2 November, 2024
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Da domenica 28 febbraio a domenica 10 aprile, il Teatro comunale di Bacu Abis ospiterà la sesta edizione di “Spazi di Frontiera”, rassegna di Teatro Sociale e di Comunità.

Domenica la rassegbna si aprirà con “Maratona di New York”, Sardegna Teatro, di Edoardo Erba, con Corrado Giannetti e Luigi Tontoranelli, luci d Loic Francois Hamelin, regia di Francesco Brandi.

A seguire “Incontro confronto con gli attori”, conduce Cinzia Crobu, giornalista di settore.

Maratona di New York di Edoardo Erba, non è solo un testo, è un manifesto teatrale. Dal suo esordio nel 1993 sorprese come un modo innovativo di pensare il teatro. Una drammaturgia unica, soprattutto nel rapporto che fonda fra l’attore e lo spettatore.

Concepire un testo dove i due personaggi corrono, nel vero senso della parola, per tutta la durata dello spettacolo è, oltre un tratto, ammettiamolo, di delizioso sadismo, un tocco di prepotente contemporaneità. L’attore che, durante uno spettacolo di prosa, deve recitare correndo è costretto a esibire una capacità atletica e una concretezza interpretativa, che lo legano indissolubilmente allo spettatore, al pari del trapezista o del funambolo. E contemporaneamente si crea quel crudele inganno, come nella danza classica, dove la ballerina impegna con estenuante fatica muscoli e nervi per regalare allo spettatore un’illusione di leggerezza.

E dietro l’apparente leggerezza di due personaggi che chiacchierano allenandosi per la maratona di New York non c’ė solo la fatica della corsa, dei muscoli che cedono, del cuore che sente l’obiettivo al di là delle proprie forze. C’è un’amicizia profonda, tesa tra solidarietà e competizione, c’ė lo stridore esistenziale di sentirsi irrisolti, incompiuti.

Sfidano se stessi, prosciugano il fiato che gli resta in corpo, cercano di accorciare di ancora un altro metro la distanza che li separa dal sogno di attraversare il ponte di Brooklyn e correre la Maratona di New York. Ma ci credono davvero a quel sogno? O è destinato a diventare il prologo di un fallimento, uno di quei progetti che col tempo cancelliamo dalla memoria e abbandoniamo nel fondo di un armadio come due scarpe da corsa vecchie, sporche, che non servono più.

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Si terrà dal 28 febbraio al 10 aprile 2016, presso il Teatro di Bacu Abis, la VI edizione di Spazi di Frontiera, Rassegna di Teatro Sociale e di Comunità. La manifestazione è organizzata dalla Compagnia “La Cernita Teatro” in collaborazione con il comune di Carbonia e il sostegno di Euralcoop Soc. Coop e della comunità di Bacu Abis.

Il progetto nasce al Teatro di Bacu Abis, sede artistica de La Cernita Teatro.

Come per le edizioni precedenti anche questa rassegna sarà dedicata al Teatro Sociale, al Teatro Civile e al Teatro per la memoria con spettacoli, musica e incontri con attori e autori.

Il primo appuntamento è previsto per domenica 28 febbraio, alle ore 19.00, con Sardegna Teatro che porta in scena “Maratona di New York” di Edoardo Erba, con Corrado Giannetti e Luigi Tontoranelli, per la regia di Francesco Brandi. Una drammaturgia unica, soprattutto nel rapporto che crea tra attore e spettatore.

La Rassegna prosegue domenica 13 marzo, alle ore 19.00, con “In America volevamo andare” – progetto del laboratorio permanente di ricerca teatrale Sant’Anna Arresi, giunto alla VI edizione. Il progetto è ideato e curato da Monica Porcedda, regista e direttore artistico de La Cernita Teatro.

Il terzo appuntamento è venerdì 25 marzo, alle ore 21.00, con “Dub versus”, lavoro discografico che fonde musica e narrazione, nato dalla collaborazione tra Giacomo Casti e Arrogalla feat. Marcellino Garau, con la collaborazione di tanti nomi del panorama musicale isolano: “Dub Versus” è il figlio meticcio di un percorso narrativo e di un viaggio musicale, officiato da Arrogalla, tra composizioni elettroacustiche, remix-bass oriented, suggestioni etniche e attitudine dub.

