21 November, 2024
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Il 17 ottobre la sala convegni del Banco di Sardegna, in viale Bonaria 33, a Cagliari, aprirà le sue porte per ospitare 130 studenti dell’Istituto Tecnico Statale “L. Einaudi” di Senorbì che partecipano all’incontro “Oggi parliamo di moneta elettronica e pagamenti del futuro”, mentre il 18 ottobre altri 130 studenti dell’Istituto Devilla Dessì Lamarmora (Sassari), dell’Istituto Salvator Ruju (Sassari) e del Liceo Economico Galilei (Macomer) varcheranno le soglie della sede del Banco di Sardegna di Sassari per parlare di economia.

Durante le mattinate i ragazzi saranno accompagnati alla scoperta dei nuovi strumenti di pagamento elettronico grazie al percorso didattico “Pay 2.0. Il denaro del futuro”, che illustra i processi collegati alla dematerializzazione del denaro e alla sicurezza delle transazioni, con l’obiettivo di favorire una maggiore consapevolezza e un approccio sempre più orientato alla legalità economica.

L’iniziativa di Cagliari ospitata e sostenuta dal Banco di Sardegna è la prima dopo la firma del Protocollo di collaborazione per la diffusione dell’educazione finanziaria sottoscritto da Regione Sardegna, Ufficio Scolastico Regionale e Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, ente promosso dall’Associazione Bancaria Italiana per favorire la diffusione di attività didattiche sulla cultura economica nelle scuole a livello nazionale.

I dati dell’indagine OCSE PISA che nel 2015 ha interessato in Italia oltre 11.500 studenti suddivisi in 474 scuole, dimostrano infatti come l’analfabetismo finanziario nelle nostre scuole sia abbastanza diffuso: i ragazzi hanno ottenuto un punteggio medio pari a 483 punti, in linea con Stati Uniti d’America e Polonia ma inferiore alla media OCSE (489).

L’importanza che riveste l’educazione finanziaria per le giovani generazioni è confermata dalla partecipazione all’incontro del 17 ottobre di Giuseppe Cuccurese – Direttore Generale del Banco di Sardegna, di Giuseppe Dessena, assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, di Francesco Feliziani – Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna e di Giovanna Boggio Robutti – Direttore Generale della Fondazione per l’Educazione finanziaria e al Risparmio proprio per testimoniare come la collaborazione tra Pubbliche istituzioni e settore privato possa avere un ritorno assolutamente positivo e senza costi per la collettività grazie all’avvio di iniziative che mettono competenze e professionalità al servizio della cittadinanza.

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La Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna e la Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche – Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni Dottorato di ricerca in Storia Beni Culturali e Studi Internazionali- dell’Università degli Studi di Cagliari, hanno organizzato un ciclo di attività sui 70 anni di Autonomia speciale della Sardegna.

Giovedì 12 ottobre 2017, dalle ore 16.00 alle 20.00, l’Aula Baffi della Facoltà di Scienze Economiche Giuridiche e Politiche, in viale Sant’Ignazio 74, ospiterà una tavola rotonda di apertura sull’“Evoluzione e prospettive delle istituzioni formative e culturali nella Sardegna autonomistica”.

Dopo i saluti di Stefano Usai, presidente della Facoltà di Scienze Giuridiche Economiche e Politiche, interverrà Cecilia Novelli, direttrice del Dipartimento Scienze Sociali e delle Istituzioni.

I lavori saranno presieduti da Mariarosa Cardia, professoressa di Storia delle Istituzioni Politiche dell’Università di Cagliari e coordinati da Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna.

Parteciperanno: Maria Del Zompo, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Cagliari; Giuseppe Dessena, assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Spettacolo e Sport; Francesco Feliziani, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna; Filippo Maria Gambari, segretario regionale del MiBACT; Paola Mura, direttrice dei Musei Civici di Cagliari; e, infine, Maurizio Virdis, professore di Lingua sarda e Linguistica sarda dell’Università di Cagliari.

