuovamente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.165 che è stato respinto.

Disco rosso anche per l’emendamento n.166 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Francesco Agus, Massimo Zedda, Maria Laura Orrù, Laura Caddeo mentre il consigliere Roberto Deriu ha stigmatizzato l’atteggiamento della Giunta “che presentando una legge insensata ha costretto l’opposizione a presentare emendamenti altrettanto insensati. nessuno di questi, anche se approvato, cambierebbe la legge».

Respinto, con voto elettronico, anche l’emendamento n.167 sostenuto dal Gruppo dei Progressisti. Il Consigliere Deriu ha parlato invece di «accanimento terapeutico col soccorso rosso alla maggioranza. Gli emendamenti non servono a nulla ma solo a costringere l’opposizione a fare opposizione. Questo perché il testo è errato e non serve a nulla, anche voi vi state accanendo sul corpo malato di questa legge costringendoci a stare qui inutilmente. Questo provvedimento doveva essere bloccato dall’inizio. Il centrodestra continua a voler approvare una legge inutile e falsa. Non è un’interpretazione del Dl 165 ma un adeguamento della legge regionale a quella statale dando un bel calcio all’autonomismo».

Il consigliere Massimo Zedda sull’ordine dei lavori ha chiesto al presidente del Consiglio di valutare un eventuale conflitto d’interessi di alcuni componenti della Giunta che dopo aver approvato una proposta di legge su una questione dubbia votano oggi una legge che intenderebbe sanare una questione da loro prodotta. E’ meglio che si astengano».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 169 che assorbe i contenuti degli emendamenti compresi dal 168 al 210.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto in qualità di capogruppo lo scrutinio segreto.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha contestato la decisione dell’emendamento “assorbente” annunciata dalla presidenza.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha condiviso le contestazioni di Agus.

Messo ai voti, l’emendamento n.169 è stato respinto con 11 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astenuti.

Il presidente ha comunicato che alcuni emendamenti sono considerati assorbiti e che quindi il Consiglio deve pronunciarsi sull’emendamento n, 213.

Subito dopo, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha lamentato il mancato rispetto degli accordi raggiunti in conferenza dei capigruppo, mentre altri gruppi di opposizione li stanno rispettando. Mula ha chiesto il voto segreto anche sul 213.

Agus ha replicato che il suo gruppo non ha preso alcun accordo, né per il ritiro degli emendamenti né per la chiusura della seduta in serata.

Si sono dichiarati a favore i consiglieri Roberto Deriu (Pd), Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù (Progressisti).

Messo ai voti l’emendamento n.213 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.53 il capogruppo dei Riformatori Aldo Salaris ha chiesto il voto segreto. Il Consiglio lo ha respinto con 13 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.56 il capogruppo del Misto Stefano Tunis, “per coerenza”, ha chiesto lo scrutinio segreto anche sul n. 56. Il Consiglio lo ha respinto con 12 voti favorevoli e 34 contrari. (Af)

Sull’emendamento 54 (soppressivo parziale dell’articolo 2), è stato chiesto il voto segreto. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) e Francesco Agus (Progressisti).Messo in votazione è stato bocciato (sì 11, no 30, 1 astenuto), Si è poi passati all’emendamento 162, modificativo dell’articolo 2 .

Angelo Cocciu (Forza Italia) ha chiesto il voto segreto sull’emendamento 162. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti)  che ha chiesto spiegazioni sul Regolamento in materia di voto segreto e voto palese; Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che questa questione può essere sottoposta alla giunta per il Regolamento, per ora è il Presidente del Consiglio a interpretare il Regolamento.

Il Presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento 162 a scrutinio segreto che è stato bocciato (sì 11, no 33, astenuti 1)

Dopo alcuni minuti di polemiche è stato approvato l’articolo 2 (presenti 44, votanti 43,  sì 32, no 11, astenuti 1).

Sull’emendamento 157 è stato chiesto il voto segreto dal consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia). L’emendamento  è stato bocciato (sì 1, no 32, 1 astenuto)

Sull’emendamento 158 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni (Lega)  ha chiesto il voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 32, 1 astenuto) Sull’esclusione di alcuni emendamenti è intervenuto Francesco Agus (Progressisti).

Sull’emendamento 185 (aggiuntivo) il consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia), ha chiesto il  voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 31, 1 astenuti)

Sull’emendamento 190 (aggiuntivo all’articolo 2) il consigliere Francesco Agus (Progressisti). è intervenuto per chiedere chiarimento su gli emendamenti cancellati.

