25 December, 2024
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Il tavolo tecnico per l’Aias non è stato chiuso, ma non sta lavorando perché i rappresentanti di Associazione non partecipano alle riunioni. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, sentito stamattina in audizione dalla commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), su richiesta del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus.

L’assessore della Sanità a informato la Commissione di aver avuto notizia dal Tribunale che «adesso, essendo bloccati tutti gli atti ingiuntivi, tutte le somme che l’Ats erogherà all’Aias verranno utilizzate per pagare gli emolumenti ai lavoratori».

Mario Nieddu ha anche comunicato alla Commissione che, nella vicenda Aias, si è inserita anche un’ispezione inviata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che si è tenuta venerdì scorso, di cui però non ha notizie sull’esito. L’assessore della Sanità è stato critico sull’invio degli ispettori in una situazione così delicata e ha affermato che avrebbe gradito maggiore correttezza e garbo istituzionale. Sul tema è intervenuto anche il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, il quale ha voluto sottolineare che il partito che rappresenta non solo non era contrario all’ispezione, inviata dal Ministero, ma che è fondamentale fare chiarezza e tutelare i lavoratori e i pazienti.

Per quanto riguarda le future decisioni della Giunta, l’assessore Mario Nieddu ha spiegato che è necessario capire quali saranno le proposte inserite in sede di concordato e, soltanto dopo, si potranno fare valutazioni concrete. L’assessore ha ribadito che il mandato del Consiglio regionale è stato di andare oltre l’Aias e così si sta muovendo l’Assessorato. Allo stato attuale, è stato chiaro l’assessore, non ci sono però le possibilità per far fronte al servizio offerto dall’Aias ai pazienti residenziali, mentre per gli ambulatoriali sarebbe immediatamente possibile trovare una soluzione alternativa. Anche per quanto riguarda la convenzione, l’assessore ha specificato che non è possibile revocarla, vista la sentenza del Tribunale.

Il vice presidente della Commissione, Daniele Cocco (capogruppo Leu), ha affermato che non crede che gli ispettori del Ministero andranno contro quanto deciso all’unanimità dal Consiglio regionale, né contro quanto deciderà la Giunta e l’assessorato. Daniele Cocco ha sottolineato che il Consiglio regionale è dalla parte dei lavoratori e che bisogna pensare a una soluzione alternativa a quella offerta dall’Aias, garantendo un servizio importantissimo e che non può essere interrotto. Francesco Agus, dopo aver ringraziato l’assessore e il suo staff  per aver risposto tempestivamente alla richiesta di informazione da parte della Commissione, ha auspicato che nella prossima riunione l’Assessore possa presentare al Parlamentino le soluzioni alternative al servizio offerto dall’Aias. Una posizione sottoscritta anche dalla consigliera del M5S, Carla Cuccu. Per Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ci sono tutte le condizioni per mettere in discussione la convenzione ed è necessario mettere in campo una strategia che porti a soluzioni alternative.

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Le Aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e Sassari e l’ospedale Brotzu hanno fatto richiesta di cinquanta operatori socio sanitari (Oss) e stanno attingendo dalle graduatorie del 2013. E’ quanto emerso questa mattina, in commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), durante l’audizione del Comitato Autonomo Oss 2013. Con l’approvazione della legge nazionale n. 128 del 2019, inoltre, le graduatorie sono state prorogate a settembre 2020, salvo che non ci sia una norma regionale che le faccia decadere prima. Per questo, i rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione la modifica della legge regionale che rende utilizzabili le graduatorie fino al 31 dicembre 2019, perché diversamente, il primo gennaio 2020, le stesse non saranno più utilizzabili. Gli operatori socio sanitari hanno anche chiesto che le Asl e gli ospedali possano attingere prima dalle graduatorie della propria provincia, rendendo più agevole per il lavoratore gli spostamenti e consentendogli così di non doversi trasferire in un’altra provincia. A Nuoro, hanno detto, è stata fatta richiesta di più di 70 operatori e si scorrerebbe così quasi tutta la graduatoria della provincia. Gli operatori hanno anche riferito di aver avuto notizia dall’Ats che l’Azienda non si riterrebbe obbligata a utilizzare le vecchie graduatorie, ma che è una sua facoltà, e hanno chiesto ai commissari di fare chiarezza. Il presidente Gallus ha affermato, a nome della Commissione, che si farà carico delle richieste degli operatori redigendo un testo che consenta la proroga delle graduatorie, come prevede la legislazione nazionale, intervenendo affinché siano chiamati dalle aziende prima i lavoratori inseriti nelle graduatorie della provincia degli ospedali e prevedere una audizione con il Direttore generale dell’Ats per capire in che modo l’azienda stia agendo in merito allo scorrimento delle graduatorie. Durante la seduta sono intervenuti Francesco Agus (capogruppo Progressisti), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega) e Carla Cuccu (M5S). Tutti i consiglieri hanno condiviso le richieste degli Oss e hanno garantito la piena disponibilità affinché i diritti acquisiti vengano rispettati.

La commissione Sanità ha, poi, sentito in audizione i rappresentanti dell’Associazione regionale ex esposti amianto in Sardegna, i quali hanno illustrato la situazione esistente nell’Isola e hanno fatto alcune proposte. Giampaolo Lilliu, a nome dell’associazione, ha ricordato che ogni anno muoiono in Italia 4000 persone e 120 in Sardegna per malattie collegate all’esposizione all’amianto. Secondo Lilliu la situazione va affrontata in modo capillare e bisogna dare maggiore informazione alla popolazione.

L’Associazione ha proposto alla Commissione  di valutare la creazione di un impianto di inertizzazione per rendere l’amianto da problema a risorsa e consentire la micro raccolta di manufatti da parte dei privati, come già accade in Lombardia e nella provincia Autonoma di Bolzano. L’Associazione ha riconosciuto l’importanza della sorveglianza sanitaria e ha chiesto che possa essere estesa anche a chi ha contratto la malattia per esposizione ambientale e non per cause lavorative. Non solo. L’Associazione ha chiesto che venga istituita una Conferenza regionale per l’amianto, a cui partecipino tutti gli attori coinvolti, per affrontare con tempistiche certe il problema delle bonifiche. Giampaolo Lilliu ha anche affermato che l’amianto, in varie forme e quantità, è ancora presente in molti luoghi pubblici e che è importante incentivare le bonifiche dando i finanziamenti direttamente ai Comuni. Sul tema sono intervenuti Annalisa Mele (Lega) e Gianfranco Ganau (capogruppo della Pd), i quali hanno condiviso la necessità di approfondire il problema, che è ampio e articolato, e hanno ritenuto positiva la proposta di promuovere una Conferenza regionale per l’amianto.

La commissione Sanità ha sentito in audizione i vertici dell’Areus sull’attivazione del numero unico per l’emergenza (Nue). Giorgio Lenzotti, Direttore generale di Areus, ha spiegato alla Commissione che il Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Sardegna con il ministero dell’Interno prevede l’attivazione del numero unico 112 entro il 2020. Il Nue gestirà le chiamate in caso di emergenze sanitarie, di sicurezza, gestione incendi e calamità naturali.

Giorgio Lenzotti ha spiegato che, avendo tempi molto stretti, hanno valutato l’attivazione del 112 a Nuoro nella sede dell’Areus, che ha già la certificazione antincendio e avrà quella antisismica entro la fine dell’anno. Si tratterebbe, ha spiegato, di una situazione provvisoria in attesa di eseguire i lavori necessari a Sassari e a Cagliari, dove il protocollo d’intesa ha stabilito dovessero essere istituite le due centrali del 112, in corrispondenza le centrali del 118. La situazione della sede operativa di Cagliari, secondo il Direttore generale di Areus, richiederebbe circa due anni per renderla utilizzabile, mentre quella di Sassari, se si risolvessero i problemi di attribuzione degli spazi, che oggi sono dell’Aou, avrebbe tempi di intervento più rapidi. Per quanto riguarda la seconda centrale attivabile in caso di disaster recovery (recupero dal disastro), che permette di ripristinare sistemi e infrastrutture informatiche indispensabili per l’erogazione di servizi del 112, nel caso la prima centrale non sia per qualunque motivo operativa, Giorgio Lenzotti ha prospettato la possibilità di appoggiarsi alla Lombardia, come già fanno altre regioni, o di deviare le chiamate ai singoli centralini.

Lenzotti ha, anche, spiegato che i lavori eseguiti eseguiti a Nuoro non sarebbe inutili, perché quando si trasferiranno le centrali a Sassari e a Cagliari, nei nuovi locali si potrebbe realizzare una sede operativa per la gestione centralizzata dei trasporti programmati.

Sul tema sono intervenuti Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Carla Cuccu (M5S), Giovanni Antonio Satta (Riformatori), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega). Gianfranco Ganau, Antonello Peru e Carla Cuccu hanno chiesto di avere maggiori chiarimenti sui costi e i tempi necessari per i diversi interventi di ristrutturazione e ha proposto di risolvere i problemi a Sassari. Per Ganau sarebbe più utile attivare la sede di Sassari con la gestione del disaster recovery in un’altra regione, in attesa di rendere operativa Cagliari. Gianfranco Ganau ha affermato che realizzare la centrale provvisoria a Nuoro sarebbe uno spreco. Per Daniele Cocco la sede Areus di Nuoro va potenziata e non svuotata di contenuti. Annalisa Mele ha sottolineato l’utilità di programmare un’audizione con l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e con il direttore generale dell’assessorato per valutare il tema anche con loro.

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«La battaglia per l’insularità si vince a Bruxelles con al fianco il governo italiano e costruendo un’alleanza strategica che coinvolga le isole del Mediterraneo, ad incominciare dalla Corsica e le Baleari.»

Lo ha affermato l’ex presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ascoltato questa mattina dalla commissione speciale “per il riconoscimento dell’insularità”, presieduta dal capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa. «Non serve reclamare ulteriori stanziamenti – ha spiegato il professore dell’Università di Cagliari – ciò che serve alla Sardegna è la modifica dei regolamenti comunitari che la penalizzano, ad esempio nel settore dei trasporti e dell’energia, e che riguardano, principalmente, i cosiddetti aiuti di Stato».

«L’isola però non parte da zero – ha aggiunto Francesco Pigliaru – perché dallo scorso febbraio il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha nella sua disponibilità la lettera che il sottoscritto, insieme al presidente della Corsica, Simeoni e a quello delle Baleari, Armengol, ha trasmesso ai capi di governo di Italia, Francia e Spagna, per richiedere all’Unione Europea la piena applicazione all’articolo 174 del trattato di funzionamento dell’Ue e consentire così alle regioni insulari di mitigare gli svantaggi che ci derivano dalla discontinuità territoriale.»

L’ex presidente del centrosinistra in Regione, sollecitato anche dagli interventi dei consiglieri Nico Mundula (FdI), Antonello Peru (Cambiamo!), Giuseppe Meloni (Pd) è Francesco Agus (Progressisti) ha quindi avuto modo di illustrare le principali azioni condotte nella passata legislatura ed ha evidenziato alcuni positivi risultati del “Patto per la Sardegna”, a suo tempo siglato con l’allora premier Matteo Renzi («gli stanziamenti per l’energia con il metano, per la continuità territoriale e la rete ferroviaria, sono ispirati dal concetto di insularità») nonché la necessità «di ribadire la richiesta di deroghe al livello europeo nell’applicazione delle stringenti norme in materia di aiuti di Stato».

«I documenti dell’Unione europea – ha concluso Francesco Pigliaru – dovrebbero avere sempre una valutazione oggettiva delle conseguenze che producono nelle isole e dobbiamo agire tenendo sempre a mente che i costi dell’insularità si riferiscono sempre a costi di servizi erogati a rete.»

Il presidente della Commissione speciale, Michele Cossa, dopo aver ringraziato il professor Francesco Pigliaru e ribadito la linea di azione del parlamentino per l’insularità («l’obiettivo principale resta il riconoscimento in Costituzione ma dobbiamo incidere su tutte le norme e i regolamenti italiani ed europei per vedere riconosciuti i diritti dei sardi») ha preannunciato l’invito alla partecipazione in audizione anche per gli altri ex presidenti della Giunta regionale e per i Parlamentari eletti nell’Isola.

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Il Consiglio regionale ha rinnovato i componenti di espressione regionale della commissione paritetica Stato-Regione sull’articolo 56 dello Statuto speciale della Sardegna.

La seduta pomeridiana del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Michele Pais con il primo punto l’ordine del giorno: l’esame del documento n. 5 “Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato – Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale”. Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Prima commissione (Autonomia), Pierluigi Saiu (Lega).

Prima di illustrare l’esito della discussione avvenuta in Prima commissione, Pierluigi Saiu ha voluto fare alcune considerazioni. “Nel dibattito di questa mattina abbiamo ascoltato, nel confronto tra maggioranza e opposizione, l’espressione di posizioni che, nei momenti più duri del confronto, si sono manifestate come molto lontane. Mentre l’esame di questo atto è stato affrontato con grande senso di responsabilità da parte delle forze di maggioranza e di opposizione”. Pierluigi Saiu ha continuato affermando che quando si richiama la maggioranza al suo dovere di garantire il numero legale nelle Commissioni e in aula, lo si fa a ragione: “Ognuno di noi ha il dovere di essere presente in Consiglio e in commissione e chi ha la responsabilità di governare la Sardegna ha una responsabilità ulteriore e non posso che riconoscere, oltre l’impegno delle forze di maggioranza, anche il senso di responsabilità delle forze di opposizione che, nella commissione, che ho l’onore di presiedere, partecipano, ognuno con la propria posizione politica, ma con grande senso di responsabilità”.

Pierluigi Saiu ha poi proseguito con la relazione, affermando che la Prima commissione, nella seduta del 5 novembre scorso, ha preso in esame la proposta della Giunta regionale relativa alla designazione quali componenti di designazione, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione, di cui all’articolo 56 dello Statuto speciale sardo, della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto, rispettivamente capo di Gabinetto e Direttore generale della Presidenza della Regione. “La commissione a maggioranza dei presenti, condividendo le indicazioni della Giunta, ha deliberato di proporre al Consiglio regionale di esprimere parere favore sulla nomina dei due componenti. La Commissione auspica – ha proseguito Pierluigi Saiu – che il Consiglio dia questo parere quanto prima per rendere subito operativa la Commissione paritetica al fine di proseguire il confronto con lo Stato su numerose e delicate questioni. La Commissione, infine, riferisce all’Assemblea che intende avviare una discussione sulla costituzione presso gli uffici della Regione di una struttura organica di supporto tecnico rispetto ai temi legati all’attuazione dello Statuto speciale, che operi in stretto raccordo con il Consiglio regionale”.