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Una forte alleanza educativa al servizio degli studenti. È questo lo spirito che ha condotto l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Arcidiocesi di Cagliari a siglare il Protocollo d’intesa per la realizzazione delle attività di alternanza scuola lavoro all’interno di strutture del mondo ecclesiale, come, ad esempio, enti ecclesiastici, istituzioni culturali, oratori, associazioni di volontariato e movimenti ecclesiali, enti educativi, fondazioni onlus diocesane e comunità religiose.

La firma del protocollo è avvenuta ieri, giovedì 1 giugno, nei locali della curia diocesana, alla presenza di mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, e di Francesco Feliziani, direttore dell’Usr.

Entrambi, nei loro interventi prima della firma del documento, hanno sottolineato l’importanza della promozione dei percorsi di alternanza scuola lavoro all’interno del cammino di formazione degli studenti e hanno messo in luce l’opportunità data dalla condivisione del patrimonio di cultura, esperienze, professionalità, presente negli enti ecclesiali.

L’alternanza scuola lavoro come metodologia didattica è stata fortemente incentivata con la legge n. 107 del 13 luglio 2015, cosiddetta de “La Buona Scuola”, che prevede la sua attuazione per 200 ore nei licei e per 400 negli istituti tecnici e professionali.

Gli enti ecclesiali possono concorrere in modo significativo a portare avanti le finalità essenziali dell’alternanza scuola lavoro, realizzando modalità di apprendimento che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica, favorendo l’orientamento dei giovani al fine di valorizzarne le vocazioni personali e mettendo in relazione l’offerta formativa scolastica con la vita sociale e culturale del territorio.

Diverse esperienze di alternanza sono già in atto in varie realtà ecclesiali, come la Caritas, gli oratori, l’archivio e la radio diocesana, e la firma del protocollo costituisce una spinta significativa alla crescita di questa collaborazione.

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La Seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha dato il via al ciclo di audizioni sul testo unificato delle proposte di legge n. 167, 228 e 36 in materia di lingua sarda. L’articolato predisposto dalla sottocommissione formata dai consiglieri Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp), Gianmario Tendas (Pd) e Alfonso Marras (Udc) si colloca all’interno delle disposizioni della legge 482/99 e pone al centro la scelta volontaria delle amministrazioni locali e delle scuole, con una serie di politiche di incentivo per l’utilizzo, la salvaguardia e l’insegnamento della lingua sarda.

I sei dei trenta articoli della proposta di legge che riguardano l’istruzione e la scuola (articoli: 20, 21, 22, 23, 24 e 25) sono stati l’argomento dell’incontro con il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani e con il dirigente tecnico dell’Usr, Ottavio Marcia, che hanno fin da subito rimarcato l’inapplicabilità delle disposizioni della riforma Moratti per ciò che attiene la cosiddetta “quota di flessibilità regionale” (inserita nella proposta di legge al comma 2 dell’articolo 20) per l’inserimento di altre discipline nei curricula della scuola primaria e secondaria, confermando dunque il tradizionale “esercizio dell’autonomia scolastica”, per l’utilizzo della lingua sarda nell’insegnamento delle diverse discipline.

Il direttore Feliziani ha quindi mostrato apprezzamento: per «il pieno rispetto delle competenze statali sull’insegnamento scolastico», per l’istituzione dell’albo regionale degli insegnanti abilitati e per le previste attività di formazione a carico della Regione. Il dirigente Marcia ha evidenziato, in riferimento alla scelta dei genitori di avvalersi o meno dell’insegnamento della lingua sarda a scuola, che l’esercizio di tale opzione è da intendersi soltanto come «adesione volontaria dei genitori all’insegnamento della lingua sarda, qualora questo sia offerto dalla scuola».

Il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, e il direttore dell’associazione nazionale dei Comuni, Umberto Oppus, nel corso dei rispettivi interventi in audizione hanno salutato con favore il confronto sul testo unico in materia di lingua sarda e hanno fatto esplicito riferimento al bilinguismo, auspicandone una efficace introduzione in Sardegna così come è accaduto in altre realtà del Paese. Il presidente Anci ha quindi rimarcato la centralità della politica linguistica ed ha affermato che in Sardegna «un’efficace politica linguistica deve connettersi con le politiche sull’istruzione».