Anche l’emendamento 190 è stato bocciato a scrutinio segreto (sì 13, no 30, 1 astenuto).

Sull’emendamento 192 (aggiuntivo) Stefano Tunis (Misto) ha chiesto lo scrutinio segreto. Massimo Zedda (Progressisti) è intervenuto  sull’ordine dei lavori. L’emendamento è stato bocciato (si 10. No 32, 1 astenuto).

Sull’emendamento 196 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni ha chiesto il voto segreto. Francesco Agus e Massimo Zedda  (Progressisti) hanno  dichiarato il voto di astensione. Massimo Zedda ha detto che mentre la Sardegna è sott’acqua è poco dignitoso che il Presidente della Regione e la giunta stiano ore e ore in aula per far approvare un provvedimento del genere.

L’emendamento 196 è stato bocciato. (sì 10, no 30, 5 astenuti).

Approvati gli emendamenti 42  e 41.

Il presidente Michele Pais ha poi messo in votazione la PL 79/A  che è stata approvata (sì 32, no 14, astenuti 1).    

Il Consiglio ha approvato con 47 favorevoli su 47 votanti l’ordine del giorno Satta e più unitario sulla necessità di garantire la continuità territoriale marittima di persone e merci da e per la Sardegna. Nel documento si impegna il presidente della Regione ad avviare tutte le iniziative, presso il Governo nazionale e la Commissione europea, al fine di scongiurare un aggravio dei costi dei trasporti via mare che porterebbero gravi ripercussioni soprattutto sul commercio e sul turismo, a portare avanti con determinazione la richiesta per cui nel nuovo bando per la continuità sia inserito l’obbligo per le compagnie di utilizzare esclusivamente traghetti dotati di sistemi antinquinamento e di chiede un impegno finanziario dello Stato a favore delle Compagnie o degli utenti, nelle more dell’aggiudicazione del nuovo bando per la continuità, per attenuare l’impatto economico e sociale causato dall’aumento dei prezzi. L’ordine del giorno unitario impegna il presidente del Consiglio a convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea aperta anche ai parlamentari eletti in Sardegna ed ai massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche per discutere le iniziative da intraprendere nei confronti del governo nazionale e chiede a tutti i consiglieri regionali di partecipare allo sciopero e conseguente blocco dei porti previsto in Sardegna e in Sicilia il 6 e 7 gennaio nel caso in cui il Governo non dia risposte.

[bing_translator]

Un patto per la crescita della Sardegna, da scrivere con lo Stato, ma con il contributo determinante di Enti locali, parlamentari, imprenditori e sindacati sardi: è la proposta contenuta nella mozione sottoscritta dai consiglieri dei gruppi di opposizione in Consiglio regionale e che ha l’obiettivo di revisionare e rettificare l’accordo siglato lo scorso 7 novembre, con il governo a Roma, in materia di entrate e accantonamenti.

«Un accordo al ribasso ma che potrà rappresentare un punto di partenza nel confronto con lo Stato», lo ha definito il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, nel suo intervento che ha aperto l’incontro con i giornalisti, al quale hanno partecipato anche il primo firmatario della mozione, Cesare Moriconi (Pd) e i capigruppo di M5S, Desirè Manca; dei Progressisti, Francesco Agus e di Leu, Daniele Cocco. «Un’intesa che può essere paragonata ad un piano di rientro accordato dallo Stato alla Regione, senza però alcun evidente beneficio per la Sardegna», ha incalzato Agus. «Solo un atto dovuto», ha aggiunto Daniele Cocco per Leu, mentre per il consigliere dei Cinque Stelle, Alessandro Solinas, l’accordo del 7 novembre con il governo Conte bis «resta il migliore tra quelli siglati nel corso delle ultime legislature».

Le forze di minoranza concordano invece sull’analisi critica dell’intesa che – come ha spiegato Cesare Moriconi – a fronte di 762,5 milioni di euro di crediti certificati con sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, riconosce alla Sardegna soltanto 412 milioni da “restituire” dilazionati nell’arco di sei anni e lascia allo Stato la possibilità di modificare unilateralmente, nella misura del 10 e del 20%, la quota di compartecipazione della Regione alla finanza pubblica italiana.