Su questo tema, ha proseguito il relatore, la Commissione ha avuto modo di confrontarsi, in particolare, mettendo in evidenza uno degli elementi peculiari della nostra autonomia speciale, che si esprime anche attraverso le norme di attuazione e che “ha visto in Prima commissione l’intervento dei docenti di Diritto Costituzionale, in particolare del professor Ciarlo, in tema di utilizzo migliore di questo strumento ai fini dell’esercizio pratico della nostra autonomia”. “E’ volontà condivisa della Prima commissione – ha concluso Pierluigi Saiu – trovare il modo di consentire l’utilizzo migliore dello strumento delle norme di attuazione così come già fatto da altre regioni a Statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, che attraverso questo strumento sono state capaci di esercitare la loro autonomia, così come saremo capaci di fare noi in questa legislatura”.

Il presidente Pais ha dato la parola al capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale ha fatto gli auguri alle neo componenti nominate e ha formulato l’auspicio che, come avvenuto nella scorsa legislatura, appena la Commissione sarà insediata, siano sentite dalla Prima commissione almeno le componenti di nomina regionale, affinché lo strumento delle norme di attuazione sia meglio utilizzato, tenendo conto che la provincia autonoma di Bolzano ne ha approvate 191. “Noi siamo la regione che ne ha approvate meno e credo che sia necessaria una collaborazione con chi dovrà rappresentare la nostra regione in seno alla Commissione paritetica”, ha concluso Francesco Agus.

Dopo che la Giunta ha dichiarato di rimettersi alla volontà dell’Aula, il presidente Michele Pais ha illustrato l’ordine del giorno (Saiu e più) “sul rinnovo dei componenti della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all’articolo 56 dello Statuto Speciale per la Sardegna”, in cui il Consiglio regionale esprime parere favorevole sulla nomina della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione.

L’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula con 31 voti favorevoli e 21 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas, per le dichiarazioni ai sensi dell’articolo 121, il quale ha ringraziato l’Aula di avergli “immediatamente permesso di riferire riguardo a un importante passaggio della vita democratica di quest’Isola e del Paese nel suo complesso”. “Non sono qui per celebrare risultati – ha affermato – o per attribuire meriti, ma per affrontare con tutto il Consiglio regionale il risultato di un confronto serrato, ma leale, con lo Stato che ci ha portato a tracciare il perimetro di una soluzione possibile per l’annosa vertenza che riguarda gli accantonamenti e le entrate della Regione.

La Sardegna è rimasta l’unica Regione con autonomia speciale a non aver siglato un’intesa per definire il contributo per il risanamento della finanza pubblica e rivendica una riduzione, che abbiamo portato avanti con forza, di questo contributo che la metta al pari delle altre regioni”.

Solinas ha spiegato che è stata presa ad esempio la regione Sicilia, che contribuisce al risanamento della finanza pubblica con l’1,14 per cento del Pil, contro il 1,6 della regione Sardegna. “Questo significa – ha spiegato – che applicando lo stesso parametro dell’1,14, il contributo che noi abbiamo sostenuto di dover riconoscere è pari a 383 milioni contro 536 che lo Stato aveva imposto unilateralmente, con un risparmio di 153 milioni che rimangono nella disponibilità del Consiglio per alimentare le politiche di settore”. Per Solinas si tratta di un primo importante risultato. Per il pregresso, in seguito ai pronunciamenti della Corte costituzionale relativi al 2018 e 2019, che imponevano allo Stato di raggiungere un accordo sulla quantificazione, l’accordo raggiunto prevede “412 milioni a saldo e stralcio del pregresso, che vengono riconosciuti con una pluriennalizzazione dal 2020-2025 che segue la pluriennalizzazione del debito di 244 milioni della Sardegna che saranno ripianati in tre anni”, in base ai trasferimenti che lo Stato in seguito all’accordo che verrà firmato. Solinas ha poi aggiunto che la Regione ha chiesto il riconoscimento, in seguito alla sottoscrizione dell’accordo, dei 76 milioni, che derivavano dai fondi Cipe, già stati usati nelle scorsa legislatura, per ripianare il disavanzo sanitario.

“La parte a mio avviso più importante di questo possibile accordo – ha continuato il presidente – è l’intesa su un grande piano infrastrutturale che inizi a colmare il gap delle infrastrutture che l’Isola soffre in termini di scuole, strade, opere per lo studio universitario e del settore sanitario”. Solinas ha spiegato che tutta questa partita ha portato all’individuazione “di risorse aggiuntive pari a 1 miliardo e 425 milioni e 800mila euro più 111 milioni” con vincolo di destinazione da destinare all’edilizia sanitaria. Quindi un plafond di circa 1,6 miliardi che potrà alimentare un piano di infrastrutturazione “che mi auguro si possa condividere in maniera ampia” perché verrà sviluppato nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda i trasferimenti per le Province si è ottenuta una riduzione di ulteriori 10 milioni alla contribuzione alla finanza pubblica che si sommano ai 50 milioni già ottenuti.

Ricordando al Consiglio che domani andrà a una riunione con il ministero dell’Economia e delle Finanze, con il ministero per il Sud e con La Ragioneria dello Stato, Solinas ha chiesto che, al di là degli schieramenti, si arrivi a un ordine del giorno unitario che dia forza nella trattativa alla Regione “e ci consenta di chiudere questa annosa vicenda e iniziare a lavorare da subito per pensare al migliore utilizzo di queste risorse che rappresentano una grande opportunità di crescita e di sviluppo per tutta la Sardegna”.

Dopo il presidente Christian Solinas ha preso la parola l’on. Cesare Moriconi (Pd), che ha parlato di “una discussione attesa da mesi. Era previsto che entro il 15 luglio avremmo concluso gli accordi con lo Stato per evitare di pagare oltre ingiustamente.  Le cifre di cui ci riferisce il presidente Solinas meritano approfondimento e considerazione, si tratta di una ipotesi di accordo importante. Sarebbe più responsabile approcciarsi con una astensione davanti a un documento di questo tipo: di buono c’è che ne parliamo e di male c’è che questa discussione è molto stretta. Dunque, annuncio l’astensione del gruppo del Pd”.

Per l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia) “abbiamo di fronte una vertenza importante e storica e oggi sarebbe importante avere un voto favorevole di tutti, non solo quello della maggioranza Sbagliato dividerci: ripensateci e firmiamo tutti”.

“Finalmente si parla di entrate e della vertenza”, ha detto l’on. Daniele Cocco (Leu), “dopo che la Corte costituzionale ha  sancito i nostri diritti. La nostra astensione sull’ordine del giorno è un fatto positivo, mi fido del presidente anche se non ho visto conti e tabelle. Il nostro dovere sarà tenere alta la tensione su questa vertenza perché tante sono le aspettative”.

Per Fdi ha preso la parola l’on. Fausto Piga, che ha ricordato alcuni passaggi della vertenza entrate vissuti anche da sindaco. “Massimo sostegno al presidente Christian Solinas. Questa è una riparazione dei danni alla Sardegna dai governi centrali che si sono succeduti. La Regione Sardegna deve essere trattata al pari delle altre e vorrei che dopo le entrate ci fosse una vertenza Sardegna, indipendente dal colore politico di ciascuno di noi. Vogliamo competere ad armi pari con tutti e non subire disagi dell’insularità”.

L’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha detto che “sistematicamente lo Stato ha una tendenza a non pagare e già dai tempi del sottosegretario Giorgio Macciotta ci siamo accorti di questo. Oltre alle entrate è utile anche regionalizzare la finanza locale, per avere ulteriori risorse. E suggerisco di aggiungere che queste risorse sono aggiuntive rispetto a quelle dell’obiettivo uno, per evitare che con i giochi di tre carte alla fine le risorse aggiuntive siano risorse già destinate alla Sardegna. Ecco, chiedo che sia chiara la provenienza delle risorse oggetto di questo accordo, prendiamoci il tempo necessario per valutare”.

L’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo e ha ricordato “il lavoro svolto dai rappresentanti Cinque stelle in Parlamento per arrivare al risultato di questo traguardo storico. Presto potremo dire di aver messo la parola fine alla vertenza entrate”.

Per il gruppo Udc l’on. Gian Filippo Sechi ha annunciato il voto favorevole: “Non ci abbattono le sconfitte e non ci esaltano le vittorie ma è giusto mostrare soddisfazione”. Della stessa opinione anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), che ha ricordato come già nel 2010 lo Stato iniziò ad applicare la politica degli accantonamenti contro le Regioni. “Ci ha pensato la Corte costituzionale, con le sentenze 6 e 31 del 2019, a spiegare che le norme di attuazione degli statuti speciali prevalgono sulla legislazione statale ordinaria. Non esistono governi amici o nemici ma controparti, perché portatrici di interessi diversi. E’ importante il risultato che ci ha portato oggi il presidente Solinas ma sulla partita delle accise dobbiamo ragionare sin dalla prossima nostra legge finanziaria. Dobbiamo liberarci di ogni complesso di inferiorità”.

Sempre dai banchi della maggioranza ha preso la parola il leader di Sardegna Venti/20, on. Stefano Tunis. “Finalmente iniziamo a costruire dalle fondamenta questa legislatura. In passato non è andata così e di questo grande risultato dobbiamo dare atto al presidente Solinas e al suo grande lavoro per arrivare al risultato. Un lavoro silenzioso, senza annunci, che rivela un metodo”. Per il Psd’Az è intervenuto l’on. Stefano Schirru che ha detto: “Questo argomento non dovrebbe trovare opposizione in Consiglio perché è interesse di tutte le forze politiche presenti qui che la quantità di denaro a disposizione aumenti. Ma c’è un messaggio più lungimirante ed è il dibattito sull’idea stessa di nazione rispetto allo Stato. Questo è il momento storico in cui le regioni d’Europa devono rimodulare le ragioni del loro stare insieme”.

Dai banchi della Lega l’on. Dario Giagoni ha ringraziato perché “l’impossibile è diventato possibile e la Lega ha ragione di gioire perché ha scelto il presidente Solinas come leader del centrodestra che oggi si mette giustamente questa medaglia al petto. Parte del maltolto ci viene restituito e si tratta di linfa vitale per il nostro territorio e dovranno essere investiti prima di tutto per una viabilità degna di questo nome”.

Per replica il presidente Alessandro Solinas ha detto: “Aggiungo un approfondimento a quanto ho detto prima e preciso che le risorse sono obiettivamente aggiunte e non le stesse risorse chiamate con un nome diverso. Su questo rassicuro l’on. Massimo Zedda, pur nella cautela dei rapporti con il governo centrale: si tratta di risorse aggiuntive e pluriennalizzate, dovremmo essere noi a programmare e a realizzare la spesa. Sulla vicenda delle province abbiamo applicato gli stessi parametri delle province delle altre regioni e arriveremo a 60 milioni di euro”. Il presidente ha proseguito: “Ho evitato di sottoscrivere l’accordo prima di confrontarmi con l’Aula e l’ho fatto per rispetto verso il Parlamento sardo, tutto il Parlamento e non soltanto le forze politiche che sostengono la mia maggioranza. Ringrazio chi ha speso parole lusinghiere verso di me: ho provato a fare il mio dovere con disciplina ed onore”.

Posto in votazione l’ordine della maggioranza (Mula e più) – che dà mandato al presidente della Regione per la stipula dell’accordo con il governo italiano sull’annosa questione delle entrate e degli accantonamenti – è stato approvato con 32 voti a favore e 22 astensioni.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi proposto la sospensione dei lavori ed il rinvio della discussione delle due mozioni iscritte all’ordine dei lavori mentre il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha sottolineato l’opportunità di una convocazione del Consiglio per la prossima settimana.

Il presidente del Consiglio ha dunque dichiarato conclusi i lavori e preannunciato la convocazione dell’Assemblea regionale al domicilio dei consiglieri.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla situazione del Centro addestramento e istruzione professionale (CAIP) della Polizia di Stato con sede ad Abbasanta.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: la mozione n. 60 “sulla situazione del Centro di addestramento e istruzione professionale (CAIP) della Polizia di Stato di Abbasanta”.

Il primo firmatario Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha ripercorso la storia del centro di addestramento della Polizia di Stato di Abbasanta, inaugurato negli anni ’60. «In passato ha formato centinaia di poliziotti e ha svolto un ruolo decisivo nella lotta ai sequestri di persona in Sardegna – ha detto Francesco Mura – qui si sono formati gli uomini dei servizi scorte e sicurezza, i Nocs e altre forze speciali della Polizia. Senza dimenticare il Reparto prevenzione crimine e il gruppo cinofilo per l’addestramento dei cani antidroga e antiesplosivi». Il presentatore della mozione ha poi ricordato la rilevanza, anche economica, rappresentata dal Caip per l’oristanese e per tutta la Sardegna. «Oggi si prospetta l’ipotesi che il Caip possa diventare un centro nazionale di addestramento per allievi agenti della Polizia di Stato – ha proseguito Francesco Mura – ciò sarebbe un’importante iniezione di fiducia per le nuove generazioni con un conseguente incremento degli organici della polizia in tutta la regione e in particolare nella Provincia di Oristano. Da qui la richiesta alla Giunta: «Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di trasformare il Caip in un centro di accoglienza per migranti – ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia – la Giunta si attivi per sollecitare l’inserimento, nel piano nazionale, sul corso per allievi agenti della Polizia di Stato nel Caip di Abbasanta».

Prima di aprire la discussione sulla mozione, il presidente Michele Pais ha espresso vicinanza e cordoglio alle famiglie dei Vigili del Fuoco caduti la scorsa notte ad Alessandria.

Ha quindi preso la parola Annalisa Mele (Lega): «Si temeva la chiusura del Caip, oggi si apre una nuova opportunità per l’oristanese e per tutta la Sardegna – ha detto Annalisa Mele – nella programmazione europea del prossimo settennio la Sardegna retrocederà nell’obiettivo 1. C’è l’opportunità di inserire da subito la nostra Isola nel PON nazionale sulla sicurezza. Non dobbiamo attendere il 2021 per fare questo».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito il sostegno del suo partito alla mozione. «Il Caip è un’eccellenza della Sardegna, apprezzata a livello internazionale per l’alto livello tecnico della formazione. In questo centro sono stati formati centinaia di poliziotti per la lotta al terrorismo, i servizi scorte, i Nocs e i reparti speciali. La notizia che possa diventare un centro di addestramento di agenti a livello nazionale deve essere accolta in modo positivo. E’ una nuova opportunità. Scongiurato il rischio chiusura c’è la possibilità di incrementare gli organici della polizia con importanti ricadute per i giovani sardi. Ecco perché occorre attivarsi da subito con il ministro dell’Interno per trasformare questa opportunità in realtà».