La Rassegna si chiuderà domenica 10 aprile, alle ore 19.00, con “Corti a Teatro”, nel 2013 per promuovere nuovi progetti e visioni del teatro. Andranno in scena Alessandro Congeddu con “Il rovescio della medaglia” (Menzione speciale Cagliari Teatro in Corto 2014), Andrea Serra con “Forza Paris” (finalista Cagliari Teatro in Corto2014) e la Cernita Teatro con “Un sesto senso” (primo studio).

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Sbarca ad Iglesias  – sotto le insegne del CeDAC – “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” di José Sanchis Sinisterra, nella mise en scène di Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione, con traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli: l’avvincente pièce incentrata sul rapporto tra arte e vita, e sugli orrori della dittatura – e interpretata da Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo – sarà in scena domenica 8 febbraio alle 18.30 al Teatro Electra di Iglesias per il secondo appuntamento con la Stagione di Prosa 2014-15.

La versione italiana di “¡Ay Carmela!” – testo cult del grande drammaturgo spagnolo, da cui Carlos Saura ha tratto l’omonimo film con una splendida Carmen Maura – è ambientata nell’Italia del 1944, durante il secondo conflitto mondiale, in uno sperduto paesino del Centro-Sud, posto sotto occupazione dalle armate tedesche; dal villaggio spagnolo di Belchite, simbolo della crudeltà della guerra civile spagnola (le cui rovine sono considerate oggi un monumento nazionale, testimonianza di una pagina tragica della storia iberica) la vicenda si trasferisce nella Penisola, conservando il suo significato emblematico di manifesto in difesa della libertà e dei diritti dei popoli.

Lo spettacolo firmato Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d’Innovazione, vede in scena Edy Angiolillo, eclettica attrice e cantante veneziana, volto noto del grande e del piccolo schermo, attualmente dedita soprattutto al teatro e Gennaro Cannavacciuolo, geniale fantasista, che ha saputo far rivivere i fasti del teatro d’arte varia nato a Napoli a fine Ottocento, su imitazione del café-chantant francese e dello spirito della Belle Epoque.

Raffinato gioco metateatrale per i due artisti, che interpretano due sconosciuti attori di varietà costretti, per il divertimento degli ufficiali nazisti, ad allietare le ultime ore dei condannati a morte con canzonette e monologhi del loro repertorio: “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” trasferisce in un paesino dell’Italia del Centro Sud sotto l’occupazione tedesca, nel 1944, in pieno secondo conflitto mondiale, la vicenda originariamente immaginata da Sinisterra nel 1938 a Belchite, villaggio simbolo della distruzione portata dalla guerra civile spagnola (le cui rovine sono considerate alla stregua di un  monumento nazionale, in ricordo di una delle pagine più tragiche della storia recente del paese iberico).

La verità sugli orrori della guerra – e sulla dittatura – viene svelata attraverso un episodio emblematico, ancorché inventato, almeno in parte, in cui emerge il senso sociale e politico dell’arte, e il ruolo e la condizione degli artisti, costretti sotto un regime autoritario a scendere a patti con il potere ovvero a prendere posizione contro le ingiustizie, in un difficile equilibrio in cui la libertà di espressione, e perfino la possibilità di raccontare il presente, vengono soffocate dal peso della censura. La dialettica fra l’arte – e in particolare il teatro, come rappresentazione della realtà e dell’umano – e il potere, è stata complessa e articolata fin dalle origini della tragedia e della commedia nell’antica Grecia: l’oligarchia dominante – fossero arconti o principi, come nell’Italia fra Umanesimo e Rinascimento, imperatori romani o sovrani d’Inghilterra, Francia e Spagna, fino al Novecento con l’avvento dei fascismi – ha sempre cercato di imporre confini, evitare le critiche e vietare la satira, cercando semmai di ampliare il consenso promuovendo forme di intrattenimento più innocue – ancorché feroci come i ludi circensi – e meno capaci di risvegliare le coscienze.