Non soddisfa il centrosinistra e i 5 Stelle neppure la parte dell’accordo che riguarda gli Enti Locali («lo Stato trasferirà 10 milioni l’anno contro i 63 previsti a regime, se si applicano i criteri utilizzati per le Regioni a statuto ordinario») e per le opposizioni “è almeno nebulosa” l’intesa in materia di investimenti. «Un miliardo e 425 milioni di euro – hanno spiegato Gianfranco Ganau e Cesare Moriconi – da erogare nell’arco di 14 anni con la modalità dello stato di avanzamento, cioè la Regione dovrà anticipare la copertura in bilancio con risorse proprie per poter effettuare la spesa».

Carenze sono state evidenziate anche nel capitolo delle infrastrutture: «Si quantificano solo i maggiori oneri per energia e trasporti marittimi che ci derivano dalla condizione di insularità – hanno ribadito i capigruppo nel corso dei rispettivi interventi – ma è evidente che restano molti altri effetti economici da quantificare».

Ed è soprattutto alla luce di tali considerazioni che Pd, Progressisti, Leu e 5 Stelle guardano all’istituendo tavolo tecnico-politico («previsto nell’accordo e da insediare entro il 6 gennaio 2020») per dare efficacia all’intesa del 7 novembre, individuando puntualmente gli strumenti idonei per compensare gli svantaggi strutturali che penalizzano la crescita, lo sviluppo e il lavoro nell’Isola.

«Chiediamo – hanno affermato Gianfranco Ganau, Daniele Cocco, Francesco Agus e Desirè Manca – che la Regione sarda sieda a quel tavolo con un indirizzo e un mandato chiaro e politicamente forte del Consiglio regionale, attraverso il coinvolgimento diretto delle autonomie locali, dei parlamentari eletti in Sardegna, della parti sociali ed economiche.»

Da qui la richiesta rivolta formalmente al presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, perché, ai sensi dell’articolo 54 del regolamento consiliare,  proceda con la convocazione straordinaria dell’assemblea sarda e degli stati generali dell’Isola.

[bing_translator]

«Le convenzioni in corso con la Regione relative ai servizi socio-sanitari non sono nella disponibilità dei privati. Non è possibile alienarle o cederle alla stregua di una proprietà privata e nei casi di inadempimento da parte del privato è possibile invece per l’ente pubblico provvedere alla loro revoca al fine di evitare ulteriori e perduranti danni ai servizi pubblici erogati. Non è possibile inoltre lucrare e generare profitti dalla vendita delle stesse e, in particolare, sarebbe grave consentirlo nel caso di Aias che ha beneficiato dell’assegnazione di servizi pubblici senza gara pubblica e di una convenzione estesa fino ai giorni nostri solo attraverso una lunga serie di reiterate proroghe.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, componente del gruppo Progressisti in Commissione Sanità del Consiglio regionale.

«Quanto apprendiamo in relazione alla possibile vendita delle convenzioni oggi in corso da parte di Aias ci sembra molto lontano da quanto approvato in Consiglio regionale ed altresì distante dagli interessi pubblici: quelli legati al proseguimento di un servizio fondamentale per i cittadini e quello di mettere al riparo le casse pubbliche da possibili danni erariali – aggiunge Francesco Agus -. Chiediamo che l’assessore Mario Nieddu riferisca urgentemente in Consiglio: nulla si sa delle soluzioni alternative che oltre due mesi fa aveva giurato di avere in tasca, ne è stato comunicato cosa si stia facendo per mettere al riparo gli interessi della Regione da possibili appetiti speculativi. Su questo tema, lo ribadiamo, la nostra preoccupazione è acuita dal fatto che il Presidente Solinas non abbia mai pronunciato una parola in merito alla principale vertenza oggi aperta in Sardegna. L’unica cosa certa – conclude Francesco Agus – è il protrarsi di una situazione gravissima per le famiglie dei pazienti e per i lavoratori e la sostanziale inerzia della Giunta regionale, in barba all’atto d’impegno approvato in Consiglio a fine ottobre.»

 

[bing_translator]

La commissione Personale del Consiglio regionale, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega) ha ascoltato le relazioni dei commissari straordinari di Laore Gianfranco Casu e di Argea Patrizia Mattioni (assente l’assessore Gabriella Murgia impegnata a Roma) sul problema delle pratiche agricole arretrate e degli strumenti per farvi fronte (risorse umane e finanziarie).

Il commissario di Laore Gianfranco Casu, sottolineando l’importanza del risultato da conseguire, ha manifestato la disponibilità dell’Agenzia a prendere in carico una parte dell’arretrato, circa 20.000 pratiche, attivando un “progetto-obiettivo” per l’incentivazione del personale.