Il presidente della seconda commissione Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha rivolto un plauso ai consiglieri che hanno presentato la mozione: «E’ arrivato il momento di fare in modo che il Caip possa diventare un centro di addestramento a livello nazionale Tutto il gruppo dei Riformatori sardi sottoscrive in modo convinto l’iniziativa».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «La trasformazione del Caip avrebbe effetti positivi non solo per la provincia di Oristano ma per tutta l’Isola. Progetti di questo calibro sono importanti per ribadire quanta attenzione viene riservata da questo Consiglio alle forze dell’ordine e al principio di legalità. Uomini e donne in divisa rivestono una grande importanza nel tessuto sociale. Occorre farlo capire ai giovani. Stiamo lavorando per  l’apertura di altri centri di formazione rivolti ad altri corpi delle forze armate». Dario Giagoni ha poi rivolto un plauso alla proposta presentata dall’assessore all’agricoltura del comune di Siniscola per l’intitolazione del nuovo commissariato di Polizia a Emanuela Loi e proposto di approvare un ordine del giorno del Consiglio a sostegno dell’iniziativa.

Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il suo voto favorevole alla mozione: «Bisogna fare di tutto perché il Caip continui la sua attività. Diciamo no a chi vorrebbe trasformarlo in un centro di accoglienza per migranti. Il Consiglio regionale deve opporsi a questa eventualità».

Anche il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, ha dichiarato il suo voto favorevole: «Il Caip ha avuto un grande merito in tutti questi anni. Bene ha fatto Mura a presentare la mozione. Non bisogna infatti dimenticare i passi indietro fatti dallo Stato in altre circostanze – ha detto Daniele Cocco – quanto avvenuto qualche anno fa nel centro di addestramento della polizia a cavallo di Foresta Burgos, chiuso dopo investimenti di milioni di euro per adeguare la struttura, è una ferita ancora aperta. Il Caip serve non solo per l’attività specifica ma rappresenta un importante presidio del territorio anche dal punto di vista economico. E’ urgente che la Giunta si faccia parte attiva per tradurre l’impegno della mozione in atti concreti».

Favorevole alla mozione anche Roberto Caredda (Misto): «Lo dico da ex poliziotto, conosco bene l’attività di questo centro che ha rappresentato un punto di riferimento a livello nazionale. Grande merito va dato a chi lo ha fatto nascere e crescere come il generale Angioni».

Domenico Gallus a nome del gruppo Udc ha annunciato il sostegno alla mozione: «Tutti riconoscono la funzione svolta dal Caip in passato. Ricordo la presenza, negli anni ’60 e ’70, dei baschi blu ospitati ad Abbasanta per la lotta al banditismo. La storia dice che il centro deve essere potenziato».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere Eugenio Lai (Leu): «E’ stato presentato un ordine del giorno sugli sbarchi dei migranti – ha detto Eugenio Lai – in base a quale articolo del Regolamento il Presidente ha accolto questo argomento? Non è ammissibile che lei usi un filtro a maglie larghe quando si tratta di iniziative del suo gruppo. Se si vuole discutere l’argomento si porta in Conferenza di Capigruppo. Pensare di applicare il Regolamento a piacimento di un solo gruppo politico è assurdo, non è mai accaduto. Chiediamo un parere agli uffici sulla congruità dell’iniziativa».

A Lai ha replicato il presidente Michele Pais: «Il Regolamento è applicato in modo letterale. Ho sempre valutato ordini del giorno ammissibili o inammissibili sulla base del Regolamento. I giudizi prognostici non hanno senso».

In apertura del suo intervento Massimo Zedda, a nome del gruppo dei Progressisti, ha espresso solidarietà alle famiglie dei Vigili del Fuoco caduti sul lavoro ieri ad Alessandria. Sulla mozione, invece, Massimo Zedda ha auspicato che il Caip possa continuare a svolgere il suo ruolo anche in futuro. «Serve però immaginare un incentivo da parte dello Stato, anche dal punto di vista economico, per chi decide di venire a lavorare in Sardegna».

Sugli ordini del giorno presentati anche Massimo Zedda ha espresso forti perplessità sull’attinenza del loro contenuto con i temi in discussione. Rivolto al capogruppo della Lega Dario Giagoni, Massimo Zedda ha invitato a una riflessione sull’opportunità di chiedere l’intitolazione del nuovo commissariato di Siniscola ad Emanuela Loi: «Premesso che Emanuela Loi merita tutto il nostro rispetto per il suo sacrificio al servizio dello Stato – ha detto l’ex sindaco di Cagliari – suggerirei però di non interferire su immobili non di pertinenza della Regione scavalcando coloro che hanno titolo a proporre la medesima iniziativa. Non attiverei meccanismi che rischiano di degenerare. Occorre stare molto attenti anche perché c’è una polemica in atto sugli ultimi concorsi della Polizia di Stato dai quali, per un emendamento presentato dalla Lega che ha cambiato i requisiti richiesti, sono stati esclusi molti sardi, tra i quali proprio la nipote di Emanuela Loi».

Contrarietà alla presentazione dell’ordine del giorno sugli sbarchi ha espresso invece il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula: «Il problema è serio, su questo argomento abbiamo presentato una mozione. Andare a votare un ordine del giorno rischia di far perdere valenza a quella mozione. Se andrà in discussione il nostro gruppo si asterrà. Non ci interessano le primogeniture ma crediamo che vada aperta una discussione più ampia».

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere della Lega Pierluigi Saiu: «Ieri abbiamo assistito a una discussione appassionata sulla sclerosi multipla innescata da una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e sfociata nell’approvazione di un atto diverso. Anche in questo caso abbiamo assistito a una disputa sulla primogenitura. Per il secondo giorno consecutivo si rischia di fare lo stesso dibattito – ha detto Pierluigi Saiu – faccio un appello al Psd’Az: misuriamoci sui contenuti. L’ordine del giorno collegato è coerente con due mozioni in discussione oggi in Aula. Vogliamo rinunciare a discuterne per una questione di primogenitura o vogliamo invece confrontarci sul merito degli atti? Sarebbe un comportamento deludente. Lo dico soprattutto alle forze della maggioranza. La Lega ne trarrà le conseguenze».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere Gianfranco Ganau (Pd): «L’ordine del giorno sui migranti introduce argomenti che esulano dall’argomento in discussione. Lei, on. Pierluigi Saiu, può collegare questo ordine del giorno ad altre mozioni con questa non è attinente. Deve smetterla di dare lezioni agli altri. Deve avere rispetto».

Al termine dell’intervento del consigliere Ganau si è accesa una vivace discussione in Aula che ha indotto il presidente Pais a sospendere i lavori.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, a firma Michele Ennas e Dario Giagoni, e ne ha dichiarato l’ammissibilità ai sensi del Regolamento.

L’on. Francesco Agus (Progressisti) sull’ordine dei lavori ha precisato che l’ordine del giorno 1 “non è strettamente connesso ma nemmeno connesso e basta con il tema in discussione. Se quel che viene deciso in capigruppo non vale nulla allora l’alternativa è il caos e si decide volta per volta in Aula. Questa è una palese forzatura regolamento ad uso e consumo della forza politica del presidente del Consiglio”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20/venti) ha detto che non è possibile mettere in discussione l’interpretazione del presidente  e l’onorevole Agus se ne faccia una ragione”. Altre critiche sono giunte dal centrosinistra. L’on. Daniele Cocco (Progressisti) ha detto che “tutto questo non fa bene al Consiglio perché noi abbiamo votato un presidente garante di tutti. Chiedo che questi ordini del giorno non siano ammessi, perché sarà un precedente pericoloso”.

Anche l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha criticato l’ammissione dei due ordini del giorno: “Qualcuno dovrebbe spiegarci in via logica come si collegano gli sbarchi dei migranti con la caserma di Abbasanta. Qualcuno può motivare questa connessione? Anche le sentenze vanno motivate, figurarsi decisioni così”.

Anche l’on. Piero Comandini (Pd) ha contestato “la forzatura di questi ordini del giorno” e così l’on. Gianfranco Ganau, che si è detto “preoccupato dalle interpretazioni del Regolamento che  vengono fornite nelle ultime settimane. E’ evidente che questi emendamenti non c’entrino nulla con la mozione”.

Anche gli onorevoli Laura Caddeo ed Antonio Piu (Progressisti) hanno insistito nella richiesta: “Voglio sapere come possano essere accettati ordini del giorno così, sono davvero curioso”, ha detto l’on. Antonio Piu rivolto al presidente Michele Pais.

Per i Progressisti l’on. Eugenio Lai ha spiegato ironicamente che “il fenomeno delle migrazioni è interessante, soprattutto le migrazioni all’interno della maggioranza da un gruppo all’altro. Non capiamo però che collegamenti ci siano con il tema di cui discutiamo”.

Il vice capogruppo del’on. Roberto Deriu (Pd) ha invitato la maggioranza a riflettere: “Questo è un momento per sospendere e consentire alla maggioranza di fare chiarezza al suo interno, a fronte di una evidente forzatura interpretativa. Siamo spettatori interdetti e allibiti, non è il caso che ci sfidiate visto che non vi stiamo sfidando”.

Accogliendo l’invito dell’on. Deriu, il capogruppo della Lega, on. Dario Giagoni ha chiesto poi una sospensione dei lavori che il presidente Pais ha disposto.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dei Progressisti Gian Franco Satta ha ribadito la posizione espressa dal suo gruppo, cioè che l’ordine del giorno della Lega è inammissibile e l’iniziativa di quel partito è legata solo all’esigenza di segnare un punto politico coerente con una certa strategia nazionale. C’è uno strappo interno alla maggioranza fra Lega e Psd’Az, ha osservato, che fa male al Consiglio ed alla sua produttività nell’interesse della Sardegna.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’esito della precedente sospensione.

Il presidente si è riservato di fare comunicazioni in un secondo momento.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ricordando l’ampia condivisione della mozione di Fdi, ha invitato al presidente a dichiarare l’inammissibilità dell’ordine del giorno anticipando comunque la sua posizione contraria.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5s ha comunicato che per il suo gruppo l’ordine del giorno della Lega è inammissibile, invitando la presidenza a passare alla votazione della mozione di Fdi sul Caip di Abbasanta.

Il consigliere della Lega Michele Ennas, primo firmatario dell’ordine del giorno, ha difeso il documento sostenendo l’importanza dell’argomento per la Sardegna e per il territorio del Sulcis, proprio mentre il presidente della Regione sta incontrando i componenti della commissione bicamerale sull’immigrazione. La sinistra, ha proseguito, sta strumentalizzando tutto perché a livello nazionale vuole modificare la recente normativa in materia di sicurezza che invece va ancora rafforzata.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha ribadito che il suo gruppo non ha mai presentato mozioni contro gli assessori. Occorre un maggiore rispetto dell’Aula, ha aggiunto, fermo restando che non sempre la si può pensare allo stesso modo e vanno stigmatizzate le forzature del regolamento. Ieri, ha lamentato, è stato interrotto l’intervento del collega Giovanni Antonio Satta sulla continuità territoriale, per cui occorre capire se l’ordine del giorno è ammissibile.

Il consigliere Pietro Moro (Misto) ha lamentato che la mattinata sia trascorsa a discutere del nulla perché se l’ordine del giorno non è ammissibile è inutile continuare a parlarne; a prescindere dai contenuti della mozione sui quali noi siamo d’accordo, ha concluso, la questione va chiarita.

Il presidente Pais ha sostenuto che le sue scelte sono state sempre ponderate ed adottate senza distinzioni sulla base delle appartenenze; l’ordine del giorno, ha aggiunto, suscita oggettivamente divisioni fra le forze politiche ed i gruppi ma non si può impedire ad un consigliere di formulare proposte in quadro normativo nel quale l’interpretazione del regolamento è prerogativa del presidente e, nel merito, le problematiche riguardanti le forze di polizia e quelle dell’ordine ordine pubblico hanno attinenza con il fenomeno degli sbarchi. Pertanto, ha concluso, confermo l’ammissibilità dell’ordine del giorno.

In sede di replica a conclusione del dibattito sulla mozione, il primo firmatario della mozione Francesco Mura (Fdi) si è detto stupito di quanto accaduto a seguito della proposta del suo gruppo, precisando che i consiglieri hanno diritto di proposta ed ogni iniziativa può essere contestata nel quadro del potere del presidente di interpretare il regolamento. Io preferisco stare sui contenuti, ha concluso, ringrazio per il consenso manifestato dai gruppi e per questo rivolgo a tutti un appello per il voto unanime sulla mozione con oggetto il Caip di Abbasanta.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha criticato sia l’andamento di un dibattito che si è attardato su questioni di metodo che l’interpretazione, a suo avviso scorretta, del presidente del Consiglio, ad uso e consumo del suo partito politico. Abbiamo sempre riconosciuto le esigenze della maggioranza anche se non ha presentato leggi, ha ricordato, ma ora sono stanco di perdere tempo; in capigruppo si era deciso che il presidente della Regione dovesse essere qui a parlare di entrate (argomento di cui abbiamo appreso dai giornali), mentre sempre informalmente veniamo a sapere che è a colloquio col i componenti della commissione bicamerale sull’immigrazione.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che l’accordo dei capigruppo era di incontrare prima in sede in conferenza il presidente della regione nel pomeriggio prima di riferire in Aula, confermando che nel pomeriggio il presidente sarà in Consiglio.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, dopo aver detto che la presenza del governatore gli giunge nuova, ha annunciato il voto favorevole alla mozione precisando che, se è stato stravolto l’ordine dei lavori non è colpa nostra. Cocco ha poi suggerito al capogruppo della Lega di ritirare l’ordine del giorno per evitare un vulnus al regolamento.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S, favorevole alla mozione, si è associato all’invito formulato dal collega Daniele Cocco contestando l’interpretazione del presidente che, fra l’altro, a suo avviso crea un precedente molto pericoloso.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, citando l’art.54 della Costituzione che obbliga i dipendenti pubblici ad operare con disciplina e onore ha sostenuto che il vincolo del regolamento riguarda tutti e le sue violazioni sono soggette alle previsioni della legge anche con il coinvolgimento del prefetto e del ministero dell’Interno, come accade nei confronti di eletti ai vari livelli. Se questa è la strada che si vuole intraprendere, ha aggiunto, apriremo un grande dibattito consapevoli di muoverci in un campo minato.

Sempre per i Progressisti il consigliere Maria Laura Orrù ha lamentato la piega inaccettabile dei lavori che rischia di portare ad una delegittimazione dell’Aula, con forti riflessi negativi verso l’esterno, verso quanti chiedono alle istituzioni un grande recupero di credibilità. Le forzature del regolamento, ha continuato, creano precedenti che potrebbero avere ripercussioni negative in futuro ed anche la mozione se collegata all’ordine del giorno che contestiamo diventa un problema.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, favorevole alla mozione, ne ha sostenuto l’importanza in ambito regionale ma nello stesso tempo ha criticato con forza la decisione di dichiarare ammissibile l’ordine del giorno, ricordando che forse in passato è accaduto ma solo in presenza di una totale condivisione dell’Aula.