L’assessore della Cultura e della Pubblica Istruzione, Giuseppe Dessena, ha mostrato apprezzamento per la proposta della Commissione sulla limba e l’ha definita «un importante passo in avantiı» anche in considerazione del «crescente sentimento nel popolo sardo per i valori dell’identità e dell’appartenenza».

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha quindi confermato l’impegno del parlamentino della Cultura per favorire l’approdo in Aula del provvedimento sulla lingua prima della pausa estiva ed ha preannunciato un’accelerazione dei lavori nonché ulteriori audizioni riservate a tutti i soggetti e le organizzazioni interessate dalle norme sulla lingua sarda.   

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Giovedì 1 giugno, alle ore 16.00, nei locali della Curia diocesana di Cagliari (via mons. Cogoni, 9, Cagliari) ci sarà la firma del Protocollo d’intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna e l’Arcidiocesi di Cagliari, per la realizzazione di attività di alternanza scuola lavoro.

Saranno presenti: Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna e mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari.

Lo scopo del protocollo d’intesa è quello di promuovere le attività di alternanza scuola lavoro presso le strutture del mondo ecclesiale, come ad esempio Enti Ecclesiastici, Istituzioni Culturali, Oratori, Associazioni di volontariato e Movimenti ecclesiali, Enti educativi, Fondazioni Onlus diocesane, Comunità religiose.

L’alternanza scuola lavoro come metodologia didattica è entrata all’interno degli ordinamenti scolastici del secondo ciclo con la Legge n. 53 del 28 marzo 2003 che ha previsto la possibilità di svolgere dei percorsi formativi «attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive associazioni di rappresentanza o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti pubblici e privati ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro» (art. 4).

Il processo di riforma scolastica con la legge n. 107 del 13 luglio 2015, cosiddetta de “La Buona Scuola”, ha voluto promuovere la metodologia dell’alternanza scuola lavoro, prevedendo la sua attuazione «negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio», e che i suoi percorsi vengano «inseriti nei piani triennali dell’offerta formativa» (art. 1, comma 33).

Le finalità essenziali dell’alternanza scuola lavoro, portate avanti anche attraverso i percorsi realizzati presso le strutture ecclesiali, sono le seguenti:

– realizzare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo d’istruzione, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica;

– arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’ulteriore acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro;

– favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi, gli stili di apprendimento individuali;

– realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva nei processi formativi dei vari soggetti coinvolti;

– correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

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Riprenderanno domani, martedì 30 maggio, i lavori delle Commissioni consiliari.

In mattinata, alle 10.00, presso la Direzione sanitaria dell’ospedale San Francesco di Nuoro, si riunirà la Commissione d’inchiesta sui costi della Sanità presieduta da Attilio Dedoni (Riformatori) per un’indagine sulle problematiche relative all’Area socio-sanitaria locale del nuorese.

Sempre per domani, alle 10,00, è convocata anche la VI commissione “Salute e politiche sociali” presieduta da Raimondo Perra (Psi) per l’audizione del Direttore generale dell’Ospedale Brotzu Graziella Pintus e dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso sullo stato di attuazione della legge n.17/2016 (Istituzione dell’Ats e riorganizzazione del servizio sanitario regionale) e sulla situazione delle rispettive aziende. Il giorno successivo, mercoledì 31 maggio, alle 11.00, la commissione Sanità sarà a Olbia per un sopralluogo all’ospedale Mater.

Mercoledì 31 maggio si riuniranno la Seconda e la Quinta Commissione.

Alle 11,00, il parlamentino “Lavoro, cultura e formazione professionale” presieduto da Gavino Manca (Pd) sentirà in audizione l’assessore alla Cultura Giuseppe Dessena sul testo unico sulla lingua sarda. I lavori proseguiranno nel pomeriggio con l’audizione, sullo stesso provvedimento, del Direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani, mentre alle 17.00 sarà sentito l’assessore al Personale Filippo Spanu sullo stato di attuazione della legge regionale per il superamento del precariato nella pubblica amministrazione. Giovedì 1 giugno le audizioni sul testo unico sulla Lingua sarda proseguiranno con i rappresentanti dell’Anci.