Il volume di pratiche più consistente (circa 70.000) è quello in capo ad Argea, riferito in parte al ciclo di programmazione europea compreso fra gli anni 2011 e 2013, e complessivamente legato a bandi di contenuto diverso ognuno dei quali prevede procedure differenti. Per queste ragioni, ha spiegato il commissario straordinario Patrizia Mattioni, una buona soluzione potrebbe essere quella di assicurare al personale che dovrà operare un breve periodo di formazione, un addestramento specifico sui software dei procedimenti ed un intervento infrastrutturale per assicurare la interconnessione dei sistemi informatici.

Successivamente hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc), Franco Mula e Giovanni Satta (Psd’Az), Francesco Agus e Massimo Zedda (Progressisti), Roberto Deriu (Pd) e Stefano Tunis (Misto).

Nella conclusioni il presidente della commissione Pierluigi Saiu ha affermato che, sulla base delle indicazioni ricevute, è necessario approfondire alcuni aspetti della complessa problematica: la definizione del fondo incentivante, la possibilità del ricorso ad un soggetto in grado di fornire ulteriore assistenza tecnica e la selezione di particolari priorità all’interno del volume complessivo dell’arretrato.

[bing_translator]

I gruppi del centrosinistra in Consiglio regionale hanno presentato oggi una proposta di legge che punta ad aumentare gli stanziamenti e a ridefinire i criteri di assegnazione delle borse di specializzazione medica attribuite dalla Regione.

La grave carenza di medici specialisti, come ampiamente sottolineato da professionisti e associazioni di pazienti anche durante i sopralluoghi nei presidi sanitari dell’isola tenuti recentemente dalla VI commissione Sanità del Consiglio regionale, è critica in tutti i territori.

«Senza un intervento organico la situazione in futuro sarà ancora più grave – dice l’on. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti e primo firmatario della proposta di legge – l’eta avanzata del personale oggi impiegato e l’applicazione di quota 100 aggraverà l’emergenza già dal 2020. Non bastano più le misure spot o gli interventi emergenziali, serve al contrario una seria pianificazione che ci permetta di investire oggi per la preparazione dei professionisti che tra qualche anno avranno in carico la tutela della salute di tutti i sardi.»

La proposta di legge sottoscritta dai gruppi Progressisti – Pd e Leu mira a intervenire in maniera organica e strutturale e, oltre a prevedere lo stanziamento aggiuntivo di 15 milioni di euro all’anno per le borse di specializzazione medica ad integrazione di quelle nazionali, istituisce un Osservatorio Regionale del Fabbisogno che provvederà annualmente a monitorare il numero e le carenze di medici specialisti e a definire sulla base delle esigenze dell’isola i criteri di assegnazione delle borse regionali. Inoltre crea i presupposti per sfruttare meglio l’intera rete formativa, quindi anche le strutture dell’ATS e del Brotzu, e non solo le aziende universitarie.

«L’imbuto formativo unitamente al sistema nazionale di attribuzione delle borse penalizza l’isola – aggiunge Francesco Agus -. Ma non possiamo permetterci di spendere male le risorse: occorre investire di più e garantire più finanziamenti nelle specializzazioni dove la carenza futura sarà critica. Serve un piano pluriennale concordato da tutti gli attori in campo: Università, aziende sanitarie, Regione.»
La proposta presentata consentirà inoltre l’inserimento, negli ultimi anni di formazione specialistica, dei giovani medici negli ospedali che hanno denunciato le criticità maggiori, senza che questo ostacoli la didattica. A questo proposito la PL prevede per gli specializzandi incentivi economici e copertura assicurativa.

[bing_translator]

La commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità, presieduta da Michele Cossa (Riformatori), ha proseguito il suo ciclo di audizioni con l’intervento dell’ex presidente della Regione Renato Soru.

«Consapevole di rappresentare una posizione minoritaria nel dibattito su questo argomento – ha esordito Renato Soru -, ritengo che il tema ci porti fuori campo piuttosto che dentro il campo, nel senso che dovremmo concentrarci piuttosto sul fatto che non stiamo usando bene la nostra autonomia e le nostre risorse. Il mondo va avanti e cambia del tutto, ha proseguito, richiedendo sempre soluzioni nuove a problemi nuovi. La centralità della questione ambientale, ad esempio, e la crescita delle energie rinnovabili, secondo l’ex presidente della Regione potrebbe consentire alla Sardegna, di raggiungere posizioni di primo piano. Un dato, ha poi sostenuto, che si intreccia con il discorso dell’autonomia perché in base al nostro Statuto abbiamo molte competenze che non servono e ci mancano quelle che oggi servono: dalle energie rinnovabili alle telecomunicazioni, dai trasporti, dalla scuola, dall’alta formazione e ai beni culturali.