Il consigliere di Forza Italia Emanuele Cera si è detto favorevole alla mozione sulla quale ha auspicato un voto unitario del Consiglio, in considerazione dell’impatto positivo della struttura sia per la Sardegna che per il territorio dell’Oristanese.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, favorevole, ha però osservato che solo chi vuole alimentare un clima di paura vuole collegare i problemi della polizia con il fenomeno dei migranti, perché i veri temi che stanno a cuore alle forze dell’ordine sono risorse per le dotazioni, retribuzioni, contratti e turn over.

Il consigliere della Lega Michele Ennas, favorevole, riprendendo alcuni temi del dibattito ha polemizzato con il collega Massimo Zedda (con il quale ha dialogato vivacemente) che aveva richiamato la maggiore importanza di alcune vertenze industriali rispetto al problema dell’immigrazione.

Ha assunto la presidenza il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Antonio Satta, ha espresso rammarico “per ciò che sta accadendo in Aula” ed ha chiesto una sospensione dei lavori “per verificare se all’interno della maggioranza ci sia unità di intenti”. Il presidente Pais ha confermato la sospensione “ma soltanto a conclusione della votazione della mozione n.70”.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato voto favorevole alla mozione ma, riferendosi all’ordine del giorno sui migranti presentato dalla Lega, ha invitato ad una riflessione,  parlando “di opportunità dei temi da discutere anche alla luce delle previste comunicazioni del presidente della Giunta sulla vertenza entrate”. Il consigliere dei Progressisti, Gian Franco Satta, ha dichiarato voto di astensione sulla mozione n.70 “perché si è consentita l’ammissibilità di un ordine del giorno che non è attinente con gli argomenti in discussione”. Il consigliere dell’Udc, Pietro Moro, ha invitato il gruppo della Lega al ritiro dell’ordine del giorno («non siamo nelle condizioni di poterlo votare»).

Posta dunque in votazione la mozione n. 70 (Mura e più) che impegna la Giunta – “a porre in essere ogni utile iniziativa al fine di prevedere l’inserimento, nel piano nazionale, del corso per allievi agenti della Polizia di Stato da svolgersi nel Centro addestramento e istruzione professionale (CAIP) di Abbasanta” – è stata approvata con 48 a favore e 8 astensioni.

Il presidente Pais ha quindi dichiarato sospesi i lavori dell’Aula, per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il capigruppo della Lega, Dario Giagoni, ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno sul fenomeno degli sbarchi dei migranti nel Sulcis ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’ordine del giorno n. 2 per l’intitolazione ad Emanuela Loi del commissariato di Siniscola. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato la sottoscrizione del documento e l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 42 sì su 42 consiglieri votanti.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato l’Assemblea alle 17.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia e la mozione «sull’urgenza di verificare l’origine dei gravi disservizi relativi alla fornitura e consegna dei presidi e ausili necessari al trattamento dei pazienti in ADI».

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais, il quale, dopo le formalità di rito, ha dato la parola al capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, sul primo punto all’ordine del giorno (Mula e più) “sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia”. Sull’ordine dei lavori sono intervenuti Eugenio Lai (Leu) e Daniele Cocco (capogruppo Leu) per ricordare che la scorsa seduta si era interrotta per la mancanza del numero legale durante la votazione e ha chiesto di ripetere la votazione senza interventi. I consiglieri hanno chiesto anche l’interpretazione degli Uffici.

Il presidente Pais ha chiarito che è previsto l’intervento per dichiarazione di voto ogni volta che viene messo in votazione un documento.

E’ intervenuto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, il quale ha sottolineato l’importanza dell’argomento e ha ricordato con rammarico che l’Aula ha perso l’occasione di arrivare a un ordine del giorno condiviso. Franco Mula ha preannunciato il voto favorevole di tutto il Partito sardo d’azione all’ordine del giorno, ritenendo però “antipatico” l’atteggiamento della minoranza che vuole abbandonare l’aula, viste anche le rassicurazioni arrivate dal ministro.

Il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha evidenziato che il testo non era quello discusso nella scorsa seduta, che conteneva l’incremento di risorse per i Pif.

Il presidente Michele Pais ha rassicurato il presidente della Prima commissione, dichiarando che il testo in esame contiene le risorse per i Pif e che sarebbe stata distribuita la copia aggiornata.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha chiesto una sospensione di cinque minuti. Il presidente ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto il consigliere dei Progressisiti, Gian Franco Satta, il quale ha sottolineato che si tratta “del modello di sempre: gli strumenti regionali e nazionali sono lo strumento per riportare situazioni di crisi, in particolare il prezzo del latte, entro termini giudicati accettabili dalle controparti”. Non emerge alcuna idea o proposta che possa indicare al settore interventi mirati a sostegno del comparto, ha sostenuto Gian Franco Satta, ma nell’ordine del giorno l’occhio è puntato verso le pratiche sleali. Il consigliere ha anche evidenziato che è del tutto assente l’approccio al mercato, in particolare alla differenziazione, diversificazione, ricerca e sviluppo. Gian Franco Satta ha annunciato il voto contrario

Piero Comandini (Pd) ha espresso la solidarietà all’assessora dell’Agricoltura, visto che quello in discussione  è un «ordine del giorno di censura da parte della sua maggioranza, che l’ha abbandonata» nella gestione del prezzo del latte. Per questo, anche in disaccordo con i colleghi, ha dichiarato il voto a favore.

Eugenio Lai (Leu) ha ricordato che l’Aula si era lasciata qualche mese fa con l’approvazione di una mozione che prevedeva una riforma agraria con grandi interventi a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia. Il Consiglio invece esamina un ordine del giorno che riconosce i ritardi in capo alla Giunta e impegna la Giunta e l’assessora a risolvere la vertenza del latte. Lai ha sottolineato le continue critiche che arrivano all’assessora dal mondo agropastorale. Per il consigliere c’è assenza di prospettive e ci si affida alla neo ministra che cerca di porre rimedio alle promesse non mantenute dal precedente governo. Lai, annunciando il voto contrario, ha chiesto quali azioni si stiano attivando per portare il prezzo del latte a un euro.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha ricordato che tutte le mattine ci sono delle persone che prima che sorga il sole si alzano per svolgere il loro compiti e sono i pastori, che sono «elemento imprescindibile della nostra storia e tradizione». «Vorrei che quando le istituzioni li incontrano abbiano rispetto», ha detto, affermando che tutti hanno visto il video in cui «l’assessore ha rifiutato a uno di loro una stretta di mano» al termine di un tavolo tecnico. «Credo che nessun consigliere o assessore si sarebbe sognato di compiere un atto così incivile».

Il presidente Pais ha messo in votazione l’ordine del giorno, che è stato approvato.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Giovanni Satta (Psd’Az), che ha sollecitato l’Aula a discutere con la massima celerità le mozioni, di cui una presentata dal gruppo del Psd’Az, sulla continuità  marittima per capire le iniziative  che sta portando avanti il governo. Giovanni Satta ha chiesto al presidente Michele Pais la convocazione straordinaria del Consiglio regionale per analizzare il tema e nel frattempo di dare delega al presidente della Regione e all’assessore dei Trasporti affinché individuino le soluzioni per risolvere il grave problema della continuità marittima.

Massimo Zedda (Progressisti) ha sottolineato che il problema riguarda anche la continuità aerea e l’isolamento della Sardegna.

Anche Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti) ha chiesto che si discuta urgentemente del tema in Consiglio regionale e ha annunciato la presentazione di una mozione.

Il presidente Michele Pais ha annunciato che al termine della seduta convocherà una conferenza dei capigruppo.

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha chiesto cinque minuti di sospensione per parlare con la maggioranza. La seduta è stata sospesa

Alla ripresa dei lavori è intervenuto Diego Loi (Progressisti) chiedendo delucidazioni sulla nomina del commissario dell’Isre e sulla relativa delibera.

Il presidente Michele Pais ha affermato che effettuerà le dovute verifiche e ha aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno: le mozioni n. 91 (Desirè Manca e più) «sulla somministrazione delle terapie della sclerosi multipla in Sardegna» e n. 35 (Mele e più) «sull’urgenza di verificare l’origine dei gravi disservizi relativi alla fornitura e consegna dei presidi e ausili necessari al trattamento dei pazienti in ADI, con particolare riferimento ai pazienti affetti da sclerosi multipla».

Per l’illustrazione della mozione n. 91 è intervenuta il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Desirè Manca, ricordando che ci sono argomenti che non devono avere colore politico, come il tema della salute, del diritto alle cure e del diritto al lavoro.

Desirè Manca ha affermato che è in discussione un argomento importante, ossia quello della sclerosi multipla, che in Sardegna ha un’incidenza elevatissima: nell’Isola ogni 100.000 abitanti 337 sono colpiti dalla malattia a fronte di 193 ogni 100.000 abitanti nel resto del Paese. Si tratta, ha continuato, di una malattia complessa e imprevista e questa mozione ha l’obiettivo di garantire le migliori cure ai pazienti.

«La Sardegna è l’area geografica più colpita al mondo dalla patologia della Sclerosi multipla, causa più comune di disabilità neurologica, seconda soltanto ai traumi stradali; in Sardegna ogni 100.000 abitanti 337 sono colpiti dalla malattia a fronte di 193 ogni 100.000 abitanti nel resto del Paese. La malattia colpisce maggiormente la popolazione di sesso femminile con un’incidenza più che doppia rispetto a quella maschile. La malattia – ha affermato Desirè Manca – presenta notevoli complessità gestionali, non soltanto per l’elevato impegno assistenziale multiprofessionale richiesto da parte del Servizio Sanitario Regionale, ma anche per l’impatto sulla dimensione dei bisogni sociali correlato alla giovane età dei pazienti e all’elevato coinvolgimento delle famiglie nella progettazione e attuazione delle risposte assistenziali”. La consigliera ha poi proseguito: “Considerato che
terapie adeguate, grazie alla ricerca in continua evoluzione, rallentano il progressivo avanzamento della malattia consentendo alle persone che ne sono colpite di poter vivere in maniera dignitosa, malgrado gravi limitazioni; i diversi trattamenti terapeutici in uso sono rapportati all’avanzamento e alle varie forme della malattia, nonché alle particolari condizioni personali di ogni paziente; l’efficacia delle cure dipende anche dalla rigorosa cadenza temporale delle periodiche somministrazioni dei farmaci, mentre il percorso diagnostico/terapeutico e il costante monitoraggio sono fondamentali per bloccare e/o rallentare l’avanzamento della patologia”. Ma anche che “il momento della ricerca, della sperimentazione, delle analisi delle cause e della individuazione della terapia più appropriata costituiscono tappe fondamentali nel percorso per ottenere risultati incoraggianti; la deliberazione della Giunta regionale n. 7/48 del 12 febbraio 2019 riferita al percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la Sclerosi multipla in Sardegna recita che «il quadro normativo definito dalle recenti leggi regionali di riforma del Servizio sanitario, improntate sempre più ad assicurare modelli organizzativi di elezione, omogenei su tutto il territorio regionale, richiede la definizione e l’adozione di percorsi di presa in carico globale del paziente per le patologie di particolare rilievo epidemiologico». Desirè Manca ha continuato evidenziando che «nelle sole strutture sanitarie della città di Cagliari è possibile beneficiare di tutte le principali tipologie di cura della patologia, nonché praticare i protocolli sperimentali, mentre nei nosocomi degli altri territori dell’Isola vengono somministrate soltanto alcune delle terapie oggi disponibili; e che l’ampia estensione territoriale, le carenze croniche del sistema di trasporti pubblici della Sardegna e l’inadeguatezza della viabilità rendono quanto mai gravose e costose le vitali periodiche trasferte nel capoluogo degli ammalati residenti nel centro e nel nord dell’Isola, ma bisognosi di protocolli terapeutici praticati nella sola città di Cagliari». Per questi motivi, ha continuato Manca, la mozione impegna la Giunta regionale e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale «ad adottare i necessari provvedimenti perché tutti i protocolli e percorsi terapeutici della sclerosi multipla siano resi praticabili, con uniformità di trattamento, anche nel centro e nel nord Sardegna, potenziando a tal fine le strutture già esistenti e dando così concreta attuazione al diritto all’assistenza sanitaria sancito dall’articolo 32 della Costituzione».

Il consigliere Annalisa Mele, della Lega, prima firmataria della mozione n.35 sullo stesso argomento, ha ricordato che in materia di sclerosi multipla ed altre patologie neuro degenerative sono state fatte diverse segnalazioni sulle carenze del servizio sanitario regionale, dovute in parte alle restrizioni della spesa sanitaria. Per questo, ha sostenuto, occorre una profonda riorganizzazione del settore per garantire non solo il livello minimo delle prestazioni a livello nazionale che politiche più incisive a livello regionale che sono state accantonate nella precedente legislatura. E’necessaria valutare la sostenibilità delle azioni che dovranno essere programmate, ha concluso, ma senza indebolire l’intervento complessivo della Regione rivolto ai pazienti ma anche alle famiglie coinvolte.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha messo in evidenza la necessità di una proposta di revisione del sistema attuale per creare una vera e propria rete di contrasto e di cura della sclerosi multipla. Esistono gravi carenze di organico che vanno colmate, ha lamentato il consigliere, sia per rilanciare le attività di ricerca e sperimentazione che per garantire una maggiore estensione territoriale dell’assistenza, dato che il centro di Cagliari presso l’ospedale Binaghi lavora con una utenza più che doppia rispetto all’area di riferimento e senza collegamenti con le altre strutture del territorio regionale. La creazione di questa rete, ha concluso Agus, deve diventare una priorità del Consiglio regionale, anche con il contributo di nuovi giovani specialisti.

Ha assunto la presidenza il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Sempre per i Progressisti, il consigliere Gianfranco Satta ha ricordato una sua interrogazione sull’argomento presentata nello scorso mese di settembre. Le due mozioni, ha osservato, presentano molti punti in comune e rilanciano la necessità di accelerare il lavoro di un tavolo tecnico sulla patologia che, secondo informazioni dell’assessorato, sarebbe rallentato da problemi di organico. Un ostacolo da rimuovere al più presto, secondo Satta, che si è dichiarato sostanzialmente favorevole al contenuto delle due mozioni.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, in premessa, ha fatto una distinzione perché una cosa e l’Adi (Assistenza domiciliare integrata), una cosa la sclerosi multipla anche se le due cose sono indubbiamente complementari e collegate. In passato, ha ricordato, c’erano due centri di eccellenza a Cagliari e Sassari ed anche una struttura a Nuoro ma, nel tempo, hanno perduto la loro efficienza, a Cagliari per la divisione in più stabilimenti, col risultato che ora molti pazienti vanno direttamente a Milano o pagano addirittura l’albergo per soggiornare a Cagliari. Bisogna creare, ha auspicato, una organizzazione che ora non c’è e per questo rivolgo un appello all’assessore sia per valutare quanto fatto in precedenza che per impostare un programma forte per il futuro, con attenzione alla dimensione territoriale, nell’ambito della razionalizzazione della rete ospedaliera.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha affermato che, come già evidenziato dal collega Oppi, le due mozioni affrontano tematiche diverse che dovranno essere valutate in maniera differente. Dopo aver annunciato la preparazione di un ordine del giorno unitario, Mula ha ribadito la forte e preoccupante incidenza della patologia nell’Isola, superiore alla media nazionale, della quale non va trascurato il significativo impatto sociale. Va perciò assicurata, ha concluso, una assistenza di qualità in tutto il territorio regionale superando la fase di emergenza che ora vede una anomala concentrazione dei pazienti su Cagliari che crea ai pazienti ulteriori disagi.