La commissione Attività Produttive, guidata da Luigi Lotto (Pd) è convocata nel pomeriggio alle 16,00. In programma l’audizione dell’assessore al turismo, artigianato e commercio Barbara Argiolas sul Testo unico sul turismo.

Giovedì 1 giugno, alle 10,00, si riunirà infine la III commissione “Bilancio e Programmazione”, presieduta da Franco Sabatini (Pd). Al’ordine del giorno le audizioni dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria sul monitoraggio e controllo della spesa regionale. Successivamente saranno sentiti il direttore generale dell’assessorato Sebastiano Piredda e i direttori delle agenzie Laore, Agris e Argea sullo stato di attuazione della spesa regionale nel settore dell’agricoltura, politiche agroalimentari e pesca.

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La mattina di venerdì 26 maggio sarà presentato il volume Un cammino tra natura e cultura. Confronto tra Italia e Uruguay, scritto e curato dagli studenti della III A di Accoglienza Turistica e dalla III B di enogastronomia, con la partecipazione del dr. Ricardo Francisco Duarte Vargas, console generale dell’Uruguay a Milano.

Il volume è un’antologia di autori uruguaiani, italo-uruguaiani, tra cui alcuni di origine sarda, con una presentazione del paese Uruguay e uno studio sulla presenza di imprenditori anglo-tedeschi che hanno avviato  e sviluppato la fiorente industria della carne esportata in tutto il mondo, oggi divenuta uno dei siti di archeologia industriale più importanti al mondo, riconosciuto dall’Unesco.

Questa attività, inserita all’interno del progetto “Ambiente, natura e territorio attraverso le lingue e la letteratura” è stata certamente un’occasione per approfondire le competenze linguistiche degli alunni, per apprezzare le opere letterarie di autori uruguaiani e italo-uruguaiani, ma anche per favorire una didattica inclusiva. Inoltre, è stata una grande occasione per conoscere un paese molto distante dall’Italia e dalla Sardegna, ma che – come ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo recente viaggio a Montevideo – ha molti punti di contatto con la nostra terra e che, in passato, è stata meta di centinaia di migliaia di italiani che lì hanno trovato ospitalità e lavoro.

Il programma della giornata.

Ore 9,45 – Arrivo del Console Generale a Iglesias, presso l’IPIA “G. Ferraris”

Ore 10,00

Saluti

Massimo Mocci, dirigente scolastico

Emilio Agostino Gariazzo, sindaco di Iglesias

Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias

Francesco Feliziani, direttore generale dell’Ufficio Scolastico della Regione Sardegna

Ore 10,20

Visione di un breve filmato di presentazione dell’Uruguay

Ore 10,30 – Presentazione del libro Un cammino tra natura e cultura. Confronto tra Italia e Uruguay, a cura degli studenti e dei docenti

Coordina: Martino Contu, Console dell’Uruguay a Cagliari

Interventi:

Dr. Ricardo Francisco Duarte Vargas, Console Generale dell’Uruguay in Italia

Gli alunni e i docenti della III A AT e della III B ENO

Ore 11,20 – scambio di doni

Ore 11,30 – Buffet offerto dagli studenti e dai docenti dell’Istituto “G. Ferraris”, con specialità sarde ed uruguaiane.

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Preparare gli studenti al “dopo diploma” e far conoscere loro le prime nozioni ed esperienze del mondo del lavoro.

E’ questo il senso del protocollo d’intesa triennale sottoscritto, questo pomeriggio a Cagliari, tra Confartigianato Imprese Sardegna e l’Ufficio scolastico regionale, dal titolo “Sviluppare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro”.

L’accordo metterà in relazione le oltre 11mila imprese artigiane sarde con dipendenti e gli oltre 74mila studenti sardi delle Superiori, rafforzando la collaborazione tra il sistema dell’istruzione e della formazione professionale con le esigenze del mondo produttivo del settore artigiano sardo, soprattutto con riferimento all’istruzione tecnica e professionale. Il tutto nella prospettiva di una maggiore integrazione tra scuola e lavoro e l’acquisizione di competenze coerenti e spendibili nel mercato del lavoro.