«Può darsi – ha concluso Renato Soru -, che io sia un “sognatore romantico”, ma le cose le fanno i sognatori che ci mettono il cuore ed è questo che auguro alla politica sarda.»

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri Nico Mundula (Fdi), Antonello Peru (Forza Italia), Giuseppe Meloni (Pd), Dario Giagoni (Lega), Francesco Agus (Progressisti), Roberto Li Gioi (M5S), Giovanni Satta (Psd’Az) e Roberto Caredda (Misto).

Nelle conclusioni, il presidente Michele Cossa ha ricordato che la battaglia sul riconoscimento dell’insularità è nata nel momento storico in cui le più ricche Regioni del Nord hanno rivendicato l’autonomia differenziata, per richiamare l’attenzione delle istituzioni nazionali ed europee sul fatto che c’è anche la Sardegna, dove una serie di problemi bloccano ogni processo di sviluppo. Ma insularità, ha concluso, significa anche accettare la sfida di grandi responsabilità, che chiamano i sardi a fare scelte decisive per il futuro, a cominciare dal prossimo ciclo di programmazione dei fondi europei.

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha iniziato stamane l’esame del disegno di legge sulla quarta variazione di bilancio.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Progressisti Massimo Zedda ha chiesto di poter ricordare brevemente la figura del presidente regionale del Coni Gianfranco Fara, recentemente scomparso: la richiesta è stata accolta.

Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere dei Progressisti Laura Caddeo, a nome di tutte le componenti del Consiglio, che ha pronunciato un breve intervento in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Le altre consigliere hanno letto alcuni brani ricavati da drammatici episodi di vita vissuta, scritti da donne vittime di violenza. Le testimonianze sono state lette da Maria Laura Orrù (Progressisti), Desirè Alma Manca (M5S), Annalisa Mele e Sara Canu (Lega), Elena Fancello (Misto), Carla Cuccu (M5S) e Alessandra Zedda (Forza Italia).

Il presidente ha ringraziato le consigliere per il loro prezioso contributo.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione del disegno di legge n. 74 (Variazione di bilancio).

Il relatore di maggioranza Valerio De Giorgi, illustrando il provvedimento, ha ricordato i passaggi istituzionali della legge, sottolineando che si sono svolti con attenzione e celerità. L’accordo fra le diverse forze politiche, ha aggiunto, ha portato allo stralcio di alcune norme ed al ritiro degli emendamenti. Nel testo, ha proseguito, viene recepito il recente accordo Stato-Regione e si interviene con una serie di altre norme in diversi settori: Enti locali, famiglie (per conciliare i tempi vita-lavoro), sanità (per introdurre la robotica fra le tecniche innovative di chirurgia), infrastrutture (per il ripristino di quelle danneggiate da calamità naturali), agricoltura (sostegno alle piccole e medie imprese per l’individuazione di nuovi mercati), Piano Lavoras. Si tratta, ha precisato il relatore, di risorse limitate che vanno spese in tempi stretti ma si inseriscono in una strategia più ampia che caratterizzerà la prossima legge finanziaria. Valerio De Giorgi, infine, ha auspicato la sollecita approvazione della legge.

Per il relatore di minoranza on. Alessandro Solinas (M5S) «i maggiori contrasti si sono accesi su alcune norme considerate da noi intruse come quelle che riguardano i contributi che devono essere percepite dagli agricoltori, la cessione delle quote di Abbanoa ai Comuni e i piani di utilizzo del litorale. Su questi e altri temi è necessario a nostro giudizio un approfondimento al di fuori di questa manovra finanziaria».

L’on. Solinas ha proseguito: “Andremo in esercizio provvisorio ed è ora importante che si arrivi alla manovra, quella vera. Però riconosco che si sono comunque create le condizioni perché questo testo potesse andare in Aula ed essere approvato oggi stesso, con la collaborazione fattiva di tutti ma soprattutto dell’opposizione e dell’assessore Fasolino, che è stato capace di mediazione importante. Ne approfitto per sollecitare il presidente del Consiglio perché si costituisca al più presto la commissione speciale sull’amianto”.

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az, che ha espresso «solidarietà al collega Salvatore Corrias, sindaco di Baunei e collega, vittima di atti vili nei giorni scorsi. Siamo davvero a disposizione della comunità di Baunei, se dovesse servire». 