Il presidente della commissione Sanità Domenico Gallus (Udc) ha preso in parte le distanze dalla mozione dei 5Stelle, osservando che il centro di Sassari è perfettamente funzionante ed applica tutti i tipi di terapia compresi i protocolli sperimentali. A differenza di Cagliari, ha precisato, ha solo meno personale e non dispone di una risonanza magnetica dedicata, strumento importante perché variazioni anche minime sono utilissime per la diagnosi e la somministrazione corretta dei farmaci. Quanto a Nuoro Domenico Gallus ha riferito di non essere riuscito a stabilire un contatto nemmeno dopo essersi qualificato.

Ha riassunto la presidenza dell’Assemblea il presidente Michele Pais.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha espresso apprezzamento per la mozione della collega Manca e, rispondendo a DonenGallus, ha ribadito che a suo giudizio non c’è risposta uguale in tutti i territori della Sardegna anche per le liste d’attesa ma non solo; è proprio questo che chiediamo all’assessore, basterebbe poco cominciando a dedicare due turni di risonanza ai pazienti affetti da sclerosi per alleviare la loro condizione.

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha detto che sulla sclerosi multipla la Sardegna non è all’anno zero come hanno recentemente riconoscono i referenti dei vari centri della Sardegna dove si praticano le migliori terapie: Sassari, Ozieri, Nuoro, Oristano e Cagliari. La rete di fatto c’è, ha spiegato, anche se è ancora in embrione, perché c’è carenza di specialisti dopo l’ondata di pensionamenti. Mario Nieddu ha poi annunciato che il tavolo tecnico riprenderà a lavorare a breve scadenza anche se occorrono figure professionali di riferimento e, quanto alle sperimentazioni, le fanno tutti i centri ma su indirizzi del il comitato etico. Un discorso a parte, ad avviso dell’assessore, va fatto per i protocolli e riabilitazione specifica della quale avrebbero necessità i pazienti ed anche questo servizio sarà attivato non appena ci sarà una maggiore disponibilità di fisioterapisti, mentre il problema delle risonanze troverà risposta col piano di abbattimenti liste d’attesa. Complessivamente, ha aggiunto Mario Nieddu, il nostro sistema fa fatica a fare piani terapeutici a 360 gradi con percorsi integrati fra strutture sanitarie e territoriali attraverso i Plus, a contiamo di dare anche questa risposta con i prossimi concorsi.

In sede di replica, il capogruppo del M5S Desirè Manca, rispondendo a Gallus, ha ribadito che non tutti i protocolli e percorsi terapeutici vengono applicati in tutto il territorio regionale, come segnalato da gruppi di pazienti costretti a recarsi a Cagliari per le cure.

Il consigliere Annalisa Mele, della Lega, ha condiviso in parte la mozione della collega Manca ma ne ha preso le distanze sul punto dei percorsi assistenziali integrati finalizzati alla presa in carico globale del paziente ed inseriti in un sistema sanitario integrato sul territorio con i servizi sociali (in parte gestito dai Plus) che nella precedente legislatura non è stato istituito.

Il consigliere Domenico Gallus (Udc), sull’ordine dei lavori, si è detto disponibile a votare un ordine del giorno unitario a condizione che vengano eliminate alcune parti della mozione n. 91, con riferimento al centro sulla sclerosi multipla di Sassari.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Ala ripresa dei lavori, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del M5S Desirè Manca ha detto di aver ricevuto un ordine del giorno, preparato dalla maggioranza, che nella prima parte è identico alla mozione del suo gruppo. Per cui, dicendo di non amare certi giochetti politici, ha proposto di votare la mozione con la seconda parte dell’ordine del giorno.

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, constatando che la collega Manca vuole i diritti d’autore sulla mozione, ha chiesto la votazione dell’ordine del giorno per parti.

Il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha sostenuto che, a questo punto, è opportuno che ciascuno voti i documenti nei quali si riconosce.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha affermato che non è vero che i testi sono uguali mentre i malati, ha detto, non prestano attenzione a certi dettagli.

Il consigliere Pietro Moro (Misto) ha affermato che le differenze fra i testi ci sono e comunque bisogna dare priorità ai problemi degli ammalati.

Il consigliere Nico Mundula (Fdi) ha ricordato che l’ordine del giorno è stato fatto per correggere alcuni errori contenuti nella mozione.

Il presidente ha comunicato che prima si voterà la mozione  e poi l’ordine del giorno.

Il consigliere Domenico Gallus (Udc), ribadendo quanto affermato in discussione generale, ha dichiarato il suo voto contrario alla mozione.

Il consigliere del Psd’Az. Franco Mula si è detto dispiaciuto per il mancato accordo unitario.

Il consigliere Daniele Cocco di Leu, favorevole, ha precisato che la collega Manca si è detta disposta a rettificare alcune parti della mozione, auspicando comunque un voto unanime.

Il consigliere Giuseppe Piu dei Progressisti, sottolineando il lungo dibattito sull’argomento, ha chiesto chiarimenti sull’emendamento orale proposto dalla collega Manca. (Af)

Il presidente ha riassunto le proposte all’attenzione dell’Aula ed il consigliere Piu si è detto favorevole alla votazione per parti della mozione presentata da Desiré Manca mentre il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha espresso dubbi sulla votazione per parti ed ha sottolineato come l’Aula risulti «spaccata su questioni di forma e non di sostanza». La capogruppo dei 5 Stelle, Desiré Manca, ha sintetizzato la sua proposta (sostituire  il dispositivo della mozione n. 91 con quello contenuto nell’ordine del giorno Mula e più) ed in ogni caso ha dichiarato voto favorevole alla mozione. A favore dell’ordine del giorno anche il capogruppo Pd, Gianfranco Ganau, che ha annunciato il ritiro della firma alla mozione n. 91.

Il presidente Pais ha quindi posto in votazione la mozione n. 91 (Desiré Manca e più) che non è stata approvata con 30 voti contrai, 7 a favore e uno di astensione.

Di seguito, dichiarata aperta la votazione sull’ordine del giorno n. 1 (Mula e più), in sede di dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere Roberto Deriu (Pd) che ha preannunciato voto favorevole e invitato il gruppo dei 5 Stelle alla sottoscrizione del documento. A favore anche il presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc) che ha ringraziato i 5 Stelle per aver posto all’attenzione dell’Aula il tema della sclerosi multipla; il consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, così come il capogruppo Leu, Daniele Cocco. Favorevole anche Franco Mula (capogruppo Psd’Az) e Stefano Tunis (Misto). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato con 54 favorevoli e un astenuto.

Al termine, l’Aula con 54 favorevoli e un’astensione ha approvato anche la mozione n. 35 (Mele e più) sui disservizi nella consegna dei presidi e ausili ai pazienti in Adi.

Il presidente Michele Pais ha quindi tolto la seduta e preannunciato la convocazione della capigruppo per oggi (mercoledì 6 novembre) alle 10.00 mentre alle 10.30 è convocata la riunione del Consiglio.

 

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sugli adempimenti conseguenti all’ordinanza della Corte di Cassazione sulla richiesta di referendum abrogativi ed il bilancio consolidato.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, alcuni consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il consigliere di Udc-Cambiamo Giorgio Oppi, auspicando che si possa mettere ordine nel disordine, ha ricordato la recente riunione dei capigruppo per consentire al Consiglio di operare in modo più spedito ma, ha osservato, tale volontà appare vanificata dalla decisione di convocare la quinta commissione per la giornata di giovedì, per cui è opportuno lo spostamento della riunione

Laura Caddeo, dei Progressisti, firmataria di una mozione presentata il 10 ottobre scorso per discutere le linee guida dal Piano di ridimensionamento scolastico, ha raccomandata la sollecita discussione dell’argomento perché, nel frattempo, l’assessorato ha convocato Comuni e dirigenti scolastici in assenza delle linee guida.

Il presidente ha recepito la richiesta.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ripercorso un suo intervento nella precedente seduta, finalizzato al rispetto della legge che prevede per i consiglieri regionali la disponibilità delle delibere di Giunta. Questo ancora non avviene, ha lamentato, e si tratta di un diritto che va salvaguardato.

Il presidente ha preso atto delle richiesta.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto l’inversione di ordine del giorno per trattare prioritariamente gli argomenti legati al bilancio che rivestono carattere di urgenza.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto 10 minuti di sospensione proprio in considerazione delle novità intervenute nel contenuto di alcuni documenti di provvedimenti di bilancio.

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha invitato la maggioranza a riflettere sulla necessità di assicurare il numero legale in presenza di provvedimenti che richiedono una maggioranza qualificata; occorre a suo avviso una regola chiara perché l’opposizione è stanca di coprire le assenze della maggioranza.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha ribadito che la richiesta di sospensione è dovuta soltanto alla necessità di approfondire il contenuto di alcune norme e spiace, ha aggiunto, che l’opposizione intervenga strumentalmente per far rilevare una presunta mancanza del numero legale che invece c’è.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha protestato contro quello che ha definito un teatrino che non va bene. Bisogna dire le cose come stanno, ha aggiunto, e cioè che il motivo della sospensione è dovuto alla la delibera di modifica di referendum presentato dalla Lega che richiede la maggioranza qualificata, cosa che adesso non c’è.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, ha chiesto l’autorizzazione ad allargare la pausa dei lavori per poter incontrare il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova sul prezzo del latte, paventando che forse la seduta riprenderà di pomeriggio.

Il presidente ha sospeso la seduta per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 98 (Giagoni e più) “sugli adempimenti conseguenti all’ordinanza della Corte di Cassazione sulla richiesta di referendum abrogativi.

Illustrando il provvedimento, il consigliere Dario Giagoni ha affermato che occorre dare seguito alle osservazioni dell’ufficio competente della Corte di Cassazione, con riferimento sia alla formulazione del quesito che va integrato con la trascrizione dei testi di cui si richiede l’abrogazione, che alla modifica della denominazione della richiesta referendaria. Quindi, ha concluso, è necessario anche cambiare il testo della mozione approvata dal Consiglio il 25 settembre scorso.

A nome della Giunta, la vice presidente Alessandra Zedda ha annunciato la rimessione all’Aula.

Per dichiarazione di voto il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ribadito le argomentazioni sostenute nella seduta precedente.

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20), favorevole, ha detto che i recenti fatti della politica richiedono ancora di più un rapporto sempre più stretto fra istituzioni e cittadini, superando alchimie incomprensibili. La proposta referendaria farà molto bene al dibattito ed alla comunità che sarà messa nelle migliori condizioni per comprendere compiutamente le scelte che la riguardano. Un segnale in questa direzione, ha concluso, è arrivato in modo molto forte dalle recenti elezioni regionali dell’Umbria.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha ricordato che il testo della mozione precedente, come aveva sostenuto l’opposizione, era scritto male, tanto è vero che la stessa Cassazione ha introdotto modifiche significative.

Messa ai voti, la mozione n.98 è stata approvata con 35 voti favorevoli

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del Documento n. 3 riguardante il bilancio consolidato della Regione per il 2018.

Il consigliere del Psd’Az Stefano Schirru, relatore di maggioranza, ha ricordato che il documento comprende il risultato economico patrimoniale e finanziario del sistema Regione inserito nella riforma normativa per il controllo della finanza pubblica, che va approvato entro il 30 settembre con riferimento all’anno precedente. Dal consolidato, ha proseguito, manca la relazione dei Revisori dei Conti il cui collegio non è stato ancora completato, ma l’elemento più significativo riguarda la visione incompleta dei dati relativi ad Enti ed Agenzie perché non tutti hanno trasmesso la prescritta relazione in tempi utili. Per questo, ha concluso, è auspicabile l’adozione di provvedimenti adeguati e di direttive che consentano sia un indirizzo più incisivo della capogruppo-Regione, che una maggiore efficienza in tema di governance e controlli.

Il consigliere Massimo Zedda, relatore di minoranza, ha sottolineato alcuni aspetti preoccupanti del consolidato, sia per quanto concerne la sottovalutazione degli obblighi delle partecipate nei confronti della capogruppo-Regione, fatto che determina una vistosa carenza di dati numerici, riferibili a ben 15 soggetti su 32 che non hanno trasmesso documenti, indebolendo di fatto il consolidato in termini di programmazione controllo ed intervento in caso di inefficienze. A nostro giudizio, ha aggiunto, il documento presenta anche una sottovalutazione degli effetti delle assunzioni effettuate dalle partecipate che si riflette sulla capacità assunzionale della capogruppo e non deve andare fuori controllo. Zedda ha infine proposto che, all’atto della nomina degli amministratori, siano introdotte in un quadro di indirizzi più stringenti, misure sanzionatorie con il taglio dei premi di produzione, per quanti non presentino in tempo i documenti di bilancio.

Il presidente ha dato la parola all’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Fasolino, il quale ha condiviso  l’analisi fatta dal consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, e ha affermato di ritenere utile avere uno strumento che consenta di intervenire sull’amministratore o il commissario dell’ente. Per Fasolino sarebbe necessario che gli obblighi venissero estesi anche a quelle società, seppur piccole, che non rientrano nel bilancio consolidato, ma che incidono sul bilancio della Regione.

L’Aula ha poi approvato gli allegati 1, 2, 3 e, infine ha dato il via libera al documento con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha aperto la discussione sul successivo punto all’ordine del giorno: il Disegno di legge 22/A “Riconoscimento di debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettere a) ed e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), e successive modifiche ed integrazioni, e autorizzazione di spese non rientranti tra i debiti fuori bilancio di cui all’articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011”.

Ha preso la parola il relatore di maggioranza, Stefano Schirru (Psd’Az), il quale in apertura ha ringraziato il vice presidente della Commissione bilancio, Cesare Moriconi, e la struttura della Commissione per il lavoro svolto.

Il provvedimento in esame, ha spiegato Stefano Schirru, prevede due tipologie di debiti fuori bilancio: quelli derivanti dalle sentenze esecutive e quelli per l’acquisizione di beni e servizi in assenza di un preventivo impegno di spesa. Poi all’articolo 3 è presente un elenco di spese non rientranti tecnicamente nei debiti fuori bilancio: si tratta dei contributi obbligatori dovuti all’Anac in occasione della pubblicazione di gare e spese di notifica di verbali per violazione del codice della strada. L’articolo 4 prevede la copertura finanziaria e infine l’articolo 5 l’entrata in vigore. Il testo del disegno di legge, ha continuato il relatore, è correlato da una dettagliata relazione nella quale, come chiarito dall’assessore alla Programmazione, ciascun assessorato interessato, dopo aver ricostruito l’iter di formazione dei debiti in esame ha attestato la sussistenza degli stessi. I dati sono poi stati verificati dall’assessorato della Programmazione.