In Sardegna, secondo i dati UnionCamere-Excelsior di inizio 2016, pochi mesi dopo l’emanazione della legge sull’“Alternanza Scuola Lavoro”, le imprese (tutte le tipologie) che garantirono formazione (stage, tirocini, ecc.) risultarono il 16,7% ma solo il 2,7% svolse quella relativa all’“Alternanza”. Tra le province, a Sassari il 15,3% delle imprese di Sassari erogò formazione ma solo l’1,8% per l’alternanza. A Cagliari il 18,7% interessò la prima ipotesi e solo il 3,8% la seconda. A Nuoro fu del 10,9% nella prima ipotesi e solo il 2,6% nella seconda. A Oristano ben il 23,7% delle imprese garantì formazione ma solo l’1,5% fu con l’“Alternanza”.

«L’esperienza di alternanza scuola lavoro non va intesa come un fatto puramente isolato e neppure limitato al concetto di stage – commenta Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma va programmata in una prospettiva triennale attraverso un processo graduale e articolato in più fasi. Per questo l’obiettivo è avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro tramite l’applicazione del cosiddetto modello duale che prevede, a fianco di un importante bagaglio teorico, la possibilità di applicare in azienda ciò che viene insegnato sui banchi di scuola.»

«L’alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica che consente agli studenti delle scuole del secondo ciclo di svolgere, in un contesto lavorativo, un’esperienza capace di far acquisire competenze spendibili anche nel mondo del lavoro – sottolinea Francesco Feliziani, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna – in tale ottica, il risultato in termini di successo formativo è legato non solo all’acquisizione di competenze tecnico professionali ma anche di competenze trasversali – quelle che in gergo sono chiamate “soft skills” e che sono sempre molto richieste in qualunque ambito lavorativo.»

L’Istituzione scolastica e la Confartigianato, quindi, proporranno l’attivazione di esperienze di alternanza scuola-lavoro attraverso il raccordo tra le sedi territoriali dell’associazione artigiana e i vari Istituti, informeranno studenti e docenti tramite iniziative, promuoveranno il tema dell’alternanza scuola-lavoro, della cultura d’impresa, del saper fare artigiano e della valorizzazione dei mestieri “manuali” e, infine, diffonderanno il catalogo dell’offerta formativa di Confartigianato, relativo alle disponibilità delle aziende rispetto alle esperienze di alternanza-scuola lavoro attivabili.

«Gli studenti, quindi – sottolinea Maria Carmela Folchetti – entreranno in contatto diretto con le aziende e svilupperanno nuove competenze che,  dopo il diploma, potranno rappresentare un’occasione di impiego. Le imprese, invece avranno la possibilità di partecipare direttamente alla formazione dei futuri collaboratori aiutando gli studenti a sviluppare competenze tecniche e pratiche maggiormente corrispondenti al tessuto manifatturiero locale ma anche ricevendo dagli studenti input e innovazione che le giovani generazioni portano intrinsecamente con loro!»

«L’accordo con Confartigianato Sardegna – termina Francesco Feliziani – rappresenta un’importante opportunità per tutti gli Istituti scolastici di tutti gli indirizzi: le scuole potranno inserire i propri studenti in realtà imprenditoriali, integrando così il sapere del mondo della scuola con l’esperienza e la competenza degli imprenditori del territorio e contribuendo a far emergere, valorizzare e orientare positivamente le attitudini e inclinazioni dei nostri giovani.»

Il protocollo d’intesa prevede anche la costituzione di un Comitato paritetico che monitorerà la realizzazione degli interventi e proporrà gli opportuni adeguamenti per il miglioramento dei risultati. In particolare curerà l’organizzazione delle iniziative d’informazione e di orientamento e il monitoraggio dell’efficacia degli interventi di alternanza scuola-lavoro in termini di crescita delle competenze professionali acquisite dagli studenti. Il Comitato, inoltre, predisporrà annualmente una relazione evidenziando le iniziative assunte, i punti di forza e di criticità nell’attuazione del protocollo d’intesa che evidenzierà le eventuali modifiche o integrazioni che si ritiene necessario apportare.