L’on. Roberto Li Gioi (Cinque stelle) ha esordito affermando che «votare oggi questa variazione di bilancio significa certificare l’incapacità di questa giunta e di questa maggioranza, vittima e carnefice di se stessa e capace soltanto di produrre spot sui social. Dov’è finito quel filo di orbace con il quale il presidente Christian Solinas intendeva tessere il futuro della Sardegna? Voteremo oggi una variazione di bilancio che è un cimitero di regalie, salvo rare eccezioni. Non siete capaci di andare oltre i muri del cortiletto, di uscire dalla distribuzione di pani e pesci per rispondere alle richieste della campagna elettorale. I sardi stanno iniziando a giudicarsi: sappia telo e cambiate la rotta, da legislatori e non da dispensatori di merende».

Ancora dai banchi di Cinque stelle l’on. Michele Ciusa ha aggiunto: «Questa manovra ci ha lasciati da subito molto perplessi, perché in questi giorni attendevamo una legge finanziaria, una manovra vera nel segno del cambiamento che avete promesso. Invece siete inconcludenti e ci limiteremo a una variazione di bilancio che non guarda i macrotemi della Sardegna ma è una spartizione di torta. La Sardegna e i sardi in tutto questo non ci sono: si sappia che parti di questo testo sono irricevibili perché contengono nomine e altri atti che per nulla riguardano la manovra finanziaria. Dovete ringraziarci per avere fermato queste norme intruse da ripercussioni di vario genere».

Il Pd è intervenuto innanzi tutto con il vicepresidente della commissione Bilancio, on. Cesare Moriconi, che ha detto: «Mi chiedo se questa variazione di bilancio risponda alle esigenze dei sindaci, delle comunità, del mondo produttivo. Me lo chiedo perché sono loro che se lo chiedono. Non sfugge il fatto che questa non è la manovra finanziaria vera e propria e non nego che chi vince abbia il diritto di decidere. Così come nostro, dell’opposizione, è il diritto di dire no se non è convinta. Questa è la democrazia e questo ci ha portato a presentare oltre 1500 emendamenti. La mediazione che ne è scaturita non ci lascia capire se ci sia chi vince di più o chi perde di più: so che c’è stata una mediazione e ne benefica la Sardegna. Oggi abbiamo una variazione di bilancio meno peggio di quella che entrò in commissione. Ciò nonostante non la voteremo: non pregiudizialmente ma perché avremmo preferito che le norme sugli enti locali avessero visto il coinvolgimento degli enti locali, cioè dei sindaci. Avrei preferito il dialogo con la conferenza episcopale sul tema dei beni della Chiesa. Si tratta di ottanta milioni di euro,  non di un centesimo. Mi auguro davvero che non si tratti di una anticipazione della legge finanziaria perché in questa manovra non si proietta di certo la visione della Sardegna con la quale avete convinto i sardi a darvi il governo».

Per il gruppo Leu l’on. Eugenio Lai ha detto di «condividere in pieno l’intervento dell’onorevole Moriconi. Non se ne abbia a male l’on. Giuseppe Fasolino, che nella passata legislatura dai banchi dell’opposizione avrebbe certamente contestato una variazione di bilancio come questa. La maggioranza ha stravinto e l’attesa dei sardi è tanta: non risponde a quanto è scritto in questo assestamento di bilancio. Noi in questo periodo, nella scorsa legislatura, ci trovavamo a discutere la manovra di bilancio: non una variazione come questa, che mette pezze alle carenze dell’azione di alcuni assessori evidenziate in questi mesi. Facciamo un sondaggio oggi: chiediamo ai sardi quanti di loro sono soddisfatti di questa manovra economica. Gli esiti li conosciamo già, come sappiamo che tra i più bassi in Italia è il gradimento del governatore Solinas. E’ il vostro metodo che non va bene, perché le manovre hanno bisogno del coinvolgimento di tutte le parti interessate: riflettete su questo». Il leader di Leu ha annunciato il voto contrario e così anche il collega Massimo Zedda, che ha parlato a nome del gruppo dei Progressisti: «A distanza di nove mesi dall’insediamento della presidenza della Regione ci ritroviamo a dare un primo giudizio su questo governo e il sondaggio sul tasso di gradimento dei presidenti della Regione pubblicato oggi è impietoso. In nove mesi il presidente Solinas ha raggiunto appena 20 punti contro i 66 del governatore del Veneto, Luca Zaia. In qualche modo è un record questo essere riuscito a bruciare in brevissimo il patrimonio di fiducia dei sardi verso il governo Solinas. Come se non bastasse avete provato a inserire norme intruse dentro questa variazione di bilancio, norme che non riguardano la spesa ma ben altro». Per l’ex candidato alla presidenza della Regione “il testo che avete elaborato aveva tutta l’aria di essere stato confezionato dal presidente della Giunta. E non va bene questa produzione di provvedimenti a comando, a richiesta del singolo: sarà un danno per il presidente della Regione, prima di tutto”.