Stefano Schirru ha poi spiegato che l’assessore, in Commissione, ha anche illustrato i due emendamenti proposti dalla Giunta: un emendamento aggiuntivo all’articolo 2 per ulteriori debiti dovuti all’acquisizioni di beni e servizi da parte degli assessorati, e un emendamento articolo 4 che ricalcola il totale delle risorse necessarie per la copertura anche dell’emendamento all’articolo 2 (1,945 milioni per il 2019 e 5.937 euro per il 2020). La commissione Bilancio ha approvato, nella seduta del 16 ottobre 2019, il Disegno di legge in esame come modificato e integrato dagli emendamenti, ha concluso Schirru, con i voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e l’astensione dei gruppi di opposizione.

Come relatore di minoranza è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha ringraziato anche lui per il lavoro svolto il vice presidente Cesare Moriconi e referendari consiliari. Il consigliere di opposizione ha esaminato nel dettaglio due punti. Il primo è stato quello relativo alla “realizzazione di un sistema di monitoraggio elettronico e di sistemi di comando per la prevenzione degli incendi nelle zone boschive individuate dal piano regionale ex legge 1 marzo 1975 n. 47”, per cui il Servizio vigilanza e coordinamento tecnico della Direzione generale del Corpo forestale, in data 4 giugno 2008, non aveva approvato la relazione e il certificato di collaudo presentato, ritenendo che gli atti fossero affetti da abbondanti sintomi di inidoneità per verificare se il sistema di monitoraggio elettronico fosse eseguito secondo le prescrizioni tecniche prestabilite ed in conformità al contratto e agli atti aggiuntivi successivi. Nella stessa data veniva revocato l’incarico ai collaudatori e successivamente negato il pagamento degli onorari.  Con sentenza del Tribunale di Cagliari, pubblicata il 20 novembre 2018, la Regione è stata condannata al pagamento degli onorari e delle spese. Massimo Zedda ha chiesto di capire cosa avesse originato nel 2008 l’opposizione della Regione e se quel sistema di monitoraggio contestato ha poi funzionato.

Il secondo debito fuori bilancio di cui si occupato il relatore di minoranza è stato quello relativo alla vicenda di Tuvixeddu, quando, ha spiegato Massimo Zedda, due legislature fa la Regione Sardegna scelse la via dell’arbitrato. Gli arbitri, ha ricordato il consigliere, avevano stabilito che la Regione dovesse risarcire 84 milioni di euro. Un anno fa si è scoperto, ha continuato Massimo Zedda, che la Regione deve 1 milione di euro. Il consigliere dei Progressisti ha chiesto di capire quali azioni e motivazioni siano state presentate per ottenere questo stravolgimento e quali azioni la Regione stia intraprendendo per riottenere gli 83 milioni di euro già erogati. Massimo Zedda ha, infine, dichiarato il voto di astensione.

Il presidente Pais ha dato quindi la parola alla Giunta. L’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Fasolino, ha ritenuti esaustivi gli interventi dei due relatori e ha affermato che, come assessore del Bilancio, ha il ruolo di riconoscere i debiti fuori bilancio in base all’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42). Giuseppe Fasolino ha poi affermato che per entrare nel merito delle vicende che hanno portato ai debiti fuori bilancio riconosciuti è opportuno fare riferimento agli assessorati competenti.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che è stato approvato con 28 voti favorevoli e 20 astenuti. L’Aula ha poi approvato gli articoli 1 e 2 con 32 voti favorevoli e 21 contrari.

Sull’articolo 3, il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha presentato un emendamento aggiuntivo orale per recepire una norma nazionale e consentire agli operatori che hanno concessioni demaniali di poter mantenere le strutture montate fino al 31 dicembre 2020, in attesa dell’approvazione di una norma regionale specifica. Contro l’emendamento si è pronunciato il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus. Sono poi intervenuti Giovanni Satta (Psd’Az), Massimo Zedda (Progressisti), Angelo Cocciu (FI) e Giuseppe Meloni (Pd). (eln)

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha invitato il presidente del Consiglio a dichiarare prima della discussione l’eventuale ammissibilità o meno degli emendamenti presentati: «Posto che la materia debba essere affrontata con un provvedimento organico noi non vogliamo entrare nel merito della questione, ponevamo solo una questione di opportunità».

Il consigliere Roberto Li Gioi (M5S) si è detto dispiaciuto per la decisione del gruppo dei progressisti di opporsi all’emendamento orale «fondamentale per tutelare una categoria di imprenditori che ha bisogno di certezze».

Il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha ribadito la sua posizione: «La nostra posizione è chiara: la norma statale può e deve essere applicata. Se non c’è competenza della Regione sul demanio vuol dire che la competenza è dello Stato. Alcune norme statali possono essere recepite automaticamente, per altre occorre farlo espressamente. In questo caso, l’assessorato all’urbanistica non vuole prendersi responsabilità. Non si può chiedere al Consiglio di esprimersi su una materia sulla quale non ha competenza. Si rischiano contenziosi che potrebbero trasformarsi in un danno per i lavoratori. La mia contrarietà è dovuta anche a questioni di metodo, credo che il tema meriti una seria istruttoria. Devono essere sentiti tutti: direttori dei servizi, direttori generali e assessori».

Il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu (Forza Italia) si è pronunciato a favore dell’emendamento chiedendo alla maggioranza di andare avanti nella discussione.

Il proponente Franco Mula (Psd’Az) ha ribadito: «Non votare un emendamento per una questione di metodo mi sembra davvero singolare. Non lo chiedo per me ma per chi ha problemi in tutta la Sardegna. Si tratta solo di recepire una legge nazionale».

Giorgio Oppi (Udc), rivolto all’on. Cocciu, ha ricordato le disposizioni del regolamento sulla presentazione di emendamenti orali in aula: «Stiamo perdendo tempo, quando un solo consigliere si oppone l’emendamento decade, non c’è oggetto di discussione».

Sulla stessa linea il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, che però ha avanzato una proposta: «Visto che non c’è unanimità sull’emendamento perché non fare un ordine del  giorno per chiedere all’assessore di applicare la normativa nazionale? Se la norma esiste va applicata, altrimenti si danneggiano le persone che lavorano costringendole a spendere inutilmente i pochi soldi che hanno guadagnato d’estate».

Di diverso avviso Massimo Zedda (Progressisti): «Abbiamo già affrontato questo tema delle concessioni balneari discutendo la mozione presentata da Dario Giagoni (Lega). Il problema nasce perché la norma sta cedendo davanti ai tribunali e c’è difficoltà di applicarla da parte degli uffici, anche a livello nazionale. Ci sono dubbi di legittimità. Se a questo si aggiungono i nostri problemi con i piani di utilizzo dei litorali si capiscono i timori degli uffici. Serve chiarezza, finora i tentativi di risolvere in modo differente le varie  situazioni sono andati a sbattere contro un muro. Continuare ad affrontare in questo modo la questione rischia di arrecare danno a chi opera nei litorali».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha contestato la linea dell’opposizione: «Presenteremo una proposta di legge. La gente però deve sapere che l’emendamento non è passato per questioni di lana caprina».

Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato non ammissibile l’emendamento orale per la contrarietà di una parte della minoranza e ha messo in votazione l’articolo 3 “Autorizzazione alla copertura di spese non rientranti tra i debiti fuori bilancio di cui all’articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011” che è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento aggiuntivo n.1 che riconosce un debito fuori bilancio di 315 euro a favore dell’Anac (contributo obbligatorio per l’espletamento di alcune gare).

L’Aula ha poi  approvato l’emendamento n.2, sostitutivo totale dell’art.4 (Copertura finanziaria), l’articolo 5 “Entrata in vigore” e la Tabella allegata.

Il testo finale del provvedimento è stato, infine, approvato con 31 voti a favore. 23 gli astenuti.

Successivamente, il presidente Michele Pais ha messo in discussione il terzo punto all’ordine del giorno: Variazione del bilancio del Consiglio regionale. Ad illustrarla il questore Antonio Piu (Progressisti): «Si tratta di circa 10 milioni di euro di avanzi di amministrazione. Soldi non spesi dal Consiglio regionale che adesso vengono liberati. Abbiamo avanzato all’assessore al bilancio una proposta di utilizzo della somma». Posto in votazione il documento è stato approvato con con 45 voti contrari e tre astenuti.

Il presidente Michele Pais ha quindi annunciato la richiesta di rinvio in commissione “Bilancio” della Risoluzione n.1 sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra Stato e Regione.

Sul punto ha preso la parola il consigliere Cesare Moriconi (Pd): «Prendo atto dell’orientamento del Consiglio vorrei però che si capisse il senso dell’iniziativa discussa e approvata con urgenza dalla Commissione – ha affermato Cesare Moriconi – quel documento si riferiva a una data precisa, il 15 luglio, termine in cui il Governo doveva decidere sulla misura degli accantonamenti da inserire nella legge di stabilità.

Questa risoluzione puntava a una mobilitazione generale e alla convocazione straordinaria del Consiglio. Non è una ricerca di responsabilità politica. Oggi c’è ancora il rischio che la Sardegna continui a dover contribuire pesantemente al risanamento della finanza pubblica nazionale. Se non si interviene entro la definizione della prossima legge di stabilità il rischio aumenta. Serve una battaglia unitaria di tutto il Consiglio. Tutti i parlamentari sardi devono impegnarsi nella prossima legge di stabilità. Ecco perché credo che un ulteriore rinvio sia un errore. Chiedo che in commissione si acceleri la revisione del dispositivo approvato».

Il presidente Michele Pais si è detto d’accordo con Moriconi e ha auspicato che i lavori della commissione “Bilancio” si concludano nel più breve tempo possibile. «Questo – ha detto Michele Pais – è il tema dei temi. Serve una soluzione rapida». Posta in votazione la richiesta di rinvio in commissione della Risoluzione n.1 è stata approvata per alzata di mano.

Il presidente ha quindi dichiarato conclusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 5 novembre.

 

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Le commissioni Cultura e Turismo del Consiglio regionale, nella seduta congiunta presieduta da Piero Maieli (Psd’Az), hanno ascoltato l’assessore del Turismo Gianni Chessa sulle problematiche riguardanti la ripartizione dei fondi previsti dalla legge regionale n. 7 del 1955, oggetto di un ordine del giorno con la richieste di risorse aggiuntive approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 22 ottobre scorso.

Nella sua relazione l’assessore Gianni Chessa ha ricordato che nel 2019 si è registrato un consistente aumento delle domande (181 in più) rispetto all’anno precedente, determinando una situazione di squilibrio fra il fabbisogno (circa 14 milioni) e la disponibilità (6.4 milioni) che ha consolidato la tendenza alla crescita già emersa nelle annualità precedenti. E’chiaro, ha sostenuto l’assessore, che per il futuro bisognerà rivedere la normativa per l’accesso ai fondi regionali superando la logica del “pozzo senza fondo” ma, per il presente, è necessario individuare una soluzione sostenibile in linea con il contenuto dell’ordine del giorno votato dal Consiglio, tenendo però presente che non abbiamo voci di bilancio “libere” e che, quindi, si dovrà procedere in tempi brevi ad una variazione.

Successivamente ha preso la parola il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana che ha chiesto alla commissione “uno sforzo importante” per sanare una situazione diventata oggettivamente molto difficile nella parte finale dell’anno. Emiliano Deiana ha poi espresso una valutazione positiva sull’ordine del giorno approvato dal Consiglio, dicendosi disponibile a lavorare ad una riforma organica della normativa regionale, condivisa con le autonomie locali.

I rappresentati delle associazioni dei settori cultura e spettacolo hanno messo l’accento soprattutto su tre punti: il ritardo con il quale sono state pubblicate le graduatorie, la difficoltà di far confluire in una programmazione unitaria le tempistiche di diversi enti pubblici ed i rapporti con sempre facili con gli uffici della Regione. La nostra preoccupazione, hanno sintetizzato, è che la mancanza di una soluzione positiva per il 2019 metta in pericolo anche la nostra capacità di stare sul mercato nelle annualità successive. Le associazioni hanno manifestato infine la massima apertura verso una riforma complessiva della legge regionale di settore, assicurando il loro contributo costruttivo.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Francesco Stara, Laura Caddeo e Francesco Agus dei Progressisti, Desirè Manca del M5S e Piero Comandini del Pd.

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I consiglieri regionali del centrosinistra hanno presentato un’interrogazione per sollecitare l’intervento della Giunta regionale per sostenere i soggetti pubblici e privati che hanno subito danni con gli incendi di luglio ed agosto divampati nei territori di Siniscola, Tortolì e Bari Sardo.

«Le comunità danneggiate dagli incendi scoppiati questa estate in Ogliastra e Baronia attendono ancora oggi un intervento della Regione, annunciato e mai concretizzato. La Giunta si era impegnata, più a mezzo stampa che con atti concreti, a fornire aiuti finanziari alle amministrazioni comunali e alle aziende agricole in ginocchio. Ma di fatto non ha avviato alcun intervento di supporto per ripristinare i danni e consentire il riavvio delle attività produttive.»

Subito dopo gli incendi, una delegazione dei Progressisti, guidata da Massimo Zedda e dal capogruppo Francesco Agus, si è recata nelle aree percorse dal fuoco. Insieme agli amministratori locali di Siniscola, i consiglieri regionali del centrosinistra hanno preso visione dei danni registrati nelle aziende agricole e raccolto  le testimonianze degli imprenditori.

Per stanziare risorse straordinarie per i primi ed urgenti risarcimenti dei danni riportati nelle zone colpite dagli incendi, gli esponenti di opposizione avevano presentato un emendamento alla variazione di bilancio discussa in agosto in Consiglio regionale. In commissione Bilancio la proposta era stata ritirata a seguito delle rassicurazioni della Giunta che annunciava imminenti provvedimenti in corso di approvazione da parte dell’organo esecutivo.

«Constatiamo – sottolineano i Progressisti – che la Regione fino ad ora si è limitata soltanto a inoltrare al Governo gli appelli lanciati dei comuni colpiti dagli incendi, agendo da passacarte e disinteressandosi del problema. Eppure nei giorni successivi agli eventi incendiari di Siniscola la Giunta regionale aveva promesso interventi per 1 milione di euro. In seguito solo un silenzio assordante e imbarazzante.»

I consiglieri regionali dei Progressisti, PD e LEU che hanno sottoscritto l’interrogazione chiedono di fare il punto sulle azioni messe in campo dalla Giunta per il ripristino dei danni riscontrati nei vari territori.