“Carmela e Paolino – varietà sopraffino” suggerisce un viaggio nella memoria, e nella storia (del Belpaese e dell’Europa) rievocando lo stile e l’eleganza di quegli spettacoli d’arte varia in cui fecero il loro debutto in palcoscenico artisti come Raffaele Viviani e Nino Taranto, Ettore Petrolini, il principe della risata Antonio De Curtis in arte Totò, l’attrice e futura (anti)diva Anna Magnani, Erminio Macario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Renato Rascel e tanti altri. Una forma di divertimento popolare in cui l’ironia, e quindi la satira, sia pure tra le righe, mascherata d’ingenuità, faceva la sua comparsa beffarda a schernire e mettere alla berlina vizi e vezzi del potere: l’allegria e una certa malizia attiravano un pubblico variegato, che ritrovava sulla scena, narrati con brio, frammenti della propria vita, riferimenti velati alla realtà, note dissonanti e spunti critici pur dietro la maschera di una schietta comicità, di un carattere brillante e perfino spensierato o di un sottile umorismo. Si possono soffocare le parole, spegnere (perfino nel sangue) il dissenso, ma non impedire alla gente (e in particolare agli intellettuali e agli artisti, siano essi attori e drammaturghi, poeti e scrittori, architetti e pittori) di pensare: la fortunata pièce di Sinisterra affronta il tema scottante della libertà di parola e di pensiero, e dei diritti fondamentali dei popoli. L’instaurazione del regime militare in Spagna, come l’avvento del fascismo in Italia, costruito intorno al mito dell’uomo forte al potere, quasi una forma di risposta  reazionaria  al diffondersi dei movimenti operai e solidaristici, e alle rivolte contadine, ha avuto come inevitabile effetto collaterale l’inasprirsi della censura contro le voci fuori dal coro, rispetto alla propaganda, le menti avverse alla politica governativa, o anche solo lontane dall’idea di un’apologia del potere.

La Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias proseguirà  mercoledì 25 marzo alle 20.30 con “La vita è un viaggio”, inedita pièce – scritta e interpretata dal giornalista e scrittore  Beppe Severgnini, editorialista  del Corriere della Sera e opinionista cult, in scena con l’attrice Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada per la regia di Francesco Brandi. Infine – martedì 21 aprile alle 20.30 – spazio all’originale “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, dai racconti di Niccolò Ammaniti (con il contributo di Antonio Manzini) con la regia di Giorgio Gallione: sotto i riflettori Ugo Dighero, convincente e coinvolgente interprete delle avventure di un personaggio, vittima di uno strano morbo che contiene in sé (almeno a suo modo di vedere) il germe della futura catastrofe, della fine dell’umanità.

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E’ mesta l’aria che si respira durante la conferenza stampa di presentazione della stagione di prosa 2014/2015 presso lo Stabile Sardo. Mesta ma ostinatamente dignitosa, come la professionalità di chi vi lavora e di chi ha imbastito un cartellone curato, che non si nutre di scambi e che non si gonfia dietro nomi televisivi, facilmente utilizzabili come specchietti per le allodole, cosa che spesso accade anche nei circuiti più blasonati della penisola.

Attenzione e rara propensione alla qualità, soprattutto durante l’ennesimo periodo di tagli, che vanno a minacciare equilibri già precari (si attendono ancora i contributi del 2013, e su quelli del 2015 si presume una riduzione ulteriore del 30%, ancora non ufficiale) del settore. Maria Grazia Sughi, presidentessa, si appella al pubblico ed alla stampa, perché non li si lascino soli, in balia di coloro che della parola cultura si riempiono ogni giorno la bocca, fra una stoccata e l’altra.

Con dignità, appunto, si continua sulla via delle produzioni e di un “teatro abitato” come ama definirlo, da sempre, il direttore artistico Guido De Monticelli, assente per motivi di salute ma che precedentemente ha dichiarato: «Tra spettacoli prodotti dal Teatro Stabile della Sardegna e ospitalità, la stagione di quest’anno ha una forte impronta di contemporaneità. È, d’altra parte, la prosecuzione e il consolidamento di una linea che ha attraversato questi intensi anni di attività della Compagnia al Teatro Massimo. Sia che si affrontasse la drammaturgia degli scrittori d’oggi, sia che si rinterrogassero i classici là dove ancora ci fanno imbattere nei grandi temi dell’esistenza».»