Già a partire da lunedì 6 marzo, a Macomer, presso l’Aula laboratorio dell’Istituto di Istruzione Superiore Sebastiano Satta, Confartigianato Sardegna parteciperà al seminario sulla coprogettazione nei percorsi di alternanza scuola lavoro.

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Per i 30mila studenti sardi si apre una nuova possibilità: l’esperienza formativa nelle 670 coop sarde con il programma scuola lavoro. Questa mattina è stato siglato nella sede della Legacoop di Cagliari l’accordo tra il presidente di Legacoop Sardegna, Claudio Atzori, e il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani. Primo passo di un percorso importante che vuole creare una sinergia tra due mondi che sino a qualche tempo fa hanno funzionato senza collegamenti. Un accordo importante come ribadisce il direttore regionale dell’ufficio scolastico Francesco Feliziani: «Siamo in una fase in cui ci si è resi conto che non si possono usare due mondi separati. Il fatto di avere introdotto l’alternanza scuola lavoro nelle scuole ha un duplice senso: mette i ragazzi in condizioni di capire cosa succede fuori e di capire se se quello che hanno in mente è quello che succederà». Non solo, particolare importante le azioni di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica. «Per i ragazzi si tratta di orientarsi e cimentarsi in un ambiente che non è solo quello della scuola – ha aggiunto Feliziani -. Le opportunità sono molteplici, la parola d’ordine è mai più compartimenti stagni». Dello stesso avviso il presidente di Legacoop.

«Per quanto ci riguarda è molto importante istituire questo rapporto con la scuola – spiega Claudio Atzori – per far conoscere agli studenti delle scuole superiori il sistema imprenditoriale sardo. I ragazzi che faranno questa esperienza, è bene ricordare che la cooperazione svolge un importante ruolo, in alcuni casi da leader, sono la futura classe dirigente». Un passo significativo che, come rimarca il presidente di Legacoop, ha l’auspicio «che si formi una mentalità e coscienza imprenditoriale, perché il risultato  atteso è avere una classe dirigente preparata». In programma poi anche il concorso destinato alle scuole per la presentazione di un progetto cooperativo.

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La prevenzione come principale azione per la tutela della salute e come chiave di volta per la sostenibilità del sistema sanitario. Sono i principi alla base dell’accordo quadro firmato oggi dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, dal presidente dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, dal Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, e dal presidente dell’Uisp (Unione italiana sport per tutti), Tore Farina.

«E’ un momento importante – ha detto l’assessore Luigi Arru – perché parliamo troppo di sanità legata all’ospedale, ai posti letto, alle polemiche, mentre poco si punta sulla prevenzione e sui corretti stili di vita. Questo protocollo interistituzionale dà attuazione al nostro piano di prevenzione, per il quale la Giunta ha messo a disposizione 42 milioni.»

L’assessore Arru ha ricordato che la Sardegna ha un alto indice di invecchiamento e, al contempo, è una delle cinque blue zone, con concentrazione di centenari: «E’ dimostrato – ha spiegato – che avevano uno stile di vita corretto, facevano attività fisica costante, evitavano l’abuso di alcol e di fumo. Noi dobbiamo puntare su questi fattori, per gli anziani ma anche per i nostri ragazzi e per i bambini. Ci sono studi internazionali che certificano anche il risparmio in sanità grazie alla prevenzione e alla vita che facciamo fare a giovani e meno giovani».

Il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, ha sottolineato come i Comuni siano disponibili a fare la loro parte, sensibilizzando i cittadini, mentre il direttore dell’Ufficio scolastico, Francesco Feliziani ha rimarcato come sia fondamentale l’attività fisica nelle scuole per i ragazzi. Farina, per la Uisp, ha puntato l’attenzione sul fatto che si tratta del primo Protocollo che coinvolge anche il mondo della scuola.