«Non si può sempre far conto sulla solidarietà dei sardi e sulla caparbietà degli amministratori locali per vedere risolte situazioni emergenziali. Ci amareggia riscontrare che la lentezza con la quale l’esecutivo regionale decide sul da farsi rappresenti un ulteriore ostacolo a chi, dopo oltre 3 mesi, si ritrova ancora senza strutture, attrezzi e macchinari per riprendere le attività produttive. Non stupisce che oggi il loro stato d’animo sia di sconforto totale e che, dopo una vita di sacrifici, stiano anche pensando di mollare tutto.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge contenente disposizioni in materia di enti locali e respinto la mozione in materia di prezzo del latte.

Il presidente Michele Pais ha dichiarato aperta la seduta con l’esame del DL 51 “Disposizioni in materia di Enti Locali”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Cocco (Progressisti) ha chiesto che «i lavori vadano ad oltranza in modo da affrontare tutti i punti all’ordine del giorno» mentre l’on. Gianfilippo Sechi ha annunciato al’Aula la nascita del nuovo gruppo “Udc-Cambiamo!“.

Sull’emendamento 51 (Satta e più), unico emendamento sopravvissuto ai ritiri dei presentatori, l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha detto: «Intendiamo riportare le nomine degli amministratori straordinari nell’ambito del Consiglio delle autonomie locali, limitando l’illegittimità del vostro disegno di legge».

Contrario l’on. Pierluigi Saiu (Lega), che ha detto al centrosinistra: «Vi riscoprite paladini del Consiglio delle autonomie locali, nonostante lo abbiate ignorato per cinque anni interi nella scorsa legislatura.  Tutto ciò è meraviglioso e noi lo contestiamo nel merito: i sindaci devono fare i sindaci e non gli amministratori straordinari».

Favorevole invece all’emendamento il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau: «Ricordo che sotto il governo Cappellacci ci fu una lunga discussione con il Cal per le nomine dell’Ato. E alla fine il testo fu sostituito con la designazione del Cal: è un criterio che potrebbe valere anche in questo caso, senza che ci sia scandalo».

Anche l’on. Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti) si è detto favorevole all’emendamento e ha invitato la maggioranza e i suoi esponenti di spicco «a un maggiore ascolto, anche perché il legislatore regionale non ha il diritto di intervenire su tutte le materie in questo campo. Temo che la legge sia viziata e impugnata dal governo, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto presentando l’emendamento 51».

Voto favorevole anche per l’on. Massimo Zedda (Progressisti), secondo cui «possiamo discutere quanto vogliamo di che cosa è stato fatto bene o male nella passata legislatura. Non capisco perché però si debbano reiterare gli errori. E non accetto il vostro giudizio sul nostro atteggiamento sul Cal, visto che alle scorse europee abbiamo candidato all’unanimità proprio il presidente del Cal, attuale sindaco di Nuoro».

Per Leu l’on. Eugenio Lai «l’on. Pierluigi Saiu ripete come un disco rotto le accuse nei confronti del Pd e del passato. Ma se lui rappresenta la discontinuità spetta a lui segnare questa discontinuità» mentre l’on. Diego Loi (Progressisti) ha affermato: «Le autonomie locali sono o non sono l’espressione più alta della rappresentanza popolare? Se sì, mi sembra molto contrastante negare il diritto alle autonomie locali ad esprimere la rappresentanza nelle province, anche attraverso il Consiglio delle autonomie locali».

Il vicecapogruppo del Pd, on. Roberto Deriu, ha detto: “Sono molto d’accordo con quanto affermato dall’assessore agli Enti locali. Al punto che dico: se voi volete l’elezione diretta delle Province, perché non l’avete scritto nella legge? Lo so: perché non avete ancora messo la testa sulla materia. Il governo siete voi e spetta a voi la responsabilità dei compiti più ingrati. Vi consigliamo di votare questo emendamento perché almeno date a queste province un assetto democratico. Perché non avete sfidato il governo se credete che sia giusto consentire l’elezione diretta delle province”.

Replicando all’on. Roberto Deriu, l’on. Franco Mula (capogruppo Psd’az) ha annunciato il voto contrario e ha detto: “Voteremo contro non perché non ci sia un criterio logico in questo emendamento ma perché dopo sei mesi è giusto che diamo un segnale di cambiamento in attesa delle elezioni”.

Anche l’on. Daniele Cocco (Leu) ha annunciato il voto a favore dell’emendamento 51: “Ha detto bene il presidente Deriu e non possiamo aspettare un altro anno di commissariamento”. Concorde anche l’on. Antonio Piu (Progressisti): “Se dopo sette mesi ancora non riuscite a delineare una strategia e una riforma degli enti locali, inizio un po’ a preoccuparmi”.

Dal centrodestra l’on Giorgio Oppi (Udc) ha preso la parola: “Ora dobbiamo approvare la legge e vi bocceremo anche questo emendamento. Sarei grato se rispettassimo l’accordo e ci occupassimo degli altri temi all’ordine del giorno”.

Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni “le argomentazioni del presidente della Prima commissione, on. Saiu, sono deboli e pretestuose. Per quanto tempo pensate di andare avanti parlando di chi vi ha preceduto”.

Sempre dai bandi dell’Udc l’on. Domenico Gallus ha preso la parola. “E’ giusto che la faccia ce la mettiamo noi, non abbiamo nessun problema a prendere decisioni chiare”.

L’Aula ha respinto l’emendamento 51 (Satta e più) con 39 voti contrari.

Approvato invece l’articolo 1 e dunque la legge, con 32 favorevoli.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dei 2 ordini del giorno presentati.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno da lui proposto come primo firmatario, in considerazione dell’incontro di diverse sensibilità tendenti ad includere alcuni Comuni all’interno della Città Metropolitana di Cagliari.

Il presidente ha avviato la discussione dell’ordine del giorno n. 2.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, raccogliendo le indicazioni provenienti da alcuni gruppi di maggioranza ed opposizione, ha proposto una breve sospensione della seduta per favorire la stesura di un ordine del giorno condiviso. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato il ritiro dell’ordine del giorno n.2, sostituito integralmente da un nuovo documento sulla copertura finanziaria da assegnare alle domande giudicate ammissibili in materia di manifestazioni di grande interesse turistico dalla normativa regionale (legge 7/55). Essendo rimaste fuori iniziative per un controvalore di circa 6 milioni di euro, l’ordine del giorno impegna la Giunta e l’assessorato a reperire le risorse necessarie e, in tempi brevi, riordinare la materia attraverso un disegno di legge organico.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 51 voti favorevoli e 2 astenuti.

Il presidente ha quindi chiamato la votazione finale del Dl n. 51.

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd), contrario, si è detto deluso rispetto alla proposta della maggioranza che non ha accettato i suggerimenti dell’opposizione, limitandosi ad una mini distribuzione di poltrone e perdendo una buona occasione per riorganizzazione il sistema delle autonomie locali.

Il consigliere Cesare Moriconi, anch’egli del Pd, ha sostenuto che è vero che ciascuno deve fare la propria parte ma è evidente che sulla riforma degli Enti locali la Giunta è inadempiente. Sul piano formale, ha aggiunto, sarà comunque necessario un passaggio in Aula dopo i commissariamenti disposti dall’esecutivo, sia nelle aziende agricole che in quelle sanitarie.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha messo l’accento sul fatto che la legge parte da un errore, cioè credere che le Province siano subordinate alla Regione, e da un’ambiguità, con la Regione che si fa carico delle Province esclusivamente con fondi propri sostituendosi indebitamente allo Stato.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha polemicamente constatato che la maggioranza si sta “pentendo” di molte delle sue posizioni precedenti; quanto poi all’accusa rivolta alla maggioranza di non concentrarsi sul futuro, Pierluigi Saiu l’ha respinta ricordando che anche l’ordine del giorno votato qualche minuto fa si è reso necessario per riempire il “buco” della precedente legislatura.

Il consigliere Domenico Gallus (Udc-Cambiamo!), riprendendo alcune osservazioni del collega Giuseppe Meloni, si è dichiarato soddisfatto delle spiegazioni.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, contrario, ha accusato la maggioranza di confondere le riforme con operazioni di “spoil-system”, per giustificare un sostanziale immobilismo. Con l’ultimo ordine del giorno, ha precisato, non si sta tappando alcun buco ma ripristinando il rispetto delle regole per l’assegnazione dei contributi, assegnati perfino ad associazioni che non hanno partecipato ai bandi. Siamo in attesa, ha concluso, di una vera riforma degli Enti locali, che sarà l’unico banco di prova.

Il consigliere Eugenio Lai (Leu) ha stigmatizzato l’andamento della discussione in aula: «Si concorda un modus operandi che ogni volta si stravolge per smania di protagonismo». Rivolto al capogruppo della Lega Pierluigi Saiu ha poi detto: «Non ho girato partiti politici, sono sempre stato a sinistra. Non sono passato da Forza Italia a Unidos poi a una lista civica e infine alla Lega. Questo dà il senso della sua coerenza politica. Non mi preoccuperei dell’oggi ma del domani visto che c’è un ricorso che pende sulla vostra elezione. Aspettiamo i fatti, per ora non si confonda una leggina che cambia i commissari con una legge di riforma. Il provvedimento rischia di essere impugnato. Questa sua effervescenza la riserverei ad altre cose».

Il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) ha annunciato il suo voto contrario: «Il provvedimento è condito da tante aspettative ma si riduce a una mera sostituzione di commissari straordinari. Lo spoil system è legittimo, contestiamo i tempi, si è aspettato troppo, adesso si rischia». Sull’ordine del giorno per i fondi dello spettacolo, Zedda ha sottolineato: «I contributi per le associazioni di spettacolo è sempre stato rimpinguato in corso d’opera per una questione di tecnica di bilancio».

Voto favorevole al provvedimento ha annunciato il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu: « E’ un passaggio importante che si poteva fare prima – ha detto Angelo Cocciu – noi non siamo nemici di nessuno ma favorevoli a tutto ciò che possa portare beneficio ai territori». Il capogruppo azzurro ha poi voluto esprimere solidarietà ai colleghi della Lega: «Non hanno bisogno di difensori ma dispiace sentire qualcuno augurarsi che escano fuori dal Consiglio per una decisione del tribunale. Io invece spero che la Lega continui a rimanere in quest’Aula».

Alessandro Solinas (M5S), a nome di tutto il gruppo pentastellato, ha annunciato il voto contrario al provvedimento: «Lo spoil system è un vostro diritto ma non dovete trascurare i vostri doveri: il primo è portare avanti il programma di governo».

Michele Ennas (Lega) ha espresso ottimismo sull’operato della Giunta: «Confido molto nel lavoro dell’assessorato: la riforma terrà conto delle esigenze di tutti i territori. Non guardiamo al passato ma al futuro». Rivolto al consigliere Lai (Leu) ha poi concluso: «Sperare che un Tribunale sovverta un voto popolare è antipatico. L’on. Lai non è l’unico a sperarlo. Noi resistiamo».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato l’Aula a non alimentare fuochi inutili. «Se si dice di voler essere diversi occorre agire di conseguenza. Non riesco a comprendere quale diversità state praticando: presentate una proposta solo per sostituire i commissari straordinari delle province. Non c’è nessuna riforma. Non fa bene continuare ad appigliarsi solo agli slogan. Non si restituisce così credibilità alle istituzioni».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura ha annunciato il voto favorevole del gruppo di Fratelli d’Italia e ha espresso solidarietà ai colleghi della Lega per le parole pronunciate in aula dall’on. Lai.

Posto in votazione, il disegno di legge n. 51 è stato approvato con 33 voti a favore, 24 contrari e un astenuto.

Ha quindi preso la parola per fatto personale Pierluigi Saiu (Lega). Replicando all’on. Eugenio Lai ha detto: «Non conosco la sua storia politica, non perché la ritenga insignificante ma perché non mi interessa. Se lei è il risultato delle scissioni della sinistra, la sinistra avrebbe meritato miglior fine. La invito comunque ad approfondire la mia storia sulla quale ha detto diverse inesattezze. Siedo qui perché oltre 2200 cittadini mi hanno dato fiducia. A questi cittadini devo rispondere anche se questo può non piacere all’on. Eugenio Lai».

Il capogruppo di Leu, Daniele Cocco ha suggerito a tutti di abbassare i toni e rivolto un invito al presidente Michele Pais: «Presidente faccia il presidente, oggi sono avvenute delle cose inaudite: ha fatto ripetere la votazione perché alcuni consiglieri erano fuori dall’Aula, poi un consigliere ha chiesto una sospensione che, eccezionalmente, gli è stata concessa. Ricordo inoltre che gli assessori-non consiglieri non possono stare sui banchi del Consiglio ma devono restare nei posti assegnati alla Giunta. Eugenio Lai e Pierluigi Saiu sbagliano, se continuiamo così non la finiamo più. Si mantengano gli impegni assunti all’unanimità in Conferenza capigruppo».

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 92 “sui ritardi in capo alla Giunta regionale sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia”.

Il primo firmatario Eugenio Lai (Leu), in apertura del suo intervento, ha rivolto un appunto al presidente della Regione Christian Solinas: «Balza agli occhi la presenza di Solinas in aula sulle nomine, mentre esce quando si parla di agricoltura e del prezzo del latte».

Il rappresentante dell’opposizione è poi passato al merito della mozione: «I pastori hanno atteso pazientemente che la Giunta diventasse operativa e prendesse coscienza del problema, oggi sono delusi e dicono di non esistere per la neo assessora Murgia. Questa mozione vuole sollecitare l’attenzione della Giunta per un problema importante che interessa circa 12mila famiglie sarde. Ritengo stucchevoli le dichiarazioni di questi mesi. L’assessora dice di dover studiare il tema, poi fa una serie di comunicati stampa in cui sostiene che siamo una delle prime regioni in Italia per la spendita delle risorse europee. O erano sbagliate le critiche nei confronti del precedente assessore Pierluigi Caria oppure invece in passato si è lavorato bene».

Lai ha quindi ricordato che i tavoli aperti nei mesi scorsi hanno dato risultati positivi determinando un innalzamento del prezzo del latte. «Il mercato ha restituito una boccata d’ossigeno al settore agropastorale, c’è da considerare però le difficoltà delle campagne colpite dagli incendi e gravate da un andamento climatico che ha messo in ginocchio un comparto già in sofferenza. Vogliamo capire a che punto è la vertenza latte – ha detto Eugenio Lai – quali sono le azioni per garantire il prezzo concordato di un euro a litro? Perché da questi tavoli vengono esclusi i rappresentanti dei pastori? Non si può stabilire per legge un prezzo ma si possono mandare avanti azioni di stabilizzazione del sistema. Sollecitiamo un intervento della Giunta sul Psr. Il nuovo Piano di sviluppo rurale doveva essere approvato entro il mese di ottobre del 2019. Non ce n’è traccia. Occorre prendere esempio da altre regioni come l’Emilia che ha mandato avanti efficaci azioni di tutela del Parmigiano e del Grana Padano. E’ andata bene nella partita dei dazi americani, il pecorino romano per fortuna è fuori. Sarebbe stato un fallimento. A tre mesi da fine anno i proclami non sono più sufficienti. Dall’assessore all’agricoltura ci si aspetta una chiusura del tavolo e un’indicazione sulle cose da fare».