Quest’anno – sesto di permanenza presso il Teatro Massimo, autorizzata nei primi anni da contratti trimestrali che rendevano difficilissima qualsiasi forma di programmazione, fino ad arrivare a contratti annuali ed oggi in attesa, dopo aver vinto la prima fase di un bando per l’ assegnazione pluriennale della struttura, dell’esito della seconda fase -.

Come sarà strutturata la stagione? Martedì 23 settembre, oltre alla presidente Sughi, sono saliti sul palco della sala Minimax Mimma Gallina, consulente generale e Corrado Giannetti, vice presidente della cooperativa: la prima illustra le produzioni dello Stabile e anticipa le tematiche trattate dal Festival di filosofia 2015, mentre il secondo concentra l’attenzione sugli spettacoli delle compagnie ospiti. Interviene anche l’assessore della Cultura Enrica Puggioni che, in risposta all’appello della presidentessa Sughi spiega – ed è tangibile il suo senso di impotenza – di come siano cambiati i modelli di produzione di vita e del sistema, che teme non saranno restaurati. Emerge l’urgenza, per il mondo della cultura, di elaborare nuove strategie; l’assessore annovera fra queste il percorso fatto per la candidatura di #Cagliari-Capitale europea della cultura 2019. Speriamo solo che, di questo passo, non ci si arrivi con i teatri chiusi.

Illustro il programma, come da comunicato stampa, a cura di Paola Masala. è, dunque, nel segno della contemporaneità il cartellone proposto dal #Teatro Stabile della Sardegna per la nuova Stagione teatrale 2014-15. Lo Stabile propone al pubblico tre nuove produzioni, più una dedicata alle scuole, otto ospitalità, due spettacoli fuori abbonamento e i festival.

Le produzioni debuttano con la drammaturgia contemporanea di un autore italiano Edoardo Erba con Maratona di New York uno dei testi più rappresentati al mondo che nella produzione dello Stabile vede la regia di Francesco Brandi, regista di Due donne che ballano nella precedente stagione. Si fa un salto indietro con Le sedie di Eugene Ionesco testo che ha fatto parte della grande stagione drammaturgica del dopoguerra. La regia è affidata alla giovane regista cagliaritana Laura Pazzola che ha già diverse collaborazioni con lo Stabile.  Contemporaneo nella scrittura e nei temi trattati lo spettacolo che ispirerà il Festival di filosofia 2015, Incendi di Wajdi Mouawad, testo d’attualità sulla guerra in Medioriente per la regia di Guido De Monticelli, direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna. Le ospitalità inserite in cartellone debuttano con “Sogno di una notte di mezza sbornia” di Luca De Filippo, un testo che il padre Eduardo scrisse nel ’36 traendolo da una vecchia farsa napoletana. Moni Ovadia che riprende il suo spettacolo di maggior successo Cabaret Yiddish. Marco Paolini col suo Itis Galileo e il ritorno di Mario Perrotta col suo ultimo e intenso lavoro “Un bès” dedicato al pittore Antonio Ligabue. Giuseppe Battiston con L’invenzione della solitudine di Paul Auster che con questo testo ci parla dell’infinita ricerca di un padre mai conosciuto. Il #Teatro Filodrammatici di Milano, con una nuova gestione giovane attenta al teatro contemporaneo ci porterà verso l’inquieta drammaturgia tedesca, con uno dei suoi autori più di spicco, Marius von Mayenburg e il suo testo sull’immagine e sull’apparenza dal titolo Brutto. Ma c’è anche una produzione sarda, più mediterranea, il divertente “Son tutte belle le mamme del mondo?”, excursus sulla figura della mamma prodotto dall’Effimero Meraviglioso. Infine, Cinema! la particolarissima operazione internazionale di Beppe Navello che porta in scena il cinema muto, in una co-produzione con il #Teatr Śląski di Katowice ed un formidabile gruppo di attori polacchi. L’ormai collaudato Festival di filosofia a cura di Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis avrà il titolo L’infinito fratricidio. Capire il male. Storia, memoria, catarsi, anticipato come ogni anno da “La bottega delle arti e del pensiero”, un percorso di letture e seminari che condurrà al festival e allo spettacolo, in cui avranno parte attiva gli studenti dell’Università di Cagliari.