Rivolto all’on. Eugenio Lai, l’assessore Giuseppe Fasolino ha replicato con una battuta: «Ho parlato al Fasolino di cinque anni fa e mi ha detto che sarebbe stato felice di questa manovra. Scherzo. Ma è evidente che per quanto niente sia mai perfetto oggi noi portiamo un risultato alla Sardegna, mettendo in moto per la spesa 80 milioni idi euro. Si potevano spendere meglio e con un metodo diverso? Certo. Tutto è possibile ma si tratta di una variazione, che impiega l’uno per cento delle risorse del bilanci regionale. Come si poteva avere la presunzione di incidere davvero con l’uno per cento delle risorse? In ogni caso alcuni interventi che sono in questa legge sono davvero interessanti e importanti, per le famiglie – e mi riferisco ai bonus per gli asili – e per le imprese. Sappiamo che non stiamo risolvendo tutti i problemi ma i mini bond sul sughero e sui lapidei, ad esempio, servono a tenere in piedi le aziende di questo settore. E così per il contributo che stiamo dando ai tassisti per cambiare le auto e ammodernarle. Sono tutte cose concrete, finalizzate a sostenere le economie di certi settori». L’assessore del Bilancio ha ricordato che «sono previsti contributi a favore dei Comuni colpiti dagli incendi boschi della scorsa estate e se anche non stravolgeremo l’economia della nostra isola abbiamo fatto cose serie. Anche noi avremmo voluto portare la manovra finanziaria entro il 31 dicembre ma l’accordo storico con lo Stato, siglato di recente, ci ha portato a dover lavorare per settimane soltanto su quello. La Finanziaria della Regione potrà essere portata in Consiglio soltanto dopo la Finanziaria dello Stato, perché nel bilanci dello Stato devono risultare le risorse aggiuntive dell’Intesa, che dovranno essere trasferite a noi».

Al termine il presidente Michele Pais ha sospeso i lavori per pochi minuti su richiesta del capogruppo del Psd’Az, on. Franco Mula.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Michele Cossa (Riformatori), dopo aver ringraziato l’assessore Fasolino per l’equilibrio e la pazienza dimostrati, ha annunciato il suo voto favorevole sul passaggio gli articoli: «Questo assestamento di bilancio non è l’optimum ma è importante farlo in tempo utile per consentire alle Regione di utilizzare le risorse entro dicembre. Auspico che vengano spese in tempi rapidi».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Mura, in apertura del suo intervento ha espresso solidarietà al collega Salvatore Corrias (Pd), sindaco di Baunei, per le pesanti  minacce ricevute nei giorni scorsi e vicinanza alle consigliere regionali e a tutte le donne in occasione della giornata contro la violenza di genere. Sull’assestamento di bilancio Francesco Mura ha invitato a «non fare drammi per alcuni interventi puntuali. Accade quando occorre spendere in fretta. Adesso si lavori per il raggiungimento di obiettivi generali».

Anche il presidente Pais si è unito agli attesati di solidarietà nei confronti del consigliere Corrias: «I delinquenti comuni vanno sempre condannati. Sono persone reiette che vanno emarginate con tutta la nostra forza e determinazione».

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha annunciato il voto di astensione sul passaggio agli articoli. Posizione condivisa anche dai capigruppo di Leu, Daniele Cocco e dei Progressisti, Francesco Agus. Quest’ultimo ha espresso solidarietà al collega Salvatore Corrias e a tutti gli operatori che lavorano per l’eradicazione della peste suina africana. «Occorre prendere posizione affinché il loro lavoro arrivi presto a conclusione – ha detto Francesco Agus – così si rafforza anche l’azione dei sindaci che si fanno carico di pesanti responsabilità agendo con coraggio in situazioni difficili».

Solidarietà a Salvatore Corrias e vicinanza a tutte le donne vittime di violenza anche dal capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu che, dopo aver annunciato il voto favorevole sul passaggio agli articoli, ha rivolto un grazie all’assessore Giuseppe Fasolino per “la disponibilità e la competenza”.

Il presidente Pais, ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti favorevoli e 21 astenuti.