Gianfranco Satta (Progressisti), dopo aver ringraziato il collega Lai per aver sollevato la questione ha ricordato alcuni numeri: «Il settore interessa  12500 aziende e 35mila addetti. L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nel nostro sistema produttivo e sociale. La pastorizia conserva il nostro ecosistema, preserva la nostra biodiversità e disegna il nostro ambiente. Dobbiamo essere capaci di far convergere agricoltura e turismo. La Ue dice che solo il 18% dei consumatori europei conosce i nostri prodotti Doc e Igp. In questo contesto l’assessore all’agricoltura è fondamentale nelle sue politiche di governance. Sarà determinate anche il modo in cui si rendono protagonisti contadini e pastori. Io sarò al fianco dell’assessore se riuscirà a recuperare il protagonismo dei territori. La programmazione territoriale del Psr deve andare dal 5 al 30% delle risorse destinate alle aree sottosviluppate (circa 292 comuni). La programmazione e il controllo della Regione vanno rivisti, servono regole chiare e procedure certe. Le promesse fatte in campagna elettorale hanno illuso migliaia di allevatori. Presto ve ne chiederanno conto. Non penserete di scaricare tutte le responsabilità sull’assessore?».

Franco Mula (Psd’Az) ha chiesto il rispetto degli accordi presi in Conferenza capigruppo. «Si era parlato di un possibile ordine del giorno unitario adesso mi si consegna un ordine del giorno di censura politica. Vogliamo mantenere l’impegno? Noi ci siamo e siamo disponibili».

Daniele Cocco (capogruppo Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori spiegando che l’ordine del giorno non riguarda la mozione in discussione e che gli impegni sono stati rispettati.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha anche spiegato che, in base al Regolamento, l’ordine del giorno di censura non può essere discusso nella seduta odierna. Spiegazione condivisa anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha confermato il rispetto degli impegni presi nella Conferenza dei capigruppo.

E’ quindi intervenuto Giovanni Satta (Psd’az), il quale ha ricordato che tutti vogliono cavalcare questo tema. Di fatto nella scorsa legislatura, ha continuato Satta, non solo una sua mozione sul tema è stata discussa dopo sei mesi, ma anche che sono stati assunte iniziative che non hanno risolto i problemi del comparto.  Su questo argomento, secondo Satta, spesso si fa demagogia, ma la verità è che si tratta di un problema non di facile soluzione, perché non potrà essere la politica a cambiare il prezzo del latte. Quello che può fare la politica è mettere in campo misure che aiutino il comparto e dia una costanza di fatturato. Per Giovanni Satta è doveroso da parte di questo Consiglio, Giunta e assessore ascoltare i pastori, come stanno già facendo. Per il consigliere sardista bisogna riaprire il tavolo, che comunque aveva ottenuto un risultato, portando il prezzo del latte da 60 a 74 centesimi al litro. Satta ha poi affermato che l’assessore all’Agricoltura non solo non merita la censura, che andrebbe presentata nei confronti di chi nel 2017 non ha agito a sostegno dei pastori, ma andrebbe sostenuta e aiutata da quest’Aula.

Il presidente della commissione Attività produttive, Piero Maieli (Psd’Az), ha affermato che gli è stata presentata una relazione relativa al 2003 e che è speculare alla situazione attuale. “Vuole dire  – ha detto – che non si è risolto niente”, se non incentivi a pioggia senza creare una prospettiva reale e senza portare avanti riforme reali. Il presidente Piero Maieli ha ricordato che non si può negare di essere inseriti ormai in un mercato globale, in cui il latte di pecora rappresenta appena il  5% ed è, quindi, un prodotto di nicchia. Ricordando l’importanza del comparto per la Sardegna, Piero Maieli ha però affermato che bisogna invertire il ragionamento e partire dal mercato e da quello che chiede e non dalle campagne. Anche il presidente della Commissione ha ricordato che non potrà essere la politica ad aumentare il prezzo del latte, ma potrà sicuramente, come già sta facendo, avviare strategie che produrrà risultati per il comparto. Tra queste iniziative lo sblocco dei fondi del 2016. Per Piero Maieli bisogna portare avanti una pianificazione che serva a far progredire il settore e non a lanciare soldi sulle campagne.

Per Emanuele Cera (Forza Italia) si tratta di un argomento così importante per l’economia della Sardegna che richiede una partecipazione di tutta l’aula, senza fretta e senza contrapposizioni di parte. Per Emanuele Cera il problema della vertenza del latte ovino interessa tutti e in questa partita “dobbiamo essere assolutamente uniti”.  Anche il consigliere di Forza Italia ha affermato che pur non potendo determinare il prezzo del latte, il Consiglio e la Giunta possono determinare azioni di supporto al comparto ovino e ha auspicato una collaborazione con il Ministero delle politiche agricole per valutare seriamente la possibilità di commissariare il Consorzio pecorino romano. Secondo Cera è anche necessario rivedere il disciplinare e il Psr. Il consigliere ha espresso piena fiducia nell’assessore e ha proposto ai colleghi dell’opposizione di ritirare la mozione per arrivare a un testo condiviso per dare così una risposta unitaria a un settore strategico.

Il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha chiesto al presidente cinque minuti di sospensione per valutare un ordine del giorno con la maggioranza. Il presidente ha accordato la sospensione.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha ricordato che la vertenza del latte è stata al centro dell’ultima campagna elettorale. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato che non è facile intervenire in una materia così complessa da parte della Giunta. Per Massimo Zedda bisogna invertire l’approccio al problema, partendo non dal prezzo del latte, ma da azioni per l’emancipazione del mondo agropastorale dal prezzo del latte.  Il consigliere del Progressisti ha poi ricordato che si è speso tanto, ma forse non nella direzione giusta e ha evidenziato la necessità di interventi relativi alla lavorazione del latte, alla diversificazione, alla stagionalità. Per Massimo Zedda bisogna arrivare alla trasformazione del settore della pastorizia in un insieme di piccoli artigiani e produttori del latte. Il consigliere ha poi esortato la Giunta a prestare attenzione al mondo della pastorizia anche nella predisposizione della nuova legge urbanistica.

Il consigliere Pierluigi Saiu, della Lega, ha auspicato il recupero di uno spirito positivo nella valutazione della crisi del settore, che va affrontata con grande determinazione. La mozione, ha proseguito, invita il governo regionale a costruire attorno alla filiera del latte un clima più favorevole, attraverso una serie di misure (a cominciare dal Psr) per favorire un processo virtuoso di fitte relazioni fra produttori e trasformatori, dare più stabilità al prezzo del latte e rendere più efficiente la burocrazia.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha affermato che il problema che abbiamo di fronte non può essere attribuito all’attuale maggioranza ma viene da lontano. E tuttavia la mozione ha il merito, a suo giudizio, di portare alla luce i grandi sacrifici del mando agropastorale sardo soprattutto nelle aree montane e nelle piccole realtà sempre più spopolate, che deve essere valorizzato con la massima serietà e con strumenti nuovi riequilibrando il rapporto fra industriali e produttori, ora tutto a favore dei primi, e lavorando sui mercati. Rivolgendosi infine all’assessore, Daniele Cocco ha sollecitato la partecipazione dei pastori al tavolo di comparto.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha sostenuto che, da un lato, occorre evitare la sovra-produzione e, dall’altro, puntare sulla qualità. Le lotte dei pastori sardi hanno avuto un forte impatto emotivo ma ora, ha continuato, è necessario guardare avanti. Il sostegno del Governo nazionale che è intervenuto con 29 milioni è un fatto positivo, come sono stati positivi altri provvedimenti collaterali a livello nazionale e regionale. Il tavolo tecnico, ha aggiunto, deve però continuare a lavorare sbloccando i decreti attuativi della legge 44, che va anche rifinanziata, varando un riordino della disciplina in materia di pratiche commerciali distorte fra gli attori della filiera e riprendendo in mano la legge 15.  Proporremo all’opposizione questi contenuti, ha concluso, perché riteniamo che sia una buona sintesi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha detto che è singolare che la mozione provenga dalle forze che fino a poco tempo fa avevamo in mano le leve del governo regionale. La politica sarda, a suo avviso, deve muoversi sulla strada già tracciata dall’ex ministro Centinaio con l’istituzione di un tavolo tecnico di settore con il coinvolgimento dei pastori; quindi niente assistenzialismo, che ha speso male molte risorse negli ultimi 5 anni, ma piuttosto quote a produttori ed incentivi alle produzioni innovative.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver ricordato che il problema del latte risale ad almeno 30 anni fa, ha affermato che l’impegno del governo regionale sul problema è stato costante. La Murgia, poi, ha respinto le accuse che le sono state rivolte da una parte del Consiglio sulla rimodulazione del Psr all’interno del quale, ha precisato, sono state superate forti criticità presenti nel del pacchetto giovani con oltre 1000 domande rimaste fuori per un controvalore di circa 60 milioni. Nella mozione, ha inoltre lamentato, ci sono molte inesattezze: da quella sui 18 milioni a garanzia di crediti che secondo la Sfirs è una manovra rischiosa che stiamo verificando, ai 10 milioni del Banco di Sardegna destinati solo alle eccedenze che per ora non ci sono. La soluzione del problema del prezzo del latte, ha dichiarato l’assessore, passa solo con legge 44 perché permette con i decreti attuativi (l’ultimo dei quali è stato approvato sabato scorso) il monitoraggio della produzione del latte vaccino proprio perché tante situazioni che fanno fluttuare il prezzo del mercato sono dovute alle eccedenze che non si riesce ad attribuire. L’assessore, in conclusione, dopo aver annunciato che il prossimo 29 ottobre il ministro della Politiche agricole Teresa Bellanova sarà in Sardegna, ha riconosciuto che dal dibattito in Consiglio regionale sono emerse molte buone proposte ma per attuarle servono soprattutto risorse e la puntuale applicazione delle leggi.

In sede di replica il consigliere di Leu Eugenio Lai ha chiarito di non voler offendere l’assessore la quale però non ha oggettivamente manifestato idee forti per risolvere il problema del prezzo del latte. Lai ha ribadito che il nuovo Psr andava approvato entro il primo ottobre e che i pastori non sono soddisfatti e vanno ascoltati. Non è che il ministro il 29 ottobre risolve tutto, ha concluso il consigliere di Leu, perché molte cose che la Regione doveva fare la Regione non le ha fatte: nuovo Psr, Argea come ente pagatore regionale, blocco dei procedimenti su premi e indennità compensative. Proviamo a ripartire da alcune soluzioni venute fuori dal dibattito, ha esortato Lai, comprese quelle arrivate dal presidente della commissione.

Il presidente ha comunicato la presentazione di due ordini del giorno, dei quali uno non può essere discusso per ragioni regolamentari, mentre dell’altro manca ancora il testo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto una breve sospensione della seduta, ricordando che il suo gruppo ha sottoposto all’opposizione una bozza di testo unitario. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la distribuzione di un ordine del giorno.

Per dichiarazione di voto, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, favorevole, ha però censurato un certo clima (che il presidente dovrebbe smorzare più di quanto sta facendo) che non aiuta a risolvere i problemi, perché non si possono scambiare gli attacchi politici per attacchi personali. In campagna elettorale, ha ricordato, si è parlato di risolvere il problema in 48 ore creando moltissime aspettative, ma resta che questa questione risale a 30 anni fa ed i promotori della mozione avevano tutto il diritto di chiedere risposte e spiegazioni.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) è “inaccettabile il comportamento dell’assessore verso l’on. Eugenio Lai, spero che non accada mai più perché siamo davanti a un caso di sessismo al contrario. Se l’assessore Murgia si comporta così, oggi con noi e domani con la maggioranza, non aiuta”.

Dello stesso tenore anche l’intervento dell’on. Gianfranco Satta, che ha annunciato il voto a favore e rivolto all’assessore ha detto: “Non siamo noi che la attacchiamo ma è invece la sua maggioranza, che di recente ha presentato un ordine del giorno per sottrarre risorse dell’assessorato all’Agricoltura e ha redatto altri atti politici forti contro di lei. In particolare guardo verso la Lega, che ha disseminato odio nelle piazze in campagna elettorale sulla questione del prezzo del latte. Voi siete maggioranza e dovete prendervi la responsabilità del governo”.

Per il Psd’Az il capogruppo on. Franco Mula ha invitato tutti a lasciare da parte la campagna elettorale e rivolto all’assessore ha detto. “Capisco le provocazioni e gli attacchi ma quest’Aula non può diventare una polveriera”.

L’on. Ennas (Lega), ha annunciato il voto contrario e ha detto: “E’ inaccettabile che non capiamo che la situazione di oggi è figlia di quanto ha fatto o non ha fatto il centrosinistra negli ultimi cinque anni”. Secondo l’on. Pierluigi Saiu (Lega) “all’opposizione non interessa risolvere il problema dei pastori e del latte ma fare polemica con la Lega. Altro che lasciare le piazze: noi dobbiamo stare con i cittadini perché siamo una cosa diversa da voi. Nel palazzo, invece, dobbiamo stare il meno possibile. La Lega fa proposte chiare e non meravigliatevi se presentiamo mozioni né se abbiamo un’idea di cosa vogliamo fare”.

Favorevole il voto annunciato dall’on. Massimo Zedda (Progressisti): “C’è una carenza di indirizzi dentro la maggioranza e dentro la giunta, mi pare evidente. Ma inizio ad avere qualche dubbio che l’assessore Murgia concluderà con noi questa legislatura”.

Favorevole anche l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd: “Qualcuno in campagna elettorale ha promesso che in 48 ore avrebbe risolto il problema del prezzo del latte e invece siamo ancora in alto mare.  E non permetto all’on. Pierluigi Saiu di dire che a noi non importa del prezzo del latte e dei pastori perché siamo stati noi a presentare la mozione. Chi condivide la nostra mozione la voti. Altrimenti voti contro”.

La capogruppo del Movimento Cinque stelle, on. Desirè Manca, ha esordito così: “E’ disdicevole un certo tono e un certo linguaggio, ci si può rispettare pur nella diversità di idee e di ideologie. Confermo il voto favorevole alla mozione”.

Il presidente Pais ha messo in votazione la mozione 92 (Lai e più), che è stata respinta con 26 contrari.

Sull’ordine del giorno 2 (Mula e più) il presidente Michele Pais ha constatato la mancanza del numero legale e ha sospeso il Consiglio per trenta minuti.

L’on. Gianfranco Ganau ha sottolineato che «l’assenza di tutta la minoranza dalla votazione di questo ordine del giorno deve intendersi come un fatto politico».

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la chiusura dei lavori e preannunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.