Quest’anno alla sua terza edizione, “Øscena Festival”, la rassegna curata in collaborazione con Cada die teatro, che porta a Cagliari, una rappresentanza delle migliori compagnie giovani di ciascuna regione italiana. Dopo la Lombardia e la Toscana, quest’anno sarà la volta della Sicilia. Fuori abbonamento la produzione “Sotto le stelle del Cabaret”, viaggio nel cabaret del 900 da Brecht a Jannacci che dopo il successo delle repliche estive verrà riproposto in occasione delle festività natalizie. E durante le festività ritorna anche il Festival del cioccolato, quest’anno arricchito dallo spettacolo fuori abbonamento delle Sorelle Marinetti, ospiti per la prima volta in Sardegna con “Non ce ne importa niente”. Attraverso l’esperienza formativa del teatro, Il Teatro Stabile della Sardegna affianca la scuo-la nell’attività educativa.  Con il progetto Cosa arcana e stupenda tratto dalle operette morali di Leopardi, lo Stabile si rivolge agli studenti con un programma di formazione composto da laboratorio e spettacolo.

Riprenderà anche il Laboratorio di Avvicinamento al Teatro per non professionisti condotto dagli attori della compagnia stabile che fornisce ai partecipanti alcuni strumenti di base del lavoro dell’attore. Come di consueto al cartellone verranno affiancate attività collaterali, incontri e eventi speciali. In particolare la rassegna cinematografica Tra Cinema e Teatro, organizzata grazie al partenariato con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria, grandi film ispirati ai temi affrontati negli spettacoli della Stagione. Si rinnova la collaborazione con il #Media Sponsor Tiscali che attraverso un progetto concordato di comunicazione web e live streaming si unisce al teatro per abbattere i confini fisici della platea creando in questo modo partecipazione, condivisione e coinvolgimento del pubblico in una comunità attiva e dinamica. Una novità in questo senso è la collaborazione con l’Istituto comprensivo Sacro Cuore per il progetto Taccuini a Teatro, un corso di giornalismo dedicato ai più piccoli che darà la possibilità a un gruppo di studenti (elementari e medie) di cimentarsi nella critica degli spettacoli. Le critiche dei piccoli saranno pubblicate sulla pagina dedicata al #Teatro Massimo nel portale #Tiscali. Unicaradio, partner radiofonico e punto di riferimento per gli studenti dell’Ateneo cagliaritano filtrerà con uno sguardo giovane e tramite dirette gli spettacoli e gli eventi della Stagione. Si riconferma anche la collaborazione con CagliariAPP, l’applicazione gratuita ideata da due giovani cagliaritani che permetterà di avere sul proprio smart-phone dettagli, info ed agevolazioni su tutti gli appuntamenti e gli spettacoli in Stagione.

Con Mediabike si continua sulla linea di una promozione sostenibile, tramite la pubblicità interattiva e outdoor su due ruote. La mobilità sostenibile e il trasporto pubblico verso il Teatro Massimo sarà agevolato dalla collaborazione con l’Azienda cittadina CTM. Il #Teatro Stabile della Sardegna apre il nuovo anno teatrale con uno slogan “Uno Stabile tutto per voi” che sottolinea la volontà di “aprire” gli spazi del Massimo al pubblico e alla città in coerenza con la strada intrapresa in questi ultimi anni. Il futuro prevede, per lo Stabile, un grande impegno artistico ed organizzativo, con l’obbligo, e assieme l’opportunità, di elaborare progetti pluriennali che ci si augura possano essere adeguatamente sostenuti dal MIBACT e dalla RAS oltre che dal comune di Cagliari. Da un lato si mettono a punto i programmi e si  prepara con fiducia la documentazione per l’affidamento in gestione del #Teatro Massimo per i prossimi 3+3 anni  (seconda fase della procedura di “finanza di progetto” che nella prima fase ha visto vincitore il progetto dello Stabile rilanciato poi come base di gara).

La programmazione del #Teatro Stabile della Sardegna fa parte del progetto #CagliariSardegna2019. Gli spettacoli teatrali del Teatro Stabile della Sardegna sono sostenuti da Comune di Cagliari – Regione Autonoma della Sardegna – Fondazione Banco di Sardegna – Sardinia Ferries.

Per date e info www.teatrostabile dellasardegna.it.

Cinzia Crobu

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