Subito dopo, il presidente del Consiglio ha dichiarato chiusa la seduta antimeridiana e convocato per le 13.45 la Commissione Bilancio. I lavori dell’Aula riprenderanno nel pomeriggio alle 15.00.

 

[bing_translator]

«Sulla grave situazione dei trapianti in Sardegna la maggioranza regionale di sta prendendo una responsabilità di non poco conto. Il grave rischio a cui si sta sottoponendo la platea dei pazienti in attesa di organi è un fatto grave e non più trascurabile dalla politica regionale. Non vorremmo che la causa di questo lassismo sia l’intenzione di portare al collasso il sistema dei trapianti in Sardegna.»

Lo denuncia, in una nota, Francesco Agus, componente del gruppo dei Porgressisti nella commissione Sanità del Consiglio regionale.

«Perché sarebbe difficile spiegare diversamente la superficialità con la quale si stanno conducendo delicate partite sulla pelle dei pazienti sardi – aggiunge Francesco Agus -. E’ inconcepibile farsi trovare, oggi, impreparati anche rispetto a problemi annunciati per tempo dall’opposizione. L’avevamo  già segnalato oltre 2 mesi fa, sollecitando un confronto urgente in Consiglio regionale con l’assessore alla Sanità sulle criticità sorte negli ultimi mesi nel sistema regionale dei trapianti, a partire dalla  diminuzione anomala delle donazioni di organi. Da oltre 1 mese la discussione della mozione è all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, ma viene sistematicamente ignorata e rinviata più volte a causa delle assenze reiterate dell’assessore della Sanità. Non abbiamo avuto ancora oggi nessuna risposta sulla volontà della maggioranza di affrontare l’argomento.»

«Do un consiglio, che è anche una richiesta, urgente, per evitare di giungere a un punto di non ritorno sulla  questione trapianti. La Commissione Sanità prenda in mano il problema, si ascoltino quanto prima i soggetti che tutti i giorni sono chiamati ad affrontare, senza più certezze, battaglie gravose che determinano la sopravvivenza dei pazienti: il responsabile del centro trapianti, i primari, gli operatori, i sindacati e le associazioni dei trapiantati. Batta un colpo anche l’assessore Mario Nieddu – conclude Francesco Agus -, e ci dica come intende ripristinare un adeguato funzionamento del centro regionale trapianti.»

 

 

[bing_translator]

«L’assessore della Sanità Mario Nieddu, intervenuto oggi su richiesta della minoranza in Commissione Sanità, ci ha confermato quello che immaginavamo: riguardo alla vicenda AIAS, e alla situazione dei suoi assistiti e dei suoi lavoratori, nell’ultimo mese e mezzo niente si è mosso. Ancora oggi non esiste un’ipotesi di soluzione alternativa degna di essere affrontata in Commissione o in Aula del Consiglio (o quantomeno degna di essere conosciuta dai Consiglieri regionali). Allo stesso modo non esiste una possibilità concreta di superamento nel breve periodo della convenzione, data l’impossibilità per la Regione di sostituire dall’oggi al domani l’erogatore.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali di minoranza Gianfranco Ganau, Francesco Agus, Manca Desirè Alma e Daniele Cocco

Ad oggi l’unico impegno che l’assessorato ha assolto, atto necessario ma non sufficiente, è la garanzia del pagamento degli stipendi, il cui rispetto valuteremo attentamente nei prossimi giorni – aggiungono Gianfranco Ganau, Francesco Agus, Manca Desirè Alma e Daniele Cocco -. L’avvio non incoraggiante è ulteriormente aggravato dal fatto che l’AIAS si sia sottratta al proseguimento dei lavori del tavolo tecnico e abbia riiniziato a trincerarsi dietro la bufala conclamata dei 40 milioni di euro di crediti presunti, una favola a cui nessuno è disposto a credere ancora.»

«La relazione della Commissione d’inchiesta approvata all’unanimità dal Consiglio regionale pare essere stata accantonata e il futuro di questa vicenda sembra essere stato consegnato nelle mani dei tribunali e degli esiti delle ispezioni ministeriali. Se così fosse sarebbe una grande sconfitta per la politica. Chiediamo quindi che il presidente della Regione e l’Assessore competente presentino in tempi brevi una soluzione coerente con quanto approvato dal Consiglio e informino puntualmente la commissione Sanità dei prossimi sviluppi – concludono Gianfranco Ganau, Francesco Agus, Manca Desirè Alma e Daniele Cocco -, speriamo su iniziativa dell’esecutivo  e non costretti da una richiesta formale della minoranza come è avvenuto nella seduta odierna.»